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Aula di Lingue

La doppia negazione

Prof. Anna
Grammatica,   La lingua italiana

Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, oggi parliamo di doppie negazioni. Quando vanno usate?  È vero che le doppie negazioni affermano? Vediamolo insieme.

Buona lettura!

Prof. Anna

Con l’espressione doppia negazione si intende la presenza in una stessa frase di due espressioni di senso negativo: non c’è nessun problema; non puoi non saperlo.

Quando si usa questo tipo di costruzione?

  • Quando gli indefiniti nessuno, nulla, niente seguono il verbo: non ho visto nessuno; non ho nulla da dire; non voglio niente; non hanno bisogno della negazione non quando precedono il verbo: nessuno è arrivato; nulla mi spaventa.
  • Con l’avverbio più quando indica cessazione, fine, esaurimento di qualcosa, di un’azione, di un fatto ed è posposto al verbo: non parlo più; non voglio più vederti;  se c’è un tempo composto l’avverbio va messo tra l’ausiliare e il participio passato: non ho più parlato.
  •  Con l’avverbio mai quando è posposto al verbo: non sei mai contento; non vuole mai essere aiutato; se c’è un tempo composto l’avverbio va messo tra l’ausiliare e il participio passato: non si è mai comportato bene.
  •  Con gli avverbi neanche, nemmeno, neppure quando sono posposti al verbo, se invece precedono il verbo la doppia negazione non si usa: non partirò neanche io (= neanche io partirò); non è venuto neppure oggi (=neppure oggi è venuto); se c’è un tempo composto l’avverbio va messo tra l’ausiliare e il participio passato: non hai nemmeno letto il libro che ti avevo prestato.
  •  Con l’avverbio mica quando è posposto al verbo: non ho mica fame; non è mica freddo oggi.
  •  Con l’avverbio affatto quando è posposto al verbo:  non siete affatto gentili (=non siete gentili per niente).

Le doppie negazione affermano?

Fino a ora abbiamo visto casi di doppie negazioni che non affermano, anzi rafforzano la negazione stessa, ma può succedere che la presenza di una doppia negazione (non + non) nella stessa frase formi un’affermazione: non puoi non venire (=devi venire); non credo che non verrà (=credo che verrà); non voglio che tu non mi parli (=voglio che mi parli), tuttavia il significato di una doppia negazione non è identico a quello di un’affermazione, ha una sfumatura diversa, è una modalità meno diretta di dire qualcosa.

Seleziona la risposta corretta fra quelle disponibili. Se rispondi bene, vedrai lo sfondo diventare di colore verde.

  1. Scegli la frase corretta:
    • Nemmeno loro andranno alla riunione.
    • Non nemmeno loro andranno alla riunione.
  2. Scegli la frase corretta.
    • Voglio più vedere questo comportamento.
    • Non voglio più vedere questo comportamento.
  3. Scegli la frase corretta:
    • Non mi hai neanche chiesto scusa.
    • Non mi neanche hai chiesto scusa.
  4. La frase: "non puoi non capire" significa:
    • sei in grado di capire
    • non sei in grado di capire
  5. La frase: "non sono affatto stanco" significa:
    • non sono stanco
    • sono stanco
  6. Scegli la frase corretta:
    • Sono sicura che non ha rubato niente.
    • Sono sicura che ha rubato niente.
  7. Scegli la frae corretta:
    • Mi piace mica questa storia.
    • Non mi piace mica questa storia.
  8. La frase: "non è che questa situazione non sia difficile" significa:
    • questa situazione è difficile
    • questa situazione non è difficile
  9. Scegli la frase corretta:
    • Ci ha neppure ringraziato.
    • Non ci ha neppure ringraziato.
  10. La frase: "non è mica vero" significa:
    • è vero
    • non è vero

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Commenti [31]

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  1. Davide scrive:

    1. non puoi non venire (=devi venire); 
    2. non credo che non verrà (=credo che verrà);
    3. non voglio che tu non mi parli (=voglio che mi parli).

    Salve, ho capito come funzionano queste doppie negazioni:

    Nella prima è come se dicessi “non puoi restare a casa”; e quindi capisco “che devi venire”.

    Nella seconda è come se dicessi “non credo che resterà dov’è”; e quindi capisco “che probabilmente verrà”.

    Nella terza è come se dicessi “non voglio che tu stia in silenzio”; e quindi capisco “che voglio che tu mi parli”.

    Il trucco è quello di prendere e trasformare, in frasi positive e affermative, le frasi introdotte dalle seconde negazioni (non venire, non verrà, non mi parli); reinserirle nella complessità del periodo e capirne, in modo ormai semplificato, il loro significato.

