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Aula di Lingue

Problemi di accordo: concordanza a senso

Prof. Anna
Grammatica,   La lingua italiana,   Verbi

Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, è corretto dire: “al matrimonio c’era un centinaio di invitati” o “al matrimonio c’erano un centinaio di invitati”? Scopriamolo insieme.

Buona lettura!
Prof. Anna

Quando abbiamo un soggetto formato da un nome collettivo (un centinaio, la maggioranza, un gruppo, una percentuale ecc.) seguito da un complemento partitivo come nella frase al matrimonio c’era un centinaio di invitati possiamo avere due tipi diversi di accordo:

accordo grammaticale: con il verbo al singolare che concorda con il soggetto della frase (in questo caso un centinaio), questo è l’accordo grammaticalmente più corretto;

accordo a senso: con il verbo al plurale che si accorda con il complemento partitivo, che ha maggior peso semantico rispetto al nome collettivo: al matrimonio c’erano un centinaio di invitati. Questo costrutto si può avere sia quando il soggetto è anteposto al verbo: al matrimonio c’erano un centinaio di invitati, sia quando il soggetto è posposto al verbo: lavoro dove lavorano la maggior parte degli impiegati pubblici.

In alcuni casi la concordanza a senso è obbligatoria, ad esempio con le espressioni un po’ di e un paio di: arriveranno un po’ di persone, mi hanno fatto compagnia un paio di amici.

L’accordo a senso si può avere anche quando il complemento partitivo regge una proposizione relativa. Di norma il verbo della relativa andrebbe al plurale (accordo grammaticale) come ad esempio nella frase questa è una delle cose che mi piacciono di te perché il che (che è il soggetto della relativa) si riferisce all’elemento più vicino (cose). Nell’accordo a senso il verbo, invece di concordare con il partitivo, concorda con il soggetto logico: questa è una delle cose che mi piace di te.

La concordanza a senso è accettabile nel parlato e nello scritto informale, ma sconsigliata, per ragioni di chiarezza, in contesti più controllati.

ATTENZIONE

Non è in alcun modo corretto concordare un verbo al plurale quando il soggetto è un nome collettivo. Ad esempio non è corretta la frase la gente pensano, ma è corretto dire la gente pensa.

Nell’esercizio che segue dovrete concordare il verbo seguendo le indicazioni scritte tra parentesi.

Completa il testo inserendo le parole mancanti negli spazi vuoti. Al termine premi il pulsante "Correggi esercizio" per controllare se hai risposto correttamente.

1- La maggioranza degli italiani non (parlare, indicativo presente, accordo grammaticale) l'inglese. 2- Il trenta per cento dei lavoratori non (avere, indicativo presente, accordo a senso) un contratto regolare. 3- Un gruppo di turisti (invadere, indicativo passato prossimo, concordanza a senso) il museo. 4- Luca è uno di quelli che (sapere, indicativo presente, accordo grammaticale) sempre come cavarsela. 5- Una delle città che mi (piacere, indicativo presente, accordo a senso) di più è Palermo. 6- Un paio di persone (entrare, indicativo passato prossimo, accordo a senso) senza biglietto. 7- La maggior parte dei ragazzi non (finire, indicativo presente, accordo grammaticale) l'università. 8- Una decina di bambini (giocare, imperfetto, accordo a senso) per strada. 9- Un po' di briciole (cadere, indicativo passato prossimo, accordo a senso) sul tavolo. 10- Allo stadio (esserci, imperfetto, accordo grammaticale) un migliaio di persone.

