Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, non è sempre facile scegliere tra alcuno, qualcuno e nessuno. Cos’hanno in comune e cosa no? Cerchiamo di fare chiarezza.
Buona lettura!
Prof. Anna
La prima differenza è nella funzione grammaticale:
- qualcuno ha solo la funzione di pronome;
- alcuno e nessuno sono sia pronomi sia aggettivi.
QUALCUNO
Il pronome indefinito qualcuno si usa solo al singolare, la forma femminile è qualcuna; si tronca sempre davanti a altro (qualcun altro) e si elide davanti al femminile (qualcun’altra).
Indica un numero indeterminato ma generalmente ristretto di cose o persone, che può essere costituito anche da una sola unità: c’è qualcuno alla porta; qualcuno dice di sì, altri dicono di no; è spesso seguito da un complemento partitivo o da una proposizione relativa: ho visto qualcuno dei suoi quadri; se vuoi delle caramelle, ce ne deve essere qualcuna là dentro; ho visto qualcuno che ti somiglia; ne avrà combinata qualcuna delle sue (significa una delle sue solite marachelle, una delle sue solite bricconate).
In alcune espressioni ha funzione di sostantivo con il significato di persona di una certa importanza, di un certo valore o autorità: si crede qualcuno ora che è diventato ricco; spera un giorno di diventare qualcuno.
ALCUNO
Alcuno si tronca sempre in alcun davanti a parole che cominciano per vocale (alcun amico), per u semiconsonante (alcun uomo), per consonante semplice (alcun libro), per consonante muta seguita da una liquida (alcun treno); non sempre si tronca davanti a parole che cominciano per i semiconsonante o ps (alcuno psicologo o alcun psicologo), non si tronca mai di fronte a nomi comincianti per altri gruppi di consonanti o per x e z (alcuno scolaro; alcuno zaino).
Come aggettivo:
- al plurale indica una quantità indeterminata ma limitata di persone o cose: sono venuti alcuni amici; ho comprato alcuni libri; in questo caso ha lo stesso significato dell’aggettivo indeterminativo qualche con la differenza che qualche viene usato al singolare e alcuno al plurale: è venuto qualche amico; ho comprato qualche libro;
- al singolare significa nessuno in frasi e costruzioni negative: non c’è alcun dubbio = non c’è nessun dubbio; non ho nessun problema = non ho alcun problema; senza alcun dubbio; si può anche posporre al verbo: non c’è ragione alcuna.
Come pronome:
- al plurale: alcuni arrivano sempre tardi; spesso è seguito da una frase relativa o da un complemento indiretto introdotto da dei, degli, delle, in questi casi ha lo stesso significato di qualcuno con la differenza che è usato al plurale: alcuni di voi verranno con me = qualcuno di voi verrà con me; ci sono alcuni che desiderano parlare = c’è qualcuno che desidera parlare;
- al singolare significa nessuno in frasi e costruzioni negative e in un registro formale: non piace ad alcuno; non ci fu alcuno che protestasse.
NESSUNO
Come aggettivo femminile si elide davanti a parola che comincia per vocale (nessun’amica); come aggettivo maschile si tronca davanti a nomi che cominciano per vocale e per consonante che non sia gn, ps, s impura, x, z (nessun amico; nessun problema; nessuno scrittore; nessuno zelo). Come pronome si tronca solo nell’uso letterario.
Come aggettivo:
- solo al singolare significa non uno, neppure uno, neanche uno con valore negativo: nessun uomo è più gentile di lui; quando è posposto al verbo richiede una negazione: non ho nessun dubbio; non voglio nessuna ricompensa;
- solo al singolare può avere la semplice funzione di rafforzare la negazione già espressa: non c’è nessuna fretta; non c’è nessun bisogno di urlare;
- anche al superlativo ha valore rafforzativo: non c’è nessunissima fretta; non cambierò idea per nessunissima ragione;
- solo al singolare può significare qualche, alcuno soprattutto in in proposizioni interrogative dirette e indirette o dubitative: hai nessun libro da prestarmi?; nessuna domanda?
