Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, questa settimana continuiamo il nostro giro per le città italiane e ci fermiamo a Trieste. Come scrisse il poeta Umberto Saba, che in questa città nacque e visse, Trieste è una città “pensosa e schiva”, con una “scontrosa grazia”. Affacciata sul mare, città di frontiera e crocevia di lingue e di culture, Trieste è una città che vale la pena di essere visitata e scoperta.
Se ci sono parole che non conoscete, potete usare il dizionario online, cliccando due volte sulla parola si aprirà un piccola finestra, cliccando una volta su questa finestra apparirà il significato.
Buona lettura!
Prof. Anna
Trieste è il capoluogo della regione del Friuli-Venezia Giulia, grazie alla sua posizione geografia la città è un ponte naturale tra Europa occidentale e centro-meridionale, mescolando caratteri mediterranei e mitteleuropei. Il suo porto è il più grande e importante d’Italia ed è uno degli snodi marittimi più importanti d’Europa.
UN PO’ DI STORIA
Le origini di Trieste sono molto antiche, già nel II millennio a.C. il suo territorio fu sede di insediamenti protostorici. In seguito la città prosperò sotto la dominazione romana fino alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente diventando colonia militare bizantina, passando sotto il dominio dei Franchi, fino ad affermarsi come libero comune alla fine del XII secolo, ma nel momento in cui venne nuovamente minacciata la tanto sospirata autonomia, la città, nel 1382, si pose spontaneamente sotto la protezione del duca d’Austria, instaurando il lungo e fecondo rapporto con la dinastia asburgica, diventando negli anni la terza città dell’Impero Austro-Ungarico sino al 1918.
Sotto il dominio asburgico Trieste diede vita ad una comunità multietnica come poche in Europa, offrendo ospitalità a culti religiosi e a letterati come Italo Svevo, James Joyce e molti altri.
Trieste diventò italiana alla fine della prima guerra mondiale.
La seconda guerra mondiale portò nuove tragedie: l’Italia perse la guerra e Trieste fu invasa dalle truppe jugoslave di Tito, migliaia di italiani contrari al regime furono uccisi. Solo l’intervento degli alleati spezzò l’incubo per la città di Trieste.
Il 4 novembre 1954 la città divenne capoluogo del Friuli Venezia Giulia.
TRIESTE DA VISITARE
A Trieste sono molte le cose da vedere e sono molto diverse tra loro: è una città di mare e di confine, è un misto di culture, quella italiana, quella austroungarica e quella slava; non fa parte delle classiche rotte turistiche ed è quindi molto vivibile anche per i turisti.
Vediamo insieme alcuni dei luoghi da visitare assolutamente.
PIAZZA UNITÀ E MOLO AUDACE
Dopo la fine della seconda guerra mondiale e il ritorno all’Italia, prese il nome definitivo di Piazza Unità d’Italia. I triestini si vantano che sia la più grande piazza affacciata sul mare in Europa e molto probabilmente è così.
Davanti alla piazza si snoda il Molo Audace che prende il nome dalla prima nave che riuscì ad entrare nel porto di Trieste dopo la fine della prima guerra mondiale e l’annessione all’Italia.
Il molo è una vera e propria passeggiata sul mare che parte da un lato della piazza e da cui si ha una vista stupenda sulla piazza stessa e sul golfo. Nelle giornate di sole, quando non soffia la Bora (un forte vento che soffia su tutto l’Alto Adriatico e in particolare a Trieste), sul molo molte persone passeggiano, leggono, studiano, mangiano o semplicemente respirano l’aria salmastra che proviene dal mare.
LA CATTEDRALE DI SAN GIUSTO
La Cattedrale di San Giusto è la chiesa più importante di Trieste e si trova sull’omonimo colle che domina la città. La chiesa è il risultato dell’unione della Chiesa di Santa Maria e di quella dedicata a San Giusto avvenuta negli anni tra il 1302 e il 1320.
