Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, oggi studieremo il participio che, insieme all’infinito e al gerundio, fa parte dei modi indefiniti, cioè che non definiscono la persona a cui si riferiscono.
Buona lettura!
Prof. Anna
Il participio può essere presente o passato. Vediamo insieme come si formano e quali sono le loro funzioni.
FORMAZIONE DEL PARTICIPIO PRESENTE
Per formare il participio presente bisogna sostituire le desinenze dell’infinito (are-ere-ire) con le desinenze ante–ente–ente:
CONIUGAZIONE | 1°-ARE
amare |
2°-ERE
contenere |
3°-IRE
agire |
PARTICIPIO PRESENTE | amante | contenente | agente |
– alcuni verbi della terza coniugazione formano il participio presente con la desinenza –iente, per esempio: dormire – dormiente; ubbidire – ubbidiente ecc.
FUNZIONI DEL PARTICIPIO PRESENTE
• Il participio presente può avere valore nominale, si coniuga come gli aggettivi a due desinenze, cioè la desinenza –e per il maschile e femminile singolare (amante) e la desinenza –i per il maschile e femminile plurale (amanti). Quando ha valore nominale pò essere usato come aggettivo: “una musica rilassante” o come sostantivo: “l’insegnante“. Con valore di aggettivo, può avere il comparativo e il superlativo: invadente – più invadente – invadentissimo.
• L’uso del participio presente con valore verbale è molto raro, lo troviamo principalmente nel linguaggio giuridico-burocratico. Quando viene usato con valore verbale, può sostituirsi ad una proposizione relativa introdotta da –che: un certificato comprovante = un certificato che comprova; una scatola contente libri = una scatola che contiene libri.
FORMAZIONE DEL PARTICIPIO PASSATO
Conosciamo già la formazione del participio passato, che abbiamo studiato per la formazione dei tempi composti (passato prossimo – trapassato prossimo ecc.). Rivediamola insieme.
Nelle forme regolari il participio passato si forma sostituendo le desinenze dell’infinito (are-ere-ire) con quelle del participio passato ato–uto–ito.
CONIUGAZIONE | 1°-ARE
amare |
2°-ERE
contenere |
3°-IRE
agire |
PARTICIPIO PASSATO | amato | contenuto | agito |
• Il participio passato può avere valore nominale e si coniuga come gli aggettivi a quattro desinenze (amato-amata-amati-amate). Può essere usato come aggettivo (un appartamento ammobiliato) o come sostantivo (uno sconosciuto ha bussato alla porta).
• Il participio passato con valore verbale serve per formare i tempi composti (ho studiato; avevate deciso).
Può inoltre essere usato per realizzare la forma implicita di alcune proposizioni subordinate e indica anteriorità temporale rispetto al tempo indicato nella principale (come il gerundio composto o l’infinito composto); può formare:
– una proposizione temporale: uscita di casa, Maria ha preso l’autobus = dopo che era uscita di casa, Maria ha preso l’autobus; come si vede, il participio passato indica anteriorità (era uscita) rispetto al verbo della principale (ha preso);
– una proposizione relativa: la ragazza morsa da un serpente ora sta bene = la ragazza che era stata morsa da un serpente ora sta bene → il participio passato ha valore passivo con i verbi transitivi (mordere– morsa = che era stata morsa), ha un valore attivo con i verbi intransitivi (arrivare– arrivato = che era arrivato).
– una proposizione causale: rimproverato dall’insegnante, lo studente uscì sbattendo la porta = poiché era stato rimproverato dall’insegnante, lo studente uscì sbattendo la porta;
– una proposizione concessiva: seppure rimproverato dall’insegnante, lo studente rimase impassibile = seppure fosse stato rimproverato dall’insegnante, lo studente rimase impassibile.
solo 2 errori 3 e 5. Grazie Prof. Anna
Cara prof.ssa Anna,
Come sempre trovo questo articolo interessante è utile. Ho studiato e fatto il test con piacere ed con la intuizione mia e ho risposto solo la frase 9 scoretta. Volentieri studierò ancora sulle regelo e parole come “rimproverato”, (credo è provato di nuovo), “sbattendo” e “impassibile”, ma se leggo queste frase, credo che lo studente si dev esaere arrabbiato enorme, inrece di ringraziiare la isegnante. Con l’aiuto sel tradutore online, spero di farcela. Se non, Lei demanderò ancora.
Graziamille ancora e Lei saluto cordialmebte dal Ollanda
Anita
Cara prof.ssa Anna,
Nel frattempo, ho capito le frase sulla insegnante è lo studente e trovo tutte le frase nella lessione più bella e cosi impro di espirmi in meno parole chiara. Ancora sono impressionara dell’articolo dei treni e ho alcune immagine della Stazione Centrale che sia riconstruito e ne vorrei mandarle a Lei con la storia mia. Anche ho molto da fare, ma farò ancora.
Con salutti cordiali
Anita dal Ollanda
Salve, professoressa!
Lei potrebbe fare degli esempi dell’uso dei pronomi (riflessivi, ogg.diretto, ogg.indiretto e ne partitivo) e spiegare la regola?
È vero che è meglio evitare l’uso dei participi presenti se non si è sicuri che esistano? Cioè non ogni participio presente costruito su qualsiasi verbo suona bene agli orecchi italiani?
(Chiedo scusa per off-topic, orecchi in questo caso devono essere gli orecchi o le orecchie? Qual è la regola?)
