WP_Query Object
(
[query] => Array
(
[post_type] => benvenuti
[post__not_in] => Array
(
[0] => 21511
)
[post_status] => publish
[orderby] => date
[order] => DESC
[monthnum] => 0
[year] => 0
[paged] => 3
)
[query_vars] => Array
(
[post_type] => benvenuti
[post__not_in] => Array
(
[0] => 21511
)
[post_status] => publish
[orderby] => date
[order] => DESC
[monthnum] => 0
[year] => 0
[paged] => 3
[error] =>
[m] =>
[p] => 0
[post_parent] =>
[subpost] =>
[subpost_id] =>
[attachment] =>
[attachment_id] => 0
[name] =>
[pagename] =>
[page_id] => 0
[second] =>
[minute] =>
[hour] =>
[day] => 0
[w] => 0
[category_name] =>
[tag] =>
[cat] =>
[tag_id] =>
[author] =>
[author_name] =>
[feed] =>
[tb] =>
[meta_key] =>
[meta_value] =>
[preview] =>
[s] =>
[sentence] =>
[title] =>
[fields] =>
[menu_order] =>
[embed] =>
[category__in] => Array
(
)
[category__not_in] => Array
(
)
[category__and] => Array
(
)
[post__in] => Array
(
)
[post_name__in] => Array
(
)
[tag__in] => Array
(
)
[tag__not_in] => Array
(
)
[tag__and] => Array
(
)
[tag_slug__in] => Array
(
)
[tag_slug__and] => Array
(
)
[post_parent__in] => Array
(
)
[post_parent__not_in] => Array
(
)
[author__in] => Array
(
)
[author__not_in] => Array
(
)
[ignore_sticky_posts] =>
[suppress_filters] =>
[cache_results] => 1
[update_post_term_cache] => 1
[lazy_load_term_meta] => 1
[update_post_meta_cache] => 1
[posts_per_page] => 10
[nopaging] =>
[comments_per_page] => 200
[no_found_rows] =>
)
[tax_query] => WP_Tax_Query Object
(
[queries] => Array
(
)
[relation] => AND
[table_aliases:protected] => Array
(
)
[queried_terms] => Array
(
)
[primary_table] => ali_posts
[primary_id_column] => ID
)
[meta_query] => WP_Meta_Query Object
(
[queries] => Array
(
)
[relation] =>
[meta_table] =>
[meta_id_column] =>
[primary_table] =>
[primary_id_column] =>
[table_aliases:protected] => Array
(
)
[clauses:protected] => Array
(
)
[has_or_relation:protected] =>
)
[date_query] =>
[request] => SELECT SQL_CALC_FOUND_ROWS ali_posts.ID FROM ali_posts WHERE 1=1 AND ali_posts.ID NOT IN (21511) AND ali_posts.post_type = 'benvenuti' AND ((ali_posts.post_status = 'publish')) ORDER BY ali_posts.post_date DESC LIMIT 20, 10
[posts] => Array
(
[0] => WP_Post Object
(
[ID] => 21171
[post_author] => 3
[post_date] => 2024-02-01 17:32:45
[post_date_gmt] => 2024-02-01 16:32:45
[post_content] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, sbagliando si impara dice il proverbio, può capitare però che dagli errori nascano dei veri capolavori. Oggi scopriremo come alcuni famosi piatti e prodotti della tradizione italiana siano nati per sbaglio.
Buona lettura!
Prof. Anna
La nascita e le origini di ricette e di cibi tradizionali sono spesso avvolte in una nube di mistero: realtà e leggenda si mischiano tra loro e quasi sempre diventa impossibile distinguerle; si narra che alcune tra le più note preparazioni della cucina italiana siano frutto della casualità o addirittura di errori. Vediamo quali.
IL GORGONZOLA
Sembra che uno dei formaggi italiani più particolari e conosciuti (è il quinto formaggio italiano più esportato nel mondo) sia nato grazie a una storia d'amore. Siamo nel Medioevo, intorno all'879 circa, nella cittadina di Gorgonzola, vicino a Milano, un giovane casaro, nella fretta di correre dall'amata (secondo altri distratto dal pensiero di lei), si dimenticò il fagotto della cagliata fresca appeso a sgrondare; per non buttarla via, il giorno successivo aggiunse la cagliata dimenticata a della cagliata fresca. Trascorso il tempo di stagionatura, si rese conto di aver dato vita a un formaggio dell'aspetto inusuale e dal sapore eccezionale.
Lessico:
- casaro → addetto alla trasformazione del latte in burro e formaggi;
- cagliata → nella fabbricazione del formaggio, prodotto intermedio ottenuto per coagulazione, con il caglio, del latte puro, intero o scremato;
- sgrondare → far cadere a gocce l’acqua o un altro liquido che impregna un oggetto.
IL PANETTONE
Le storie sull'origine di questo dolce natalizio sono molte, quello che è certo è che fece la sua comparsa a Milano verso la fine del XV secolo alla corte di Ludovico Maria Sforza, detto Ludovico il Moro (1452-1508), allora signore di Milano. Secondo una di queste leggende il panettone nasce come rimedio a un errore. È la vigilia di Natale e il cuoco di corte, alle prese con la preparazione di un sontuoso banchetto, bruciò il dolce. Come rimediare? Un
garzone di nome Toni propose di servire un dolce preparato con avanzi dell'impasto del pane e l'aggiunta di uova, burro, uvetta e canditi. Il dolce piacque così tanto ai
commensali che lo chiamarono
el pan de Toni, ovvero il pane di Toni in dialetto
meneghino, in omaggio al suo creatore. Da qui deriverebbe il nome panettone, la cui ricetta si diffonderà in tutta Italia, diventando uno dei dolci natalizi più diffusi e amati.
Lessico:
- garzone → in una bottega, giovane lavoratore subordinato, addetto alle attività più semplici;
- commensali → chi siede con altri alla medesima tavola, specialmente in occasione di banchetti, pranzi ufficiali;
- meneghino → milanese.
