Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, questa settimana parliamo delle proposizioni relative, come si presentano, a cosa servono e come usarle in maniera corretta.
Buona lettura!
Prof. Anna
Le proposizioni relative, a differenza delle altre subordinate, non si riferiscono all’intera proposizione reggente, ma a un solo elemento, detto antecedente.
Per esempio: ho letto il libro (principale) che mi hai prestato (relativa).
Dal punto di vista del significato esistono due tipi di relative: la determinativa e l’appositiva:
• la relativa determinativa serve a limitare o a precisare il senso dell’antecedente: questo è il libro che ho comprato ieri. Questo tipo di relative apportano una precisazione necessaria al nome a cui si riferiscono, se si cancellano il senso del periodo verrebbe danneggiato.
• la relativa appositiva fornisce invece un’aggiunta non indispensabile: Marco, che lavora molto, è sempre stanco. Questo tipo di relative spesso si trovano tra due virgole, se venissero cancellate però il significato non risulterebbe danneggiato al punto di non comprendere il messaggio.
Le proposizioni realtive sono per lo più esplicite e sono introdotte da:
• un pronome relativo (che, il quale, cui);
• un pronome doppio (chi, chiunque, qualunque, quanto);
• l’avverbio relativo: dove.
Che si usa in funzione di soggetto e di complemento oggetto, cui (+ preposizione) in funzione di complemento indiretto, il quale come soggetto o complemento oggetto ma soprattutto in un registro formale.
Per capire meglio guardiamo la seguente tabella:
PRONOME | FUNZIONE | ESEMPIO |
che | soggetto – complemento oggetto | il vestito che hai comprato è molto elegante |
preposizione + cui | complementi indiretti | ho comprato il libro di cui mi hai parlato |
il quale | soggetto – complemento oggetto (formale) | il treno il quale hai preso è molto comodo |
preposizione + il quale | complementi indiretti | ho comprato il libro del quale mi hai parlato |
Due proposizioni relative che si susseguono possono essere l’una subordinata all’altra: le persone che sono venute alla festa che hai organizzato erano molto simpatiche; oppure possono essere coordinate, in questo caso il secondo pronome relativo si può omettere: le persone che abbiamo incontrato e (che) ti ho presentato sono dei miei vecchi amici.
La relativa esplicita ha il verbo all’indicativo quando il fatto viene presentato come reale: cerco qualcuno che dà lezioni d’inglese (e sono sicuro che c’è); al congiuntivo quando viene considerato come possibile o desiderato: cerco qualcuno che dia lezioni d’inglese (e non sono sicuro che ci sia); al condizionale quando viene presentato come ipotetico: imparare l’inglese è una cosa che farei volentieri (se trovassi qualcuno disposto a insegnarmelo).
Per approfondire l’uso del congiuntivo nelle relative vi consiglio di leggere questo articolo: www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/
La relativa implicita ha due tipi di costruzione:
• da + infinito: ho portato un libro da leggere (=che può essere letto), ho molte pagine da studiare (=che devono essere studiate); in questi casi la relativa assume una sfumatura di possibilità o dovere.
• preposizione + cui (o quale) + infinito: questo è un risultato di cui andare fieri.
Cara professore,
Mi sembra che ci sia un errore nella frase 5: l’i dovrebbe essere un u.
Approfitto del fatto che Lei fa questo sbaglio per esprimere la mia gratitudine per le Sue lezioni e commenti!
Louis, dall’Olanda
Caro Luis, grazie per la segnalazione, l’errore è già stato corretto.
A presto
Prof. Anna
Cara Prof.ssa Anna,
Questa volta ho scelto tutte le frase corretta che mi piace veramente, anche se trovi necessario studiare la lezione di più. Anche ho scritto il seguente dialogo per esercitarmi:
Laura: “Guardi Riccardo, cioè la donna da quale ho comprato la bella bici con 7 marche su cui ti ho parlato. Lei non riesce andare in bici ancora di più in causa i disturbi equilibro di quali lei soffra”.
Riccardo:”Ne trovo gentile da lei, che non abbia chiesta molti soldi”.
Laura:”Lei l’ha anche comprato per un prezzo piccolo e mi l’ha detto onesta”.