Grazie in anticipo, mi fa sempre piacere leggere i suoi post!
Cara Yana, su questo blog ci sono parecchi articoli sui pronomi:
http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=718
http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=789
http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=3388
http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=2144
http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=1930
Se dopo aver letto questi articoli hai ancora dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
Sì, non tutti i partici presenti sono usati, la frase corretta è: “….suona bene alle orecchie degli italiani”.
Un saluto
Prof. Anna
Cioè intendevo i pronomi con i participi:)
C’è sempre da imparare. Anche se è tutto chiaro il ripasso aiuta tutti. Grazie
Cara Prof. Anna,
Le faccio i miei complimenti per questo blog, e’ veramente utile. Pero’ leggendo questo articolo mi e’ sorto un piccolo dubbio. La frase “Dopo che era uscita di casa, Maria ha preso l’autobuse” potrebbe anche essere scritta “Dopo essere uscita di casa, Maria ha preso l’autobus”? Ad essere sincero la proposta che ho fatto io e’ la forma che piu’ spesso uso nella vita quotidiana, ora spero solo che sia corretta, senno ho detto solo una cavolata. Grazie in anticipo!
Caro Andrea, la frase che mi scrivi è corretta, infatti, quando c’è identità di soggetto, è più comune e più facile usare la forma implicita.
Un saluto
Prof. Anna
Vorrei sapere anche con esempi pratici quali sono le regole quando si utilizza di un verbo (es. essere) il:
Passato prossimo;
Trapassato prossimo;
Trapassato remoto.
Ringrazio in anticipo per la risposta data.
Caro Antonino, ti consiglio di leggere gli articoli dedicati a questi tempi verbali:
http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=1210
http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=2431
http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=3112
Se poi hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile Professoressa,
si dice: “Non ti ho dimenticato” oppure “Non ti ho dimenticata”?
Saluti.
Caro Fulvio, con i pronomi diretti atoni non di terza persona, quindi MI, TI, CI, VI, l’accordo del participio passato con il pronome non è obbligatorio ma abbastanza diffuso, quindi entrambe le frasi sono corrette; ti consiglio di leggere questo articolo: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=3388
Un saluto
Prof. Anna
Gentile Professoressa,
ho ben due piccoli dubbi sui quali vorrei una parola definitiva.
1-Si dice “La sveglia è suonata” o “La sveglia ha suonato”?.
2-Come spiegherebbe la presenza della particella NE nella parola ANDARMENE.
Grazie mille.
Caro Fulvio, il verbo suonare può essere sia transitivo, e allora regge l’ausiliare “avere”: “la sveglia ha suonato”, ma nel significato di “dare un segnale, dare l’ora”, se usato intransitivamente regge l’ausiliare “essere”: “la sveglia è suonata”, quindi sono corrette entrambe le opzioni; nell’espressione “andarsene” la particella “ne” sostituisce un avverbio di luogo e significa “da qui, da questo luogo”, quindi l’espressione significa “andare via da questo luogo”.
Un saluto
Prof. Anna
Buongiorno Prof.Anna
Sono brasiliana e seguo il vostro sito ogni tanto per un ausilio.
Avrei un dubbio riguardo alla coniugazione di un verbo messo in un certo modo: Se voglio dire “….prova lo stesso questo farmaco” Riferendomi ad un’amica la quale ho intimità.
Secondo mio marito, italiano, dovrei usare “provA” e non “provI”. Ma non riesco a capire come mai si usa questa coniugazione e non sono riuscita a trovare nel vostro sito dove si spiega questa situazione verbale.
La ringrazio tantissimo,
Daphne.
Cara Daphne, se parli con una tua amica, userai un linguaggio informale, quindi basta usare l’imperativo “prova (tu)”: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=1160; mentre se diamo del “Lei” a qualcuno, e quindi usiamo un liguaggio formale, dobbiamo usare il congiuntivo esortativo “provi (Lei): http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=2532.
Un saluto
Prof. Anna
cara prof Anna,
Questo sito è molto utile e il test mi è stato d’aiuto,
Grazie di tutto anke se certe domande del test nn mi sembrano corrette
Cara Sara, quali domande non ti sembrano corrette?
A presto
Prof. Anna
Gent.ma Prof. Anna, ho un dubbio colossale.
Nella frase: “Le regole si rispettano”, “le regole” è:
Compl.ogg, come farebbe pensare il fatto che il verbo è impersonale, e quindi il soggetto è assente;
o Soggetto, come farebbe pensare il fatto che risponda alla domanda: di chi/che cosa si dice “si rispettano”?
La ringrazio.
Francesca
Cara Francesca, nella frase “le regole si rispettano”, “si rispettano” è una forma passiva formata con la particella “si”; quindi significa “le regole sono rispettate”; quindi “le regole” è soggetto: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=4671.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie, Anna, e complimenti per il suo splendido ed utilissimo blog!
Francesca
Cara Francesca, grazie per il tuo gentile commento.
A presto
Prof. Anna
10/10 😀
Cara professoressa Anna,
vorrei congratularmi con lei per questo sito molto interessante.
Volevo dale un consiglio:
metta degli esempi in modo che possiamo capire meglio.
????????????
ciao
uu bellissimmo grazie
grazie prof
PROF.SALUTI
Cara professor anna,
come si destingue dal gerundio presente al gerundio passato?