Come pronome:
- solo al singolare col significato di non uno, neppure uno, neanche uno in riferimento sia a persone sia a cose: spero che nessuno si offenda; “Qualche domanda?” “Nessuna”; anche seguito da un complemento partitivo: nessuno di loro era presente; quando è posposto al verbo richiede una negazione: non è ancora arrivato nessuno;
- solo al singolare, con valore positivo, significa qualcuno, qualche persona, specialmente in proposizioni interrogative dirette e indirette: c’è nessuno in casa? non ha telefonato nessuno?
In funzione di sostantivo maschile e femminile invariabile, solo singolare, significa persona di nessun valore, che non conta nulla (il contrario di qualcuno in funzione di sostantivo): si dà tante arie ma non è nessuno.
Completa il testo inserendo le parole mancanti negli spazi vuoti. Al termine premi il pulsante "Correggi esercizio" per controllare se hai risposto correttamente.
Sembra che sia cosi` facile … 🙂 Invece ho fatto tanti errori.
Grazie mille!
Cara Lucia, la prossima volta andrà meglio!
A presto
Sono partito con il piede sbagliato. poi strada facendo mi sono ripreso.
10/10.
Però nella soluzione mi sono accorto di aver fatto errori di maiuscole, mah!
Prof. ben ritrovata.
Molto bene Rino, complimenti!
Credevo che sappia tutto, invece gli errori ne ho fatti parecchi. 🙂
Grazie.
Cara Lucia, qualche correzione al tuo commento: “credevo di sapere tutto, invece ho fatto parecchi errori (oppure: invece di errori ne ho fatti parecchi). Per qualsiasi dubbio o domanda, non esitare a scrivermi.
A presto
sito orribile
sito bellissimo
ho fatto tanti errori
Pronomi relativi:
1)”Ho conosciuto tante persone, con alcune delle quali sono anche uscito!”
…In questa frase “alcune” sta a significare un numero indeterminato, limitato e circoscritto, di persone (quindi di un intero gruppo); ovviamente “delle quali” è un pronome relativo e fa riferimento a “persone”; è come se dicessi: “Ho conosciuto tante persone e sono anche uscito con alcune (e quindi non tutte) di quelle persone (“delle quali”) che ho appunto conosciuto”
2)”La persona del cui nome si è fatta menzione”
In questa frase “cui” è preceduto dalla peposizione articolata “del”, ma seguito dal sostantivo “nome”, è usato come complemento di specificazione: infatti significherebbe “La persona del nome della quale (“cui”) si è fatta menzione”. Ovviamente è giusto e più fluente dire “La persona del cui nome si è fatta menzione”
3)”Gli uomini al cui buonsenso mi rivolgo”
…Anche qui, preceduto da articolo determinativo o preposizione articolata (“al”) e seguito da sostantivo, è usato come complemento di specificazione: infatti sarebbe “Gli uomini al buonsenso dei quali mi rivolgo”.
4)”Marco, il cui libro è nelle mie mani”
…Anche nel complemento di specificazione (di cui) vediamo cadere la preposizione reggente (di) se anticipiamo il complemento rispetto al nome cui si riferisce. Per capirci: “Marco, il cui libro è nelle mie mani” è una frase più fluente, che prende felicemente il posto di “Marco, il libro del quale è nelle mie mani”.
Penso sia tutto corretto
Caro Giorgio, è corretto.
