Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, questa settimana vedremo quali sono i casi, e non sono infrequenti, in cui il verbo della proposizione reggente è al condizionale.
Buona lettura!
Prof. Anna
Sappiamo che il condizionale segnala che la realizzazione dell’azione espressa dal verbo è condizionata da altri fatti: verrei al cinema (se avessi tempo). Si usa sia in proposizioni indipendenti sia in quelle subordinate. Oggi vediamo l’uso del condizionale nelle frasi indipendenti.
USO DEL CONDIZIONALE NELLA REGGENTE
Per quanto riguarda ciò che questo modo verbale esprime nelle reggenti, si può usare, sia al presente che al passato, per:
• attenuare una richiesta (condizionale di cortesia): vorrei un caffè;
• prendere le distanze e sottolineare che quello che si sta per dire non è certo (condizionale di dissociazione): secondo le testimonianze il criminale sarebbe scappato subito dopo l’arrivo della polizia;
• esprimere un desiderio o un augurio (condizionale ottativo): sarebbe divertente andarci tutti insieme!;
• nella proposizione principale di un periodo ipotetico (apodosi): al presente: cucinerei io, se fossi capace; o al passato: avrei cucinato io, se fossi stato capace.
CONCORDANZA DEI TEMPI QUANDO NELLA REGGENTE C’È IL CONDIZIONALE
Ma vediamo ora come si comportano i verbi che sono retti dal condizionale, quali tempi e modi sono necessari.
La concordanza dei tempi quando il verbo della reggente è al condizionale (presente o passato), è la stessa che abbiamo quando il verbo è all’indicativo (presente o passato), quindi il condizionale, ai fini della dipendenza, si comporta come l’indicativo per esprimere anteriorità, contemporaneità, posteriorità.
Distinguiamo i casi in cui nella subordinata abbiamo un verbo all’indicativo o un verbo al congiuntivo:
• SE LA PROPOSIZIONE SUBORDINATA HA IL VERBO ALL’INDICATIVO
→ per esprimere contemporaneità:
PRESENTE | REGGENTE: affermerei | SUBORDINATA AL PRESENTE: che hai ragione |
PASSATO | REGGENTE: avrei affermato | SUBORDINATA ALL’IMPERFETTO: che avevi ragione |
→ per esprimere anteriorità:
PRESENTE | REGGENTE: affermerei | SUBORDINATA ALL’IMPERFETTO: che avevi ragione
AL PASSATO REMOTO: che avesti ragione AL PASSATO PROSSIMO: che hai avuto ragione AL TRAPASSATO PROSSIMO: che avevi avuto ragione |
PASSATO | REGGENTE: avrei affermato | SUBORDINATA AL TRAPASSATO PROSSIMO: che avevi avuto ragione |
→ per esprimere posteriorità:
PRESENTE | REGGENTE: affermerei | SUBORDINATA AL FUTURO: che avrai ragione |
PASSATO | REGGENTE: avrei affermato | SUBORDINATA AL CONDIZIONALE PASSATO: che avresti avuto ragione |
• SE LA PROPOSIZIONE SUBORDINATA HA IL VERBO AL CONGIUNTIVO
→ per esprimere contemporaneità:
PRESENTE | REGGENTE: crederei | SUBORDINATA AL PRESENTE: che tu abbia ragione |
PASSATO | REGGENTE: avrei creduto | SUBORDINATA ALL’IMPERFETTO: che tu avessi ragione |
→ per esprimere anteriorità:
PRESENTE | REGGENTE: crederei | SUBORDINATA AL PASSATO: che tu abbia avuto ragione
ALL’IMPERFETTO: che tu avessi ragione AL TRAPASSATO: che tu avessi avuto ragione |
PASSATO | REGGENTE: avrei creduto | SUBORDINATA ALL’IMPERFETTO: che avessi ragione
AL TRAPASSATO: che avessi avuto ragione |
→ per esprimere posteriorità:
PRESENTE | REGGENTE: crederei | SUBORDINATA AL CONDIZIONALE PASSATO: che avresti avuto ragione |
PASSATO | REGGENTE: avrei creduto | SUBORDINATA AL CONDIZIONALE PASSATO: che avresti avuto ragione |
• CONCORDANZA CON I VERBI CHE ESPRIMONO VOLONTÀ O DESIDERIO AL CONDIZIONALE
Le regole sulla concordanza dei tempi appena illustrate non valgono quando nella reggente c’è un verbo che esprime volontà o desiderio (volere, desiderare, preferire ecc.) coniugato al condizionale. In questi casi per indicare un rapporto di contemporaneità o posteriorità si usa il congiuntivo imperfetto e per indicare un rapporto di anteriorità si usa il congiuntivo trapassato:
→ vorrei che tu venissi con me (contemporaneità e posteriorità);
→ vorrei che tu fossi venuto con me (anteriorità);
→ avrei voluto che tu venissi con me (contemporaneità e posteriorità);
→ avrei voluto che tu fossi venuto con me (anteriorità).