Riccardo:”Oké, capisco. Sarei fatto lo stesso, ma è una bella con sette marche!”.
Laura:”cavalca molto leggera ed non anche è pesante in causa i telaio in alluminio e lei l’ha comprato tre mese fa e non voleva ricevere sopra di cento euro da me!”
Spero aver fattolo corretta e ringraziando Lei in anticipio, saluto tutti cordiali
Anita dal Olanda
Cara Anita, ecco il tuo testo corretto.
Laura: “Guardi Riccardo, c’è la donna da cui ho comprato la bella bici con 7 marce di cui ti ho parlato. Lei non riesce ad andare più in bici perché soffre di disturbi dell’equilibro”.
Riccardo ”E’ stata gentile a non chiederti molti soldi”
Laura:”Anche lei l’ha pagata poco”.
Riccardo:”Ok, capisco. Avrei fatto lo stesso; è bella con sette marce!”.
Laura:”non è pesante perché il telaio è in alluminio, lei l’ha comprata tre mesi fa e non ha voluto ricevere più di euro da me!”
A presto
Prof. Anna
Cara Prof.ssa Anna,
Perché ho studiato ancora sulla lezione, so ora, perchè ho scelto le 1º,2º,4º5º e 9º frase corrette e ne trovavo strano, perché ho avuto tutte le frase corrette, ma ora ho scelto tutte le frase corrette sulla mia conoscenza e cosi è andato giusto per essere onesta.
Saluti cordiali dal Olanda
Anita
Cara Prof.ssa Anna,
Da sua correzioni capisco, che io debba pensare in un altro modo che io faccia adesso, se parlo e scrivo l’italiano, ma credo di migliorarlo se continuo e ho lIntensione.
Sono venuto a questo dialogo, perché ho comprato la stessa con un sconto grande e perché ero abituato a un seduto più basso nella macchina ed anche perché vedo una prospettiva sbagliata perché i miei occhi sono astigmatici e pio i cilindri dei miei occhiali devono essere regolati e poi devo abituarmi alla giusta che veda sbagliata per me e mi ha dato un sensazione della vertigine con la perdita di equilibro. Per evitarla ho dovuto indossare i miei vecchi occhiali. Quasi ho vendutola, ma al ultimo momento capivo la esperienza, ma ora lo so per la prossima volta. Con guidare la macchina facevo già. Non mai dimentico queste esperienza era stata un sensazione grande per me.
Anche questo volevo convidere con voi, perché sarebbe utile per altri astigmatici sotto gli studenti.
Con saluti cordiali dal Olanda
Anita
“cerco qualcuno che da lezioni d’inglese (e sono sicuro che c’è)”
il “dà” va scritto così,altrimenti lo si confonde con la preposizione semplice. Per favore lo potreste correggere?
Grazie
Caro Patricio, il refuso è stato già corretto, grazie per la segnalazione.
A presto
Prof. Anna
è stato un pò difficile ma poi o capito
Cara Caterina, è corretto scrivere “è stato un po’ difficile ma poi ho capito”.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Cara prof.ssa,
ho una domanda. Lei può spiegare di più sul tipo delle proposizioni relative(proprie e improprie)? Non capisco bene questo.
Caro Ngoc, che cosa in particolare non ti è chiaro? Se so quali sono i tui dubbi posso aiutarti in maniera più efficace.
A presto
Prof. Anna
Gent.ma Professoressa Anna,
vorrei , se e’ possibile, chiarimenti in merito ad un dubbio:
in una proposizione oggettiva retta da una proposizione relativa quale modo verbale bisogna usare?
Nella frase” io penso che le persone che odiino le feste in maschera , le odiano perche’ e’ difficile trovare un vestito adatto a loro” e’ giusto usare “che odiino”, “che odiano” ,o e’ possibile usarli entrambi attribuendo alla frase una diversa sfumatura di significato?
La ringrazio anticipatamente per il Suo aiuto e Le porgo i miei cordiali saluti.
Guglielmo.
