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Buona Pasqua e buona Pasquetta!

Prof. Anna

Origini della Pasquetta

In Italia il lunedì che segue la domenica di Pasqua è un giorno festivo ed è detto comunemente Pasquetta oppure, in maniera più formale, il lunedì dell'Angelo e, nel calendario liturgico cattolico, lunedì dell'Ottava di Pasqua. In questo giorno si ricorda l'incontro dell'Angelo con le donne giunte al sepolcro dove Gesù era stato sepolto dopo la crocifissione. Il Vangelo racconta che tre donne si recarono con degli olii profumati per imbalsamare il corpo nel luogo dove  Cristo era stato deposto e, con grande stupore, si accorsero che la pietra che chiudeva l'entrata del sepolcro era stata spostata; incredule e smarrite, mentre cercavano di capire cosa fosse accaduto, videro un giovane vestito di bianco, un angelo, che annunciò loro la resurrezione di Cristo, invitandole a portare l'annuncio agli apostoli.

Il lunedì di Pasquetta non ha solo un'origine religiosa: questo giorno di festa è stato introdotto nel dopoguerra italiano allo scopo di allungare le festività di Pasqua, come il 26 dicembre, Santo Stefano, allunga le festività di Natale.

Perché si festeggia il lunedì?

La tradizione ha spostato questi fatti dalla mattina di Pasqua al giorno successivo. Per quale motivo?  Una delle possibili ragioni può essere che nei Vangeli viene indicato il giorno dopo la Pasqua alludendo, però alla Pasqua ebraica, che cade di sabato.

La tradizione delle gite fuori porta

Tutti gli italiani sperano che a Pasquetta sia bel tempo, è il giorno in cui tradizionalmente si organizzano gite fuori porta, scampagnate; le attività più gettonate sono i pic-nic e le grigliate all'aria aperta con gli amici per approfittare delle giornate primaverili e dei primi caldi. Questa tradizione potrebbe essere legata al ricordo di alcuni discepoli diretti a Emmaus: il giorno della Resurrezione, Gesù appare a due discepoli in cammino verso Emmaus, un villaggio a pochi chilometri da Gerusalemme. Per ricordare quel viaggio, si trascorre la giornata fuori città.

Approfondiamo il significato di alcune parole presenti nel testo:

Lettura e comprensione

Dopo aver letto attentamente il testo, provate a rispondere alle seguenti domande, in questo modo eserciterete la lettura, la comprensione e la produzione di risposte scritte:

Altri approfondimenti sulla Pasqua:

https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2022/04/14/le-parole-della-pasqua/

https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2021/04/01/e-nato-prima-luovo-di-pasqua-o-la-gallina-espressioni-con-la-parola-uovo/

 

Fonti:

https://www.corriere.it/tecnologia/domande-google/notizie/pasquetta-perche-si-festeggia-lunedi-dell-angelo-7e7d7a86-938c-11eb-a162-c78b02fef827.shtml

https://www.sololibri.net/pasquetta-origini-tradizioni-perche-si-chiama-cosa-fare.html

 
                    [post_title] => Il lunedì di Pasquetta
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Buona lettura!

Prof. Anna

Le proposizioni comparative

Le proposizioni comparative introducono un paragone con quanto si dice nella proposizione subordinata. Una comparazione tra due termini si può fare:

Le comparative di analogia

Le comparative di analogia mettono in risalto la somiglianza con quanto si dice nella proposizione reggente, senza tener conto del grado di intensità, di grandezza o di quantità.

Una proposizione comparativa di analogia può essere costituita:

Tipi di comparative di analogia

Comparative di analogia con altri valori

Le comparazioni possono essere fatte in rapporto al tempo o al fine e possono avere anche valore ipotetico. Si parla allora di comparative temporali, finali, ipotetiche e relative:

Per approfondire l'argomento:

https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2020/10/08/la-frase-complessa-le-proposizioni-comparative/

https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2020/10/15/test-71-le-proposizioni-comparative/

Fonti:

Giovanni Battista Moretti, L'italiano come prima o seconda lingua nelle sua varietà scritte o parlate, Guerra Edizioni, 2006

Luca Serianni, Grammatica Italiana. Italiano comune e lingua letteraria, UTET, 1989
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Buona lettura!