Cara Professoressa Anna,
Grazie per l’ ottima lezione!
Ho fatto l’esercizio nel suo “intero” come segue.
Potrebbe per favore correggerlo. In anticipo grazie e cordiali saluti.
1
a sarebbe falso
b contemporaneità
2
a contemporaneità
b anteriorità
3
a posteriorità
b sarebbe falso
4
a contemporaneità (o posteriorità)
b anteriorità
5
a contemporaneità
b sarebbe falso
6
a posteriorità e/o contemporaneità
b sarebbe falso
7
a anteriorità
b sarebbe falso
8
a contemporaneità o posteriorità
b anteriorità
9
a posteriorità:
b sarebbe falso
10
a contemporaneità
b sarebbe falso
Caro Andree, molto bravo! Le tue risposte sono tutte corrette.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Cara professoressa: questa lezione è tropo importante per apprenderla solamente in una lezione. Penso che sia tropo difficile e che ci bisognerebbero molti esercizi di pratica.
Cara Prof. Anna
un bellissima lezione.Ho stampato le pagine,poi le leggero’ e poi provero’ a fare l’esercizio.
Grazie dal cuore,
kdela
una bellissima lezione- un errore della tastiera
scusa
Cara Prof.ssa Anna,
Ha voluto alcuni giorni prima ho capito il mio solo errore della 5º frase, anche ho lasciato questa lezione per un giorno, ma oggi ne ho studiato meglio, poi di punto in bianco ne capisco e non ho commesso un errore di più. Negli prossimi giorni studiarò certamente il lezione bene ripetutamente, perché vorrei rimenarlo bene nella mia memoria, perché ne trovo interessante e importante; questo lezione ha una ricca variabilità che trovo anche divertente.
Con saluti cordiali dal Olanda
Anita
Carissima prof.ssa ANNA, un mio amico ha scritto la frase “Se DOVESSETE uscire stamattina presto, portatevi un coltello per tagliare la nebbia”. Io l’ho corretto dicendogli che avrebbe dovuto usare il congiuntivo DOVESTE e lui mi ha detto che è una forma dialettale toscana e che va bene, anche se desueto, usarlo anche in italiano. E’ vero?
Caro Dario, è una forma che non conosco e non ho mai sentito, ma in italiano la forma corretta è quella che proponi tu.
Un saluto
Prof. Anna
Mi scusi, Prof.ssa Anna, non molto fa che ho iniziato a imparare l’italiano e, com’é solito, ho dei dubbi. C’é alcuna differenza semantica tra la espresione ” fu introdotto nel 1767″ e “venne introdotro nel 1767”? inoltre, come si chiama questo fenomeno (?) ?
Caro Gabriele, non c’è alcuna differenza semantica tra le due forme verbali, si tratta di due costruzioni passive: la prima è formata con l’ausiliare “essere” (fu introdotto), la seconda è formata con l’ausiliare “venire” (venne introdotto), quest’ultimo tipo di costruzione passiva è possibile solo se nella corrispondente frase attiva c’è un verbo coniugato in un tempo semplice (cioè non composto). Per ripassare le costruzioni passive, ti consiglio di leggere questi articoli: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2013/01/17/la-forma-passiva-1/ https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2013/01/24/la-forma-passiva-2/
A presto
Prof. Anna
Cara Prof.ssa Anna,
Perchè trovo questo lezione molto importante e interessante, l’ho letto alcune volte e tutte le risposte sono venuto in verde, che mi piaccia. Anche vorrei continuare studiarlo negli prossimi giorni, perché mi godo questo lezione.
Recentamente mi viene anche i spiegati delle parole su chio clicco due volte, che mi piaccia anche leggerli in italiano e con i centri commerciali illuminati in sfera Natale sono anche felice e mi godo questo. Saluti dal mio cuore da un Olanda bellissima
Anita
Brava Anita, complimenti per l’ottimo risultato!
A presto
Prof. Anna
Mi e` piaciuto molto questo test. Le lezioni anche erano molto informativa.
