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Aula di Lingue

Approfondimento: la scelta dell’ausiliare nei tempi composti (prima parte)

Prof. Anna
Grammatica,   La lingua italiana,   Verbi

Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, questa settimana approfondiremo un argomento molto importante ovvero la scelta del verbo ausiliare nella formazione dei tempi composti. A parte alcune regole di base, non sono pochi gli elementi che incidono sulla scelta tra essere o avere, vediamo quindi nello specifico come fare a scegliere l’ausiliare corretto.

I verbi che servono a formare i tempi composti sono essere e avere, per questa loro funzione sono detti ausiliari.

La regola di base per la scelta tra essere e avere quando si forma un tempo composto è che avere si usa nella formazione dei tempi composti di un verbo transitivo (abbiamo studiato, ho mangiato, avete visto), mentre per la costruzione della forma passiva, riflessiva e impersonale l’usiliare è essere (sono stati visti, si erano alzati, si è mangiato bene).

Il problema della scelta si pone quando c’è un verbo intransitivo: usiamo essere o avere?

Vediamo allora quando usare l’uno e quando usare l’altro.

VERBI CHE RICHIEDONO ESSERE

Essere conferisce al verbo il significato di una condizione acquisita dal soggetto, il raggiungimento di uno stato in cui il soggetto viene a trovarsi, quindi uno spostamento, reale o figurato, da una condizione o uno stato a un’altra condizione o stato.

Quindi richiedono il verbo essere come ausiliare i verbi:

che indicano un moto, reale o figurato, verso un luogo o da un luogo (andare, arrivare, partire, giungere ecc.): siamo partiti per il mare alle sette di mattina, i miei amici sono arrivati oggi da Roma;

che hanno il significato di venire alla luce, manifestarsi (nascere, apparire, sorgere, sbocciare, sbucare): molti fiori sono sbocciati in giardino;

che hanno il significato di venire meno (morire, sparire, tramontare, appassire): il sole è tramontato da poco;

che significano un mutamento, uno spostamento da una condizione all’altra: (diventare, migliorare, invecchiare, peggiorare, ingrassare, dimagrire ecc.): non sei invecchiata per niente;

che esprimono qualcosa che accade, un fatto che si manifesta in modo più o meno improvviso (accadere, succedere, capitare, toccare ecc.): cosa è successo?, mi è toccata (capitata) la domanda più difficile;

che sprimono la permanenza di uno stato o condizione (stare, restare, rimanere ecc.): ieri sono rimasto a casa;

• come sembrare, parere, risultare: questo libro ci è sembrato interessante;

che esprimono un giudizio di necessità, di convenienza, di valore, di gradimento o non gradimento (bisognare, importare, convenire, bastare, volerci, costare, piacere, dispiacere): quanto è costato quell’orologio?

VERBI CHE RICHIEDONO AVERE

Avere conferisce al verbo il significato del raggiungimento di un risultato, reale o figurato.

Richiedono il verbo avere come ausiliare i verbi:

transitivi attivi, sia che l’oggetto sia espresso sia che non sia espresso: ho mangiato, ho mangiato un gelato;

alcuni verbi intransitivi, quelli che esprimono azioni, fatti nella loro caratteristica dinamica e non di modo di essere o condizione acquisita, questi verbi sono:

i verbi che esprimono un moto, ma senza riferimento alla meta o al luogo di partenza o arrivo (camminare, viaggiare, soggiornare, nuotare, vagare, pernottare, pellegrinare, scorrazzare, trottare, galoppare ecc.): abbiamo camminato a lungo;

i verbi che indicano manifestazioni dinamiche per lo più relative alla comunicazione, all’espressione orale e scritta (parlare, brontolare, argomentare, ridere, sorridere, piangere, tossire, anche riferito  ad animali: abbaiare, miagolare, ruggire ecc. e anche:  pranzare, cenare, obbedire, aspirare, agire ecc.): ho parlato con Giulia tutto il pomeriggio.

Seleziona la risposta corretta fra le opzioni disponibili. Al termine premi il pulsante "Correggi esercizio": vedrai le risposte giuste evidenziate in verde e quelle sbagliate in rosso.

