Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, oggi vedremo quali sono gli usi dell’infinito, semplice e composto.
Buona lettura!
Prof. Anna
L’infinito è un modo indefinito, come lo sono il participio e il gerundio, questo significa che non definiscono la persona a cui si riferiscono. L’infinito esprime l’azione del verbo in maniera generica e indeterminata.
FORMAZIONE DELL’INFINITO SEMPLICE E COMPOSTO
Coma già sappiamo, i verbi italiani si suddividono in base alle desidenze dell’infinito semplice: –are (andare); –ere (sapere); ire (aprire); l’infinito composto (o passato) si forma con l’infinito dell’ausiliare del verbo + il participio passato del verbo.
Vediamo la seguente tabella:
infinito presente (semplice) | infinito passato (composto) | |
con l’ausiliare "avere" | cantare | avere cantato |
con l’ausiliare "essere" | partire | essere partito |
USI DELL’INFINITO SEMPLICE
• Usi dell’infinito semplice in frasi indipendenti
→ al posto dell’imperativo per esprimere un comando (o un divieto) rivolto indistintamente a tutti, per questo motivo si trova nei cartelli esposti al pubblico: "non fumare" o nelle istruzioni: "aggiungere due etti di zucchero";
→ in frasi interrogative o esclamative, per esprimere un dubbio: "che fare?", contrarietà: "io prendere ordini da lui?" o desiderio: "ah, riuscire a vederla di nuovo!";
→ nelle narrazioni, preceduto dall’avverbio "ecco", per mettere in risalto l’azione: "ecco arrivare Marco sulla sua nuova moto!".
• Usi dell’infinito in proposizioni subordinate
Molte frasi subordinate, nella forma implicita, hanno il verbo all’infinito, presente o passato. Le subordinate implicite costruite con il verbo all’infinito, ma anche al participio o al gerundio, hanno normalmente lo stesso soggetto della frase principale.
Generalmente l’infinito presente indica una relazione di contemporaneità o posteriorità con il verbo della principale: "credo di avere ragione"; mentre l’infinito passato indica una relazione di anteriorità rispetto alla principale: "credo (oggi) di aver avuto ragione (in passato)".
Vediamo insieme i tipi di subordinate con il verbo all’infinito presente o passato:
→ l’infinito ricorre molto spesso dopo un verbo modale senza una preposizione: devo preparare la cena; mentre i verbi non modali reggono in genere una preposizione prima del verbo all’infinito;
→ oggettive: pensa di lavorare troppo;
→ soggettive: mi sembra di essere onesto;
→ dichiarative: il problema è questo: ridurre la spesa pubblica;
→ interrogative indirette: non so che cosa mangiare;
→ causali: si è sentito male per aver mangiato troppo;
→ finali: dovrai impegnarti per ottenere buoni risultati;
→ consecutive: ho studiato talmente tanto da non riuscire più a tenere gli occhi aperti;
→ ipotetiche: a + infinito nelle frasi ipotetiche ⇒ ad avere tempo, andrei al cinema (= se avessi tempo, andrei al cinema); a saperlo prima, non avrei fatto quello che ho fatto (= se lo avessi saputo prima, non avrei fatto quello che ho fatto); questa costruzione viene usata soprattutto nelle frasi enfatiche, esclamative e colloquiali;
→ concessive: per avere cinque anni, sa esprimersi molto bene (= sebbene abbia cinque anni, sa esprimersi molto bene);
→ temporali: riposati, prima di partire;
→ avversative: invece di studiare, guarda la TV;
→ comparative: preferisco venire con te, piuttosto che andare con loro;
→ eccettuative: sono disposto a tutto, tranne che a lavorare;
→ esclusive: si è alzata da tavola senza aver finito di mangiare;
→ limitative: a parlare sono bravo, ma non a scrivere;
→ relative: ho trovato una persona a cui vendere la macchina.
L’infinito composto si trova spesso in proposizioni temporali o causali, introdotte da dopo o per:
– dopo aver finito i compiti, vengo da te;
– Luca stato espulso, per essersi comportato male.
• L’infinito in funzione di sostantivo
L’infinito, oltre che svolgere una funzione verbale, può essere utilizzato come sostantivo, facendolo precedere dall’articolo determinativo, che a volte però è assente: "il correre giova alla salute = correre giova alla salute" (correre = sostantivo e funge da soggetto di giovare); "il bere alcol fa male alla salute = bere alcol fa male alla salute" (bere = sostantivo e soggetto di fa male).
Gentilissima Professoressa Anna,
La pregherei di farmi aiutare per quanto riguarda l’analisi logica della Sua frase “Il bere alcol fa male alla salute” (va bene anche solo “Bere alcool…”?):
– fa = predicato verbale
– il bere = soggetto
– alcool = complemento oggetto
– male = complemente predicativo del soggetto
– alla salute = complemento di termine.
Con gratitudine,
Pavlina Todorova
Cara prof.ssa Anna,
Dopo aver latto questa leziona una volta, ho fatto solo la7° frasa scorretta e se avessi più attenta, mi non avessi sbagliato, ma ne mi ho aiutato di aver fatto il resto corretto. La10° frasa è unabella trappola, ma ero veramenta attenta. La 4° frase ho fatto corretta, perchè un uomo dice:”mi lavoro stanco” e una donnaa dice:” mi lagoro stanca”. Vorrei sapere,o ho raggione. La significa della frase:” Ho trovato una persona a cui vendere la mia macchina”, mi e chiara, ma mi sono confusa fra le parole “ciu” e “ciò” in quelli casi devo usare l’una o l’altra parola, anche se ho studiato questa lezione. Andrò alla scorsa lessione per rispondere le questione e poi tornerò per leggere questo lezione ancora bene.
