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Aula di Lingue

L'uso delle preposizioni prima di un verbo all'infinito

Prof. Anna
Grammatica,   La lingua italiana,   Le preposizioni,   Verbi

Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, oggi approfondiremo l’uso delle preposizioni quando si trovano davanti a un verbo all’infinito, è sicuramente un argomento un po’ spinoso, perché spesso, a parte alcune eccezioni, non ci sono delle regole precise, quindi il modo migliore per imparare è esercitarsi.

Buona lettura!

Prof. Anna

In italiano ci sono parecchi verbi che possono reggere un altro verbo all’infinito, per collegare questi verbi al verbo all’infinito molto spesso ci vuole una preposizione, ad esempio: ho iniziato a studiare l’italiano → in questo caso abbiamo il verbo "iniziare" che vuole la preposizione "a" quando è seguito da un infinito, ogni verbo che regge l’infinito vuole una determinata preposizione; alcuni verbi poi non vogliono nessuna preposizione prima dell’infinito, per esempio: Maria non sa cantare.

Vediamone insieme alcuni.

Non necessitano di preposizione prima dell’infinito:

i verbi modali (potere, volere, dovere)→ voglio andare al mare;

→ il verbo "sapere" con valore modale, cioè col significato di "essere capace"→ Luca non sa guidare;

→ il verbo "piacere" → mi piace passeggiare per la città;

→ il verbo "essere" seguito da un aggettivo o avverbio è divertente uscire con gli amici, è meglio rimandare il nostro appuntamento;

→ il verbo "desiderare"→ desidero fare un viaggio;

il verbo "occorrere"→ occorre prendere provvedimenti;

→ il verbo "preferire"→ preferisco cenare fuori stasera.

Vogliono la preposizione "a" prima dell’infinito:

→ i verbi "cominciare" e "iniziare" → cominciamo a mangiare tra poco;

→ il verbo "continuare" → continuiamo a camminare;

→ il verbo "provare"→ proviamo a fare di nuovo questo esercizio;

→ il verbo "riuscire" → non riesco a trovare il mio libro;

→ il verbo "abituarsi" → mi sono abituato ad andare a letto presto.

Vogliono la preposizione "di" prima dell’infinito:

→ l’espressione "avere voglia"→ non ho voglia di studiare;

→ il verbo "riternere"→ ritengo di essere adatto a questo lavoro;

→ il vebo "cercare" col significato di "tentare, sforzarsi"→ cerca di fare presto;

→ i verbi "ricordare" e "dimenticare" → ricordati di chiudere a chiave la porta;

→ il verbo "decidere" → ho deciso di cambiare lavoro;

→ il verbo "dubitare" → dubito di arrivare in tempo;

→ il verbo "pregare" → ti prego di non partire;

→ il verbo "sapere" quando significa "essere a conoscenza, essere consapevole"→ sappiamo di essere la squadra più forte.

Verbi con doppia reggenza:

→ il verbo "dispiacere" può avere "di" o "per" → mi dispiace di aver causato problemi = mi dispiace per aver causato problemi;

→ il verbo "ringraziare" può avere "di" o "per" → ti ringrazio di essere venuto = ti ringrazio per essere venuto;

→ il verbo "scusarsi" può avere "di" o "per" → mi scuso di (o per) non essere intervenuto;

→ il verbo "servire" può avere "a" o "per" → questo strumento serve a (o per) misurare la pressione;

→ il verbo "venire" può avere "a" o "per" → più tardi vengo a (o per) sistemare le mie cose;

→ il verbo "pensare" può avere "a" o "di" a seconda del significato → usiamo la preposizione "a" quando il verbo significa "badare a qualcosa, occuparsi di qualcosa": adesso devi pensare a risolvere questo problema; usiamo la preposizione "di" quando il verbo significa: "considerare, credere": penso di andare alla festa stasera.

Seleziona la risposta corretta fra le opzioni disponibili. Al termine premi il pulsante "Correggi esercizio": vedrai le risposte giuste evidenziate in verde e quelle sbagliate in rosso.

1- Oggi proveremo risolvere questo problema. 2- Ho voglia venirti a trovare. 3- Sarebbe interessante leggere questo libro. 4- Penso avere l'influenza. 5- Mi dispiace avere detto queste cose. 6- So non essere pronto a sostenere l'esame. 7- Lucia e Gianni non sanno cucinare bene come te. 8- Io e Luca desideriamo sposarci al più presto. 9- Ti prego essere sincero. 10- Vi ringraziamo aver partecipato.

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Commenti [173]

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  1. Erica scrive:

    Salve prof. Anna. Grazie, un ottimo esercizio! Ma come il scorso esercizio, non è possibile correggere questo. Lavoro con un’ Apple / iMac computer. Ciao, Erica

    • Zanichelli Avatar

      Cara Erica, per cercare di risolvere questo problema dovrei sapere: – la versione del sistema operativo che usi; – il nome e la versione del browser web (safari, firefox, explorer, ecc..); in questo modo è possibile fare un controllo più preciso.
      Un saluto
      Prof. Anna

  2. maria scrive:

    Sempre molto utili questi esercizi. Grazie Prof. Anna. Mi sbaglio ancora di tanto in tanto ma va sempre meglio!

  3. Cara Professoressa Anna,

    Questa é unma delle difficoltà della grammatica italiana. Grazie per questo articolo, molto importante per me.

    Saluti,
    Aparecida

  4. Cara Professoressa Anna,

    Questa é una delle difficoltà della grammatica italiana. Grazie per questo articolo, molto importante per me.

    Saluti,
    Aparecida

  5. Gentili professori, vorrei sapere se c’è una spiegazione alquanto coerente per considerare l’assenza di preposizine dopo il verbo “piacere” e l’obbligo di usare la preposizione “di” o “per” dopo il verbo “dispiacere” pur essendo questo verbo un composto del verbo “piacere”
    Cordialità
    Emilia Andrelucci

    • Zanichelli Avatar

      Cara Emilia, il verbo “dispiacere” ha due significati un po’ diversi, il primo è “riuscire sgradito”, in questo caso di solito non si usa seguito da un infinito, ma si usa da solo, per esempio: il tuo comportamento è dispiaciuto a tutti; mentre se dopo c’è un infinito si usa la forma negativa di “piacere”: non mi piace bere il vino; posso usare il verbo “dispiacere” seguito da infinito solo se è preceduto da una negazione e quindi significa “piacere”, per esempio: non mi dispiace lavorare con te (=mi piace lavorare con te). L’altro significato di “dispiacere” è “costituire motivo di dolore, di rammarico, di disagio”, in questo caso è seguito dalle preposizioni DI o PER + infinito: mi dispiace di non essere venuto. Spero di aver chiarito il tuo dubbio.
      A presto
      Prof. Anna

      • Giovanni scrive:

        “Mi dispiace averti fatto questo torto”: non mi pare sia scorretto, sbaglio?