IL CASTELLO DI MIRAMARE
Affacciato sul mare, il Castello fu voluto nel 1850 dall’arciduca Ferdinando Massimiliano d’Asburgo per farne la dimora insieme alla consorte Carlotta del Belgio.
Colpisce lo stile eclettico del palazzo che unisce elementi gotici, rinascimentali e medievali. L’immenso parco è oggi uno dei luoghi preferiti dai triestini che lo usano per fare passeggiate, correre, prendere un po’ di sole.
I CAFFÈ STORICI DI TRIESTE
Trieste è una città legata sia alla letteratura sia al caffè e questi due elementi sono legati tra di loro. Trieste ha esercitato un fascino speciale su artisti e scrittori, James Joyce vi soggiornò per più di un decennio, ma Trieste è anche il porto principale del Mediterraneo per i traffici del caffè, qui arriva il caffè proveniente da tutto il mondo. Letteratura e caffè si uniscono nei famosi caffè letterari della città, che hanno ospitato letterati e scrittori, diventando così centri di scambio e di diffusione culturale. Da visitare il Caffè degli Specchi in Piazza Unità, il Caffè Tommaseo del 1830, il più antico di Trieste, il Caffè San Marco e il Caffè Pirona, dove pare che James Joyce abbia scritto molte pagine dell'”Ulisse” e di “Gente di Dublino”. Se volete ordinare un caffè potrebbe essere utile conoscere la terminologia triestina: per esempio un “capo in b tanta” è cappuccino triestino in bicchiere con tanta schiuma e un “goccia” è un caffè con una goccia di schiuma di latte al centro.
TRIESTE DA MANGIARE
L’ influenza austro-ungarica è ben presente nella cucina triestina, ma la presenza del mare offre anche alternative di pesce. Tra i piatti tipici da provare ci sono la Jota, minestra di fagioli, crauti, patate e salsicce e il Goulash, per quanto riguarda il pesce tipico è il baccalà.
Provate a rispondere alle seguenti domande, se volete potete mandarmi le risposte tra i commenti e potrò correggerle, è un ottimo esercizio di lettura e comprensione e anche di scrittura.
1- Di quale regione è capoluogo Trieste?
2- Sotto quale dinastia Trieste divenne una città multietnica, dimora di numerosi letterati e scrittori?
3- Dopo quale evento Trieste tornò italiana?
4- Qual è la particolarità di Piazza Unità?
5- Il nome del Molo Audace da cosa deriva?
6- Quali sono i motivi che legano Trieste sia al caffè sia alla letteratura?
7- Quale famoso scrittore si dice che abbia scritto pagine dei suoi romanzi seduto in un caffè a Trieste?
8- Come si chiama il forte vento che soffia a Trieste?
1-Friuli-Venezia Giulia / 2-Dinastia Asburnica / 3-Dopo alla Prima Guerra
4-È lá più grande piazza affacciata sul mare In Europa / 5-La prima nave che è entrata nel porto di Trieste dopo la fine della prima guerra mondiale
6-Trieste è il porto principale del Mediterraneo per i traffici del caffè Dove si arriva il caffè da tutto il mondo.Letteratura é caffè si uniscono nei famosi caffè della città. / 7-James Joyce / 8-La Bora
Cara Leila, le tue risposte sono tutte giuste, ti faccio solo qualche correzione ortografica e grammaticale: 2- Asburgica; 3- dopo la prima guerra mondiale; 5- prende il nome dalla prima nave che è entrata nel… 6- …dove arriva il caffè da tutto il mondo. Letteratura e caffè….
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Sul terzo punto c’è un errore originale. Trieste non tornò Italiana alla fine della Prima Guerra Mondiale, e questo perché non era mai stata Italiana prima di allora. Trieste ‘divenne’ Italiana sarebbe storicamente corretto.
Sulla fine della Seconda Guerra Mondiale poi è tutto molto più compicato di quanto qua riassunto. L’esercito Yugoslavo scacciò i Nazisti che avevano annesso Trieste nel 43 aprendo pure un campo di sterminio. Le truppe anglo-americane entrarono a Trieste dopo la ritirata volontaria degli Yugoslavi a seguito di negoziazioni.
