Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, questa settimana riprendiamo lo studio dei complementi indiretti, cioè quei complementi introdotti da una preposizione, con il complemento di fine o di scopo, che risponde alla domanda: “per quale fine o scopo?“.
Buona lettura
Prof. Anna
Il complemento di fine o scopo indica l’obbiettivo, la finalità, lo scopo per cui si compie un’azione o avviene un fatto.
Può essere introdotto dalle preposizioni: per, a, da, in, di; o dalle espressioni: a scopo di, al fine di ecc.
Vediamo nello specifico quando si usano questi diversi elementi che introducono il complemento di fine:
• per → l’uso di questa preposizione tende a identificare lo scopo con la causa: sono in città per lavoro (=perché devo lavorare; con l’obbiettivo di lavorare);
• a → andare a passeggio (con lo scopo di passeggiare); abbiamo preso provvedimenti a sostegno della scuola (=con l’obbiettivo di sostenere la scuola);
• da → di solito sottolinea la proiezione di un fatto verso un obbiettivo: ho studiato da avvocato (=con l’obbiettivo di diventare avvocato); se il fine introdotto da questa preposizione dipende da un sostantivo, viene precisato l’uso (e quindi il fine) dell’oggetto in questione, per esempio: occhiali da sole (occhiali che si indossano con l’obbiettivo ripararsi dal sole), sala da pranzo (stanza che si usa con il fine di pranzare), cane da guardia, tazzina da caffè ecc.;
• in → ho dato una festa in suo onore; siamo subito corsi in suo aiuto (con l’obbiettivo di aiutarlo);
• di → in espressioni come essere di (servire di): siete stati di grande aiuto; spero che questo ti serva di lezione;
• a scopo di, a fine di, in vista di, a fine di (con il fine di) → hanno un preciso significato di finalità: questa non è una società a scopo di lucro, mi sto preparando in vista degli esami, l’ho fatto a fin di bene.
DIFFERENZA TRA IL COMPLEMENTO DI CAUSA E IL COMPLEMENTO DI FINE
Il complemento di fine non va confuso con quello di causa, anche se a volte non è facile distinguerli, perché sono introdotti dalle medesime preposizioni e perché sono due varianti del rapporto di causa-effetto, ma ovviamente diverse tra loro. Vediamo quindi qual è la differenza
La causa si realizza anteriormente o contemporaneamente al suo effetto, per esempio: Luca è felice per il suo nuovo lavoro, abbiamo uno stato d’animo (la felicità) che è l’effetto di una causa (il nuovo lavoro).
Per il complemento di causa: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2020/04/02/i-complementi-indiretti-il-complemento-di-causa/
Mentre il fine è come una causa non ancora realizzata, è sentita come un’aspirazione e come punto terminale dell’azione, è l’obbiettivo per cui si compie un’azione: Luca si prepara per l’esame, in questa frase l’azione (prepararsi) si compie in vista di un obbiettivo (per l’esame).
Cara Prof.ssa Anna,
Appena aver ricevuto questa lezione, la ho guardato e risposto tutte le frase corrette, che mi piace veramente, ma la guarderò ancora con più attenzione. Sono felice e contenta di ricevere le lezione di nuova sul mio IPad e mio smartfone. Se viene un disturbo sul uno le riscio vedere sempre sull’altro.
Saluti cordiali a tutti
Anita dal Olanda
Complimenti per la cura che date alla grammatica
Cara Anna:
La domanda quattro mi causa confusione. In questo caso, non capisco la differenza tra per e da.
“Mia sorella studia per ingegnere.” Io capisco che il fine della sorella è diventare un ingegnere. Non vedo nessuna parola che mi dica con certezza qual, è il fine di diventare ingegnere. Quindi perché si usa da?
Grazie,
Marta
Cara Marta, usiamo -da- perché viene indicato l’obbiettivo (diventare ingegnere), certo questo succede anche con “per”, ma ci sono delle espressioni che prediligono l’uso di una preposizione piuttosto che un altra, l’ espressioni “studio da” vuole questa preposizione e non -per-, così come i sostantivi sono seguiti da -da- (biglietto da visita, macchina da scrivere ecc.) e non da -per.
