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[post_content] => Il complemento di causa e il complemento di scopo possono essere introdotti dalle stesse preposizioni. Riuscite a distinguerli? Scopritelo col prossimo esercizio.
Per ripassare entrambi i complementi: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2015/04/09/i-complementi-indiretti-il-complemento-di-fine-o-scopo/; https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2020/04/02/i-complementi-indiretti-il-complemento-di-causa/
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[post_excerpt] => Il complemento di causa e il complemento di scopo possono essere introdotti dalle stesse preposizioni. Riuscite a distinguerli? Scopritelo col prossimo esercizio.
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[post_content] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, è arrivato il momento di ripassare gli ultimi argomenti di cui abbiamo parlato. Siete pronti?
Buon test
Prof. Anna
La parola pure può avere più funzioni e più significati, per ripassarli prima di affrontare il test, potete leggere questo articolo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2020/03/12/usi-e-significati-di-pure/
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[post_content] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, a volte abbiamo dei dubbi sulla pronuncia di alcune parole: si dice mìmesi o mimèsi? Edìpo o Èdipo? Come ci si deve comportare in questi casi?
Buona lettura!
Prof. Anna
La maggior parte dei dubbi dei dubbi sulla posizione dell'accento in italiano riguardano parole dotte (di uso colto, non popolare) di origine greca, ma trasmesse a noi attraverso il latino classico, o più spesso medievale e moderno.
L'accento greco seguiva regole diverse da quello latino. Per alcune parole l'accento coincide in greco e in latino e di conseguenza in italiano non ci sono oscillazioni: Afrodìte, Agamènnone, sfintère. Altre volte (come per le parole zaffiro, Edipo, mimesi) l'accento greco (mìmesis) contrasta con quello latino (mimésis) . Secondo il linguista Serianni (e anche secondo altri) è preferibile seguire l'accentazione latina, tuttavia esistono usi consolidati che sarebbe assurdo modificare, come ad esempio le pronunce greche Edìpo e accadèmia (e non quelle latine Èdipo e accademìa).
Si ha la pronuncia alla greca:
- nelle parole che terminano -ìa: filosofìa, liturgìa, parodìa, non fa eccezione alopecìa, che i medici pronunciano anche alopècia;
- nei nomi propri che finiscono in -eo: Morfèo, Odissèo, Timèo, ma per alcuni è ugualmente diffusa l'accentazione latina: Epimetèo, Promèteo.
Ci sono parole che mettono in difficoltà la maggior parte delle persone, a causa della tendenza a far risalire l'accento verso l'inizio della parola:
PRONUNCIA ERRATA |
PRONUNCIA CORRETTA |
alcàlino |
alcalìno → è un aggettivo di relazione in -ino tratto da alcali, come sale, salino; argento, argentino |
càduco |
cadùco |
codàrdia |
codardìa → appartiene alla serie dei sostantivi astratti in -ìa come allegrìa, follìa ecc. |
cosmòpolita |
cosmopolìta |
èdile |
edìle |
leccòrnia |
leccornìa |
mòllica |
mollìca |
rùbrica |
rubrìca |
sàlubre |
salùbre |
persuàdere |
persuadère |
Frìuli |
Friùli |
La parola
utensile, invece, ha due accenti diversi a seconda del significato: si pronuncia
utensìle quando ha la funzione di sostantivo e
utènsile quando viene usato come aggettivo.
Fonte:
Luca Serianni, La Grammatica Italiana, 1989, UTET, Torino
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[post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, a volte abbiamo dei dubbi sulla pronuncia di alcune parole: si dice mìmesi o mimèsi? Edìpo o Èdipo? Come ci si deve comportare in questi casi?
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[post_content] => Cari lettori e care lettrici di
Intercultura blog, alcuni
costrutti ed espressioni possono avere valore concessivo, vediamoli insieme.
Buona lettura!
