21 Settembre 2017
Ecco un esercizio su un argomento importante e un po’ complesso: la concordanza dei tempi quando nella subordinata c’è un verbo all’indicativo.
Per ripassare prima di fare il test, potete leggere questo articolo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2017/06/01/approfondimento-la-concordanza-dei-tempi-con-lindicativo/
Seleziona la risposta corretta fra le opzioni disponibili. Al termine premi il pulsante "Correggi esercizio": vedrai le risposte giuste evidenziate in verde e quelle sbagliate in rosso.
Senzo essere sicura di capire tutto ho fatto solo un errore
Finalmente ben tornati!
Il titolo dell’esercizio mi lascia perplesso,
avrei detto “concordanza dei tempi quando nella PRINCIPALE c’è un verbo all’indicativo”
Grazie
Caro Andree, in realtà si tratta della concordanza dei tempi quando nella subordinata c’è un verbo all’indicativo.
Un saluto
Prof. Anna
Prof!
Buon anno scolastico!
Sempre deliziosa, come il primo frutto di stagione.
Caro Rino, bentrovato!
Grazie per il gentile commento.
A presto
Prof. Anna
La settima, mi ha ingannato.
C’è.
Test.50, mi sono confuso con la 3^, ma ho notato che i suggerimenti tra le parentesi, rendono gli esercizi molto più semplici.Grazie Prof. Un caro saluto!
Bene Rino, è un buon risultato!
Un saluto
Prof. Anna
Grazie per questi esercizi. Imparo l’italiano da qualche anno e più studio, più scopro quanto non so 😉
Cari saluti, Claudia
Cara Claudia, benvenuta su Intercultura blog. Se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
” Il gioco ti stimola a continuare a giocare ” – E’ giusto scriverla così ?
” Mi sono assuefatto agli alcolici ” – E’ corretta ?
” Lui sì è assuefatto alla droga ” – Corretta ?
Invece ” assuefatto da ” quando si usa ? Ho letto alcuni esempi : ” assuefatto da una persona ” assuefazione da un farmaco ” … Me lo può spiegare ?
Caro Nando, i periodi che mi scrivi sono corretti. Il verbo “assuefare” regge solo la preposizione “a” (assuefatto ai farmaci) e non la preposizione “da”.
Un saluto
Prof. Anna
Quindi si dice ” assuefatto ad una persona ” ( e non ” DA una persona ” ) ; e ” assuefazione a un farmaco ( e non ” DA un farmaco ” ) .
Caro Nando, è proprio così.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie mille per questi esercizi ma avevo una domanda che mi fa confusione :
qual’e’ la differenza tra avevo , ho avuto e avevo avuto
e anche la differenza tra è stato , era ed era stato .
Caro Beniamin, ti consiglio di leggere questi articoli per approfondire l’uso dell’imperfetto: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2010/11/11/ripassiamo-limperfetto/; del passato prossimo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2010/06/17/il-passato-prossimo/ e del trapassato prossimo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2011/05/26/il-trapassato-prossimo/. Se poi hai delle domande, non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
L’espressione “Far credere che” o “Volevo far credere che” etc, vuole il congiuntivo od l’indicativo? “Far credere che” o “Volevo far credere che” e simili, secondo me, viene a significare “convincere” , “rendere qualcuno certo di qualcosa”, perciò propenderei per l’indicativo e direi quindi: “Gli aveva fatto credere che gli asini volano o volavano (vanno bene entrambe le opzioni, rispetto alla concordanza dei tempi)” e “Gli aveva fatto credere che la terra era piatta”. In più, l’indicativo è anche comune dopo predicati complessi del tipo “dar a credere”, “far credere”, tanto piú se in tal modo viene resa l’intenzione del soggetto di convincere qualcuno della (presunta) fattualità della frase dipendente: “Lo faceva per dare a credere che con me aveva confidenza” e “Tu volevi farmi credere che era stato tuo figlio, non tu a telefonarmi”.
Caro Enzo, dopo questa espressione si può usare l’indicativo.
A presto
“Appurare che” regge l indicativo nella subordinata oggettiva perché significa “Riconoscere la pura verità di qualcosa, accertarsi di qualcosa”: “Ho appurato che i fatti si sono svolti così”; “Appuro che è cosi”. Però come interrogativa indiretta può reggere anche il congiuntivo: “Dovresti appurare se ciò che afferma corrisponda a verità”.
Corretto?
Cara Margherita, è corretto.
1)”E pensate che c’è un ricco industriale in città”
…L’ espressione “E pensare che” (nel nostro esempio “e pensate che”), nonostante il verbo “pensare” richiederebbe il congiuntivo, regge l’indicativo con il significato di “Ricordare” e/o “Tener presente”, verbi ed espressioni che reggono di norma l’indicativo: “E pensate (E tenete presente che/ E ricordate che…) che c’è un ricco industriale in città”.
Penso sia tutto corretto
Caro Amel, è giusto.