Buona sera Professoressa,
Sono uno studente in Belgio e abbiamo finito il libro Nuovo magari C1/C2 (scuola di sera,quinto anno). Lei può indicarmi comé ripetere tutta la grammatica in un modo abbastanza avanzata per favore. E molto interessante fare esercizi con correzzione immediata. Posso iscrivermi anche nel sito per favore?
Cari saluti
Caro Carl, benvenuto su Intercultura blog! Per ripetere la grammatica ed esercitarti, puoi cercare gli argomenti che ti interessano nel blog, inserendo l’oggetto della ricerca in alto nella pagina del blog, oppure sfogliando le categorie di argomento nel menù a tendina a sinistra della pagina, in questo modo potrai leggere gli articoli e valutare la conoscenza dei vari argomenti facendo i test. Per iscriverti alla newsletter basta iserire il tuo indirizzo e-mail e riceverai ogni settimana una notifica quando un nuovo articolo viene pubblicato sul blog.
Se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
Cara Professoressa Anna grazie tanto:)
Salve cara Professoressa Anna, per favore ho un domanda su questa frase:
Giolio, mi faresti il favore di arrivare puntuale?
Questa frase esprime : un’ordine o una richiesta in termini cortesi e grazie.
Cara Sara, la frase esprime una richiesta in maniera gentile.
Un saluto
Prof. Anna
Buon giorno Prof Anna, sono senegalese naturalizzato italiano, sono molto intressato alla grammatica italiana e devo ammettere che il suo sito mi sta sempre d’aiuto a risolvere vari dubbi grammaticali….. vorrei chiederle, se non è possibile avere, perché non lo vedo tra gli esempi sopra fatti , un rapporto temporale di posteriorità tra una reggente al condizionale presente e una dipendente al futuro semplice? Esempio: crederei che avrai ragione. A me sembra possibile! Poi la frase (crederei che avresti avuto ragione) se il rapporto temporale è di posteriorità sarebbe realizzabile l’azione espressa nella dipendente? Grazie
Caro Tidiane, per esprimere posteriorità in dipedenza da un condizionale presente (che non sia un verbo di volontà o desiderio) il fururo semplice non è corretto, è necessario usare il condizionale passato. Non so se ho capito bene la tua ultima domanda, ma sì, l’azione espressa dalla dipendente è realizzabile, ma poiché dipenda da un condizionale, la realizzabilità è legata ad una condizione.
A presto
Prof. Anna
Buongiorno prof.Anna, non mi è ancora chiaro il concetto : se l’esempio che Lei ha fatto ( affermerei che avrai ragione ) è corretto e vedendo che il verbo del condizionale non esprime né volontà né desiderio, perché è sbagliato ( crederei che avrai ragione )? dove sta la differenza?
Certo, se il verbo esprimesse volontà o desiderio sarebbe , esempio (vorrei che avessi ragione ). Grazie per l’impegno!
Caro Tidiane, la differenza è che le regole sulla concordanza dei tempi sono diverse per i verbi che vogliono il congiuntivo (credere) e quelli invece che reggono l’indicativo (affermare), quindi, come riportato nello schema, se vogliamo esprimere posteriorità in dipendenza da “crederei” dobbiamo usare il condizionale passato, mentre in dipendenza da “affermerei” dobbiamo usare il futuro semplice. Spero di aver chiarito il tuo dubbio.
A presto
Prof. Anna
Tante grazie frofessore! adesso ho capito bene.
Salve prof Anna, rispetto a quanto mi ha spiegato l’altra volta sul rapporto di contemporaneità, anteriorità e posteriorità con una reggente al condizionale, ho trovato su un sito di grammatica una versione, un pò diversa, che mi sta mettendo in confusione. Potrebbe gentilmente analizzare questi esempi e dirmi se siano accettabili tutte e due o uno sia errato. Grazie condizionale presente
Esempio: Io crederei contemporanea imperfetto congiuntivo: che sapessi
anteriore trapassato congiuntivo: che avessi saputo
posteriore imperfetto congiuntivo: che sapessi
Condizionale passato
Esempio: Io avrei creduto contemporanea imperfetto congiuntivo: che sapessi
trapassato congiuntivo: che avessi saputo
anteriore trapassato congiuntivo: che avessi saputo
posteriore trapassato congiuntivo: che avessi saputo
Caro Tidiane, con verbo al condizionale presente, nella suborsinata per esprimere contemporaneità mi risulta solo il congiuntivo presente, mentre il congiuntivo imperfetto o trapassato si usano per esprimere anteriorità e per la posteriorità si usa il condizionale passato. Le soluzioni che mi scrivi invece sono corrette se il verbo della reggente coniugato al condizionale (presente o passato) è un verbo di volontà o desiderio (non “credere”), in questi casi per indicare il rapporto di contemporaneità o posteriorità si usa l’imperfetto congiuntivo, per indicare anteriorità si usa il congiuntivo trapassato, puoi trovare queste indicazioni anche alla fine di questo articolo.
