Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, oggi continuiamo il nostro studio della frase complessa, verdremo in particolare le proposizioni oggettive, come si presentano e che cosa esprimono.
Buona lettura!
Prof. Anna
Le proposizioni oggettive sono proposizioni argomentali, cioè espandono uno degli argomenti della frase principale e le oggettive in particolare svolgono la funzione di complemento oggetto; le proposizioni oggettive possono essere esplicite e implicite.
Le proposizioni oggettive esplicite sono introdotte da che e hanno il verbo al modo indicativo: ho saputo che Marco ha cambiato casa, congiuntivo: credo che Chiara sia già partita, o condizionale: penso che una vacanza ti farebbe bene.
In alcuni casi possiamo avere l’omissione del che: penso (che) sia partito; dicono (che) abbia paura.
L’omissione del che è possibile solo quando il verbo della subordinata è al congiuntivo ed è utile per evitare la ripetizione a breve distanza di due che, per esempio: ci sembra (che) sia opportuno che…
Le proposizini oggettive implicite sono introdotte dalla preposizione di e hanno il verbo all’infinito: credo di essermi comportato bene. Questa costruzione si può avere solo se il soggetto della reggente e quello della subordinata coincidono, altrimenti è necessaria la forma esplita: credo che (loro) si siano comportati bene.
Alcuni verbi, come: ascoltare, sentire, vedere, guardare ecc., hanno nella forma implicita l’infinito senza di: sentivo cantare gli uccelli; vedo passare le macchine.
Altri verbi, (come considerare, credere, ritenere, stimare) che normalmente reggono l’infinito preceduto dalla preposizione di (crede di aver sbagliato, ritiene di essere nel giusto) possono reggere l’infinito senza preposizione quando sono accompagnati da un complemento predicativo dell’oggetto: ho creduto opportuno acconsentire alle sue richieste.
ATTENZIONE!
Con i verbi comandare, ordinare, permettere, proibire, vietare, chiedere e con altri ancora di significato analogo, si può avere la forma implicita anche se il soggetto della reggente e il soggetto dell’oggettiva non coincidono: ordinò ai soldati che cessassero il fuoco → ordinò ai soldati di cessare il fuoco.
La proposizione oggettiva può dipendere da:
• verbi di significato dichiarativo: affermare, annunciare, comunicare, confessare, dichiarare, dire, giurare, informare, narrare, negare, promettere, raccontare, riferire, scrivere e locuzioni verbali di significato equivalente come dare notizia, dare comunicazione;
• verbi che indicano una percezione o un ricordo: ascoltare, dimenticare, percepire, rammentare, ricordare, sentire, udire, vedere e locuzioni verbali di significato equivalente come avere l’impressione, venire alla mente;
• verbi che esprimono giudizio, opinione, dubbio: pensare, credere, stimare, ritenere, giudicare, sostenere, reputare, supporre, ipotizzare, sospettare;
• verbi che esprimono volontà, desiderio o timore: volere, desiderare, sperare, preferire, ordinare, comandare, permettere, concedere, vietare, impedire, proibire, temere;
• la preposizione oggettiva può inoltre dipendere da un nome, per esempio: la paura di incontrarla, la fretta di partire, o da un aggettivo: lieto di conoscerla, capace di ascoltare.
Cara Prof.ssa Anna,
Questa volta ho pensato di fare aluni errori, perchè ho devuto studiare intensamente sul questa lezione, ma che non ho aspettato; il contrario è la verità, perché ho compito tutte le frase corrette di nuova, ma devo continuare studiarla, per rimmenarla bene nella memoria mia. Sono veramente felice con il risultato. Ho scritto ancora un contributo interessante sul calcio team Feijenoord e la quartiera in cui si trova il suo stadio n, ma purtroppo non l’ho ancora visto nel lessico sul calcio.
Spero chè verrà ancora.
Con saluti cordiali dal Olanda
Anita
Molto bene cara Anita!
Un saluto
Prof. Anna
Quest’anno ho scoperto il lavoro del maestro di scuola “Alberto Manzi”,e il suo programma televisivo “non é mai troppo tardi”.
Oggi ,a l’inizio del estate,voglio ringraziarvi per la vostra “posta elettronica ‘del giovedi che permette da sviluppare la nostra curiosità sulla lingua Italiana.
Grazie per il vostro lavoro.
Buone vacanze à voi, e anche ai vostri studenti.
Caro Robert, grazie a te per il tuo intervento.
Buone vacanze!
