Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, oggi studieremo i verbi causativi, vedremo quali sono, il loro significato e soprattutto come si costruisce un periodo in loro presenza.
Buona lettura!
Prof. Anna
I verbi causativi sono verbi che esprimono un’azione non compiuta dal soggetto, bensì fatta compiere ad altri.
LA COSTRUZIONE CAUSATIVA
I verbi fare e lasciare seguiti da un infinito possono assumere un valore causativo.
Vediamo le seguenti frasi:
⇒ ho fatto mangiare i bambini;
⇒ ho fatto mangiare le verdure ai bambini.
In queste due frasi il soggetto grammaticale (io) del verbo causativo mette in moto l’azione che verrà poi compiuta dal soggetto logico (i bambini: sono “i bambini” che compiono l’azione del “mangiare”).
La costruzione causativa è composta da due frasi unite tra di loro senza congiunzioni o preposizioni. La prima frase ha come predicato una forma del verbo fare o lasciare e la seconda ha come predicato l’infinito di un altro verbo. Ci sono due soggetti che compiono azioni: il primo mette in moto l’azione del secondo “io (soggetto grammaticale) faccio in modo che qualcun altro (soggetto logico) faccia qualcosa”.
Ci sono diversi modi per esprimere il soggetto logico:
• quando il soggetto logico è espresso, ma non è espresso l’oggetto del verbo all’infinito, il soggetto logico segue il verbo all’infinito senza l’uso di preposizione: ho fatto mangiare i bambini, lascio guidare Maria;
• quando sono espressi sia il soggetto logico sia l’oggetto, il soggetto logico è introdotto dalla preposizione “a”: ho fatto mangiare la verdura (oggetto) ai bambini, lascio guidare la mia macchina (oggetto) a Maria;
• se il soggetto logico è espresso mediante un pronome atono diretto (li faccio mangiare, la lascio guidare), questo stesso, in presenza di un un oggetto diretto, diventa un pronome indiretto (faccio mangiare loro la verdura, le lascio guidare la mia macchina).
La frase retta da fare o lasciare può avere anche forma esplicita (soprattutto con lasciare) sempre col verbo al congiuntivo: lascio che Maria guidi la mia macchina.
SIGNIFICATO DEI VERBI CAUSATIVI
I verbi fare e lasciare possono avere due diverse sfumature di significato. Il soggetto del verbo causativo ordina, impone, comanda oppure permette, dà un’autorizzazione.
Il verbo fare può avere entrambe le sfumature di significato:
• mia madre mi fa sempre mettere in ordine la mia stanza (=mia madre mi impone di mettere in ordine la mia stanza);
• mia madre mi fa uscire la sera (=mia madre mi permette di uscire la sera).
Il verbo lasciare ha solo la seconda sfumatura di significato:
• lasciami entrare! (=permettimi di entrare!).
Ci sono diverse espressioni cristallizzate formate con questi verbi:
• far capire = persuadere;
• lasciare stare qualcuno = non disturbarlo;
• lascia stare! = smetti di fare quello che stai facendo;
• lasciamo stare! = non parliamone più;
• lasciare perdere = non curarsi, non preoccuparsi di qualcosa.
Nell’articolo (interessante come sempre) “guidare” appare scritto sbaglaito in due occasioni (giudare)
Ovviamente intendevo dire “sbagliato”!
Cara Anna, grazie per la segnalazione.
A presto
Prof. Anna
…ma sono proprio brava…neanche un errore…no non credo erano troppo facili
Complimenti Giovanna, ottimo risultato!
A presto
Prof. Anna
Mi piacciono motto gli esercizi. Gracie.
Cara Mary, grazie a te per il tuo intervento.
A presto
Prof. Anna
Buon pomeriggio Prof. Anna
Sono contenta. Ho fato tutti bene
Grazie
Ana
Molto bene Ana!
Sono contenta anch’io che tu abbia fatto tutto bene.
A presto
Prof. Anna
Grazie Mille, e molto buono.
Mi piace leggere
Benissimo, Grazie
Grazie, mi avete fatto imparare un po
Cara Paola N, benvenuta su Intercultura blog!
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Con questo dieci su dieci!
Molto bene Loris!
