Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, a volte, nella formazione del passato prossimo, non è facile scegliere l’ausiliare giusto; la scelta dell’ausiliare nel passato prossimo dei verbi modali dipende da alcune regole. Oggi vedremo insieme in che modo poter scegliere correttamente l’ausialire di un verbo modale.
Buona lettura!
Prof. Anna
Ricordiamo che i verbi modali, o verbi servili, hanno la funzione di “servire”, aiutare, altri verbi; i verbi modali sono dovere, potere e volere e, come abbiamo detto, servono al verbo all’infinito, che di solito li segue, aggiungendo un’idea di possibilità (potere), volontà (volere), obbligo o necessità (dovere).
Come si è detto, la scelta dell’ausiliare nella formazione del passato prossimo di questi verbi è soggetta ad alcune regole:
1– I verbi modali potere, dovere, volere, prendono l’ausiliare del verbo che segue:
DOVERE
– Marco ha dovuto → usato da solo il verbo dovere vuole l’ausiliare avere;
– Marco ha studiato → studiare vuole l’ausiliare avere → Marco ha dovuto studiare;
– Marco è andato → andare vuole l’ausiliare essere → Marco è dovuto andare;
POTERE
– Silvia ha potuto → usato da solo il verbo potere vuole l’ausiliare avere;
– Silvia ha mangiato → il verbo mangiare vuole l’ausiliare avere → Silvia ha potuto mangiare;
– Silvia è partita → il verbo partire vuole l’ausiliare essere → Silvia è potuta partire;
VOLERE
– Maria ha voluto → usato da solo il verbo volere vuole l’ausiliare avere;
– Maria ha letto → il verbo leggere vuole l’ausiliare avere → Maria ha voluto leggere;
– Maria è venuta → il verbo venire vuole l’ausiliare essere → Maria è voluta venire.
ATTENZIONE!
Nel linguaggio corrente è largamente ammesso con i verbi intransitivi che vorrebbero l’ausiliare “essere” l’uso dell’ausiliare “avere”, quindi: “ho dovuto andare”, “avremmo potuto partire” non sono del tutto sbagliati.
2– I verbi modali vogliono l’ausiliare avere quando sono seguiti dal verbo essere:
DOVERE
– sono forte → ho dovuto essere forte;
POTERE
– non sono presente → non ho potuto essere presente;
VOLERE
– sono il primo → ho voluto essere il primo.
3– Se l’infinito è accompagnato da un pronome atono (mi, si, ti, ci, vi) si usa l’ausiliare essere se il pronome precede l’infinito:
DOVERE
– ci siamo svegliati → ci siamo dovuti svegliare;
POTERE
– mi sono cambiato → mi sono potuto cambiare;
VOLERE
– si sono vestiti → si sono voluti vestire.
4- Se l’infinito è accompagnato da un pronome atono (mi, si, ti, ci, vi) si usa l’ausiliare avere se il pronome è dopo l’infinito:
DOVERE
– ci siamo svegliati → abbiamo dovuto svegliarci;
POTERE
– mi sono cambiato → ho potuto cambiarmi;
VOLERE
– si sono vestiti → hanno voluto vestirsi.
Seleziona la risposta corretta fra le opzioni disponibili. Al termine premi il pulsante "Correggi esercizio": vedrai le risposte giuste evidenziate in verde e quelle sbagliate in rosso.
Cara prof.ssa Anna,
Questa volta ho voluto poco tempo di imparare questa lessione, perchè due giorni fa, se ne usato sul tv e ho potuto di sequirne bene e mi ho esercisso direttemente con questa tema e mi sono soppresa sulla maniera positiva, che Lei ne ha spiegato tutti e tutti i opzioni li ho fatti coretti. Mi piace veramente.
Per essempio: Mia cugina e emigrata in Australia e proma la sua partenza, ho fatto un fofoshooting da lei sul locazione e le immagine sono diventate bellissimi e ora ho voluto di farne più spesso. Paulo, il maestro avevo dovuto punirti, perchè sei stato troppo cattivo.
Vorrei sapere oppure ho scritto tutti correttamente.
Salutti cordiali dal Ollanda
Anita
Cara Anita: “mia cugina è emigrata in Australia e, prima della sua partenza, ho fatto un fotoshooting (non capisco “da lei sul locazione” forse sognifica “a casa sua”?) e le immagini sono diventate bellissime e ora voglio farne più spesso”; “Paulo, il maestro, avrebbe dovuto punirti perché sei stato troppo cattivo”.