1- I tuoi voti in questi ultimi mesi. 2- In questi anni molto per lavoro. 3- Finalmente a una conclusione. 4- Il portafoglio che era sul tavolo all'improvviso. 5- Luca tutte le sue lacrime quando lo hai lasciato. 6- Mi sembra che tu molto. 7- Le rose che mi hai regalato non . 8- Il tuo cane tutta la notte. 9- Non in un mare così pulito. 10- in un albergo molto carino.

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Commenti [65]

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  1. Annick scrive:

    Come sempre, molto chiaro, molto interessante… Grazie!!

  2. Marta scrive:

    Ottanta per cento l’ho fatto bene. Quindi, ho bisogno di più esercizi. Mi piacerebbe riffare questi tipi di esercizi.
    Bon fine de settimana.

    • Zanichelli Avatar

      Cara Marta, ci saranno altri esercizi su questo argomento.
      A presto
      Prof. Anna

  3. Grazie per la spiegazione. Molto utile!

  4. Laura scrive:

    Tutto corretto!! 😀
    Vorrei sapere se c’è qualche articolo per approfondire l’uso dei pronomi diretti e i tempi composti… ho problemi per ricordare quando si deve concordare genero e numero.
    Grazie mille!!

  5. Meravigliosa spiegazione, meraviglioso esercizio, grazie..

  6. ana scrive:

    Grazie per aiutarmi!!!Sono studantessa d’italiano e mi piace um mondo studiare. Perdonami per i sbagli!!!

    • Zanichelli Avatar

      Cara Ana, benvenuta su Intercultura blog, se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
      A presto
      Prof. Anna

  7. Rino scrive:

    10/10
    Dopo una breve pausa, riprendo lo studio della lingua italiana.
    Saluto tutti.

  8. Rino scrive:

    Un saluto particolare alla brav.ma Prof.
    nonchè la sig.ra Anita dall’Olanda che con il cuore ci manda i suoi simpatici argomenti.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Rino, un saluto anche a te!
      A presto
      Prof. Anna

    • Anita scrive:

      Caro Rino e cara prof.sssa Anna,
      Pukrtroppo sono veramente occupata con diversi casi, ma non mai sei stato fuori la mia memoria e questo volevo far saperti. Oggi celebriamo in Olanda il compleanno del nostro re ed è una festa grande in tutta la paese.
      Le temperature e il tempo sono migliorati e nella sequenta settimana, la temperatura superà il 20 gradi celsius. Da quando indosso i calzi elastici, le mie gambe e piedi vanno meglio che mi piace molto. Spero che i medici mi diano presto loro permessioni per andare a nuotare perché ne decido veramente. Presto vado a studiare questa lezione.
      Con cari saluti a tutti
      Anita

      • Zanichelli Avatar

        Cara Anita, sono contenta di sentire che stai bene.
        Un saluto e a presto
        Prof. Anna

        • Anita scrive:

          Cara Prof.ssa Anna,
          Anch’io sono contenta con questo fatto che mi stia meglio, ma non ancora come desiderato, ma è veramente una differenza grande e spero di potere raccontarLei che continui così ed ne credo anche ed negli giorni scorsi, il tempo e le temperature si sono migliorati a e alzare al circa 25º celsius ed improvvisamente ho dovuto spegnere il riscaldamento della casa e cambiare i miei vestiti autunnali per i vestiti estivi.
          Anch’oggi sono occupata e ho preso una pausa breve e così sono in muovimento, che mi piaccia veramente e si dev’essere bene per le mie gambe e corrente sanguigna. Solo i calzi elastici sono troppo caldi con queste temperature, ma in Ollanda le temperature si abbassano tempereneomente e questi calzi respirano meglio degli calci di anni fa. Questa fortuna ho già è forse posso bagnare li e ne domandò il medico quando mi controlla.
          Ora vado a tagliare le mie verdure per conservarle nel congelatore per tre giorni; poi le ho bisogno per preparare i piatti Risi Italiani diversi. Così ho i piatti diversi. Dopo aver’ fritto le metto in congelatore di nuovo e solo ne devo caldare nel padello e buon appetito!. Non perdo il sapore.
          Con saluti cordiali a tutti, sopratutto a Rino
          Anita dal’Olanda