IL RISOTTO ALLA MILANESE
Ancora una volta è a Milano che nasce, per sbaglio o per casualità, un celebre piatto della tradizione italiana: il risotto alla milanese. La prima ricetta nota risale al 1574, alle nozze della figlia di Valerio di Fiandra, uno dei mastri vetrai di origini
fiamminghe che lavorava alle vetrate del Duomo di Milano. Nel giorno della cerimonia un suo assistente, soprannominato Zafferano per via dell'abitudine di aggiungere questa spezia ai colori delle vetrate per renderli più brillanti, suggerì al cuoco di aggiungere un pizzico di zafferano a un risotto, allora servito bianco al burro. Non sappiamo se l'idea nacque per fare uno scherzo o per sperimentare un nuovo abbinamento in cucina, ma sappiamo che il piatto conquistò tutti sia per il sapore sia per il colore simile a quello dell'oro, simbolo di ricchezza.
Lessico:
- fiammingo → delle Fiandre; della parte settentrionale del Belgio, dei Paesi Bassi.
LA TORTA CAPRESE
La torta caprese è un dolce tradizionale di Capri, una deliziosa torta preparata con mandorle, cioccolato fondente, uova, burro e zucchero. Siamo nella Capri degli anni Venti, a un pasticcere di nome Carmine di Fiore venne commissionata una torta alle mandorle da tre clienti molto particolari: tre malavitosi
al soldo di Al Capone. Forse per paura o forse per distrazione Carmine di Fiore si dimenticò di aggiungere la farina all'impasto. Dopo averla sfornata, quando era ormai troppo tardi per rimediare, si accorse dell'errore; ma con sua grande sorpresa si rese conto che proprio l'assenza della farina aveva conferito al dolce una consistenza morbida al centro e croccante all'esterno. Fortunatamente il risultato fu molto apprezzato anche da quegli insoliti clienti che ne chiesero la ricetta.
Lessico:
- (essere) al soldo (di)→ essere al servizio di qualcuno.
Lettura e comprensione
Dopo aver letto il testo, provate a rispondere alle seguenti domande.
- 1- In quale periodo storico nasce il Gorgonzola?
- 2- Perché si chiama così?
- 3- In quale città viene inventato il Panettone?
- 4- Che errore commise Toni?
- 5- Perché l'assistente vetraio era soprannominato "Zafferano"?
- 6- Come veniva servito il risotto prima della variante con lo zafferano?
- 7- Quale ingrediente dimenticò di aggiungere Carmine di Fiore alla torta di mandorle?
- 8- Quali furono le conseguenze di questa dimenticanza?
Se conoscete storie simili sull'origine di piatti e prodotti tradizionali, condividetele con noi nei commenti.
[post_title] => Sbagliando...si inventa!
[post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, sbagliando si impara dice il proverbio, può capitare però che dagli errori nascano dei veri capolavori. Oggi scopriremo come alcuni famosi piatti e prodotti della tradizione italiana siano nati per sbaglio.
[post_status] => publish
[comment_status] => closed
[ping_status] => closed
[post_password] =>
[post_name] => sbagliando-si-inventa
[to_ping] =>
[pinged] =>
[post_modified] => 2024-09-26 10:08:13
[post_modified_gmt] => 2024-09-26 08:08:13
[post_content_filtered] =>
[post_parent] => 0
[guid] => https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/?post_type=benvenuti&p=21171
[menu_order] => 0
[post_type] => benvenuti
[post_mime_type] =>
[comment_count] => 5
[filter] => raw
)
[1] => WP_Post Object
(
[ID] => 21157
[post_author] => 3
[post_date] => 2024-01-25 11:30:27
[post_date_gmt] => 2024-01-25 10:30:27
[post_content] => Care lettrici e cari lettori di
Intercultura blog, oggi scopriremo i significati e gli usi del verbo
guardare.
Buona lettura!
Prof. Anna
Il verbo
guardare può essere sia transitivo (quando esprime un’azione che passa direttamente a un complemento oggetto) sia intransitivo (quando non ammette complemento oggetto).
Quando guardare è transitivo
Vediamo i significati di
guardare quando è transitivo e e le locuzioni corrispondenti:
⇒ rivolgere lo sguardo verso qualcuno o qualcosa:
- guardare di buon occhio → guardare con benevolenza;
- guardare di traverso / guardare storto / guardare in cagnesco / guardare male → mostrare con lo sguardo ostilità o rancore nei confronti di qualcuno;
- guardare dall'alto in basso → guardare con superbia o con disprezzo;
- guardare con la coda dell'occhio → sbirciare, guardare in modo che gli altri non se ne accorgano;
- guardare in faccia → affrontare qualcuno o qualcosa con sicurezza, senza paura: guardare in faccia il pericolo, guardare in faccia la realtà, guardare in faccia il nemico;
- guardare in tralice (tralìce) → guardare qualcuno con sospetto e diffidenza;
⇒ considerare con interesse:
- non lo guardo neppure → non mi curo di lui;
⇒
considerare, valutare:
- guarda!, ma guarda!, guarda un po'!, guarda guarda!, guarda tu! e più colloquiale guarda te! → esclamazioni che significano sorpresa, meraviglia oppure disappunto;
- guarda caso! / guardacaso! → inciso che sottolinea un elemento di sorpresa o di stranezza, spesso con una connotazione ironica: la parte è stata data a lui che, guarda caso, è amico del regista;
- guarda che roba! → esclamazione di sorpresa o di sdegno;
- stare a guardare → assistere passivamente agli avvenimenti: non stare a guardare! Fai qualcosa!;
⇒ esaminare, osservare attentamente:
- guardare per il sottile → essere eccessivamente scrupoloso e pignolo; non guardare per il sottile → agire in modo brusco o sommario;
⇒ controllare, tenere d'occhio;
⇒ preservare, tenere lontano dai pericoli: quest'uso è raro, ma permane nell'espressione:
- Dio me ne guardi! → si usa riferito a qualcosa o qualcuno che si vuole evitare:
Quando guardare è intransitivo (ausiliare avere)
Significati e locuzioni:
⇒ badare, fare attenzione + a: guardare ai fatti propri, guarda quello che fai!:
- non guardare a spese → non risparmiare, non fare economia;
- non guardare in faccia a nessuno → agire con imparzialità; non farsi intimorire; perseguire un obiettivo senza badare agli altri: quando si tratta di fare carriera non guarda in faccia nessuno;
⇒ fare in modo (a volte con tono di minaccia)
+ di seguito da infinito oppure + che seguito da congiuntivo:
guarda di non fare tardi; guarda che sia tutto a posto;
⇒ rivolgersi con la mente, far riferimento (+ a):
ho sempre guardato a lui come a un amico:
- guardare avanti: in senso figurato pensare solo al futuro, tralasciando gli eventi ormai trascorsi: guarda avanti! Non pensare al passato;
⇒ riferito a edifici, stanze, finestre: essere rivolto, avere la vista verso una data direzione (+ a, + su): la casa guarda a sud, le finestra guardano sul parco.
