Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, come si forma il plurale dei nomi stranieri? È un dubbio molto frequente. Proviamo a fare un po’ di chiarezza.
Buona lettura!
Prof. Anna
Come dobbiamo comportarci con i plurali dei nomi stranieri? Rimangono invariati o hanno un plurale particolare?
In che modo formano il plurale i nomi stranieri che terminano in consonante?
Nell’uso prevale la tendenza a lasciare invariati i nomi usati più comunemente, in gran parte di origine inglese, ma non solo:
• il film ⇒ i film;
• la brioche ⇒ le brioche.
Nelle parole di origine spagnola o portoghese la s del plurale viene conservata più spesso: i conquistadores, i desaparecidos, le batidas, ma a volte si è sviluppato un plurale italianizzato:
• la batida ⇒ le batide;
• la pasionaria ⇒ le pasionarie.
I vocaboli entrati da poco in italiano o riservati a un uso specialistico, di qualsiasi provenienza, tendono a formare il plurale secondo le regole della lingua d’origine:
• il broker ⇒ i brokers;
• il cadeau ⇒ i cadeaux.
Mantengono il plurale originario anche alcuni vocaboli impiegati per lo più al plurale: i fans, i futures, gli aficionados, e nomi plurali inseriti in espressioni stereotipate ormai fissate nell’uso, come Papa Boys o fish and chips.
Osservazioni particolari:
• l’anglicismo jeans (forma abbreviata del plurale blue jeans) si adopera al plurale, ma anche, invariato, al singolare: dei jeans comodi, un jeans comodo;
• la tendenza a lasciare invariati i forestierismi nel plurale è talmente diffusa che anche in alcuni nomi stranieri terminanti in -e, -o ne sono interessati, nonostante il fatto che la loro vocale consentirebbe di trattarli come variabili, ad esempio dal giapponese: il chimono (o kimono) ⇒ i chimono, il kamikaze ⇒ i kamikaze; dal russo: il pope ⇒ i pope.
Seleziona la risposta corretta fra le opzioni disponibili. Al termine premi il pulsante "Correggi esercizio": vedrai le risposte giuste evidenziate in verde e quelle sbagliate in rosso.
Cara prof. Anna,
Grazie per le Sue lezioni. Mi sono sempre molto utili.
Tanti cari saluti dall’Olanda,
Ans
Cara prof. Anna,
Complimenti per i suoi interessanti articoli e per gli esercizi, a volte difficili -soprattutto quelli sui verbi-, ma sempre stimolanti. Interessante questo articolo sui nomi stranieri, perché in ogni paese facciamo alcuni errori se non si conosce bene l’altra lingua. Da noi, In Spagna, si dice “un paparazzi”, e voi dite “un murales”, invece di “un mural” (murales è il plurale: los murales). Poi, La prego di scusarmi se a proposito dei nomi stranieri faccio la solita domanda di tutti gli ammiratori della bella lingua italiana: Perché tanti anglicismi nella bella lingua di Dante quando ci sono le parole italiane sinonime? Perché i giornali e la TV si ostinano nell’uso di tanti anglicismi? Perché flat tax invece di tassa sulla casa; perché thriller invece di assassino; black out invece di buio; privacy invece di privatezza o intimità; weekend invece di fine settimana, e via dicendo. Grazie e cordiali saluti.
Caro Enrique, di solito è consigliabile usare il termine italiano, se esiste, spesso però vengono usati termini di origine straniera (soprattutto inglesi) per comodità e perché sono entrati ormai nell’uso comune.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Grazie, prof. Anna.
Cordiali saluti e a presto.