  9. Grazie mille. Ho risposto tutto correttamente. Grazie ancora !
    Vi auguro un fine settimana bellissimo.

    • Zanichelli Avatar

      Molto brava Patricia!
      A presto
      Prof. Anna

  10. Anita scrive:

    Cara Prof.ssa Anna,
    Immediamente quando ho visto questa lezione, la ho letto e mi era chiara presto e non ho commesso un’errore con cui sono veramente soddisfatta. Ho avuto un pomeriggio meraviglioso con la celebrazione del giorno della liberazione. Il compleanno del nostro re era 27 Aprile. Mi sono sbagliata con questi giorni begli. Ne avuto ancora nella mia mente. Con questo l’ho corretto.
    Con saluti dal mio cuore, anche a Rino
    Anita

  11. virginia scrive:

    Cara professoressa Anna, scrivo dall’ Argentina, Imparo l’ italiano per piacere e perche ho la doppia cittadinanza.
    Ho scoperto questo blog e sono contenta di potere approfondire nella conoscenza della lingua .Le sue spiegazione sono molto chiare, e gli esercizi mi servono per fissare tutto. Grazie !

    • Zanichelli Avatar

      Cara Virginia, benvenuta su Intercultura blog, se hai dubbi o domande non esitare a scrivermi.
      A presto
      Prof. Anna

  12. Andre Zan scrive:

    Buongiorno Anna,
    dietro richiesta di un alunno che, disperato, mi chiedeva spiegazioni sulla coniugazione di alcuni verbi al passato prossimo, in particolare sulle problematiche legate all’uso degli ausiliari essere e avere, mi segnalava in particolare l’uso dell’ausiliare avere con i verbi: restare, entrare e arrivare
    in questo sito che… reputavo ‘affidabile’ di Olivetti:

    http://www.italian-verbs.com/italian-verbs/conjugation.php?verbo=arrivare

    Sono rimasto arretrato negli sviluppi della lingua italiana o si tratta di un problema di programmazione? La ringrazio.
    Andre

    • Zanichelli Avatar

      Caro Andre, sono tutti verbi intransitivi che hanno come unico ausiliare “essere”.
      Un saluto
      Prof. Anna

  13. Agnese scrive:

    Sì dice ” sono migliorato ” o ” Ho migliorato ” ? E su che base la scelta ?

    • Zanichelli Avatar

      Cara Agnese, se il verbo è usato intransitivamente vuole come ausiliare “essere” (sono migliorato in tutte le materie), se è usato transitivamente vuole come ausiliare “avere” (ho migliorato il mio stile).
      Un saluto
      Prof. Anna

      • Agnese scrive:

        Vediamo se ho capito , farei due esempi :
        1 – ” Sono migliorato alla guida o nella guida ” ( e in piu che tipo di complemento indiretto è ? Comunque qui il verbo è intransitivo ) .
        2 – ” Ho migliorato (che cosa? ) la mia guida ” ( complemento oggetto , verbo transitivo )

        • Zanichelli Avatar

          Cara Agnese, quando il verbo è intransitivo, per esprimere ciò in cui si è migliorati, si usa la preposizione “in”, che in questo caso introduce un complemento di limitazione: “sono migliorato nella guida”, per il resto gli esempi sono corretti.
          Un saluto
          Prof. Anna

  14. Cara Prof. Anna,

    Ci sono anche i verbi “venire” e “andare” che si usano nei tempi composti. Per esempio, ho letto queste frasi:
    “questa cosa va fatta”
    “i libri venivano mossi”

    Ci sono altri esempi di un verbo ausiliario?