Prof. Anna
Alcune settimana fa abbiamo studiato le proposizioni concessive: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2020/03/05/la-frase-complessa-le-preposizioni-concessive/
Ci sono altri modi per esprimere un valore concessivo:
- un'espressione di valore concessivo è quella formata dalla peposizione per + un aggettivo o un avverbio + che + il congiuntivo: per giovane che sia, quel ragazzo è molto sveglio; il per si può anche omettere: male che vada questo lavoro arricchirà il mio curriculum. L'omissione di per è la regola nel caso di coppie aggettivali o sostantivali alternative: bello o brutto che sia questo disegno, l'ho fatto con amore;
- un'altra espressione con valore concessivo è formata da aggettivo + come essere all'indicativo + tuttavia: ricco com'è, tuttavia ha sempre da lamentarsi;
- ha valore concessivo alternativo o disgiuntivo l'espressione formata da che + verbo al congiuntivo + o + verbo al congiuntivo (oppure non, no): che lavori o studi, qualcosa devi fare; che lo voglia o no, deve parlarci;
- molto usata anche l'espressione formata da volente o nolente (= che voglia o che non voglia): volente o nolente, dovrà chiedere scusa;
- una proposizione relativa (con indicativo o condizionale) può avere valore concessivo, che è sottolineato da pure, anche dopo il relativo: Maria, che pure era preparata (= benché fosse preparata), non superò l'esame;
- ha valore concessivo il costrutto formato da un aggettivo o da un participio introdotto da benché, sebbene, quantunque, per quanto ecc., con il verbo essere sottinteso: mio nonno, benché molto anziano, è ancora in gamba;
- alcuni aggettivi o pronomi indefiniti collettivi (chiunque, qualunque, checché) e avverbi o espressioni avverbiali di quantità o di luogo (comunque, come che, ovunque, dovunque, da ogni parte) possono introdurre una proposizione relativa con valore concessivo, il verbo può essere coniugato al congiuntivo oppure al futuro indicativo: checché si dica, Roma è una città fantastica; comunque andranno gli esami, sarò fiero di te; l'uso dell'indicativo invece dà alla frase il carattere di una semplice relativa: critica qualunque cosa io faccio (= tutto ciò che faccio; proposizione relativa); critica qualunque cosa faccia (= tutto ciò che faccio, anche se non merita critiche; proposizione relativa-concessiva);
- un'altra forma di relativa concessiva è il costrutto quale/i che + congiuntivo del verbo essere, seguiti da un articolo determinativo e da un nome: quale che sia il motivo, vorrei conoscerlo subito.
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Intercultura blog, il
complemento di causa può essere introdotto da elementi che conferiscono sfumature diverse alla frase. Vediamoli insieme.
Buona lettura!
Prof. Anna
Sono triste per la sconfitta.
Diventò rosso dalla vergogna.
Carlo è a letto con l'influenza.
Queste frasi contengono tutte un
complemento di causa, introdotto da diversi elementi.
Il complemento di causa indica la ragione, il motivo per cui si verifica l'effetto espresso nel predicato.
Può essere introdotta da:
- per → introduce una causa attraverso la quale si verifica ciò che è detto nella frase: mi sono arrabbiato molto per tutte quelle bugie;
- da, di → presentano la causa come un punto di origine di ciò che avviene nella frase: si mise a piangere dalla contentezza, muoio di fame;
- a, davanti a, di fronte a, in presenza di → presentano la causa come l'elemento di fronte al quale, per reazione, si verifica il fatto narrato: a quelle parole si ammutolì, di fronte a questi fatti non si sa che dire, davanti a certi capolavori si resta senza parole;
- in → presenta la causa come la circostanza all'interno della quale si colloca il suo stesso effetto; non ho detto niente nel timore (= a causa del timore) che si arrabbiasse;
- con → introduce una causa accompagnata al suo effetto: con questo baccano (= a causa di questo rumore) non sento niente di quello che dici;
- a causa di → a causa di un incidente l'autostrada è stata chiusa;
- per via di → molto spesso introduce una causa dall'effetto negativo: non è potuto venire per via di quella brutta tosse;
- per colpa di → per colpa di quella distrazione, abbiamo perso la partita;
- a causa mia (tua, sua ecc.) → a causa tua non possiamo più vederci;
- grazie a → di solito introduce la persona causa di un fatto, o con gratitudine o con ironia o risentimento: sono riuscito a entrare grazie a te!, grazie al vostro comportamento, siamo stati esclusi dalla squadra;
- in conseguenza di, in seguito a, a seguito di → sono espressioni tipiche del linguaggio amministrativo: a seguito di un forte temporale, la strada si è allagata;
- dato, visto, considerato, posto → essendo dei participi, concordano con il sostantivo che introducono: visto il tempo, non credo che usciremo; considerati i buoi risultati, sono molto soddisfatto.
Nel prossimo esercizio dovrete distinguere tra il complemento di causa e il complemento di fine, che sono spesso introdotti dalle stesse preposizioni.
Per ripassare il complemento di fine potete leggere questo articolo:
https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2015/04/09/i-complementi-indiretti-il-complemento-di-fine-o-scopo/
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Intercultura blog, in queste ultime settimane abbiamo imparato a conoscere parole legate alla malattia e al virus, ad esempio
epidemia, pandemia, quarantena, focolaio.