Cara Anna, quando devo usare le preposizioni “per” e “a” in questo caso?
Caro Marcos, la preposizione “per” tende a identificare lo scopo con la semplice causa: “mi ha lasciato il suo orologio per ricordo” (= perché voleva che lo ricordassi); “a” sottolinea il significato direzionale del fine: “si sono presi provvedimenti a sostegno della piccola industria”; “ha qualcosa da dire a sua discolpa?”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, quando devo usare “a” e “per”? Aspetterò la risposta 😉
Alla scuola sito
Leggevo un po’ le regole che avete scrito e poi mi salta a alla mente e Capitol le due posibilita .
Devo alenarsi ancora con l’esercizi.
Grazie a voi e buona Pasqua
Eti
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L’ho detto io che l’italiano è strano come alcuni Italiani.
Ho avuto modo di leggere che macchina da scrivere è errato, perché non è la macchina che si deve scrivere, bensì serve PER scrivere, quindi ritengo sia più corretto macchina per scrivere e non DA scrivere.
Mi scuso per l’intrusione.
Cordiali saluti.
Caro Rino, la preposizione -da- indica lo scopo per cui l’oggetto viene usato, quindi “macchina utilizzata per scrivere”, per questo si dice “macchina da scrivere”.
Un saluto
Prof. Anna
“All’incirca”, per me è una parola strana: Proviamo ad analizzarla.
Alla= preposizione articolata, INCIRCA, boh!:-))) forse sostantivo.
Caro Rino, “incirca” è un avverbio e significa “circa, pressappoco”.
Un saluto
Prof. Anna
Ma quando rottamano alcune parole equivoche?
Quando accorpano alcuni complementi che sono troppi e hanno lo stesso significato? quando accorpano le molteplici congiunzioni che sono una marea e se ne usano quotidianamnte pochi?
L’Italia è meravigliosa, ma l’italiano molto meno.
Tra FINE e CAUSA, vedo di mezzo lo SCOPO.
Buon week-end.
Gentile Professoressa Anna,non posso capire perché si dice “dalla mattina alla sera/ da mattina a sera” e si dice solo “dalla sera alla mattina” e non si dice “da sera a mattina” (senza articolo). Grazie.
Caro Arnoldas, come ben saprai per l’uso delle preposizioni spesso non ci sono regole precise, l’uso ha stabilito che si dica “dalla sera alla mattina”.
Un saluto
Prof. Anna
Sapevo grazie.
Sapevo di “all’incirca”, ma di “incirca” proprio no! anche se ci si arriva comunque, ma la parola lascia un tantino a desiderare.
Miiiiiiii!!!! sto italiano eh?
Cara Professoressa! IO sono qui in Italia, da ormai 16 anni e mi vergogno molto, perché ancora faccio tante difficoltà parlare correttamente in italiano, sopratutto ho tante difficoltà con le complementi, preposizioni. Io sono ungherese. HO compreso bene che davanti a verbi con finalità: -ERE- devo mettere sempre a?
Grazie comunque tantissimo per il suo blog, usufruirò molto volentieri grazie che qualcuno ci pensa a noi………):)
Caro Tami, non so se ho capito bene la tua domanda, ma non sempre davanti a verbi che finiscono in -ere- ci vuole la preposizione -a- (intendi davanti al verbo all’infinito?). Per spiegarti meglio prova a farmi un esempio, intanto ti consiglio questo articolo sull’uso delle preposizioni davanti a un verbo all’infinito: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=4401
A presto
Prof. Anna
Gli esercizi per l’uso delle preposizioni sono importantissimi!
tante grazie
grazie mille
Salve, nella frase di esempio ” sono in citta’ per lavoro”, il termine “per lavoro” non potrebbe essere interpretato come “a causa o motivo”di lavoro? In tal caso infatti non si tratterebbe di Compl. di fine, bensi’di causa. Grazie per l’eventuale chiarimento
Caro Luca, è possibile intenderlo anche in questo modo.