    Grazie tante,

    Elly

    • Zanichelli Avatar

      Cara Elly, nella prima frase il verbo “andare” non ha funzione di ausiliare, il verbo “andare” unito al participio passato significa “dovere essere”, quindi “questa cosa va fatta” significa “questa cosa deve essere fatta. Nella seconda frase “venire” viene usato al posto di “essere” per formare il passivo, per approfondire la forma passiva con il vebo “venire” ti consiglio questo articolo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2013/01/24/la-forma-passiva-2/.
      Un saluto
      Prof. Anna

      • Prof. Anna,

        Grazie tante per avermi spiegato l’uso dei verbi venire e andare!

        Elly

  15. Emilia scrive:

    Salve posso dire “sarei potuto andarci ieri (intendo il mare)” usando l ausiliare essere? d’altronde si dice “sarei potuto andarci” perché si dice “sono andato”.

    È corretto?

    • Zanichelli Avatar

      Cara Emilia, quando il verbo servile (volere, potere, dovere) è seguito da un verbo intransitivo (andare) è possibile usare come ausiliare sia essere sia avere.
      Un saluto

  16. Carlotta scrive:

    Buongiorno professoressa, non mi è chiara una cosa, ma forse con un po’ di logica e grammatica potrei arrivarci… ma nelle frasi dove è presente anche un verbo servile (potere, dovere, sapere e soprattutto volere) nella subordinata, per la scelta tra l indicativo e il congiuntivo, dobbiamo riferirci al servile o al verbo che lo accompagna? io penso al verbo che lo accompagni…

    Esempio: “Volevo capire com’era andata”; in questo caso ho scelto il trapassato prossimo nella subordinata perché il verbo “capire” nella reggente ha il significato di “rendersi conto” (altrimenti avremmo utilizzato il congiuntivo trapassato nel significato di “trovare naturale”). E poi le volevo chiedere se nella subordinata abbiamo un’interrogativa indiretta, retta oltretutto dall’avverbio interrogativo “come”, il quale funziona da congiunzione oppure se abbiamo un altro tipo di subordinata… Certo, se fosse un’interrogativa indiretta, potremmo utilizzare anche il congiuntivo… In ultima analisi, se ho ben capito, in analisi logica i verbi servili costituiscono un solo predicato verbale con il verbo all’infinito da loro retto, e quindi i servili si combinano con un altro verbo di modo infinito per definire una particolare modalità dell’azione; perciò è come se fosse un’unica unità e quindi, per ricollegarci al discorso iniziale, quando dobbiamo scegliere tra l indicativo e il congiuntivo in una subordinata, faccio riferimento al tempo, per esempio, infinito (capire, nel nostro caso) e non al servile… In più, nell’analisi del periodo, i verbi servili costituiscono un solo predicato verbale con il verbo all’infinito da loro retto, e se in una proposizione ci sono verbi servili, la proposizione può essere esplicita: “Devo andare a scuola perché dobbiamo finire il cartellone (Devo andare a scuola: Proposizione principale o reggente
    Perché dobbiamo finire il cartellone: Proposizione subordinata di 1º grado esplicita)”; “Volevo capire come era andata (Proposizione principale o reggente desiderativa “Volevo capire”, “come era andata” subordinata di 1º grado interrogativa indiretta esplicita)”.

    Che ne dice?

    • Zanichelli Avatar

      Cara Carlotta, i tuoi ragionamenti sono corretti.
      Un saluto

      • carlotta scrive:

        Salve, anche in questa frase ”non posso dire che non facciano le cose” il ragionamento, rispetto alla scelta tra l’indicativo e il congiuntivo nella subordinata (quindi se dobbiamo riferirci al servile o al verbo che lo accompagna) è lo stesso: per scegliere tra l’indicativo e il congiuntivo nella subordinata non ci dobbiamo riferire al servile ma appunto al verbo che lo accompagna: in questo caso ”dire”, che nella sua forma affermativa vuole l’indicativo; ma nella sua forma negativa, come nella nostra frase con il ”non”, vuole il congiuntivo (non posso dire che non facciano le cose).

        Corretto?

