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[post_content] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, così è una parola che si usa spesso, a volte è addirittura accompagnata da determinati gesti delle mani, non ha però un solo significato, ne ha diversi. Vediamoli insieme.
Buona lettura!
Prof. Anna
Si dice così?; non ho mai visto un bambino così bello!; e così via dicendo. Queste tre frasi contengono tutte la parola così, ma con funzioni grammaticali e significati diversi. Quali?
Così può avere funzione di:
⇒ avverbio con il significato di:
- in questo modo, cioè nel modo che si vede, o che si è detto o che si sta per dire: non devi comportarti così!; lo spettacolo è stato rimandato, è stato deciso così dagli organizzatori; dovresti fare così: non dirgli nulla e fare finta di niente; accompagnato col gesto dà idea di grandezza o di piccolezza: era grande così!; era piccolo così!; come rafforzativo di pure e anche: ti trovo molto cambiato e così pure tua sorella; con il valore rafforzativo di un'affermazione o di una negazione: è così; è proprio così; non è così; preceduto da preposizione: metti il divano per così; comportati diversamente da così; Alcune espressioni e modi di dire: così è: la realtà è questa; così va il mondo: per commentare fatti poco edificanti; così così: né bene né male, non troppo bene (spesso accompagnato da un gesto ondulatorio della mano); da così a così: in modo radicale (espressione accompagnata di solito da un capovolgimento della mano, con il palmo da sopra a sotto o viceversa); per così dire: per modo di dire, introduce nel discorso un'attenuazione o una riserva; basta così: non occorre altro; così impari!: questa esperienza ti sarà di lezione per un'altra volta; né così né cosà: né in un modo né in un altro; e così via; e così via dicendo: eccetera; e così: per riprendere un discorso (e così, per tornare al nostro discorso…); così e così: proprio così (le cose sono andate così e così); ah, è così?: per esprimere stupore, meraviglia;
- tanto, talmente: quantifica in misura indefinita il dato espresso da un aggettivo o da un altro avverbio: sei così bello!; siamo ancora così giovani!; vai così lontano?;
⇒
aggettivo con il significato di:
- tale, siffatto: con persone così non si può andare d'accordo; non ho mai visto un uomo così;
⇒
congiunzione con il significato di:
- in correlazione con come introduce una proposizione comparativa o modale: non è poi così bravo come sembra;
- perciò, pertanto (con valore conclusivo introduce una proposizione coordinata): hanno litigato e così non si parlano più;
- nonostante, sebbene (con valore avversativo o concessivo): così malato, si è voluto alzare;
- a tal punto (in correlazione con che introduce una proposizione consecutiva esplicita con il verbo all'indicativo, al condizionale o al congiuntivo; in correlazione con da introduce una proposizione consecutiva implicita con il verbo all'infinito): era così stanco che si è addormentato; spero che tu non sia così ingenuo da credergli.
[post_title] => Sui vari significati di "così"
[post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, "così" è una parola che si usa spesso, a volte è addirittura accompagnata da determinati gesti delle mani, non ha però un solo significato, ne ha diversi. Vediamoli insieme.
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[post_content] => Care lettrici e cari lettori di
Intercultura blog, alcuni verbi hanno una coniugazione irregolare o particolare e per questo possono metterci in difficoltà. Vediamoli insieme.
Buona lettura!
