Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, questa settimana parliamo delle proposizioni relative, come si presentano, a cosa servono e come usarle in maniera corretta.
Buona lettura!
Prof. Anna
Le proposizioni relative, a differenza delle altre subordinate, non si riferiscono all’intera proposizione reggente, ma a un solo elemento, detto antecedente.
Per esempio: ho letto il libro (principale) che mi hai prestato (relativa).
Dal punto di vista del significato esistono due tipi di relative: la determinativa e l’appositiva:
• la relativa determinativa serve a limitare o a precisare il senso dell’antecedente: questo è il libro che ho comprato ieri. Questo tipo di relative apportano una precisazione necessaria al nome a cui si riferiscono, se si cancellano il senso del periodo verrebbe danneggiato.
• la relativa appositiva fornisce invece un’aggiunta non indispensabile: Marco, che lavora molto, è sempre stanco. Questo tipo di relative spesso si trovano tra due virgole, se venissero cancellate però il significato non risulterebbe danneggiato al punto di non comprendere il messaggio.
Le proposizioni realtive sono per lo più esplicite e sono introdotte da:
• un pronome relativo (che, il quale, cui);
• un pronome doppio (chi, chiunque, qualunque, quanto);
• l’avverbio relativo: dove.
Che si usa in funzione di soggetto e di complemento oggetto, cui (+ preposizione) in funzione di complemento indiretto, il quale come soggetto o complemento oggetto ma soprattutto in un registro formale.
Per capire meglio guardiamo la seguente tabella:
PRONOME | FUNZIONE | ESEMPIO |
che | soggetto – complemento oggetto | il vestito che hai comprato è molto elegante |
preposizione + cui | complementi indiretti | ho comprato il libro di cui mi hai parlato |
il quale | soggetto – complemento oggetto (formale) | il treno il quale hai preso è molto comodo |
preposizione + il quale | complementi indiretti | ho comprato il libro del quale mi hai parlato |
Due proposizioni relative che si susseguono possono essere l’una subordinata all’altra: le persone che sono venute alla festa che hai organizzato erano molto simpatiche; oppure possono essere coordinate, in questo caso il secondo pronome relativo si può omettere: le persone che abbiamo incontrato e (che) ti ho presentato sono dei miei vecchi amici.
La relativa esplicita ha il verbo all’indicativo quando il fatto viene presentato come reale: cerco qualcuno che dà lezioni d’inglese (e sono sicuro che c’è); al congiuntivo quando viene considerato come possibile o desiderato: cerco qualcuno che dia lezioni d’inglese (e non sono sicuro che ci sia); al condizionale quando viene presentato come ipotetico: imparare l’inglese è una cosa che farei volentieri (se trovassi qualcuno disposto a insegnarmelo).
Per approfondire l’uso del congiuntivo nelle relative vi consiglio di leggere questo articolo: www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/
La relativa implicita ha due tipi di costruzione:
• da + infinito: ho portato un libro da leggere (=che può essere letto), ho molte pagine da studiare (=che devono essere studiate); in questi casi la relativa assume una sfumatura di possibilità o dovere.
• preposizione + cui (o quale) + infinito: questo è un risultato di cui andare fieri.
Cara professore,
Mi sembra che ci sia un errore nella frase 5: l’i dovrebbe essere un u.
Approfitto del fatto che Lei fa questo sbaglio per esprimere la mia gratitudine per le Sue lezioni e commenti!
Louis, dall’Olanda
Caro Luis, grazie per la segnalazione, l’errore è già stato corretto.
A presto
Prof. Anna
Cara Prof.ssa Anna,
Questa volta ho scelto tutte le frase corretta che mi piace veramente, anche se trovi necessario studiare la lezione di più. Anche ho scritto il seguente dialogo per esercitarmi:
Laura: “Guardi Riccardo, cioè la donna da quale ho comprato la bella bici con 7 marche su cui ti ho parlato. Lei non riesce andare in bici ancora di più in causa i disturbi equilibro di quali lei soffra”.