Cara Giulia, ti consiglio di leggere questo articolo sul gerundio: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=4747, se poi hai ancora dei dubbi, non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
Cara professoressa anna,
Questo sito mi aiuta tanto ad aiutare!!!
Cara prof. Anna, io frequento la 1 media e avrei bisogno di alcune informazioni sui climi Europei…non li capisco 🙁
GRAZIE MILLE : D. Ciao ciao
Caro lettore, avrai sicuramente risposte più accurate se consulti un libro di geografia.
A presto
Prof. Anna
sei bravissima
A un professore… “Domanda sulla sintesi allegatale o allegatole?”): in questo caso, “la sintesi”(sogg.?) richiede l’accordo del participio, quindi “allegatale”? O richiede l’accordo con “le”(lei), il professore? E se fosse stata una professoressa?
La sintesi che le ho inviato o ho inviata? Inviato, giusto?
Distinti saluti
Caro Rico, deve concordare con “sintesi” e quindi “allagata” e “che le ho inviato”.
A presto
Prof. Anna
cara prof.ho bisogni di imparare il participio i verbi benissimo e il gerundio l’articolo aiutami.GRAZIE MILLE ciao <3
Cara Gaia,ecco l’aricolo sul gerundio: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=4747.
A presto
Prof. Anna
Mi farebbe capire meglio il perché “allegatale” (perché i pronomi atoni oggetto lo, la, li, le obbligano di accordo, giusto?) e “che le ho inviato” (perché mi rivolgo con il lei, a un professore e non una professoressa, nel qual caso… avrei dovuto scrivere “inviata”, giusto?)
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, io scriverei solo “la sintesi allegata”, mentre è corretto “che le ho inviata” sia per un maschile che per un femminile, infatti “le” è un pronome indiretto “a lei” non è un pronome oggetto.
Un saluto
Prof. Anna
E se avessi scritto “La sintesi che le ho allegata” (al posto di sintesi allagatale), sarebbe stato corretto?
E la sintesi inviatale (al posto di “sintesi che le ho inviato”), sarebbe stato corretto?
Distinti saluti
Caro Rico, sarebbe corretto “la sintesi che ho allegato” mentre è corretto “inviatale” perché il verbo “inviare” regge un complemento introdotto da “a” (inviare a qualcuno”) quindi “inviare a lei” = “inviatale”.
Un saluto
Prof. Anna
Perché in un commento mi ha scritto che andrebbe bene “che le ho inviato”; mentre, in un altro, “che le ho inviata”? Quindi qual è la forma corretta fra le due?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, forse mi sono sbagliata, ma la forma corretta è: “che le ho inviato”.
A presto
Prof. Anna
Caro Rico, io scriverei solo “la sintesi allegata”, mentre è corretto “che le ho inviata” sia per un maschile che per un femminile, infatti “le” è un pronome indiretto “a lei” non è un pronome oggetto. Quindi “che le ho inviato” a un professore; mentre “che le ho inviata” a una professoressa, giusto?
Poiché non mi ha risposto…
<>. Quindi “che le ho inviato” a un professore; mentre “che le ho inviata” a una professoressa, giusto?
Caro Rico, “che le ho inviato” sia che tu la mandi a un professore sia a una professoressa, il participio passato non concorda con il destinatario.
Un saluto
Prof. Anna
Anche se non sarebbe un errore usare “che le ho inviata” (specie in modo formale), o no?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, la frase non è counque corretta perché il participio passato (con ausiliare avere) concorda col pronome solo quando questo è diretto, mentre “le” è un pronome indiretto e quindi non è necessario concordare.
A presto
Prof. Anna
Xo nn ci sono scritte le eccezioni!!!
“Era una fortezza, dopo è diventata/diventato un castello”. Io direi è diventata, visto che, il verbo nella forma passiva, si accorda al soggetto, o no?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, la concordanza “è diventata” è corretta, ma non si tratta di una forma passiva, infatti “diventare” è intransitivo è non è possibile fare il passivo dei verbi intransitivi, si tratta di un semplice passato prossimo.
Un saluto
Prof. Anna
“La quarta concezione del linguaggio, che è quella che abbiamo chiamata del caso…” In questo caso l’autore avrebbe potuto scrivere anche “avrebbe chiamato”? visto che, come lei mi insegna, non è una forma passiva, quindi essa non si dovrebbe accordare al soggetto, o sbaglio?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, è corretto sia concordare che non concordare.
Un saluto
Prof. Anna
“La partita l’abbiamo persa, ma (noi) avremmo dovuto/a vincerla”. In questo caso, visto che il participio preceduto dall’ausiliare avere non si concorda, perché non è una forma passiva…, il verbo “dovuto” rimane invariabile, o no? O dobbiamo concordarlo con vincerla= vincere (transitivo) e la(= la partita, complemento oggetto).
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, il participio in questo caso non concorda.
Prof. Anna
“La ringrazio per la vivacità con cui ha agito nel leggere e correggere la mia relazione”. Siccome “correggere” è un verbo riflessivo, bisognerebbe scrivere “correggermi”, o no? E’ un errore grave non utilizzare il pronome atono?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, esiste anche la forma attiva “correggere”, quindi non è un errore.
Un saluto
Prof. Anna
“La partita l’abbiamo persa, ma (noi) avremmo dovuto/a vincerla”. In questo caso, visto che il participio preceduto dall’ausiliare avere non si concorda, perché non è una forma passiva…, il verbo “dovuto” rimane invariabile, o no? O dobbiamo concordarlo con vincerla= vincere (transitivo) e la(= la partita, complemento oggetto).