        • Zanichelli Avatar

          Caro Giovanni, il periodo che mi scrivi è corretto e in questo caso caso “dispiacere” significa ““costituire motivo di dolore, di rammarico, di disagio”, in questo caso può essere seguito da infinito senza preposizione. Ho omesso questa possibilità nel commento precedente, grazie per avermelo segnalato.
          A presto
          Prof. Anna

  6. Erica scrive:

    Imparo sempre di più! Grazie

  7. roma scrive:

    Gentile Professoressa,
    volevo chiedere se si dice:
    tradurre dall’inglese all’italiano
    o tradurre dall’inglese in italiano. Ho visto in giro tutte e due forme, c’e’ ualche sottile differenza?

    • Zanichelli Avatar

      Cara Roma, sono corrette entrambe le forme e hanno lo stesso significato.
      A presto
      Prof. Anna

  8. Cara Prof.Anna,grazie per la lezione di oggi è andata molto bene, ringrazio tanto.
    A presto.
    Inilceia Possato

  9. roma scrive:

    Gentile Professoressa,
    volevo chiedere se si dice:
    tradurre dall’inglese all’italiano
    o tradurre dall’inglese in italiano. Ho visto in giro tutte e due forme, c’e’ qualche sottile differenza?

  10. roma scrive:

    Cara Professoressa,
    La ringrazio tantissimo,
    sono corrette anche nei casi: tradurre qualcosa (un testo, un frammento, un libro) dall’inglese all’italiano e dall’inglese in italiano?
    Grazie ancora una volta, un ottimo sito! Bravissimi!

    • Zanichelli Avatar

      Cara Roma, anche le forme che mi scrivi sono corrette.
      A presto
      Prof. Anna

  11. angela scrive:

    buonasera prof. anna mi aiuta per favore a coniugare i verbi a ha o ho i hi mi confondo sempre se in una frase ci vuole a, ha o, ho lo ,l`ho, grazie, Angela

  12. Benedetta scrive:

    Salve Professoressa,
    vorrei da lei una conferma se possibile:
    i verbi che reggono il che seguito da una subordinata, quando vengono utilizzati nella versione verbo più infinito reggono sempre la preposizione di?
    Alcuni esempi esplicativi:
    Credo che domani andrò a Roma -> credo di andare domani a Roma
    Mi ha detto che sarà a Roma -> Mi ha detto di essere a Roma
    Ho deciso che vado a Roma -> Ho deciso di andare a Roma

    Grazie mille!
    Benedetta

    • Zanichelli Avatar

      Cara Benedetta, quello che dici è corretto: le frasi subordinate oggettive e soggettive implicite con l’infinito, sono introdotte dalla preposizione DI e hanno lo stesso soggetto della principale .
      Un saluto
      Prof. Anna

  13. Salvatore scrive:

    Buongiorno prof.anna è corretto dire “tutto il personale è pregato di controllarsi il servizio”

    Non si dovrebbe usare “controllare”
    Saluti

    Sabatino

    • Zanichelli Avatar

      Caro Salvatore, non conosco esattamente il contesto in cui questa fase è inserita, ma mi sembra più corretto usare “controllare”.
      A presto
      Prof. Anna

  14. Salvatore scrive:

    Buon pomeriggio prof Anna,il contesto in cui di trovava ,era inerente a delle variazioni sulle mansioni di servizio del giorno successivo.

    In ogni modo “controllarsi” non ha un significato diffente,esisto delle eccezioni dove può prendere il posto di controllare?

    Saluti

    Salvo

    • Zanichelli Avatar

      Caro Salvatore, “controllarsi” è una forma riflessiva del verbo “controllare” e significa “controllare se stessi” nel senso di “dominare i propri impulsi, i propri istinti”, ma nella frase che mi scrivi non mi sembra che possa prendere il posto di “controllare”.
      A presto
      èrof. Anna

  15. Cecile scrive:

    Buongiono Prof.ssa Anna,
    la lezione mi è molto utile (sono francese e cerco DI riuscire il concorso per diventare insegnante d’italiano). Grazie!
    In una traduzione dal francese all’italiano, ho scritto questa frase: “conoscevo sufficientemente il protocollo da sapere che non era opportuno ringraziarlo”. Dubito che il DA sia la soluzione più corretta.. Lei potrebbe dirmi qual è precisamente la regola grammaticale che vige per costruire la frase con “conoscere sufficientemente da” se magari è giusta! Questa preposizione verrebbe introdotta dal verbo conoscere? o dall’avverbio?

    La ringrazio in anticipo, saluti, Cécile

    • Zanichelli Avatar

      Cara Cecile, la frase che mi scrivi è corretta, così come la scelta della preposizione DA, che in questo caso introduce una proposizione consecutiva, quindi la scelta non è dovuta al verbo o all’avverbio, ma al tipo di proposizione che DA introduce. Ti faccio sono una correzione: “riuscire” è un verbo intransitivo, quindi non possiamo dire “riuscire il concorso”, meglio dire “cerco di passare-superare il concorso”.
      A presto e in bocca al lupo per il concorso!
      Prof. Anna

  16. Cécile scrive:

    Grazie mille Prof.ssa per la spiegazione! Inoltre ignoravo che il verbo “riuscire” è intransitivo!

    (Crepi!)

    Cécile

  17. maria scrive:

    Spero che abbia avuto una bell’estate Prof. Anna e mi piace moltissimo ricevere di nuovo le Sue lezione e i Suoi esercizi.
    Preposizione restano sempre difficile ma come Lei dice “il modo migliore per imparare e esercitarsi”.
    Buon fine settimana!
    Maria

  18. Fabiana scrive:

    Grazie prof Anna.
    Un ottimo lavoro. Ma sempre c’ è uno sbaglio.
    Fabiana

  19. Anche qui senza errori. Grazie.

  20. Leo scrive:

    Professoressa Anna, e nel caso del verbo “consentire”?
    Esempio: “Se mi è consentito scegliere, preferisco…” o “Se mi è consentito di scegliere, preferisco…”

    Quale delle due forme è corretta o la più corretta?

    Grazie!
    Leo

    • Zanichelli Avatar

      Caro Leo, la frase corretta è la prima.
      Un saluto
      Prof. Anna

  21. Eti scrive:

    Buon pomeriggio cara prof. Anna
    Sarai molto felice se mi mandi esercizi come questo sopra che mi aiuta sapere le preposizioni meglio.
    Grazie moltissimo.

  22. francesca scrive:

    perchè quando diciamo “è iunitile piangere sul latte versato” non utilizziamo una preposizione, per esempio di o a, tra le parole inutile e piangere?