“Qualsiasi e qualunque”:
…”Qualsiasi” può essere solo aggettivo o relativo o indefinito invariabile, valido cioè sia per il maschile sia per il femminile (raramente funge da pronome indefinito: “Che film vorresti vedere?”-“Qualsiasi”). Come aggettivo indefinito significa “qualunque”, “ogni”: “qualsiasi ragazzo lo conosce” (e cioè “ogni ragazzo lo conosce”), “farei qualsiasi cosa per te” (e cioè “farei ogni cosa per te”), “chiamalo in qualsiasi momento” (e cioè “chiamalo in ogni momento”). Sempre come indefinito, ma posposto al sostantivo, significa “Privo di particolari requisiti”: “un giorno qualsiasi” (e cioè “un giorno privo di particolari requisiti”, come se dicessi “un giorno comunque sia”, ecc.). E ancora come indefinito, ma con connotazione spregiativa, significa “ordinario, comune”: “Una ragazza qualsiasi (e cioè “Una ragazza ordinaria”); “Un libro qualsiasi” (e cioè “un libro comune, di poco valore”). Ah, al singolare obbligatoriamente con l’articolo indeterminativo: “Una persona qualsiasi” (e cioè “Una persona banale”). Come aggettivo relativo, ma con valore indefinito, e con il significato di “qualunque”, è seguito da una proposizione relativa, con valore concessivo, con il verbo prevalentemente al congiuntivo “Qualsiasi cosa tu dica o faccia”. Relativamente all’uso, “qualsiasi” si usa di norma solo al singolare, mentre il plurale, raro, è “qualsiasi” se posposto al nome: “persone qualsiasi” (e cioè “persone come tante altre”). Per quanto riguarda “qualunque”, può essere aggettivo, indefinito o relativo, e anche pronome relativo-indefinito. Come aggettivo indefinito significa “l’uno o l’altro indifferentemente, qualsiasi”: “Telefona in qualunque momento” (e cioè “…in qualsiasi momento”). Talvolta, come aggettivo indefinito, ha il valore di “ogni”:”Devo riuscire a qualunque costo” (e cioè “…ad ogni costo”). Sempre come indefinito, ma posposto al sostantivo, significa “Comunque sia, privo di particolari requisiti”: “Un giorno qualunque” (e cioè “un giorno comunque sia…”). E ancora come indefinito, ma con connotazione spregiativa, significa “ordinario, comune”: “gente qualunque” (e cioè “…come tante altre”), “l’uomo qualunque” (e cioè “…l’uomo medio”). Come aggettivo relativo, ma con con valore indefinito, seguito da una proposizione con verbo, anche qui, al congiuntivo: “Qualunque cosa tu le dica, non va mai bene”. Come pronome relativo-indefinito significa “chiunque”: “..batte col remo qualunque (chiunque) s’adagia…”. Relativamente all’uso, “qualunque” non ha plurale, ma può essere riferito, specialmente se posposto, e nell’uso antico anche preposto, a un nome plurale: “cittadini qualunque”, “donne qualunque”; “noi e qualunque altri (Boccaccio)”. E poi, quale è la differenza tra “qualsiasi” e “qualunque”? In linea di massima “qualsiasi” e “qualunque” significano la stessa cosa e vengono usati allo stesso modo; sono dunque sostanzialmente intercambiabili: “qualunque cosa = qualsiasi cosa”. E come accennavo “Qualunque e qualsiasi” sono sempre invariabili e possono accompagnarsi a un nome plurale solo se lo seguono: “Non servono leggi qualunque/qualsiasi (non *”qualunque leggi”). L’unica differenza sta nel fatto che in una proposizione relativa con valore concessivo, se il modo del predicato è il congiuntivo presente del verbo “essere”, è consigliabile usare la forma “qualunque”. Questo per due ragioni: per evitare la