        • carlotta scrive:

          Ho dimenticato anche queste frasi: ”Non posso pensare che ci sia lei dietro”; ”Non posso pensare che mi abbiano accreditato così pochi soldi”; il ragionamento è pressoché simile a quello delle altre frasi; chiaramente nella subordinata scegliamo il congiuntivo perché nella principale c’è il verbo ”pensare (il quale al negativo ”non pensare” regge sempre, come per la sua forma affermativa, sempre il congiuntivo nella subordinata). Ah, nella prima frase la subordinata esprime contemporaneità rispetto alla reggente; mentre nella seconda la subordinata esprime anteriorità rispetto alla reggente.

          Ok? grazie

          • Zanichelli Avatar

            Cara Carlotta, tutto corretto.

        • Zanichelli Avatar

          Cara Carlotta, il tuo ragionamento è esatto.

          • Carlotta scrive:

            Prof, un’ultima frase e non la disturberò più: ‘’Vorrei evitare che capitasse’’…
            Allora in questa frase usiamo sì il congiuntivo nella subordinata, ma precisamente quello imperfetto (e non il congiuntivo presente), per due motivi: in primis, come abbiamo detto, per scegliere tra l’indicativo e il congiuntivo (in generale) nella subordinata, non ci dobbiamo riferire al servile della principale (vorrei) ma al verbo che lo accompagna (‘’evitare’’, in questo caso, e col significato di ‘’fare in modo che qualcosa non succeda’’, regge il congiuntivo appunto); e in secondo luogo usiamo il congiuntivo imperfetto (e non il congiuntivo presente) perché nella principale il servile ‘’vorrei’’, il quale d’altra parte costituisce un solo predicato verbale con il verbo all’infinito da lui retto (‘’evitare’’, a cui comunque facciamo riferimento per la scelta tra l indicativo e il congiuntivo nella subordinata), esprime volontà ed è coniugato al condizionale presente. Ah, nella nostra frase, in un’ultima analisi, quando nella principale c’è un verbo che esprime volontà coniugato al condizionale presente, per indicare un rapporto di contemporaneità si usa il congiuntivo imperfetto. Scorretta, seppur frequente come costruzione, la frase ‘’Vorrei evitare che capiti (quindi con l’uso del congiuntivo presente nella subordinata rispetto ad un servile, relativamente a tutto il discorso fatto qui sopra, al condizionale presente ed esprimente volontà)

            Un saluto e mi auguro che sia corretto il tutto…

          • Zanichelli Avatar

            Cara Carlotta, è corretto.

  17. Passare: ausiliare “essere” o “avere” con i verbi servili?

    Io credo che con il verbo “passare” entrambi gli ausiliari siano corretti, ma nei giusti contesti…In linea generale, se si sceglie l’ausiliare del verbo retto dal servile, non si sbaglia mai: “Ho dovuto passare la curva” (d’altra parte si dice “Ho passato la curva”, transitivo, complemento oggetto). Al contrario, se il verbo all’infinito è intransitivo (“Passare” usato intransitivamente e con il significato di “andare da un punto ad un altro percorrendo uno spazio”), si può usare sia l’ausiliare “avere” sia “essere”: “Ho dovuto passare”, ma anche, meglio, “Sono dovuto passare” (sottintendendo sempre “la curva”, magari).

    Corretto?

    • Zanichelli Avatar

      Caro Filippo Maria, quando è intransitivo il suo ausiliare è “essere”.

  18. Martino scrive:

    “Passare”, ausiliare con verbo servile:

    Partiamo dal presupposto che “Se si sceglie l’ausiliare del verbo retto dal servile, non si sbaglia mai: “Ha dovuto mangiare” (come “ha mangiato”); “è dovuto partire” (come “è partito”). Tuttavia, il verbo “passare” può essere sia transitivo che intransitivo. Se “passare” è intransitivo (quindi senza complemento oggetto), scriveremo “Avrei potuto passare”; ma anche “Sarei potuto passare”, in quanto “Se il verbo che segue il servile è intransitivo, si può usare sia “essere” che “avere”. Viceversa, se “passare” è transitivo (quindi col complemento oggetto), scriveremo “Avrei potuto passarlo” (intendendo ad esempio “un esame”; “lo” è complemento oggetto), in quanto, come ho scritto all’inizio, e come accade spesso per i verbi transitivi accompagnati da un servile, “Se si sceglie l’ausiliare del verbo retto dal servile, non si sbaglia mai: “Avrei potuto passarlo” (come “Ho passato”, “Avrei passato”).