Un saluto
Prof. Anna
Buongiorno Prof.Anna ,sono alle prese con l’analisi logica della seguente frase: ho scelto Firenze per trascorrere le vacanze
“per trascorrere” si puo ‘ considerare complemento di fine o scopo e “le vacanze” complemento oggetto??
Grazie
Caro Luca, quando abbiamo un verbo (trascorrere) non si tratta di un complemento ma di una proposizione (una frase) quindi “per trascorrere” è una proposizine finale, mentre “le vacanze” è, come dici tu, un complemento oggetto.
Un saluto
Prof. Anna
cara prof.ssa Anna ti chiedo una cosa che riguarda analisi logica
nell frase mi sembra un problema facile non c’è il soggetto, perché è impersonale oppure come credo io il soggetto sotto inteso è esso.
Grazie mille!
silvia
Cara Silvia, il soggetto della frase che mi scrivi è “problema”: “un problema” soggetto, “sembra” predicato, “mi” complemento d termine, “facile” complemento predicativo del soggetto.
Un saluto
Prof. Anna
Vorrei sapere se è corretta l’espressione:”Invio al fine della prossima dichiarazione dei redditi il certificato notarile di vendita dell’immobile..”
Temo di aver sbagliato.
Ringrazio
Cara Maria, ti suggerisco solo una modifica: “Invio il certificato notarile di vendita dell’immobile per la prossima dichiarazione dei redditi”.
A presto
Prof. Anna
La ringrazio per questa bella lezione di Italiano,mi servirà. La frase suggerita è lineare e evita un contorcimento inutile.
sono in città per lavoro, la preposizione per può essere contestualmente sia la causa che lo scopo?
grazie mario
Caro Mario, definirei “per lavoro” un complemento di fine, indica infatti la finalità, lo scopo per cui si compie l’azione (sono in città).
Un saluto
Prof. Anna
Preg.ma Prof.ssa Anna, vorrei seguire le sue lezioni allo scopo di non sbagliare più la punteggiatura, con particolare riguardo alle virgole. Se Le è possibile, mi mandi esercizi un pò difficoltosi con cui potere misurare le mie reali capacità. Grazie!
Cara Maria Letizia, ti consiglio questo articolo sulla punteggiature con il relativo esercizio: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2008/01/31/la-punteggiatura/.
A presto
Prof. Anna
Buongiorno,
scrivo per avere un chiarimento su una frase a cui devo fare l’analisi logica. La frase è la seguente:
“Giovanni e Marco facevano la stessa strada per andare a scuola”.
Il mio dubbio è riguardo “per andare a scuola”.
io la analizzerei così:
Per andare = complemento di fine/scopo
a scuola = complemento di moto a luogo
Essendoci un predicato mi chiedo se sia corretto considerare “per andare” come un complemento di fine e inoltre se non sia forse il caso di considerare “per andare a scuola” come un unico complemento.
In attesa di una vostra risposta vi ringrazio per l’attenzione.
Pietro
Caro Pietro, un complemento non può essere formato da un predicato, quindi “per andare a scuola” è un’altra frase perché c’è un altro predicato.
Un saluto
Prof. Anna
Esibirsi in serate.
Esibirsi= predicato verbale.
In serate= complemento di scopo.
È giusto?
Caro Gabry, “in serate”= complemento di limitazione.
A presto
Prof. Anna
Ho un dubbio riguardo ad una frase: ” si esibiva in serate di piazza e per le festività”.
“In serate” è un complemento di limitazioni e ” per la festività” è un complemento di fine, quindi come mai tra i 2 termini c’è la congiunzione “e”? La congiunzione lega due elementi simili.
Caro Gabry, in questo caso possono essere entrambi complementi di tempo introdotti rispettivamente da “in” e “per”: “si esibiva durante serate in piazza e durante le ferstività”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara prof.ssa Anna le scrivo per chiarirmi le idee su queste due frasi:
“Esiste un metodo ottimale per inzuppare un biscotto” In questo caso “per inzuppare un biscotto” è una proposizione finale che coincide anche in complemento di fine?