Prof. Anna

Cosa esprime?

Il complemento di stima o prezzo esprime il valore morale o materiale di esseri o cose; indica il costo di un oggetto o il prezzo al quale viene acquistato o venduto, in senso sia proprio, sia figurato. Risponde alla domanda: quanto vale? quanto costa?

Come si forma?

Può essere formato da un numero seguito dall’unità monetaria: è una cravatta da 50 euro, o da avverbi (o locuzioni) che indicano con approssimazione il prezzo del prodotto: quelle scarpe mi sono costate una fortuna.

Quando dipende da verbi come pagarecostaresborsare, stimare, valutare, il complemento di prezzo si trova in forma diretta e si esprime senza preposizione: costa mille euro; per quell'appartamento hanno sborsato parecchi soldi.

Quando è usato con verbi come comprareacquistarevendereaffittare, il complemento di prezzo si trova invece in forma indiretta, introdotto dalle preposizioni di, da, a, con, per, al prezzo di, per il prezzo di:

Sono da considerare complementi di prezzo anche espressioni come un patrimonioun capitaleuna fortunaun saccoa metà prezzoun occhio della testaa basso costo, oppure avverbi e locuzioni avverbiali come moltotroppopocodi menodi più ecc.: ha speso un occhio della testa per quella barca; l'albergo in alta stagione costava troppo.
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Mettevi alla prova con il prossimo esercizio, ma se avete dei dubbi leggete prima questo articolo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2023/03/09/come-si-pronuncia-gl/

 
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                    [post_content] => Il prossimo esercizio è sull'uso di migliore, meglio e peggiore, peggio.

Per ripassare: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2023/03/02/migliore-meglio-peggiore-peggio/

 
                    [post_title] => Test 90 - Migliore - meglio, peggiore - peggio
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Per ripassare l'uso di queste due forme verbali, potete leggere questo articolo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2023/02/16/i-molti-significati-del-verbo-mettere-mettersi-e-metterci/

In bocca al lupo!
Prof. Anna
                    [post_title] => Test 90 - Mettersi e metterci
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Buona lettura!

Prof. Anna

La pronuncia della lettera g presente nel nesso gl può essere la combinazione di due consonanti (g+l, come in gleba) oppure essere un unico suono (come in fogli).

Come facciamo a sapere qual è la pronuncia corretta?

⇒ La pronuncia del nesso gl è la combinazione di due distinte consonanti (g dura + l) nei seguenti casi:

⇒ Il nesso gl è pronunciato come un unico suono (una consonante, denominata laterale palatale [ʎ]):

L’articolo e pronome personale clitico gli si pronuncia [ʎi] (quindi pronunciando la i) davanti a parole che cominciano per consonante: gli zaini, gli stipendi; mentre davanti a parole che cominciano per vocale o semiconsonante si pronuncia [ʎ] (senza pronunciare la i): gli elementi, gli uomini; ma se la pronuncia è più lenta e scandita è possibile anche pronunciare la i [ʎi].
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Buona lettura

Prof. Anna

Meglio al posto di migliore

Meglio ha solitamente funzione di avverbio (mi sento meglio, si comporta meglio, ci vedo meglio), ma può avere anche funzione di aggettivo comparativo di maggioranza al posto di migliore, specialmente retto da verbi come essere, parere, sembrare: tu sei meglio di lui; questo vino è meglio dell'altro; questa soluzione mi sembra meglio.

Peggio al posto di peggiore

Anche peggio è di solito un avverbio (mi sento peggio, si comporta peggio, ci vedo peggio) e, così come meglio, quando è accompagnato dai verbi essere, sembrare, parere e simili ha la funzione di aggettivo e si può usare al posto di peggiore: lui è peggio di te; questa soluzione è peggio della prima; la sua idea mi sembra peggio della mia.