ripetizione dello stesso suono due volte consecutive (qualsiasi sia); e perché “qualsiasi” ha già in sé il congiuntivo del verbo essere (= quale che sia): “Qualunque sia il problema, lo risolveremo” è meglio di “Qualsiasi sia il problema, lo risolveremo”. Altra cosa, si dice “Ti darò qualunque/qualsiasi cosa tu voglia» o «che tu voglia»?” la risposta è che il “che” è pleonastico, e dunque da eliminare, perché “qualunque” , ma anche “qualsiasi”, ha già valore di aggettivo relativo/indefinito e dunque non richiede un ulteriore pronome relativo: perciò diremo “Ti darò qualunque/ qualsiasi cosa tu voglia” (senza il “che”). Infatti, osservando l’etimologia di “qualsiasi” e di “qualunque” possiamo notarne la provenienza in comune: “da quale siasi ‘quale che si sia’; cfr. qualsisia.”. E in più, quando “qualsiasi” e “qualunque” hanno valore relativo, significano “l’uno o l’altro CHE” (ecco perché il “che” si omette; si omette in quanto è già presente): “Farò qualsiasi cosa tu voglia” e “Qualunque cosa facesse, non era mai soddisfatto” equivalgono a “Farò l’una o l’altra cosa che tu voglia” e “L’una o l’altra cosa che facesse…”. In conclusione, “Qualunque/ qualsiasi siano”, quindi con il verbo al plurale, è un’espressione corretta? La risposta, da quello che ho studiato, è no… Intanto “Qualunque” (come “qualsiasi”, ma da evitare, da quel che abbiamo visto, se il modo del predicato è il congiuntivo presente del verbo “essere”) è perfettamente lecito con verbi al singolare (“qualunque sia la tua opinione, io la rispetto”, meno, se non per nulla, *”qualsiasi sia…”), ma nella norma odierna non è più possibile l’accordo con verbi al plurale (*”qualunque siano le tue opinioni, io le rispetto”, anche se la forma al plurale è attestata nell’antichità: “Pur io stimo che molto meglio l’amore che la morte agguagli tutte le disaguaglianze, né so bene s’egli usi le proporzioni geometriche o l’aritmetiche più tosto; ma qualunque siano le sue misure o le dismisure, desidero che mi si conceda potersi non sol cortesemente ma giustamente servire un amico”. [Tasso, Il Beltramo overo de la cortesia]). Tale accordo, al plurale, ha però anche, e ancora, qualche testimonianza primonovecentesca (Serianni ricorda un esempio di qualunque fossero nelle Sorelle Materassi di Aldo Palazzeschi, 1934). Tuttavia, oggi la sola soluzione disponibile è: “…quali (che) siano le tue opinioni, io le rispetto”, al posto di “qualunque” e “qualsiasi”. Di conseguenza, la frase “Qualunque (ma anche “Qualsiasi”) siano i tuoi progetti, ti aiutiamo a proteggerli” (di per sé non scorretta, ma meno comune) la riscriveremo nel seguente modo: “Quali che siano i tuoi progetti, ti aiuteremo a proteggerli” (frase in cui “qualunque”, o “qualsiasi” in particolar modo, è sostituito da “Quali che siano…”). In aggiunta, si è detto sopra della sostanziale equivalenza semantica e funzionale tra “qualunque” e “qualsiasi”. Tuttavia, negli usi correlativi, il fatto che “qualsiasi” contenga già in sé il congiuntivo di essere (qual siasi, ovvero ‘qual si sia’) fa preferire l’uso di “qualunque” davanti alle forme verbali di essere: “qualunque sia la tua opinione…”, piuttosto che “*qualsiasi sia la tua opinione…”. Naturalmente è sempre possibile la soluzione con “quale”: e cioè “Quale che sia la tua opinione…” (il “che” si può omettere), facoltativa al singolare, ma, come s’è visto, obbligatoria al plurale.