    Giusto?

    • Zanichelli Avatar

      Caro Davide, per capirne il senso puoi semplicemente eliminare tutte le negazioni: “(non) credo che (non) verrà” (credo che verrà); “(non) voglio che tu (non) mi parli” (voglio che tu mi parli); invece l’espressione “non puoi non” si traduce con “è impossibile che” o “devi”.
      Un saluto
      Prof. Anna

      • Davide scrive:

        Perfetto, e grazie mille. Comunque è anche giusto il mio ragionamento?

        • Zanichelli Avatar

          Caro Davide, il tuo ragionamento non mi è del tutto chiaro. Tu dici: “Il trucco è quello di prendere e trasformare, in frasi positive e affermative, le frasi introdotte dalle seconde negazioni (non venire, non verrà, non mi parli)”, così facendo però si avrebbero i periodi “non puoi venire”, “non credo che verrà”, “non voglio che tu mi parli” (ho trasformato le frasi negative in affermative) e il significato non è lo stesso. Forse non ti sei spiegato bene.
          Prof. Anna

          • davide scrive:

            Si, scusi, mi sono espresso male. Spero di spiegarmi…
            Per ”Il trucco è quello di prendere e trasformare, in frasi positive e affermative, le frasi introdotte dalle seconde negazioni etc.” non intendo rimuovere il ”non”; ma intendo più ”capovolgere logicamente il significato”.

            Nell’esempio: ” Non voglio che tu non lo dica” non scriverò ”lo dica” al posto di ”non lo dica”; quello che intendo è più un ragionamento appunto logico; cioè il ”non dica” diventerebbe ”stai in silenzio” proprio perché ”non dire” significa, implicitamente, ”stare in silenzio”; quindi la frase diventerebbe ”non voglio che tu STIA IN SILENZIO” (”stia in silenzio” al posto di ”non lo dica”) che vuol dire, implicitamente, ”parla”, ”voglio che tu parli”. Questo ragionamento, perciò, vale anche per le altre frasi….

            Spero d’essermi spiegato…

          • Zanichelli Avatar

            Caro Davide, il tuo ragionamento è chiaro ora.
            A presto
            Prof. Anna

  2. davide scrive:

    Prof, sono sempre io, ma anche in queste frasi, come diceva lei, ”per capirne il senso puoi semplicemente eliminare tutte le negazioni”? Intanto fra ”non è che” e ”non che” credo non ci siano differenze; sono la stessa cosa giusto? Poi ecco gli esempi:

    (Non) è che (non) ne fossi convinto, ma volevo che fosse lui a darmene le prove. (significa, ”è che ne sono convinto, ma…; cioè ”sono convinto, ma…”)

    (Non) che (non) ne fossi convinto, ma volevo che fosse lui a darmene le prove. (significa, ” che ne sono convinto,ma…; cioè ”sono convinto, ma…”)

    (Non) è che (non) sei brutto. (significa ” è che sei brutto”; cioè ”sei brutto”)

    (Non) che (non) sei brutto. (significa ” che sei brutto”; cioè ”sei brutto”)

    • Zanichelli Avatar

      Caro Davide, i tuoi ragionamenti sono giusti, senza dimenticare però la differente sfumatura che ha una doppia negazione rispetto a un’affermazione.
      Un saluto
      Prof. Anna

      • davide scrive:

        Ok, l’importante è che sia tutto corretto:) Le sfumature di cui parla le terrò sempre presente; ho fatto quei ragionamenti ( dal togliere le negazioni etc) solo per capire il senso di queste frasi che, a volte, con le negazioni creano un po’ di confusione; tutto qui.

  3. Salve, Prof. Anna. Innanzitutto voglio ringraziarvi per questo blog. La mia domanda riguarda la parola «quando» nel suo uso futuro. Ad esempio, si dice «quando ho finito ti chiamerò» oppure «quando finirò ti chiamerò»? Sono entrambe le strutture corrette?

    • Zanichelli Avatar

      Caro Gabriele, in questo caso si usa il futuro anteriore, che indica l’anteriorità temporale di un evento rispetto a un evento futuro, esprime cioè un’azione futura che avviene prima di un’altra espressa al futuro: “quando avrò finito, ti chiamerò”; nella lingua parlata quest’uso del futuro anteriore è in declino perché molto spesso non ci si preoccupa di esprimere il rapporto di anteriorità tra due azioni future e si usa indistintamente il futuro semplice (quando finirò, ti chiamerò).
      Un saluto e a presto

      • Grazie. Ho capito bene ciò che lei ha detto, ma ancora ho dei dubbi sulla espressione «quando ho finito» rispetto al futuro. Quest’espressione ha lo stesso uso che le espressioni «quando avró finito» e «quando finiró»? Era questa la mia domanda. Grazie in anticipo!