    • Zanichelli Avatar

      Cara Francesca, quando abbiamo il verbo “essere” alla terza persona singolare + un aggettivo (è inutile) o un avverbio (è meglio) seguito da un infinito non ci vuole nessuna preposizione.
      A presto
      Prof. Anna

  23. Viv scrive:

    Carissima Professoressa, gentilmente, potrebbe sciogliere un nuovo mio dubbio che riguarda il verbo “prodigare”?

    – Ti ringrazio per la vicinanza che ti sei prodigata A dimostrarmi in questi giorni –

    L’uso della preposizione “a” è corretto?

    Grazie di cuore e buon pomeriggio.
    Viv

    • Zanichelli Avatar

      Cara Viv, l’uso di “prodigare” in questa frase non è corretto, puoi semplicemente dire: “la vicinanza che mi hai dimostrato”.
      Un saluto
      Prof. Anna

  24. SOFIA KONSTA scrive:

    Gent.ma Prof. Anna,
    non riesco a trovare le parole per ringraziarLa della Sua stupenda pagina! Sono greca, abito e lavoro a Salonicco ma la mia città di nascita è CHIOS!!Quella isola stupenda, che produce la mastica!
    Sono anch’io insegnante (per noi i greci, prof.), sono economista ad un liceo. Addoro l’italiano e sono autodidatta.
    L’ho trovata l’altro ieri e ci sono entusiasta! Esempi semplici, spiegazioni chiarissimi! E?stupenda! Il mio italiano è ancora quasi cattivo, ma piano-piano, con pazienza cercerò diventare migliore.
    Vi aspettiamo sempre alla Grecia, a braccia aperta! Per ancora una volta La ringrazio di cuore! Sia sempre sorridente e felice! (Troppi errori,ma non voglio usare la traduzione di google, oppure un’altra..Voglio cercare da sola..)
    Un abbraccio affettuoso, e cari saluti dal Salonicco!!
    Sofia

    • Zanichelli Avatar

      Cara Sofia, benvenuta su Intercultura blog! Vedrai che pian piano migliorerai e se hai dubbi o domande non esitare a scrivermi.
      Un saluto e a presto
      Prof. Anna

  25. SILVIA scrive:

    Buongiorno Prof. Anna,
    vorrei sapere se dire “mi serve DI sapere se avete già installato…” è completamente errato, o se è solo preferibile il “mi serve sapere se…..”.
    Grazie molte e cordiali saluti.
    Silvia

    • Zanichelli Avatar

      Cara Silvia, la frase non è corretta, mentre è corretta “mi serve sapere”.
      Un saluto
      Prof. Anna

  26. Afify scrive:

    Gent.ma Prof. Anna,
    Grazie mille per tutto quello che ha fatto per gli studenti della lingua italiana. Io ho un domanda é meglio dire andare in libreria
    o andare alla libreria? Grazie di nuovo.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Afify, è corretto: andare in libreria.
      Un saluto
      Prof. Anna

  27. patrizia scrive:

    Salve,mi sorge un dubbio: nella frase “Non ho voglia di studiare” ho e’ ausiliare ?
    La ringrazio per la risposta

    • Zanichelli Avatar

      Ciao Patrizia, in verbo “avere” in questo caso non è ausiliare, ma predicato e “voglia” complemento oggetto.
      Un saluto
      Prof. Anna

  28. cinzia scrive:

    Io volevo sapere se in una frase in cui c’è aller seguito da un verbo all’infinito devo mettere à prima di quest’ultimo? Es.: je suis allée à manger o je suis allée manger?

    • Zanichelli Avatar

      Cara Cinzia, questo blog è sulla lingua italiana e non francese.
      Un saluto
      Prof. Anna

  29. rino scrive:

    mi piace molto la grammatica italiana, ma non riesco a memorizzarla.

  30. rino scrive:

    A volte trovo le congiunzioni dopo il punto fermo; E’ regolare?

    • Zanichelli Avatar

      Caro Rino, non è scorretto.
      A presto
      Prof. Anna

  31. rino scrive:

    Complimenti le pagine le trovo molto chiare ed esaudienti.
    Grazie.

  32. rino scrive:

    Gent.ma Prof.ssa
    Voglio “dirvi” è corretto? il verbo volere non chiede l’infinito?
    Grazie.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Rino, infatti “dirvi” è infinito: dire+vi (dire a voi)= dirvi.
      A presto
      Prof. Anna

  33. rino scrive:

    A che serve “diagnosticare” un complemento, visto che molti sconfinano tra di loro.
    L’Italiano pare non abbia un ordine nello scritto,tranne che:
    Soggetto, predicato e complemento.
    Spero di essere stato chiaro;
    Comunque i miei migliori saluti.

  34. Rino scrive:

    La lingua italiana mi piace, ma la trovo molto strana:
    Ho una macchina “da scrivere” elettrica.
    Sfido chiunque a dirmi che sente dire:
    Ho una macchina (per scrivere) elettrica;
    Invio un biglietto “da visita” e non “di visita” ecc.
    Ma che lingua è questa? 🙂
    Grazie per l’attenzione Prof.ssa. e non prof.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Rino, nelle espressioni “biglietto da visita” e “macchina da scrivere”, la preposizione “da” introduce un complemento di fine, cioè “una macchina che ha lo scopo di scrivere”, lo stesso per le espressioni come “occhiali da sole”, “spazzolino da denti” ecc.
      A presto
      Prof. Anna

  35. Rino scrive:

    Troppi complementi, troppe preposizioni per essi, troppa confusione.
    …Ancora pensare o penzare, so che si dice pensare ma molti anche acculturati pronunciano penzare con la zeta.
    Proprio strana sta lingua.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Rino, si dice “pensare”.
      Un saluto
      Prof. Anna

  36. E” correto dire ” Vado a comprare bilglietto per il treno”?
    Esiste CAFFETERIA in italiano ? Grazie mille.

    • Zanichelli Avatar

      Cara Maria, è corretto: “vado a comprare il biglietto del treno”, in italiano esiste la parola “caffetteria”.
      A presto
      Prof. Anna

  37. rino scrive:

    Sarò di coccio:
    Ma la macchina non si scrive.
    Sarà pure il complemento di scopo.
    Le migliori grammatiche riportano: “PER SCRIERE”.
    Cordialità

    • Zanichelli Avatar

      Caro Rino, non è “la macchina che si scrive” ma “la macchina che serve per scrivere”.
      A presto
      Prof. Anna

  38. rino scrive:

    Per rilevare il tipo di una proposizione si guarda la congiunzione^
    Per es. quella avversativa Mentre, quando, laddove?
    Grazie Prof.ssa

    • Zanichelli Avatar

      Caro Rino, non ho capito la tua domanda, prova a riformularla.
      A presto
      Prof. Anna

  39. rino scrive:

    Io de coccio:
    se scrivo macchina da scrivere intendo macchina che deve essere scritta; S’immagini gomma da cancellare e non “per” cancellare. Certo non sarà colpa sua, ma di chi pone le regole.
    Grazie per l’attenzione.

