Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, l’argomento di oggi è un po’ complesso, ma ho ho deciso di approfondirlo dopo aver ricevuto da voi lettori molte domande in proposito. Oggi quindi vedremo quali sono i casi in cui nelle frasi relative è meglio usare il congiuntivo.
Buona lettura!
Prof. Anna
Le proposizioni relative sono frasi dipendenti introdotte da un pronome relativo (che, cui, il quale, di cui, in cui, ecc.).
Normalmente le proposizioni relative hanno il verbo all’indicativo: ho visto un film che non mi è piaciuto → il verbo della relativa è all’indicativo quando il fatto viene presentato come reale. Facciamo qualche altro esempio:
– Ho comprato il libro che mi hai consigliato.
– Gli ho restituito gli appunti che mi aveva prestato.
Il congiuntivo nelle frasi relative attribiusce alla frase una sfumatura finale, limitativa o consecutiva. Inoltre si usa il congiuntivo se la fase precedente alla relativa contiene un superlativo relativo o un pronome indefinito negativo.
• Valore finale
In questo caso la frase relativa ha una sfumatura finale, cioè indica un fine, uno scopo:
– cerco qualcuno che mi dia lezioni di inglese → cerco qualcuno affinché mi dia lezioni di inglese;
– prendo un taxi che mi porti alla stazione → chiamo un taxi affinché mi porti alla stazione.
• Valore limitativo
In questo genere di frasi il congiuntivo esprime un requisito o una limitazione relativamente all’oggetto desiderato.
Immaginiamo una frase nella quale il soggetto desideri qualcosa; se l’oggetto del desiderio è chiaro e il soggetto è sicuro di volerlo, la frase relativa avrà il modo indicativo e l’oggetto potrà essere preceduto da un articolo determinativo:
– Voglio comprare il vestito che ho visto ieri in quel negozio.
– Cerco il libro che stavi leggendo l’altro giorno.
Se invece il soggetto della frase desidera qualcosa, ma pone delle limitazioni, dei requisiti o delle condizioni, troveremo facilmente il congiuntivo. Se l’oggetto desiderato è un sostantivo spesso è preceduto dall’articolo indeterminativo:
– Voglio comprare un vestito che sia economico.
– Cerco un libro che sia avvincente e divertente allo stesso tempo.
In queste frasi il soggetto desidera qualcosa ma pone delle condizioni, delle limitazioni. Vediamo altri esempi:
– Possono iscriversi al primo anno tutti coloro che abbiano passato l’esame di ammissione (→ la condizione è quella di avere passato l’esame di ammissione).
– Cerchiamo giovani laureati che sappiano usare bene il computer (→ la condizione è sapere usare bene il computer).
• Valore consecutivo
In questo caso la frase relativa esprime una conseguenza:
– Questo non è un vestito che tu possa indossare (…fatto in modo tale che tu lo possa indossare).
– Non c’è gara che tu non possa vincere (…tale che tu non la possa vincere).
• Se nella frase precedente alla relativa c’è un superlativo relativo, la frase relativa avrà il congiuntivo:
– Marco è il ragazzo più simpatico che io conosca.
– Questa è la canzone più triste che io abbia mai sentito.
• Se nella frase precedente alla relativa c’è un pronome indefinito negativo (per esempio: niente, nessuno) la frase relativa avrà il congiuntivo:
-Tra i miei amici non c’è nessuno che si sia sposato;
– Non c’è niente che tu possa fare.
• Se la frase precedente introduce un paragone completato nella frase realativa:
– Sembra un bambino a cui abbiano tolto il gioco preferito;
• Se la frase relativa esprime un’ipotesi troveremo il congiuntivo imperfetto:
– C’è ancora del vino, per chi ne volesse.
Seleziona la risposta corretta fra le opzioni disponibili. Al termine premi il pulsante "Correggi esercizio": vedrai le risposte giuste evidenziate in verde e quelle sbagliate in rosso.
Ho sbagliato solo una ma devo studiare di più.
Anche io ho fatto un errore – la seconda frase. Mi sembra che nella seconda frase non sia il dubbio.????
Cara Helena, nella seconda frase c’è una condizione: “che abbiano compito 18 anni”.
Un saluto
Prof. Anna
Ho fatto tutto!!!
Ho fatto tutto!!! Grazie!
Grazie per -come sempre- l’ottima sintesi!
N°2 sbagliato,ma dopo un’oltra attenta lettura delle spiegazioni
si capisce perché.
ho fatto tutto bene!!!!!
ehehehe e ancora non lho visto con il mio professore!
benissimo!
Ottimo ripasso però manca l’esempio su cui io ho dei dubbi: a me viene da dire Pensavo che fosse il libro che lo interessasse di più. E’ sbagliato? non riesco a capire quale modo ci vada.
Caro Claudio, la frase che mi scrivi è corretta, in questo caso il congiuntivo conferisce una sfumatura ipotetica alla frase relativa.
Un saluto
Prof. Anna
Cara prof.ssa Anna,
Quwste volta ho scelte tutte le frase corette. Ho studiato lungo sul questo artocolo e come sempre trovo utile e mi piace e anche il mio dubbio su cui e ciò non esiste ancora di più.
Ha la parola “cioè” nella frase “In questo caso la frase relativo ha una sfumata, cioè indica” ecc. da fare con la paroula “ciò”? Io credo diu sdsi, ma come?
Con cordiali salutti dal Ollanda
Anita.
Cara Anita, la congiunzione “cioè” è formata da “ciò” + il verbo “è”.