Salutti cordiali dal Ollanda
Anita
Cara Anita, “cui” è un pronome relativo, è invariabile e si usa soltanto come complemento indiretto, preceduto da una preposizione (a cui, in cui, da cui ecc.), per ripassare l’uso di “cui” ti consiglio di leggere l’articolo “i pronomi relativi”; mentre “ciò” è un pronome dimostrativo e significa “questa cosa” “quella cosa”, è invariabile, può essere usato sia come soggetto (ciò che dici è interessante) sia come complemento (di ciò parleremo la prossima volta). Spero di aver chiarito i tuoi dubbi.
Un saluto
Prof. Anna
Salve, ho bisogno del suo aiuto per revisionare un testo. Grazie mille.
Caro David, se vuoi puoi sottopomi qui le frasi che ti creano più incertezze.
A presto
Prof. Anna
Le frase parlano per loro stesse. Non e difficile e si sente quale frase e la frase coretta. Mi sono solo sbagliata con il numero 9.
Grazie Prof. Anna
Molto bene Maria, continua così!
Un saluto
Prof. Anna
Ho fatto solo un errore – sulla 10
Come è stato scritto – a scrivere sono brava, ma non a parlare. Pazienza
Cara Helena, mi sembra che tu abbia fatto un buon lavoro, vedrai che se ti eserciti nella conversazione migliorerai presto anche nel parlato.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Prof.Anna,
Credo che ci sia stata una distrazione nell|affermazione sull|uso dell|infinito in proposizioni subordinte:”Generalmente l|infinito presente indica una relazione di contemporaneità o posteriorità… mentre l|infinito passato indica una relazione di POSTERIORITÀ..(Credo che qui sia ANTERIORITÀ).
Tanti saluti.
Claudio
Caro Claudio, hai ragione, correggo subito, grazie per la segnalazione.
A presto
Prof. Anna
Grazie che ci aiutate, vorrei sapere se esista la possibilità di trovare tanti test su cui esercitarsi di più. Ritengo che in un certo livello sarebbe utile
Cara Aurora, in questo blog ci sono vari esercizi su diversi argomenti, li puoi trovare selezionando la categoria “test”, sotto “Argomenti” sulla tua destra nella pagina del sito.
Un saluto
Prof. Anna
Buongiorno Prof. Anna,
Prima di tutto vorrei ringraziarLa per questo sito che e` molto utile per tutti gli appassionati della lingua italiana.
La mia domanda e` questa: qual’e` frasa corretta-
1.Ho pregato di non disturbarmi
oppure
2.Ho pregato di non essere disturbata.
Grazie in anticipo
Tanti saluti
Natalia.
Cara Natalia, le frasi che mi scrivi sono entrambe corrette, la differenza è che la prima è attiva, mentre la seconda è passiva.
Un saluto
Prof. Anna
Gentilissima Professoressa Anna,
In merito all’analisi logica della preposizione “Il bere alcol fa male alla salute”, ritengo forse è più giusto in questo modo:
. (il) bere = sogg.
. (dell’)alcol = compl. di specif.
. fa = pred.verb.
. male = compl. pred. del sogg.
. alla salute = compl. di term.
Oppure sono completamente in errore?
Grazie in anticipo per la Sua risposta.
Pavlina Todorova
Cara Pavlina:
– il bere alcol = soggetto
– fa = predicato verbale
– male = compl. di modo
– alla salute = compl. di termine
A presto
Prof. Anna
Buongiorno Professoressa
nella frase
E vietato fumare
il soggetto è FUMARE ( VERBO SOSTANTIVATO?
E nella frase
Nella vita è impossibile fare sempre ciò che si vuole
il soggetto è sempre FARE?
Cara Madia, non si tratta di un infinito sostantivato, ma del predicato di una proposizione soggettiva, questo tipo di proposizioni svolgono la funzione di soggetto della reggente: “è vietato”: proposizione principale; “fumare” proposizione subordinata soggettiva, “nella vita è impossibile”: proposizione principale, “fare sempre ciò”: proposizione subordinata soggettiva.
Un saluto
Prof. Anna
cara prof., non riesco a trovare alcuna regola che spieghi l’uso delle preposizioni “a” e “di” nell’introduzione del verbo all’infinito. faccio un esempio: vado a mangiare ora; penso di mangiare più tardi. – perché in certi casi si usa “di” e in altri “a”?
Cara Elena, purtroppo non c’è una regola, ogni verbo regge la sua preposizione quando è seguito da infinito (pensare a, finire di, ecc.), ti consiglio di leggere un articolo sul blog proprio su questo argomento, per trovare l’articolo inserisci il titolo “l’uso delle preposizioni prima di un verbo all’infinito” nella finestrina “search” in basso a destra della pagina.
A presto
Prof. Anna
Cara Prof.ssa Anna,
Grazie mille per la sua spiegazione. In ogni caso, mi e piu chiara come si usare la parola “cui” ma trovo ancore nessecario per studiarle. Cercerò i siti.
Anche vorrei sapere, oppure la frase “lavoro mi atanca” anche si possa coniu,ngare in ” ho lavorato mi stanca” ed si possa acnhe dire” cerco mi stufa” ecc.
Anche vorrei raccontrarLei che succede con la Stazione Centrale di Rotterdam. Negli recenti anni questa stazione viene riconstrutto in una stazione ultra grande e moderne. Ho quella storia in preparazione, quella trovo troppo grande per farne in un commento.