Caro Guglielmo, nella frase che mi scrivi il verbo retto da “pensare” (che vuole il congiuntivo se ha il significato di “supporre”) è il secondo, mentre il primo è il predicato della proposizione relativa, quindi il primo andrà coniugato all’indicativo, il secondo invece al congiuntivo: “io penso (= suppongo) che le persone che odiano le feste in maschera le odiino perché…”. In questo caso il congiuntivo nella relativa non è necessario (come invece nei casi che trovi riportati in questo articolo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2013/03/14/il-congiuntivo-nelle-frasi-relative/), mentre il verbo “pensare” può essere seguito da indicativo se ha il significato di “essere convinto”: “io penso (= sono convinto) che le persone che odiano le feste in maschera le odiano perché…”. Spero di aver chiarito il tuo dubbio.
A presto
Prof. Anna
Buongiorno e grazie mille per la risposta chiara ed esauriente.
Chiedo scusa per averLe risposto in ritardo.
Buona giornata e buon lavoro!
Guglielmo.
In una frase del tipo Marco è lì che studia, la frase con che è una relativa oppure no? Grazie
Cara Alessia, la frase introdotta da “che” è una relativa.
Un saluto
Prof. Anna
Cara prof anna,
Volevo sapere la parola ‘mentre’ è usata come proposizione avversativa e se ci vuole la virgola prima di esso in questa seguente frase:
Taraki avviò una serie di riforme con l’obbligo ad esempio per gli uomini di radersi la barba mentre per le donne venne riconosciuto il diritto di voto e di istruzione obbligatoria .
Grazie cordiali saluti
Caro Mario, la virgola può essere usata prima di “mentre”, ma non è obbligatoria.
Un saluto
Prof. Anna
posso dire “la mia amica , senza di quale non sono mai andata in vacanza o anche “senza del quale”?
Cara Gerda, è corretto dire “la mia amica, senza la quale non sono mai andata in vacanza”.
A presto
Prof. Anna
grazie, Prof, dunque senza della quale non è neache giusto? (senza di me, di te)
Cara Gerda, l’espressione “senza della quale” non è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
Sopra è scritto «• la relativa appositiva fornisce […]. […] il significato non risulterebbe danneggiato al punto di non comprendere il messaggio.».
Il soggetto di una subordinata implicita è quello della proposizione da cui dipende: quindi il soggetto di «al punto di non comprendere il messaggio» è «il significato» («il significato non comprende il messaggio»).
In un caso come questo non è possibile usare una subordinata implicita; è necessario scrivere (o dire): «al punto che non si comprenda il messaggio».
Inoltre faccio presente che qui sotto è scritto «Do il mio consenso […]» ove «Do» non ha accento: quindi è non la prima persona singolare del presente indicativo di «dare», bensì il nome della lettera musicale.
Caro Onofrio, è vero, il costrutto implicito si può avere quando i soggetti della reggente e della subordinata coincidono in questo tipo di proposizioni, ma anche quando la subordinata, come in questo caso, ha un soggetto generico (ad esempio “ha un profumo da perdere la testa); la prima persona singolare del presente indicativo del verbo “dare” non necessita di accento, mentre è obbligatorio per la terza singolare (dà).
A presto
• «[…] il costrutto implicito si può avere […] anche quando la subordinata […] ha un soggetto generico […]»! Mi pare soltanto la giustificazione teorica della sciatteria. Nell’esempio che lei propone, sarebbe possibile esprimere tranquillamente le cose scrivendo (o dicendo): «ha un profumo da FAR perdere la testa». Ma non insisto: constato che apparteniamo a logiche diverse.
• Ho consultato il Treccani: le dà ragione. Presumevo necessario distinguere.
Caro Onofrio, il confronto è sempre costruttivo.
A presto
La relativa esplicita ha il verbo all’indicativo quando il fatto viene presentato come reale, al congiuntivo quando viene considerato come possibile o desiderato e al condizionale, del quale farò un esempio, quando viene presentato come ipotetico: “Che darei per fare quello che FAREBBE lui (sottinteso, ad esempio, “se fosse ancora in vita”).
Va bene?
Caro Iacopo, è corretto.