        • Zanichelli Avatar

          Caro Gabriele, nel parlato informale anche il passato prossimo (ho finito) è usato spesso al posto del futuro anteriore per esprimere un’azione futura che è anteriore a un’altra azione futura.
          A presto

  4. alberto scrive:

    mi può dire se la seguente frase ha senso dubbio:

    se nessuno non firma l’impianto resta chiuso

    vorrebbe dire che: se qualcuno/tutti firmano l’impianto resta chiuso?

    saluti

    • Zanichelli Avatar

      Caro Alberto, la frase così come l’hai scritta non funziona perché quando l’indefinito “nessuno” precede il verbo la negazione non si usa; le possibilità sono: “se nessuno firma” e con significato opposto: “se qualcuno firma”, “se tutti firmano”.
      Un saluto

  5. Michele scrive:

    Salve, potrebbe darmi delucidazioni sul significato di questa frase:

    Confermava il contenuto e non riscontrava nessun ammanco.

    Significa: confermava il contenuto e non riscontrava ammanchi?
    Grazie

    • Zanichelli Avatar

      Caro Michele, la tua interpretazione è corretta.
      A presto

      • Michele scrive:

        Quindi il nessun in questo caso rafforza il fatto che non erano presenti ammanchi.

  6. Alicia scrive:

    Assai interessante!!!!

  7. Clara scrive:

    “È impossibile negare che” credo voglia l indicativo per un semplice motivo: infatti l’espressione significa che qualcosa è davvero successo, ci sono delle prove; è certo, appunto non è possibile negare. “È impossibile negare che oggi è una bella giornata (lo è, è evidente, non lo si può negare; è una bella giornata)”; “È impossibile negare che il congiuntivo sta scomparendo (il congiuntivo sta effettivamente scomparendo, ahimè)”. Insomma, il fatto espresso è reale. Io opterei per l indicativo; stilisticamente il congiuntivo

    Corretto ?

  8. Luigi scrive:

    non c’è niente che io non farei per te
    non fare niente che io non farei

    Nella prima significa che “farei tutto per te”; mentre nella seconda stiamo esprimendo una raccomandazione: come a dire “comportati bene, evita di fare quello che io non farei”.

    Sbaglio?

  9. Maria scrive:

    Salve, vorrei chiarimenti in merito a questo dubbio.
    Nel caso io volessi affermare di essere una persona simpatica quale tra le due sarebbe l’opzione corretta?
    A) Non puoi negare che io sia simpatica
    B) Non puoi negare che io non sia simpatica

    • Zanichelli Avatar

      Cara Maria, la prima opzione: non puoi dichiarare non vero il fatto che io sia simpatica.
      Un saluto

  10. giuliano scrive:

    Buongiorno Professore.
    una curiosità: perché si sano questi modi di dire? perché “nessuno” perde il suo significato di vuoto e diventa un rafforzativo?
    La frase: ” Non lascio la mia incolumità a nessuno.” è giusta?
    Non sarebbe meglio: “Non lascio la mia incolumità agli altri.”

    • Zanichelli Avatar

      Caro Giuliano, la prima frase “Non lascio la mia incolumità a nessuno” è giusta e, rispetto alla seconda (che è altrettanto giusta) ha un tono molto più deciso.
      Un saluto

  11. Filippo scrive:

    Doppia negazione:

    “Il gioco di carte in sè non è nulla di non già visto, ma reinterpretato molto bene”

    …Come diceva lei, per capirne il senso è possibile più semplicemente eliminare tutte le negazioni (senza chiaramente dimenticare però la differente sfumatura che ha una doppia negazione rispetto a un’affermazione): quindi nella nostra frase sarebbe “Il gioco di carte in sè ( non) è (nulla) di (non) già visto, ma reinterpretato molto bene”, e cioè, ancor più semplicemente, “Questo gioco di carte in sè è già visto (nel senso che non è innovativo dal punto di vista delle meccaniche di gioco), ma è reinterpretato molto bene”; oppure, con un po’ di fantasia: “Questo gioco di carte non ha delle novità particolari, ma è reinterpretato molto bene”. Ah, il “nulla” è un pronome indefinito con valore rafforzativo, e con il senso di “niente”.

    Corretto?

    • Filippo scrive:

      Dimenticavo, con il senso di “niente”, ma soprattutto “nessuna cosa”.

      Ora è completo…

    • Zanichelli Avatar

      Caro Filippo, è corretto.