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Aula di Lingue

Parole che derivano da opere artistiche – seconda parte

Prof. Anna
La lingua italiana,   Lessico

Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, oggi scopriremo insieme altre parole che derivano da opere artistiche. Ve ne ricordate alcune?

Buona lettura!

Prof. Anna

Alcune settimane fa abbiamo visto che alcune parole in italiano derivano opere letterarie, teatrali, film e personaggi cinematografici: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2022/01/27/parole-che-derivano-da-opere-artistiche-prima-parte/

Ma ce ne sono altre:

  • baby-doll ⇒ letteralmente piccola bambola, questo termine in italiano indica una camicia da notte femminile corta, spesso con mutandine coordinate e deriva dal nome della protagonista del film omonimo di E. Kazan;
  • gigione ⇒ dal nome di un personaggio dell’attore E. Ferravilla (1846-1915), Gigione è l’accrescitivo di Gigi (Luigi) e significa attore che per smania di primeggiare carica enfaticamente la recitazione e, per estensione, indica chi, per soddisfare la propria vanità, è solito porre in grande rilievo ogni sua azione o parola volendo imporsi all’attenzione e destare l’ammirazione degli altri;
  • lolita ⇒ dal nome della protagonista dell’omonimo romanzo di V. Nabokov (1899-1977); una lolita è una ragazza adolescente che, con la precoce femminilità e il comportamento provocante, suscita desiderio specialmente negli uomini maturi;
  • maciste ⇒ è un uomo molto robusto e straordinariamente forte: Maciste è il nome di un personaggio cinematografico; tratto dal greco mákistos, che è il superlativo di makrós (il più grande);
  • mentore ⇒ è un amico fidato, una guida sapiente, un compagno fedele; da Mentore, nome di un personaggio dell’Odissea e poi del romanzo Le avventure di Telemaco (1699) di F. Fénelon, al quale Ulisse aveva affidato il figlio prima di partire per la guerra di Troia;
  • pantagruelico ⇒ degno di Pantagruel, personaggio del romanzo Gargantua et Pantagruel di F. Rabelais (1494 circa -1553), significa dotato di un appetito formidabile; pranzo pantagruelico: pranzo ricchissimo di cibi e bevande; appetito pantagruelico: appetito smodato, insaziabile:
  • gargantuesco ⇒ anche questo aggettivo deriva dal nome di un personaggio del medesimo romanzo di Rabelais; significa che ha proporzioni gigantesche: pranzo gargantuesco; insaziabile (fame gargantuesca);
  • manigoldo ⇒ è un furfante, un briccone, si usa anche in tono scherzoso: quel bambino è proprio un manigoldo!. Deriva dal nome di un personaggio leggendario tedesco Managold;
  • paparazzo ⇒ fotoreporter, specialmente di eventi di risonanza mondana, pubblicitaria; deriva dal cognome di un fotografo nel film La dolce vita di F. Fellini (1960);
  • pescecane ⇒ persona arricchitasi rapidamente con affari più o meno leciti, che ostenta con volgare arroganza la sua condizione di benessere (anche: squalo), della commedia I pescecani di D. Niccodemi (1913);
  • rocambolesco ⇒ detto di azione così avventurosa e audace da sembrare incredibile, o portata a termine con grande astuzia e spericolatezza: fuga rocambolesca, furto rocambolesco; deriva da Rocambole, nome dello spericolato protagonista dei romanzi di Ponson du Terrail (1829-1871);
  • sosia ⇒ dal greco Sōsías, nome di schiavo assai frequente nella commedia antica, servo di Anfitrione nell’omonima commedia di Plauto (254 circa -184 a.C.) e Molière (1622-1673); un sosia (o una sosia) è una persona che somiglia tanto a un’altra da poter essere scambiata per essa: Carlo sembra il tuo sosia;
  • squinzia ⇒ è una ragazza smorfiosa, dai modi leziosi e civettuoli; deriva probabilmente da  Donna Squinzia, personaggio di una commedia di C.M. Maggi (1630-1691);
  • vanesio ⇒ questo aggettivo significa che (o chi) è fatuo e vanitoso nel compiacersi di proprie qualità vere o presunte: sguardo vanesio; sorriso vanesiofare il vanesio. Da Vanesio, nome del protagonista della commedia Ciò che pare non è ovvero Il cicisbeo sconsolato (1724) di G. B. Fagiuoli: il nome è tratto da vano;
  • zero zero sette ⇒ dal numero di riconoscimento di un agente del servizio segreto britannico (in cui zero zero significava licenza di uccidere) protagonista di una serie di romanzi di spionaggio di I. Fleming (1909-1964); questo sostantivo maschile e femminile invariabile si usa per indicare un agente di un servizio segreto, di spionaggio o controspionaggio, incaricato di missioni particolarmente delicate, difficili e pericolose e, per estensione, chi ha compiti investigativi o ispettivi particolarmente importanti e delicati, specialmente in qualche branca della pubblica amministrazione, usato anche in tono scherzoso.

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 1- Quel professore mi ha fatto da durante gli anni dell'università, proprio quando avevo più bisogno di una guida. 2- Per festeggiare la sua promozione ci ha offerto un pranzo , non ho mai mangiato così tanto. 3- I personaggi famosi vengono spesso inseguiti dai a caccia di qualche scoop. 4- Una lolita è: . 5- Alcuni detenuti hanno organizzato e messo in atto un'evasione , la polizia li sta ancora cercando. 6- A meno che non abbia una , quella che ho visto ieri era proprio lei. 7- Quel ragazzo si dà arie da , ma non è così forte come vuole far credere. 8- Che uomo ! Non fa altro che vantarsi dei propri meriti. 9- Guarda che disastro ha combinato di tuo figlio! 10- del fisco non si fanno sfuggire nemmeno un evasore.

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Commenti [4]

  1. Sono bellissime parole, ma quasi inutili a coloro che studiano l’italiano come principianti.0

    • Zanichelli Avatar

      Cara Paola, non è mai troppo presto per imparare parole nuove.
      A presto

  2. andree scrive:

    Grazie prof. Anna,
    è una lezione molto istruttiva.
    Cercando il plurale della parola SOSIA, il dizionario del Corriere della Sera ci dice:
    “sosia, il (anche fem.), invariabile,” [” come la parola MECENATE]”
    “e se si tratta di una donna? Dovremo usare ugualmente il maschile, ecc….”

    Chi avrà raggione? Treccani probabilemente e quindi “la sosia” è fissa?

    • Zanichelli Avatar

      Cara Andree, il sostantivo “sosia” è invariabile: il sosia, la sosia, i sosia, le sosia; è possibile usare l’articolo maschile anche in riferimento a un maschile: “Francesca sembra il sosia (o la sosia) di Anna”
      A presto

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