  40. rino scrive:

    Si riferisce a questa domanda?
    Se per distinguere una proposizione necessità il riferimento alle congiuzioni?
    Es. causale: Perché? siccome, dato che ecc.
    GRAZIE!

    • Zanichelli Avatar

      Caro Rino, sì, per distinguere una proposizione è necessario sapere da quale congiunzione è introdotta.
      A presto
      Prof. Anna

  41. rino scrive:

    Le preposizioni al posto giusto;
    Come inserirle nel modo corretto.
    Grazie!

  42. rino scrive:

    Gent.ma Prof.ssa, ma è proprio necessario conoscere la specie della proposizione?
    Perché a quale fine?
    Grazie! cordialmente.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Rino, dipende cosa intendi per necessario; conoscere il tipo di preposizione è necessario per fare l’alanisli logica e quindi per comprendere logicamente e sintatticamente gli enunciati.
      A presto
      Prof. Anna

  43. rino scrive:

    Mi piace Leopardi, Pascoli, D’Annunzio, Trilussa, Carducci.
    Ma leggo poco.
    So che la lettura aiuta nell’espressione, nel corretto linguaggio, nell’apprendimento, ma io sono…

  44. rino scrive:

    Anch’io Italiano ho difficoltà nella mia lingua, pure perchè essa è molto strana.

  45. rino scrive:

    Gentilissima Prof.ssa, desidero sapere se ci sono “regolette”
    per stabilire quando la preposizione a da semplice diventa articolata.
    Es: Vado a casa, e vado al mare; Si potrebbe scrivere vado a mare?
    Grazie.
    PS sarà banale, ma nella vita si hanno sempre momenti di incertezze.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Rino, l’unica indicazione è che di solito usiamo la preposizione articolata quando il nome è seguito da un aggettivo o un complemento di specificazione per esempio: vado in ufficio-vado nell’ufficio del capo; ma ci sono moltissimi casi in cui questa regola non viene seguita, come vado al mare, vado al cinema, vado a teatro, purtroppo l’unico modo è imparare queste espressioni piano piano. Alla fine di questo articolo troverai alcuni esempi sull’uso di alcune preposizioni articolate: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=1365
      A presto
      Prof. Anna

  46. rino scrive:

    “E’ giusto che i cittadini lo sanno”:
    Secondo me questa espressione è errata. Introduce il modo congiuntivo stando alla regola. Se fosse errata, sapesse chi ha commesso l’errore:-)
    A Lei gentilissima Prof.ssa.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Rino, infatti ci vuole il congiuntivo: “è giusto che i cittadini lo sappiano”.
      A presto
      Prof. Anna

  47. rino scrive:

    Perché:”
    Un orologio d’oro, una bara di legno, un monumento “in bronzo”?

    • Zanichelli Avatar

      Caro Rino, si può anche dire “di bronzo”.
      A presto
      Prof. Anna

  48. rino scrive:

    Mi piacerebbe approffondire la concordanza dei tempi dei verbi .
    Qualcuno dice:
    Andasse dal edico es.
    Per me è una espressione sbagliata
    Lei mi conferma?
    Grazie.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Rino, non ho capito bene la frase “Andasse dal edico es.”, prova a riscrivermela.
      A presto
      Prof. Anna

  49. rino scrive:

    Ha ragione: “Andasse dal medico”.
    Andasse dal …
    Insomma, mi pare un imperfetto congiuntivo, no?
    Grazie, Buon lavoro.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Rino, il congiuntivo imperfetto può essere usato nelle frasi principali per esprimere una sollecitazione o un desiderio: “andasse dal medico!”.
      A presto
      Prof. Anna

  50. rino scrive:

    Mi perdoni P.ssa.
    si potrebbe dire anche in bronzo, perchè di bronzo dovrebbe essere corretto, in, un po’ meno credo.
    Cordialmente.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Rino, sono corrette entrambe le forme.
      A presto
      Prof. Anna

  51. rino scrive:

    Sapevo di “in” quando si parlava di un metallo lavorato, negli altri casi della preposizione “di”.

    -Andasse dal… dovrebbe essere dipendente, so che nella principale è difficile trovare il congiuntivo; Sarebbe più appropriato dire: Che vada dal medico?

    Andasse dal macellaio; Che vada dal macellaio.
    Grazie e Buona Domenica.

    -Anche la gomma è per cancellare e non da cancellare, non crede?

    • Zanichelli Avatar

      Caro Rino, nella frase “andasse dal medico” abbiamo un esempio di congiuntivo usato in una proposizione non dipenedente ed è corretta, ma è corretta anche “che vada dal medico”; “gomma da cancellare” è corretto in quanto in questo caso “da” indica il fine, lo scopo, che in questo caso è “cancellare”: una gomma che serve per cancellare.
      Un saluto
      Prof. Anna

  52. rino scrive:

    Leggo poco, ma quando trovo questi inconvenienti, mi stupisco e cerco delle conferme che Lei puntualmente con tanta pazienza me le concede. La lingua italiana la trovo molto confusa.
    Grazie!
    PS. Le concordanze dei tempi ho avuto modo ti trovarle in rete nelle sue chiare lezioni.
    Grazie ancora.

  53. rino scrive:

    G.ma P.ssa. Sempre io se non disturbo:
    Predicato del soggetto, predicato dell’oggetto;
    Potrebbe jn maniera molto semplice darmi una spiegazione?
    Mille grazie!

  54. Wow, non pensavo potesse essere un articolo utile, invece mi sbagliavo

  55. Rebecca scrive:

    Gent.ma Pro.ssa, non riesco a trovare altrove su internet (dizionari inclusi) quale preposizione usare dopo il verbo tradurre, oppure se è corretto non usarne come nel seguente esempio: “hello in italiano viene tradotto ciao”. Non so se sia più corretto usare una forma attiva e una preoposizione dopo il verbo tradurre, come nei seguenti esempi: “non so se tradurre ‘ciao’ CON ‘hello’ oppure ‘goodbye'” oppure ancora “il libro traduce ‘ciao’ COME ‘hello’? Spero riesca a chiarire questo concetto per me e altri che leggeranno, magari anche solo indirizzandomi verso qualche altro sito. Grazie per il lavoro che svolge.