Prof. Anna
“Credo che Chiara sia già partita”. Io (sogg. sottinteso) che Chiara (compl. ogg.) sia già partita (compl. ogg.). Quindi l’oggettiva è “sia già partita”, perché anticipata dal compl. ogg. “Chiara”? Ho capito bene?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, -io (sogg..sottinteso) -credo (predicato verbale) -questa è la principale- Chiara- (soggetto) -sia già partita (predicato verbale) -questa è la proposizione oggettiva perché l’intera frase funge da complemento oggetto della reggente (-credo -cosa? -che Chiara sia già partita).
Un saluto
Prof. Anna
buongiorno prof. Ana,
siccome non sono nativa, ho qualche volta dubbi.
Ad esempio si deve coniugare un congiuntivo ao un indicativo dopo “considero che le reti sociali servano solo a…” io impiegherei un congiuntivo.
cordiali saluti.
Bri
Cara Bri, il congiuntivo “servano” è corretto, non capisco se il tuo dubbio riguarda il verbo che dovrebbe seguire la preposizione “a”: “solo a…”, in questo caso il verbo che segue sarà all’infinito
A presto
Prof. Anna
Cara Prof. Anna,
nell’esercizio 9, è indicato “9.Sarebbe possibile omettere il ” che” nella seguente frase: “credo che sia meglio chiedere aiuto” => sì.
Ma la regola dice “L’omissione del che è possibile solo quando il verbo della subordinata è al congiuntivo ed è utile per evitare la ripetizione a breve distanza di due che, per esempio: ci sembra (che) sia opportuno che…”
Ed nell’esercizio 9 vedo uno solo “che”. Quindi come mai si potrebbe omettere il “che”?
Grazie mille.
Gaetan
Caro Gaetan, in questo periodo è possibile omettere “che” perché il verbo della subordinata è al congiuntivo e questa condizione è sufficiente per omettere “che”.
Un saluto
Prof. Anna
Complemento predicativo del soggetto :
1- Marco è considerato un ottimo avvocato ( COMPLEMENTO PREDICATIVO DEL SOGGETTO , intanto perché abbiamo un verbo passivo – essere + il participio passato che si forma con i suffissi -ato, -uto, -ito – e tutti i verbi passivi , in questo tipo di costruzione , indicano sempre il complemento predicativo del soggetto ; in più , se non siamo sicuri , analizzando la frase , possiamo fare questo ragionamento : ” Chi è che è considerato ? ” Marco [ soggetto ] , un ottimo avvocato [ complemento predicativo del soggetto ] ) .
2- Alla riunione sono stato nominato amministratore delegato ( STESSO RAGIONAMENTO , essere + il participio passato , ” Chi è che è stato nominato ? ” io [ soggetto sottointeso ] , amministratore delegato [ complemento predicativo del soggetto ] ) .
3- L’allenatore è ritenuto un elemento importante nella squadra ( STESSO RAGIONAMENTO , essere + il participio passato , ” Chi è che è ritenuto ? ” l’allenatore [ soggetto ] , un elemento importante [ complemento predicativo del soggetto ] ) .
… dell’oggetto :
4- Considero Marco un ottimo avvocato ( ” Chi è che considera ? ” io [ soggetto sottointeso ] , ” considero che cosa ? ” Marco [ complemento oggetto ] , un ottimo avvocato [ complemento predicativo dell’oggetto ] ) .
5- Il consiglio d’amministrazione mi ha nominato amministratore delegato ( ” Chi è che mi ha nominato ? ” il consiglio d’amministrazione [ soggetto ] , ” mi ha nominato che cosa ? ” amministratore delegato [ complemento predicativo dell’oggetto ] ) .
6- Il presidente ritiene l’allenatore un elemento importante nella squadra ( ” Chi è che ritiene ? ” il presidente [ soggetto ] , ” che cosa ? ” l’allenatore [ complemento oggetto ] , un elemento importante [ complemento predicativo dell’oggetto ] ) .
… Poi una differenza : ”era da tutti giudicato incapace” ( predicato verbale ) da non confondere con ” era incapace ( predicato nominale ) ; il primo è il verbo essere + un altro verbo ( può creare confusione con il predicato nominale ) ; mentre il secondo è verbo essere ( copula ) + aggettivo . Stessa cosa per ” è considerato un ottimo avvocato ( predicato verbale ) , ” è un ottimo avvocato ( predicato nominale aggettivo ( ottimo ) e nome ( avvocato ) insieme ?
Caro Filippo Maria, le tue considerazioni sono corrette.