A presto
Prof. Anna
Cara prof.
esercizio abbastanza difficile! ho fatto 3 sbagli,
la ringrazio
Chiaro e molto utile!
Cara Prof Anna,
Non l’ho voluto (!) trovare difficile perché la mia insegnante me l’aveva già spiegato una volta. Ma ho dovuto (!) fare attenzione purtroppo!
Buon fine settimana!
Maria
Senza errore, ma ho fatto esercizio con molta attenzione. Grazie
Cara prof Anna
Mi dispiace d’insistere su un appunto grammaticale sui verbi modali. Dice:”i verbi modali vogliono l’ausiliare avere quando sono seguiti dal verbo essere” Nell’esercizio la frase sesta:” non ( sono potuto /ho potuto )essere sincero con lei” E la risposta giusta è : non sono potuto essere …come mai ? io ho risposto “ho potuto ” . Grazie per la spiegazione .
Elena
Mille scuse , sono io che ho letto male ( Che testa che ho !! sono una settantenne distratta!!
Ciao a tutti ,anche a me mi dispace ho fatto tre svaglie non era facili ne anche dificili ,sono un po triste
pili
Gentile Prof Anna,
Le vorrei fare qualche domanda su dei verbi: correre e vivere.
In Italiano si dice : ho corso. Si puo anche dire: sono corso a casa. Si dice che nella seconda frase si usa “essere” perche c’e il complemento casa. All’infuori di questo, mi ricordo di avere letto una frase cosi: sono vissuto. Qualche volta la gente dice : ho vissuto. Mi puo spiegare la differenza tra la frase in cui il verbo vivere e coniugato al passato prossimo col verbo essere e quella in cui il verbo vivere e coniugato col verbo avere per favore? oppure se mi sono sbagliato su quello che ho detto, mi puo correggere per favore?
Caro Marin, la regola dice che con i verbi transitivi useremo l’ausiliare “avere” e con quelli intransitivi l’ausiliare “essere”; alcuni verbi possono avere entrambi gli ausiliari: “avere” quando sono usati in modo transitivo “ho corso un rischio” (in questo caso “correre” è usato transitivamente, cioè ha un complemento oggetto: “un rischio”), mentre quando sono usati intransitivamente hanno l’ausiliare “essere”: “sono corso a casa”: in questo caso “correre” è usato intransitivamente, infatti non ha un complemento oggetto, ma un complemento indiretto “a casa” introdotto dalla preposizione “a”, un complemento di “moto a luogo” (infatti non si può dire “ho corso a casa”); mentre alcuni verbi tollerano entrambi gli ausiliari senza differenza di significato: ho vissuto = sono vissuto.
Un saluto
Prof. Anna
Cara prof.ssa Anna,
Ho pensato che “sul locazione” sarebbe conoscuito in italiano, ma è terminologia fotografica in ollandese che ho tradotto direttamente in italiano, che sinifica, sul un bel posto fuori o in una cittá, o in natura, in un bella decorezione, per fare foto molto belli. Ho fatto la fotografa è a volta devo anche spiegare in ollandese la significazione delle parole che se ne diche in questa terminologia. Spero essere stato chiaramente a Lei.Ne avuto parlando constantamente, è detto troppo facile.
Grazie ancora per la sua spiegazione. Nel fratempo ho l’impressione che so di espirmi più meglio in italiano, nonostante miei errori e spiegarLei l’uno e l’altro, è anche un ben essercizio per me e mi piace veramentw.
Con cordiali salutti dal Ollanda
Anita
Cara prof Anna
Mi chiedo se l’esempio è corretto:
3- Se l’infinito è accompagnato da un pronome atono…
VOLERE
– si sono vestiti ? si sono voluti cambiare.
Non è “si sono voluti vestiti”?
Grazie mille per il blog!!
Caro Sean, in effetti c’è un errore, non è “si sono voluti cambiare”, ma “si sono voluti vestire”.
Grazie per la segnalazione.
Un saluto
Prof. Anna
Prof. Anna
non seguo da molto il Blog ma in brevissimo tempo ho fatto quasi tutti gli esercizi! in questo non ho commesso nessun errore grazie alla sua spiegazione chiara e dettagliata!
Buona giornata!
Caro Alexis, benvenuto su Intercultura blog!