Guardarsi: intransitivo pronominale
Può significare:
⇒ con valore intensivo guardare osservare:
mi guardo un film;
⇒ guardare, tutelare;
- guardarsi le spalle: in senso figurato stare in guardia contro eventuali insidie o pericoli: guardati le spalle!.
Guardarsi: riflessivo
Può significare:
⇒ guardare il proprio corpo (+a, +in):
guardarsi allo / nello specchio;
⇒ preservarsi, difendersi:
guardarsi dalle cattive amicizie;
- proverbio: dagli amici mi guardi Dio, dai nemici mi guardo io: è più difficile difendersi dai falsi amici che dai nemici dichiarati;
⇒ diffidare, stare in guardia:
guardati da quel tale, non ha buone intenzioni!
Guardarsene
⇒ stare in guardia da qualcuno o da qualcosa:
non ti fidare di lui: guardatene!;
⇒ astenersi da qualcosa, evitare fermamente di fare qualcosa:
andare con lui? me ne guardo bene!
Guardarsi: riflessivo reciproco
⇒
scambiarsi gli sguardi, osservarsi l'un l'altro.
[post_title] => I molti significati del verbo "guardare"
[post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, oggi scopriremo i significati e gli usi del verbo "guardare".
[post_status] => publish
[comment_status] => closed
[ping_status] => closed
[post_password] =>
[post_name] => i-molti-significati-del-verbo-guardare
[to_ping] =>
[pinged] =>
[post_modified] => 2024-09-26 10:08:13
[post_modified_gmt] => 2024-09-26 08:08:13
[post_content_filtered] =>
[post_parent] => 0
[guid] => https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/?post_type=benvenuti&p=21157
[menu_order] => 0
[post_type] => benvenuti
[post_mime_type] =>
[comment_count] => 6
[filter] => raw
)
[2] => WP_Post Object
(
[ID] => 21124
[post_author] => 3
[post_date] => 2024-01-11 11:35:21
[post_date_gmt] => 2024-01-11 10:35:21
[post_content] => Care lettrici e cari lettori di
Intercultura blog,
bentrovati e buon anno! Ripartiamo insieme dalle parole analizzando da vicino alcuni
prefissi.
Buona lettura!
Prof. Anna
L' italiano utilizza due meccanismi per formare parole nuove:
la derivazione e
la composizione.
La derivazione si ottiene aggiungendo degli elementi (prefissi e suffissi) ad una parola per modificarne il significato; la composizione invece si ha con l'unione di due parole che possono essere usate anche separate, da cui si ottengono le parole composte (cassaforte, pastasciutta).
I prefissi sono elementi che vengono messi prima delle radici delle parole per formare parole derivate. La base a cui si aggiunge un prefisso può essere una parola semplice:
pasto → antipasto; regolare → irregolare oppure una parola già prefissata:
decifrabile → indecifrabile.
Si distinguono tre generi di prefissi:
Prefissi intensivi
I prefissi intensivi hanno il compito di graduare l'intensità semantica di una base nominale o aggettivale, svolgono quindi una funzione analoga a quella del comparativo e del superlativo.
I principali sono:
- archi-, arci-, extra-, super-, stra-, ultra-: esprimono il grado superiore di una gerarchia o il grado superlativo di una quantità: archidiocesi (o arcidiocesi), arcinoto, extralusso, supermercato, stravizio, ultrarapido;
- ben(e)-, eu-, mal(e)-, caco-: i primi due esprimono valutazioni positiva, gli ultimi due esprimono valutazioni negativa: beneamato, bendisposto, maldicente, maldisposto, eufemismo, cacofonia;
- bi(s)-: significa due, due volte: bisettimanale, biscotto; indica anche, nei nomi di parentela, un grado più remoto: bisnonno; in altri casi indica un grado successivo: bisdrucciola; a volte a un valore spregiativo: bislungo che significa che ha forma allungata ma anche che ha forma allungata e irregolare;
- iper-, sur-: significano al più alto grado o indicano eccesso: ipertensione, surreale;
- ipo-, sotto-, sub-: esprimono inferiorità: ipotensione, sottosviluppo, subtotale;
- mezzo-, semi-, emi-: significano mezzo, a metà: mezzobusto, semifreddo, emisfero.
Prefissi negativi
I prefissi negativi conferiscono valore negativo a basi soprattutto aggettivali.
I principali sono:
- dis-: disonore, disonesto;
- in-: incapace; il- davanti a parole che cominciano per l: illegale; im- davanti a parole che cominciano per m: immorale; ir- davanti a parole che cominciano per r: irresponsabile;
- non-: si usa con nomi e aggettivi, la parola può essere scritta con grafia unita: noncurante oppure con la grafia staccata: non credente, in caso di dubbi è opportuno consultare un vocabolario;
- s-: scontento, spudorato;
- senza-, a- (an- davanti a parole che cominciano per vocale): senzatetto, asociale, analfabeta.
Per approfondire:
https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2017/10/19/la-formazione-delle-parole-i-suffissi-prima-parte/
https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2017/11/30/la-formazione-delle-parole-i-suffissi-seconda-parte/
https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2018/02/08/la-formazione-delle-parole-i-suffissi-terza-parte/
https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2018/04/26/la-formazione-delle-parole-i-suffissi-aggettivi-da-nomi/
https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2018/06/14/la-formazione-della-parole-i-suffissi-aggettivi-da-verbi-verbi-da-nomi-verbi-da-aggettivi/
Nell'esercizio che segue è necessario inserire il prefisso corretto per formare la parola che corrisponde alla definizione data. Se avete dei dubbi, consultate il vocabolario.