Prof. Anna
Concludiamo la lista dei verbi "difficili" cominciata alcuni mesi fa:
https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2019/02/14/coniugazione-dei-verbi-gli-errori-piu-comuni-prima-parte/
https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2019/03/21/coniugazione-dei-verbi-gli-errori-piu-comuni-2/
https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2019/06/06/coniugazione-dei-verbi-gli-errori-piu-comuni-3/
https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2019/10/17/coniugazione-dei-verbi-gli-errori-piu-comuni-4/
•
solere:
⇒ presente indicativo:
io soglio, tu suoli, egli suole, noi sogliamo, voi solete, essi sogliono;
⇒ imperfetto:
io solevo;
⇒ passato remoto:
io solei, tu solesti, egli solé, noi solemmo, voi soleste, essi solerono;
⇒ participio passato:
solito;
⇒ questo verbo è difettivo del futuro, del condizionale presente, dell'imperativo, del participio presente e dei tempi composti; per queste forme si usa la locuzione
essere solito; è sempre seguito da un verbo all'infinito;
•
splendere:
⇒ il passato remoto, per alcune persone, prevede doppie forme, ambedue corrette:
io splendei/splendetti, tu splendesti, egli splendé/splendette, noi splendemmo, voi splendeste, essi splenderono/splendettero;
⇒ participio passato: secondo alcuni dizionari questo verbo è difettivo del participio passato e quindi dei tempi composti; secondo altri il participio passato è
splenduto ma è raro e ormai in disuso;
•
sposare, sposarsi: Luca ha sposato o
Luca si è sposato? Nel primo caso c'è il verbo
sposare, che è un verbo transitivo e ha quindi bisogno di un complemento oggetto:
Luca ha sposato Anna, se il complemento oggetto non c'è si usa la forma
sposarsi:
Luca si è sposato, Anna si è sposata;
•
succedere: ha due forme di participio passato:
succeduto e
successo, entrambe corrette ma con usi e significati diversi:
succeduto va usato solo col significato di
subentrato, venuto dopo (Tiberio è succeduto ad Augusto), mentre
successo va usato col significato di
accaduto, avvenuto (cos'è successo?).
Fonti:
http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-risposte/verbi-difficili
Ci sono altri verbi che vi creano difficoltà? Condividete con noi i vostri dubbi.
[post_title] => Coniugazione dei verbi: gli errori più comuni 5
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Intercultura blog, bentrovati!
Cominciamo l'anno nuovo con parole nuove, quelle parole che negli ultimi anni sono entrate a far parte del lessico degli italiani e di cui ormai non possono fare a meno.
Buona lettura!
Prof. Anna
Ogni anno i vocabolari accolgono parole che, avendo raggiunto una certa diffusione nell'uso, possono essere considerate parte di una lingua; queste parole raccontano i cambiamenti sociali, politici e tecnologici di questi anni.
Alcune forse le conoscete già, alcune forse no, in ogni modo ampliare il nostro vocabolario è fondamentale per poter comprendere al meglio ciò che ci viene detto (dagli altri, dai giornali, dalla radio, dalla TV) e per poter esprimere in maniera chiara ed efficace i nostri pensieri.
Il titolo dell'articolo
Neologismi: le ultime parole famose è un gioco di parole: l'espressione
le ultime parole famose si usa di solito in maniera scherzosa per indicare affermazioni che vengono del tutto smentite dai fatti, in questo caso invece le parole che formano l'espressione hanno il loro significato letterale: quindi le ultime (nel senso di recenti) parole famose (molto conosciute).
In una società in cui tutti siamo molto informati (ma spesso in maniera superficiale) è più facile essere
contro qualcosa, ecco quindi che emergono una serie di parole formate col prefisso
anti, che esprime l'idea di avversione, opposizione verso qualcosa. Nella scrittura, tra
anti- e il secondo elemento composto si può usare il trattino, specie quando si tratta di neologismi o di composti occasionali o rari, l’uso è comunque molto oscillante e si alterna anche alla grafia separata dei due elementi. La grafia delle parole riportate di seguito è quella adottata dal vocabolario Zingarelli:
•
antivaccinista (o
no vax) ⇒ parola accolta nel 2019 dallo Zingarelli, è qualcosa o qualcuno contrario alla vaccinazione obbligatoria;
•
anti-bufale (o
anti-bufala) ⇒ nel linguaggio giornalistico, che intende contrastare la diffusione di notizie false o inattendibili:
iniziative anti-bufale; siti anti-bufala (Zingarelli, 2019); il termine
bufala ha assunto negli ultimi anni il significato di
notizia inattendibile, priva di fondamento. Sinonimo di
bufala è la locuzione
fake news (notizia falsa, inattendibile, diffusa specialmente via Internet), anch'essa presente nello Zingarelli;
•
anti-velo ⇒ aggettivo che significa contrario all'uso nei luoghi pubblici del velo islamico, specialmente quando copre il viso (come nel caso del
niqab):
legge anti-velo;
•
anti-tutto ⇒ rappresenta la sintesi di tutti gli
anti, questo termine è stato registrato dallo Zingarelli nel 2019 e indica, in maniera ironica, qualcosa (o qualcuno) che si oppone sistematicamente a ogni iniziativa o proposta.