Con salutti cordiali dal Ollanda
Anita
Cara Anita, la frase “lavoro mi stanca” non è corretta, è corretta invece “lavorare mi stanca”.
A presto
Prof. Anna
QUESTO E BUONO PER FARE IL RIPASSO..
TANTE GRAZIE
Cara prof.ssa Anna,
Prima mlei congratulazkoni con il Papa Francesco a Lei e ognuno.
Mi è stato l’ uno e l’atro che Lei mi ha spiegato chiara e per la aecurità ne studio ancore.
La citazione Ludwig Wittgenstein (1889 -1951), mi ha portato in confussione e ne ho studiato lungo su.
A proposito; ho visto ancora il sito della “Frecca Rossa” e anche ho letto sulla “Frecca Roasa 1000”, che raggiungerà una velocità di 400 chilometri per ora. Sono impressionata. Credo che scriverò la storia mia sulla Atazione Centrale al indirizzo di email che sta negli contatti del blog alla cortesa attenzione a Lei e spero che Lei receverà.
Con cordiali salutti dal Ollanda
Anita
sono veramente soddisfatta perché ho fatto tutte le risposte correttamente e voglio dirle che gli esercizi proposti da lei mi hanno aiutato molto a capire meglior la lingua italiana.- La ringrazio professora Ana perché quando viaggerò fra poco a Italia, mi sentiró piu segura per parlare e scrivere.-
Molto bene Marta, continua così!
Un saluto
Prof. Anna
Ciao, Marta. Possiamo darci del tu? Sei per caso brasiliana? Di dove? Cari saluti, Tadeu
Gentile professoressa, volevo chiederLe come vadano analizzati gli infiniti nell’analisi logica della proposizione: come predicati verbali o come complementi? Ad es.: “Studio per migliorare”, “per migliorare” è pred. verb. o compl. di fine? Grazie mille!
Cara Eleonore, l’infinito è un modo verbale, quindi “per migliorare” è una proposizione finale.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Prof.Anna vorrei solo chiederti che modo è in una frase il verbo in cui poni un divieto
scusa per avertelo scritto in festività
ciaoooo
Buona sera, prof.!
Perchè le queste frasi sono incorrette?
* Le presento il dottore Dolci.
* Gli spaghetti sono buone.
* Buonanotte, signore, come va?
* Scusi, qual è il tuo numero di telefono?
Grazie mille.
Cara Karla, ti correggo le frasi: 1. Le presento il dottor Dolci; 2. Gli spaghetti sono buoni (l’aggettivo “buoni” deve concordare con il nome “spagetti” quindi maschile plurale); 3. Buonasera Signore, come va? (“buonanotte” si usa quando si va a dormire); 4. Scusi, qual è il suo numero di telefono? (“scusi” è formale, quindi dobbiamo usare la terza persona “suo” e non “tuo”).
A presto
Prof. Anna
Ciao, Karla. Posso darti del tu? Posso capire i tuoi errori perché sono errori comuni fra i brasiliani che studiano la bella lingua italiana. Di dove sei? Cari saluti, Tadeu
Buongiorno, cara Prof. Anna! La Vorrei pregare di aiutarmi un attimo con l’infinito in funzione di sostantivo. Ho due domande. 1) “il correre giova alla salute = correre giova alla salute” – non c’è nessuna differenza tra le due frasi o l’articolo determinativo ha qualche funzione speciale?
2) Si può usare come sostantivo anche l’infinito passato e in questo caso ci vuole l’articolo?
Per esempio: “Aver ottenuto una buona educazione contribuisce alla carriera = L’aver ottenuto una buona educazione contribuisce alla carriera” – entrambe vanno bene?
Moltissime grazie in anticipo!
Cara Daria, non c’è alcuna differenza di significato tra la frase con l’articolo e quella senza; si può usare anche l’infinito passato, sia con l’articolo sia senza articolo.
Un saluto
Prof. Anna
Anche qua
Abbiamo la frase “Luca ha scritto di essersi portato la mia maglia di sport a casa”
Non riesco a capire quel “essersi portato”—-E infinito passato del portarsi? Perche e rifflesivo in questo caso il verbo “portare”?
Scusi il disturbo ma non ho un altro che mi puo (o forse possa???) aiutare.
Grazie di nuovo.
Caro Nokos, “portarsi” (forma pronominale) significa “portare con sé”, “essersi portato” è infinito passato perché la frase è al passato e dopo “di” ci vuole l’infinito.
A presto
Prof. Anna
“Non pensavo che sarei arrivato in finale”. “Non pensavo di arrivare in finale”. In questo caso, qual è la forma più corretta da usare dato il soggetto uguale della principale e della subordinata nella stessa frase?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, sono corrette entrambe le forme.
Un saluto
Prof. Anna
“Per poter sostenere questa verifica deve fare…”. Si possono utilizzare due verbi all’infinito?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, la frase è corretta.
Un saluto
Prof.. Anna
“Luca è stato espulso, per essersi comportato male”. L’inversione subordinata-principale è corretta “per essersi comportato male, Luca è stato espulso”?
“Luca è stato espulso, perché si è comportato male”. E’ più corretta la forma implicita o esplicita?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, sono corrette tutte le frasi che mi scrivi.
Un saluto
Prof. Anna
Cara prof.ssa Anna, può aiutarmi con l’analisi logica di questa frase?
ho detto ai miei amici di venire a cena a casa nostra
io = sog. sott.
ho detto = pred. verb.
ai miei amici = comp. di term.
di venire a cena = pred. verb.
a casa nostra = comp. di moto a luogo + attr.
la ringrazio
cordiali saluti
Carlo
Caro Carlo, è tutto corretto, tranne -a cena- che è un complemento di fine.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile professoressa,
nelle seguenti frasi qual’é la concordanza corretta?