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Commenti [53]

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  1. Gaetan scrive:

    Cara Prof. Anna,
    volevo solo dire che nell’esercizio 10, “Allo stadio (esserci, indicativo presente, accordo grammaticale) … un migliaio di persone.”, il sistema segnala corretto “c’era”, ma in questo caso è indicativo imperfetto e non presente 🙂
    Cari saluti.
    Gaetan

    • Zanichelli Avatar

      Caro Gaetan, grazie per la segnalazione, l’errore è stato corretto.
      A presto
      Prof. Anna

  2. Anita scrive:

    Cara Prof.ssa Anna,
    Questa volta ho commesso due errori; la 6ª e la 9ª frase, come mi sono accorgo si dev’essere gli stessi sbagliati, sono entrato e sono caduto. Ma quando avevo scritto: “sono entrate” e “sono cadute” queste due frase ne sarei scritte giuste, perché le persone sono entrate e le briciole sono cadute. Se sarei stata attenta immediamente quando mi sono sbagliata la 6ª frase, avrei potuto compire la 9ª frase correttamente. Dunque un doppio errore per Anita. Nonostante ne trovo divertente che ne abbia visto in questo instante. Spero di aver visto bene gli sbagliati. Con saluti dal mio cuore
    Anita dalla Olanda

    • Zanichelli Avatar

      Cara Anita, la cosa importante è capire dove e perché si commettono errori e comunque il tuo è un buon risutato.
      Attenzione, è corretto dire: “se fossi stata attenta”.
      Un saluto e a presto
      Prof. Anna

      • Anita scrive:

        Cara Prof.ssa Anna,
        Noi ci siamo uniche, perché che Lei abbia scritto, ne trovo anche’io. Perciò sono orologia ed anche l’ho cercato nelle cognizione e se scrivo:” se fossi stata attenta, non avrei fatto l’errore” è così abbiamo il caso ipotetico. Nel mio scorso commento l’ho cercato ed ora mi eserciterò sulla tema grammaticale e mi piace tantissimo. Anche mi sono iscritta per un corso per fare gli password fortissimi e non calpestare nelle trappole delle internet criminale, perché m’ha telefonato un tipo così e gliel’ho detto di non essere interessata nelle sue parlante. Ha finto, oppure era un lavoratore di un provider importante e in inglese- americano m’ha detto che miei problemi sono essere di svolgere per seguire sui passi. Gliel’ho detto, che la polizia de da cybercrimminalitá presto avrá gietro di se. Ed improvvisamente questo telefonando era finito. Che strano, ehi??? Ha, ha, ha, ha. 😉 Con saluti cordiali dalla Olanda
        Anita

        • Zanichelli Avatar

          Cara Anita, esatto, è un periodo ipotetico dell’irrealtà.
          A presto
          Prof. Anna

  3. EDISON scrive:

    Buonasera Prof.

  4. Claudio scrive:

    Ernesto è una brav-a guida ( L’aggettivo concorda col predicato nominale di genere maschile.)

    prof, in un articolo c’è scritto ciò che vede… È sbagliato però, perché avrebbero dovuto scrivere “L’aggettivo concorda col predicato nominale di genere FEMMINILE). “guida” è un sostantivo femminile o sbaglio?

    • Zanichelli Avatar

      Caro Claudio, in questo caso l’aggettivo (brava) concorda con la parte nominale che è costituita da un sostantivo femminile (guida).
      Un saluto
      Prof. Anna

      • Claudio scrive:

        Infatti, allora hanno sbagliato a scrivere? ed è giusto di conseguenza il mio ragionamento, cioè che ”guida” è sostantivo di genere femminile, e non maschile come hanno scritto in quell’articolo…

        • Zanichelli Avatar

          Caro Claudio, sì, “guida” è un sostantivo femminile, non maschile.
          Un saluto
          Prof. Anna

  5. Diego scrive:

    Frasi:

    1 I kiwi sono la mia droga (corretta).

    2 I kiwi sono le mie droghe (corretta ma meno incisiva, dal punto di vista del significato, della frase numero 1, la quale rende di più il proprio senso col nome del predicato [che è un sostantivo] al singolare).

    3 Filippo è un infame (corretta).

    4 Laura è un’infame (corretta; in più il sostantivo “infame”, di genere variabile [ha sia il maschile sia il femminile], concorda nel genere e nel numero col soggetto. Stesso ragionamento per la numero 3).