Prof, nella frase “Non mi stupirei se ci fosse quello che spenderebbe mille euro al mese” penso sia corretto il condizionale “spenderebbe” nella relativa subordinata, in quanto, nelle relative, usiamo il condizionale, se il fatto viene presentato come ipotetico (come nel nostro esempio) e, magari, anche con una condizione sottointesa (nel nostro caso però la condizione è evidente “se ci fosse quello”). Insomma, per capire al meglio il senso della frase, potremmo riscriverla in vari modi: “Se ci fosse quello che spenderebbe mille euro al mese, non mi stupirei” oppure “Non mi stupirei, se ci fosse, di quello che spenderebbe mille euro al mese” o “Non mi stupirei di quello che spenderebbe mille euro al mese, se ci fosse; o, meglio ancora, “Non mi stupirebbe quello che spenderebbe mille euro al mese, se ci fosse” o “Non mi stupirebbe, se ci fosse, quello che spenderebbe mille euro al mese.
Corretto?
Caro Iacopo, le frasi sono corrette, ma non hanno tutte il medesimo significato.
Ok, prof; era importante, per me, capire l’uso del condizionale, nella subordinata relativa,che mi par di capire che sia corretto; e che sia corretto anche il ragionamento ad esso correlato: e quindi possiamo usare il condizionale, in una relativ, se il fatto viene presentato come ipotetico (come nel nostro esempio) e, magari, anche con una condizione sottointesa (nel nostro caso però la condizione è evidente “se ci fosse quello”).
Giusto?
Caro Iacopo, è corretto.
“Se mangiassimo tutto quello che cuciniamo (e non il condizionale “cucineremmo”), allora ingrassaremmo a dismisura!”
Allora, la relativa esplicita ha il verbo all’indicativo quando il fatto viene presentato come reale; al congiuntivo quando viene considerato come possibile o desiderato; e al condizionale quando viene presentato come ipotetico. In considerazione di tutto ciò, credo che il modo verbale corretto da utilizzare nella relativa del nostro esempio, chiaramente in questo tipo di costruzioni ov’è presente anche un periodo ipotetico, sia l’indicativo: infatti nella nostra relativa non avremmo mai potuto utilizzare il condizionale “cucineremmo”, in quanto “…tutto quello che cuciniamo…” è un fatto reale, quotidiano (per cui è corretto l’indicativo); d’altronde in questa relativa il condizionale, che reputerei scorretto se lo usassi nel nostro esempio, non potrebbe introdurre un’ipotesi che, in finale, è già introdotta dalla protasi “Se mangiassimo”. Insomma, l’indicativo “…che cuciniamo…” nella relativa è il modo verbale esatto proprio perché “il fatto viene presentato come reale”.
Penso sia giusto…
Caro Filippo, è corretto.
Salute, anche in quest’altra: “Se i cani avessero fame, mangerebbero tutto quello che trovano/troverebbero”, il ragionamento è più o meno lo stesso: e cioè il modo verbale corretto da utilizzare nella relativa del nostro esempio, chiaramente in questo tipo di costruzioni ov’è presente anche un periodo ipotetico, è l’indicativo: infatti nella nostra relativa non avremmo mai potuto utilizzare il condizionale “troverebbero”, in quanto “…tutto quello che trovano…” è un fatto verosimile (per cui è corretto l’indicativo); d’altronde in questa relativa il condizionale, che reputerei scorretto se lo usassi nel nostro esempio, non potrebbe introdurre un’ipotesi che, in finale, è già introdotta dalla protasi “Se i cani avessero fame”. Insomma, l’indicativo “…che trovano …” nella relativa è il modo verbale esatto proprio perché “il fatto viene presentato come verosimile”. Oltretutto l’indicativo nella relativa, il cui tempo (come ben sappiamo) è svincolato dal tempo della principale, ma che comunque ha la necessità di rispettarlo, si sposa bene con il periodo ipotetico della possibilità, in quanto il periodo ipotetico della possibilità (che si realizzi o meno un evento) fa riferimento ad un momento sì possibile, ma più o meno imminente, vicino al presente.
Corretto?
Caro Filippo, è corretto.