Riccardo:”Ne trovo gentile da lei, che non abbia chiesta molti soldi”.
Laura:”Lei l’ha anche comprato per un prezzo piccolo e mi l’ha detto onesta”.
Riccardo:”Oké, capisco. Sarei fatto lo stesso, ma è una bella con sette marche!”.
Laura:”cavalca molto leggera ed non anche è pesante in causa i telaio in alluminio e lei l’ha comprato tre mese fa e non voleva ricevere sopra di cento euro da me!”
Spero aver fattolo corretta e ringraziando Lei in anticipio, saluto tutti cordiali
Anita dal Olanda
Cara Anita, ecco il tuo testo corretto.
Laura: “Guardi Riccardo, c’è la donna da cui ho comprato la bella bici con 7 marce di cui ti ho parlato. Lei non riesce ad andare più in bici perché soffre di disturbi dell’equilibro”.
Riccardo ”E’ stata gentile a non chiederti molti soldi”
Laura:”Anche lei l’ha pagata poco”.
Riccardo:”Ok, capisco. Avrei fatto lo stesso; è bella con sette marce!”.
Laura:”non è pesante perché il telaio è in alluminio, lei l’ha comprata tre mesi fa e non ha voluto ricevere più di euro da me!”
A presto
Prof. Anna
Cara Prof.ssa Anna,
Perché ho studiato ancora sulla lezione, so ora, perchè ho scelto le 1º,2º,4º5º e 9º frase corrette e ne trovavo strano, perché ho avuto tutte le frase corrette, ma ora ho scelto tutte le frase corrette sulla mia conoscenza e cosi è andato giusto per essere onesta.
Saluti cordiali dal Olanda
Anita
Cara Prof.ssa Anna,
Da sua correzioni capisco, che io debba pensare in un altro modo che io faccia adesso, se parlo e scrivo l’italiano, ma credo di migliorarlo se continuo e ho lIntensione.
Sono venuto a questo dialogo, perché ho comprato la stessa con un sconto grande e perché ero abituato a un seduto più basso nella macchina ed anche perché vedo una prospettiva sbagliata perché i miei occhi sono astigmatici e pio i cilindri dei miei occhiali devono essere regolati e poi devo abituarmi alla giusta che veda sbagliata per me e mi ha dato un sensazione della vertigine con la perdita di equilibro. Per evitarla ho dovuto indossare i miei vecchi occhiali. Quasi ho vendutola, ma al ultimo momento capivo la esperienza, ma ora lo so per la prossima volta. Con guidare la macchina facevo già. Non mai dimentico queste esperienza era stata un sensazione grande per me.
Anche questo volevo convidere con voi, perché sarebbe utile per altri astigmatici sotto gli studenti.
Con saluti cordiali dal Olanda
Anita
“cerco qualcuno che da lezioni d’inglese (e sono sicuro che c’è)”
il “dà” va scritto così,altrimenti lo si confonde con la preposizione semplice. Per favore lo potreste correggere?
Grazie
Caro Patricio, il refuso è stato già corretto, grazie per la segnalazione.
A presto
Prof. Anna
è stato un pò difficile ma poi o capito
Cara Caterina, è corretto scrivere “è stato un po’ difficile ma poi ho capito”.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Cara prof.ssa,
ho una domanda. Lei può spiegare di più sul tipo delle proposizioni relative(proprie e improprie)? Non capisco bene questo.
Caro Ngoc, che cosa in particolare non ti è chiaro? Se so quali sono i tui dubbi posso aiutarti in maniera più efficace.
A presto
Prof. Anna
Gent.ma Professoressa Anna,
vorrei , se e’ possibile, chiarimenti in merito ad un dubbio:
in una proposizione oggettiva retta da una proposizione relativa quale modo verbale bisogna usare?
Nella frase” io penso che le persone che odiino le feste in maschera , le odiano perche’ e’ difficile trovare un vestito adatto a loro” e’ giusto usare “che odiino”, “che odiano” ,o e’ possibile usarli entrambi attribuendo alla frase una diversa sfumatura di significato?