    5 I comportamenti di Diego sono una vera e propria mancanza di rispetto (corretta).

    6 I comportamenti di Diego sono delle vere e proprie mancanze di rispetto (corretta ma meno incisiva, dal punto di vista del significato, della frase numero 5, la quale rende di più il proprio senso col nome del predicato [che è un sostantivo, cioè “mancanze”] al singolare). L’unica cosa che non ho capito è se il termine “proprio/e”, nelle nostre frasi, funziona da avverbio o da aggettivo… credo aggettivo perché si collega al sostantivo “mancanza/e”.

    7 I delfini sono una specie importante (corretta).

    8 I delfini sono delle specie importanti (grammaticalmente corretta, ma meno incisiva, sempre dal punto di vista del significato, della frase numero 7, la quale rende di più il proprio senso col nome del predicato [specie che è sostantivo] al singolare).

    9 La battaglia fra Italia e Austria è stata una caporetto (corretto).

    Infine ho letto che la parola “onnivoro” può funzionare sia da aggettivo sia da sostantivo. E in più è anche di genere variabile (ha sia il maschile sia il femminile). Rispetto a tutto ciò ho fatto un ragionamento relativo ad una frase, contenente la parola “onnivoro”, che secondo me è sbagliata se intesa in un certo modo. Passo agli esempi:

    10 La moffetta è un onnivoro (frase presa da internet)

    …Allora, visto che, come dicevo, il termine “onnivoro (inteso sia come aggettivo sia come sostantivo)” è di genere variabile (quindi che ha sia il maschile sia il femminile), in questo caso, nella frase numero 10, il termine “onnivoro”, inteso come sostantivo e come nome del predicato, credo sia usato e scritto scorrettamente, perché avrebbero dovuto scrivere “la moffetta è un’onnivora”; in quanto il nome del predicato (onnivora) è di genere variabile, quindi s’accorda, teoricamente, col soggetto sia nel genere sia nel numero…MA, probabilmente, come credo che sia, nella frase numero 10 è sottinteso il termine “animale”; cioè “la moffetta è un animale onnivoro”, allora cosi la concordanza risulterebbe esatta, perché la parola “onnivoro” funzionerebbe da aggettivo, il quale s’accorderebbe, visto che è variabile, nel genere e nel numero col nome al quale si riferisce, cioè “animale” (anche se esso è sottinteso).

    In sostanza le versioni sono le seguenti:

    11 La moffetta è un (“animale” sottinteso) onnivoro ( il quale “onnivoro” allora funziona da aggettivo e che s’accorda nel genere e nel numero con il sostantivo “animale”, anche se esso è sottinteso).

    12 La moffetta è un’onnivora (“onnivora” intesa come sostantivo di genere variabile, e quindi accordabile col soggetto “moffetta” sia nel genere sia nel numero [moffetta femminile singolare; onnivora femminile singolare]).

    13 L’orso nero è un onnivoro (“onnivoro” inteso come SOSTANTIVO di genere variabile, e quindi accordabile col soggetto “orso nero” sia nel genere sia nel numero [orso nero maschile singolare; onnivoro maschile singolare]).

    14 L’uomo è onnivoro (“onnivoro” qui è aggettivo di genere variabile e s’accorda sempre nel genere e nel numero col soggetto “uomo”).

    15 La mucca è onnivora (“onnivora” anche qui aggettivo di genere variabile e s’accorda sempre nel genere e nel numero col soggetto “mucca”).

    16 Il maiale è un amimale onnivoro (corretta; e dove l’aggettivo “onnivoro” s’accorda non col soggetto “maiale”, anche se involontariamente ci concorda, ma col nome del predicato, che è un sostantivo maschile e che oltretutto è di genere invariabile, “animale” sia nel genere e sia nel numero).