Un saluto
Prof. Anna
Questo è il tipo di esercizi con cui si impara molto, cosi ho sbagliato una. Magari una prossima volta le faro tutti.
Grazie.
Caro Luis, fare solo un errore è già un ottimo risultato, complimenti!
A presto
Prof. Anna
E’ corretto dire: Pensavo che i libri che preferisse fossero quelli che parlassero di politica?
Cara Laura, in entrambe le frasi che mi scrivi è meglio usare l’imperfetto “preferiva”.
Un saluto
Prof. Anna
Gentilissima Professoressa Anna, vorrei segnalarLe un errore, certamente di battitura: “Le preposizioni relative sono frasi dipendenti introdotte da un pronome relativo (che, cui, il quale, di cui, in cui, ecc.). Normalmente le preposizioni relative hanno il verbo all’indicativo: ho visto un film che non mi è piaciuto…”
Un cordiale saluto.
Pavlina Todorova
Cara Pavlina, grazie per la segnalazione.
Un saluto
Prof. Anna
Cara prof.ssa Anna,
Volentieri Lei ringrazio per la sua risposta come sempre con salutti cordiali dal Ollanda
Anita
Cara prof.ssa Anna,
Imparo l’italiano e il suo sito mi è stato molto utile. Vorrei studiare di più su questo argometno, ma non ho riusito a trovere alcuni libri con spiegazioni ed esempi di questo tipo. Mi potrebbe Lei cosigliare qualche? La ringrazio molto.
Un cordiale saluto dalla Croazia
Nina
Cara prof.ssa. Anna,
Usando il congiuntivo in questa frase “Gianni è il solo che riesca a farmi ridere quando sono giù” ho capito che dalla norma grammaticale l’ho adoperato a causa del “superlativo relativo”. Se io l’avesse adoperata usando il presente indicativo (riesce) penso che si riuscirebbe a capirla meglio, però come possiamo capirla nel congiuntivo? Grazie ancora della gentilezza.
Caro Marcos, nella frase che mi scrivi non c’è un superlativo relativo, in questo caso infatti si può usare l’indicativo.
Un saluto
Prof. Anna
Dopo aver capito la regola l’esercizio in se riesco a svolgerlo bene !! Ma come faccio a renderle mie le regole e usarle nel mio modo di parlare? Mi sembra di ricordare sempre l’ultima regola imparata!!!!!
Cara Tiziana, vedrai che con l’esercizio e l’uso attivo della lingua, quindi con la conversazione, riuscirai a interiorizzare le regole, ci vuole un po’ di pazienza.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile Professoressa,
non capisco perchè numero 5 vuole il congiuntivo.
È un fatto,” nessuno c’è in classe che ha studiato”.
Grazie per una risposta.
Edeltraud
Gentile Professoressa,
ho trovato la soluzione! Ho riletto più attentamente le regole.
“nessuno c’è e non c’è niente” vuole il congiuntivo.
Un caro saluto,
Edeltraud
Esatto cara Edeltraud, la regola è proprio così.
A presto
Prof. Anna
Gentilissima Professoressa, ho seguito il suo consiglio e ho letto attentamente questo interessante articolo.
Le chiedo, come sempre, di aiutarmi a risolvere i miei dubbi.
La frase “sembra un bambino a cui abbiano tolto il gioco preferito” è corretta, ma se io introduco il verbo essere, le frasi che seguono sono corrette?
A) Sembra sia un bambino a cui abbiano tolto il gioco preferito
B) Sembra sia un bambino a cui hanno tolto il gioco preferito
C) Sembra sia un ragazzo che sappia il fatto suo
D) Sembra sia un ragazzo che sa il fatto suo
Grazieeee!
Buona giornata
Viv
Cara Viv, non è necessario il congiuntivo nelle frasi relative che mi scrivi.
Un saluto
Prof. Anna
buon giorno professoressa
il mio dubbio è nella frase “loro non sono persone che AMINO calcare grandi palcoscenici, in generale lavorano più volentieri dietro le quinte” l’uso del congiuntivo è corretto? E se no perché?
Grazie mille
Cara Pamela, il conguntivo in questo caso conferisce all’azione una sfumatura eventuale; sarebbe corretto però anche l’indicativo.
Un saluto
Prof. Anna
Salve di nuovo prof. Anna
un altro dubio.
Abbiamo lo frase “Ho tutto quello che un uome della mia eta possa desiderare”.
Perche bisogna usare il congiutivo?
Grazie tante!
Caro Nikos, l’uso del congiuntivo in questa frase ne sottolinea il valore eventuale, sarebbe corretto anche l’uso dell’indicativo “che un uomo della mia età può desiderare”.
Un saluto
Prof. Anna
Gentilissima Professoressa, mi sono imbattuta in una frase che mi ha generato confusione. Chiedo cortesemente il suo aiuto.
A) Se perdessi il portafogli non troverei nessuno che me lo restituirebbe/restituisca/restituisce.
B) Se perdessi il portafogli troverei qualcuno che me lo restituirebbe/restituisca/restituisce
Quali sono i modi verbali corretti?
Grazie mille e buona giornata.
Viv
Cara Viv, è corretto il condizionale.
A presto
Prof. Anna
Gentile Professoressa,
vorrei sapere la Sua opinione su queste due frasi apparentemente simili. 1)Perchè io debba soffrire così tanto? 2) Perchè anche loro debbano soffrire così?
Secondo Lei è giusto usare il congiuntivo in entrambi i casi? E per quale motivo?
La ringrazio anticipatamente!
Caro Giuseppe, non capisco in queste frasi l’uso del congiuntivo, userei invece l’indicativo: “perché devo soffrire così tanto?”; “perché loro devono soffrire così tanto”.