La sua risposta “Caro Rico, il participio in questo caso non concorda”.
Perché non concorda?
Distinti saluti
RIco
Caro Rico, il participio passato nel passato prossimo non concorda quando l’ausiliare è avere.
Un saluto
Prof. Anna
“Perché impossibilitato, non sono stato presente…”. E’ scorretta la congiunzione “perché”, visto che il participio “impossibilitato” già significa (poiché ero stato impossibilitato) o no?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, non è scorretta, aiuta a chiarire meglio il senso della frase.
Un saluto
Prof. Anna
“La partita l’abbiamo persa, ma (noi) avremmo dovuto/a vincerla”. In questo caso, visto che il participio preceduto dall’ausiliare avere non si concorda, perché non è una forma passiva…, il verbo “dovuto” rimane invariabile, o no? O dobbiamo concordarlo con vincerla= vincere (transitivo) e la(= la partita, complemento oggetto).
La sua risposta “Caro Rico, il participio in questo caso non concorda”.
Perché non concorda?
La sua risposta “Caro Rico, il participio passato nel passato prossimo non concorda quando l’ausiliare è avere.”
L’idea, l’ha potuta manifestare… In questo caso il participio concorda perché “l'” è un pronome che funge da complemento oggetto…Giusto?
E se fosse così “l’idea, l’avrebbe potuta manifestare…” In questo caso “l'” è sempre un pronome che funge da complemento oggetto, quindi l’accordo non è scorretto o no? O quando è preceduto da un condizionale, il participio non si concorda, ma con altri tempi verbali (passato prossimo, trapassato prossimo ecc.) sì?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, la tua ipotesi è corretta, la frase “l’idea, l’avrebbe potuta manifestare…” è corretta, non capisco invece la domanda successiva, puoi farmi alcuni esempi?
Un saluto
Prof. Anna
2 errori, grazie prof. Anna
Molto bene Alessia.
A presto
Prof. Anna
“La partita l’abbiamo persa, ma (noi) avremmo dovuto/a vincerla”. nella seconda frase il participio “dovuto” non concorda. Mentre in quest’altra “l’idea, l’avrebbe potuta manifestare”, il participio concorda…Perché? E qual è la differenza, visto che nelle due frasi suesposte siamo in presenza rispettivamente di due condizionali passati e di due particelle “la” ( in “vincerla”) e “l'”(in “l’avrebbe”)?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, la differenza è nella posizione del pronome, nella prima frase e dopo il participio “attaccato” all’infinito (vincerla), mentre nella seconda precede il participio.
Un saluto
Prof. Anna
La partita l’abbiamo persa, ma (noi) avremmo dovuto/a vincerla”. In questo caso, visto che il participio preceduto dall’ausiliare avere non si concorda, perché non è una forma passiva…, il verbo “dovuto” rimane invariabile, o no? O dobbiamo concordarlo con vincerla= vincere (transitivo) e la(= la partita, complemento oggetto).
La sua risposta “Caro Rico, il participio in questo caso non concorda”.
La mia domanda “Perché non concorda?”
La sua risposta “Caro Rico, il participio passato nel passato prossimo non concorda quando l’ausiliare è avere.”
L’idea, l’ha potuta manifestare… In questo caso il participio concorda perché “l’” è un pronome che funge da complemento oggetto…Giusto?
E se fosse così “l’idea, l’avrebbe potuta manifestare…” In questo caso “l’” è sempre un pronome che funge da complemento oggetto, quindi l’accordo non è scorretto o no? O quando è preceduto da un condizionale, il participio non si concorda, ma con altri tempi verbali (passato prossimo, trapassato prossimo ecc.) sì?
La sua riposta “Caro Rico, la tua ipotesi è corretta, la frase “l’idea, l’avrebbe potuta manifestare…” è corretta, non capisco invece la domanda successiva, puoi farmi alcuni esempi?”
La mia domanda, dopo la sua risposta “La partita l’abbiamo persa, ma (noi) avremmo dovuto/a vincerla”. nella seconda frase il participio “dovuto” non concorda. Mentre in quest’altra “l’idea, l’avrebbe potuta manifestare”, il participio concorda…Perché? E qual è la differenza, visto che nelle due frasi suesposte siamo in presenza rispettivamente di due condizionali passati e di due particelle “la” ( in “vincerla”) e “l’”(in “l’avrebbe”)?
La sua risposta “Caro Rico, la differenza è nella posizione del pronome, nella prima frase e dopo il participio “attaccato” all’infinito (vincerla), mentre nella seconda precede il participio.
Professoressa, io non faccio riferimento alla posizione del pronome, ma alla concordanza del participio in una frase, mentre nell’altra, no, che riporto: “La partita l’abbiamo persa, ma (noi) avremmo dovuto/a vincerla”. nella seconda frase il participio “dovuto” non concorda. Mentre in quest’altra “l’idea, l’avrebbe potuta manifestare”, il participio concorda…Perché? E qual è la differenza, visto che nelle due frasi suesposte siamo in presenza rispettivamente di due condizionali passati e di due particelle “la” ( in “vincerla”) e “l’”(in “l’avrebbe”)? Perché in una il participio concorda, mentre nell’altra, no?
La ringrazio per le correzioni.
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, è proprio la diversa posizione del pronome che determina l’accordo, se messo prima del participio questo concorda: l’idea, l’avrebbe potuta manifestare; se messo dopo no: l’dea, avrebbe potuto manifestarla.