    • Zanichelli Avatar

      Cara Rebecca, è corretto usare una forma attiva e la preposizione “con”.
      Un saluto
      Prof. Anna

  56. Rebecca scrive:

    La ringrazio moltissimo per la sua gentile e utile risposta. Saluti anche a Lei

  57. Pietro scrive:

    Gentile Prof.sa, nella canzoncina “Tu scendi dalle stelle” a volte trovo scritto “ti vedo qui a tremar”, altre volte “ti vedo qui tremar”. Qual è la forma corretta? Le sarò grato, se vorrà rispondermi.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Pietro, sono corrette entrambe le frasi.
      Un saluto
      Prof. Anna

  58. Andrea scrive:

    Buongiorno Prof. Anna,

    Le devo chiedere un informazione circa l’uso delle preposizione corretta con il verbo lavorare: se devo dire “Lavoro presso la FIAT” è meglio dire “Lavoro alla FIAT” (che è una forma che sinceramente preferisco decisamente) oppure “Lavoro in FIAT” (che non mi piace particolarmente, in quanto suona troppo come un tecnicismo?

    Grazie per il consiglio.

    Saluti.
    Andrea

    • Zanichelli Avatar

      Caro Andrea, meglio: “lavoro alla Fiat”.
      Un saluto
      Prof. Anna

  59. simonetta scrive:

    Buongiorno,
    lavoro in una società francese, i miei colleghi scrivono email in inglese e le frasi iniziano sempre con il please ed a seguire la richiesta.
    Stessa cosa, fanno con le email scritte in italiano, es: grazie di indicarmi cosa vuoi ordinare. E’ grammaticalmente corretto? perchè a me questa forma non piace
    Attendo gentile riscontro, grazie … grazie di rispondere

    • Zanichelli Avatar

      Cara Sionetta, se vogliamo tradurre “please” potremmo scrivere “La prego di indicarmi cosa vuole ordinare”, il “grazie” lo userei alla fine e non all’inizio.
      A presto
      Prof. Anna

  60. Gent.ma Prof.ssa Anna,

    Ho due domande riguardando l’uso del verbo essere + la preposizione di.
    Lei ha scritto che il verbo essere seguito da un aggettivo o un avverbio non necessita di preposizione prima dell’infinito. Allora volevo sapere perché si dice « è possibile dire » piuttosto che « è possibile di dire » (soprattutto si sta usando « essere sicuro di + infinitivo »)
    La mia seconda domanda: Come si dice « piacere di conoscerla », perché non si usa « è stato un piacere di conoscerla ». Ho soltanto visto la frase « è stato un piacere conoscerla ».

    Cordiali saluti,
    David Jolin.

    • Zanichelli Avatar

      Caro David, la preposizione non è necessaria quando il verbo “essere” è alla terza persona singolare ed è seguito da un aggettivo o un avverbio, quindi è il caso di “è possibile dire”; mentre “sono sicuro” che è alla prima persona e quindi è una forma personale e non impersonale come “è possibile”, vuole la preposizione -di-; puoi dire “piacere di conoscerla” oppure “è un piacere conoscerla” oppure al passato “è stato un piacere conoscerla”.
      Un saluto
      Prof. Anna

  61. Gent. Prof. Anna,

    Nella frase “Ho bisogno di uscire” che tipo di subordinata è la proposizione “di uscire”?

    • Zanichelli Avatar

      Caro Pino, è una proposizione oggettiva implicita.
      Un saluto
      Prof. Anna

  62. Arnoldas scrive:

    Cara Professoressa Anna, non capisco che tipo è la proposizione “Il mio destino è di stare accanto a te”. E poi, volevo sapere se si può usarla senza DI. La ringrazio in anticipo.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Arnoldas, si tratta di una proposizione soggettiva, cioè “stare accanto a te” funge da soggetto del verbo della reggente (è), in questo caso la preposizione -di- può anche essere omessa.
      A presto
      Prof. Anna

  63. francesco scrive:

    come si chiama la proposizione introdotta dalla a+infinito retta dal verbo cominciare ?

    • Zanichelli Avatar

      Caro Francesco, si tratta di una proposizione oggettiva.
      Un saluto
      Prof. Anna

  64. Anita scrive:

    Cara Prof.ssa Anna,
    Casualmente sono venuto sulla questa pagina, perché ho cercato la lezione sulla concordanza dei tempi con il congiuntivo 1e 2.
    Non ho pensato da riempire le risposte “nessun preposizione”, ma ahimè; tre errori e dopo aver studiato la lezione più bene, le ho risposte tutte corrette. Sono venuto sul questa pagine, perché ho studiato le lezione “la concordanza dei tempi con il congiuntivo 1 e 2 ed ho cercato alle altre lezione come queste e mi sono anche interessato di questa lezione quando l’ho visto. Ma ritornerò ancora a questa pagina per studiarla più bene. Anche ho formato le esempi che Lei ha dato così dimostro in seguito:
    FRASE PRINCIPALE AL PRESENTE.

    | FRASE PRINCIPALE. | FRASE SUBORDINATA. | RAPPORTO TEMPORALE. |
    | Credo che | ieri tu sia stato a scuola. | Anteriorità
    | | (Coniugntivo passato) |
    | Penso (oggi) che | Marco (ieri- nel passato |
    |. | sia andato a Roma. |
    | | (Coniugntivo passato). | _____________________________________________________________________________
    | Credo che | oggi tu sia a scuola. | Contemporaneità
    |Penso (oggi) che | Marco (oggi) vada a Roma. |
    |. | (Congiuntivo presente. |
    ______________________________________________________________________________
    | Credo che | domani tu sarai a scuola. | Posteriorità
    | Penso che | Marco (in seguito) andrà |
    | | a Roma. |
    |. | (Indicativo futuro semplice).|
    ______________________________________________________________________________

    FRASE AL PRINCIPATO AL PASSATO
    —————————————————————————————————
    | FRASE PRINCIPALE. | FRASE SUBORDINATA. | RAPPORTO TEMPORALE
    | Ho creduto che | il giorno prima tu fossi stato. | Anteriorità
    | | a scuola. |
    | | (Congiuntivo trapassato) |
    | Pensavo (ieri – un giorno | che Marco (prima di ieri o |
    | | prima di quel giorno nel |
    | | passato) fosse andato |
    | | a Roma. |
    | | (Congiuntivo trapassato) |
    ______________________________________________________________________________
    |Ho creduto che |quel giorno tu fossi a scuola | Contempporaneità
    | Credevo che |. |
    | Pensavo (ieri -un giorno | |
    | nel passato) | che Marco (ieri o quel giorno |
    | | nel passato) andasse a Roma. |
    | | (Congiuntivo imperfetto) |
    _____________________________________________________________________________
    | Ho creduto che | | posteriorità
    | Credevo che. | il giorno dopo tu saresti |
    | | stato a scuola. |
    | Pensavo (ieri – un giorno | |
    | nel passato) che | Marco (in futuro) sarebbe |
    | | andato a Roma. |
    | | (condizionale passato) |
    —————————————————————————————————-
    Credo di avere fatto correttamente, perché ho copiato tutte le frase dalla lezione è così ho fatto con la 2º lezione. Ho fatto per studiarle meglio.
    Con saluti cordiali dall’Olanda
    Anita

  65. Gianluigi scrive:

    SALVE !