Lasciamo le parole formate con il prefisso
anti e passiamo ai verbi, ad esempio
buare, se si è
anti-tutto bisogna assolutamente conoscere questo verbo che significa appunto disapprovare un artista, uno spettacolo, mediante ripetuti
buu.
Ci è quindi permesso
buare, ma è vietato
spoilerare, cioè anticipare alcuni particolari della trama di un film, di un romanzo, rovinando l'effetto sorpresa (spoilerare il finale) e ancor più grave è
stalkerare, ovvero molestare insistentemente qualcuno sottoponendolo a
stalking (comportamento consistente in una serie di atti persecutori come minacce, pedinamenti, molestie, telefonate ), chi lo fa è uno
stalker, un molestatore.
In questo mondo
iperconnesso, in cui cioè si fa ampio o eccessivo uso di dispositivi digitali connessi alle reti telematiche, esiste ancora l'
analfabetismo digitale o
informatico, che denota incapacità nell'uso del computer e della tecnologia informatica in genere, ed esiste anche l'
analfabetismo funzionale (espressione molto di moda ultimamente) che descrive la condizione di chi, pur non essendo analfabeta, non è in grado di comprendere o redigere un testo minimamente complesso; purtroppo c'è chi soffre di
nomofobia (termine composto dall'inglese
no-mo(
bile) e fobia), il timore ossessivo di non poter disporre del telefono cellulare, perché non lo si ha con sé o ci si trova in una zona priva di campo.
Se vi vengono in mente altri neologismi che usate o che avete sentito, condivideteli con noi.
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I modi di dire formati con la parola buono sono numerosi, ve ne ricordate alcuni?
Per ripassarli prima di fare l'esercizio, vi consiglio di leggere questo articolo:
https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2019/11/28/modi-di-dire-con-la-parola-buono-prima-parte/
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[post_content] => Nel prossimo esercizio bisogna coniugare il verbo tra parentesi in modo che esprima
posteriorità con la reggente.
Se non ricordate bene quali modi e tempi verbali sono necessari, rinfrescatevi le idee con questo articolo:
https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2019/12/05/concordanza-dei-tempi-col-congiuntivo-la-posteriorita/
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[post_content] => Care lettrici e cari lettori di
Intercultura blog, anche questo mese
non possiamo
non ripassare gli argomenti trattati recentemente, cominciando dalla
doppia negazione.
Buon test!
Prof. Anna
Se volete ripassare questo argomento prima di affrontare il test, potete leggere il seguente articolo:
https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2019/11/21/la-doppia-negazione/
[post_title] => Test 66- La doppia negazione
[post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, anche questo mese non possiamo non ripassare gli argomenti trattati recentemente, cominciando dalla doppia negazione.
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Intercultura blog, quali tempi e modi verbali è bisogna usare quando
la subordinata è posteriore alla reggente e il verbo della reggente vuole il congiuntivo? Vediamolo insieme.
Buona lettura!
Prof. Anna
In questi mesi abbiamo analizzato i diversi rapporti temporali tra reggente e subordinata:
la contemporaneità:
https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2019/05/23/concordanza-dei-tempi-con-il-congiuntivo-la-contemporaneita/
l'anteriorità:
https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2019/09/26/concordanza-dei-tempi-con-il-congiuntivo-lanteriorita/
e oggi concludiamo con la posteriorità.
IL RAPPORTO DI POSTERIORITÀ
C'è un rapporto di posteriorità tra subordinata e reggente quando l'azione espressa dal verbo della subordinata avviene dopo quella espressa dal verbo della reggente, che può essere:
- al presente: credo (oggi) che farai bene (in futuro);
- al passato: credevo (in passato) che avresti avuto ragione (sempre nel passato, ma in un momento successivo rispetto all'azione espressa nella reggente), il condizionale passato esprime in questo caso (cioè in dipendenza da un verbo al passato) l'idea di futuro nel passato: un’azione posteriore rispetto a un’altra azione ambientata nel passato.