Un saluto
Prof. Anna
Buongiorno, cara professoressa Anna!
Mi chiamo Anton, sono russo e già da quasi 5 anni che studio l’italiano, è la mia passione più grande.
Sufficiente poco fa ho fatto fronte ad un problema che riguarda la concordanza dei tempi, cioè il caso in cui nella proposizione principale abbiamo “il condizionale passato” mentre in quella subordinata dobbiamo metterci “il congiuntivo” per esprimere il rapporto di anteriorità.
E proprio qui mi viene dubbio perchè nella “grammatica italiana” pubblicata sul sito Treccani e sul quello nostro ho letto che per esprimere i rapporti di anteriorità tra due proposizioni (quelle principale e subordinata) dove nella parte principale si mette “condizionale passato”, in quella subordinata possiamo metterci sia “congiuntivo imperfetto” che “quello trapassato”.
Per esempio:
1. Avrei creduto che tu avessi ragione (cond. passato => congiuntivo imperfetto);
2. Avrei creduto che tu avessi avuto ragione (cond. passato => congiuntivo trapassato).
3. Oppure dall’esempio pubblicato qui, sul nostro sito:
→ per esprimere anteriorità:
PASSATO REGGENTE: avrei creduto SUBORDINATA ALL’IMPERFETTO: che tu avessi ragione.
Nel secondo esempio si vede chiaramente che i rapporti fra due proposizioni sono quelli di anteriorità, mentre nel primo caso non si capisce quali sono quei rapporti, perchè l’utilizzo del congiuntivo imperfetto nella proposizione subordinata potrebbe significare anche il rapporto di contemporaneità, come si spiega qui nell’articolo:
→ per esprimere contemporaneità:
PASSATO REGGENTE: avrei creduto SUBORDINATA ALL’IMPERFETTO: che tu avessi ragione
Per cui non riesco a capire qual’è la differenza tra due frasi:
→ per esprimere anteriorità:
PASSATO REGGENTE: avrei creduto SUBORDINATA ALL’IMPERFETTO: che tu avessi ragione.
→ per esprimere contemporaneità:
PASSATO REGGENTE: avrei creduto SUBORDINATA ALL’IMPERFETTO: che tu avessi ragione.
Se nella prima frase dopo il verbo reggente (in condizionale passato) segue “congiuntivo trapassato” vedrò che i rapporti fra loro sono proprio quelli di anteriorità, ma come posso distinguere la sfumatura temporale in quelle due se all’estero sono uguali?
Spero di ricevere una risposta da Sua parte.
Grazie in anticipo!
Saluti,
Anton
Buongiorno, cara professoressa Anna!
Mi chiamo Anton, è già da quasi 5 anni che studio l’italiano, è la mia passione più grande.
Sufficiente poco fa ho fatto fronte ad un problema che riguarda la concordanza dei tempi, cioè il caso in cui nella proposizione principale abbiamo “il condizionale passato” mentre in quella subordinata dobbiamo metterci “il congiuntivo” per esprimere il rapporto di anteriorità.
E proprio qui mi viene dubbio perchè nella “grammatica italiana” pubblicata sul sito Treccani e su questo sito ho letto che per esprimere i rapporti di anteriorità tra due proposizioni (quelle principale e subordinata) dove nella parte principale si mette “condizionale passato”, in quella subordinata possiamo metterci sia “congiuntivo imperfetto” che “quello trapassato”.
Per esempio:
1. Avrei creduto che tu avessi ragione (cond. passato => congiuntivo imperfetto);
2. Avrei creduto che tu avessi avuto ragione (cond. passato => congiuntivo trapassato).
3. Oppure come nel esempio proposto da Lei:
→ per esprimere anteriorità:
PASSATO REGGENTE: avrei creduto SUBORDINATA ALL’IMPERFETTO: che tu avessi ragione.