Un saluto
Prof. Anna
“in quanto condivido il tuo pensiero, mi sorprende trovare chi abbia compreso che sia come suddetto ! L’autore non avrebbe dovuto esprimersi con “ha compreso” al posto di “abbia compreso”? Non è una limitativa quel “abbia compreso”, per cui, secondo me, è sbagliata. Mi faccia luce.
Distinti saluti
RIco
Caro Rico, in realtà il congiuntivo non è scorretto, infatti diciamo che la caratteristica limitante, la condizione è il fatto di “aver compreso”, ma sarebbe corretto anche l’indicativo.
A presto
Prof. Anna
Zero errori!Grazie prof. Anna
“Da quando si è cominciato a leggerlo non c’è stata un’ epoca che/in cui non si sia confrontata con Il Principe”.
Dopo “epoca” non è più corretto il pronome relativo “in cui”? Si potrebbe utilizzare l’uno o l’altro senza commettere errore?
“non si sia confrontata”, il congiuntivo, in questo caso, esprime un valore consecutivo?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, dipende qual è il termine del confronto, visto che il participio è femminile ,”confrontata”, forse è riferito a “epoca” e quindi è “l’epoca che è stata confrontata”, in questo caso “che” è corretto.
Un saluto
Prof. Anna
“Da quando si è cominciato a leggerlo non c’è stata un’ epoca che/in cui non si sia confrontata con Il Principe”.
Dopo “epoca” non è più corretto il pronome relativo “in cui”? Si potrebbe utilizzare l’uno o l’altro senza commettere errore?
“non si sia confrontata”, il congiuntivo, in questo caso, esprime un valore consecutivo?
La sua risposta “Caro Rico, dipende qual è il termine del confronto, visto che il participio è femminile ,”confrontata”, forse è riferito a “epoca” e quindi è “l’epoca che è stata confrontata”, in questo caso “che” è corretto.”
Professoressa, come faccio a capire quando il pronome relativo “che” (al posto di “in cui”), come il caso di sopra, può seguire un valore temporale, come “epoca” (nella frase suesposta)?
“Epoca in cui non si sia confrontata”, il congiuntivo che valore ha?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, -che- in questa frase non ha un valore temporale, ma funge da complemento oggetto: non c’è stata epoca che (che sostiusce “epoca”) non sia stata confrontata (sia stata confrontata-cosa?- l’epoca); in questa frase relativa il congiuntivo ha un valore consecutivo: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=4895
Un saluto
Prof. Anna
‘Odio i cani che abbaiano’
Non sarebbe corretto usare il congiuntivo visto che è posta una limitazione-condizione? GRAZIE
Cara Anna, di solito si tratta di frasi in cui il soggetto vuole, desidera o cerca qualcosa: voglio un vestito che mi stia bene.
Un saluto
Prof. Anna
Gentilissima Professoressa,
chiedo il suo aiuto per sciogliere i dubbi riguardo alle seguenti frasi:
A) Spero di trovare qualcuno che sappia svolgere questo compito
B) Spero di trovare qualcuno che sa svolgere questo compito
L’indicativo “sa” della frase B ritengo sia scorretto, ma vorrei cortesemente il suo parere.
C)Sono contenta di sapere che sei guarita
D)Sono contenta di sapere che tu sia guarita
In questo caso C e D sono entrambe corrette o il verbo sapere esclude l’uso del congiuntivo?
Grazie mille della sua disponibilità.
Buon pomeriggio
Viv
Cara Viv, è corretto l’uso del congiuntivo nella frase A, l’indicativo è sicuramente meno indicato ma la frase non si può dire del tutto scorretta, C e D sono entrambe corrette, anche in questo caso non abbiamo regole precise per l’uso del congiuntivo, nel senso che in questa frase non è obbligatorio, ma se chi parla per motivi stilistici o per una propria sensibilità sente di volerlo usare non è scorretto.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile professoressa è corretta la frase:
Dicono che in ogni uomo, fin dalla nascita, c’è una parte femminile
Non è esatto, ne ha due
La ringrazio per il suo aiuto e le auguro una serena giornata
Caro Michele, si potrebbe usare il congiuntivo: “ci sia una parte femminile”.
Un saluto
Prof. Anna
gentie professoressa, volevo sapere che differenza passa tra queste 2 frasi: ” é i dolce piu buono che io abbia mai assaggiato ” e ” é il dolce piu buono che io non abbia mai asaggiato” quel mai e quel non cosa significano, non riesco a capire.. puo farmi degli esempi? grazie!
Cara Lisa, la frase con la negazione non ha senso, si dice: “è il dolce piu buono che io abbia mai assaggiato”.
Un saluto
Prof. Anna
gentile professoressa, si dice “Credo che abbia un fratello che lavora in banca” o “che lavori in banca”? E se sostituissi alla parola fratello la parola padre, come dovrei dire? Il dubbio è se considerare un fratello/padre reale oppure generico con caratteristica. Tipo “Non ho una penna che funzioni”; “Credo che abbia una penna che funzioni”; non riesco a capire. Grazie.
Cara Elisa, non è necessario usare il congiuntivo per il verbo “lavorare”, infatti il verbo “credere” regge il verbo “avere” (che giustamente è al congiuntivo), mentre “lavora” è il predicato della proposizione relativa introdotta da -che- e non è direttamente retto da “credere” (anche se ci fosse -padre-).
Un saluto
Prof. Anna
Buonasera Professoressa.
Gentilmente potrebbe indicarmi qual è l’uso corretto del congiuntivo nelle seguenti frasi?