Penso sia tutto corretto
…e anche sul versante di “Quale”:
“Quale” può essere agg.interr., agg.escl., agg.rel., agg.indef., pron.interr., pron.rel., pron.indef., avv., e s.m. Come aggettivo interrogativo si usa per chiedere la qualità, l’identità, la natura e sim. di qcs. o qcn. (concorre con la forma “che”, la quale è preferita nell’uso parlato): “quale genere di film guardi?” (o “che genere di film guardi?”), frase in cui “quale” è l’aggettivo che determina la qualità del sostantivo “genere”. Come aggettivo esclamativo si usa per sottolineare enfaticamente la qualità di qcn. o qcs. (nell’uso parlato è più frequente la forma che): “Quale gioia averti con noi!” (o “che gioia averti con noi!”). Come aggettivo relativo significa “come quello che”, “nelle condizioni in cui” (equivale a “come”): “Tizio ha avuto un successo quale non immaginavamo”, e cioè “Tizio ha avuto un successo come quello che/nelle condizioni in cui non immaginavamo”. A tal proposito l’aggettivo relativo (es. “quale”) introduce una relazione tra due nomi e si usa in genere dopo il nome a cui si riferisce (difatti nella frase “Tizio ha avuto un successo quale non immaginavamo”, “quale” è un aggettivo relativo, posto dopo il nome, che si riferisce, creando una relazione e un collegamento, al sostantivo “un successo”) e prima dell’altro nome che deve legare al primo (difatti in “Prendi pure qualsiasi cosa tu voglia”, “qualsiasi è un aggettivo relativo, posto prima del nome, che si riferisce, creando una relazione e un collegamento, al sostantivo “cosa”). Sempre in funzione di aggettivo relativo e con il significato di “come per esempio”: “Una grande città, quale Milano o Torino” (e cioè “Una grande città, come per esempio Milano o Torino…”); e può significare anche “della qualità, del livello di”: “Poeti quali Dante e Petrarca” (e cioè “Poeti della qualità di Dante e Petrarca…”). Anche in questi esempi “quale” e “quali” sono aggettivi relativi che introducono una relazione tra due nomi e anche in questi casi sono usati dopo il nome a cui si riferiscono: “Una grande città, quale Milano o Torino” (“quale” è dopo il sostantivo “una grande città”) e “Poeti quali Dante e Petrarca” (“quali” è dopo il sostantivo “poeti”). Come aggettivo indefinito, ma con funzione relativa, e specialmente seguito da “che” (che concede il valore relativo) e dal verbo al congiuntivo, con il significato di “qualsiasi”, “qualunque”: Al plurale, “Bisogna che lo compriate, quali che siano le vostre possibilità economiche” e cioè “Bisogna che lo compriate qualunque (meno “qualsiasi”) siano le vostre possibilità economiche”; e, al singolare, “Ti sosterremo, quale che sia la tua decisione” e cioè “Ti sosterremo, qualunque sia la tua decisione”. Come pronome interrogativo in proposizioni interrogative dirette o indirette, per chiedere la qualità, l’identità, la natura e sim. di qcs. o qcn.: “Quale preferisci?” (sottointendendo qualcosa di cui abbiamo parlato in precedenza) “Quale di questi libri vuoi?” (qui il pronome “quale” sostituisce il nome “libro” anticipandolo; e il senso è “Tra questi libri, quale- uno fra i libri appunto- vuoi?”). Come pronome relativo sostituisce un nome o un pronome che lo precede, detto antecendente; è sempre preceduto dall’articolo determinativo o dalle preposizioni articolate; ed equivale a “che” (che si usa per evitare ambiguità o talvolta per dare un tono più elevato o formale alla frase) o “cui”, a seconda dei casi: “Ho visto la moglie di Carlo, la quale (che) ti manda i suoi saluti”, “La legge della quale tutti parlano”, “Ecco la persona (a) cui/alla quale ho donato tutti i miei averi”. Sempre come pronome relativo l’antecedente può essere ripetuto dopo “quale/i” che acquista così valore aggettivale: “I due fratelli fondarono l’impresa di calzature, la quale impresa fu poi ceduta” (“quale” diventerebbe aggettivo determinando la qualità del sostantivo “impresa”) e, al plurale, “I due fratelli fondarono le imprese di calzature, più importanti al mondo, le quali impresa furono poi cedute” (“quali” diventerebbe aggettivo determinando la qualità del sostantivo “imprese”). In finale, come avverbio e con il senso di “in qualità di, in funzione di”: “Parlo quale (in qualità di) presidente dell’azienda”. Come sostantivo e con il senso di “la qualità, la natura”: “…la vista mia ne l’ampio e ne l’altezza / non si smarriva, ma tutto prendeva / il quanto e il quale di quella allegrezza (Dante)”.
Penso sia tutto corretto
Caro Filippo Maria, è giusto.
Caro Filippo Maria, è corretto.
La frase “Nessuno ti vieta di farlo”, significa, sostanzialmente, “Puoi farlo tranquillamente” oppure “Neanche uno ti vieta di farlo”, e cioè “Non c’è nessuna persona che ti vieta, ti impedisce di fare quella cosa”, insomma, “Sei libero di farla”.