A presto
Prof. Anna
Cara Prof.ssa Anna,
Questa volta solo ho commesso un errore con la 5º frase, ma credo di vederlo e vado a guardarne per trovare. Mi piace veramente aver i risultati così bene, mentre leggo le cose false, perché non vedo bene ancora sulla disitanza per leggere. In Olanda diciamo per scherzare:”I miei bracchi sono troppo corti”. Con altre parole:” non riscio leggere su questa distanza”. Ma oké, ho bisogno la pazienza ancora per due mese, poi vado dal ottico.
Nei giorni scorsi sono stato presso un istituto di odontoiatria per misurare una protesi dentaria e ho una buona protesi e solo le mie ferite sono state così ridotte che mi serve presto un impianto, per cui dovrò subire una chirurgia e fortunatamente può richiedere molto tempo perché l’assicurazione sanitaria dà solo la luce verde se non esistono altre possibilità. Ma credo di aver un aiuto grande dell mio instituito dentaria per ottenerne, ma aspetto ancora, perché appena ho superato 2 interventi chirurgici e con i dentisti ho un’esperienza orribile e perciò ho dentieri artificiali ed ora non voglio pensare, ma presto dovrò credo io, perché so che il technico dentale abbia ragione. Anche se le due scorsi intervenzione sono andati molto bene voglio aspettare un po’ se sarebbe possibile. Con questo Lei do i miei
Brava Anita, ottimo risultato! Attenzione però, è corretto dire “vorrei aspettare un po’ se fosse possibile” oppure “voglio aspettare un po’ se è possibile”.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Cara Prof.ssa Anna,
Questa volta solo ho commesso un errore con la 5º frase, ma credo di vederlo e vado a guardarne per trovare. Mi piace veramente aver i risultati così bene, mentre leggo le cose false, perché non vedo bene ancora sulla disitanza per leggere. In Olanda diciamo per scherzare:”I miei bracchi sono troppo corti”. Con altre parole:” non riscio leggere su questa distanza”. Ma oké, ho bisogno la pazienza ancora per due mese, poi vado dal ottico.
Nei giorni scorsi sono stato presso un istituto di odontoiatria per misurare una protesi dentaria e ho una buona protesi e solo le mie ferite sono state così ridotte che mi serve presto un impianto, per cui dovrò subire una chirurgia e fortunatamente può richiedere molto tempo perché l’assicurazione sanitaria dà solo la luce verde se non esistono altre possibilità. Ma credo di aver un aiuto grande dell mio instituito dentaria per ottenerne, ma aspetto ancora, perché appena ho superato 2 interventi chirurgici e con i dentisti ho un’esperienza orribile e perciò ho dentieri artificiali ed ora non voglio pensare, ma presto dovrò credo io, perché so che il technico dentale abbia ragione. Anche se le due scorsi intervenzione sono andati molto bene voglio aspettare un po’ se sarebbe possibile. Con questo Lei do i miei cari saluti dal Olanda
Anita
Cara Anita, ti faccio un’altra correzione, si dice: “le mie braccia sono troppo corte”, in altre parole: “non riesco a leggere da questa distanza”.
A presto
Prof. Anna
Cara Prof.ssa Anna,
Lei ringrazio dalla cuore mio per le sue correzzione e spiegazione e nel frattempo mi sono accorto che fosse utile studiare la lezione ancora molto bene e l’ho fatto ed ora so, perchè mi ero sbagliato l’una volta su anoltra frase e l’altro volta su un altra frase della stessa tema ed ora mi non sbaglio ancora di piú, perche so come stanno le cose veramente bene. Perció mi non sbaglio ancora di piú con questa lezione e non anche se uso queste regole spontaneamente. La stoffa si trova veramente bene nella memoria mia. Oggi le ho usate durante un parlando con la mia aiuta domesticale.
La seguenta tema è venuto nella mia mente ed vorrei sapere, oppure sono corrette le frase. 1. Vado a nuotare. 2. Sono/ero andato a nuotare. Mi piacerebbe usare queste frase. Aspettando la sua risposto, Lai saluto dalla cuore mia
Anita
‘
Cara Anita, “vado a nuotare” si riferisce a un tempo presente (oggi vado a nuotare), mentre “sono andata a nuotare” o “ero andata a nuotare” si riferisce a un tempo passato (ieri sono andata a nuotare). Attenzione, la parola “tema” è maschile: “il seguente tema”.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Cara Prof.ssa Anna,
Al solito Lei ringrazio per la sua correzione e spiegazioni e con questa lezione ho imparato molte e molte cose e perciò la trovo veramente interessante perciò Lei sono grazievole.
