Test 63- Il plurale dei nomi stranieri
Prof. Anna
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Vediamo insieme tutte le possibilità. Buona lettura! Prof. Anna Tempo fa abbiamo studiato la contemporaneità (https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2019/05/23/concordanza-dei-tempi-con-il-congiuntivo-la-contemporaneita/), oggi studieremo l'anteriorità. IL RAPPORTO DI ANTERIORITÀ Abbiamo un rapporto di anteriorità tra subordinata e reggente quando l'azione espressa nella subordinata è avvenuta prima di quella espressa nella reggente. Il verbo della reggente può essere al presente: credo (oggi) che tu abbia fatto bene (ieri), o al passato: credevo (ieri) che tu avessi fatto bene (prima di ieri). Come è evidente da questi due esempi, il tempo verbale della reggente (credo, credevo) condiziona il tempo verbale della subordinata (abbia fatto, avesse fatto). Vediamo nello specifico tutte le possibili combinazioni di tempi verbali che servono a esprimere il rapporto temporale di anteriorità tra reggente e subordinata, quando il verbo della reggente richiede il congiuntivo. Per la concordanza dei tempi quando il verbo della reggente non richiede il congiuntivo, potete consultare questo articolo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2017/06/01/approfondimento-la-concordanza-dei-tempi-con-lindicativo/#comment-34485 PER ESPRIMERE ANTERIORITÀ Quando nella reggente il verbo è: • indicativo presente: immagino • imperativo: immagina • indicativo futuro: immaginerò ⇒ nella subordinata useremo: • congiuntivo passato: che sia arrivato Quando nella reggente il verbo è: • imperfetto: immaginavo • passato remoto: immaginai • passato prossimo: ho immaginato • trapassato prossimo: avevo immaginato ⇒ nella subordinata useremo: • congiuntivo trapassato: che fosse arrivato Quando nella reggente il verbo è: • condizionale: immaginerei ⇒ nella subordinata useremo: • congiuntivo passato: che sia arrivato • congiuntivo imperfetto: che arrivasse • congiuntivo trapassato: che fosse arrivato Quando nella reggente il verbo è: • condizionale passato: avrei immaginato ⇒ nella subordinata useremo: • congiuntivo imperfetto: arrivassi • congiuntivo trapassato: fossi arrivato Altri casi: ⇒ quando nella principale c’è un verbo che esprime volontà o desiderio coniugato al condizionale presente o passato (volere, preferire ecc.) per indicare un rapporto di anteriorità si usa il congiuntivo trapassato: vorrei che tu fossi stato sincero, avrei voluto che tu fossi stato sincero; ⇒ l'anteriorità rispetto a un presente o a un futuro può essere espressa con il congiuntivo imperfetto, quando il fatto del passato ha un valore durativo,ovvero esprime una situazione in corso nel passato o abituale nel passato: penso che da bambino fosse felice. Nel seguente esercizio coniugate il verbo tra parentesi in modo che esprima anteriorità con la reggente. [post_title] => Concordanza dei tempi con il congiuntivo: l'anteriorità [post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, quali tempi e modi verbali bisogna usare quando la subordinata è anteriore alla reggente? Vediamo insieme tutte le possibilità. 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BRAVO ⇒ Significato Bravo è un aggettivo e significa: • che compie la propria opera con impegno e abilità: un bravo studente; può essere seguito dalle preposizioni a o in: brava in matematica, bravi a scuola; anche seguito da un verbo all'infinito: bravo a cucinare; • buono, onesto, di buon cuore: è un bravo ragazzo, brava gente; ⇒ Uso • si può usare come rafforzativo, sempre preposto al sostantivo: i bambini vanno a scuola, tutti con la loro brava cartella sulle spalle; • può avere funzione di interiezione, in questo caso esprime soddisfazione, consenso, ammirazione: bravi ragazzi, avete fatto un ottimo lavoro; • si usa anche come esortazione, incoraggiamento: su, da bravo, prendi la medicina; da bravi, aiutatemi a sparecchiare; • per indicare lavori, concetti, discorsi particolarmente difficili: chi ci riesce è bravo!; chi ti capisce è bravo!; • si usa spesso in senso ironico: sei bravo solo a creare problemi; hai speso tutti i soldi? ma bravo!. BENE ⇒ Significato Bene è un avverbio, e significa: • in modo buono, giusto: fare qualcosa bene, agire bene, comportarsi bene; • in modo soddisfacente, pienamente adeguato: lo conosco bene, me ne ricordo bene; ⇒ Uso • viene usato con valore rafforzativo e intensivo, in questo caso può significare: assai, molto, parecchio: è ben grande! (=è molto grande!); la cosa è ben diversa; ben presto (=molto presto); proprio, davvero: vorrei ben vedere; certo, sicuramente (con sfumatura polemica): lo credo bene; davanti a espressioni numeriche significa: addirittura, non meno di: pesa ben cento chili!; ti ho aspettato per ben mezz'ora!; • esprime soddisfazione, consenso, ammirazione, entusiasmo: bene, adesso puoi andare!; bravo!, bene!; bene, bis!; • si usa per introdurre o concludere un discorso, una conversazione: bene, cos'è successo?; a volte viene ripetuto: bene, bene, sentiamo cos'hai da dirmi; o per tagliar corto: bene, basta così; • a volte è usato con significato opposto, in senso ironico: andiamo bene!; • con alcuni verbi ha significati specifici: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2019/06/20/espressioni-con-lavverbio-bene/; • con funzione aggettivale è usato per qualificare ceti socialmente più elevati, persone di alto livello sociale (con questo significato si trova sempre dopo il nome): la gente bene, quartiere bene (= quartiere in cui abitano i ceti più elevati), la Roma bene (= le persone che appartengono ai ceti socialmente più elevati della città di Roma, si può usare questa espressione con tutte le città: la Milano bene, la Napoli bene ecc.). [post_title] => Bravo o bene? [post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, capita spesso che ci sia confusione tra queste due parole. Facciamo un po' di chiarezza sul loro significato e sul loro uso. [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => bravo-o-bene [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 10:08:59 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 08:08:59 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/?post_type=benvenuti&p=15619 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 3 [filter] => raw ) [2] => WP_Post Object ( [ID] => 15748 [post_author] => 3 [post_date] => 2019-09-12 10:02:20 [post_date_gmt] => 2019-09-12 08:02:20 [post_content] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, bentrovati! Dopo una lunga pausa estiva, cominciamo un nuovo ciclo con parole nuove: i neologismi e, in particolare, quelli legati al mondo della rete. Buona lettura! Prof. Anna Le lingue sono come organismi viventi, cambiano e si trasformano seguendo l'evoluzione di ciò che gli sta intorno. Ogni lingua si arricchisce costantemente di parole nuove, possono essere vocaboli di recente creazione oppure presi in prestito da poco tempo da un'altra lingua. I neologismi rappresentano il contesto culturale e sociale da cui provengono, alcuni derivano dalla politica, altri dal mondo dello sport o dello spettacolo. L'ingresso delle nuove voci avviene solo dopo un attento e lungo monitoraggio delle voci, che vengono accolte nei dizionari soltanto dopo che hanno raggiunto una certa diffusione nell’uso effettivo scritto o parlato. Oggi prendiamo in esame alcuni neologismi legati al mondo di Internet, molti dei quali derivano dalla lingua inglese e sono entrati a far parte della lingua italiana tramite i social network. Sono certa che ne conoscete già alcuni, altri forse li avete sentiti, ma siete incerti sul loro significato. Vediamoli insieme. Un termine nuovo che entra nel vocabolario può essere una parola straniera che non subisce variazioni, in questo caso si parla di prestiti: • follower → persona che riceve abitualmente, attraverso Twitter o un altro sito di relazioni sociali, messaggi pubblicati da una fonte: Instagram, Kate e William arrivano a 10 milioni di follower (www.vanityfair.it, 9 settembre 2019); • influencer → personaggio che, grazie alla sua popolarità specialmente sui social network, è in grado di esercitare un influsso sulle scelte di settori dell'opinione pubblica; • hater → chi usa la rete e in particolare i social network per offendere e denigrare qualcuno o qualcosa, sinonimo: odiatore: Google, Altroconsumo e Telefono Azzurro insieme alla Youtuber Grace On Your Dash, creator di YouTube, presentano nuovi video, consigli strutturati e contenuti educativi per aiutare adolescenti, genitori ed insegnanti ad affrontare hater e messaggi di incitamento all’odio sul web (www.repubblica.it, 19 luglio 2019); • troll → questo termine deriva dalla mitologia nordica, si tratta di un demone maligno abitatore di boschi, montagne, caverne. Nel gergo di Internet, indica un individuo che interagisce con una comunità virtuale (newsgroup, chatroom, mailing list ecc.) con lo scopo di irritare