Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, simili alle oggettive, ma non del tutto uguali, le proposizioni dichiarative si distinguono per funzione e struttura. Vediamole insieme.
Buona lettura!
Prof. Anna
Nelle scorse settimane abbiamo parlato dell’attributo (https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2021/10/07/lattributo/; https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2021/10/14/la-posizione-dellattributo/) e dell’apposizione (https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2021/11/11/lapposizione/), oggi prendiamo in esame un tipo di proposizione che ha una funzione simile all’attributo e all’apposizione.
Prendiamo come esempio queste frasi:
- 1- siamo venuti qui con una certezza, che qui potevamo rilassarci;
- 2- non accetto questo: che tu ti comporti in questo modo.
In entrambi questi esempi, la proposizione subordinata serve a completare la reggente chiarendo, illustrando, precisando il significato di un elemento che la compone (come l’attributo e l’apposizione): sia esso un nome, certezza nell’esempio 1, oppure un pronome dimostrativo, questo nell’esempio 2. A differenza delle oggettive o delle soggettive non sono espansioni del verbo, ma di un elemento nominale della principale.
Una proposizione si dice dichiarativa (o enunciativa, o attributiva, o appositiva) quando completa il significato della reggente specificando i limiti di significato, che altrimenti sarebbe generico, di un nome o un pronome dimostrativo della reggente.
Le dichiarative possono essere implicite o esplicite.
Quando sono esplicite:
- sono introdotte da che, cioè che, e cioè che;
- il verbo, a seconda del significato generale, può essere al congiuntivo (per esprimere soggettività o potenzialità): speravo questo: che tu non partissi; l’indicativo (per la realtà): mi rende felice il pensiero che ti vedrò di nuovo; o il condizionale (per la eventualità-ipotetica): mi hanno fatto capire questo, cioè che sarebbe meglio andarci;
- graficamente il confine tra reggente e dichiarativa può essere segnato da una virgola, da un punto e virgola, dai due punti o, meno frequentemente, anche da un punto fermo.
Quando sono implicite hanno il verbo all’infinito preceduto o non preceduto dalla preposizione di: ha il pregio di non arrabbiarsi mai; non accetto una tale accusa: avere agito in maniera disonesta.
Cosa distingue una dichiarativa da una soggettiva o da un’oggettiva? Le soggettive e le oggettive forniscono alla reggente un contributo indispensabile per completare il significato e la struttura sintattica; il contributo delle dichiarative invece è indispensabile solo al completamento del significato, perché per quanto riguarda l’aspetto sintattico la proposizione reggente è già completa di per sé.
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