Un saluto
Prof. Anna
“Malgrado lui abbia cambiato la password, analizzato con l’antivirus il pc, contattato il provider e sim.” . Nelle frasi succedenti la prima, è sottinteso “abbia” + “analizzato e contattato”. Quindi è corretto il participio senza l’aggiunta del congiuntivo. Giusto?
E se scrivessi “malgrado lui abbia cambiato la password, aver analizzato con l’antivirus il pc, aver contattato il provider…”, sono sbagliate le frasi all’infinito passato, giusto? O, forse, così è corretta “malgrado lui abbia cambiato la password, aver analizzato lui con l’antivirus il pc, aver contattato lui il provider”. Così le frasi sono corrette, giusto?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, come dici tu è sottinteso l’ausiliare “abbia” ed è corretto sottintenderlo in questo caso (solo se è stato usato prima e quindi si capisce che è la stessa forma anche per gli altri participi), ma non è corretto usare l’infinito “avere” perché ci vuole il congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
“Questo fatto è ancora più scandaloso/scandalizzante”. Scandaloso:aggettivo, scandalizzante:participio (che scandalizza) usato come aggettivo. Entrambi li possiamo utilizzare indifferentemente?
La ringrazio
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, sì, si possono usare praticamente in maniera equivalente.
Un saluto
Prof. Anna
Gent.ma Professoressa,
avrei un dubbio sul participio passato all’inizio di una frase.
Nel mio lavoro registriamo tutto il materiale che ci viene consegnato da altri, per poi restituirlo di nuovo alle persone che ce l’hanno consegnato.
Su una tabella per comodità registriamo:
materiale consegnato a noi dal sig. ( e sotto su una tabella scriviamo)
consegnate le sigarette;
date tre sigarette alla paziente;
consegnati i carica batterie;
consegnate due cinture;
consegnati due beauty-case;
consegnata la penna;
consegnati 20 euro ecc.
Questi modi sono giusti o bisogna dire solo “consegnato” senza nessuna concordanza con il complemento oggetto,( cosiddetto participio assoluto) e se sono giusti perché?
Es: consegnato le sigarette;
dato tre sigarette alla paziente;
consegnato i carica batterie;
consegnato due cinture;
consegnato due beauty-case;
consegnato la penna;
consegnato 20 euro ecc.
Faccio un esempio più chiaro: ammettiamo che una sig.ra mi consegna dei soldi e io trascrivo sul registro per comodità:
“consegnati 20 euro”;
abbreviando la frase quando potrei scrivere : la signora…. mi ha consegnato venti euro.
un grazie in anticipo
Caro Tommy, io concorderei in ogni caso il participio con l’oggetto.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile professoressa,
ho dei dubbi su come definire dei participi passati nell’analisi del periodo. Ad esempio nel passo:
Fa che il triste albero sepolto, di cui porto la cupa ombra sul volto come una maschera di sole spento, non getti le sue foglie morte al vento.
In questo caso i participi sepolto, spento e morte individuano delle relative implicite oppure no?
Grazie
Caro Marco, in questo caso i participi hanno funzione di aggettivi.
Un saluto
Prof. Anna
Ho forti dubbi che la frase “Dopo che Roberta è partita, ho cambiato casa” sia errata. Se il passato prossimo è – anche – il tempo delle azioni concluse in un passato indefinito, la subordinata è equivalente alla seguente frase “successivamente alla partenza di Roberta”. Ne deriva che la frase contestata indica una sequenza temporale esaurita senza fornire indicazioni sulla distanza delle azioni dal momento della narrazione. La frase indicata come corretta è invece maggiormente connotata sotto il profilo ora accennato. Dunque credo che siano esatte entrambe le frasi ancorché leggermente diverse in ordine alla valenza temporale.
Caro Ugo, la frase non è scorretta in generale, ma all’interno dell’esercizio è meno corretta dell’altra, l’esercizio è fortemente correlato all’articolo nel quale veniva spiegata la funzione temporale del participio, ovvero l’anteriorià temporale rispetto al tempo indicato nella principale.
Un saluto
Prof. Anna
complimenti…. davvero molto chiaro e utile! ancora complimenti
Buongiorno, proff. Anna.
Qual è la frase corretta?
I miei amici volevano che io andassi con loro al parco.
I miei amici volevano che io venissi con loro al parco.
Caro Sergio, in questo caso è corretto usare il verbo “andare”.
A presto
Prof. Anna
Salve mi può dire per piacere se avvolti nella frase ” i panni avvolti nel telo sono umidi” è participo o aggettivo. Grazie
Caro Stefano, in questo caso ha la funzione di aggettivo.
A presto
Prof. Anna
Sera sig anna…mi potrebbe aiutare..sono in crisi…come potrebbe dirsi in italiano per esempio…nessuno mi ha chiesto il mio numero di telefono…nonostante questo sarebbe dovuto essermi stato chiesto?? E corretto? ??
Caro Vittorio, puoi dire: “nessuno mi ha chiesto il mio numero di telefono, anche se qualcuno avrebbe dovuto chiedermelo” .
Un saluto
Prof. Anna
Buona sera cara Anna, vorrei chiedere da te per favore di mandarmi esercizi del trapassato prossimo
Ancora di piu per praticare in oltre. (Devo saperlo con occhi chiudi).