Ce ne sono altre però che si riferiscono ai rapporti tra le persone e a un nuovo modo di relazionarsi. Queste parole sono altrettanto potenti. Vediamole insieme.
Buona lettura!
Prof. Anna
La maggior parte dei provvedimenti che sono stati presi per evitare il contagio riguardano il nostro modo di relazionarci con gli altri: siamo stati invitati a limitare i rapporti e, giocoforza, siamo spinti a trovare nuove modalità per rimanere in contatto con i nostri cari e i nostri amici.
Nelle ultime settimane i giornali, la radio e la tv usano parole che riguardano le relazioni umane. Quali sono? Approfondiamo insieme il loro significato e i loro usi.
La prima parola è proprio
relazione che in primo luogo significa:
- legame, nesso, rapporto tra due o più cose o più fenomeni: tra i due fatti non c'è nessuna relazione; in relazione a = in rapporto a, proposito di, con riferimento a;
- rapporto o vincolo di natura economica, affettiva tra persone: relazione di amicizia, di parentela. Essere in buone relazioni con qualcuno = andare d'accordo; vita di relazione = l'insieme dei rapporti sociali di una persona; avere una relazione con un uomo, una donna, avere rapporti amorosi; altri modi per dirlo: con un linguaggio familiare storia (avere una storia con), in senso spregiativo tresca indica una relazione illecita (avere una tresca con qualcuno), un'avventura è una relazione di breve durata; pubbliche relazioni = insieme dei rapporti che un ente o un'azienda ha con il pubblico per far conoscere la propria attività; altri modi per dirlo: PR, pierre, public relation;
- una relazione può anche essere una resoconto scritto od orale svolto su un dato argomento: fare una relazione, presentare una relazione.
Sfumature di significato
Che differenza c'è tra le parole
relazione; rapporto; ragguaglio; resoconto?
Un'ampia esposizione, scritta od orale, con cui si riferisce ad altri su un determinato argomento si chiama
relazione.
Rapporto ha lo stesso significato, ma è utilizzato soprattutto in riferimento a fatti o situazioni che comportano mancanze oppure costituiscono incidenti; trova per questo uso frequente in contesti militari.
Ragguaglio è invece un'informazione precisa e dettagliata volta ad aggiornare altre persone su un argomento o una situazione. Un suo sinonimo è
resoconto, che tuttavia rimanda al concetto di rendiconto, di relazione consuntiva.
In questi giorni la maggior parte delle nostre relazioni si svolgono a
distanza:
- la parola distanza indica lo spazio che intercorre tra due cose, luoghi o persone: la distanza fra me e te; l'aereo ha accorciato le distanze, usato in senso assoluto s’intende grande distanza, intervallo di spazio notevole. A distanza = da posizione non vicina, da lontano (tenersi a distanza); nell’attività didattica, educazione, o istruzione, a distanza = metodo di studio e di insegnamento che si avvale di una reti di comunicazione telematiche (università a distanza), adozione a distanza; a distanza di tempo = dopo un certo periodo di tempo; mantenersi a rispettosa, a debita distanza = tenersi prudentemente discosto, in senso figurato significa rimanere cauto, distaccato; tenere, mantenere le distanze = in senso figurato non dare molta confidenza; prendere le distanze da qualcuno o qualcosa = assumere una posizione distaccata, dissociarsi; distanza di sicurezza, quella che occorre mantenere dal veicolo che precede per evitare la collisione qualora questo si arresti bruscamente, ma in questi giorni sentiamo più spesso usare questa espressione per indicare la distanza che è necessario mantenere per evitare il contagio, distanza che è di circa un metro (un metro abbondante, le opinioni sono spesso cambiate nel corso del tempo) per evitare che le gocciolone di saliva che vengono disperse nell’aria da chi starnutisce, tossisce, chiamate con il termine inglese droplet, (altra parola che abbiamo imparato a conoscere) raggiungano le altre persone;
- la parola distanza può anche indicare l'intervallo di tempo tra due eventi: non vi è molta distanza tra le due festività;
- e significa anche in senso figurato differenza, divario, diversità: tra noi esiste una distanza incolmabile.
E stiamo vivendo in
isolamento, parola che indica:
- la condizione di chi, per propria libera scelta o per cause esterne, vive appartato, oppure si tratta un provvedimento igienico con cui uno o più malati affetti da malattia infettiva e contagiosa vengono separati dai sani per tutta la durata di essa: mettere in isolamento; disporre l’isolamento di un paziente; reparto di isolamento, in questi giorni sentiamo spesso parlare di isolamento preventivo, cioè l'isolamento di chi non ha sviluppato sintomi a scopo di prevenire l'eventuale contagio e quindi il diffondersi della malattia;
- può anche riferirsi a uno Stato che non ha rapporti con altri Stati: splendido isolamento, quello dell'Inghilterra nel XIX secolo.