    Vorrei chiedervi questo mio dilemma. E’ giusta la frase

    “AVREMO PIACERE A VIVERE INSIEME.”;

    o

    “AVREMO PIACERE DI VIVERE INSIEME.” ?

    Se mi risponderete, vi ringrazio.

    BUONA SERATA

    • Zanichelli Avatar

      Caro Gianluigi, l’espressione “avere piacere” è seguita dalla preposizione “di” + l’infinito di un verbo.
      Un saluto
      Prof. Anna

      • Marta scrive:

        Ciao! mi chiedevo se fosse una regola universale oppure in alcune sityazione la preposizione “a” potrebbe essere utilizzata al posto di “di”. Grazie mille

        • Zanichelli Avatar

          Cara Marta, solitamente un verbo regge o la preposizione “a” o la preposizione “di”. Alcuni verbi però possono reggere entrambi, come “badare”: “bada a non farti male”, “bada di non perdere il treno” o “consigliare”: “ti consiglio di tacere”, più raramente seguito da “a” col significato di “indurre, esortare”: “la pioggia ha consigliato molti a starsene a casa”.
          Un saluto
          Prof. Anna

  66. Bob scrive:

    Il verbo organizzare si abbina alla preposizione a oppure di? esempio: chiedo l’autorizzazione a organizzare la camminata oppure chiedo l’autorizzazione per organizzare la camminata? grazie

    • Zanichelli Avatar

      Caro Bob, in questo caso userei “per”.
      Un saluto
      Prof. Anns

  67. bob scrive:

    Il verbo organizzare si abbina alla preposizione a oppure di? esempio: chiedo l’autorizzazione a organizzare la camminata oppure chiedo l’autorizzazione per organizzare la camminata? grazie

  68. Anita scrive:

    Cara Prof.ssa Anna,
    Questa lezione è proprio pane per miei denti, perché in cortese l’ho guardato e non ho commesso un errore che mi piace veramente. Credo di aver camminato troppo lungo senza benda oggi pomeriggio, perché il mio piede fa un po’ male e stasera quarda il TV ed anche ho studiato prima questa lezione. Anche ho sentito una canzona belissima: “Tornerò da I Santo California, da cui sono toccata in un bel senso. L’ho incerto in il mio smartfone e ne sento in stereo tramite il mio cuffio. Ho avuto le pelle d’oca enorme, perché mi fa ricordare al un ben periodo della vita mia. Ed anche l’ho sentito in un discoteca in Baden Wurtembergo in Sud Germania, quando ero in vacanza per visitare i miei parenti laggiù. Ne penso con una nostalgia.
    Laggiù c’è già l’influenza italiana in molti sensi.
    Con saluti cordiali dal Olanda
    Anita

    • Zanichelli Avatar

      Ancora un ottimo risultato Anita!
      A presto
      Prof. Anna

  69. Paolo scrive:

    Cara Prof. Anna,
    trovo che questa pagine sia superutile. L’ho immediatemente fatta vedere a mia moglie che, essendo francofona, sbaglia sistematicamente l’uso di queste particelle.
    Tuttavia ora ho un dubbio anch’io (che sono italiano) sulla regola:
    il verbo “essere” alla terza persona singolare + un aggettivo o un avverbio seguito da un infinito non richieda nessuna preposizione.
    Ad esempio:
    è impossibile (o facile, veloce) fare questo esercizio
    ma
    questo esercizio è impossibile da fare.
    Forse, come ha scritto alla risposta #98, la chiave è nell’impersonalità oppure nel fatto che “fare questo esercizio” è il soggetto del primo caso?

    Grazie, Paolo

    • Zanichelli Avatar

      Caro Paolo, nel primo caso abbiamo una proposizione subordinata soggettiva: è impossibile (frase reggente) fare questo esercizio (subordinata soggettiva), nel secondo caso abbiamo una relativa implicita introdotta dalla preposizione -da- + il verbo all’infinito: questo esercizio è impossibile (reggente) da fare (relativa implicita), per approfondire questo argomento ti consiglio il seguente articolo: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=8072.
      A presto
      Prof. Anna

  70. Carlo scrive:

    Buongiorno,

    si dice: avrei piacere ‘di’ o ‘ad’ incontrarti?

    Grazie,
    Carlo

    • Zanichelli Avatar

      Caro Carlo, si dice “avrei piacere di”.
      Un saluto
      Prof. Anna

  71. Cara Professoressa,
    è corretto scrivere: “non faticava DI portare a casa”, “non faticava PER portare a casa” o “non faticava A portare a casa”?
    Grazie di cuore
    Gianfranco

    • Zanichelli Avatar

      Caro Gianfranco, il verbo “faticare” col significato di “riuscire a stento a fare qualcosa” è seguito da “a+infinito”.
      Un saluto
      Prof. Anna

  72. Sono il padre di Sofia.
    Il problema delle preposizioni prima del verbo all’infinito è soprattutto in analisi logica…
    1) con i verbi servili e fraseologici la preposizione costituisce un unico predicato verbale:
    es. Noi – SOGG. – cominciamo a mangiare – PREDICATO VERBALE – tra poco – COMPL. DI TEMPO DETER.;
    2) con altri verbi la preposizione forma un complemento:
    es. Io – SOGG. – studio – PREDICATO VERBALE – per apprendere – COMPL. DI FINE
    Ma non è sempre facile distingue le situazioni

    • Zanichelli Avatar

      Caro Daniele, se abbiamo un verbo non si tratta di un complemento, ma di una proposizione, in questo caso finale (per+infinito), quindi abbiamo un altro predicato verbale perché le frasi sono due.
      Un saluto
      Prof. Anna

      • Gentile Prof. Anna
        credo che ci sia stato un equivoco (risposta al quesito del 27 aprile 2017).
        Ai fini dell’analisi logica occorre distinguere una sintassi della frase da quella del periodo. Nel primo caso infatti la frase viene suddivisa in sintagmi: soggetto, predicato (nominale e verbale), complemento, attributo e apposizione. Nel secondo caso invece in proposizione principale, subordinata ecc.
        Ai fini della frase che ho sottoposto alla sua attenzione la differenza dovrebbe essere la seguente:
        A) ANALISI LOGICA DELLA FRASE:
        IO = soggetto;
        STUDIO = predicato verbale;
        PER APPRENDERE = complemento di fine;
        B) ANALISI LOGICA DEL PERIODO:
        IO STUDIO = proposizione principale;
        PER APPRENDERE = proposizione subordinata finale implicita.
        Il mio dubbio riguardava il complemento di fine costituito da un preposizione più un verbo all’infinito (perché normalmente il complemento di fine è costituito da una preposizione più un nome: es. Io studio per la verifica di italiano).
        Grazie per l’attenzione.