Nel secondo esempio si vede chiaramente che i rapporti fra due proposizioni sono quelli di anteriorità, mentre nel primo caso non si capisce quali sono quei rapporti, perchè l’utilizzo del congiuntivo imperfetto nella proposizione subordinata potrebbe significare anche il rapporto di contemporaneità, come si spiega qui:
→ per esprimere contemporaneità:
PASSATO REGGENTE: avrei creduto SUBORDINATA ALL’IMPERFETTO: che tu avessi ragione
Per cui non riesco a capire qual’è la differenza tra due frasi:
→ per esprimere anteriorità:
PASSATO REGGENTE: avrei creduto SUBORDINATA ALL’IMPERFETTO: che tu avessi ragione.
→ per esprimere contemporaneità:
PASSATO REGGENTE: avrei creduto SUBORDINATA ALL’IMPERFETTO: che tu avessi ragione.
Se nella prima frase dopo il verbo reggente (in condizionale passato) segue “congiuntivo trapassato” vedrò che i rapporti fra loro sono proprio quelli di anteriorità, ma come posso distinguere la sfumatura temporale in quelle due se all’estero sono uguali?
Spero di ricevere una risposta da Sua parte.
Grazie in anticipo!
Saluti,
Anton
Caro Anton, esistono entrambe le possibilità per esprimere anteriorità in dipendenza dal condizionale passato (congiuntivo imperfetto e trapassato), possiamo capire se si tratta di un rapporto di contemporaneità o anteriorità dal contesto e dagli eventuali indicatori temporali.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie mille della Sua risposta professore!
Ormai è stata lei a riuscire a scogliere tutti i miei dubbi!
Saluti,
Anton
Gent.ma Prof. Anna,
com’è possibile formare una frase così composta: 3^ pers. sing. condizionale passato verbo essere
e 3^ pers. sing. congiuntivo imperfetto verbo mangiare?
Grazie
Elisabetta
Cara Elisabetta: “mi aveva promesso che sarebbe stato puntuale”, “credevo che Marco non mangiasse carne”.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie infinite
Cara Professoressa Anna,
Ho un dubbio sulla seguente frase: ” Prediceva quello che SAREBBE STATO SCRITTO l’indomani sul giornale” Non si puo’ dire invece: ” Prediceva quello che SAREBBE SCRITTO l’indomani sul giornale”? Gradirei un chiarimento. Mille grazie.
Cara Giovanna, nella frase che mi scrivi c’è na forma passiva (sarebbe stato scritto), il passivo si forma con l’ausiliare “essere” coniugato nel tempo del corrispondente verbo attivo (sarebbe stato), seguito dal participio passato del verbo (scritto), per ripassare questo argomento ti consiglio qesto articolo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2013/01/17/la-forma-passiva-1/.
A presto
Prof. Anna
Grazie per la lezione. Prof.ssa Anna, mi scioglierebbe questo dubbio?
Preferirei che le regalassero qualcosa che userebbe volentieri…
Preferirei che le regalassero qualcosa che usasse volentieri…
Grazie buona giornata
Caro Biagio, userei l’indicativo presente: “qualcosa che usa volentieri”.
Un saluto
Prof. Anna
Commetto errori se scrivo questa frase?:
Preferirei avere paura, ma per tutta la vita dichiarerei sempre la verità.
Mille grazie per la sua risposta
Caro Loris, non riesco a capire bene il senso del periodo che mi scrivi, in che senso “ma per tutta la vita dichiarerei sempre la verità”, che collegamento ha con “preferirei avere paura”. Prova a spiegarmi meglio in modo che io possa risponderti in maniera più precisa.
A presto
Prof. Anna
Si tratta di un ricordo passato con previsione per il futuro. La frase completa è:
Ma io non ho mai imparato quella lezione. Preferirei aver paura, ma per tutta la mia vita dichiarerei sempre la verità.
Caro Loris, quello che non capisco è l’uso del condizionale “dichiarerei” e nemmeno il nesso tra le due frasi (“preferirei aver paura” e “ma per tutta la mia vita dichiarerei sempre la verità”).
Prof. Ana
Appunto che vorrei sapere se scrivo bene o no.
Nella frase
“Ma io non ho mai imparato quella lezione. Preferirei aver paura, ma per tutta la mia vita dichiarerei sempre la verità.”
Vorrei far capire che Non ho mai imparato quella lezione (essere bugiardo) e per il resto della vita preferisco (preferirei) avere paura, e dire (dichiarerei) sempre la verità.