La meglio, il peggio

Quando meglio o peggio hanno funzione di aggettivo, se preceduti dall'articolo determinativo, prendono il valore di superlativo relativo: è il meglio avvocato in circolazione ( → è il migliore avvocato in circolazione); frequenta le peggio compagnie (→ frequenta le peggiori compagnie). Nell'italiano comune quest'uso è sentito come popolare e caratterizzato in senso regionale, quindi può essere usato quando si vuole dare particolare espressività alla frase, meglio evitarlo invece in contesti più controllati.

Più migliore e più meglio

Migliore è il comparativo sintetico di buono e per questo non ha bisogno dell'avverbio più per esprimere maggioranza. Dal punto di vista del significato aggiungere più sarebbe quindi superfluo; lo stesso vale per altri comparativi di maggioranza sintetici: non si può dire più maggiore, più minore, più peggiore. Per esprimere un ulteriore grado di comparazione di maggioranza, si possono usare gli avverbi molto o ancora: quel vino è molto migliore dell'altro; la vista da quassù è ancora migliore. Per gli stessi motivi anche meglio e peggio non possono essere preceduti da più.

Meno peggiore e meno peggio

Il comparativo di maggioranza peggiore può essere preceduto dall'avverbio meno, perché indica una riduzione di tale maggioranza: delle due pietanze, la prima è la peggiore, la seconda è meno peggiore della prima; ma davanti a migliore l’avverbio meno sarebbe contraddittorio, non si dice infatti meno migliore, e non si dice neanche meno minore e meno maggiore. Peggio, ma non meglio, può essere preceduto da meno, la locuzione il meno peggio è molto diffusa e indica, tra due o più scelte, quella che presenta i minori aspetti negativi e anche alla meno peggio cioè in modo veloce e approssimativo: fare un lavoro alla meno peggio.

Quindi, meno peggiore e meno peggio appartengono alla lingua comune e corretta, più migliorepiù peggiorepiù meglio, come anche meno migliore e meno meglio, sono espressioni scorrette.

Fonti:

https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/avverbi-infidi/2798

Luca Serianni, Grammatica Italiana. Italiano comune e lingua letteraria, UTET, (V, 63)

 
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                    [post_content] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, cosa esprimono e come si costruiscono le proposizioni limitative? Vediamolo insieme.

Buona lettura

Prof. Anna

Le proposizioni limitative sono proposizioni subordinate che pongono un limite, una restrizione a quanto si dice nella reggente, o riconducendolo nell'ambito di conoscenze soggettive o precisando quanto può risultare generico.

Vediamo questi esempi:

In questi esempi la proposizione subordinata esprime il punto di vista di chi parla o di altri (a quanto ne so; a quanto ho sentito), o richiama l'attenzione su un particolare (quanto a laurearsi; a dirsi). In questo modo limita l'ampiezza della validità di quanto si dice nella reggente.

Le proposizioni limitative possono essere esplicite o implicite.

Limitative esplicite

Gli elementi che le introducono sono:

Limitative implicite

La forma implicita si ha con l'infinito preceduto da quanto a, in quanto a: in quanto a disegnare, ero la migliore.

Altri modi per costruire una limitativa implicita con l'infinito sono:

Per approfondire:

https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2020/02/06/il-complemento-di-limitazione/
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METTERSI

La forma mettersi  può essere:

transitiva pronominale e significare:

Può formare alcune espressioni:
 riflessiva e significare: assumere una determinata posizione o collocazione: mettersi a sedere, mettersi in piedi, mettersi a tavola. Con questo significato forma diverse espressioni:

Significa anche vestirsi, abbigliarsi seguito dalla preposizione in: mettersi in costume; mettersi in abito da sera; mettersi in ghingheri (con abiti e acconciature eleganti, ricercati).

Mettersi può anche significare unirsi seguito dalla preposizione con: mettersi con qualcuno, mettersi insieme vuol dire iniziare una relazione con qualcuno.

⇒ intransitiva pronominale col significato di volgersi verso un determinato esito (vediamo come si mettono le cose):

Col significato di cominciare seguita da a + infinito: mi metto a studiare (comincio a studiare), anche impersonale: si mette a piovere; mettersi vuol dire anche disporsi a fare qualcosa: mettersi alla ricerca di qualcosa; mi metto al lavoro.