Le ringrazio molto
Eti
Cara Eti, questi sono tutti gli esercizi che ci sono sul blog sul trapassato prossimo: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=2431; http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=2560.
A presto
Prof. Anna
Cara prof.ssa Anna,
mi servirebbe sapere cos’è l’identità di soggetto e come viene usata nella grammatica italiana
La ringrazio
Carlotta
Cara Carlotta, solitamente si parla di identità di soggetto tra la frase reggente e quella subordinata, questo significa che le due frasi hanno lo stesso soggetto, per esempio: “credo che andrò a letto”: sia la reggente (credo) sia la subordinata (che andrò a letto) hanno lo stesso soggetto (io); quando c’è un’idetità di soggetto è possibile e di solito più comune usare la forma implicita con l’infinito:”Laura ha deciso che verrà con te” (forma esplicita), “Laura ha deciso di venire con te” (forma implicita). Spero di aver chiarito il tuo dubbio.
A presto
Prof. Anna
Cara prof.ssa Anna
Mi servirebbero degli attributi costituiti da un participio passato/presente
Grazie
Cara Marti, per esempio: un libro entusiasmante (participio presente), un maglione colorato (participio passato).
Un saluto
Prof. Anna
Grazie Prof. Anna. Molto claro e utile.
Due errori piccolissimi:
“sostiutirsi” dopo “• L’uso del participio presente con valore verbale è molto raro”
“Finamlemente” domanda numero 7.
Caro Robert, grazie per la segnalazione.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Gent.le prof.ssa Anna,
ritengo che una ripassatina alla grammatica italiana vada sempre fatta, la ns lingua madre non è semplice.
Ammazza ho fatto solamente 1 errore al Ultima domanda
Buongiorno,
Seguo il Suo blog e lo trovo utilissimo. Leggendo questa lezione non ho capito perche’ la frase -La ragazza morsa dal serpente, ora sta bene-equivale a -che era stata morsa- e non a -che e’ stata morsa.
Grazie.
Cordiali saluti
Roberta
Cara Roberta, sarebbe corretto anche esplicitare il participio nel modo in cui hai proposto (che è stata morsa), in quanto, quando il participio passato viene usato per realizzare la forma implicita di una proposizione subordinata, indica anteriorià temporale rispetto al tempo indicato nella principale, quindi vanno bene entrambi i tempi (era stata morsa; è stata morsa).
A presto
Prof. Anna
Grazie prof Anna , io ho 10 anni e non avevo capito ma grazie a te ho capito
Cara Chiara, benvenuta su Intercultura blog!
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Ciao
Oggi la maestra di mia figlia ha fatto fare l’analisi di questa frase:
La città è cresciuta
Mia figlia ha scritto è cresciuta. Voce del verbo crescere mod indic tempo passato prossimo….
La maestra ha corretto dicendo che “cresciuta” ha valore di aggettivo
Non capiamo
Ci spieghi
Grazie
Cara Federica, a me sembra che si tratti del passato prossimo indicativo del verbo “crescere”, è vero poi che il participio passato può avere valore di aggettivo, come per esempio nella frase “sembra un ragazzo già cresciuto”. Credo sia necessario chiedere chiarimenti alla maestra.
Un saluto a entrambe
Prof. Anna
buongiorno
la frase subordinata “…per sostenere gli arti fratturati” contiene il participio passato “fratturati” che io ho considerato come participio con funzione di aggettivo. La mia professoressa sostiene invece che abbia la funzione di subordinata relativa. Chi ha ragione? La ringrazio anticipatamente
Andrea
Caro Andrea, spesso è difficile, in assenza dell’ausiliare, stabilire se un participio ha valore verbale o nominale. Ci troviamo davanti a un participio con valore verbale se regge complementi, o un’intera frase, quindi dipende anche se la frase che mi scrivi è completa così come l’hai scritta o se, per esempio, il participio è seguito da un complemento, in questo caso avrebbe funzione verbale e sostiutirebbe una subordinata relativa.
Un saluto
Prof. Anna
I loved this lesson
ottimo
grazie
grazie e la prima volta che studio italiano
Cara Rosa, benvenuta su Intercultura blog! Se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Dopo ammirato o dopo aver ammirato ? Ho letto dopo ammirato il tramonto del sole….
Cara Geswalda, è corretto dire: “dopo aver ammirato”.
Un saluto
Prof. Anna
La lezione è stata molto bene
Caro Lamin, benvenuto su Intercultura blog. Se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
1)finiti gli esami andrò in vacanza. 2)arrivato presto mi sono costretto ad aspettare di più per la appuntamento 3)chiuse le scuole regoleremo di andare al mare. Sono giuste le frasi; grazie
Caro Giorgio, una correzione: “l’appuntamento” e non capisco il significato del verbo “regoleremo”.
Un saluto
Prof. Anna
Organizzeremo
Caro Giorgio, allora è corretto dire “ci organizzeremo per andare al mare” oppure “organizzeremo una vacanza al mare”.
Un saluto
Prof. Anna
Salve, nella frase “I ladri, spaventati dai rumori, scapparono dalla finestra” spaventati ha funzione di aggettivo o di verbo? Nella frase “Benché la porta fosse ben serrata…” serrata che funzione ha?
Cara Elisa, in questo caso “spaventati” e “fosse serrata” sono verbi.
Un saluto
“Arrivata alla stazione, si è persa”
“arrivando alla stazione, si è persa”
in queste due frasi c’è bisogno di specificate “lei” e di renderlo esplicito nella frase?