Il mio dubbio è se è corretto scrivere Preferirei (o preferisco?) e dichiarerei.
Ancora grazie per la sua pazienza
Caro Loris, adesso è più chiaro. Il primo condizionale (preferirei) è corretto ma non il secondo, il verbo “dichiarare” è in questo caso retto ancora da “preferirei” e quindi è necessario usare l’infinito “dichiarare”.
A presto
Prof. Anna
Allora Prof Anna dovrei scrivere così “Ma io non ho mai imparato quella lezione. Preferirei aver paura, ma per tutta la mia vita DOVREI DICHIARARE sempre la verità.”
Ops, ho riletto la frase e la correggo da solo perché ho capito cosa voleva di lei nella risposta precedente:
“Ma io non ho mai imparato quella lezione. Preferirei aver paura, ma per tutta la mia vita DICHIARARE sempre la verità.”
Sinceramente non mi torna. A volte è così strano l’italiano. Trovo migliore scrivere DOVREI o VORREI DICHIARARE. In questo caso non sarebbe più gradevole
“Ma io non ho mai imparato quella lezione.PREFERISCO aver paura ma per tutta la mia vita DOVREI (o VORREI) DICHIARARE sempre la verità.”
Caro Loris, i due periodi hanno un significato diverso, nel caso che ti ho proposto i due verbi sono retti da “preferirei”, quindi “preferirei aver paura e preferirei dichiarare sempre la verità”, il caso con il condizionale “dovrei dichiarare sempre la verità” esprime un’ipotesi conseguente alla frase precedente, ma è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
Altro dubbio:
Mi diede un pezzo di formaggio e vomitai talmente tanto che se fossi sopravvissuto avrei pensato di essere immortale.
O è giusto:
Mi diede un pezzo di formaggio e vomitai talmente tanto che se sarei sopravvissuto avrei pensato di essere immortale.
Caro Loris, il primo periodo è quello corretto.
Un saluto
Prof. Anna
Professoressa Anna, colgo in pieno la sua disponibilità e così vorrei togliermi altri dubbi:
1) La chiamai al telefono verso le quattro, certo che Ugo fosse (ERA) al lavoro.
2) Alla bionda più giovane assicurai che l’avrei (AVESSI) chiamata.
3) Se il povero cieco avesse visto con i suoi occhi chi aveva sparato, e se il delinquente fosse stato lo stesso ad aver compiuto la rapina al supermercato in precedenza, (in questo caso la sua fortuna valeva doppio) forse non sarebbe rimasto vivo da poterne parlare poi con me.
4) Secondo te, dove si troverebbero? (SI TROVANO?)
5) Se ci fosse (SAREBBE) una corsa podistica in programma, avrebbe visto la segnaletica già da qualche giorno.
6) Se fosse (SAREBBE) uscito dalla vegetazione e si sarebbe (FOSSE) spostato d’alcuni metri, avrebbe davanti a sé una visuale bellissima.
7) Se non avesse (AVREBBE) beccato un ramo, gli avrebbe spappolato il cervello.
8) Magari se non mi sarei (FOSSI) alzato, o se lui fosse (SAREBBE) riuscito a farlo prima di me, credo che mi avrebbe ucciso
9) Mi avessero (AVREBBERO) misurato la febbre, avrei avuto quaranta.
10) Forse sarebbe stato meglio se avessi (AVREI) proseguito con le mie ricerche.
11) Se mi fossi (AVESSI) (AVREI) misurato la febbre, il termometro sarebbe scoppiato.
Lo so, ho un po’ la testa dura. Sarò per caso un artista? (Risate)
Caro Loris, ecco le tue frasi corrette:
1) La chiamai al telefono verso le quattro, certo che Ugo sarebbe stato al lavoro.
2) Alla bionda più giovane assicurai che l’avrei chiamata.
3) Se il povero cieco avesse visto con i suoi occhi chi aveva sparato, e se il delinquente fosse stato lo stesso ad aver compiuto la rapina al supermercato in precedenza, (in questo caso la sua fortuna valeva doppio) forse non sarebbe rimasto vivo da poterne parlare poi con me.
4) Secondo te, dove si trovano?
5) Se ci fosse una corsa podistica in programma, avrebbe visto la segnaletica già da qualche giorno.
6) Se fosse uscito dalla vegetazione e si fosse spostato di alcuni metri, avrebbe davanti a sé una visuale bellissima.
7) Se non avesse beccato un ramo, gli avrebbe spappolato il cervello.
