Buon Giorno, eccomi nuovamente su Intercultura blog. Oggi parlerò del dizionario.
Buona lettura e buon dizionario a tutti!
Prof. Valerio Giacalone
Il dizionario è fondamentale e utile, sia per chi impara le lingue straniere, sia per chi vuole approfondire la propria. Spesso è un’opera corale, cioè vi sono diversi coautori, collaboratori, redattori, revisori, grafici e illustratori.
Il dizionario è un grande amico: quando voi avete bisogno, lui è sempre pronto a darvi una mano, senza chiedervi nulla in cambio!
Ogni volta che ho in mano un dizionario, non posso che pensare al sacrificio, al lavoro e alla ricerca dell’autore o dei diversi autori. Ogni volta che sfoglio un vocabolario mi stupisco di quante parole "nuove" ci siano!
Il dizionario dovrebbe essere in ogni casa, in ogni ufficio, persino al bar lo vedrei bene! Vi immaginate un’accesa discussione sull’etimologia o sul significato di una parola dopo un buon cappuccino italiano?
Per poterlo utilizzare correttamente, bisogna conoscere l‘alfabeto della lingua che si sta studiando, poiché le parole all’interno del dizionario, vengono scritte secondo un ordine, appunto, alfabetico.
Poi, bisogna sempre assicurarsi di come è scritta la parola, senza essere approssimativi. Non bisogna tralasciare, per esempio, gli accenti e le doppie, che possono cambiare il significato della parola cercata.
Ricorda che il dizionario bilingue, a differenza del dizionario monolingue, è sempre formato da due parti, per esempio la parte italiano-inglese e la parte inglese-italiano.
Il dizionario rende autonomo l’apprendimento ed è uno dei migliori alleati che puoi avere per lo studio della lingue!
Nello studio della lingua italiana, usa il vocabolario monolingua per la ricerca dei termini che non conosci: così aumenti il tuo sforzo di apprendimento e dunque l‘efficacia del tuo studio.
Ricordati che se devi cercare un verbo dovrai cercare l’infinito del verbo: non troverai “vado”, ma “andare”. Di “andare”, dovrai cercare il significato come verbo e non come sostantivo!
Un aggettivo e un sostantivo non dovranno essere cercati come li hai trovati nel testo, ma sempre al singolare maschile. Nel dizionario puoi inoltre trovare l’etimologia, la pronuncia, la fonetica, eventuali significati multipli, esempi pratici e locuzioni diffuse. Il vocabolario è un vero e proprio viaggio nel mondo della parola e del suo utilizzo.
Non aver fretta, la fretta è una cattiva consigliera. Goditi la ricerca, anch’essa fa parte dello studio e aiuta la memorizzazione.
Per un utilizzo corretto del vocabolario, devi imparare le abbreviazioni: se cerchi un verbo troverai subito dopo l’abbreviazione “v.” , mentre se cerchi un sostantivo troverai una “s.”
All’inizio o alla fine di ogni vocabolario c’è la lista delle abbreviazioni usate.
Cerchiamo, per esempio la parola, "forte" e troviamo:
– forte
il lemma, cioè il vocabolo
– [lat. forte(m), di orig. indeur.; av. 1226]
l’etimologia, cioè l’origine della parola. In questo caso, è una parola di origini indoeuropea arrivata attraverso il latino. L’uso in italiano è attestato da prima del 1226.
– A agg., cioè aggettivo
1 Dotato di vigore fisico e resistenza
il significato A di aggettivo con nove accezioni. Per ogni accezione, vengono dati:
. esempi, locuzioni tipiche e citazioni: Vino, liquore forte, molto alcolico
. sinonimi e contrari: SIN. Robusto. CONTR. Debole
–B avv.