PER ESPRIMERE POSTERIORITÀ
Quando nella reggente il verbo è:
- indicativo presente: credo
- indicativo futuro: crederò
⇒ nella subordinata useremo:
- indicativo futuro: che arriverai
Quando nella reggente il verbo è:
- imperfetto: credevo
- passato remoto: credetti
- passato prossimo: ho creduto
⇒ nella subordinata useremo:
- il condizionale passato: che saresti arrivato
Quando nella reggente il verbo è:
- condizionale presente: crederei
- condizionale passato: avrei creduto
⇒ nella subordinata useremo:
- condizionale passato: che saresti arrivato
Altri casi:
⇒
l'idea di posteriorità può essere espressa non da un particolare tempo verbale, ma dal contesto o da un avverbio temporale:
credo che arrivi domani;
⇒
se nella reggente c'è un verbo che indica volontà, desiderio, opportunità (volere, desiderare, essere conveniente ecc.) coniugato al condizionale presente o passato per indicare un rapporto di posteriorità (e anche contemporaneità) si usa il congiuntivo imperfetto:
vorrei che tu arrivassi; avrei voluto che tu arrivassi.
Nel seguente esercizio coniugate il verbo tra parentesi in modo che esprima posteriorità con la reggente.
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Intercultura blog, come state?
Siete in buona? Esistono molti
modi di dire con l'aggettivo buono, vediamone alcuni e non preoccupatevi,
siete in buone mani.
Buona lettura!
Prof. Anna
Alcune settimane fa abbiamo approfondito il significato dell'aggettivo
buono:
https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2019/05/02/bello-o-buono/,
oggi invece scopriremo il significato di
alcuni dei più comuni modi di dire formati con questo aggettivo:
- alla buona → in modo semplice, senza eccessive pretese di perfezione, in maniera approssimativa: non ho preparato niente di speciale, sarà una cena alla buona, riferito anche a una persona modesta ma semplice e cordiale;
- essere in buona → essere di buon umore: oggi sono in buona, chiedimi ciò che vuoi;
- fare buon viso a cattivo gioco → significa adattarsi (fare buon viso) a una situazione spiacevole (a cattivo gioco): anche se questa situazione non mi piace, proverò a fare buon viso a cattivo gioco;
- con le buone → con dolcezza e con modi cortesi: glielo farò capire con le buone;
- con le buone o con le cattive → con ogni mezzo, a qualunque costo: riuscirò a convincerti con le buone o con le cattive;
- non vedere di buon occhio qualcuno o qualcosa → giudicare qualcuno o qualcosa in modo non favorevole: la sua famiglia non vede di buon occhio il suo fidanzato;
- di buon grado → volentieri, con piacere: lo farò di buon grado;
- essere un buono a nulla → essere un inetto, un incapace: sei un buono a nulla!;
- essere in buone mani → essere al sicuro, insieme a persone di fiducia: con noi sei in buone mani, ti aiuteremo a risolvere questo problema;
- essere una buona forchetta → essere un gran mangiatore, buongustaio: che buona forchetta è quel ragazzo! Ha fatto il bis di tutte le portate;
- essere di bocca buona → non avere particolari esigenze riguardo ai cibi, si dice di qualcuno che mangia di tutto, senza preferenze; in senso figurato significa facilmente contentabile: non preoccuparti di cosa cucinare per pranzo, sono di bocca buona io!
Dopo aver fatto l'esercizio, mettetevi alla prova scrivendo nei commenti alcune frasi con questi modi di dire e io le correggerò.
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[post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, come state? Siete in buona? Esistono molti modi di dire con l'aggettivo "buono", vediamone alcuni e non preoccupatevi, siete in buone mani.
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Intercultura blog, oggi parliamo di
doppie negazioni. Quando vanno usate? È vero che le doppie negazioni affermano? Vediamolo insieme.
Buona lettura!
Prof. Anna
Con l'espressione doppia negazione si intende la presenza in una stessa frase di due espressioni di senso negativo:
non c'è nessun problema; non puoi non saperlo.
Quando si usa questo tipo di costruzione?
- Quando gli indefiniti nessuno, nulla, niente seguono il verbo: non ho visto nessuno; non ho nulla da dire; non voglio niente; non hanno bisogno della negazione non quando precedono il verbo: nessuno è arrivato; nulla mi spaventa.