1-“Si racconta che ci fosse un tizio che distribuiva regali”;
Analisi del periodo: “Si racconta”, proposizione principale con verbo impersonale; “che ci fosse un tizio”, subordinata soggettiva al congiuntivo imperfetto che esprime anteriorità con valore durativo, rispetto al verbo, che è al presente, della principale; “che distribuiva regali”, subordinata relativa all’indicativo, in quanto il fatto, nonostante l’espressione impersonale della principale “si racconta” non esprima un fatto certo, bensì un’opinione (e quindi ha senso il congiuntivo imperfetto), viene presentato come reale. Infatti, come scrissi in un altro post, il tempo di una subordinata relativa è “svincolato dalla consecutio temporum”: e cioè non segue il tempo della principale, ma bensì ne segue solo il tempo cronologico; non si riferisce all’intera proposizione reggente, ma ad un solo elemento detto antecedente (il pronome relativo “che”). Ergo, il congiuntivo nella relativa, in questo caso, sarebbe errato dal mio punto di vista, perché, malgrado si racconti che ci fosse un tizio, e su ciò potremmo avere dei dubbi (d’altronde si racconta di un tizio, che però non è detto che sia esistito: è un opinione generale), quel che però si dice di lui è concreto, reale, indicativo: difatti, benché i dubbi sulla sua esistenza, è indubbio quello che il tizio faceva, e cioè distribuire regali.
Mi sembra giusto…
Caro Filippo, è tutto giusto.
“Se dovessi incontrare una donna che mi fa/faccia/farebbe perdere la testa, accetterei volentieri un evento di questo tipo”
…Allora, considerando che la relativa esplicita ha il verbo all’indicativo quando il fatto viene presentato come reale, al congiuntivo quando viene considerato come possibile o desiderato e al condizionale quando viene presentato come ipotetico (con una protasi anche sottintesa), nel nostro esempio opterei per l’indicativo, se considerassimo il fatto appunto reale, presente e più o meno imminente, e al limite per il congiuntivo, qualora volessi dare alla relativa stessa una sfumatura consecutiva. Il condizionale lo escluderei, visto che la protasi “Se dovessi incontrare una donna…” esprime ed introduce già un’ipotesi. Insomma, le opzioni corrette sono l’indicativo (…che mi fa perdere la testa) e al massimo il congiuntivo (…che mi faccia perdere la testa).
Penso sia corretto.
Caro Filippo Maria, è corretto.
La relativa esplicita ha il verbo al condizionale quando viene presentato come ipotetico: “Questo è quello che vorrei (sottinteso “se mi ascoltassero”)”
Va bene?
Esatto.
1 Quali sono le attività in cui io debba migliorare?
2 Quali sono le attività in cui io devo migliorare?
3 Quali sarebbero le attività in cui io debba migliorare?
4 Quali sarebbero le attività in cui io devo migliorare?
5 Quali sarebbero le attività in cui dovrei migliorare?
Le frasi sono tutte corrette. La relativa della numero uno è al congiuntivo con valore consecutivo. La relativa della due è all’indicativo perché il fatto viene presentato come reale (devo migliorare e lo so). La relativa della terza è uguale a quella della numero uno, ma cambia soltanto il verbo, che è al condizionale (in quanto sto esprimendo un dubbio, una perplessità, un’esitazione), dell’interrogativa diretta (Quali sarebbero le attività?). La relativa della quarta è uguale a quella della seconda, ma cambia soltanto il verbo, che è al condizionale (in quanto sto esprimendo un dubbio, una perplessità, un’esitazione), dell’interrogativa diretta (Quali sarebbero le attività?). Mentre la relativa della quinta frase è al condizionale perché il fatto viene presentato come ipotetico: “Quali sarebbero le attività in cui dovrei migliorare? (qualora me lo facessero presente)”.
Tutto giusto?
Caro Graziano, è tutto giusto.
Gentile prof.Anna
Ho un dubbio nella frase di spiegazione di un libro:”la frase introduce svolge lo stesso ruolo di un complemento del nome.” La frase contiene 2 verbi,usati in serie.credo che la forma sarebbe sbagliato,manca una congiunzione”e”tra i verbi”introduce””svolge”
Grazie mille
Caro Luca, c’è qualcosa che non va nella costruzione del periodo; non conoscendo il contesto preciso in cui è inserita, non riesco a dirti come dovrebbe essere.
A presto
Gentile prof.Anna
Scusa per la frase incompleta.
“Nelle dichiarative,che è una congiunzione e la frase che introduce svolge lo stesso ruolo di un complemento di un nome,e in particolare del complemento di specificazione.”