METTERCI

La forma verbale metterci può significare:

Alcune espressioni con metterci:

Per approfondire:

https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2022/10/27/i-molti-significati-del-verbo-mettere-mettere-in/

https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2022/12/15/i-molti-significati-del-verbo-mettere-mettere-a/

https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2015/05/21/i-molti-significati-del-verbo-mettere/

https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2011/12/01/uso-di-volercie-metterci/
                    [post_title] => I molti significati del verbo "mettere": "mettersi" e "metterci"
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            [post_content] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, la Pasqua si avvicina e anche la Pasquetta. In Italia il lunedì dopo Pasqua è un giorno di festa. Che cosa e come si festeggia? Vediamolo insieme.

Buona Pasqua e buona Pasquetta!

Prof. Anna

Origini della Pasquetta

In Italia il lunedì che segue la domenica di Pasqua è un giorno festivo ed è detto comunemente Pasquetta oppure, in maniera più formale, il lunedì dell'Angelo e, nel calendario liturgico cattolico, lunedì dell'Ottava di Pasqua. In questo giorno si ricorda l'incontro dell'Angelo con le donne giunte al sepolcro dove Gesù era stato sepolto dopo la crocifissione. Il Vangelo racconta che tre donne si recarono con degli olii profumati per imbalsamare il corpo nel luogo dove  Cristo era stato deposto e, con grande stupore, si accorsero che la pietra che chiudeva l'entrata del sepolcro era stata spostata; incredule e smarrite, mentre cercavano di capire cosa fosse accaduto, videro un giovane vestito di bianco, un angelo, che annunciò loro la resurrezione di Cristo, invitandole a portare l'annuncio agli apostoli.

Il lunedì di Pasquetta non ha solo un'origine religiosa: questo giorno di festa è stato introdotto nel dopoguerra italiano allo scopo di allungare le festività di Pasqua, come il 26 dicembre, Santo Stefano, allunga le festività di Natale.

Perché si festeggia il lunedì?

La tradizione ha spostato questi fatti dalla mattina di Pasqua al giorno successivo. Per quale motivo?  Una delle possibili ragioni può essere che nei Vangeli viene indicato il giorno dopo la Pasqua alludendo, però alla Pasqua ebraica, che cade di sabato.

La tradizione delle gite fuori porta

Tutti gli italiani sperano che a Pasquetta sia bel tempo, è il giorno in cui tradizionalmente si organizzano gite fuori porta, scampagnate; le attività più gettonate sono i pic-nic e le grigliate all'aria aperta con gli amici per approfittare delle giornate primaverili e dei primi caldi. Questa tradizione potrebbe essere legata al ricordo di alcuni discepoli diretti a Emmaus: il giorno della Resurrezione, Gesù appare a due discepoli in cammino verso Emmaus, un villaggio a pochi chilometri da Gerusalemme. Per ricordare quel viaggio, si trascorre la giornata fuori città.

Approfondiamo il significato di alcune parole presenti nel testo:

Lettura e comprensione

Dopo aver letto attentamente il testo, provate a rispondere alle seguenti domande, in questo modo eserciterete la lettura, la comprensione e la produzione di risposte scritte:

Altri approfondimenti sulla Pasqua:

https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2022/04/14/le-parole-della-pasqua/

https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2021/04/01/e-nato-prima-luovo-di-pasqua-o-la-gallina-espressioni-con-la-parola-uovo/

 

Fonti:

https://www.corriere.it/tecnologia/domande-google/notizie/pasquetta-perche-si-festeggia-lunedi-dell-angelo-7e7d7a86-938c-11eb-a162-c78b02fef827.shtml

https://www.sololibri.net/pasquetta-origini-tradizioni-perche-si-chiama-cosa-fare.html

 
            [post_title] => Il lunedì di Pasquetta
            [post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, la Pasqua si avvicina e anche la Pasquetta. In Italia il lunedì dopo Pasqua è un giorno di festa. Che cosa e come si festeggia? Vediamolo insieme.
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