A) Vorrei che un’amica mi dicesse la verità
B) Vorrei che un’amica mi dica la verità
C) Vorrei un’amica che mi dicesse la verità
D) Vorrei un’amica che mi dica la verità
Grazie mille
Viv
Cara Viv, sono corrette le frasi con il congiuntivo imperfetto.
Un saluto
Prof. Anna
Buongiorno, cara Anna!
È corretta la frase:
Esiste la gente che sappia coniugare i verbi al passato remoto.
Oppure è meglio dire:
Esiste qualche (una) gente che sappia coniugare i verbi al passato remoto.
Caro Sergio, io non metterei l’articolo davanti a “gente”: “esiste gente che…”, la seconda frase non è corretta.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, grazie mille per tutte le sue risposte!
Oh! A proposito, scusi cara Anna: perché in questo caso “gente” va senz’articolo?
Caro Sergio, l’articolo può essere omesso perché si parla di “gente” in senso generico, sarebbe come dire “esistono persone che sappiano coniugare i verbi”.
Un saluto
Prof. Anna
Salve Prof. Anna, oggi ho dei dubbi riguardanti questa frase: quando la frequantavo ho sempre pensato fosse strano che non mi avesse telefonato in una particolare occasione. dando per scontato che la principale è ho sempre pensato, vorrei che mi spiegasse che tipo di subordinate sono quelle successive alla principale e che cosa rapprensenta il quando la frequentavo. Che non mi avesse telefonato potrebbe essere la relativa alla principale? che fosse strano non riesco a capire che tipo di subordinata sia. Infine, vorrei proporle la medesima frase in altri due periodi: negli anni successivi ho continuato a pensare che fosse o fosse stato strano che non mi avesse chiamato in quella precisa occasione? Adesso penso ancora che fosse o fosse stato strano che non mi avesse chiamato in quell’occasione? uso sempre cong imperfetto o trapassato xkè mi riferisco ad un passato piuttosto remoto sennò direi penso sempre o ho sempre pensato che sia o che sia stato strano che non mi abbia chiamato quella volta? insomma, credo di essere migliorato, e forse dovrei affidarmi solamente ai suoi preziosi consigli, ma la confusione regna sempre sovrana nella mia mente!!.. Saluti!!!
Caro Stefano: -quando la frequentavo- (subordinata temporale di primo grado), -ho sempre pensato- (principale), – (che) fosse strano- (subordinata oggettiva di primo grado), -che non mi avesse telefonato in una particolare occasione- (subordinata soggettiva di secondo grado). Per quanto riguarda i tempi le subordinate sono tutte contemporanee (nel passato) alla principale (nel passato) tranne “che non mi avesse telefonato” che è anteriore, anche nel secondo caso “negli anni successivi ho continuato a pensare che fosse strano che non mi avesse chiamato”; nell’ultimo caso invece il tempo della reggente cambia e diventa presente (adesso penso) e quindi le subordinate saranno tutte anteriori rispetto a essa: “adesso penso che sia stato strano che non mi abbia chiamato quella volta”.
A presto
Prof. Anna
Vorrei sapere se è corretta una frase di questo tipo: se non avessi lei che mi difendesse e sostenesse, non so cosa farei.
Grazie
Cara Barbara, meglio scrivere: “se non avessi lei che mi difende e che mi sostiene, non so cosa farei”.
Un saluto
Prof. Anna
Buonasera Prof Anna, oggi vorrei sottoporre alla sua cortese attenzione il verbo vorrei, abbinato ad un verbo all’infinito, xkè ho dubbi riguardanti il congiuntivo da abbinare alla relativa Vorrei trovare una persona che mi capisca o che mi capisse? Vorrei vedere un film che parlasse o che parli di certe tematiche? Vorrei trovare una squadra che partecipi/partecipasse al campionato amatoriale. Vorrei conoscere delle persone che mi dicano/dicessero sempre la verità. Vorrei sentire che dica/dicesse che abbiamo ragione. Avrei bisogno di capire meglio quando usare uno o l’altro congiuntivo, magari basandomi sul discorso di un’ipotesi remota o plausibile, oppure se devo invece usare sempre il medesimo. trovo assai complicato capire questo discorso. La ringrazio e arrivederci.
Caro Stefano, in questi casi è corretto il congiuntivo presente, non è necessario il congiuntivo imperfetto perché il verbo al congiuntivo non è retto direttamente da “vorrei” (di solito il verbo che segue “vorrei che” è al congiuntivo imprefetto o trapassato) che invece in queste frasi regge l’infinito che lo segue. Spero di aver chiarito il tuo dubbio.
Un saluto
Prof. Anna
Molte grazie e molto chiaro, saluti!!
Buonasera Prof. Anna, stasera vorrei sottoporle una questione che non riesco proprio a capire perché sento sempre pareri discordanti… credo sia uno che dice o che dica la verita? credo sia uno che possa o può giocare meglio? non credo sia uno che possa o può fare tanti gol? insomma, frasi di questo tipo. La ringrazio e la saluto.
Caro Stefano, sono corrette sia le relative con l’indicativo, sia le relative con il congiuntivo, se usiamo il congiuntivo diamo una sfumatura di eventualità alla frase relativa, l’uso del congiuntivo non è tuttavia obbligatorio, come nel caso del verbo retto direttamente da “credere”.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Molte grazie e mi scusi se a volte mi ripeto con certe domande…Buona serata.
Mi scusi, dimenticavo: lo stesso discorso vale se invece di credo sia uno che etc etc dico credevo fosse uno che etc etc. Insomma va bene sia indicativo che congiuntiv? Saluti.