Sfumature di significato
Che differenza c'è tra le parole
emarginazione; segregazione; isolamento?
Emarginazione è la condizione propria di chi vive ai margini della società, cioè non partecipa alla vita sociale, ne viene escluso; questa condizione è in genere associata all'estrema povertà o alla devianza.
La segregazione è la conseguenza di un atto coercitivo del potere che esclude dal godimento di diritti una parte della popolazione in base a dei pregiudizi di ordine sociale, religioso o razziale.
Isolamento è lo stato di chi per sua libera decisione vive appartato, partecipando molto limitatamente alla vita della collettività, indipendentemente da condizioni sociali o economiche particolari.
È necessario evitare la
folla, cioè una:
- quantità di gente riunita insieme; l'espressione bagno di folla indica il trattenersi a lungo tra una folla entusiasta durante una manifestazione pubblica, detto specialmente di un personaggio famoso; in senso figurato significa: gran numero di cose: una folla di pensieri disordinati.
Sfumature di significato
Che differenza c'è tra le parole:
folla; calca; ressa; carnaio?
Un gran numero di persone riunito insieme costituisce una
folla. Se l'assembramento è particolarmente fitto e le persone strette le une alle altre si ha una
calca. Con
ressa si definisce una folla che si muove in maniera disordinata, spingendo e urtando. Se l'insieme numeroso e fitto di persone è semivestito, come una folla di bagnanti su una spiaggia, abbiamo un
carnaio, termine che ha una decisa valenza spregiativa.
Una delle parole più usate in questo periodo è
assembramento. Ma cosa significa esattamente?
L'
assembramento è un'adunata di persone, specialmente in luogo aperto, per dimostrazioni o spettacoli (fare, proibire, sciogliere un assembramento).
In questo triste scenario, che sembra allontanarci gli uni dagli altri, fa capolino una parola che invece ci avvicina; una vicinanza che non è necessariamente fisica, ma è altrettanto confortante, che ci fa sentire uniti anche nella distanza, questa parola è
solidarietà.
La
solidarietà è:
- in senso generale, la condizione di chi è solidale con altri, si può esprimere anche con i termini: appoggio, sostegno: in quella vicenda hai tutta la mia solidarietà;
- il sentimento di fratellanza, di vicendevole aiuto, materiale e morale, esistente fra i membri di una società, una collettività: la solidarietà nazionale; fare appello alla solidarietà umana. In seguito alle particolari condizioni che stiamo vivendo è nata la solidarietà digitale che consiste nella messa a diposizione di servizi gratuiti da parte delle Imprese e delle associazioni, è possibile ad esempio consultare gratuitamente, per 90 giorni, 5 dizionari digitali Zanichelli: italiano; inglese-italiano; francese-italiano; tedesco-italiano; spagnolo-italiano, basta collegarsi al sito https://dizionari.zanichelli.it/ e registrarsi. Per saperne di più e usufruire dei servizi: https://solidarietadigitale.agid.gov.it/fbclid=IwAR2jo89hXUI3vkVYXwhNaDQE8rTttygpfD7n7yh3uqg1pCwkT_bHNg220h4#/.
Sfumature di significato
Che differenza c'è tra le parole
solidarietà - fratellanza - carità?
Solidarietà è il sentimento di chi si sente legato ai suoi simili da un vincolo di natura morale che lo induce a prestare loro aiuto in caso di necessità, a sentirsi partecipe della loro condizione. Questo sentimento può essere definito anche
fratellanza, termine che pone tuttavia l'accento più sul legame di fraternità che lega gli uomini fra loro che non, come solidarietà, sul sostegno materiale e morale che ne può conseguire. Questi stessi sentimenti, considerati in una prospettiva cristiana, si inscrivono nel concetto di
carità, che descrive l'amore a cui ogni uomo è tenuto nei confronti del suo prossimo come riflesso e conseguenza dell'amore di Dio.
Definizioni tratte da:
lo Zingarelli 2020, Zanichelli Editore
Se vi vengono in mente altre parole, condividetele con noi!
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Ci vuole l'indicativo o il congiuntivo? Quante volte abbiamo avuto questo dubbio!