[post_title] => La formazione delle parole: i prefissi intensivi e i prefissi negativi
[post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, bentrovati e buon anno! Ripartiamo insieme dalle parole analizzando da vicino alcuni prefissi.
[post_status] => publish
[comment_status] => closed
[ping_status] => closed
[post_password] =>
[post_name] => la-formazione-delle-parole-i-prefissi-intensivi-e-i-prefissi-negativi
[to_ping] =>
[pinged] =>
[post_modified] => 2024-09-26 10:08:13
[post_modified_gmt] => 2024-09-26 08:08:13
[post_content_filtered] =>
[post_parent] => 0
[guid] => https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/?post_type=benvenuti&p=21124
[menu_order] => 0
[post_type] => benvenuti
[post_mime_type] =>
[comment_count] => 3
[filter] => raw
)
[3] => WP_Post Object
(
[ID] => 21089
[post_author] => 3
[post_date] => 2023-12-21 12:08:57
[post_date_gmt] => 2023-12-21 11:08:57
[post_content] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, il Natale è arrivato e con lui la frenetica corsa ai regali.
Quanto spenderanno gli italiani quest'anno per i regali di Natale?
Auguri a tutti e arrivederci all'anno nuovo!
Prof. Anna
Quanto spenderanno quest'anno gli italiani per i regali di Natale?
Quest’anno la spesa media è particolarmente elevata, in parte perché alcuni sono disposti a spendere di più e in parte per via dell’aumento generale dei costi in molti settori: fare la spesa costa di più rispetto allo scorso anno, così come mangiare al ristorante o andare in vacanza. Alcune indagini di mercato rilevano un aumento nella spesa del 12% rispetto al 2022, quest'anno in media gli italiani spenderanno a testa 186 euro per i regali di Natale rispetto ai 165 euro dello scorso anno.
Anche la tredicesima (la retribuzione aggiuntiva alle dodici mensilità, corrisposta ai lavoratori in prossimità delle feste natalizie) nel 2023 è in rialzo, ma è difficile prevedere come verrà utilizzata; tra il pagamento delle bollette e la rata del mutuo, solo una piccola parte sarà destinata alle spese natalizie.
Secondo uno studio, per i consumatori europei l'aumento dell'inflazione (il processo di costante aumento dei prezzi che determina un persistente declino del potere d'acquisto di una unità monetaria) è la preoccupazione più grande in vista delle spese natalizie: il 18% degli intervistati in Italia rinuncerà ai regali di Natale per questo motivo.
Cosa compreranno?
Tra le categorie di acquisto preferite dagli italiani primeggia l'abbigliamento, seguito dai prodotti enogastronomici, poi libri, giocattoli, viaggi e vacanze. Anche la tecnologia ha molto successo, un italiano su due comprerà un articolo di questo genere durante le feste.
Dove compreranno?
Il canale di acquisto più utilizzato è l'e-commerce (commercio elettronico), in particolare l'acquisto tramite le grandi piattaforme, cui intende rivolgersi il 68%degli intervistati, anche se molti italiani prediligono ancora l’acquisto in negozi fisici, con una crescita inaspettata della preferenza per i negozi di quartiere da parte dei giovani con un'età compresa tra i 18 ed i 34 anni.
Occhio alla parola → inflazione
L'
inflazione è la
diminuzione del potere d’acquisto dell’unità monetaria e conseguente rialzo dei prezzi, in senso figurato
inflazione significa
rapida ed eccessiva diffusione di qualcosa che ne determina la perdita di valore (in questi anni c’è stata un’inflazione di fuoristrada)
. Da
inflazione deriva il verbo transitivo
inflazionare che significa
portare a uno stato d’inflazione, provocare un’inflazione e, in senso figurato,
diffondere eccessivamente, abusare di qualcosa (inflazionare una parola), il participio passato
inflazionato si usa anche come aggettivo col significato di
eccessivamente diffuso (una laurea inflazionata),
ripetuto troppo spesso, abusato (una battuta inflazionata).
Vediamo insieme alcune espressioni con la questa parola, che, ahimè, sentiamo fin troppo spesso in questo periodo:
- inflazione galoppante → inflazione rapidissima;
- inflazione strisciante → inflazione contenuta ma progressiva che, se non controllata, può raggiungere livelli pericolosi;
- inflazione a due cifre → inflazione superiore, nel tasso di crescita, al nove per cento;
- inflazione percepita → quella che i consumatori avvertono, spesso non corrispondente a quella rilevata dalle statistiche;
- tasso d’inflazione → variazione del livello dei prezzi su base annua espressa in termini percentuali.
Prova a rispondere alle domande:
1- Quest'anno si spenderà di più o di meno per Natale rispetto all'anno scorso?
2- Perché?
3- Cos'è la tredicesima?
4- Per quale motivo il 18% degli Italiani non acquisteranno regali di Natale?
5- Qual è la categoria preferita per i regali?
6- Gli italiani comprano di più su Internet o nei negozi fisici?
7- In cosa consistono le vostre spese natalizie?
8- Vi sembra di spendere più quest'anno rispetto agli anni passati?
Fonti:
Regali di Natale 2023, consumi in ripresa: aumenta la spesa degli italiani per le feste | Ipsos
https://www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/radiocor/economia/dettaglio/consumi-natale-2023-solo-18-italiani-rinuncia-ai-regali-nRC_10122023_1142_11449407
Natale, più italiani fanno regali. Confcommercio vede le spese in crescita. Vino e cibo battono i giocattoli (msn.com)
[post_title] => Quanto spendono gli italiani per i regali di Natale?
[post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, il Natale è arrivato e con lui la frenetica corsa ai regali. Quanto spenderanno gli italiani quest'anno per i regali di Natale?
[post_status] => publish
[comment_status] => closed
[ping_status] => closed
[post_password] =>
[post_name] => quanto-spendono-gli-italiani-per-i-regali-di-natale
[to_ping] =>
[pinged] =>
[post_modified] => 2024-09-26 10:08:13
[post_modified_gmt] => 2024-09-26 08:08:13
[post_content_filtered] =>
[post_parent] => 0
[guid] => https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/?post_type=benvenuti&p=21089
[menu_order] => 0
[post_type] => benvenuti
[post_mime_type] =>
[comment_count] => 2
[filter] => raw
)
[4] => WP_Post Object
(
[ID] => 21076
[post_author] => 3
[post_date] => 2023-12-14 10:45:27
[post_date_gmt] => 2023-12-14 09:45:27
[post_content] =>
Entrambi questi complementi (e anche molti altri) possono essere introdotti dalla preposizione di.