Caro Stefano, non userei il congiuntivo se non è necessario, quindi prediligerei in questo caso l’indicativo se non c’è l’esigenza di dare sfumature particolari (per esempio ipotetiche) alla frase.
A presto
Prof. Anna
Buonasera Prof Anna, grazie per le risposte sempre precisi e puntuali. Le chiedo solamente, per oggi, se c’è una regola precisa, magari dell’Accademia della Crusca, che regolamenta queste frasi. Insomma, al di là di sfumature etc etc. stando solamente al regolamento, tecnicamente è più corretto dire credo sia uno che dice o dica la verità? E, ancora, credo sia uno che lavora o lavori per il governo? La saluto e le auguro buona serata.
Caro Stefano, di norma in questo caso il congiuntivo non è necessario. Nelle proposizioni relative è possibile usarlo nei casi che sono elencati in questo articolo.
Un saluto
Prof. Anna
Molte grazie per i consigli e comunque io dico sempre credevo fosse uno che giocava bene o che avrebbe giocato bene se mi riferisco a un qualcosa che deve ancora accadere. Però faccio bene a usare il congiuntivo se dico: credevo ci fosse uno che giocasse bene o credevo ci fosse uno che mi spiasse, ovvero se non mi riferisco a nessuno come nel caso precedente? Arrivederci e grazie.
Caro Stefano, se il congiuntivo non è necessario, è meglio usare l’indicativo.
Un saluto
Prof. Anna
Buonasera a tutti chiedo una delucidazione : ma la frase ”chissà chi oltre me ora ti pensa ! ” è corretta o necessita del congiuntivo trasformando la frase in ” chissà chi oltre me ora ti pensi ! ” ? non riesco a capirlo da solo … Grazie .
Caro Franco, in questo caso il congiuntivo non è necessario.
A presto
Prof. Anna
Buonasera Prof Anna, nelle ultime risposta inerente al discorso sulle relative mi pare di aver capito che sia meglio utilizzare l’indicativo, tranne in certi casi che sono elencati in un articolo che si deve essere dimenticata di inserire nell’ultima risposta che mi aveva scritto. Oggi vorrei sapere solo questo: come mi ha detto, in certi casi di norma il congiuntivo nelle relative non è necessario, ma se lo utilizzo, dicendo ad es. credo sia uno che lavori per il governo o credo sia uno che dica bugie, è totalmente errato o ci può comunque stare,tenendo presente il fatto di voler dare alla frase una sfumatura totale di incertezza? La ringrazio per i consigli la costante attenzione e le auguro buona serata.
Caro Stefano, no, non è totalmente errato. Il congiuntivo nelle relative si usa nei casi elencati nell’articolo sotto cui stiamo scrivendo.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie per la risposta e non avevo capito che si riferissse alla pagina dove siamo!!… Io comunque mi riferisco sempre a relative dopo principale e subordinata oggettiva o soggettiva che sia, tipo credevo fosse uno che avesse o aveva mentito. Comunque ho capito che vanno bene entrambi, grazie e buona serata.
Salve Prof.Anna, sarebbe possibile sapere se ci può stare il congiuntivo se dico non ricordo quando avesse deciso di fare quella cosa scellerata? Mi riferisco ad un qualcosa di molto remoto, e vorrei sapere se anche riferendomi ad un qualcosa di 20 anni fa, ci può stare dire non ricordo quando abbia deciso di fare quella cosa scellerata. insomma, possono andare bene antrambe indifferentemente o è meglio una dell’altra o una o entrambe sono totalmente errate e ci va solo l’indicativo? Grazie e buona serata.
Caro Stefano, la frase introdotta da “quando” è un’interrogativa indiretta, per esprimere anteriorità rispetto alla reggente, che è al presente (non ricordo), è necessario usare il congiuntivo passato (abbia deciso). Per ripassare la concordanza dei tempi nelle interrogative indirette, ti consiglio questo articolo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2015/11/05/la-frase-complessa-le-interrogative-indirette-seconda-parte/
A presto
Prof. Anna
Secondo lei quale frase è più corretta: a)per non aver dimenticato che l’equilibrio di chi sta accanto al malato vale almeno metà della cura professionale e attenta offerta ai suoi pazienti, oppure b) per non aver dimenticato che l’equilibrio di chi sta accanto al malato valga almeno metà della cura professionale e attenta offerta ai suoi pazienti.
Cara Rosy, è corretta la prima frase che mi scrivi.
A presto
Prof. Anna
Grazie mille professoressa Anna
Ho un dubbio riguardo una frase: “nonostante la vita sia difficile, c’è sempre qualcosa che tu possa fare”. A me sembra sbagliata, a una mia amica no. Stando ai casi che Lei ha elencato nel post, questa frase dovrebbe rientrare tra quelle in cui il che ha un valore consecutivo (c’è sempre qualcosa tale che tu la possa fare), però a me suona comunque sbagliata. Inoltre ho notato che entrambi gli esempi presenti sono frasi negative (questo NON è un vestito che tu possa indossare; NON c’è gara che tu non possa vincere), e se traslate in frasi affermative, almeno a me, suonano sbagliate (questo è un vestito che tu possa indossare). C’entra qualcosa il fatto che “qualcosa” è un pronome indefinito?
Dopo aver scomodato varie altre terze persone non siamo giunti a una conclusione che ci soddisfi pienamente, confidiamo nel suo parere da esperta 🙂
Caro Fulvio, nella frase che mi scrivi il congiuntivo non è necessario, perché non si tratta di una consecutiva e il pronome indefinito non è negativo (in questo caso il congiuntivo sarebbe corretto), quindi sarebbe corretto usare l’indicativo.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile professoressa,
Ho un dubbio sulla seguente frase: “Pensavo ci fosse una differenza per chi disponesse/disponeva…”
È corretto usare l’indicativo o il congiuntivo? Può spiegarmi anche il perché?