Una volta possedere un’auto veniva considerato/a un bene di lusso.
Il fatto di conoscere quella persona era reputato/a una fortuna.
Le persone che frequenti sono tutte/i degli uomini.
Il mio problema é che in questi esempi non mi é molto chiaro quale sia il soggetto.
Buona serata
Guido
Caro Guido, le frasi corrette sono: “una volta possedere un’auto era considerato un bene di lusso”; “il fatto di conoscere quella persona era reputata una fortuna” e “le persone che frequenti sono tutti degli uomini”.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile professoressa,
volevo chiedere se posso dire: “credo che io sia bella”, oppure è corretto solo: ” credo di essere bella”.
Grazie in anticipo per la Sua risposta!
Cordiali saluti
Adela
Cara Adela, sono corrette entrambe le frasi, ma è più comune usare la forma implicita (credo di essere belle) quando c’è lo stesso soggetto sia nella principale sia nella subordinata (in qusto caso “io”).
A presto
Prof. Anna
Buongiorno Prof.ssa.
Puo’ aiutarmi nell’analisi logica di queste frasi?
1) Ho studiato tanto per poter ottenere il diploma
Io :soggetto sottinteso
Ho studiato: pred.verbale
Tanto: attributo
per poter ottenere il diploma: e’ complemento di fine?
2) Nonostante le molteplici spese da sostenere, questo mese ho potuto risparmiare del denaro
Nonostante le molteplici spese: compl.concessivo con attributo
da sostenere: complemento di fine o pred.verbale????
questo mese: complemento di tempo determinato
io: soggetto sottinteso
ho potuto risparmiare: pred.verbale
del denaro: compl.oggetto partitivo
Attendo Suo cortese riscontro
Cara Madia, si tratta di due frasi in quanto due sono i verbi (ho studiato- ottenere) quindi non si tratta di un complemento ma di un’intera frase che dovrai a sua volta analizzare separatamente, stessa cosa vale per il punto 2, ci sono due verbi (sostenere-ho potuto risparmiare), prova ad analizzarle separatamente.
Un saluto
Prof. Anna
Buongiorno Prof.ssa.
Puo’ aiutarmi nell’analisi logica di queste frasi?
1) Ho studiato tanto per poter ottenere il diploma
Io :soggetto sottinteso
Ho studiato: pred.verbale
Tanto: COMPLEMENTO DI QUANTITA’
per poter ottenere il diploma: e’ complemento di fine?
2) Nonostante le molteplici spese da sostenere, questo mese ho potuto risparmiare del denaro
Nonostante le molteplici spese: compl.concessivo con attributo
da sostenere: complemento di fine o pred.verbale????
questo mese: complemento di tempo determinato
io: soggetto sottinteso
ho potuto risparmiare: pred.verbale
del denaro: compl.oggetto partitivo
“Vedrai che lui vorrebbe venire anche domani” oppure “VEdrai che lui vorrà venire anche domani”.. Mi hanno detto che la prima è sbagliata. Perché ? non si può usare il condizionale nel futuro? Grazie mille
Cara Claudine, in questo caso il condizionale non è corretto, il verbo reggente è al futuro (vedrai) e quindi il verbo della subordinata può essere o al futuro indicativo o al presente indicativo.
Un saluto
Prof. Anna
Buongiorno Prof.Anna
Mi aiuti per favore in merito all’analisi logica, come mi ha risposto al punto 49.
Io sogg.sott
Ho studiato pred verbale
tanto compl.di quantita
per poter ottenere ….
il diploma c.oggetto
Io so che un complemento di fine puo’ essere rappresentato da una proposizione finale…..
Attendo suo riscontro con l’analisi delle due frasi di cui al punto 48….Grazie.Saluti
Cara Madia, poichè si tratta di analisi logica e non di analisi del periodo, bisogna tenere conto che ci troviamo davanti a due frasi e quindi due predicati verbali, “per poter ottenere” è appunto il predicato verbale della seconda frase.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie mille Prof.Anna
Inizialmente ero sulla buona strada, ma, dopo vari “sondaggi” su internet…ho iniziato a confondermi..Ma ne approfitto per un’ulteriore quesito…L’analisi logica della frase STUDIO PER LAUREARMI
IO sogg.sottinteso
STUDIO PER LAUREARMI predicato verbale
(sebbene quel PER LAUREARMI sia una proposizione finale…)
Giusto?
Cara Madia, anche in questo caso le frasi sono due: -io studio-, -per laurearmi-, quindi due saranno i predicati verbali.
Un saluto
Prof. Anna
ERRORE DI BATTITURA
UN ULTERIORE QUESITO…
Buonasera. Nella frase ”Sono troppo stanco per uscire’. La subordinata ha valore consecutivo? Grazie, saluti.
Cara Agata, la tua ipotesi è corretta.
A presto
Prof. Anna
Gentilissima professoressa,
vorrei un parere su questa frase:
“Marco ha fatto un grave danno otturando la doccia, ora dobbiamo chiamare l’idraulico”;
“otturando la doccia” è?
io ho risposto che essendo un gerundio, si sta considerando una subordinata implicita e per capirne la tipologia, è necessario renderla implicita, assumendo così valore causale;
Marco ha fatto (causato) un grave danno, a causa del fatto che o poichè o dato che, ha otturato la doccia,
mentre mi è stato detto che la proposizione “otturando la doccia” è un complemento di modo.