Nell'esercizio che segue dovrete riconoscere i complementi introdotti da questa preposizione scegliendo tra
il complemento di denominazione, il complemento di argomento e il complemento di specificazione.
Per un ripasso:
https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2023/12/07/complemento-di-denominazione-e-complemento-di-argomento/
https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2014/03/20/i-complementi-indiretti-il-complemento-di-termine-e-il-complemento-di-specificazione/
[post_title] => Test 95 - Complemento di denominazione e complemento di argomento
[post_excerpt] => Nell'esercizio che segue dovrai riconoscere i complementi introdotti da questa preposizione, scegliendo tra il complemento di denominazione, il complemento di argomento e il complemento di specificazione.
[post_status] => publish
[comment_status] => closed
[ping_status] => closed
[post_password] =>
[post_name] => test-95-complemento-di-denominazione-e-complemento-di-argomento
[to_ping] =>
[pinged] =>
[post_modified] => 2024-09-26 10:08:13
[post_modified_gmt] => 2024-09-26 08:08:13
[post_content_filtered] =>
[post_parent] => 0
[guid] => https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/?post_type=benvenuti&p=21076
[menu_order] => 0
[post_type] => benvenuti
[post_mime_type] =>
[comment_count] => 5
[filter] => raw
)
[5] => WP_Post Object
(
[ID] => 21070
[post_author] => 3
[post_date] => 2023-12-14 10:44:07
[post_date_gmt] => 2023-12-14 09:44:07
[post_content] => Vi ricordate come si dice
senza sale in Toscana o
asciugamano nel Nord Italia?
Mettevi alla prova sui
geosinonimi con il prossimo esercizio, prima, se volete, potete ripassarli:
https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2023/11/30/papa-o-babbo-il-fenomeno-dei-geosinonimi/
Per svolgere al meglio l'esercizio, è necessario conoscere la collocazione di alcune città italiane, quindi vi consiglio di munirvi di una cartina dell'Italia per non sbagliare!
[post_title] => Test 95 - I geosinonimi
[post_excerpt] => Vi ricordate come si dice "senza sale" in Toscana o "asciugamano" nel Nord Italia?
[post_status] => publish
[comment_status] => closed
[ping_status] => closed
[post_password] =>
[post_name] => test-95-i-geosinonimi
[to_ping] =>
[pinged] =>
[post_modified] => 2024-09-26 10:08:14
[post_modified_gmt] => 2024-09-26 08:08:14
[post_content_filtered] =>
[post_parent] => 0
[guid] => https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/?post_type=benvenuti&p=21070
[menu_order] => 0
[post_type] => benvenuti
[post_mime_type] =>
[comment_count] => 3
[filter] => raw
)
[6] => WP_Post Object
(
[ID] => 21067
[post_author] => 3
[post_date] => 2023-12-14 10:43:52
[post_date_gmt] => 2023-12-14 09:43:52
[post_content] => Care lettrici e cari lettori di
Intercultura blog, esercitiamoci insieme con alcuni esercizi; il primo è sulle
proposizioni modali e sulle proposizioni strumentali.
Buon ripasso!
Prof. Anna
Le proposizioni modali indicano il modo in cui avviene l’azione espressa nella proposizione reggente e le strumentali indicano azioni o circostanze per mezzo delle quali si realizza ciò che è espresso nella reggente. Riuscite e riconoscerle? Scopritelo con il prossimo esercizio.
Per ripassarle, potete leggere questo articolo:
https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2023/11/23/proposizioni-modali-e-proposizioni-strumentali/
[post_title] => Test 95 - Le proposizioni modali e le proposizioni strumentali
[post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, esercitiamoci insieme con alcuni esercizi; il primo è sulle proposizioni modali e sulle proposizioni strumentali.
[post_status] => publish
[comment_status] => closed
[ping_status] => closed
[post_password] =>
[post_name] => test-95-le-proposizioni-modali-e-le-proposizioni-strumentali
[to_ping] =>
[pinged] =>
[post_modified] => 2024-09-26 10:08:14
[post_modified_gmt] => 2024-09-26 08:08:14
[post_content_filtered] =>
[post_parent] => 0
[guid] => https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/?post_type=benvenuti&p=21067
[menu_order] => 0
[post_type] => benvenuti
[post_mime_type] =>
[comment_count] => 0
[filter] => raw
)
[7] => WP_Post Object
(
[ID] => 21056
[post_author] => 3
[post_date] => 2023-12-07 11:08:21
[post_date_gmt] => 2023-12-07 10:08:21
[post_content] => Care lettrici e cari lettori di
Intercultura blog, oggi vedremo come si presentano e cosa esprimono
i complementi di denominazione e di argomento.
Buona lettura!
Prof. Anna
COMPLEMENTO DI DENOMINAZIONE
Il complemento di denominazione serve a precisare un nome generico:
abbiamo visitato la città di Bologna → in questa frase
città è il nome generico che è precisato dal complemento di denominazione
di Bologna.
Di solito è introdotto dalla preposizioni
di, anche il forma articolata e generalmente si riferisce a:
- nomi geografici: città, regione, comune, isola, regno, golfo, lago: siamo vicini al lago di Garda;
- sostantivi generici come: nome, soprannome, giorno, mese, festività: compie gli anni nel mese di Marzo;
- con le parole nome, cognome, soprannome, pseudonimo ecc. ma anche regione, via, piazza, porta, lago può seguire direttamente il nome proprio: la regione Lazio, il nome Maria, via Dante Alighieri.
⇒ Attenzione a non confondere il complemento di denominazione con il complemento di specificazione: la differenza tra complemento di specificazione e quello di denominazione è che quest'ultimo ha solo un lievissimo valore di possesso o di appartenenza: specificazione → l'appartamento
di Giovanni è grande; denominazione → il nome
di Giovanni è molto diffuso.