Grazie per l’attenzione.
Caro Ragazzo, entrambi i modi sono corretti, se si usa il congiuntivo però si vuole dare un valore ipotetico alla frase.
Un saluto
Prof. Anna
Salve Prof.Anna, tempo fa mi disse che con non ricordo quando che riferito ad un passato anche molto remoto è meglio usare il congiuntivo passato. Lo stesso vale se dico non ricordo se tanto tempo fa abbia giocato bene o male? Pure io trovo più logico dire così. Se dicendo non ricordo se tanto tempo fa avesse giocato bene o male è totalmente scorretto o comunque accettabile. Inoltre, vorrei sapere se è più corretto non ricordo perché non voleva o non abbia voluto che parlassi? La ringrazio e la saluto.
Caro Stefano, dobbiamo sempre riferirci alle regole sulla concordanza dei tempi: abbiamo una principale con verbo al presente (non ricordo) e la subordinata esprime un’azione anteriore rispetto alla principale, in questo caso il verbo della subordinata deve essere coniugato al congiuntivo passato (abbia giocato) oppure se l’azione ha un valore durativo è possibile usare il congiuntivo imperfetto (giocasse), ma non è corretto il congiuntivo trapassato (avesse giocato). La frase introdotta da “perché” è un’interrogativa indiretta retta da “non ricordo” queste frasi possono avere sia l’indicativo sia il congiuntivo, quindi sono corrette entrambe: “non ricordo perché non voleva (o anche “ha voluto”) che parlassi”, “non ricordo perché non abbia voluto che parlassi”.
Un saluto
Prof. Anna
Saluti Prof. Anna, ho letto le sue spiegazioni sulle interrogative indirette andando anche sul sito che mi ha consigliato e solo ora ho chiaro cosa sia una interrogativa indiretta, ovvero una frase che è introdotta da come, dove, quando, etc. Vediamo ora, se ho capito, finalmente… se dico non ricordo quando, devo sempre usare il congiuntivo passato, anche se mi riferisco a un tempo molto remoto. Non ricordo quando abbia fatto quella cosa. Il problema che mi pongo, e che vorrei mi sciogliesse, è se mi riferisco a un periodo ulteriormente antecendente e dato che non si possono usare cong.imperfetto e trapassato non trovo altro che utilizzare sempre lo stesso cong. passato: Non ricordo quando abbia fatto quella cosa in quel determinato periodo e non ricordo quando abbia fatto quell’altra cosa nel periodo appena precedente. Per quanto riguarda invece non so se è più corretto non se se lui abbia fatto bene, ma è lecito pure dire non so se facesse bene, giusto? E anche qui riferendomi a un periodo ulteriormente antecedente dovrei dire ad es: mentre parlavamo quella sera non so se abbia fatto bene o se facesse bene a dire certe cose e non so se abbia fatto bene o se avesse fatto bene a dire quelle altre cose la sera precedente. Mi scuso se mi son dilungato espero di essermi spiegato decentemente. Cordiali saluti e grazie per i consigli.
Caro Stefano, premesso che è corretto usare anche l’indicativo, se dici “non ricordo” hai una reggente al presente, se vuoi che la dipendente esprima anteriorità rispetto alla reggente, dovrai usare o il congiuntivo passato o al limite il congiuntivo imperfetto se l’azione ha un aspetto durativo, stessa cosa vale per la frase retta da “non so” in quanto è una reggente al presente, non è corretto invece usare il congiuntivo trapassato. Puoi trovare tutte le informazioni sulla scelta del modo e del tempo verbale giusto nelle interrogative indirette in questo articolo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it
/benvenuti/2015/11/05/la-frase-complessa-le-interrogative-indirette-seconda-parte/
Vorrei precisare che le interrogative indirette non sono semplicemente frasi introdotte da “come, dove, quando”, ma devono dipendere da verbi che esprimono dubbio, incertezza, da verbi che esprimono una domanda, perché la funzione di questo tipo di frasi è esprimere una domanda o un dubbio in forma indiretta.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie per i consigli e i suggerimenti. A presto.
Mi scusi, ma in quali casi si usa il congiuntivo trapassato? Mi vengono in mente due casi, ma sul secondo mi dovrebbe dare conferma o smentita : anche se fosse stato presente poco avrebbe potuto fare; aldilà che fosse stato presente o meno nulla sarebbe cambiato. Buona serata.
Caro Stefano, il congiuntivo trapassato si usa quando nella reggente c’è un tempo al passato e la dipendente esprime anteriorità: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2015/11/05/la-frase-complessa-le-interrogative-indirette-seconda-parte/.
Un saluto
prof. Anna
Mi scusi Prof. Anna, già che ci sono vorrei che mi illuminasse su queste due frasi: non ricordo un periodo in cui abbia potuto fare tardi la sera. In questo caso ci starebbe anche dire in cui potessi fare tardi la sera? Non rimpiango il fatto che riuscivo sempre a cavarmela ma rimpiango il fatto che riuscivo sempre a mantenere serenità. In questo casi, invece ho il dubbio perchè mi riferisco a un qualc osa di certo, ma essendoci il fatto che non saprei se sia melgio indicativo o congiuntivo. Grazie ancora, buona serata e ai prossimi dubbi!!!