Chi ha ragione?
grazie
Caro Francesco Flavio, una proposizione non può essere un complemento, e questo è il primo motivo per il quale l’ipotesi che ti hanno proposto non può essere corretta, può introdurre però una frase dal valore modale e in questa frase potrebbe essere possibile perché esprime in che modo “Marco ha fatto un grave danno”, ma non può essere un complemento di modo. La tua ipotesi è comunque corretta, perché rendendo esplicita la frase col gerundio, si può avere una frase con valore causale. Quindi, ricapitolando, è possibile che il gerundio abbia sia un valore modale che causale.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile Prof,
devo trasformare delle relative implicite in esplicite, il dubbio è: nella trasformazione il soggetto può cambiare o deve rimanere lo stesso?
esempi:
1) Le scarpe appena comprate mi fanno male IMPLICITA
ESPLICITA
a) Le scarpe che sono state comprate mi fanno…(qui il soggetto scarpe resta lo stesso)
b)Le scarpe che ho comprato mi fanno..(cambia il soggetto, sono io che ho comprato).
Vanno bene entrambe come esplicite o no? idem per la frase 2
2) é un film da non perdere dal momento che ne sento parlare da mesi
a) è un film che non può essere perso (stesso soggetto)
b) è un film che non si può perdere/ che non posso perdere (cambi di soggetto)
grazie mille!
Alessandra
Cara Alessandra, le frasi che mi scrivi sono corrette.
A presto
Prof. Anna
Mi piacciono molto le Sue lezioni, professoressa, Anna. Vorrei ringraziarLa e inviarLe tantissimi saluti dal Brasile. Tadeu Pozzato
Caro Tadeu, grazie per il tuo messaggio e un saluto anche da parte mia.
A presto
Prof. Anna
Gentile prof Anna, nell’ analisi logica della frase “Io studio per migliorare” :
Io = soggetto
studio = pred. verb.
per = ?
migliorare = pred. verb.
Quando si trova un verbo all’infinito la preposizione che lo precede cos’è? Oppure “per migliorare” è considerato complemento di specificazione?
Caro Giuseppe, “per migliorare” è predicato verbale.
Un saluto
Prof. Anna
salve prof ana la frase ( Maria ha preso una multa, per aver superato i limiti di velocità. )
se diço in altro modo ( Maria ha preso una multa, perçhe aveva superato i limiti di velocità.) e giusto lo stesso?
Caro Angelos, entrambi i periodi che mi scrivi sono corretti (attenzione, si scrive “perché”).
A presto
Prof. Anna
Gentile prof.ssa,
Quando si presenta la formazione dei tempi composti è più corretto dire che:
1- il passato prossimo è costituito da un soggetto+ ausiliare essere o avere+ participio passato del verbo
oppure
2- il passato prossimo è costituito da un soggetto + l’infinito passato del verbo?
Cari saluti
Cara Silvana, è corretta la prima ipotesi che mi proponi.
A presto
Prof. Anna
Molto bene e una buona causa di fare questi corsi per auitarnos.
Caro Lesline, benvenuto su Intercultura blog, se hai dubbi o domande non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
Scusi professoressa l’infinito di un verbo può essere nell’analisi logica un complemento? Per es
Tu = soggetto sottinteso
hai pensato =pred verbo
Di mangiare= compl oggetto
Velocemente= compl di modo
Grazie
Cara Pina98, non si tratta di un complemento ma di una frase, quindi devi analizzare due frasi (1-tu hai pensato, 2-di mangiare velocemente), la 1 è la reggente, la 2 è la subordinata oggettiva (che ha funzione di complmento oggetto) implicita (ovvero col verbo all’infinito), quindi “di mangiare”, in analisi logica, è predicato verbale.
A presto
Prof. Anna
Bravissimo
È un fenomeno Delle grandi città.mentre cammini per strada la sera,avvicinarti e chiederti soldi.(potremo dirlo così)o è un fenomeno Delle grandi città.camminare per strada la sera e avvicinarlo per chiederlo soldi…
Caro Giorgio, il periodo che mi scrivi non è corretto, non si capisce bene chi sono i soggetti dei diversi verbi, ad esempio chi è che si avvicina e chiede soldi? Prova a riscrivere il periodo facendo più chiarezza sui soggetti.
A presto
Prof. Anna
È un fenomeno delle grande cittá. Camminare per strada e lo avvicinino per chiedergli soldi
Oppure in generale.. è un fenomeno Delle grandi città…camminare per strada e chiedere soldi (da qualcuno)
Caro Giorgio, ti consiglio di scrivere la frase in questo modo: “nelle grandi città accade spesso di vedere persone che chiedono soldi (a qualcuno e non da qualcuno) per strada”.
Un saluto
Prof. Anna
Caro Giorgio, il periodo non è corretto. Per prima cosa è necessario dire “grandi città”, sintatticamente il periodo non è coerente: non è chiara la funzione della frase col verbo all’infinito (camminare), non è chiaro a chi si riferisce il pronome “lo”.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie di aver accettato di incontrarmi.possiamo dirlo così;;
Caro Cristos, il periodo che mi scrivi è corretto.
A presto
Prof. Anna
Quando mi esprimo in questo modo questo aver accettato dove si rivolge;forse in generale;se voglio formulare questa frase rivolgendomi a una persona concreta come tu o voi come la scrivo;
Caro Cristos, puoi dire: “ti ringrazio di aver accettato di incontrarmi” o “vi ringrazio di aver accettato di incontrarmi”.