    17 La gallina è un animale onnivoro ( e non “la gallina è un animale onnivorA”, perché l’aggettivo “onnivoro”, in questo caso, s’accorda non col soggetto “gallina”, ma col nome del predicato, che è un sostantivo maschile e che oltretutto è di genere invariabile, “animale” sia nel genere e sia nel numero).

    Spero sia tutto corretto, e anche i miei ragionamenti!

    • Zanichelli Avatar

      Caro Diego, nonostante la frase 2 possa essere formalmente corretta, non esprime adeguatamente il concetto che si vuole trasmettere che in questo (e altri casi) è meglio rendere con il singolare “droga” che indica una categoria e non un singolo elemento; invece la frase 8 non è corretta proprio perché i delfini sono una specie unica (cioè appartengono a una categoria biologica) e non a più specie. Gli altri ragionamenti sono giusti.
      Un saluto
      Prof. Anna

      • Diego scrive:

        Grazie della risposta, prof.!

        Per quanto riguarda le frasi numero 2 e numero 8 ha ragione; ma più che altro ciò a cui puntavo io, in tutte queste frasi, non era tanto il significato reale di certe situazioni; quanto piuttosto la correttezza, fra i vari elementi di una frase, sintattica e grammaticale. E’ chiaro, come condivido anch’io, che in certe frasi, come la numero 2 ad esempio, certi elementi di una frase, come il nome del predicato ”droga”, rendono, adeguatamente, il loro SIGNIFICATO di più al singolare che non al plurale. Nella frase numero 2, come infatti m’ha fatto notare ulteriormente, la frase al plurale, per quanto non esprimesse adeguatamente il concetto che si voleva trasmettere, è di sicuro FORMALMENTE e GRAMMATICALMENTE corretta. Se invece vogliamo, sempre nella stessa frase numero 2, coniugare il significato con la grammatica, allora dobbiamo optare per la frase con il nome del predicato al singolare (i kiwi sono LA MIA DROGA; come la frase numero 1).

        Stesso discorso per la frase numero 8… Facciamo finta, per un attimo, che ”i delfini” non facciano parte d’alcun tipo di categoria unica e biologica. Bene, potremmo dire, almeno SINTATTICAMENTE e GRAMMATICALMENTE, che la frase al plurale, non considerandone il significato reale, sia scritta, quantomeno, in maniera corretta (corretta quindi dal punto di vista degli accordi, e del collegamento fra le varie parti della frase, tralasciando sempre il significato reale)? D’altra parte, tornando alla realtà dei significati, e ripristinando la categoria unica e biologica dei delfini, certamente sarebbe UNICAMENTE corretta la frase, con il nome del predicato al singolare, ”i delfini sono una specie importante”.

        Spero d’esser stato chiaro; ci tengo molto.
        Che ne pensa? E’ corretto tutto ciò che ho scritto, precisando le mie vere intenzioni?

        • Zanichelli Avatar

          Caro Diego, quello che hai scritto è giusto.
          Un saluto
          Prof. Anna

        • Andrea scrive:

          Con il termine delfino si indica comunemente un gruppo di mammiferi marini appartenenti all’ordine dei cetacei di cui sono state scoperte una quarantina di specie.

  6. Ombretta scrive:

    Buongiorno,

    si dice:
    Mi piace sia il tennis sia la pallavolo oppure Mi piacciono sia il tennis sia la pallavolo?

    Grazie!

    • Zanichelli Avatar

      Cara Ombretta, il verbo in questo caso è singolare: “Mi piace sia il tennis sia la pallavolo”, se invece il verbo è in posizione finale, sarà plurale: “sia il tennis sia la pallavolo mi piacciono”, anche se i soggetti sono al plurale il verbo sarà al plurale: “Mi piacciono sia le mele sia le pere”.
      Un saluto

  7. Ombretta scrive:

    Buongiorno,

    Si dice:
    Mi piace sia il tennis sia la pallavolo oppure Mi piacciono sia il tennis sia la pallavolo?