        • Zanichelli Avatar

          Caro Daniele, se vuoi fare l’analisi logica di “io studio per apprendere” dovrai analizzare due frasi perché ci sono due predicati (studio, apprendere), “per apprendere” non è un complemento, ma è una frase.
          A presto
          Prof. Anna

          • Parlando in concreto dell’analisi logica della frase:

            1a frase
            IO = soggetto;
            STUDIO = predicato verbale

            2a frase
            PER = (che cos’è in analisi logica?)
            APPRENDERE = predicato verbale.

            Il dubbio a questo punto, per la seconda frase, riguarda “per” che in analisi grammaticale è una preposizione semplice mentre in analisi logica non dovrebbe andare con il predicato perché questo è formato solo dal verbo. Inoltre in quest’ultima frase mancherebbe il soggetto.

            Grazie per l’aiuto.

          • Zanichelli Avatar

            Caro Daniele, si analizza “per apprendere” come predicato verbale.
            Un saluto
            Prof. Anna

  73. Gentile Professoressa,
    ho letto: “…ma pure l’essere traditi in un sentimento e feriti a morte in ciò che per noi costituisce…”
    Si può scrivere, in questo contesto, “l’essere traditi”, o costituisce errore?
    Grazie. Un caro saluto. – Lucio-

    • Zanichelli Avatar

      Caro Lucio, la frase che mi scrivi è corretta.
      Un saluto
      Prof. Anna

  74. Olga scrive:

    Non necessitano di preposizione prima dell’infinito: il verbo “essere” seguito da un aggettivo o avverbio→ è divertente uscire con gli amici.
    Ma: siamo pronti ad andare., sono brava a valutare le persone.
    Perche?

    • Zanichelli Avatar

      Cara Olga, i casi citati nell’articolo sono espressioni impersonali costituite dal verbo “essere” unito a un aggettivo o avverbio (è meglio, è bello, è necessario, è giusto, è bene), in questi casi la preposizione non ci vuole.
      Un saluto
      Prof. Anna

  75. Samira scrive:

    Salve,
    Ho un dubbio: nella frase ” non ho ancora deciso dove andare” perche’ dopo il verbo decidere non c’e’ “di”?
    Grazie

  76. Samira scrive:

    Salve,
    Ho una domanda, perche in questa frase ” non ho ancora deciso dove andare” non c’e’ la preposizione “di” dopo decidere?
    Grazie

    • Zanichelli Avatar

      Cara Samira, non c’è la preposizione “di” dopo “decidere” perché non è immediatamente seguito da un verbo, ma dall’avverbio “dove”.
      Un saluto
      Prof. Anna

  77. andree scrive:

    Gentile Professoressa,
    nello estratto “…. uno strumento versatile, che troviamo a intercettare e regolare flussi di liquidi o gas” che significato e funzione ha la preposizione “a”?
    Il verbo “trovare a” come verbo intransitivo non esiste, quindi senza reggenza con infinitivo.
    Mi perdo nella giugla grammaticale. Aiuto!
    Grazie

    • Zanichelli Avatar

      Caro Andree, il significato è “trovare (qualcuno o qualcosa) a fare qualcosa”, “troviamo questo strumento che intercetta e regola flussi…”.
      Un saluto
      Prof. Anna

  78. Silvia scrive:

    Gentilissima prof. Anna. Vorrei chiarire il verbo “decidere”. So che si usa la preposizione “Di” prima dell’ infinito, ma spesso vedo anche la preposizione “A” coniugata con l’infinito. Mi può spiegare la differenza? Grazie

    • Zanichelli Avatar

      Cara Silvia, con il verbo “decidere” si usa la preposizione “di” seguita da infinito: “ho deciso di cambiare casa”, viene usata la preposizione “a” seguita da infinito quando abbiamo la forma intransitiva pronominale “decidersi”: “mi sono deciso a cambiare casa”.
      Un saluto
      Prof. Anna

  79. Buongiorno Prof Anna,

    Ho visto questo regola sotto che → l’espressione “avere voglia”→ non ho voglia di studiare; ma con l’eserci ho visto questa risposta 2- Ho voglia di venirti trovare. Perché?

    Grazie, Thoas

    • Zanichelli Avatar

      Caro Thomas, l’espressione “avere voglia” regge la preposizione “di” prima del verbo all’infinito: “ho voglia di venirti a trovare”.
      A presto
      Prof. Anna

  80. gianni scrive:

    Carino il post…con la prova da completare. Proprio carino. Complimenti

  81. Luisa scrive:

    Cara Prof. Anna, forse qualcuno le ha già chiesto dei chiarimenti su questo verbo, ma ci vuole troppo tempo per verificare perciò mi scusi se per caso ripeto una domanda già fatta da altri. Mi riferisco al verbo “riuscire”, che di solito prima di un verbo all’infinito richiede la preposizione “a”. Quando però “riuscire” è usato con un pronome personale (mi riesce, le riuscì) vuole la preposizione “di”. È così? Esiste un modo migliore di spiegare questa regola?
    Le do un esempio tratto da Il giardino dei Finzi-Contini:
    La volta che mi riuscì di passarci davvero, di là dal muro di cinta……

    • Zanichelli Avatar

      Cara Luisa, quando “riuscire” è usato impersonalmente vuole la preposizione “di” prima dell’infinito: “non mi riesce di incontrarlo”; mentre quando è usato personalmente vuole la preposizione “a”: “non riesco a incontrarlo”.
      A presto
      Prof. Anna

  82. Ana scrive:

    Che frase è corretta?
    Giustifico Ana a non andare a scuola
    Giustifico a Ana a non andare a scuola
    Giustifico ad Ana a non andare a scuola

    • Zanichelli Avatar

      Cara Ana, non è corretto l’uso del verbo “giustificare”, puoi dire, ma riferendosi a un avvenimento passato, “giustifico Ana per non essere andata a scuola”; oppure se vuoi riferirti al presente: “giustifico l’assenza di Ana”.
      Un saluto
      Prof. Anna

  83. Valeria scrive:

    Il mio gatto si fa fare di tutto
    il mio gatto si lascia fare di tutto ….