Con carinsaluti dal Olanda
Anita
Tutto ok gli esercizi.
Ma perché. La faccio “richiamare” e non chiamare?
Caro Rino, sarebbe corretto anche “chiamare”, ma ho usato “richiamare” (chiamare di nuovo) perché la Signora aveva già chiamato una volta.
Un saluto
Prof. Anna
Sono veramente sodisfatta di aver trovato questo sito su internet per migliorare il mio italiano e continuare a imparare. Vi ringrazio tantissimo.
Cara Magdalena, benvenuta su Intercultura blog, se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
10/10 sui verb. causativi.
Molto bene Rino, ottimo risultato!
A presto
Prof. Anna
E interessante che il pronome atono diretto in presenza di un un oggetto diretto, diventa un pronome indiretto.
Grazie Prof. Anna per sempre spiegarci tutte le regole tanto chiaramente :-).
Sto ripassando la grammatica e imparo molto con l’auita di questo blog 🙂 !
Cara RiTusi, sono contenta che il blog ti sia di aiuto, se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
Attenti!
Alle frasi numero 9 c’è un errore di battitura:
scrivere insegnante e non insengnante
Carp Jean Pierre, grazie per la segnalazione. L’errore è stato corretto.
A presto
Prof. Anna
Buongiorno
Vorrei chiedere se diciamo adempiere qualcosa oppure a qualcosa perché trovo due casi.. grazie
Caro Giorgio, il verbo “adempiere” può essere usato transitivamente (adempiere un dovere) o intransitivamente (adempiere a un dovere), sono corrette entrambe le costruzioni.
Un saluto
Prof. Anna
Possiamo dire(che troiata questo film…non può essere visto,non mi piace per niente) 2)quello che avete fatto/commesso è stato una troiata…dovete andare a chiedere scusa) grazie
Caro Giorgio, i periodi che mi scrivi sono corretti.
Un saluto
Prof. Anna
Complimenti
Caro Giuseppe, benvenuto su Intercultura blog. Se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
Buongiorno, nella frase “Mi faccio lavare la macchina da loro”, il verbo “farsi” è un verbo transitivo pronominale, nel quale il pronome riflessivo “mi” è complemento di termine; e in aggiunta il verbo “farsi” è seguito da un infinito (lavare, in forma implicita), assumendo un valore causativo (I verbi causativi sono verbi che esprimono un’azione non compiuta dal soggetto, bensì fatta compiere ad altri: “da loro”).
Cara Marina, è esatto.
Prof, buongiorno; e in quest’altra frase “Roberto si è fatto installare un dispositivo dentro casa” il verbo “farsi” è un verbo pronominale, ma in questo caso intransitivo, e anche qui, se non sbaglio, con funzione causativa (perché fatta eseguire o permessa, dal soggetto, ma compiuta in realtà da altri: e cioè ” Roberto ha fatto installare dentro casa sua un quel dispositivo”)?
Cara Marina, è corretto.
Salve, il verbo “raggirare” è transitivo quindi ammette il complemento oggetto: “Sono riusciti a raggirarmi (“mi” è il complemento oggetto; “sono riusciti a raggirare [chi?] me”). Ma in quest’altre due frasi qual è il complemento oggetto? “Ti sei fatto raggirare da un imbroglione” e “Un ingenuo che si lascia facilmente raggirare”. Allora ho fatto il seguente ragionamento…Seguiti dall’infinito di un verbo, “farsi e lasciarsi” assumono valore causativo (i verbi causativi sono verbi che esprimono un’azione non compiuta dal soggetto, bensì fatta compiere ad altri), nel significato di “lasciare, permettere a qlcu. o a qlco. di agire su se stessi: “si fa (si lascia) prendere dall’ira”. Ergo, probabilmente, nella prima frase il complemento oggetto dovrebbe essere “ti”: “Un imbroglione ha raggirato [chi?] te”; nella seconda forse il “si”: “Un ingenuo che lascia facilmente raggirare (sottointeso “da qualcuno”) [chi?] se”.
Spero sia corretto
Cara Clara, il tuo ragionamento è corretto.