A presto
Prof. Anna
Cara Prof. Anna,
ieri ho trovato il Suo sito.
Tra una settimana faccio la prova statale C1.
Prescrizione ho fatto solo un mese prima.
Un po ho sottovalutato tempistica.
Siccome sono Ceca di Praga, é ancora piu difficile 😉
Grazia Lei ho finalmente capito la scelta dell’ausiliare con i verbi modali. Passando prima Wikipedie con sue divisioni ai verbi copulativi, predicativi ecc.
Ora esercizio senza errore 😉 Continuero’ ad usare Suo sito
Grazia di nuovo
Tanti saluti
Cara Marcela, benvenuta su Intercultura blog e in bocca al lupo per il tuo esame!
A presto
Prof. Anna
Cara Prof. Anna
Per favore: 1- come si fa il passato prossimo con un pronome diretto forte? Esempio per favore.
2- come si fa il passato prossimo con un pronome indiretto atono e con un pronome indiretto forte?Esempio per favore.
Grazie mille.
Maria Helena
Cara Maria Helena, ti ho risposto a questa domanda:
Cara Maria Helena, non so se ho capito bene la tua domanda ma:
pronome diretto atono: li ho chiamati poco fa; diretto tonico: ho chiamato loro poco fa; pronome indiretto atono: gli ho detto la verità; indiretto tonico: ho detto a lui la verità; puoi usare indifferentemente le due forme, la scelta diepende dalle esigenze espressive, è di solito più comune l’utilizzo di quelli atoni, se si vuole però dare rilievo al pronome si useranno le forme toniche. Comunque ti consiglio di leggere questo articolo che riguarda i pronomi diretti con il passato prossimo: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=3388
Un saluto
Prof. Anna
Cara Prof.Anna,
ho trovato il Suo sito meravigliosa.
Potrebbe dirmi se le miei frasi sono giusti?
Mia madre mi ha comprato un libro.
Mia madre mi è potuta comprare un libro.
Mia madre ha potuto comprarmi un libro.
Mille grazie.
Un saluto
Clara
Cara Clara, le frasi sono corrette tranne la seconda, che andrebbe così modificata: “mia madre mi ha potuto comprare un libro”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Prof.Anna,
Scusi, non ho letto esattamente. Solo se l’infinito è accompagnato da un pronome atono(mi,ti,…) i verbi modali prendono l’ausiliare essere, quindi da i verbi reflexivi.
La mia seconda frase è sbagliata, si scrive:
Mia madre mi ha potuto comprare un libro.
Tanti saluti
Clara
Gentile Professoressa,
Sono del tutto sbagliate le forme:
Sono dovuta essere forte
Non sono potuta essere presente?
Grazie per la risposta e complimenti per il sito e la cura con la quale segue le discussioni!
Cara Francesca, quando seguiti dal verbo -essere- vogliono l’ausiliare -avere-, quindi è corretto usare -avere- come ausiliare nelle frasi che mi scrivi.
A presto
Prof. Anna
Penso che ti amo. Tante grazie!
Gentile professoressa,
Mi serve la spiegazione al perché dico HO VOLUTO e non VOLEVA in questa frase:
“La signora Pina, prima di uscire, ha voluto lavare il pavimento perché le piace lasciare la casa pulita.”
L’uso di ‘ha voluto’ è indiscutibile, ma perché si usa uno e non l’altro? Non c’è un avverbio di tempo in questo caso, forse perché c’è l’inciso „prima di uscire“? E se lo faceva ogni volta che usciva?
Grazie in anticipo della sua risposta!
Cara Francesca, si potrebbe usare anche l’imperfetto ma il significato cambierebbe, in quanto se diciamo “voleva lavare il pavimento” non non sappiamo con esattezza se lo ha fatto oppure no, l’azione non è conclusa; mentre se diciamo “ha voluto lavare il pavimento” si capisce che l’azione si è conclusa, è stata portata a termine.
Un saluto
Prof. Anna
Ho trovato scritto su un testo:”… non capisco come ciò abbia potuto diventare un segno di inimicizia”. Devo imitare questo costrutto?
Caro Francesco, sarebbe più corretto usare l’ausiliare “essere”: “sia potuto”.
Un saluto
Prof. Anna
”Per costruire questo nuovo stadio CI SONO VOLUTI dieci anni”. Perché abbiamo messo come ausiliare il verbo essere?Grazie!