Un saluto
Prof. Anna
Questo pronome (mi )può essere attaccato anche dopo avere; come ti ringrazio di avermi accettato di incontrare;;
Caro Cristos, il periodo che mi scrivi non è corretto, ma se vuoi attaccare il pronome all’infinito puoi dire “grazie di avermi incontrato”.
A presto
Prof. Anna
Possiamo dire avrei potuto comprare questo vestito un anno fa e avrei potuto aver comprato questo vestito prima della festa;;grazie in anticipo.
Caro Cristos, è corretto il costrutto “avrei potuto comprare”.
A presto
Prof. Anna
Cara prof.ssa Anna,
ho difficolta’ nel destinguere qual e’ il tipo della proposizione sotto – modale,temporale o limitativa?
“Purtroppo, dopo la separazione, ha cominciato a esagerare nel bere”
Grazie in anticipo!
Saluti,
Rajmund
Caro Rajmund, in analisi del periodo l’infinito retto da un verbo servile (dovere, potere, volere con identità di soggetto con l’infinito, sapere nel senso di ‘essere capace di’), e quello retto da espressioni fraseologiche (cominciare a, stare per, stare + gerundio, continuare a, finire di ecc.) sono considerati parte del verbo reggente. Non ci sono quindi subordinate in questo caso.
A presto
Prof. Anna
Cara prof.ssa Anna,
grazie mille per il suo aiuto. L’ho davvero apprezzato. Se non le dispiace avrei un’altra domanda.
Perche si usa a volte la preposizione a+infinito e a volte nel+infinito. Qual e’ la differenza nel significato?
Per esempio:
“Ha cominciato ad esagerare NEL bere” o ” Ha cominciato ad esagerare A bere”
“Ho esagerato NEL dire che sei pazza di me” o “Ho esagerato A dirgli che puzza”
“Una famiglia su 4 ha difficolta NEL pagare il mutuo” o “Una famiglia su 4 ha difficolta A pagare affitto”
Grazie per il suo tempo,
Saluti,Rajmund
Caro Rajmund, ogni verbo che regge l’infinito vuole una determinata preposizione e, a volte, anche più di una o nessuna. Nei casi che mi proponi gli infiniti preceduti dalla preposizione articolata “nel” sono detti infiniti sostantivati, ma in questo caso il significato è lo stesso rispetto a quelli preceduti dalla preposizione “a”. Per approfondire l’uso delle preposizioni prima di un verbo all’infinito, ti consiglio questo articolo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/11/22/luso-delle-preposizioni-prima-di-un-verbo-allinfinito/.
A presto
Prof. Anna
Salve, Gentile Prof. Anna,
vorrei cortesemente chiedere un piccolo chiarimento su un enigma che sto cercando di risolvere riguardante l’uso dell’infinito nelle frasi che hanno un solo soggetto, come, per esempio:
“Ha promesso di portarmi al mare”
“Lei pensa di essere una persona troppo impaziente”
“Dicono di essere stati loro a comprare tutti questi fiori.”
Poi mi sono imbattuto nella frase:
“Luca e Gianni dissero che sarebbero andati in discoteca il giorno dopo.”
Una studentessa straniera a questo punto mi ha chiesto: “Se anche qui il soggetto è lo stesso
posso dire anche “Luca e Gianni dissero di andare in discoteca il giorno dopo”?
E poi anche:
“Marco disse che sarebbe andato a Roma.” perchè non si può dire “Marco disse di andare a Roma” visto che è lo stesso soggetto?
Mentre in questa frase è possibile: “La professoressa dice che non conosce quella classe.” = ” La prof.ssa dice
di non conoscere quella classe”
E qui chiedo a lei aiuto!
Grazie mille,
Matteo
Caro Matteo, quello che non funziona nei periodi che mi proponi è il rapporto temporale tra reggente e subordinata. Il rapporto che sussiste tra reggente e subordinata in periodo come: “Luca e Gianni dissero che sarebbero andati in discoteca il giorno dopo” è di posteriorità, ovvero l’azione espressa nella subordinata è posteriore rispetto a quella espressa nella reggente; l’infinito non può esprimere questa relazione; mentre può esprimere la contemporaneità (infinito presente in dipendenza da tempo presente; infinito passato in dipendenza da tempo passato) e l’anteriorità (infinito passato in dipendenza da tempo presente; infinito passato in dipendenza da tempo passato): “Marco e Gianni dissero di essere andati in discoteca”. Spero di aver chiarito il tuo dubbio, in caso contrario non esitare a scrivermi.
A presto
Gentile Professoressa Anna,
vorrei chiederle di aiutarmi con l’analisi del verbo all’infinito in questo periodo:
«Quando lo vidi andare a scuola, lo salutai.»
L’analisi che farei è questa:
– lo salutai = principale
– quando lo vidi = subordinata di 1° grado, temporale
– andare a scuola = subordinata di 2° grado, relativa impropria con valore temporale (= mentre lui andava a scuola)
E’ giusto analizzare così?
Grazie,
Antonio
Caro Antonio, le prime due frasi sono analizzate correttamente, mentre la terza è un’infinitiva oggettiva, le proposizioni infinitive sono completive che, a seconda della loro funzione, possono essere soggettive o oggettive, dipendono da verbi di percezione dei sensi e della mente (udire, ascoltare, vedere, sentire, pensare ecc.) e hanno il verbo all’infinito, svolgono una funzione esplicativa e, se trasformate in esplicite, possono avere valore relativo, temporale e a volte finale.