- Con l'avverbio più quando indica cessazione, fine, esaurimento di qualcosa, di un'azione, di un fatto ed è posposto al verbo: non parlo più; non voglio più vederti; se c'è un tempo composto l'avverbio va messo tra l'ausiliare e il participio passato: non ho più parlato.
- Con l'avverbio mai quando è posposto al verbo: non sei mai contento; non vuole mai essere aiutato; se c'è un tempo composto l'avverbio va messo tra l'ausiliare e il participio passato: non si è mai comportato bene.
- Con gli avverbi neanche, nemmeno, neppure quando sono posposti al verbo, se invece precedono il verbo la doppia negazione non si usa: non partirò neanche io (= neanche io partirò); non è venuto neppure oggi (=neppure oggi è venuto); se c'è un tempo composto l'avverbio va messo tra l'ausiliare e il participio passato: non hai nemmeno letto il libro che ti avevo prestato.
- Con l'avverbio mica quando è posposto al verbo: non ho mica fame; non è mica freddo oggi.
- Con l'avverbio affatto quando è posposto al verbo: non siete affatto gentili (=non siete gentili per niente).
Le doppie negazione affermano?
Fino a ora abbiamo visto casi di doppie negazioni che non affermano, anzi rafforzano la negazione stessa, ma può succedere che la presenza di una doppia negazione (non + non) nella stessa frase formi un'affermazione:
non puoi non venire (=devi venire);
non credo che non verrà (=credo che verrà);
non voglio che tu non mi parli (=voglio che mi parli), tuttavia il significato di una doppia negazione non è identico a quello di un'affermazione, ha una sfumatura diversa, è una modalità meno diretta di dire qualcosa.
[post_title] => La doppia negazione
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Intercultura blog, oggi riprendiamo lo studio delle proposizioni subordinate; vediamo insieme come si presentano e cosa esprimono le
proposizioni consecutive.
Buona lettura!
Prof. Anna
Le proposizioni consecutive esprimono la conseguenza dell'azione o del fatto contenuto nella reggente e sono collocate dopo di essa:
- Maria è talmente bella (reggente) da fare innamorare tutti (consecutiva).
Le consecutive possono essere esplicite o implicite.
Le consecutive esplicite possono avere il verbo:
- all'indicativo: la lezione era così noisa che mi sono addormentata;
- al congiuntivo quando la conseguenza è soltanto ipotetica o possibile: è stato costruito in modo tale che non possa crollare nemmeno in caso di terremoto;
- al condizionale per indicare una conseguenza realizzabile soltanto a certe condizioni: sono così stanco che dormirei (se potessi).
Possiamo distinguere due tipi fondamentali di costrutti consecutivi:
- costrutti forti: caratterizzati dalla presenza di un elemento introduttivo nella principale (tanto, talmente, tale, siffatto, simile ecc.) che viene ripreso dalla congiunzione che, collocata nella subordinata: sono tanto felice che non sto nella pelle;
- costrutti deboli: senza antecedente in cui la reggente ha una sua autonomia semantica e ed è collegata alla consecutiva tramite una congiunzione composta o una locuzione congiuntiva (sicché, cosicché, tanto che, a tal punto che, al punto che, di modo che, in modo che, in maniera che ecc.): era stanco, sicché è andato a dormire.
Gli antecedenti fondamentali sono:
- così: di uso larghissimo, può precedere un aggettivo, un participio o un avverbio: la nebbia era così fitta, che non si vedeva nulla;
- tanto: può essere avverbio o aggettivo: ho corso tanto, che mi è venuto il fiatone; ho remato con tanta forza, che ora mi fanno male le braccia; propria di un registro colloquiale sono le intensificazioni così tanto e talmente tanto;
- tale: si usa come aggettivo, senza articolo o con l'articolo indeterminativo: la paura era tale che siamo rimasti pietrificati; avevamo una tale paura che siamo rimasti pietrificati;
- talmente: modifica un aggettivo, un participio o un avverbio, tranne gli avverbi che finiscono in -mente: l'equazione era talmente difficile che nessuno è riuscito a risolverla.
Il costrutto implicito si può avere quando i soggetti della reggente e della subordinata coincidono:
ero così commossa (io)
da non poter parlare (io); ma anche quando la subordinata ha un soggetto generico:
ha un profumo da perdere la testa.