Cara Elena, perché si tratta della forma “volerci”, per approfondire ti consiglio di leggere questo articolo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2011/12/01/uso-di-volercie-metterci/
A presto
Prof. Anna
Cara Prof.ssa. Anna,
ho sbagliato 5 e 6, e non capisco perché sarebbero incorrette. Protresti spiegarmi per favore?
La ringrazio per sua generosità.
Cara Prof.ssa. Anna,
Scusi per il mio anteriore messaggio. La spiegazione per l’esercizio 5 l’ho trovata. (Modali seguiti da essere, vogliono AVERE). Ma continuo con dubbio in torno al numero 6. Io ho messo: Vi siete dovuti organizzare diversamente. Protresti spiegarmi per favore?
La ringrazio per sua generosità.
Cara Maria, la tua risposta è quella corretta, la spiegazione la trovi al punto 3. dell’articolo: “se l’infinito è accompagnato da un pronome atono (mi, si, ti, ci, vi) si usa l’ausiliare essere se il pronome precede l’infinito” come in questo caso: vi siete dovuti organizzare. Spero di aver chiarito il tuo dubbio.
A presto
Prof. Anna
Buongiorno prof.ssa Anna,
ho trovato in un articolo questa frase: “quella che avrebbe dovuto diventare la mia casa”.
E’ corretta? Oppure la forma corretta è: quella che ‘sarebbe’ dovuta diventare la mia casa? Oppure sono consentite entrambe le forme?
Grazie Galatea
Cara Galatea, la regola generale vuole che il verbo servile prenda l’ausiliare del verbo che regge, che in questo caso è “essere”: “quella che sarebbe dovuta diventare”, ma se il verbo è intransitivo, come in questo caso, è possibile usare sia “essere” che “avere”, quindi è accettabile anche “quella che avrebbe dovuto diventare”.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie prof. Anna,
per aver fugato il mio dubbio. Rimane il fatto che continua a sembrarmi stilisticamente preferibile: sarebbe dovuta diventare la mia casa. Cordiali saluti
Buongiorno.Vorrei sapere in quale modo deve essere espressa una necessità nel passato utilizzando la forma passiva.È corretto dire”questa azione avrebbe dovuto essere stata fatta”?
Caro Andrea, è corretto dire: “questa azione avrebbe dovuto essere fatta”, “questa azione doveva essere fatta”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, il termine “allora”può essere usato tanto per il passato quanto per il futuro? Per es., riferendomi al prossimo anno, posso dire: ” Allora andremo a fare un viaggio in Scozia?”Grazie. Adriano
Caro Adriano, “allora” può significare “in quel momento, in quell’istante, in quel tempo” riferito comunque a un momento passato e non futuro, oppure può avere valore conclusivo col significato di “ebbene, dunque”.
Un saluto
Prof. Anna
L’articolo è buonissimo e sana molti dubbio. Sono una studentessa di italiano brasiliana e molti volte ho dubbio di quale asiliare usare nella coniugazione composta dei verbi. Ancora ho dubbio nella scelta dell’ausiliare di tutti verbi. È molto dificile scegliere quando parlo e a volte me sbaglio.
Cara Daisy, benvenuta su Intercultura blog!
Ti consiglio di leggere questi articoli sulla scelta dell’ausiliare nei tempi composti: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2016/04/21/approfondimento-la-scelta-dellausiliare-nei-tempi-composti-prima-parte/; https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2016/04/28/approfondimento-la-scelta-dellausiliare-nei-tempi-composti-seconda-parte/. Se poi hai ancora dei dubbi, non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
Sono un’ insegnante d’italiano all’estero e questo sito è veramente una fonte preziosa a cui attingere di tanto in tanto per chiarire alcuni dubbi sulla grammatica italiana, specialmente dopo anni di immersione nella lingua inglese. Vi sono veramente grata per il grande aiuto che mi date e vi auguro di sempre ben continuare.
Cara Annamaria, benvenuta su Intercultura blog! Se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
Per che si dice come si e’ detto ? E non si ha detto
Caro Alexander, quando un verbo è costruito impersonalmente (come in questo caso), l’ausiliare nei tempi composti è sempre “essere”.
Un saluto
Prof. Anna
Prof.ssa., che buon esercizio quello di scegliere l’ausiliare corretto da accompagnare i verbi modali. La ringrazio. Sra. Bardi.
