Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, si dice che i desideri siano il motore della vita, vediamo allora come esprimerli correttamente in italiano.
Buona lettura!
Prof. Anna
Le proposizioni desiderative sono proposizioni indipendenti che esprimono un desiderio, un augurio.
Per quanto riguarda il verbo, queste frasi possono averlo:
- al congiuntivo presente per indicare un desiderio che il parlante considera nel suo intimo realizzabile nel presente: possiate vivere felici!;
- al congiuntivo imperfetto per indicare un desiderio che il parlante considera irrealizzabile nel presente: fosse qui mio padre! ( = vorrei che mio padre fosse qui, ma sono consapevole che non è possibile);
- al congiuntivo trapassato per esprimere un desiderio sentito come realizzabile o irrealizzabile nel passato: magari l’esame fosse andato bene!;
- al condizionale presente, spesso introdotto da come o quanto: sarebbe splendido poter venire!; come sarebbe bello rivedersi!;
- al condizionale composto, riferito al passato, quando ci si riferisce a desideri irrealizzati: avrei voluto esserci!;
- all’infinito semplice, per lo più preceduto dall’interiezione oh, ah, quando l’attenzione del parlante è tutta concentrata sul desiderio espresso dal verbo: oh, tornare!;
- all’infinito composto per indicare un desiderio irrealizzato: averlo saputo prima! (se lo avessi saputo prima!).
Molto spesso queste frasi sono introdotte da alcuni elementi:
- magari, se, almeno, volesse il cielo che + congiuntivo imperfetto o trapassato: magari potessi venire!, almeno arrivasse puntuale!, volesse il cielo che l’esame gli andasse bene!, oh, se avessi studiato di più!;
- che, voglia il cielo che + congiuntivo presente: che la fortuna ti assista; voglia il cielo che tu possa riuscirci!.
ATTENZIONE!
La presenza di un elemento introduttore (che, se), generalmente facoltativa, diventa obbligatoria quando il verbo usato è alla prima persona con soggetto espresso (io): che io sia maledetto! (e non “io sia maledetto”, ma è corretto dire sia “che tu sia maledetto” sia “tu sia maledetto!”).
La forte carica emotiva del desiderio in ogni sua gradazione si manifesta in queste frasi anche mediante particolari intonazioni della voce, che, nello scritto, vengono contrassegnate solo dal punto esclamativo e perciò per individuare il particolare stato d’animo è necessario conoscere il contesto: almeno tornasse presto! (attesa ansiosa); oh, se avessi studiato di più! (rammarico); possiate vivere felici! (augurio).
Che bello-Grazie
Grazie mille!
Buono! Grazie!
Steccata sulla n. 8, 10.
Ho esitato un tantino sulla n.04 e ho sbagliato.
Cari saluti.
Caro Rino, mi sembra un risultato molto buono.
A presto
Salve, nella frase “Ti dovessi buttare di sotto!”, stiamo usando un congiuntivo desiderativo, vero? cioè sarebbe “Vorrei buttarti di sotto, ma non posso”. Quando è usato all’imperfetto (come nel nostro caso), indica un desiderio sentito come irrealizzabile; quando è usato al presente, di solito indica un desiderio percepito come realizzabile: “Che Venga almeno un po’ di caldo!”
D accordo?
Caro Massimiliano, se è questo il significato che vuoi dare alla frase, è meglio dire: “Ti potessi buttare di sotto!”.
“Non aveva capito (ieri) che (sempre ieri) fossero gemelli (contemporaneità)”
“Non aveva capito (ieri) che (il giorno prima) fossero stati insultati (anteriorità)”
“Non aveva capito (ieri) che (sempre ieri ma in un momento successivo rispetto all’azione espressa nella principale) avrebbero litigato (posteriorità)”.
Caro Lorenzo, è corretto.
Le proposizioni desiderative sono proposizioni indipendenti che esprimono un desiderio, un augurio. Al congiuntivo imperfetto per indicare un desiderio che il parlante considera irrealizzabile nel presente: “Fossero almeno di una bella donna!” ( = “Vorrei che almeno fossero di una bella donna”, intendendo magari qualcosa nominata in precedenza).
Corretto ?
Cara Silvia, è corretto.
La frase “Vorrei che tu capisca uomo” è corretta ? Oppure è corretto “Vorrei che tu capissi uomo” ?
Caro Gianni, quando nella principale c’è un verbo che esprime volontà o desiderio coniugato al condizionale (vorrei) per esprimere contemporaneità o posteriorità nella subordinata ci sarà il congiuntivo imperfetto (capissi) e per esprimere anteriorità il congiuntivo trapassato (avessi capito), ma mai il congiuntivo presente (capisca).
Un saluto
In “Almeno non piovesse”, il tempo è l’imperfetto perché il fatto che smetta di piovere è percepito come desiderio irrealizzabile?
Grazie
Caro Francesco, è esatto.
A presto
Salve, ho qualche frase da analizzare:
1) “(Che) risolva da sola il problema!”; in questa frase abbiamo un congiuntivo esortativo con il “che” il quale può essere anche sottinteso.
2) “Poniamo il caso che tu lo faccia” e “Poniamo il caso che tu abbia avuto ragione”; in queste due frasi l’espressione “Porre il caso che” regge il congiuntivo. La prima esprime contemporaneità; la seconda anteriorità.
3) “Mi avesse salutato!” e “Si fosse degnata di uno sguardo!”; in queste due frasi abbiamo un congiuntivo desiderativo (e quindi delle frasi indipendenti desiderative). Usiamo il congiuntivo trapassato per esprimere un desiderio sentito come realizzabile o irrealizzabile nel passato; in più, la presenza di un elemento introduttore (come ad esempio “che”, “se”), nei nostri casi è generalmente facoltativa (ma diventa obbligatoria quando il verbo usato è alla prima persona con soggetto espresso). Infatti le nostre frasi potremmo scriverle anche cosi: “Se mi avesse salutato!” e “Se si fosse degnata di uno sguardo!”.
4) “Chi volesse rinunciare, lo dica ora!” e “Chi avesse domande, chieda liberamente”; in queste frasi il “chi” significa “Se uno, se qualcuno (con valore ipotetico)”, e quindi usiamo il congiuntivo imperfetto; è come se scrivessimo “Se uno, se qualcuno avesse domande…ecc”.
Tutto corretto?
Caro Filippo, tutto corretto.
Ottimo articolo! Vorrei approfittare di questo spazio per esporre un caso.
Di recente mi è capitato di scrivere una frase di questo tipo:
“Chi incappasse in questo errore, potrebbe rimediare in questo modo”.
L’analisi logica mi porta a definire la subordinata (preposta alla principale) quale una relativa implicita con valore concessivo/desiderativo (ma con il desiderio dell’irrealizzabilità, nel senso che non auguro a nessuno di incappare in quell’errore). È corretto o… sono incappato pur’io in un errore? 🙂
Caro Alessandro, la subordinata introdotta da “chi” è una relativa che esprime un’eventualità ed è esplicita e non implicita.
Un saluto e a presto
“Se sapeste quanto bene vi voglio!”
…Abbiamo un congiuntivo desiderativo al congiuntivo imperfetto per indicare un desiderio che il parlante considera irrealizzabile nel presente (il “se” può essere omesso): “Sapeste quanto bene vi voglio!”.
Penso sia corretto
Cara Marianna, è corretto.