Salute, anche in quest’altra frase il ragionamento è lo stesso sopraesposto: “Ti sei fatto gabbare da quei due mascalzoni”. Allora i verbi sono “farsi”, con valore causativo, e “gabbare” che è transitivo ed è all’infinito. Quindi il complemento oggetto della nostra frase è “ti”=”tu”: e cioè “Quei due mascalzoni (soggetto) hanno gabbato (chi?) te (complemento oggetto)”.
Corretto?
Cara Clara, l’analisi della frase “Quei due mascalzoni (soggetto) hanno gabbato (chi?) te (complemento oggetto)” è corretta.
Quindi suppongo che il mio ragionamento sia corretto anche in questo caso?
Esatto.
“Lei si fa sempre compatire”;
…”farsi” è un verbo pronominale intransitivo (ove la particella pronominale è parte integrante del verbo) con funzione causativa (iI verbo causativo è un verbo che esprime un’azione non compiuta dal soggetto [lei], bensì fatta compiere ad altri; il primo, il soggetto grammaticale “lei,” mette in moto l’azione del secondo: “Lei [soggetto grammaticale] fa in modo che qualcun altro [soggetto logico, e magari sottinteso] faccia qualcosa [gli altri compatiscono lei; lei si fa compatire da altri]”), seguito dall’infinito del verbo “compatire”.
È corretto?
Caro Iacopo, è corretto.
1) In “Fa’ che sia vero” usiamo il congiuntivo perché il senso della frase è “Adoperarsi, ingegnarsi (+ di e inf. o + che e cong.)”: fa’ di tornare presto; fa’ che venga presto a casa; ma anche con valore ottativo: “Dio mio, fa’ che ciò non accada”.
2) “Fatemi sapere se siete riusciti a pescare” è un’interrogativa indiretta totale all’indicativo (siete riusciti) perché retta da “sapere”, preceduto dal causativo “fatemi” (i verbi causativi sono verbi che esprimono un’azione non compiuta dal soggetto, bensì fatta compiere ad altri), in forma affermativa e comunque l indicativo è più comune.
3) Nella frase “E pensare che c’è gente che…” usiamo l indicativo (“c’è”) perché “pensare” è usato con il senso di “Considerare col pensiero”, “tener conto” e non di “credere” e “supporre”, che allora richiederebbero il congiuntivo nella subordinata.
Penso sia corretto…
Caro Livio, è tutto corretto.
Le frasi al punto n. 9 sono identiche.
Cara Fulvia, non sono identiche: “L’insegnante di inglese di Francesca ultimamente le ha fatto fare molti esercizi di grammatica”,
“L’insegnante di inglese di Francesca ultimamente la ha fatto fare molti esercizi di grammatica”, nella prima “le ha fatto fare”, nella seconda “la ha fatto fare”.
Un saluto
Prof, nella frase “Questo mi fa pensare che tizio non tifasse alcuna squadra”, il verbo “fare” penso che sia considerato come un verbo causativo, visto che è seguito da un infinito (il quale, in aggiunta, regge il congiuntivo nella subordinata “tifasse”, in quanto retta dal verbo “pensare”, in riferimento al passato, con il significato di “supporre”).
È corretto?
Ah, “tifasse” ha comunque valore durativo, esprimente anteriorità, rispetto al presente “fa pensare”…
Esatto.
Caro Filippo Maria, è corretto.
È molto interessante l’esercizio.Grazie.
1)”Non facciamoci vedere”
…Il verbo “farsi”, intransitivo pronominale, è seguito da un infinito (“vedere”, in forma implicita), assumendo un valore causativo (I verbi causativi sono verbi che esprimono un’azione non compiuta dal soggetto [“noi”], bensì fatta compiere ad altri [“da loro”]). E quindi “farsi” (verbo pronominale intransitivo ove la particella pronominale è parte integrante del verbo) ha funzione causativa che esprime un’azione non compiuta dal soggetto (“noi”), bensì fatta compiere ad altri; il primo (il soggetto grammaticale “noi”) mette in moto l’azione del secondo (“da loro”). Ergo il soggetto grammaticale “noi” fa in modo che qualcun altro (soggetto logico, e magari sottinteso: “da loro” ad esempio] faccia qualcosa. È come se dicessimo: “(Noi) non facciamoci vedere (da loro)”. Ah, la particella “ci”, parte integrante del verbo “farsi”, è in posizione enclitica, formando un imperativo negativo “Non facciamoci”.
Penso sia tutto corretto
Caro Filippo Maria, è corretto.