Caro Massimiliano, hai ragione, sarebbe più corretto dire “diventò italiana”, seguirò il tuo consiglio.
Grazie per la tua precisazione riguardo a ciò che accadde dopo la seconda guerra mondiale, ma non mi sembrava il caso di affrontare in questo articolo una pagina così delicata e tragica della storia italiana.
Un saluto
Prof. Anna
Capisco, la seconda guerra mondiale è complicata, per questo una formula che non travisi sarebbe più appropriata. L’ingresso degli Yugoslavi a Trieste non è stato un bel quarto d’ora ma quel che ha scritto lei non è proprio successo.
Caro Massimiliano, grazie per il tuo contributo; infatti proprio grazie all’intervento degli alleati nella negoziazione si riuscì ad ottenere il ritiro dell’esercito Jugoslavo.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Prof. Anna,
il punto specifico delle negoziazioni sul confine orientale è solamente un dettaglio della storia, il mio punto è che non c’è stata una battaglia per liberare Trieste dagli Yugoslavi, si sono ritirati nell’ambito di accordi fra tutti gli occupanti dei territori precedentemente occupati dai tedeschi.
Quel che io tengo a spiegarle è che nel contesto della storia di Trieste tra il 1918 e il 1954 i 40 giorni di amministrazione Yugoslavia sono un episodio minore, un colpo di coda di eventi ben più importanti avvenuti prima.
Come lei nota nel paragrafo sul periodo Austro-Ungarico Trieste era una città felicemente multietnica, finché l’Irredentismo prima, e la fine dell’Impero poi con l’arrivo dell’Italia e le sue politiche di discrimazione verso le minoranze incrinarono i rapporti fra le componenti del tessuto sociale.
È a Trieste che si è verificato il primo episodio di squadrismo fascista, un episodio a fortissimo carattere di antagonismo inter-etnico: l’incendio dell’Hotel Balkan.
È a Trieste che Benito Mussolini proclama le leggi razziali.
È a Trieste che i tedeschi per due anni fanno sparire migliaia di persone nel forno crematorio della Risiera di San Sabba, l’unico campo di sterminio sul territorio Italiano.
Nella sua versione la tragedia della seconda guerra mondiale a Trieste si impernia sul fatto che l’Italia ha perso al guerra e che di conseguenza l’armata Yugoslava è entrata a Trieste!
Prima di tutto il fatto che l’Italia ha perso la guerra non è una tragedia, è la guerra di per sé che è una tragedia, e poi noi eravamo dalla parte sbagliata. Ma il punto che fa che “migliaia di italiani contrari al regime furono uccisi” semplicemente non è vero. Nei 40 giorni di dominio Titino a Trieste morì un bel po’ di gente, e molti non se lo meritavano, però non è stato un episodio granché diverso da qualunque altro ingresso di un esercito in una città occupata da un esercito avversario. Trieste era appena stata fascista e poi nazista, diventare Titina non significava perdere la libertà.
Non credo di dovermi scusare per ribadire questo punto. Quando le truppe di Tito entrarono a Trieste migliaia di persone erano già state torturate e uccise prima dai fascisti e poi dai nazisti e il paragrafo che lei ha scritto per riassumere la storia di Trieste fra il 1918 e il 1954 è infelicemente travisante.
Prof.Anna
Può correggermi.Mi piace molto queste esercizio di lettura e comprensione e di scrittura.
Cara Prof.ssa Anna,
Grazia mille per questo bel ed interessante articolo, che ho letto ed imagini begli. In ollandese abbiamo per questo caso un espressione. “Sono caduto con il mio naso nel burro” con mio tornato a questo blog. Se parliamo sulle altre persone usando questa espressione, diciamo:” Lui/lei è caduto con il suo naso nel burro”, oppure Lui/lei cade certamente con il suo naso nel burro”, Per caso abbiamo una festa grande insieme con sua tornata!” Con piacere l’ho diviso con Lei e tutti i lettori ed anche per caso ho visto anche un documentario su questa città in tv da cui ho goduto. Leggere alcuni articoli mi va già meglio; credo che sia la causa che i miei bronchiti sono curati ed ho finito la cura antibiotica pesante due giorni fa per mio piede sinistra, ma devo ancora sedere sul divano con il piede in alto con i compressi freddi, ma veda meglio, ma la causa la causa ce ancora e non so ancora come si continua e anche sarà la terapia, ma è meglio stare optimistica.
