Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, freschi di attributo, oggi ne vediamo anche la collocazione all’interno della frase.
Buona lettura!
Prof. Anna
Se avete saltato l’articolo sull’attributo della scorsa settimana, potete aggiornarvi qui https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2021/10/07/lattributo/
Abbiamo visto cos’è l’attributo e quali sono le sue caratteristiche, ma non abbiamo parlato della sua collocazione. Oggi lo facciamo in maniera approfondita.
L’attributo, a seconda che sia un aggettivo determinativo (che indica cioè l’appartenenza, la collocazione nello spazio, la consistenza numerica di un nome) o qualificativo può essere messo prima o dopo il nome a cui si riferisce:
⇒ se è determinativo (possessivo, numerale, indicativo, indefinito, interrogativo o esclamativo), di solito sta prima del nome:
- mi piace stare con i miei amici;
- questo palazzo è molto alto, ha quindici piani;
- quale libro hai preso?;
⇒ se è qualificativo può stare prima o dopo il nome, in genere a seconda che abbia una funzione descrittiva o restrittiva.
COLLOCAZIONE DELL’ATTRIBUTO QUALIFICATIVO
⇒ L’attributo precede il nome quando ha una funzione descrittiva, cioè quando serve a esprimere un’impressione, una valutazione o un giudizio generale; l’attributo segue il nome quando ha una funzione restrittiva, quando cioè ne sottolinea una precisa qualità che lo caratterizza, lo distingue o lo contrappone a un altro, lo limita. Consideriamo queste frasi:
- 1- le antiche case nel paese non hanno retto al terremoto;
- 2- le case antiche del paese non hanno retto al terremoto.
Nella frase 1 l’attributo antiche descrive una qualità comune a tutte le case del paese (descrittivo); nella frase 2 l’attributo è invece restrittivo e ci dice che solo le case di un certo tipo (quelle antiche) non hanno retto al terremoto (restrittivo);
- 1- i volonterosi alunni furono premiati;
- 2- gli alunni volenterosi furono premiati.
Nella frase 1 l’attributo volenterosi è un aggettivo con funzione descrittiva, indica che tutti gli alunni (qualificati come volenterosi) furono premiati, mentre nella frase 2 si fa una distinzione: si dice che il premio non fu dato a tutti gli alunni ma solo a quelli volenterosi, in questo caso infatti l’aggettivo ha una funzione restrittiva;
- 1- quel giorno il pensieroso Marco andava al lavoro;
- 2- quel giorno Marco, pensieroso, andava al lavoro;
- 3- quel giorno Marco andava al lavoro pensieroso.
Nella frase 1 l’attributo pensieroso indica una qualità generale e permanente di Marco (descrittivo), nella frase 2 si indica una caratteristica di Marco limitata a un particolare momento (quel giorno) e il fatto di essere posto tra due virgole dà maggiore intensità (restrittivo), nella frase 3 la qualità indicata non solo è limitata a un particolare momento, ma, più che il ragazzo, tende a caratterizzare l’azione dell’andare, quasi come un avverbio (attributo avverbiale).
⇒ Se l’attributo è seguito da un complemento, da un elemento con preposizione o da una proposizione sta sempre dopo il nome: è una persona pronta a tutto.
⇒ Gli attributi che indicano colori, poiché si usano per lo più con valore restrittivo, seguono il nome: mi piace quella maglia gialla. L’uso di questi aggettivi in funzione descrittiva, anche se è meno frequente, appare un invito a soffermarsi sulla qualità: rimanemmo per ore a osservare l’azzurro mare.
⇒ Alcuni aggettivi sono già di per sé restrittivi e possono essere collocati solo dopo il nome; si tratta degli aggettivi di relazione che equivalgono a un complemento formato da di + un nome (italiano = d’Italia): studio storia medioevale (del Medioevo). Per un ripasso degli aggettivi di relazione: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2015/03/12/gli-aggettivi-di-relazione/;
⇒ Gli aggettivi alterati si collocano dopo il nome: un vestito leggerino.
COLLOCAZIONE DELGLI ATTRIBUTI DETERMINATIVI
⇒ Gli attributi possessivi si trovano generalmente prima del nome: mia madre è gentile; mio e nostro vengono messi dopo il nome nelle esclamazioni e nelle espressioni vocative: mamma mia!; a domani, amore mio. La posposizione del possessivo si ha anche in espressioni ormai cristallizzate nell’uso: a casa mia (tua, sua…); sapere il fatto tuo (suo, nostro…); essere colpa mia (tua, vostra…); fare di testa mia (tua, nostra…).
⇒ Gli attributi dimostrativi, indefiniti, interrogativi, esclamativi precedono sempre il nome: quei dischi sono miei; ho molti dischi; quale disco hai ascoltato?; quanta pazienza che ci vuole!
⇒ Gli attributi numerali cardinali precedono generalmente il nome: compro due pomodori.
⇒ Gli attributi numerali ordinali precedono per lo più il nome: abito al terzo piano; seguono il nome nelle indicazioni di successioni: di monarchi, di papi, di capitoli, di paragrafi: Luigi sedicesimo; atto prima, scena terza.
Cara Anna,
grazie per l’approfondimento.
purtroppo ad 8. ho sbagliato.
Cari saluti
Mi sembra un ottimo risultato!
Finalmente! 10/10.
Bravo Rino, ottimo risultato!
“Cari amici vicini e lontani”
…nella frase “vicini” e “lontani” fungono da aggettivi e quindi concordano nel genere e nel numero col nome cui si riferiscono, e cioè “amici”=”Cari amici vicini e lontani” (valido sia per più persone di genere maschile che maschile e femminile insieme); al femminile plurale: “Care amiche vicine e lontane”; al maschile singolare: “Caro amico vicino e lontano”; al femminile singolare: “Cara amica vicina e lontana”.
Penso sia giusto
Esatto.