Le consecutive implicite hanno il verbo all'infinito e sono introddotte:
- dalle preposizioni da, di e per spesso precedute da un antecedente: così da, tanto da, fino a, al punto di, in modo da, talmente da: è bello da impazzire (senza antecedente), è abbastanza grande per capire il problema; sono nervoso al punto di piangere;
- da aggettivi come degno o indegno seguiti da di + infinito: non sei degno di essere premiato.
Si possono includere tra le consecutive alcune proposizioni introdotte da verbi come
impedire, salvare, trattenere + dal + infinito:
mi trattengo dal piangere.
Proposizioni di adeguatezza
Con questo nome si indicano un tipo di proposizione affine alla consecutiva in cui la conseguenza non è realizzata, ma collegata a un certo rapporto di intensità. Nella reggente si trova un avverbio quantitativo come:
troppo, poco, troppo poco, abbastanza, alquanto o il corrispondente aggettivo e la subordinata introdotta da
perché col congiuntivo o da
per e
da con l'infinito:
sei troppo stanco per guidare, è troppo complicato perché tu possa capire.
[post_title] => La frase complessa: le proposizioni consecutive
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Intercultura blog,
così è una parola che si usa spesso, a volte è addirittura accompagnata da determinati gesti delle mani, non ha però un solo significato, ne ha diversi. Vediamoli insieme.
Buona lettura!
Prof. Anna
Si dice così?; non ho mai visto un bambino così bello!; e così via dicendo. Queste tre frasi contengono tutte la parola
così, ma con funzioni grammaticali e significati diversi. Quali?
Così può avere funzione di:
⇒
avverbio con il significato di:
- in questo modo, cioè nel modo che si vede, o che si è detto o che si sta per dire: non devi comportarti così!; lo spettacolo è stato rimandato, è stato deciso così dagli organizzatori; dovresti fare così: non dirgli nulla e fare finta di niente; accompagnato col gesto dà idea di grandezza o di piccolezza: era grande così!; era piccolo così!; come rafforzativo di pure e anche: ti trovo molto cambiato e così pure tua sorella; con il valore rafforzativo di un'affermazione o di una negazione: è così; è proprio così; non è così; preceduto da preposizione: metti il divano per così; comportati diversamente da così; Alcune espressioni e modi di dire: così è: la realtà è questa; così va il mondo: per commentare fatti poco edificanti; così così: né bene né male, non troppo bene (spesso accompagnato da un gesto ondulatorio della mano); da così a così: in modo radicale (espressione accompagnata di solito da un capovolgimento della mano, con il palmo da sopra a sotto o viceversa); per così dire: per modo di dire, introduce nel discorso un'attenuazione o una riserva; basta così: non occorre altro; così impari!: questa esperienza ti sarà di lezione per un'altra volta; né così né cosà: né in un modo né in un altro; e così via; e così via dicendo: eccetera; e così: per riprendere un discorso (e così, per tornare al nostro discorso…); così e così: proprio così (le cose sono andate così e così); ah, è così?: per esprimere stupore, meraviglia;
- tanto, talmente: quantifica in misura indefinita il dato espresso da un aggettivo o da un altro avverbio: sei così bello!; siamo ancora così giovani!; vai così lontano?;
⇒
aggettivo con il significato di:
- tale, siffatto: con persone così non si può andare d'accordo; non ho mai visto un uomo così;
⇒
congiunzione con il significato di:
- in correlazione con come introduce una proposizione comparativa o modale: non è poi così bravo come sembra;
- perciò, pertanto (con valore conclusivo introduce una proposizione coordinata): hanno litigato e così non si parlano più;
- nonostante, sebbene (con valore avversativo o concessivo): così malato, si è voluto alzare;
- a tal punto (in correlazione con che introduce una proposizione consecutiva esplicita con il verbo all'indicativo, al condizionale o al congiuntivo; in correlazione con da introduce una proposizione consecutiva implicita con il verbo all'infinito): era così stanco che si è addormentato; spero che tu non sia così ingenuo da credergli.
[post_title] => Sui vari significati di "così"
[post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, "così" è una parola che si usa spesso, a volte è addirittura accompagnata da determinati gesti delle mani, non ha però un solo significato, ne ha diversi. Vediamoli insieme.
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