“Un operatore di Borsa cileno investe per conto del proprio Paese lo 0,5 del PIL” che complemento è “per conto del proprio Paese”?
Cara Alessandra, “per inzuppare un biscotto” è una proposizione finale e non un complemento di fine; “per conto del prorpio Paese” è un complemento di modo.
A presto
Prof. Anna
Cara Prof.ssa Anna
quindi se ho capito bene se una azione è accaduta prima il complemento e di causa se dopo e di fine come per esempio
la frase Gianni prepara lo zaino per andare in palestra. Gianni ha preparato lo zaino prima di andare in palestra perciò e dia causa giusto?
Caro Luca, “per andare in palestra” è una frase, quindi non può essere un complemento, si tratta di una proposizione finale, così come la frase “prima di andare in palestra” è una temporale (esprime una relazione di tempo tra reggente e subordinata e non una relazione causale).
Un saluto
Prof. Anna
Grazie mi è molto servito!
Buon pomeriggio,
un verbo all’infinito presente può essere soggetto o complemento oggetto?
Es. Viaggiare mi piace
Maria ama viaggiare
Cara Caterina, l’infinito, oltre che svolgere una funzione verbale, può essere utilizzato come sostantivo, facendolo precedere dall’articolo determinativo, che a volte però è assente: “viaggiare mi piace” (viaggiare = sostantivo funge da soggetto di piacere); nel secondo esempio che mi proponi invece non ha funzione di sostantivo ma di infinito e quindi predicato verbale implicito di una proposizione subordinata oggettiva (con funzione di complemento oggetto), retta dal verbo “amare”. Se hai altri dubbi, non esitare a scrivermi.
Un saluto
Grazie molte.
Volevo chiederle se nella frase seguente abbiamo un complemento oggetto fraseologico “Spero che la mia famiglia abbia in futuro salute e prosperità”, cioè dato dall’intera frase “che la mia famiglia abbia in futuro salute e prosperità”.
Grazie
Cara Caterina, si tratta di una subordinata oggettiva, cioè una subordinata che funge da complemento oggetto della principale (spero).
Un saluto
Gentile Prof. Anna
volevo chiederLe: come si fa l’analisi logica della frase: “Qual è la tua opinione?”
Inoltre nella frase “ho comprato dei cioccolatini al caffè”, dei cioccolatini=comp. ogg. partitivo, “al caffè” è complemento di materia?
Grazie
Cara Caterina: “quale” soggetto, “è la tua opinione?” predicato nominale; “al caffè” è un complemento di qualità.
Un saluto
ciao
Ciao Noah, benvenuto! Se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
A presto
Complimenti indiretti:
1)Lei è Mary di cui porto i cani a spasso
2)Lei è Mary a cui porto i cani a spasso
…Nella prima “di cui” introduce un complemento di specificazione e risponde alla domanda “di chi?”; perciò sarebbe “Io porto a spasso i cani di chi? di Mary, di lei” oppure “Di chi porto a spasso i cani? di Mary, di lei”. Nella seconda abbiamo un complemento di termine e risponde alla domanda “a chi?”; perciò sarebbe “Io porto a spasso i cani a chi? a Mary, a lei” oppure “A chi porto a spasso i cani? a Mary, a lei”. Ovviamente, per quello che voglio intendere, la seconda frase rende meglio.
Penso sia tutto corretto
Caro Marco, è corretto.
1)”Chiamiamo la pizzeria da cui (o “dalla quale”) abbiamo ordinato l’ultima volta”
2)”La pizzeria da cui (o “dalla quale”) ordiniamo sempre…”
…In entrambe le frasi “da cui” (o “dalla quale”) introduce un complemento di origine/provenienza e risponde alla domanda “da chi?” Perché sarebbe: “Abbiamo ordinato l’ultima volta da chi?”-“Dalla pizzeria…”; e “Ordiniamo sempre da chi?”-“Dalla pizzeria…”.
Penso sia esatto
Caro Riccardo, è esatto.