Perché si utilizza “introduce svolge” due verbi in serie? È una figura retorica di enumerazione o concatenazione?
Caro Luca, non devi vedere la sequenza come “introduce svolge”, ma come “la frase che introduce svolge” (cosa fa la frase che introduce? svolge lo stesso ruolo di un complemento): “introduce” è il verbo della relativa determinativa introdotta da “che” che si riferisce a “la frase”, mentre “svolge” è il verbo della reggente che ha come soggetto “la frase”, quindi la costruzione è corretta. Spero che ora sia tutto chiaro.
A presto
Ah,si, molto chiaro
Scusami per non aver letto attentamente la spiegazione grammaticale.
Grazie al nuovo punto di vista mi risolve anche i dubbi precedenti.(i verbi di modo irregolari” forme di vita veramente semplici”)”i verbi di modo” e “forme di vita” sarebbe il gruppo del soggetto.ecco perché gli aggettivi si concordano col soggetto invece col complemento di specificazione.
Caro Luca, è esatto.
A presto
1)”I messaggi che mi hai mandato”
Accordo del participio d’un verbo composto con “avere” con l’oggetto anteposto, costituito da un pronome relativo. Quindi possiamo dire sia “I messaggi che mi hai mandato” (accordo col soggetto “tu” e quindi “mandato”), ma anche “I messaggi che mi hai mandati” (accordo con l’oggetto “messaggi”, quindi il pronome relativo “che”).
Mi pare corretto
Cara Elisa, è corretto.
Condizionale in una relativa:
1)”Lui il primo che scapperebbe”
La relativa esplicita ha il verbo al condizionale quando viene presentato come ipotetico (sottointeso “se succedesse qualcosa di brutto”).
Mi sembra giusto
Caro Michele, è corretto.
1)”Per più di un decennio era la palestra più prestigiosa per chi volesse fare il comico”
…In questa frase “chi” funge da pronome relativo-indefinito (introducendo qundi una relativa) con il significato di «uno che, qualcuno che» o «chiunque». Per quanto riguarda il modo da impiegare fra il congiuntivo e l’indicativo, entrambi i modi sono corretti: se si usa il congiuntivo però si vuole dare un valore ipotetico alla frase in riferimento al passato e quindi usiamo il congiuntivo imperfetto (“volesse”): “Per più di un decennio era la palestra più prestigiosa per chiunque/ qualcuno che (chi) volesse fare il comico”.
Penso sia corretto
Cara Marta, è corretto.
1)”Ci sono alcune ragazze (a) cui può piacere un certo tipo di atteggiamento; mentre ad altre no”
…”a cui” introduce un complemento di termine e risponde alla domanda “a chi?” “ad alcune ragazze”. Per quanto riguarda invece il modo da utilizzare in questa relativa, useremo (come nell’esempio) l’indicativo perché il fatto viene presentato come reale; ma è possibile anche il congiuntivo se viene considerato come possibile o desiderato (“… a cui possa piacere un certo tipo di atteggiamento; mentre ad altre no”).
Penso sia ok…
Caro Manlio, è giusto.
Gentile prof Anna
Ho un dubbio che riguarda l’attributo e partecipo passato utilizzato nella subordinata relativa implicita.
“ma a un solo elemento, detto antecedente.”
“”con valore avverbiale, seguito da un aggettivo, ha valore rafforzativo.”
“tutti” è il soggetto della frase, espresso da un pronome indefinito plurale che indica una quantità totale.”
Nelle frasi gli aggettivi (detto e seguito)si riferiscono all’elemento complementale(elemento, valore), quindi sono l’attributo precisato dalla sintagma preposizionale? Invece la terza frase (espresso) è una subordinata relativa? perché riferisce il soggetto.
“senza nessun posto dove andare.” Perché non dice “nessun posto dove andare”? O è una frase idiomatica?
Grazie mille
Caro Luca, il participio passato in questo caso non ha valore nominale (e quindi di aggettivo) ma verbale, nel primo caso forma una relativa implicita (ma a un solo elemento, che è detto antecedente), nel secondo caso una temporale (con valore avverbiale, quando è seguito da un aggettivo, ha valore rafforzativo) e relativo anche nel terzo caso (come hai sottolineato); “senza nessun posto dove andare” non è uguale a “nessun posto dove andare” perché nel primo caso c’è la preposizione “senza” che significa “privo di” (privo di un posto dove andare). Spero di aver chiarito i tuoi dubbi.