Caro Frank, no, non c’è bisogno.
se l’oggetto precede il verbo ed è costituito da un pronome atono diverso da quelli del punto precedente il participio può concordare o rimanere invariato. Quindi Maria può dire sia “Mi hanno preso per il film” (invariato) ma anche “Mi hanno presa per il film” (accordo). Mentre Mario può dire solo “Mi hanno preso per il film” (invariato).
Immagino sia corretto…
Caro Marco, è corretto.
Con l’ausiliare avere se l’oggetto precede il verbo ed è costituito dai pronomi personali diretti lo, li, la, le la concordanza del participio con il pronome è obbligatoria:
1)”I biscotti glieli hai dati (e non “dato”)?”
…”li” è l’oggetto;
Mi sembra giusto
Caro Francesco, è giusto.
Aggettivo o participio?
Il participio è un modo che “partecipa” sia nelle caratteristiche di un verbo sia di quelle dell’aggettivo. Come verbo, infatti, esprime un’azione o un modo di essere; come aggettivo funziona da attributo di un nome, con cui concorda in genere e in numero. Esempio, “Un rumore irritante potrebbe svegliarmi”: come verbo, indica un’azione = “che irrita”; come aggettivo, concorda in genere e numero con il nome “rumore”. Chiaramente, il participio presente è usato, oggi, soprattutto come aggettivo e, quindi, come attributo di un nome: “Laura ha un bel viso sorridente” (in questo esempio il termine “sorridente” è come se si fosse cristallizzato come aggettivo e avesse quindi perso le sue caratteristiche verbali). Tuttavia, in funzione di verbo il participio presente è di uso raro: lo si trova nei testi letterari o nei testi appartenenti al linguaggio della burocrazia. Oggi, al posto del participio presente, nella lingua parlata e scritta si usa per lo più una proposizione relativa: “Dalla folla occorrente (più usuale: “che occorre”) da tutte le parti, si leva un grido”. Anche il participio passato (Es. “lodato, -a, -i, -e”) funziona sia come aggettivo sia come verbo. Come aggettivo funge da attributo di un nome, con cui concorda in genere e numero: “La polizia catturò subito i banditi evasi”. Come verbo, il participio passato, unito all’ausiliare essere, serve a costruire tutti i tempi delle forme passive: “Paolo e Laura sono stati lodati da tutti” (quindi in questo caso “lodati”, accompagnato dall’ausiliare essere, non ha funzione aggettivale, bensì verbale, e quindi di participio passato). E ancora, unito agli ausiliari essere e avere serve a formare i tempi composti di tutti i verbi: “Siamo tornati ieri” e “Ti ho spedito il pacco per posta”. In più, il participio passato è poi utilizzato per creare molti tipi di subordinate implicite, come ad esempio: subordinate relative: Matteo ha completato con successo tutti i compiti assegnatigli (cioè, “che gli sono stati assegnati”); subordinate causali: Colpito (“poiché era stato colpito”) dall’evento, Paolo prese una decisione inattesa; subordinate ipotetiche: Non curata (“se non è curata”) a dovere, la polmonite può avere conseguenze molto gravi; subordinate temporali: Passata (“dopo che era passata”) la tempesta, tutti uscirono fuori al sole; subordinate concessive: Rincuorato (“benché fosse stato rincuorato”) dagli amici, Matteo rimase comunque triste per tutto il giorno. Come si può notare, in tutte queste subordinate è presente il participio passato e non l’aggettivo!. Per quanto riguarda quest’altro esempio “Le parole scritte restano”, naturalmente trattasi di participio passato del verbo “scrivere” usato, nella frase in questione, con funzione aggettivale. Ciononostante, vi sono peraltro dei casi limite: infatti se scrivessi “Le parole scritte da te restano”, in questo caso la presenza del complemento d’agente lascerebbe propendere per l’analisi come verbo, cioè participio passato. Ricapitolando, il participio è un modo verbale indefinito ma che assume questo nome proprio perche condivide (o meglio, “partecipa”) caratteristiche proprie sia delle voci verbali sia del nome e dell’aggettivo, di cui svolge alcune funzioni. Il participio quindi esprime da un lato un’azione, uno stato o un modo di essere (come tipico dei verbi), ma dall’altro concorda in genere e numero con il nome cui si riferisce e di cui costituisce l’attributo. Per esempio, nella frase: “Un boato assordante squarciò il cielo”, il participio presente assordante ha una sua funzione verbale (“che è assordante”) e una sua caratteristica di aggettivo nella concordanza (maschile singolare) con il nome “boato”. Allo stesso modo, nella frase: “Ho mandato a riparare il mio computer rotto”, il participio passato rotto si riferisce all’azione del verbo passivo (cioè “essere rotto, essersi guastato”, più propriamente “che si è rotto”) ma concorda anche in genere e numero con il termine “computer”. Tuttavia, non c’è un procedimento formale che permetta di operare sempre una distinzione. Escludendo gli aggettivi/participi lemmatizzati nei dizionari, diciamo che in genere i participi in cui sembra prevalere l’aspetto qualitativo su quello predicativo, possono essere considerati anche aggettivi.
Penso sia corretto
Caro Filippo Maria, è corretto.