ESSERE NUOVO A , NON ESSERE NUOVO A :
” Essere nuovo a ” potrebbe significare ” essere privo di esperienza ” , ” non essere abituato ” oppure ” trovarsi per la prima volta di fronte ad una situazione diversa , inconsueta ” ?
Es : ” Il maestro è nuovo a questo tipo di insegnamento ” … Cioè il maestro non è ” avvezzo ” a quest’insegnamento del tutto nuovo e ci si è imbattuto per la prima volta .
Al contrario , ” Non essere nuovo a ” potrebbe significare l’inverso , ovvero ” NON essere privo di esperienza ( quindi averne a sufficienza ) , ” essere abituato ” oppure ” NON trovarsi per la prima volta di fronte ad una situazione diversa , inconsueta , ma , invece , esserne assuefatto il più delle volte ” ?
Es : ” Il senatore dell’ Illinois non è nuovo alle grandi folle da quando ha deciso di correre per la presidenza ” … Cioè il senatore è abituato alle grandi folle e , magari , non le teme neanche …
Crede sia tutto esatto ?
Cara Nunzia, le tue ipotesi sono corrette.
A presto
Prof. Anna
Sì dice ” non ha voluto andarsene ” o ” non è voluto andarsene ” … La prima , anche se mi suona male , l’ho letta qualche giorno fa …
Cara Mariachiara, in questo caso l’ausiliare è “avere” perché l’infinito (andarsene) è accompagnato da un pronome atono posto dopo di esso, quando invece il pronome è posto prima dell’infinito l’ausiliare sarà “essere” (non se ne è voluto andare).
Un saluto
Prof. Anna
Salve , si dice ” Ho vissuto con numerosi animali ” o ” sono vissuto con numerosi animali ” ? E poi con i verbi ” vivere ” e ” abitare ” vorrei fare questo ragionamento :
io sono vissuto nel periodo… esempio ( io sono vissuto durante la grande guerra )
io ho vissuto nel luogo o in quel periodo … esempio ( ” io ho vissuto in Italia per dieci anni ” o , simile a sopra , ” io ho vissuto durante la grande guerra ” ( quindi sia essere sia avere ) .
io ho abitato in quel luogo … esempio ( ” io ho abitato a Roma, a trastevere precisamente, per dieci anni ” oppure ” io ho abitato in via di boccea ” … va bene ?
Caro Mino, tradizionalmente nella lingua piú sorvegliata il verbo “vivere” si coniuga con l’ausiliare “essere” nell’uso intransitivo (sono vissuto durante la guerra) e con l’ausiliare “avere” nell’uso transitivo (ho vissuto momenti di gioia), ma nell’italiano contemporaneo nei tempi composti il verbo “vivere” può essere usato indistintamente sia con l’ausiliare “essere” sia con l’ausiliare “avere”. Il verbo “abitare” ha come ausiliare “avere”.
Un saluto
Prof. Anna
Quindi le mie frasi sono esatte?
Caro Mino, le tue frasi sono corrette.
A presto
Prof. Anna
Buonasera, gentilissima professoressa Anna.
Volevo porre una domanda.
L’altro giorno discorrendo con un amico ho detto una frase di questo tipo “Sarebbe dovuto stare a casa sua” e mi sono sentita correggere con la forma “Avrebbe dovuto stare”.
Ma sapevo che il verbo “stare” si declina con “essere”, quindi solitamente seguo la regola generale se devo usare i modali.
Mi sono sbagliata?
Cara Grazia, sono corrette entrambe le frasi, se il verbo che segue il servile è intransitivo (come “stare”), si può usare come ausiliare sia “essere” che “avere”.
Un saluto
Prof. Anna
” mio fratello ha perso i documenti ” o ” mio fratello si è perso i documenti ” … Credo la prima perché è transitivo, la seconda dovrebbe avere un valore transitivo pronominale, ma non sono sicuro …
Cara Cesira, è corretta la prima frase che mi scrivi. La forma intransitiva pronominale “perdersi” può significare “smarrirsi”, “scoraggiarsi” (persersi d’animo), “impiegare il proprio tempo in cose futili e poco importanti” (perdersi in chiacchiere), mentre la forma transitiva pronominale “perdersi” significa “lasciarsi sfuggire qualcosa per distrazione o per altri motivi” (mi sono perso l’ultima puntata del telefilm).