1 Con forza, gagliardamente
il significato B di avverbio, anche questo con esempi, sinonimi, contrari, eccetera
– C s. m. (anche f. nel sign. 1; inv. nel sign. 6)
1 Chi è dotato di forza fisica e spec.
morale
significato C di nome comune, con esempi, contrari, eccetera
– forte – poderoso – energico
sfumature
forte
[lat. forte(m), di orig. indeur.; av. 1226]
A agg., cioè aggettivo
1 Dotato di vigore fisico e resistenza: un uomo forte; essere di costituzione sana e forte / Dotato di volontà e di energia morale: animo, spirito, carattere forte; certi bravissimi giovani più volonterosi che forti (CELLINI) / Governo forte, energico e deciso; anche, autoritario / Uomo forte, V. uomo nel sign. II 3 / (spec. scherz.) Sesso forte, maschile / Piatto forte, il migliore di un pranzo; (fig.) l’elemento più interessante di qlco. / Pezzo forte, (fig.) quello in cui un artista riesce meglio / Vino, liquore forte, molto alcolico / Medicamento, farmaco forte, drastico / Punizione, rimprovero forte, molto severo / Essere un forte bevitore, bere molto / Essere un forte mangiatore, mangiare molto / Essere un forte camminatore, capace di lunghe camminate / (colloq.) Molto abile, bravo: è forte, quell’attore! / (fam.) Molto simpatico, estroso: forte quel tuo cugino! / Essere forte in latino, in matematica, nella corsa, nel salto, molto abile / Essere forte a denari, a bastoni, nel gioco, avere molte buone carte di quel colore o seme / Man forte, V. manforte | Farsi forte, farsi coraggio / Farsi forte di un argomento, di una prova e sim., trarne motivo di sicurezza. SIN. Robusto. CONTR. Debole.
2 Robusto, ben piantato, detto del corpo umano o di sue parti: essere forte di petto, di fianchi; ha un seno piuttosto forte / Taglie forti, quelle, in genere superiori alla 48 nel sistema italiano, riservate a persone robuste, spec. donne.
3 Resistente all’usura, ai colpi e sim.: scudo, lama, tessuto, cartone forte | (est.) Saldo, tenace (anche fig.): legame, memoria forte / Colla forte, che attacca molto bene / Terra forte, argillosa, che assorbe molta acqua / Calce forte, che fa presa robusta / Colore forte, che non schiarisce facilmente | Cassa forte, V. cassaforte. SIN. Solido.
4 Grande, notevole: forte spesa, somma, capitale; essere dotati di un forte appetito / (est.) Serio, valido: disporre di argomenti forti / A più forte ragione, tanto più. CONTR. Esiguo.
5 Intenso, veemente, potente (anche fig.): vento, burrasca, terremoto forte; una forte passione / Dato con forza: una forte spinta l’ha fatto cadere / (est.) Grave, insopportabile, doloroso: un forte mal di testa; è stata un’esperienza troppo forte per lui / Parole forti, molto severe, quasi offensive / Maniere forti, decise, brutali.
6 Di ciò che colpisce intensamente i sensi: luce, colore, odore, sapore forte; forti grida provenivano dalla casa / Vino forte, di alta gradazione alcolica; anche, vino che sa di acido, infortito.
7 (ling.) Detto di consonante che è pronunciata con maggiore tensione articolatoria rispetto alla corrispondente lene (per es. p rispetto a b, b rispetto a v) | (gramm.) Di categoria grammaticale che nella flessione non ricorre all’aggiunta di suffissi.
8 (fig., lett.) Alto, fiero, nobile: azioni, imprese, sentimenti forti.
9 (lett.) Aspro, disagevole (anche fig.) / †Passo forte, arduo / †Nodo forte, difficile da disfare.
// fortemente, avv. Con forza; con tenacia: sostenere fortemente qlco.; con intensità: si mostrò fortemente sorpreso.
B avv.
1 Con forza, gagliardamente: tienti forte; prova a bussare forte | Con violenza: piove forte; il vento soffia forte; forte spingava con ambo le piote (DANTE Inf. XIX, 120). CONTR. Piano.