Volevo concludere dicendo che, invece, ci sono altri casi in cui è facile distinguere un aggettivo da un participio. Prendiamo ad esempio “appiccicoso” e “appiccicato”. Il primo, e cioè “appoccioso”, è ovviamente solo aggettivo e può significare “attaccaticcio”: “Ho le mani tutte appiccicose” e “Ho le mani appiccicose”. Il secondo, e cioè “appiccicato”, è il participio passato del verbo “appiccicare” che può significare “Attaccato, incollato (anche + a ), e può “partecipare” sia nelle caratteristiche di un verbo sia di quelle dell’aggettivo: “Mescola tutto e inizia a versare l’acqua, inizia ad amalgamare l’impasto fino a quando non ottieni un impasto morbido non liquido, sodo che rimane leggermente appiccicato alle mani”; “La maglietta era così aderente che sembrava appiccicata al corpo”.
Penso sia completo adesso…
Caro Filippo Maria, è corretto.
Salve, nella frase “Il ragazzo sopravvissuto”, il participio passato “sopravvissuto” significa “che è sopravvissuto” ma anche “che era sopravvissuto”: e quindi “Il ragazzo che è/era sopravvissuto”.
Immagino sia corretto…
Esatto.
se l’oggetto precede il verbo ed è costituito da un pronome atono diverso da quelli del punto precedente il participio può concordare o rimanere invariato: quindi lei può dire sia “Questa scelta mi ha convinto” (invariato in o, ma valido sia per il maschile che per il femminile) sia “Questa scelta mi ha convinta” (il participio trova l’accordo con l’oggetto “mi” al femminile che si riferisce alla persona che parla che è una donna).
Penso sia giusto
Esatto.
Gentile prof Anna
“un determinato sforzo”=” un sforzo che è determinato”? quando l’aggettivo viene posizionato prima del nome che svolge valore”soggettiva” ,ma il partecipio passato mantiene valore subordinata relativa come ho scritto?
grazie mille
Caro Luca, il participio ha qui valore aggettivale e non verbale, “un determinato sforzo” = “un particolare, uno specifico sforzo”; in genere l’aggettivo (e anche il participio che ha funzione di aggettivo) che precede il nome ha una funzione descrittiva, mentre quello che segue il nome ha una funzione restrittiva, per approfondire le posizioni dell’aggettivo, ti consiglio questo articolo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2014/11/20/la-posizione-dellaggettivo-qualificativo/
Un saluto
grazie mille!
quindi, quando segue il nome ha una funzione restrittiva, l’aggettivo può essere verbale perché si riferisce antecedente.
“un sforzo determinato”=”un sforzo che è determinato”
Caro Luca, l’aggettivo (participio passato con funzione di aggettivo) “determinato” sta generalmente prima del sostantivo “sforzo”, creando così l’espressione “un determinato sforzo” cioè “uno sforzo specifico, particolare”.
A presto
Salve Professoressa.
Nella frase participiale di valore temporale è necessario esprimere il soggetto della reggente?
mi spiego:
“arrivato il treno, salutai i miei amici”
questa credo sia assoluta con due soggetti diversi.
“arrivato a casa, mi sono rilassato con della buona musica Jazz”
qui il soggetto è lo stesso.
È necessario esprimere “io” nella reggente?
grazie
Caro Maximus, non è necessario.
A presto
Accordo col soggetto o con il nome del predicato in un periodo ipotetico:
Se a parlare è un uomo si deve dire “Se fossi stato una ragazza in minigonna, avrei cambiato strada” o “Se fossi stata una ragazza in minigonna, avrei cambiato strada”?
…Entrambe sono corrette per vari motivi. In primo luogo quando il verbo ESSERE (“fossi stato/a” = “fossi” è l’ausiliare e “stato/a” è il participio passato del verbo essere) è usato in funzione di copula è possibile sia l’accordo con il soggetto (che nel nostro caso è “io”, in riferimento ad un uomo, sottinteso): “Se fossi stato una ragazza in minigonna, avrei cambiato strada”; sia l’accordo con il nome del predicato (che nel nostro caso è “una ragazza”): “Se fossi stata una ragazza in minigonna, avrei cambiato strada”. In secondo luogo anche quando la parte nominale o il complemento predicativo contiene un nome di genere e/o numero diversi (è il caso di “una ragazza”) da quelli del soggetto (“io”, sottinteso, in riferimento ad un uomo) si crea un problema di accordo, questa volta del participio passato o della persona del verbo. Quindi, a rigore, il verbo “essere” (“fossi”), e quindi anche il participio passato “stato/a” che ne fa parte, concorderebbe, preferibilmente, con il soggetto (che risulta essere di genere maschile nel nostro esempio): “Se fossi stato una ragazza…”; l’attrazione della parte nominale, però, è molto forte, perché la parte nominale è il sintagma adiacente al verbo “essere” (e quindi “fossi stato/a”) e perché, tutto sommato, con il verbo “essere”, o un verbo copulativo, la parte nominale identifica il soggetto al pari del soggetto stesso. In sintesi, ne consegue che entrambe le soluzioni sono accettabili, con una preferenza, anche in questo caso, per l’accordo con il soggetto: “(“io” di genere maschile) Se fossi stato una ragazza in minigonna, avrei cambiato strada”. Certamente, anche l’accordo con la parte nominale non è dunque scorretto: “(“io” comunque di genere maschile) Se fossi stata una ragazza in minigonna, avrei cambiato strada”. Entrambe corrette, ma è preferibile l’accordo col soggetto.
Penso sia corretto
Caro Massimo, è corretto.