Caro Stefano, può essere corretto anche il congiuntivo imperfetto ma è possibile usare anche l’indicativo, mentre dopo l’espressione “il fatto che” non è obbligatorio usare il congiuntivo, ma è possibile usare anche l’indicativo, la scelta dipende soprattutto dal verbo della reggente, quindi in questo caso l’indicativo è corretto.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie per le risposte sempre precise e puntuali, solo che spesso ho difficoltà a fare capire quello che in realtà intendo. Saluti.
Gent.ma Prof. Anna.
Le chiedo un aiuto per dipanare dubbi circa il seguente periodo:
“I ricchi sono differenti da te e me – è una famosa osservazione presumibilmente fatta da F. S. Fitzgerald ad H. Hemingway, sebbene ciò che l’ha resa famosa o almeno ha reso famoso Hemingway per averla ripetuta, non sia stata l’osservazione in sè, ma la risposta di Hemingway.”
Mi corregga se sbaglio:
Il verbo della concessiva, introdotto da “sebbene”, dovrebbe essere “non sia stata”, mentre “ciò che l’ha reso famoso” dovrebbe essere il verbo della relativa.
Credo dunque che il primo vada al congiuntivo mentre il secondo all’indicativo.
Potebbe darmi conferma e soprattutto, nel caso fosse necessario, una alternativa migliore?
La ringrazio anticipatamente per il suo interessamento e La saluto cordialmente.
Micaela
Cara Micaela, la tua analisi è corretta, cambierei solo la punteggiatura (eliminado una virgola) e inserirei una parentesi per non rendere il periodo troppo pesante: “i ricchi sono differenti da te e me – è una famosa osservazione presumibilmente fatta da F. S. Fitzgerald ad H. Hemingway, sebbene ciò che l’ha resa famosa (o almeno ha reso famoso Hemingway per averla ripetuta) non sia stata l’osservazione in sè, ma la risposta di Hemingway”.
Un saluto
Prof. Anna
buongiorno!la proposta è giusta o la congiuntivo non è necessario grazie mille
Gentile prof.ssa Anna
Grazie per le sue lezioni , sono molto chiare ed aiutano molto a comprendere come funziona la lingua italiana, mi chiedevo se Lei abbia scritto un libro di grammatica italiana con esercizi e risposte che possiamo comprare?
Non sono italiana e sono autodidatta e cerco il suo metodo da tanti anni, mi può consigliare dove posso fare lezioni o dei libri che spiegano come fa Lei?
Grazie mille
Alba.
Cara Alba, posso consigliarti un libro molto chiaro e utile: zanichelli.it/ricerca/prodotti/grammatica-italiana-di-base-con-esercizi-di-autoverifica-ed-esercizi-online-di-ripasso.
A presto
Prof. Anna
Anche io ho sbagliato una, l’ultima frase
Illustrissima prof. Può,gentilmente controllare i congiuntivi in questa frase ho il dubbio su …dicano/dicono ….
la ringrazio in anticipo .
Spero abbiate trascorso un buon ferragosto…. pubblico in ritardo una mia considerazione sulla settimana appena passata ma che in verità abbraccia un pò tutte le settimane precedenti ed è questa :
Per via del mio problema alla gamba mi sono ritrovato spesso seduto in milonga ragion per cui ho ossevato con più attenzione alcune dinamiche. Ho notato che alla fine della tanda, le coppie si dicano qualcosa,ebbene sì ho “spiato” aguzzando le orecchie e ho sentito frasi del genere….
Prima situazione: “ma come sei bravo/a, si sente che balli da tanto tempo, sei un ballerino/a eccezionale”e così via….
Seconda situazione (la più rara): “stato piacevole ballare con te, mi è piaciuto, mi hai fatto sognare etc etc” . In entrambi i casi è chiaro che l’intento è quello di esprimere un compliment, ma io preferisco di gran lunga una delle due situazioni . Buona settimana ….
Caro Domenico, in questo caso è corretto l’indicativo “dicono”.
A presto
Prof. Anna
Profssa.Ana, gli esercizi riguardanti il congiuntivo nelle frasi relative, sono dei piu’ difficili. Stanno ben pensati per noi studenti. Sono compl.essi. Mi piaciono molto. Mille grazie per considerarmi in questo spazio. Sto leggendo di continuo ed eseguendo i dubbi di miei compagni. Sra. Bardi.
Divertente. Ho sbagliato solo la seconda frase.
Salve, vorrei un chiarimento.
Ascoltando una canzone mi è sorto un grandissimo dubbio: è corretto dire “so che ci conosciamo da poco, ma mi sembra che ti conosco da sempre”? Io avrei usato il congiuntivo ( […] Mi sembra che ti conosca da sempre).
Grazie
Cara Virgilia, infatti sarebbe necessario il congiuntivo, oppure l’infinito (essendoci identità di soggetto tra principale e subordinata) “mi sembra di conoscerti”.
Un saluto
Prof. Anna
UTILE.
Gentile professoressa,
ogni tanto quando si parla di congiuntivi mi attanagliano i dubbi e, in questo caso, ho pensato che chiedere a un’esperta fosse la soluzione migliore.
Tra le due, è preferibile: “Ero lì e ancora non sapevo con cosa avevo a che fare” oppure “Ero lì e ancora non sapevo con cosa avessi a che fare”?
Io, d’istinto, favorirei la prima; ma più cerco sostegno nella regola grammaticale meno mi sembra di trovare conferme.
La ringrazio in anticipo!
Cara C, sono corrette entrambe le soluzioni. Nelle interrogative indirette esplicite il verbo può essere all’indicativo, al congiuntivo. Per approfondire questo argomento, ti consiglio di leggere questo articolo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2015/11/05/la-frase-complessa-le-interrogative-indirette-seconda-parte/.