    Entrambe le frasi sono corrette ? Credo che siano simili fra di loro …

  84. José scrive:

    Gentile prof. Anna,
    Ho capito i casi che lei ha messo, ma ho letto altre frasi che non capisco bene: quando c’è un articolo tra la preposizione ed il verbo all’infinito, come ad esempio: “sullo scadere del tempo gli azzurri segnarono” o “con lo sbagliare s’impara”; è possibile anche col sostantivo invece del verbo all’infinito? per esempio: “sulla scadenza (fine) del tempo gli azzurri segnarono” o “con gli sbagli (errori) s’impara”. Potrebbe spiegarmelo?
    La ringrazio anticipatamente per le sue risposte.
    Cordiali saluti

    • Zanichelli Avatar

      Caro José, l’infinito, oltre che svolgere una funzione verbale, può essere utilizzato come sostantivo, facendolo precedere dall’articolo determinativo o indeterminativo, anche le preposizioni (articolate) possono reggere un infinito sostantivato; è possibile dire “con gli sbagli si impara”, ma non si dice “sulla scadenza”.

      Un saluto
      Prof. Anna

  85. Prof.Anna, sono contena. Ho sbagliato soltanto un esercizio. Grazie mille. Sra. Bardi

    • Zanichelli Avatar

      Molto bene Maria Cristina!
      A presto
      Prof. Anna

  86. antonio scrive:

    Cara Professoressa,

    Mi potrebbe esplicitare cortesemente la natura delle frasi :

    Non c’è niente da fare
    Non ho niente da fare
    Darsi da fare. Datti da fare!

    Grazie mille!

    Un caro saluto,
    Antonio

    • Zanichelli Avatar

      Caro Antonio, la costruzione “da” + infinito introduce una proposizione il cui valore è sia relativo sia finale e sia consecutivo, questo accade soprattutto in dipendenza da verbi come dare, lasciare, offrire, porgere, portare o da sostantivi e aggettivi per indicare la funzione, l’utilizzo o la destinazione (libro da leggere, macchina da scrivere).
      A presto

  87. Marianna scrive:

    2 domande:
    “Non ho voglia di ritornare a casa” la parola voglia é sostantivo?

    “Ero dispiaciuto”: “dispiaciuto” é composto de verbo dispiacere o aggettivo qualificativo?

    Grazie mille per l’aiuto che ci fornite

    • Zanichelli Avatar

      Cara Marianna, “voglia” è un sostantivo; si tratta del verbo “dispiacere”.
      Un saluto

  88. e molto in interesante e sono delle medie cioè 2C castel aquila di montecastrilli pero ho una domanda, ma come si usa chiedere?

    • Zanichelli Avatar

      Car Aya, la costruzione con l’infinito è “chiedere di fare qualcosa”.
      A presto

  89. “Era talmente bello da non potersi guardare allo specchio” (quindi guardare “se stesso”)

    …il verbo è il riflessivo proprio, detto anche diretto (in cui il pronome riflessivo è complemento oggetto), “guardarsi” con il senso di “osservare la propria immagine”: e cioè “Era talmente bello da non poter guardare se stesso”. Ah, con i verbi modali “potere dovere volere sapere solere” si possono collocare i pronomi atoni e i pronomi riflessivi davanti o dopo il gruppo verbale: nel nostro caso all’infinito “potersi”e attaccandosi ad esso cade anche la vocale “e” nella desinenza dell’infinito= “potere+si”. Tuttavia, avremmo potuto collegare il pronome riflessivo anche all’infinito “guardarsi”: e cioè scrivere “Era talmente bello da non poter guardarsi allo specchio”; certamente la prima opzione rende meglio…

    Penso sia tutto corretto

  90. “Sentirsi morire” o “sentirsi di morire” ?

    • Zanichelli Avatar

      Caro Ernesto, “sentirsi” è una forma verbale riflessiva e significa “provare una sensazione fisica o psichica”, in questo caso è seguita dall’infinito senza preposizione (sentirsi morire), oppure può significare “essere in grado” e in questo caso è seguita dalla preposizione “di” + l’infinito (sentirsi di morire).
      Un saluto e a presto

  91. Iwona scrive:

    Cara Professoressa Anna,
    mi rivolgo a Lei con una domanda sull’argomento “verbi con doppia reggenza”. Esistono dei siti/libri dai quali potrei attingere e approfondire questo tema? Sono straniera e a volte trovo molte difficolta’ nello scegliere la presposizione adatta, per di piu’ per capire; per darne un esempio: fra “integrarsi in” e “integrarsi con” ci sono delle differenze nel significato? Essendo straniera, ma appassionata della lingua italiana, mi e’ difficile capire le sfumature e scegliere quella piu’ adatta al testo. Le saro’ molto grata se mi vorra’ rispondere.
    La saluto cordialmente
    Iwona Raczyńska

    • Zanichelli Avatar

      Cara Iwona, nei vocabolari di italiano sono sempre indicate le preposizioni che un verbo può reggere con i diversi significati. Se hai altri dubbi o domande non esitare a scrivermi.
      Un saluto e a presto

  92. Rudina scrive:

    siete bravi

    • Zanichelli Avatar

      Cara Rudina, benvenuta! Grazie per il gentile commento, se hai dubbi o domande non esitare a scrivermi.
      A presto

  93. Congiuntivo:

    …Il congiuntivo si ha anche dopo alcuni verbi alla terza persona che esprimono necessità o convenienza (bastare, bisognare, convenire, importare, occorrere, servire, valere la pena, ecc): “Le serviva che portassi il cane a spasso”. Anche con la ripetizione di “le” nella subordinata soggettiva: “Le serviva che le portassi il cane a spasso”; oppure senza “le” nella principale (presente però nella subordinata): “Serviva che le portassi il cane a spasso”.

    Penso sia corretto il ragionamento e anche l’esempio!

  94. Raffaele scrive:

    1)”(che) Siate dunque pazienti, fratelli, fino alla venuta del Signore”

    …Intanto per la 2a persona plurale si usa la forma regolare “siate” ; la seconda persona plurale dell’imperativo di “essere” quindi è come il congiuntivo presente. In più, nell’esempio è presente il congiuntivo esortativo che è usato per esprimere un ordine, un invito ecc; (“siate” nella frase numero uno)

    2)”Siete pregati di fare silenzio”

    …In quest’altra invece “siete pregati” intanto è in forma passiva del verbo “pregare”; poi, il verbo “pregare” in queste particolari costruzioni significa “invitare, sollecitare con cortesia o, anche, con autorevolezza qualcuno a fare qualcosa, richiedere qualcosa con un atteggiamento di supplica oppure comunque in modo imperativo; insomma invitare gentilmente qualcuno a fare qualcosa” (frequente  in formule di cortesia).

    Penso sia giusto

  95. mi sento di morire è corretto ?