    Penso sia corretto!

  19. Lucio scrive:

    Se l’infinito ha con sé un pronome atono (mi, si, ti, ci, vi) bisogna usare “essere” se il pronome è prima dell’infinito (es. “ci sarei voluto essere”, nonostante il servile sia seguito da “essere”), “avere” se il pronome è dopo l’infinito (es. “avrei voluto esserci”).

    Esatto?

  20. Se il verbo che segue il servile è intransitivo, si può usare sia “essere” che “avere”; quindi possiamo dire sia “Quella cosa avrebbe potuto andare meglio” sia “Quella cosa sarebbe potuta andare meglio” (“andare” e intransitivo). Poi, si dice “Sarebbe potuto andare” o “Sarebbe potuta andare”? Credo siano entrambe corrette, ma dipende dal tipo di sostantivo (sottinteso o meno) retto dal verbo… Diremmo quindi “Il viaggio sarebbe potuto andare meglio” (“Il viaggio” è maschile e perciò usiamo “potuto”) e “La storia sarebbe potuta andare meglio (“La storia” è femminile e perciò usiamo “potuta”). Anche con i sostantivi sottintesi: “Sarebbe potuto andare meglio (“Il viaggio” è sottinteso)” e “Sarebbe potuta andare (“La storia” è sottintesa)”. E poi si dice “Avrebbe potuto andare meglio” o “Avrebbe potuta andare meglio”? In questo caso, invece, l’unica soluzione corretta è quella con il servile invariato in -o (valido, in questi casi, sia per il maschile sia per il femminile); quindi diremmo “La storia avrebbe potuto andare meglio (e non “potuta”)” e “Il viaggio avrebbe potuto andare meglio”.

    Penso sia tutto corretto!

  21. Marisa scrive:

    Il verbo “Dedurre” teoricamente regge l’indicativo però può reggere, a seconda della sfumatura, anche il congiuntivo. Comunque, io riassumerei così:

    1) Dedurre + indicativo = conclusione, derivazione di un concetto da certe premesse, o premesse certe (deduco che è morto)
    2) Dedurre + congiuntivo = ipotesi, o “deduzione” che attende di essere ulteriormente verificata (deduco sia sopravvissuto).

    Credo sia corretto

  22. 1)”Credo potessero fare di più”

    …Il congiuntivo imperfetto nella subordinata ha valore durativo rispetto al verbo al presente della principale.

    2)”Mi ricordavo fosse più grande”

    …Controfattualità: Il verbo “ricordare”, di base, regge l’indicativo. Ma se indichiamo un evento che non si è verificato di fatto (e quindi solo ipotizzato o immaginato) allora è preferibile usare il congiuntivo: “Mi rcordavo fosse più grande (ma in realtà no, era più piccolo)”.

    3)Lui dice: “Non ti ho neanche guardata”

    …Con l’ausiliare “avere”, se l’oggetto precede il verbo ed è costituito da un pronome atono diverso da quelli del punto precedente il participio può concordare (“guardata” al femminile)o rimanere invariato in -o (guardato)

    4)”Dopo tutto quello che c’è stato tra noi”
    …Il verbo è il procomplementare “esserci”; e “c’è stato” è il passato prossimo.

    5)”Domani verrà mio padre che deve tagliarsi i capelli”

    …Il verbo “tagliarsi” è un transitivo pronominale (con il senso di “accorciarsi) in cui la particella (“si” nell’esempio) significa “a sé” o “per sé”; e “i capelli” è il complemento oggetto.

    6)”Se voi non esisteste, sarebbe un peccato!”

    …È un periodo ipotetico della possibilità.

    7)”A che ora avrebbe dovuto tornare?”, ma anche “A che ora sarebbe dovuto tornare?” in quanto “Se il verbo che segue il servile è intransitivo, si può usare sia “essere” che “avere”.