    Grazie!

  8. vorrei (adesso) che non mi vedessero (adesso) senza trucco (contemporaneità)

    vorrei (oggi) che non mi avessero visto (ieri) senza trucco (anteriorità)

    vorrei (oggi) che non mi vedessero (in futuro) senza trucco (posteriorità)

    avrei voluto (in passato) che non mi vedessero (in passato) senza trucco (contemporaneità)

    avrei voluto (ieri) che non mi avessero visto (prima di ieri) senza trucco (anteriorità)

    avrei voluto (in passato) che non mi vedessero (sempre nel passato, ma in un momento successivo rispetto all’azione espressa nella reggente) senza trucco (posteriorità)

    Corrette le concordanze?

    • Zanichelli Avatar

      Cara Elisabetta, le concordanze sono corrette.

  9. Eros scrive:

    “Sei uno dei pochi con il quale (oppure “con cui”) si può parlare”
    “Sei uno dei pochi con i quali (con cui) si può parlare”

    Se non sbaglio la prima ha una concordanza grammaticale , dove “con il quale” si riferisce ad “uno”; mentre nella seconda abbiamo una concordanza a senso, dove “con i quali” si riferisce al partitivo “dei pochi”.

    Spero sia corretto.

  10. 1) “La prima cosa, che ho notato, è stata l’ordine”
    2) “La prima cosa, che ho notato, è stato l’ordine”.

    Entrambe le frasi sono corrette, in quanto quando il verbo ESSERE è usato in funzione di copula, è possibile sia l’accordo con il soggetto (frase numero 1, “La prima cosa”) sia con il nome del predicato (frase numero 2, “L’ordine”). In più, per quanto riguarda l’accordo del participio d’un verbo composto con “avere” con l’oggetto anteposto, costituito da un pronome relativo (“che”, nei nostri esempi), possiamo avere l’accordo sia con il soggetto sia col complemento oggetto; e quindi possiamo scrivere sia “La prima cosa, che ho notato…” (accordo col soggetto sottointeso “io”=”io ho notato”); sia “La prima cosa, che ho notata…” (accordo col complemento oggetto anteposto “che” il quale sostituisce “la prima cosa”).

    Mi sembra giusto…

    • Zanichelli Avatar

      Caro Filippo Maria, quello che hai scritto è corretto, eliminerei però la virgola prima della frase relativa, perché si tratta di una relativa determinativa, la cui funzione è limitare o precisare il senso dell’antecedente.

  11. Stephany scrive:

    Buongiorno prof. Una domanda, quando ho una lista di sostantivi singolari devo usare mi piace o mi piacciono?

    Per esempio:
    1) mi piace la gonna, la camicia e la sciarpa
    2) mi piacciono la gonna, la camicia e la sciarpa

    Quale delle due frasi è corretta?
    Grazie!

  12. carlo scrive:

    Gentile Prof. Anna,
    un dubbio sulla concordanza del verbo essere in questo testo, nella seconda frase.
    “Hitchcock diceva che il Cinema era la vita senza le parti noiose. Il cinema di Sorrentino è le parti noiose senza la vita.”
    Oppure dovrei dire:
    Hitchcock diceva che il Cinema era la vita senza le parti noiose. Il cinema di Sorrentino sono le parti noiose senza la vita.
    La ringrazio!!!

    • Zanichelli Avatar

      Caro Carlo, si tratta di un predicato nominale, quindi entrambi le opzioni sono corrette.
      Un saluto

  13. Claudio scrive:

    Concordanza grammaticale e a senso:

    1)quel poco di dolcezza che è rimasto
    2)quel poco di dolcezza che è rimasta

    …Intanto “di dolcezza” è un complemento partitivo. Dopodiché, per quanto riguarda la concordanza, o comunque l’accordo al femminile o al maschile, entrambe le opzioni sono corrette: Nel primo caso, l’accordo è “a senso” in quanto il verbo (“è rimasto”), invece di concordare con il partitivo (“di dolcezza”), concorda con il soggetto logico (“quel poco”). Nel secondo caso, invece, abbiamo l’accordo grammaticale perché il “che” (che è il soggetto della relativa) si riferisce all’elemento più vicino, e cioè il partitivo (“di dolcezza”).