IL COMPLEMENTO DI ARGOMENTO
Il complemento di argomento precisa l'argomento, il contenuto di un discorso, di una discussione, di un testo scritto, di un film ecc.:
mi presti il libro di scienze?;
ho letto una ricerca molto interessante sulle energie rinnovabili.
Il complemento di argomento può essere introdotto da:
di, su, a proposito di, in merito a, in ordine a, in quanto a, in fatto di. Vediamoli nello specifico:
- di è l'elemento introduttivo più frequente e funziona come una specificazione: parliamo di politica;
- su si usa con certi particolari verbi o sostantivi che hanno un'idea di riflessione su di un argomento ben circoscritto (come un luogo figurato): riflettere su, riflessione su, meditare su, meditazione su, polemizzare su, polemica su: abbiamo fatto un tema su Manzoni;
- riguardo a, circa, quanto a servono a richiamare un argomento particolare sul quale si vuole fare qualche precisazione: riguardo al libro di cui parlavi prima, l'ho letto anch'io e mi è piaciuto molto;
- a proposito di in una conversazione introduce un argomento per associazione: "Sono venuta a scuola in autobus" "A proposito di autobus, ricordati che domani c'è uno sciopero";
- in fatto di ha un significato analogo ai precedenti, ma tende a segnalare un partecipazione emotiva da parte di chi parla: in fatto di bocciature è un esperto, ha ripetuto l'anno due volte di seguito;
- la particella ne (di lui, di lei, di questo, di quello ecc.) con alcuni verbi come parlare, discutere, trattare, dire può fungere da complemento di argomento, può anche servire a mettere in rilievo i complementi collocati a inizio frase: di queste cose, non ne voglio discutere adesso.
[post_title] => Complemento di denominazione e complemento di argomento
[post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, oggi vedremo come si presentano e cosa esprimono i complementi di denominazione e di argomento.
[post_status] => publish
[comment_status] => closed
[ping_status] => closed
[post_password] =>
[post_name] => complemento-di-denominazione-e-complemento-di-argomento
[to_ping] =>
[pinged] =>
[post_modified] => 2024-09-26 10:08:14
[post_modified_gmt] => 2024-09-26 08:08:14
[post_content_filtered] =>
[post_parent] => 0
[guid] => https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/?post_type=benvenuti&p=21056
[menu_order] => 0
[post_type] => benvenuti
[post_mime_type] =>
[comment_count] => 4
[filter] => raw
)
[8] => WP_Post Object
(
[ID] => 21032
[post_author] => 3
[post_date] => 2023-11-30 10:57:35
[post_date_gmt] => 2023-11-30 09:57:35
[post_content] => Care lettrici e cari lettori di
Intercultura blog, voi dite
papà o babbo? C'è differenza tra questi due termini oppure sono sinonimi? Scopriamolo insieme.
Buona lettura!
Prof. Anna
In giro per l'Italia vi potrà capitare di sentire parole diverse per indicare la medesima cosa: un piemontese non chiama il proprio padre
babbo e un toscano non si rivolge a suo padre chiamandolo
papà. Papà e babbo sono
infatti geosinonimi, ovvero parole che servono a indicare lo stesso oggetto, ma che hanno una forma diversa a seconda della zona in cui ci si trova:
babbo è una forma autoctona e si usa Toscana, in Romagna, nelle Marche, in Sardegna e nella parte settentrionale del Lazio, mentre
papà deriva dal francese ed è diffuso nel resto d'Italia, non a caso molte espressioni contengono la parola
papà e non
babbo:
figlio di papà (→giovane favorito dalla ricchezza e dalla posizione sociale della famiglia),
neo papà (→uomo che è appena diventato padre).
Vediamo alcuni geosinonimi.
⇒
Geosinonimi a tavola:
- cocomero o anguria→ il termine cocomero (dal latino cŭcŭmis -mĕris) è quello più diffuso, mentre anguria (dal greco tardo angurion) è una variante settentrionale, nell’Italia meridionale invece l’espressione comune è mellone (o melone) d’acqua;
- formaggio o cacio→ prevale la variante settentrionale formaggio (dal francese fromage) sul toscano, centro-meridionale e sardo cacio (dal latino caseus);
- cornetto o brioche→ nei bar del Nord Italia sentirete ordinare un cappuccino e una brioche, mentre nel centro -sud un cappuccino e un cornetto;
- Insipido, sciapo, scipito, sciocco→ il termine più comune e usato in tutta Italia è insipido (dal latino tardo insipĭdus), di uso interregionale anche sciapo e scipito, mentre sciocco (dal latino tardo exsuccus, privo di succo, di sugo) è una variante usata solo in Toscana.
⇒
Altri esempi:
- asino, somaro o ciuco→ asino (dal latino asĭnus) è la variante settentrionale, il termine somaro ( dal latino tardo saumarius, da sagmarius, bestia da soma) è diffuso nel centro Italia, mentre in Toscana si dice ciuco, che è una voce onomatopeica;
- asciugamano o salvietta→ il pezzo di tela o di spugna di varie dimensioni per asciugarsi le mani o il viso è noto in tutta Italia come asciugamano, ma in alcune zone del Nord viene chiamato salvietta (dal francese serviette), che generalmente nel resto d'Italia indica un tovagliolo di carta o di stoffa;
- strofinaccio, cencio, mappina→ nelle case del Nord Italia per pulire e strofinare si usa lo strofinaccio, in Toscana invece il cencio (essere bianco come un cencio = essere pallidissimo) e al Sud invece la mappina;
- lavello o acquaio→ il bacino a vasca con scarico dell'acqua in cui si lavano le stoviglie nell'Italia settentrionale si chiama lavello, mentre in Toscana acquaio;
- idraulico o fontaniere→ il tecnico che provvede all’installazione e alla manutenzione delle tubature d’acqua quasi in tutta Italia è l'idraulico, al Sud invece si chiama fontaniere.
⇒
Molti modi per non andare a scuola
- in Italia esistono parecchie espressioni, diverse nelle varie parti d'Italia, per esprimere l'azione del marinare la scuola ovvero non andare a scuola senza una giustificazione: in Lombardia si usa il verbo bigiare, bucare o tagliare in Piemonte, fare sega a Roma, fare forca a Firenze e poi ancora fare fuga, fare fughino, fare lippe, fare buco, fare filone, fare fuoco, fare puffi.