    Penso sia tutto corretto

  23. Claudio scrive:

    “Suonare” ausiliare “avere” o “essere”:

    …Se usato transitivamente (in presenza quindi del complemento oggetto), il verbo “suonate” prende l’ausiliare “avere”: “Tizio ha suonato la chitarra in modo magistrale”; e prenderà sempre l’ausiliare “avere” se il complemento oggetto non venga espresso (e cioè lasciato sottinteso): “Tizio ha suonato (sottinteso “la chitarra”) in modo magistrale”. Transitivamente anche “Di dispositivi acustici, produrre un suono; segnalare col proprio suono, annunciare” (con o senza oggetto sottinteso): “La campanella ha suonato la ricreazione”, “La campanella ha suonato (sottointeso “la fine dell’ora”); e ancora con lo stesso significato, ma con il complemento oggetto presente: “La sveglia ha suonato (e cioè “ha annunciato”) la mezzanotte, l’ora esatta, ecc.”. Al contrario, e più semplicemente, il verbo “suonare” usato intransitivamente ammette preferibilmente l’ausiliare “essere” anche se, sempre intransitivamente, viene usato indistintamente l’ausiliare “avere”. In particolar modo, useremo l’ausiliare “essere” con “suonare” intransitivo quando “suonare” si riferisce a un segnale dato da un suono (ad es. il suono emesso da una sveglia); e useremo sempre l’ausiliare “essere” (sempre in riferimento a “suonare” usato intransitivamente) nel significato di “Dare un segnale, dare l’ora”, e se l’ausiliare “essere” viene prima del nome: “Sta mattina non è suonata la sveglia” (l’ausiliare “essere” precede il nome “la sveglia); tuttavia, come accennato, possiamo usare anche l’ausiliare “avere” (per “suonare” intransitivo) se l’ausiliare (“avere”) è posposto al nome: “Sta mattina la sveglia non ha suonato”, ma, nonostante ciò, possiamo scrivere anche “Sta mattina la sveglia non è suonata”. Chiaramente, in linea generale, “suonare” ammette preferibilmente l’ausiliare “essere” se usato in modo intransitivo, a cui fa da soggetto ciò che viene segnalato o annunciato: “È già suonato mezzogiorno” (“mezzogiorno” è il soggetto) e “È già suonata la sveglia” (“la sveglia” è il soggetto)

    Penso sia corretto

    • Zanichelli Avatar

      Caro Claudio, è corretto. Una correzione formale: hai scritto: “se il complemento oggetto non venga espresso” ma è meglio usare l’indicativo (viene).

      • Claudio scrive:

        Questo accade quando vado di fretta! Per il resto è ok, mi par di capire…

  24. Samantha scrive:

    Se l’infinito ha con sé un pronome atono (mi, si, ti, ci, vi) bisogna usare “essere” se il pronome è prima dell’infinito (es. “ci sarei voluto andare”), “avere” se il pronome è dopo l’infinito (es. “avrei voluto andarci”).

    Penso sia corretto

  25. Cosetta scrive:

    “Impigliàrsi”:

    Il pronominale “Impigliarsi” può significare “Restare preso, intricato, avviluppato; restare attaccato a qualcosa, rimanere preso in qualcosa (+ in)”: “La zampa di Cesare s’impigliò in un ramo di un cespuglio”.

    Penso sia corretto…

  26. Laura scrive:

    “Andare di corpo e Defecare”:

    Nella prima l’ausiliare è “essere” perché “andare” è intransitivo (Ieri sono andato/a di corpo), nella seconda “avere” perché “defecare” è intransitivo (Ieri ho defecato).

    È esatto penso

  27. “Hai mangiato (ma anche “mangiata”) la frutta?”
    “Hai bevuto (ma anche “bevuta”) la coca cola?”

    …Con un verbo composto dall’ausiliare avere con il complemento oggetto posposto ci sono due possibilità:

    1)”Hai mangiato la frutta?” e “Hai bevuto la coca cola?” (costrutto più frequente)

    2)”Hai mangiata la frutta?” e “Hai bevuta la coca cola?” (costrutto meno frequente ma previsto dalla norma colta)

    Penso sia corretto