i partecipanti e far nascere un diverbio in rete, insomma un provocatore: la lotta ai troll, i molestatori e gli odiatori di professione su Twitter si fa più dura. Il social network del passerotto ha aggiunto alcune nuove opzioni alle impostazioni di controllo delle notifiche (www.repubblica.it, 11 luglio 2017); • fake → detto di sito, documento o notizia falsi, contraffatti; fake news → notizia falsa, inattendibile, diffusa specialmente via Internet (sinonimo: bufala): E dobbiamo renderci conto di come l’illusione dell’informazione gratuita abbia contribuito all’implosione del contesto in cui le fake news e i loro produttori hanno trovato terreno fertile (www.corriere.it, 21 dicembre 2017); I prestiti possono essere adattati, cioè adattati alla grafia e alla morfologia della lingua che li accoglie: • trollare → in una comunità virtuale, provocare inviando messaggi offensivi o facendo confusione per irritare gli altri, in generale prendere in giro, irridere pubblicamente qualcuno: "Le famiglie gay non esistono", ha detto Lorenzo Fontana poche ore dopo aver giurato come ministro della Famiglia, scatenando le reazioni del mondo Lgbt e le critiche degli utenti sui social. Alcuni attivisti lo hanno trollato sulla sua pagina Facebook, postando foto di coppie e famiglie gay (www.ilfattoquotidiano.it, 2 giugno 2018); • bannare → sarebbe auspicabile che i troll e gli hater venissero bannati, bannare infatti significa interdire l'accesso a un gruppo di discussione a un utente che vi abbia tenuto un comportamento scorretto (dall'inglese "to ban": bandire): Trump è furioso per la perdita di follower su Twitter. Da luglio scorso, quando il social ha deciso di bannare gli account sospetti e alcuni profili fake utilizzati per campagne di disinformazione e influenza sul voto (www.lastampa.it, 24 aprile 2019); • postare → pubblicare un testo, una foto o un video in uno spazio comune in Internet: postare un commento su Facebook; 10 buoni motivi per non postare le foto delle vacanze sui social è il titolo di un articolo su ww.repubblica.it del 22 agosto 2017; • taggare → nel gergo informatico, contrassegnare con un tag (sequenza di caratteri con cui si marcano gli elementi di un file per successive elaborazioni): taggare un file; nel linguaggio dei social network consiste nell'associare una persona a una foto pubblicata, questa associazione viene notificata alla persona taggata ed è visibile a chiunque veda la foto: Al lavoro sanno che siete in malattia. Comportatevi di conseguenza sui social. Meglio non pubblicare foto delle vacanze, anche se risalgono a tempo prima. Potrebbero essere equivocate. “Evitate di farvi taggare a feste alcoliche o mentre state facendo il trenino hawaiano, capriole o salti incompatibili con la vostra salute" (www.repubblica.it, 22 agosto 2017); • spammare → diffondere un gran numero di messaggi indesiderati o inutili tramite la posta elettronica o sui social network: spammare link commerciali; spammare su Facebook. In altri casi un termine italiano assume una nuova, specifica, accezione, come amicizia che nel linguaggio di Internet indica una relazione che si stabilisce fra due utenti Facebook quando esprimono reciproco consenso a condividere i contenuti del proprio profilo: chiedere l'amicizia su Facebook a qualcuno, accettare la richiesta di amicizia di qualcuno; o come notifica, che nel linguaggio burocratico significa comunicazione, ma nel mondo di Internet è un avviso all'utente da parte di un sito o di un'applicazione, che appare sullo schermo di un computer o di altro dispositivo elettronico. [post_title] => Neologismi. Le parole di Internet. [post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, bentrovati! Dopo una lunga pausa estiva, cominciamo un nuovo ciclo con parole nuove: i neologismi e, in particolare, quelli legati al mondo della rete. [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => neologismi-le-parole-di-internet [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 10:08:59 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 08:08:59 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/?post_type=benvenuti&p=15748 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 5 [filter] => raw ) [3] => WP_Post Object ( [ID] => 15670 [post_author] => 3 [post_date] => 2019-07-04 11:16:06 [post_date_gmt] => 2019-07-04 09:16:06 [post_content] => Vi ricordate come si forma il plurale dei nomi stranieri? 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