Anche in questa “Ti faccio aprire la porta” il ragionamento è lo stesso; però il verbo qui è “fare” con valore causativo e non “farsi”…
Mi sembra ok…
Esatto.
Il verbo “compatire” in senso transitivo (quindi che ammette il complemento oggetto) significa “Provare o esprimere compassione, e quindi sentimento di partecipazione alle sofferenze altrui, unito al desiderio di alleviarle e di porre loro fine”. Es: Ti compatisco”, frase in cui “ti” è il complemento oggetto, e cioè “Io compatisco te”.
Penso sia corretto
Cara Laura, è corretto.
“Fare compagnia e farsi compagnia”:
Allora entrambe le locuzioni sono identiche dal punto di vista del significato (e cioè “Fare, tenere compagnia, accompagnare qualcuno, stargli vicino”), ma nella prima il verbo è “fare” (“Fammi compagnia!” e cioè “Tu fai compagnia a me!”), mentre nella seconda il verbo è il transitivo pronominale “farsi”, ma con valore reciproco (“Stasera ci facciamo compagnia!” e cioè “Io faccio compagnia a te e tu fai compagnia a me!”).
Penso sia ok…
Caro Filippo, è ok.
gentile.prof Anna
ho un dubbio nella frase “sento qualcuno cantare.” il verbo “sentire” svolge il valore causativo in questo caso?e “qualcuno”è soggetto logico di “cantare”?
grazie mille
Caro Luca, il verbo “sentire” non ha valore causativo. Analizzerei in questo modo il periodo: “sento qualcuno” proposizione principale, “cantare” proposizione oggettiva implicita. Quando abbiamo un’oggettiva implicita con i verbi “ascoltare, sentire, vedere, guardare” ecc. l’infinito non è seguito dalla preposizione “di”: sentivo qualcuno cantare; vedo le macchine passare.
A presto
Gentile prof Anna
non fare altro che + infinito
“non fa altro che piangere.”
può essere un verbo causativo?(locuzione verbale di fare)
grazie mille
Caro Luca, non direi, la locuzione significa “non fa altra cosa che piangere” e cioè “piange sempre”.
Un saluto
Gentile prof Anna
Nel suo esempio, sarebbe una subbodinata interrogativa indiretta.
“Non fa altro che/nient’altro che piangere”
non c’è locuzione verbale (sbagliavo)ma avverbio, però a volte mi sembra la congiunzione “invece di”
“preferisco dormire altro che lavorare.”
E non capisco nemmeno la struttura dei seguenti frasi:
“Che per voi sembra voler dire non far altro che indossare vestiti graziosi”
“la posizione di Alexander Nikitin sembra non fare altro che peggiorare.”
La seconda può essere la soggettiva utilizzata come predicato nominale ma la prima?
Caro Luca, si dice “preferisco dormire piuttosto che lavorare”; l’espressione “non fare altro che” si può tradurre con “non fare un’altra cosa se non”: “non far altra cosa se non indossare vestiti graziosi”; “sembra non fare altra cosa se non peggiorare”.
Un saluto
*sembra voler dire (soggettiva)che per voi non fare….(interrogativa)*scusi perchénon ho pensato attentamente prima di pubblicare .
Caro Luca, in questo periodo non c’è un’interrogativa; quale sarebbe?
Gentile prof Anna
“non fa altra cosa che piangere.” “cosa” sostantiva di incertezza….. ora che è menzionato…
“decidere sul da farsi” “non ero sicuro sul da farsi”
sono subordinate perché verbo nominale è “tricky”,ma può essere analizzato come complemento?
Caro Luca, in che senso “sostantivo di incertezza”? In ogni modo il modo comune di esprimere questo concetto è “non fa altro che piangere”; si tratta di subordinate e non di complementi.
A presto
Gentile prof Anna
un dubbio nell’esempio “ho lasciato i miei amici scegliere il ristorante.” perché non si dice “ho lasciato scegliere il ristorante ai miei amici.” la prima frase probabilmente segue l’ordine inglese “let+SB+do+sth” ma questa struttura è anche accettabile nell’italiano?
“fammi aiutarti” questa è corretta?(il soggetto logico sarebbe “mi”,allora “ti” è superfluo ?)
Caro Luca, è meglio usare la costruzione “ho lasciato scegliere il ristorante ai miei amici” e la frase “lascia che ti aiuti”.
Un saluto