8) Magari se non mi fossi alzato, o se lui fosse riuscito a farlo prima di me, credo che mi avrebbe ucciso.
9) Se mi avessero misurato la febbre, avrei avuto quaranta.
10) Forse sarebbe stato meglio se avessi proseguito con le mie ricerche.
11) Se mi fossi misurato la febbre, il termometro sarebbe scoppiato.
Per approfondire l’uso del congiuntivo dopo il “se”, ti consiglio questi articoli sul periodo ipotetico, molte delle frasi che hai scritto infatti sono periodi ipotetici: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/03/29/il-periodo-ipotetico-dellirrealta/; https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/03/15/il-periodo-ipotetico-della-realta-e-il-periodo-ipotetico-della-possibilita/.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie ancora Professoressa, magari avessi avuto un’insegnante così disponibile!
Condizionale nelle frasi indipendenti:
Asino7/10.
Caro Rino, vedrai che andrà meglio!
A presto
Prof. Anna
Salve prof. Anna,
che differenza c’è tra dire:
“vorrei aver vinto la lotteria”
e
“avrei voluto vincere la lotteria” ???
Forse nel primo caso ho giocato la lotteria ma non ho vinto (quindi avrei voluto vincere) e nel secondo caso non ho giocato ma se avessi giocato, avrei voluto vincere. Può essere? Non riesco a capire.
Grazie!
Cara Lara, nel primo periodo l’azione del “volere” è al presente, quindi “vorrei (oggi) aver vinto (nel passato)”, mentre nel secondo periodo l’azione del “volere” è nel passato e anche quella del “vincere”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara prof. Anna, ma allora che cosa si vuole dire nella seconda frase? sono intercambiabili nel caso in cui avessi giocato la lotteria la settimana scorsa e non avessi vinto?
Posso dire allo stesso modo “avrei voluto vincere” (in quel momento, ma io lo dico anche oggi, nel senso di un desidero non avveratosi) e “vorrei aver vinto” (oggi) ma riferendomi a quello stesso fatto?
TI ringrazio ancora!
Lara
Cara Lara, sì, puoi usare anche la seconda frase, la diferenza è più che altro formale.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere quale delle due seguenti frasi è corretta: 1) ” Se si debba fare X o Y non è DATO SAPERE” oppure ” Se si debba fare X o Y non è DATO A SAPERE”. Molte grazie. Andrea
Caro Andrea, è corretto dire “dato sapere”.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, è meglio dire ” anche a mia moglie piacerebbe che andassimo al mare” oppure ” che (io e lei) si vada al mare”. Grazie. Andrea
Cara Anna, è corretto dire: “anche a mia moglie piacerebbe che andassimo al mare”. Quando si ha un verbo che esprime volontà o desiderio (piacere, volere, desiderare, preferire, ecc.) coniugato al condizionale presente o passato, nella subordinata per indicare posteriorità o contemporaneità si usa l’imperfetto congiuntivo, per indicare un rapporto di anteriorità si usa il congiuntivo trapassato.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, ti propongo queste frasi: Mario mi disse che 1) mi avrebbe riferito( posteriorità) ciò che gli fosse stato detto(in seguito ed è incerto che glielo diranno) 2) mi avrebbe riferito( posteriorità) ciò che gli avrebbero detto ( in seguito ed è certo che glielo diranno) 3) mi avrebbe riferito( posteriorità) ciò che gli avevano detto ( prima che Mario mi dicesse ciò). Secondo me queste frasi sono corrette. Ho ragione? Inoltre la reggente è sicuramente ” Mario mi disse”e ” mi avrebbe riferito” è la dipendente. L’ ultima frase(ciò che mi avrebbero detto ecc.) va considerata la seconda dipendente della reggente oppure dipende dall’ altra dipendente ( mi avrebbe riferito)? Grazie. Rebecca
Cara Rebecca, i periodi che mi scrivi sono corretti. L’ultima frase è una subordinata di secondo grado, ovvero dipende dalla subordinata (che mi avrebbe riferito).
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere come si definiscono grammaticalmente queste due espressioni: “sto andando” e ” stavo andando”. Grazie. Rebecca
Cara Rebecca, si tratta due frasi formate con il verbo fraseologico “stare” seguito da un gerundio. I verbi fraseologici formano una sola frase con il verbo che li segue e, usati davanti a un altro verbo all’infinito o al gerundio, definiscono una particolare modalità di svolgimento dell’azione. Il verbo “stare” seguito da un gerundio indica progressività. Per ripassare questo argomento ti consiglio il seguente articolo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2010/11/25/verbi-fraseologici-ed-espressioni-di-tempo/.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, è corretto dire :” crederei che tu possa” oppure ” crederei che tu potessi” ? Grazie molte. Rebecca
Cara Rebecca, per esprimere contemporaneità si usa il congiuntivo presente (crederei che tu possa), per esprimere anteriorità si può usare il congiuntivo imperfetto (crederei che tu potessi).