A presto
Gentile professoressa Anna,
la sua analisi mi lascia perplesso, perché nella frase “quando lo vidi” il verbo “vidi” ha già tutte le sue valenze saturate: il soggetto è “io” (sottinteso) e il complemento oggetto è costituito dal pronome “lo” (= quando io vidi lui). Classificare “andare a scuola” come “infinitiva oggettiva” implica che che tale subordinata (“andare a scuola”) possa essere considerata come ulteriore oggetto del verbo “vidi”, che invece un oggetto espresso ce l’ha già. L’azione di “andare a scuola” è compiuta proprio da quel “lui” espresso dal pronome “lo”, pertanto dipende non dal verbo “vidi”, bensì dal pronome “lo”, e in quanto dipendente da un pronome (e non da un verbo), sarebbe da considerare come subordinata relativa.
Il mio dubbio originario riguardava però la natura della subordinata di 2° grado, se considerarla relativa propria o impropria.
Grazie,
Antonio
Caro Antonio, le relative improprie sono formalmente uguali alle relative ma hanno sfumature di significato diverse, mentre le relative implicite nei casi obliqui hanno la struttura “preposizione + cui + infinito” (questo è un progetto di cui andare fieri), nei casi diretti dalla costruzione “da + infinito” che ha sfumature finali e consecutive a cui si aggiunge anche l’uso del participio passato, l’esempio che mi fai non rientra in nessuno di questi casi; ritengo che si tratti di un’infinitiva con valore oggetto diretto, il pronome “lo” è nello stesso tempo soggetto dell’infinito (vedevo lui correre) e oggetto del verbo della reggente, quindi si tratta di una proposizione completiva che funge da oggetto diretto a una proposizione con la quale ha in comune un sostantivo con funzione di oggetto da un lato e da un soggetto dall’altro.
Un saluto
Si dice “sarebbe potuto venire ” o “avrebbe potuto venire ” e perché? io direi che entrambe sono giuste in quanto “sarebbe potuto venire” diventerebbe “sono venuto”; mentre, si può usare anche l’ausiliare “avere” se il verbo retto è intransitivo: “ho potuto venire” è ammissibile quanto “sono dovuto venire”. E quindi va bene sia “sarebbe potuto venire ” sia “avrebbe potuto venire “.
Caro Girolamo, quando il verbo servile )potere, dovere, volere) è seguito da un verbo intransitivo (venire) può avere entrambi gli ausiliari, quindi entrambe le frasi sono corrette.
Un saluto
“Mi sa che è una tenda” e “Mi sa che sia una tenda”
La locuzione “mi sa”, utilizzata nel significato di ”mi sembra, ho l’impressione”, può essere seguita da una subordinata soggettiva introdotta dalla congiunzione “che”. E la parziale oscillazione tra indicativo e congiuntivo, riscontrata nella lessicografia, può dipendere da diversi fattori: 1) dalla possibile sfumatura di significato veicolata dal modo verbale: «mi sa che non vengono» esprime un’idea più certa rispetto a «mi sa che non vengano», in cui la presenza del congiuntivo conferisce alla frase un senso di probabilità. Per quanto riguarda il congiuntivo, attraverso il motore di ricerca di Google Libri riscontriamo l’uso di mi sa che + congiuntivo anche in un testo del 1846, dal titolo Della vita e dei lavori di Francesco Mazzola detto il Parmigianino («né chiedo venia, ma quella mi sa che fosse una giustizia fatta peggio che coll’asce»), e in un foglio settimanale, Il vero amico, datato 1849 («perché mi sa che in nessuno debba mancare il suo centellino di vero»). Inoltre, la LIZ riporta l’esempio tratto dalla commedia La signora Morli, una e due di Pirandello (1922) «mi sa che quel giovanotto debba tener molto da suo padre», con il verbo sempre al congiuntivo. Il rilancio dell’indicativo, già presente nelle testimonianze antiche, è dovuto anche alla generale tendenza dell’italiano contemporaneo a utilizzarlo di più rispetto al congiuntivo. Ragion per cui penso che “Mi sa che è una tenda” e “Mi sa che sia una tenda” siano entrambe corrette, ma con una preferenza per l indicativo, personalmente…
Caro Giuliano, il tuo ragionamento è corretto.
Salve,
le seguenti frasi sono ambedue corrette?
– Non guiderò prima di andare in palestra
– Non guiderò prima di essere andata in palestra
Grazie mille
Cara Michela, sì, sono corrette entrambe.
Salve,
le seguenti frasi sono ambedue corrette?
– Non guiderò prima di andare in palestra
– Non guiderò prima di essere andata in palestra
Grazie mille
Cara Prof. Anna, ho alcuni dubbi riguardanti l’analisi del periodo e l’analisi logica.
Nel periodo // Durante la lunga notte avevamo trovato anche il tempo / di riposarci nell’aereo di Daniele / che non vedeva l’ora / di iniziare la costruzione di una casa tutta nostra. // l’ultima proposizione (“di iniziare la costruzione etc.”) è una dichiarativa o una oggettiva? Trasformandola in “era impaziente di iniziare” verrebbe da dire che sia una dichiarativa, però al mio orecchio è come se mancasse un complemento oggetto, per cui mi verrebbe da dire “oggettiva”.
Allo stesso modo, come può la Treccani classificare la seconda proposizione del periodo “Sono cosciente / che tu voglia giocare” come una proposizione oggettiva? Non sarebbe meglio considerarla una dichiarativa ossia “Sono cosciente del fatto che tu voglia giocare”? Quale sarebbe il complemento oggetto sostituito dall’oggettiva individuata dalla Treccani?