A presto
Prof. Anna
Buongiorno, ho un dubbio su questa frase: “Marco viene da me tutte le volte che io ho bisogno” o “Marco viene da me tutte le volte che che io abbia bisogno. ” Grazie!
Cara Lia, è corretto il primo periodo che mi scrivi.
A presto
Prof. Anna
cara prof Anna
ringrazio per la precedente cortese risposta.
Ho un’altro dubbio.
La frase :”allora capivo cosa significasse vivere su quell’isola…” è corretta?
oppure è meglio.” allora capivo cosa significava vivere …”
Grazie e cordiali saluti
Caro Gaincarlo, puoi usare l’indicativo.
Un saluto
Prof. Anna
Sono riuscita a fare l’esercizio senza alcun errore nonostante io sia rumena e soprattutto senza aver mai studiato l’italiano
Molto bene Gianina, ottimo risultato!
Se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
La ringrazio professoressa,certo non esiterò,un saluto anche a lei!
Buongiorno. Dall’inizio facevo 10-7 gli errori. Ieri ho fatto 6. Stamattina sono 2.
Vorrei imparare il congiuntivo. Per me, è un bel modo per capire il suo uso.
Grazie
Molto bene Anna, facendo esercizio si migliora sempre di più!
A presto
Prof. Anna
Teniamo a sottolineare come, proprio in ragione del robusto incremento della esposizione di firma, proprietà e dirigenza “hanno” ritenuto doveroso analizzare e stimare in modo ancora più meticoloso e approfondito le possibilità aziendali.
Cara Professoressa, il mio “hanno” è stato sostituito dal congiuntivo “abbiano”.
Le due forme sono a mio parere entrambe corrette, ma l’indicativo mi sembra più “forte” visto che la decisione è stata già presa.
Potrei conoscere il suo pensiero?
Grazie mille
Caro Ugo Cesare, la tua ipotesi è corretta, è corretto sia usare l’indicativo sia usare il congiuntivo. La scelta tra indicativo e congiunvo (nei casi in cui entrambi sono corretti) dipende anche dal contesto: si tende a usare il congiuntivo in situazioni formali, l’indicativo in situazioni informali.
A presto
Prof. Anna
Mi sembra di non aver sbagliato niente! Vero?
Cara Antonietta, se tutte le risposte sono diventate verdi, non hai sbagliato niente.
A presto
Prof. Anna
Buonasera,
dire ” te li sto inviando per avere una copia nel caso non avessi a disposizione il pc” è corretto.
Grazie
Laura
È corretto?
Cara Laura, il periodo che mi scrivi è corretto.
A presto
Prof. Anna
Dovevo ragionare, malgrado la scarsa lucidità mi rendesse le cose più complicate.
Uscire dal buco nero nel quale stavo precipitando.
Avevano indirizzato i loro volti, privi di tratti somatici, dalla nostra parte.
Cerca di prendere il bus, se continuasse a piovere.
E se lo avessi capito sin da subito mi sarei risparmiata di scappare.
Dal momento che sarei rimasta chiusa nella stanza, il tempo sarebbe scorso.
Cara prof. Anna spero di non aver fatto degli errori in queste frasi.
Attendo sua risposta.Grazie
Cara Tonia, ecco le mie correzioni: “se continua a piovere, cerca di prendere il bus”, “il tempo sarebbe trascorso”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara prof.Anna ho alcuni dubbi:
Quelle parole bastarono per farmi ritornare le lacrime agli occhi o a farmi ritornare…
Era un uomo del quale innamorarsi.
Se stavolta l’avessi/l’avrei davvero deluso?
Mi chiedevo quale condanna gli fosse/sarebbe toccata.
Lo avrebbero condannato con la stessa accusa che avrebbero dato a suo padre.
Nessuno avrebbe taciuto sulla/ alla violenza di un cane.
Ebbi la sensazione che ero /fossi arrivata in ritardo.
Restò in piedi, ciondolante, per mezzo secondo durante il quale la faccia gli si rigava di lacrime.
Mi ero abbandonata alle cure dispensate dalle sue doti mediche.
La supervisione sotto la quale ero vissuta…
Stavo per scagliarmici direttamente contro.
Saluti.
Susy.
Cara Susy, ecco le tue frasi corrette: “quelle parole bastarono per farmi ritornare le lacrime agli occhi”; “era un uomo del quale (di cui) innamorarsi”; “se stavolta l’avessi davvero deluso?”; “mi chiedevo quale condanna gli fosse/sarebbe toccata (corrette entrambe, il congiuntivo imperfetto esprime contemporaneità, il condizionale passato esprime posteriorità); “lo avrebbero condannato con la stessa accusa che avrebbero dato a suo padre”; “nessuno avrebbe taciuto sulla violenza di un cane”; “ebbi la sensazione di essere arrivata in ritardo; “restò in piedi, ciondolante, per mezzo secondo, durante il quale la faccia gli si rigò di lacrime; “mi ero abbandonata alle cure dispensate dalle sue doti mediche; “la supervisione sotto la quale ero vissuta”; “stavo per scagliarmici direttamente contro”.
Un saluto
Prof. Anna
Salve prof.ssa Anna!
Nella seguente frase qual è la forma giusta?
“Quest’avventura sembra un film la cui fine non arriva/i mai.” Arriva o arrivi, oppure entrambi? E perché?
Grazie!
Caro Doxos, è corretta la frase con l’indicativo.
Un saluto
Prof. Anna