    Penso sia corretto…

    • Zanichelli Avatar

      Caro Claudio, è corretto.

      • Claudio scrive:

        Stesso discorso in quest’altro esempio…

        1)”Ciò che conta veramente è la qualità e non la quantità di tempo passata (ma anche “passato”)”.

        …Avremmo l’accordo grammaticale con il verbo al singolare che concorda con il soggetto della frase (in questo caso “la qualità”, che è al femminile; quindi “passata”): questo è l’accordo grammaticalmente più corretto; viceversa, avremmo l’accordo a senso, e quindi diremmo “passato” in riferimento a “di tempo” che è maschile.

        Penso sia corretto

        • Claudio scrive:

          Volevo specificare che “di tempo” è un complemento partitivo perché specifica un tutto (di tempo) di cui si indica una parte (la qualità). E per quanto riguarda la concordanza a senso, la stessa è valida non solo per il numero, ma anche (come l’esempio) rispetto al genere (maschile o femminile).

          Penso sia completo

          • Zanichelli Avatar

            Caro Claudio, è corretto.

        • Zanichelli Avatar

          Sì, è corretto.

  14. Concordanza:

    1) “Venti euro di mancia sono tanti”
    2) “Venti euro di mancia è tanta”

    …Nel primo caso il verbo “sono” trova l’accordo con il soggetto plurale “venti” e abbiamo una concordanza grammaticale. Nel secondo caso il verbo “è” trova l’accordo al singolare con il complemento di specificazione “di mancia” (“tanta” è un aggettivo al femminile in relazione al nome “mancia”): in questo secondo caso abbiamo una concordanza a senso. La prima, quella grammaticale, è la più corretta.

    giusto?

  15. Ombretta scrive:

    Gentile Prof.ssa Anna,

    Quale delle seguenti frasi è corretta?

    La maggioranza dei turisti che visita l’Italia è tedesca.
    oppure
    La maggioranza dei turisti che visitano l’Italia è tedesca.

    Secondo me la prima è corretta.

    Grazie mille.

    • Ombretta scrive:

      O forse il verbo visitare si deve coniugare per forza a “turisti”?

    • Zanichelli Avatar

      Cara Ombretta, la concordanza grammaticalmente più corretta è la prima, la seconda è una concordanza a senso e quindi il verbo si accorda con il complemento partitivo(dei turisti), che ha maggior peso semantico rispetto al nome collettivo (la maggioranza). La concordanza a senso è accettabile nel parlato e nello scritto informale, ma sconsigliata, per ragioni di chiarezza, in contesti più controllati.
      Un saluto

      • Ombretta scrive:

        Volevo scrivere “Il verbo visitare deve per forza concordare con turisti” non coniugare. Mi scuso per l’errore.
        La ringrazio per la spiegazione.

  16. Maria scrive:

    Cara Prof.ssa Anna,
    come si concorda l’aggettivo se due sostantivi sono legati dalla congiunzione o? Per esempio, si dice “passare al compito o all’incarico successivo” o “passare al compito o all’incarico successivi”
    Grazie.

  17. Ombretta scrive:

    Gentile Prof.ssa Anna,
    nella frase “Io e la mia famiglia siamo andati a Roma” è corretto scrivere “andati” anche se “io” è una donna?
    Lei e la sua famiglia sono andati o andate?
    Grazie mille.

    • Zanichelli Avatar

      Cara Ombretta, se entrambi i soggetti sono femminili il participio passato sarà femminile plurale (andate).
      A presto

      • Ombretta scrive:

        Quindi anche la prima? Dove c’è io?