Un saluto
Prof. Anna
Profssa. Anna, sono stati degli esercizi formidabili. Tante grazie. Sra. Bardi
Perché si può dire ti saresti dovuto lavare le mani ma anche avresti dovuto lavarti le mani? Posso usare sia il verbo essere che avere anche se lavarsi è riflessivo?
Cara Antonella, in presenza di un verbo riflessivo i verbi servili prendono come ausiliare “essere” se essi stessi assumono la forma riflessiva (ti saresti dovuto lavare le mani); se invece è l’infinito a rimanere riflessivo, il verbo servile mantiene il suo ausiliare “avere” (avresti dovuto lavarti le mani).
Un saluto
Prof. Anna
Buongiorno Prof. Anna!
Sarebbe giusta la frase “non ho potuto venire perché ho dovuto rimanere a lavorare fino a tardi”?
Che io sappia si usa l’ausiliare essere con questi verbi. Ho sentito dire che l’uso dell’ausiliare avere in questi casi può essere giustificato dall’esigenza di esprimere una certa volontarietà dell’azione.
Caro Joao, quando, come in questo caso, il verbo che segue il servile è intransitivo, si può usare sia “essere” che “avere”. “Avere” è l’ausiliare proprio dei verbi servili, mentre quello del verbo all’infinito in questo caso è “essere” (io sono rimasto), si sceglie quindi “avere” (l’ausiliare proprio dei verbi servili) quando si sente il bisogno di sottolineare il concetto di dovere, di possibilità o di volontà espresso dal servile.
Un saluto
Prof. Anna
1) Nella frase “Bisogna che vi calmiate” il congiuntivo “calmiate” è corretto perché nella principale c’è un verbo impersonale e che comunque richiede il congiuntivo nella subordinata soggettiva. D’uso comune, anche se non correttissimo, l indicativo “calmate”.
2) “Ti ho chiesto se lo volevi” è un’interrogativa indiretta totale in cui avremmo potuto utilizzare anche il congiuntivo “volessi”. Comunque la frase esprime contemporaneità al passato.
3) Nella frase “Non ha voluto intervenire” possiamo usare l ausiliare “avere” perché il verbo all’infinito “intervenire”, che precede il servile “voluto”, è intransitivo (come si legge anche sulla Treccani). Tuttavia avremmo anche potuto scrivere “Non è voluto intervenire” perché si dice “Non è intervenuto” (d’altronde l’ausiliare di base del verbo “intervenire” è “essere”).
Tutto esatto?
Caro Giuseppe, è tutto esatto.
Ausiliare “essere” o “avere”.
Esempio: “AVRESTI dovuto venire a tavola prima”.
Generalmente quando si tratta di verbi servili si tende a usare l’ausiliare del verbo all’infinito che segue dopo; tuttavia, esistono delle eccezioni: infatti, come nel nostro esempio, credo, se il verbo all’infinito è intransitivo (venire), si può anche usare l’ausiliare avere (avresti).
Pensa sia corretto?
Dimenticavo nel nostro esempio è corretto anche “saresti dovuto venire a tavola prima”; infatti, come si legge sulla treccani, se il verbo all’infinito è intransitivo (venire), si può anche usare l’ausiliare avere (avresti). Ciò significa che, in questo caso, anche “saresti” è altrettanto corretto.
Caro Luca, è corretto.
Caro Luca, è corretto.
Se il verbo che segue il servile è intransitivo, si può usare sia “essere” che “avere”:
sarei dovuto uscire
avrei dovuto uscire
Credo siano corrette entrambe…
Caro Lorenzo, è esatto.
1La pubblicità che avrebbe dovuto esserci
2La pubblicità che ci sarebbe dovuta essere
Allora sappiamo che se l’infinito ha con sé un pronome atono (mi, si, ti, ci, vi) bisogna usare “avere” se il pronome è dopo l’infinito (Frase numero uno); mentre “essere” se il pronome è prima dell’infinito (Frase numero due). Tuttavia, ho letto che se il servile è seguito dal verbo “essere”, l’ausiliare sarà sempre “avere”… Allora, mi chiedo, nel caso della frase numero due (nella quale è presente sia il pronome atono “ci” prima dell’infinito sia il verbo “essere”) come dobbiamo comportarci? Io credo, nonostante il verbo “essere”, che in questo caso si usi l’ausiliare “essere” (sarebbe), e che quindi sia corretta anche la frase numero due.
Caro Carlo, è corretta solo la frase 1: con i verbi modali se il verbo è “essere” l’ausiliare è sempre “avere”.