La ringrazio anticipatamente per il Suo aiuto e Le porgo i miei cordiali saluti.
Guglielmo.
Caro Guglielmo, nella frase che mi scrivi il verbo retto da “pensare” (che vuole il congiuntivo se ha il significato di “supporre”) è il secondo, mentre il primo è il predicato della proposizione relativa, quindi il primo andrà coniugato all’indicativo, il secondo invece al congiuntivo: “io penso (= suppongo) che le persone che odiano le feste in maschera le odiino perché…”. In questo caso il congiuntivo nella relativa non è necessario (come invece nei casi che trovi riportati in questo articolo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2013/03/14/il-congiuntivo-nelle-frasi-relative/), mentre il verbo “pensare” può essere seguito da indicativo se ha il significato di “essere convinto”: “io penso (= sono convinto) che le persone che odiano le feste in maschera le odiano perché…”. Spero di aver chiarito il tuo dubbio.
A presto
Prof. Anna
Buongiorno e grazie mille per la risposta chiara ed esauriente.
Chiedo scusa per averLe risposto in ritardo.
Buona giornata e buon lavoro!
Guglielmo.
In una frase del tipo Marco è lì che studia, la frase con che è una relativa oppure no? Grazie
Cara Alessia, la frase introdotta da “che” è una relativa.
Un saluto
Prof. Anna
Cara prof anna,
Volevo sapere la parola ‘mentre’ è usata come proposizione avversativa e se ci vuole la virgola prima di esso in questa seguente frase:
Taraki avviò una serie di riforme con l’obbligo ad esempio per gli uomini di radersi la barba mentre per le donne venne riconosciuto il diritto di voto e di istruzione obbligatoria .
Grazie cordiali saluti
Caro Mario, la virgola può essere usata prima di “mentre”, ma non è obbligatoria.
Un saluto
Prof. Anna
posso dire “la mia amica , senza di quale non sono mai andata in vacanza o anche “senza del quale”?
Cara Gerda, è corretto dire “la mia amica, senza la quale non sono mai andata in vacanza”.
A presto
Prof. Anna
grazie, Prof, dunque senza della quale non è neache giusto? (senza di me, di te)
Cara Gerda, l’espressione “senza della quale” non è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
Sopra è scritto «• la relativa appositiva fornisce […]. […] il significato non risulterebbe danneggiato al punto di non comprendere il messaggio.».
Il soggetto di una subordinata implicita è quello della proposizione da cui dipende: quindi il soggetto di «al punto di non comprendere il messaggio» è «il significato» («il significato non comprende il messaggio»).
In un caso come questo non è possibile usare una subordinata implicita; è necessario scrivere (o dire): «al punto che non si comprenda il messaggio».
Inoltre faccio presente che qui sotto è scritto «Do il mio consenso […]» ove «Do» non ha accento: quindi è non la prima persona singolare del presente indicativo di «dare», bensì il nome della lettera musicale.
Caro Onofrio, è vero, il costrutto implicito si può avere quando i soggetti della reggente e della subordinata coincidono in questo tipo di proposizioni, ma anche quando la subordinata, come in questo caso, ha un soggetto generico (ad esempio “ha un profumo da perdere la testa); la prima persona singolare del presente indicativo del verbo “dare” non necessita di accento, mentre è obbligatorio per la terza singolare (dà).
A presto
• «[…] il costrutto implicito si può avere […] anche quando la subordinata […] ha un soggetto generico […]»! Mi pare soltanto la giustificazione teorica della sciatteria. Nell’esempio che lei propone, sarebbe possibile esprimere tranquillamente le cose scrivendo (o dicendo): «ha un profumo da FAR perdere la testa». Ma non insisto: constato che apparteniamo a logiche diverse.
• Ho consultato il Treccani: le dà ragione. Presumevo necessario distinguere.
Caro Onofrio, il confronto è sempre costruttivo.
A presto