A presto
Prof. Anna
non mi sono ricordato che fosse bagnato
Quando nella reggente il verbo è al passato prossimo (in questo caso al passato prossimo del verbo transitivo pronominale “ricordarsi”; dico transitivo pronominale in quanto il “che” credo svolga la funzione del complemento oggetto), per esprimere contemporaneità nel passato useremo il congiuntivo imperfetto (fosse), anche perché il verbo ricordarsi preceduto da una negazione accetterebbe anche il congiuntivo nella subordinata.
Crede sia esatto?
Cara Anita, la concordanza è esatta.
“Non puoi pensare che i miei amici e parenti non mi difendano”
…il “che” introduce una subordinata oggettiva al congiuntivo (difendano) rispetto al verbo della principale (non pensare) che richiede, appunto, il congiuntivo nella dipendente.
Va bene?
Caro Vincenzo, è corretto.
“Prendere atto che” regge l indicativo (d’altronde “Prendere atto che” può signficare “constatare che”, il quale regge l indicativo). E poi “Dare atto che” anche credo regga l indicativo (“dare atto”, nell’uso quotidiano, si adopera spesso per dire “ammettere, riconoscere”, i quali reggono l indicativo); ultima espressione “prendere in considerazione che” anche credo regga l indicativo, perché è simile a “prendere atto che” e a “dare atto”.
Cara Marisa, è esatto.
1) “Nessuno sa di che cosa si tratti” è un’interrogativa indiretta al congiuntivo perché nella principale c’è un pronome indefinito negativo che accompagna l’indicativo presente del verbo “sapere”.
2) “Volevamo che la gente del posto sapesse che era stata la 5ª Armata a compiere l’impresa”. Analisi: “Volevamo”, proposizione principale; “che la gente del posto sapesse”, subordinata oggettiva (in quanto il soggetto della principale è “noi” sottinteso) di primo grado esplicita al congiuntivo per via del verbo “volere” (che richiede il congiuntivo nella dipendente) nella principale; “che era stata la 5ª Armata a compiere l’impresa”, subordinata oggettiva (in quanto il soggetto della dipendente di primo grado è “la gente” [sapesse]) di secondo grado esplicita all’indicativo per via del verbo “sapere” (che richiede l indicativo nella dipendente di secondo grado) nella subordinata di primo grado.
Mi sembra tutto corretto.
Caro Filippo Maria, è tutto corretto.
SUBORDINATA OGGETTIVA:
1″So che volete stare al mio posto”
2″So che vorreste stare al mio posto (se ne aveste l’occasione)”
La maggior parte delle frasi oggettive è retta da verbi che appartengono alla sfera delle attività percettive, cognitive e in genere psicologiche; ed è possibile classificare tali verbi in gruppi come, ad esempio, i verbi di opinione, giudizio e conoscenza (i cosiddetti verba putandi o sentiendi: supporre, ipotizzare, giudicare, credere, pensare, ritenere, immaginare, essere consapevole, sapere, apprendere, imparare, ecc.). E, in più, un’oggettiva può essere costruita sia con l indicativo (prima frase); ma anche con il condizionale (seconda frase) con una condizione, anche sottintesa.
Caro Cludio, le tue considerazioni sono esatte.
Buongiorno Professoressa,
ho un dubbio sulla frase: “Dicevi che la vita è preziosa”. Per concordanza non sarebbe più giusto“era preziosa” anche se la vita è ritenuta preziosa in assoluto e non solamente in un particolare momento passato?
Cordialità
Caro Alessandro, per esprimere contemporaneità con il verbo della reggente al passato, è possibile usare anche il presente. Per approfondire: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2017/06/01/approfondimento-la-concordanza-dei-tempi-con-lindicativo/.
A presto
Prof, salve; nella frase “Non penso che il caricatore fosse finito” credo che il termine “finito” sia la parte nominale e che funzioni da aggettivo, mentre il verbo essere “fosse” funga da copula. Anche perché, se così non fosse, e considerando la concordanza dei tempi, non potremmo mai usare, per esprimere anteriorità nella subordinata rispetto ad un presente nella principale (come “non penso”), un congiuntivo trapassato (fosse finito) del verbo intransitivo “finire”. Ergo, stiamo esprimendo sempre anteriorità (rispetto al presente nella principale), ma con valore durativo, dettato dal verbo “fosse”, accompagnato dall’aggettivo “finito”, che, come ho detto, funziona da parte nominale.
Corretto?
Caro Filippo, è corretto.