Un saluto
Gentile.prof Anna
Grazie per la risposta,ero confuso l’utilizzo di “dove”(la subordinata relativa esplicita riferisce all’elemento complementale “senza un posto”),dopo aver letto un esempio “a chi l’ha letto è piaciuto moltissimo.= a ogni persona che l’ha letto…..” L’ho conosciuto che è possibile.
Grazie mille
Caro Luca, “dove” significa in questo caso “in cui” e si riferisce a “posto”.
Un saluto
Gentile prof Anna
Di nuovo…. recentemente,ho confrontato la grammatica inglese e italiano (i go wherever I want)”wherever I want” introduce una clausola avverbiale.—la frase viene tradotto come(vado dove/dovunque pare io),sarebbe una subordinata relativa,ma non c’è un elemento antecedente.
Quindi per avverbi relativi (dove, dovunque, ovunque)non è obbligatorio richiedere un elemento antecedente?
Grazie mille
Caro Luca, “dovunque” può essere congiunzione oppure avverbio, ma in ogni caso non ha bisogno di un antecedente.
Un saluto
Gentile prof Anna
Ho un dubbio che riguarda l’attributo e partecipo passato utilizzato nella subordinata relativa implicita.
“ma a un solo elemento, detto antecedente.”
“”con valore avverbiale, seguito da un aggettivo, ha valore rafforzativo.”
“tutti” è il soggetto della frase, espresso da un pronome indefinito plurale che indica una quantità totale.”
Nelle frasi gli aggettivi (detto e seguito)si riferiscono all’elemento complementale(elemento, valore), quindi sono l’attributo precisato dalla sintagma preposizionale? Invece la terza frase (espresso) è una subordinata relativa? perché riferisce il soggetto.
“senza nessun posto dove andare.” Perché non dice “nessun posto dove andare”? O è una frase idiomatica?
Grazie mille
Gentile prof Anna
“è fiero dei pomodori che lui coltiva sul terrazzo.”
“è fiero dei pomodori coltivati sul terrazzo.”
“è fiero dei pomodori, i quali sono coltivati sul terrazzo.”
“è fiero dei pomodori, i quali coltivati sul terrazzo.”
la congiunzione”che” può introdurre complemento indiretto,senza causare ambiguità?
nell’ultima frase,l’antecedente può essere un pronome?
grazie mille
Caro Luca, tutte le frasi sono corrette, tranne l’ultima; la penultima non è scorretta, ma si usa principalmente con la funzione di complemento indiretto, può fungere da soggetto per gli usi formali, in questo caso il mio consiglio è usare “che”. Per ripassare i pronomi relativi, ti consiglio questo articolo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2011/04/28/pronomi-relativi/.
A presto
Gentile prof Anna
sono curioso di sapere perché è scorretta l’ultima?
grazie mille
Caro Luca, la frase “è fiero dei pomodori, i quali coltivati sul terrazzo” non è corretta perché il verbo della relativa non può essere un participio passato (coltivati), in quanto il participio passato può già esplicitarsi in una proposizione relativa: “è fiero dei pomodori coltivati sul terrazzo” = “è fiero dei pomodori che sono stati coltivati sul terrazzo”. Per ripassare gli usi del participio passato, ti consiglio questo articolo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2013/04/11/le-forme-implicite-il-participio-presente-e-passato/.
A presto
Prof, ho letto sulla Treccani “..le forme dei / delle quali sono invece le uniche possibili quando seguano un numerale cardinale o un pronome indefinito che sono parte della stessa proposizione relativa: “C’erano sei agenti, tre dei quali in borghese” e “Ho fatto un sacco di proposte, alcune delle quali sono state accettate”. Quindi, in questi casi, se ho ben capito, non è possibile scrivere, ad esempio, “…tre di cui in borghese” e “…alcune di cui sono state accettate”; ma solo appunto “tre dei quali…” e ‘alcune delle quali…”.
Esatto?
Caro Leonardo, è esatto.