E, ancora, come può un testo di grammatica asserire che le oggettive presentano dei verbi che possono esprimere un’opinione, un giudizio, un dubbio etc., del tipo “Ada ritiene / di aver fatto la cosa giusta”, se poi lo stesso libro classifica la seconda proposizione del seguente periodo “Sono dell’opinione / che pioverà” come una dichiarativa?
In ultimo, nel periodo // Quello che avevo in mente / era una graziosa capanna di legno / come ne avevo viste in certe cartoline //, il pronome dimostrativo “quello” immagino faccia parte della reggente ossia “era una graziosa capanna di legno quello”, ma mi domando dal punto di vista dell’analisi logica e grammaticale che funzione abbia, il soggetto dovrebbe essere “una graziosa capanna”: dico bene?
Mi scuso per essermi dilungato ma sto attingendo da così tante fonti, tutte in parte incoerenti, per cercare di individuare un modo per distinguere facilmente oggettive, dichiarative e relative e il risultato è che ci sto capendo meno di prima.
Caro Simkest007, a volte il confine tra oggettiva e dichiarativa non è così netto come si potrebbe pensare, può aiutarci a distinguerle il fatto che le soggettive e le oggettive forniscono alla reggente un contributo indispensabile per completare il significato e la struttura sintattica; mentre il contributo delle dichiarative invece è indispensabile solo al completamento del significato, perché per quanto riguarda l’aspetto sintattico la proposizione reggente è già completa di per sé. Veniamo ai tuoi esempi: 1- io direi che si tratta di una dichiarativa, perché amplia il significato di un nome, cioè “ora” (l’ora di iniziare la costruzione); 2- una proposizione dichiarativa specifica il significato, che altrimenti sarebbe generico, di un nome o un pronome dimostrativo della reggente, in questo caso non abbiamo un nome (nemmeno un sostantivo o un pronome) ma un verbo: “sono cosciente”; ci sono proposizioni completive che fungono da oggetto del predicato della reggente pur rispondendo alla domanda “di che cosa?” (e non “che cosa?”), dipendono da predicati costituiti da verbi o espressioni che, pur non essendo transitivi, sono transitivi dal punto di vista logico, proprio come “essere cosciente” (di cosa?), queste proposizioni sono chiamate oggettive improprie (o oblique); 3- si tratta di due periodi costruiti in modo diverso, nel primo “Ada ritiene di aver fatto la cosa giusta”, “di aver fatto la cosa giusta” è l’oggettiva implicita che funge da complemento oggetto del verbo “ritenere”; mentre nella seconda “che pioverà” è una proposizione dichiarativa che specifica il significato di “opinione”, che è un nome e non un verbo (ed è per questo che è una dichiarativa); 4- “una graziosa capanna” è il soggetto della reggente, mentre “quello” è un aggettivo dimostrativo che in questo caso ha la funzione di rafforzare il pronome relativo “che”. Spero di aver chiarito i tuoi dubbi.
A presto
“Non dirmi quello che devo fare”
…Il verbo è “dire” (infinito) e il “mi”, in posizione enclitica (e cioè il pronome “mi” viene uniti all’infinito, che perde la “e” finale), significa “a me” con valore di complemento di termine.
Credo sia corretto…
Caro Filippo Maria, è corretto.
A differenza dell’imperativo affermativo, nell’imperativo negativo i pronomi possono trovarsi sia dopo sia prima del verbo: “Non mi guardare” (il verbo è “guardare” e non “guardarsi” e “mi” e il complemento oggetto): e cioè “Non guardare me”.
Penso sia giusto
Dimenticavo… mentre nell’imperativo affermativo i pronomi atoni vengono uniti al verbo sempre alla fine (guardami, amalo, rispondimi, guardaci). L’Imperativo affermativo non è altro che la forma più comune e diretta di imperativo: “Bevi l’acqua!”; insomma si usa per dare ordini, consigli o raccomandazioni.
Ora è completo
Esatto.
Sì, è esatto.
“Gentile.prof.Anna
“volere è potere.” due verbi sono sostantivati,non hanno l’articolo perché sono nomi astratti.posso analizzare così?
grazie mille
Caro Luca, sono infiniti sostantivati. L’infinito sostantivato non è sempre preceduto dall’articolo, al di là del fatto il nome sia concreto oppure astratto.
Un saluto
Gentile prof.Anna
“volere è potere.” “sciare è più divertente che nuotare.” i verbi sono sostantivati?non mettono l’articolo perché sono nomi astratti, posso analizzare così?
grazie mille
Gentile prof Anna
ho un dubbio nell’esempio “io prendere ordini da lui?” il pronome soggetto “io” viene aggiunto,ma di mia conoscenza,il soggetto viene espresso se il soggetto è diverso in subordinate costruite con il gerundio:”essendo io malato,lui non è venuto a casa mia.”
è sottinteso in una subordinata implicita:”vado a dormire(io)”
nel suo esempio, posso realizzare se c’è un verbo servile omesso? “io(devo) prendere…..”
grazie mille
*altrimenti, è grammaticalmente accettabile usare complemento di specificazione a riferire un elemento sottinteso?come,nella mia domanda.
“di mia conoscenza,il soggetto viene espresso (nella subordinata)se…..”
Caro Luca, in questo caso “di mia conoscenza” non è corretto, dovresti dire “ma per quanto ne so”.
Un saluto
Caro Luca, in questo caso il pronome soggetto viene esplicitato per enfatizzare il fatto che il soggetto (io) esprima contrarietà a “prendere ordini da lui”.
Un saluto