Un saluto
Prof. Anna
Posso scrivere ” non vorrei che io uscissi e ( che ) mi bagnassi tutto ” e ” non vorrei che arrivassi lì e ( che ) cominciasse a piovere ” ?
Caro Andrea, le frasi che mi scrivi sono corrette. Quando c’è identità di soggetto tra reggente e subordinata è più frequente la forma implicita: “non vorrei uscire e bagnarmi tutto”, ma la forma esplicita è altrettanto corretta.
A presto
Prof. Anna
È corretto dire( scampiamo al/il disastro al/il pericolo. Grazie
Caro Giorgio, è corretto dire sia “scampare al disastro/al pericolo” sia “scampare il disastro/il pericolo”.
Un saluto
Prof. Anna
È corretto dire 1)- verrai con noi al cinema domani.- mi piacerei!!ti risponderò nel tardo pomeriggio 2)verrai con noi al cinema domani;- mi sarei piaciuto venire ma ho da fare! Grazie
Caro Giorgio, è corretto dire “verrai con noi al cinema domani?” “Mi piacerebbe (=questa cosa piacerebbe a me)! Ti risponderò nel tardo pomeriggio”; “verrai con noi al cinema domani?” “mi piacerebbe venire ma ho da fare!”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Professoressa Anna,
Ho un dubbio: se con i verbi di volonta’ e desiderio nella proposizione reggente non e’ possibile indicare posteriorita’ usando il condizionale passato nella dipendente, ne segue che le seguenti frasi possono risultare errate:
1. Speravo che me lo avrebbe detto (posteriorita’)
2. Speravo che tu l’avresti incontrata (posteriorita’)
Sono certa di sbagliare, ma personalmente non “suonano” errate e mi sembrano poter convivere con le seguenti forme utilizzate per indicare anteriorita’:
– Speravo che me lo avesse detto (anteriorita’)
– Speravo che tu l’avessi incontrata (anteriorita’)
Mi rendo conto di andare contro una “regola” in base alla quale i verbi che esprimono desiderio o volonta’, richiedono l’imperfetto congiuntivo (per indicare contemporaneita’ o posteriorita’) ed il congiuntivo trapassato
(per indicare un rapporto di anteriorita’), ecco perche’ Le sottopongo questo quesito.
Grazie mille e complimenti per il blog, sempre interessantissimo.
Cordiali Saluti
Laura.
Cara Laura, non si utilizza il condizionale passato nella dipendente per esprimere posteriorità quando nella reggente ci sono verbi come “volere”, “desiderare”, “preferire” e simili, mentre in presenza del verbo “sperare” possiamo usare il condizionale passato se vogliamo esprimere posteriorità. Le frasi che mi scrivi sono quindi corrette.
A presto
Prof. Anna
E’ come se vi foste conosciuti da sempre
E’ come se vi conosceste da sempre
sono esatti questi periodi per esprimere un rapporto fra una coppia di persone che ne incontra un’altra per la prima volta , ma che va d’accordo e si trova in sintonia immediatamente ? Spero di essere stato chiaro 🙂 grazie
Cara Prof.ssa Anna,
quali di queste frasi sono giuste e perché?
Il 25 aprile dovrebbe essere una festa che ci vedesse tutti uniti;
Il 25 aprile dovrebbe essere una feste che ci vede tutti uniti;
Il 25 aprile dovrebbe essere una festa che ci veda tutti uniti.
Grazie mille.
Caro Doxos, la frase corretta è: “il 25 aprile dovrebbe essere una festa che ci vede tutti uniti”.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, vorrei sapere se e’ corretto dire ” io avrei temuto che tu(in futuro) avresti fatto” oppure se e’ preferibile dire ” che tu facessi”. Grazie.Adriano
Caro Adriano, per esprimere posteriorità è corretto usare il condizionale passato. Per ripassare la concordanza dei tempi quando nella reggente c’è un condizionale, ti consiglio questo articolo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2016/12/01/il-condizionale-nelle-frasi-indipendenti/.
A presto
Prof. Anna