Nel prossimo esercizio scegliete il modo verbale più adatto tra questi due, il tempo è generalmente il presente a meno che non ci siano indicatori temporali o verbi reggenti che richiedano il passato. Per un ripasso prima di affrontare il testo, potete leggere questo articolo:
https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2014/07/03/la-frase-complessa-le-proposizioni-oggettive-indicativo-o-congiuntivo/
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La soggettiva implicita presenta l'infinito con o senza la preposizione di, in molti casi sono possibili entrambe le costruzioni.
Nel terzo e ultimo esercizio dovrete scegliere se usare o meno la preposizione
di per introdurre la soggettiva implicita o se sono possibili entrambe le costruzioni.
Per ripassare questo argomento, leggete il seguente articolo:
https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2015/03/05/la-frase-complessa-le-proposizioni-soggettive/
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[post_content] => Care lettrici e cari lettori di
Intercultura blog, vi va di mettervi alla prova con alcuni esercizi? Il primo è sulla
coniugazione dei verbi irregolari e difettivi, il secondo sull'
uso del congiuntivo e l'ultimo sull'uso della preposizione
di nelle soggettive implicite.
Fatemi sapere com'è andata. ;-)
Buon test!
Prof. Anna
In questo primo esercizio dovrete inserire la forma verbale corretta, se il verbo è difettivo della forma richieste scrivete "non esiste"; si tratta di verbi non del tutto regolari, per ripassarne la coniugazione, potete leggere questi articoli:
[post_title] => Test di ripasso - coniugazione dei verbi: gli errori più comuni
[post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, vi va di mettervi alla prova con alcuni esercizi? Il primo è sulla coniugazione dei verbi irregolari e difettivi, il secondo sull'uso del congiuntivo e l'ultimo sull'uso della preposizione "di" nelle soggettive implicite.
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[post_content] => Care lettrici e cari lettori di
Intercultura blog, quante volte avete sentito usare
pure all'interno di una frase? Questa parolina ha diversi usi e significati, vediamoli insieme.
Buona lettura!
Prof. Anna
La parola
pure ha più di una funzione grammaticale, può essere una
congiunzione e in questo caso significa:
Può essere
un avverbio e in questo caso significa:
- anche (con valore aggiuntivo): ho comprato un quaderno e pure una matita; io sono inglese e mio marito pure;
- con lo stesso significato può essere usato in senso negativo per esprimere dissenso, disapprovazione per qualcosa che non è stata fatta ma che avremmo voluto fosse fatta: avresti pure potuto avvisarmi che non saresti venuto per cena (non mi hai avvisato e avrei voluto che lo facessi); te l'avevo pur detto di stare attento! (ti avevo detto di stare attento e tu non sei stato attento);
- con valore pleonastico, cioè superfluo, non necessario, per esprimere dubbio, incertezza: ammettiamo pure che sia vero (ma non ne sono certo);
- con valore pleonastico per esprimere rassegnazione, quando si fa qualcosa a malincuore, senza troppa voglia: andiamo pure a ballare se vuoi, ma lo sai che non sono capace!;
- con valore pleonastico per esprimere incoraggiamento, anche dopo un verbo all’imperativo (formale e informale) o congiuntivo esortativo, per rafforzare un comando, per incoraggiare qualcuno a fare o dire qualcosa: Signora, entri pure!; continua pure!.
La locuzione
pur di introduce una proposizione finale o condizionale implicita con il verbo all'infinito, significa
al solo fine di, con l’unico obiettivo di e indica qualcosa che si vuole fare a tutti i costi, anche se richiede grande sforzo, impegno e sacrificio:
farei di tutto pur di piacerle (= farei di tutto al solo scopo di piacerle).
Pure può subire troncamento in
pur, in particolare se seguito da un gerundio (pur essendo), da
di + infinito (pur di fare), da
senza + infinito (pur senza essere) e in alcune locuzioni come
pur che, pur che sia, pur di, pur tuttavia; le stesse locuzioni, in alcuni casi, danno origine a nuove parole:
purché, purchessia, purtuttavia.
[post_title] => Usi e significati di "pure"
[post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, quante volte avete sentito usare "pure" all'interno di una frase? Questa parolina ha diversi usi e significati, vediamoli insieme.
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Il complemento di causa e il complemento di scopo possono essere introdotti dalle stesse preposizioni. Riuscite a distinguerli? Scopritelo col prossimo esercizio.
Per ripassare entrambi i complementi:
https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2015/04/09/i-complementi-indiretti-il-complemento-di-fine-o-scopo/;
https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2020/04/02/i-complementi-indiretti-il-complemento-di-causa/
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[post_excerpt] => Il complemento di causa e il complemento di scopo possono essere introdotti dalle stesse preposizioni. Riuscite a distinguerli? Scopritelo col prossimo esercizio.
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