[post_title] => Papà o babbo? Il fenomeno dei geosinonimi
[post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, voi dite papà o babbo? C'è differenza tra questi due termini oppure sono sinonimi? Scopriamolo insieme.
[post_status] => publish
[comment_status] => closed
[ping_status] => closed
[post_password] =>
[post_name] => papa-o-babbo-il-fenomeno-dei-geosinonimi
[to_ping] =>
[pinged] =>
[post_modified] => 2024-09-26 10:08:14
[post_modified_gmt] => 2024-09-26 08:08:14
[post_content_filtered] =>
[post_parent] => 0
[guid] => https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/?post_type=benvenuti&p=21032
[menu_order] => 0
[post_type] => benvenuti
[post_mime_type] =>
[comment_count] => 3
[filter] => raw
)
[9] => WP_Post Object
(
[ID] => 21016
[post_author] => 3
[post_date] => 2023-11-23 11:56:36
[post_date_gmt] => 2023-11-23 10:56:36
[post_content] => Care lettrici e cari lettori di
Intercultura blog, cosa esprimono e come si costruiscono le
proposizioni modali e le proposizioni strumentali? Scopritelo
leggendo questo articolo.
Buona lettura!
Prof. Anna
LE PROPOSIZIONI MODALI
Le proposizioni modali indicano il modo in cui avviene l'azione espressa nella proposizione reggente: ci divertiamo
stando insieme → si dice il modo in cui ci divertiamo.
Le proposizioni modali possono essere
esplicite e
implicite:
- quando sono esplicite possono essere introdotte da in qualunque modo (maniera), in qualsiasi modo (maniera), comunque ecc.; il modo verbale può essere l'indicativo (per la realtà) o il congiuntivo (per i valori concessivi): si comportava in qualunque modo gli veniva (venisse) in mente;
- molto più frequentemente sono implicite, in questo caso si costruiscono con il gerundio, per lo più presente, oppure con l'infinito introdotto da a oppure con (anche articolata): mi guardò sorridendo; mi annoio a stare qui; con l'insistere ha ottenuto ciò che voleva.
⇒ Precisazioni sulle modali
- in alcune grammatiche sono incluse tra le proposizioni modali quelle subordinate che qui sono state definite comparative di analogia: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2023/03/30/le-proposizioni-comparative-di-analogia-o-di-somiglianza/;
- con il verbo finire, l'infinito modale può anche avere le preposizioni per, a al posto di con: finimmo col lasciarci; in questo caso il verbo finire indica il protrarsi di un'azione o di un comportamento oltre il necessario o il prevedibile compiersi di qualcosa;
- anche le locuzioni a furia di, a forza di, con l'infinito possono introdurre una proposizione tra modale, strumentale e causale.
LE PROPOSIZIONI STRUMENTALI
Le proposizioni strumentali esprimono il fatto che concorre alla realizzazione di quanto espresso nella reggente: mi ha svegliato (con quale mezzo?)
urlandomi nelle orecchie. Queste proposizioni sono sempre implicite e si costruiscono con il gerundio presente, oppure con l'infinito presente o passato preceduto da
col, con il, con lo, a, a furia di, a forza di:
con lo sbagliare si impara;
a furia di allenarti, ce la farai;
correndo raggiunsi il traguardo.
Spesso non c'è molta differenza tra le strumentali e le modali, e altrettanto spesso una strumentale può sembrare avere valore modale.
⇒ Precisazioni sulle strumentali
Spesso è difficile dire il valore esatto di una proposizione con il gerundio o con l'infinito preceduto da
col, con il, con lo, a, che può oscillare tra modale, strumentale e causale:
si divertiva battendo ( a battere) i piedi per terra → in che modo si divertiva? con che cosa si divertiva? per quale motivo si divertiva?
[post_title] => Proposizioni modali e proposizioni strumentali
[post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, cosa esprimono e come si costruiscono le proposizioni modali e le proposizioni strumentali? Scopritelo leggendo questo articolo.
[post_status] => publish
[comment_status] => closed
[ping_status] => closed
[post_password] =>
[post_name] => proposizioni-modali-e-proposizioni-strumentali
[to_ping] =>
[pinged] =>
[post_modified] => 2024-09-26 10:08:14
[post_modified_gmt] => 2024-09-26 08:08:14
[post_content_filtered] =>
[post_parent] => 0
[guid] => https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/?post_type=benvenuti&p=21016
[menu_order] => 0
[post_type] => benvenuti
[post_mime_type] =>
[comment_count] => 3
[filter] => raw
)
)
[post_count] => 10
[current_post] => -1
[in_the_loop] =>
[post] => WP_Post Object
(
[ID] => 21171
[post_author] => 3
[post_date] => 2024-02-01 17:32:45
[post_date_gmt] => 2024-02-01 16:32:45
[post_content] => Care lettrici e cari lettori di
Intercultura blog,
sbagliando si impara dice il proverbio, può capitare però che dagli errori nascano dei veri capolavori.
Oggi scopriremo come alcuni famosi piatti e prodotti della tradizione italiana siano nati per sbaglio.
Buona lettura!
Prof. Anna
La nascita e le origini di ricette e di cibi tradizionali sono spesso avvolte in una nube di mistero: realtà e leggenda si mischiano tra loro e quasi sempre diventa impossibile distinguerle; si narra che alcune tra le più note preparazioni della cucina italiana siano frutto della casualità o addirittura di errori. Vediamo quali.
IL GORGONZOLA
Sembra che uno dei formaggi italiani più particolari e conosciuti (è il quinto formaggio italiano più esportato nel mondo) sia nato grazie a una storia d'amore. Siamo nel Medioevo, intorno all'879 circa, nella cittadina di Gorgonzola, vicino a Milano, un giovane
casaro, nella fretta di correre dall'amata (secondo altri distratto dal pensiero di lei), si dimenticò il fagotto della
cagliata fresca appeso a
sgrondare; per non buttarla via, il giorno successivo aggiunse la cagliata dimenticata a della cagliata fresca. Trascorso il tempo di stagionatura, si rese conto di aver dato vita a un formaggio dell'aspetto inusuale e dal sapore eccezionale.