Penso sia esatta la mia interpretazione…
Caro Leo,è giusto.
salve,
insegno ad adulti in Olanda. Ho sempre spiegato che alcuni si usa al plurale e qualche singolare, il dubbio …si alcun al singolare per dire nessun..
esempio non c’è alcun dubbio?
Ciao Eleonora, non so se ho capito bene la domanda, ma “alcuno” al singolare significa “nessuno” in frasi e costruzioni negative: “non c’è alcun dubbio = non c’è nessun dubbio”, “non ho nessun problema = non ho alcun problema”.
A presto
“Qualcuno o qualcuna”?
…Lui può dire sia “Sono già uscito con qualcuna” sia “Sono già uscito con qualcuno”
…In questi casi, con il pronome indefinito “qualcuno/a” (che indica o una persona o un gruppo ristretto di persone di identità imprecisata), in riferimento anche al genere femminile, è valida sia la concordanza (quindi il femminile “qualcuna” è specifico, e il messaggio è molto preciso) sia la forma maschile “qualcuno” che (al livello grammaticale, e non soltanto al maschile plurale, ma anche al maschile singolare nel caso di “qualcuno”) è inclusivo di tutti (maschi e femmine). Ovviamente dire, da parte di un uomo, “Sono già uscito con qualcuna”, significa, specificatamente, “di essere uscito con qualche ragazza, qualche donna, non molte, alcune, ma sicuramente più di una”. Al contrario dire, sempre da parte di un uomo, “Sono già uscito con qualcuno” può significare sia “di essere uscito, in modo imprecisato, con qualche uomo o qualche donna, non molti, o molte, alcuni, o alcune, ma sicuramente più di uno, o più di una” oppure “di essere uscito, sempre in modo imprecisato, con qualche uomo, non molti, alcuni, ma sicuramente più di uno”. In aggiunta, ci possono essere però casi più complessi: infatti se una donna scrive “Mi sono cosparsa di profumo per fare colpo su qualcuno” è facile che venga inteso il maschile in senso specifico, non escludendo però, per il discorso precedente, “di poter intendere sia di fare colpo su qualche uomo o qualche donna, non molti, o molte, alcuni, o alcune, ma sicuramente più di uno, o più di una”. Viceversa, se una donna dice “Mi sono cosparsa di profumo per fare colpo su qualcuna”, è chiaro che venga inteso il femminile in senso specifico. In finale, il maschile generico, detto anche sovraesteso o non marcato, serve, soprattutto al maschile plurale (ma anche, come abbiamo visto, al maschile singolare può capitare, come per il caso di “qualcuno”), e convenzionalmente nella nostra lingua, per indicare una collettività composta da generi diversi per indicare sia uomini che donne: “Tutti gli studenti, tutti i professori, tutti i colleghi, ecc.”. In parole povere, il maschile al plurale, soprattutto, non discrimina perchè, per convenzione, è una forma omnicomprensiva, valida cioè per il maschile come per il femminile: “Mamma e papà sono usciti”; e quindi il maschile plurale, maggiormente, resta per la Crusca “lo strumento migliore per cui si sentano rappresentati tutti i generi e gli orientamenti, purché si abbia la consapevolezza di quello che effettivamente è: un modo di includere e non di prevaricare”.
Penso sia giusto
Cara Michela, è giusto.
Anche “tutti”, come pronome indefinito, e con il significato di “Tutte le persone” è l’applicazione del maschile sovraesteso; quindi dire “Lo sanno tutti” può significare che “tutti, sia maschi che femmine, sanno quella cosa”. Al contrario, se dico “Tutte lo sanno” significa che “Tutte, solo femmine, sanno quella cosa”, e cioè il femminile “tutte” è di genere marcato, e quindi esplicitamente femminile; mentre il maschile plurale è non marcato, quindi generico, valido cioè per individui di genere maschile e femminile insieme.
Penso sia giusto
Cara Michela, è esatto.