        • Ombretta scrive:

          Non riesco a trovare da nessuna parte, in nessun libro “Io e la mia famiglia siamo andate”.

          • Zanichelli Avatar

            Cara Ombretta, d’altra parte si tratta di due femminili.

        • Zanichelli Avatar

          Sì.

  18. “Paio”:

    …Come altri sostantivi è collettivo e ammette la concordanza del verbo al singolare e al plurale: la scelta è determinata dal gusto personale. In taluni casi la concordanza a senso è obbligatoria, ad esempio con le espressioni “un po’ di e un paio di”: “Arriveranno un po’ di persone (e non “arriverà un po’…”)” e “Mi hanno fatto compagnia un paio di amici (e non “mi ha fatto compagnia un paio…”)”. In talaltri, però, è ammessa anche la concordanza grammaticale: e quindi dire “C’era un paio di amici” (ma è altrettanto corretto “C’erano un paio di amici”). In casi del genere, insomma, il verbo si può concordare sia con il soggetto grammaticale (paio) sia con il soggetto logico (amici). Ovviamente, dipende dal gusto stilistico di chi scrive. Personalmente prediligo la concordanza a senso: “Ci sono un paio di osterie” (ma si può dire anche “C’è un paio di osterie”). Per quanto riguarda invece il genere e il numero, “paio” ha solo il maschile singolare “un paio”, “il paio” (e non il femminile singolare “una paio/a”, “la paio/a”) e il femminile plurale “le paia” (e non il maschile plurale “i paio/a”). In finale, “paio” è di genere maschile al singolare e femminile al plurale (le paia), e indipendentemente dal genere e numero dell’oggetto a cui si riferisce, diremo quindi “Le tue trecento paia di calzini” (perché sarebbe “Le paia”) e non “i tuoi trecento paia di calzini” (perché non è “I paia”). Tuttvia, per sbrogliare qualsiasi dubbio, potremmo dire, e a me suona più naturale senza il possessivo, “Secondo me, trecento paia di calzini sono troppe”.

    Penso sia corretto

  19. Mariann scrive:

    1)”Mi servirebbe un paio di occhiali”, ma anche “Mi servirebbero un paio di occhiali”…

    …in quanto, come scritto sull’Accademia della Crusca che cita “Il museo degli errori” di A. Gabrielli, pp. 96-97, “…Orbene la regola è questa: quando un nome collettivo singolare sia seguito da un complemento di specificazione (per es. una folla d’uomini, uno sciame d’api, un migliaio d’anni, un’infinità di eccezioni, di occhiali, ecc.) potremo usare tanto il verbo nel singolare (servirebbe, accordo grammaticale), concordandolo col numero singolare del collettivo, quanto il verbo al plurale (servirebbero, accordo a senso), concordandolo a senso col valore plurale del collettivo stesso. Potremo cioè dire, oltre all’esempio iniziale: «Una folla d’uomini invase la piazza», «Uno sciame d’api si levò in volo», «Passerà un migliaio d’anni prima che questo avvenga»; «C’è un paio di osterie», «C’era una ventina di persone», «Sarà una dozzina d’anni», ma potremo anche dire «Una folla d’uomini invasero la piazza», «Uno sciame d’api si levarono in volo», «Passeranno un migliaio d’anni prima che questo avvenga»; «Ci sono un paio di osterie», «C’erano una ventina di persone», «Saranno una dozzina d’anni»…”. Tuttavia, in alcuni casi la concordanza a senso è obbligatoria, proprio perché il complemento partitivo, in alcuni casi, ha maggior peso semantico rispetto al nome collettivo; ad esempio con le espressioni un po’ di e un paio di: “arriveranno un po’ di persone”, “mi hanno fatto compagnia un paio di amici” (e non “arriverà” o “ha fatto”).

    Penso sia giusto