Lessico:
- casaro → addetto alla trasformazione del latte in burro e formaggi;
- cagliata → nella fabbricazione del formaggio, prodotto intermedio ottenuto per coagulazione, con il caglio, del latte puro, intero o scremato;
- sgrondare → far cadere a gocce l’acqua o un altro liquido che impregna un oggetto.
IL PANETTONE
Le storie sull'origine di questo dolce natalizio sono molte, quello che è certo è che fece la sua comparsa a Milano verso la fine del XV secolo alla corte di Ludovico Maria Sforza, detto Ludovico il Moro (1452-1508), allora signore di Milano. Secondo una di queste leggende il panettone nasce come rimedio a un errore. È la vigilia di Natale e il cuoco di corte, alle prese con la preparazione di un sontuoso banchetto, bruciò il dolce. Come rimediare? Un
garzone di nome Toni propose di servire un dolce preparato con avanzi dell'impasto del pane e l'aggiunta di uova, burro, uvetta e canditi. Il dolce piacque così tanto ai
commensali che lo chiamarono
el pan de Toni, ovvero il pane di Toni in dialetto
meneghino, in omaggio al suo creatore. Da qui deriverebbe il nome panettone, la cui ricetta si diffonderà in tutta Italia, diventando uno dei dolci natalizi più diffusi e amati.
Lessico:
- garzone → in una bottega, giovane lavoratore subordinato, addetto alle attività più semplici;
- commensali → chi siede con altri alla medesima tavola, specialmente in occasione di banchetti, pranzi ufficiali;
- meneghino → milanese.
IL RISOTTO ALLA MILANESE
Ancora una volta è a Milano che nasce, per sbaglio o per casualità, un celebre piatto della tradizione italiana: il risotto alla milanese. La prima ricetta nota risale al 1574, alle nozze della figlia di Valerio di Fiandra, uno dei mastri vetrai di origini
fiamminghe che lavorava alle vetrate del Duomo di Milano. Nel giorno della cerimonia un suo assistente, soprannominato Zafferano per via dell'abitudine di aggiungere questa spezia ai colori delle vetrate per renderli più brillanti, suggerì al cuoco di aggiungere un pizzico di zafferano a un risotto, allora servito bianco al burro. Non sappiamo se l'idea nacque per fare uno scherzo o per sperimentare un nuovo abbinamento in cucina, ma sappiamo che il piatto conquistò tutti sia per il sapore sia per il colore simile a quello dell'oro, simbolo di ricchezza.
Lessico:
- fiammingo → delle Fiandre; della parte settentrionale del Belgio, dei Paesi Bassi.
LA TORTA CAPRESE
La torta caprese è un dolce tradizionale di Capri, una deliziosa torta preparata con mandorle, cioccolato fondente, uova, burro e zucchero. Siamo nella Capri degli anni Venti, a un pasticcere di nome Carmine di Fiore venne commissionata una torta alle mandorle da tre clienti molto particolari: tre malavitosi
al soldo di Al Capone. Forse per paura o forse per distrazione Carmine di Fiore si dimenticò di aggiungere la farina all'impasto. Dopo averla sfornata, quando era ormai troppo tardi per rimediare, si accorse dell'errore; ma con sua grande sorpresa si rese conto che proprio l'assenza della farina aveva conferito al dolce una consistenza morbida al centro e croccante all'esterno. Fortunatamente il risultato fu molto apprezzato anche da quegli insoliti clienti che ne chiesero la ricetta.
Lessico:
- (essere) al soldo (di)→ essere al servizio di qualcuno.
Lettura e comprensione
Dopo aver letto il testo, provate a rispondere alle seguenti domande.
- 1- In quale periodo storico nasce il Gorgonzola?
- 2- Perché si chiama così?
- 3- In quale città viene inventato il Panettone?
- 4- Che errore commise Toni?
- 5- Perché l'assistente vetraio era soprannominato "Zafferano"?
- 6- Come veniva servito il risotto prima della variante con lo zafferano?
- 7- Quale ingrediente dimenticò di aggiungere Carmine di Fiore alla torta di mandorle?
- 8- Quali furono le conseguenze di questa dimenticanza?
Se conoscete storie simili sull'origine di piatti e prodotti tradizionali, condividetele con noi nei commenti.
[post_title] => Sbagliando...si inventa!
[post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, sbagliando si impara dice il proverbio, può capitare però che dagli errori nascano dei veri capolavori. Oggi scopriremo come alcuni famosi piatti e prodotti della tradizione italiana siano nati per sbaglio.
[post_status] => publish
[comment_status] => closed
[ping_status] => closed
[post_password] =>
[post_name] => sbagliando-si-inventa
[to_ping] =>
[pinged] =>
[post_modified] => 2024-09-26 10:08:13
[post_modified_gmt] => 2024-09-26 08:08:13
[post_content_filtered] =>
[post_parent] => 0
[guid] => https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/?post_type=benvenuti&p=21171
[menu_order] => 0
[post_type] => benvenuti
[post_mime_type] =>
[comment_count] => 5
[filter] => raw
)
[comment_count] => 0
[current_comment] => -1
[found_posts] => 868
[max_num_pages] => 87
[max_num_comment_pages] => 0
[is_single] =>
[is_preview] =>
[is_page] =>
[is_archive] => 1
[is_date] =>
[is_year] =>
[is_month] =>
[is_day] =>
[is_time] =>
[is_author] =>
[is_category] =>
[is_tag] =>
[is_tax] =>
[is_search] =>
[is_feed] =>
[is_comment_feed] =>
[is_trackback] =>
[is_home] =>
[is_privacy_policy] =>
[is_404] =>
[is_embed] =>
[is_paged] => 1
[is_admin] =>
[is_attachment] =>
[is_singular] =>
[is_robots] =>
[is_favicon] =>
[is_posts_page] =>
[is_post_type_archive] => 1
[query_vars_hash:WP_Query:private] => 193fba2761866f2acdb2711ef08c2633
[query_vars_changed:WP_Query:private] =>
[thumbnails_cached] =>
[stopwords:WP_Query:private] =>
[compat_fields:WP_Query:private] => Array
(
[0] => query_vars_hash
[1] => query_vars_changed
)
[compat_methods:WP_Query:private] => Array
(
[0] => init_query_flags
[1] => parse_tax_query
)
)