Con saluti dal mio cuore, anche a Rino e dammi anche i saluti a Luigia Caciali.
Anita dall’Olanda
Cara Anita, grazie per il tuo interessante contributo.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile Professoressa –
ho letto e studiato questa informazione su Trieste con piacere.
Visiterò Trieste in maggio per due settimane e frequento un corso d’Italiano.
Andrò visitare tutte le bellezze come Lei avete descritto.
Una domanda: Che cosa significa “potostorici”?
Cari saluti,
Edeltraud
Cara Edeltraud, c’è un errore (che è già stato corretto), la parola giusta è “protostorici” e significa appartenenti alla protostoria, ovvero la fase più antica, che attiene alle origine della storia di un popolo o di una cultura. Ti auguro buon viaggio e buona permanenza in questa bella città.
A presto
Prof. Anna
Ciao prof.ssa Anna! queste sone le miei risposte.
1-la città di Triesti à capologo di reggione di Venezia Giulia 2- Habsburg 3- prima guerra mondiale 5- divenne del nome dela prima nave che riuscì ad entrare nel porto di Triesti, penso che era uma nave americana, non lo so. La particolarità, a seconda i triestini è quella di essere la piú grande di Itália. 6- perché é per il porto di Triesti che arriva il café del Brasile, Colombia, Nicarágua, Viet Nan, Etiópia e così via, quanta a sua sua fama di città di poeti puo essere perché come Joyce e tanti altri hanno soggiornato in questa città, ma può essera anche che questa sua fama è a causa del Bora, il Bora inspiratore… 8- il vento Bora, non confundere com la brisa de Bora-Bora queta è um po’ più soave.
Caro Emanuel, le tue risposte sono corrette, ti faccio solo qualche correzione: 1- Trieste è il capoluogo della regione Friuli-Venezia Giulia, 2- sotto la dinastia asburgica, 3- la prima guerra mondiale, 4- di essere la più grande piazza affacciata sul mare in Europa, 5- prende il nome dalla prima nave che riuscì ad entrare nel porto di Trieste dopo la fine della prima guerra mondiale e l’annessione all’Italia, 6- perché nel porto di Trieste arriva il caffè da tutto il mondo e Trieste ha esercitato un fascino speciale su artisti e scrittori, caffè e letteratura si uniscono nei famosi caffè letterari della città.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Ciao prof.ssa Anna!
Queste sono le miei risposte
1- La città di Triesti è capoluogo di regione di Friuli-Venezia-Giulia 2 – Ausburgo 3 – Prima guerra mondiale 4 -Perché i tristini pensano che questa piazza sia la più grande al mondo 5 – Divenne del nome della prima nave che riuscì a entrare nel porto di Triesti dopo la prima guerra mondiale. Non so próprio se questa nave era italiana, per il nome “Audace” sembra di essere americana. 6 – Perché é per il porto di Triesti che arriva il caffé del Brasile, Colombia, Nicarágua, Etiópia e così via, rispetto alla sua fama di città di poeti, ritengo che abbia acquisto questa fama a causa di Joyce e alcuni altri congeneri suo cha hanno soggiornato in questa città, chissá, puo essere che il Bora sia una potente fonte di inspirazione… 7- dicono che Joyce ebbe scritto alcune pagine dei suoi famosi libri: Ulisses ed gente di Dublino nel Caffè Tommaseo 8 – il forte vento di Trieste si chiama Bora, ma non confundire com Bora-Bora del pacifico penso che in Bora-Bora il vento sia um puo più soave del Bora triestino.