Ok, quindi in questi casi la particella, “ci” ad esempio, si attacca al verbo “essere”, e quindi con i verbi modali se il verbo è “essere” l’ausiliare è sempre “avere”?
Esatto.
“Sono ricorso alla chirurgia estetica”
…Il verbo “ricorrere”, intransitivamente, regge l’ausiliare essere e con il significato, nel nostro esempio, di “Rivolgersi, indirizzarsi a qualcuno per ottenere un servizio, un aiuto, una consulenza, un’informazione”.
Corretto?
Corretto.
1)”Il cane ci si strofina”
…Il verbo è l’intransitvo pronominale “strofianarsi” e “ci” significa “su ciò”.
2)”Potrei occuparmene”
Il verbo è “occuparsi” con il significato di “prendersi cura di qualcuno”; mentre il “ne” significa “di lui”. Il “me” è la forma che il “mi”, parte integrante del verbo “occuparsi”, assume davanti a “ne”. In aggiunta, con i verbi modali (potrei, nel nostro esempio) il pronome “mi” (quindi “me) può posizionarsi o prima del verbo o attaccato alla fine dell’infinito seguente (come nella frase)
3)”Dobbiamo alternarci alla pressa”
Il verbo è l’intransitvo pronominale “alternarsi” con il senso di “succedersi spec. con ritmo regolare”.
4)Nella frase “Questa scena si taglia!”, scritta anche “Si taglia questa scena!”, il “si” è passivante perchè abbiamo il si seguito da un verbo transitivo con il suo complemento oggetto (questa scena).
5) “Andiamoci piano!”
L’espressione “andarci piano” è una locuzione verbale (che significa “comportarsi con cautela) in cui il verbo è il procomplementare “andarci” con il senso di “moderarsi”. Ah, “andiamoci” è imperativo del verbo stesso. La particella “ci” è sia parte integrante della coniugazione, ma può anche significare “con ciò” o “su ciò”: e cioè “Andiamo piano su ciò, con ciò”.
Penso sia tutto ok
Caro Luca, è tutto ok.
Ausiliare con i verbi servili:
Se si sceglie l’ausiliare del verbo retto dal servile, non si sbaglia mai: “Avresti potuto scrivermi” e “Mi avresti potuto scrivere” perché si dice “Avresti scritto”; in più abbiamo la possibilità di collocare i pronomi atoni (mi, ad esempio) o prima dell’ausiliare, e anche del verbo servile, o dopo l’infinito, come negli esempi…
Corretto?
Ah dimenticavo di dire che Il condizionale composto (avresti potuto + scrivere) appartiene ai tempi composti ed è quindi facilissimo ricordare come si forma: basta mettere i verbi ausiliari essere o avere (avresti) nella forma del condizionale semplice e aggiungere il participio passato del verbo stesso (potuto).
Ora è completo
Esatto.
Sì, è corretto.
1)avrei dovuto portarlo
2)lo avrei dovuto portare
…Sono entrambe corrette nella prima il pronome “lo” è unito all’infinito e quindi posposto al servile “dovuto”; nella seconda il pronome “lo” è anteposto al servile “dovuto”.
mi sembra giusto
Caro Alessandro, è giusto.
“Vorrei mangiare un panino” e “Vorrei mangiarmi un panino”.
…Nella prima il verbo è “mangiare”, preceduto dal modale “vorrei”; nella seconda, invece, il verbo è “mangiarsi”, anch’esso preceduto dal modale “vorrei”. A tal proposito, i verbi servili (o modali) sono quelli che reggono l’infinito (“mangiare” e “mangiarsi” [per formare l’infinito di un verbo riflessivo si unisce il pronome riflessivo all’infinito del verbo di base: lavare – lavarsi; incontrare – incontrarsi; mangiare – mangiarsi;]) di un altro verbo, attribuendo all’azione una specifica modalità. Per quanto riguarda la posizione del pronome riflessivo (quindi frase “Vorrei mangiarmi un panino”), la regola è che con i verbi modali (dovere, potere, volere) il pronome riflessivo si può trovare prima del verbo modale (“Mi vorrei mangiare un panino”) oppure rimanere “attaccato” all’infinito: “Vorrei mangiarmi un panino”.
Immagino sia tutto giusto
Caro Filippo, è tutto giusto.
dificile esercizio
Cara Natalia, se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
Un saluto e a presto