2 Grandemente, molto, assai: sospetto forte di lui; temo forte che sia così; è uno che mangia, beve e fuma forte / In unione con un agg.: è intelligente forte; questa parola parve forte contraria alla donna (BOCCACCIO) / Giocare, puntare forte, grosse somme di denaro.
3 Ad alta voce: parla più forte; Rinaldo ed Ulivier piangevon forte (PULCI)/ Parlare forte, dire qlco. forte, (fig.) con chiarezza, senza reticenze. CONTR. Piano.
4 Velocemente: Ed ecco due da la sinistra costa, / nudi e graffiati, fuggendo sì forte, / che de la selva rompieno ogni rosta (DANTE Inf. XIII, 115-117) | Andare forte, (fig., colloq.), avere successo. CONTR. Piano.
5 †In modo difficile e oscuro.
C s. m. (anche f. nel sign. 1; inv. nel sign. 6)
1 Chi è dotato di forza fisica e spec. morale: esercitare il diritto del più forte; a egregie cose il forte animo accendono / l’urne de’ forti (FOSCOLO). CONTR. Debole.
2 (solo sing.) Ciò che costituisce la parte più dura, resistente e sim. di qlco. / Il forte dell’esercito, nerbo.
3 Opera fortificata di limitata estensione, a guardia di un passo o di una località, o costituente elemento di una piazza, di un campo trincerato o di una regione fortificata | Nelle colonie del Nord America, luogo fortificato dove si riunivano i coloni delle zone circostanti per difendersi dagli attacchi delle popolazioni indigene.
4 (solo sing.) Ciò in cui qlcu. è particolarmente abile, preparato e sim.: le matematiche non sono il suo forte; la puntualità non è il suo forte. CONTR. Debole.
5 (solo sing.) Sapore acre di sostanze fermentate: prendere sapore di forte.
6 (mus.) Indicazione dinamica che richiede un’intensità di suono superiore alla media. SIMB. f.
Sfumature
forte – poderoso – energico
Forte è chi è dotato di vigore e resistenza, tanto in senso fisico quanto morale; in riferimento al corpo umano indica floridezza o robustezza. Poderoso è, in senso concreto, ciò che alla forza unisce una struttura possente, massiccia; figuratamente descrive qualcosa di vigoroso, intenso, potente. Energico non ha correlazione con la prestanza o la forza fisica, e si riferisce invece a una qualità del carattere, alla risolutezza nel decidere e nell’agire.
Esercizio:
Scegli la risposta. Quella corretta diventerà verde.
Che belli i dizionari nei bar…come i libri nelle biblioteche! Sarebbero anche utili a volte..
Ricordo una volta che ero in un bar con la mia ragazza, quando un’amica che stava avendo una discussione con un suo amico si è avvicinata chiedendolci se sapevamo il significato di “connubbio”. Non sono sicuro se alla fine abbiamo azzeccato il significato giusto…
Anzi, adesso vado a dare un’occhiatta;)
Grazie prof.,
Daniele.
Caro professore,
Forse un giorno potrebbe fare un articolo sul parrucchiere? Mi servirebbe un dialogo con le parole e frasi più utili, come spesso sono per la serata in un locale.
Grazie,
Irid
Eh sì, caro Daniele, sarebbe proprio un bel connubio 🙂
un caro saluto e buon lavoro
Prof. Valerio
Ciao Irid, è già nei miei progetti portarvi dal parruchiere! Solo un po’ di pazienza! 😉
un caro saluto
Prof.Valerio
Caro professore
Volevo farle una domanda, anche se tra italiani sembra una domanda assurda, ma se viene fatta da uno straniero puó apparire piú comprensibile.
Ieri sera una mia allieva mi ha chiesto perché il CI (pronome di luogo) esempio: ci vado/ci torno/ ci vengo
non puó essere utilizzato con il verbo “partire” o con altri verbi di movimento??
Premetto che lei è tedesca e in tedesco è possibile dire “ich fahre dorthin”.
Spesso mi vengono fatte domande simili, come posso rispondere in questi casi?? C’è una spiegazione alla domanda con il verbo partire???
La ringrazio in anticipo della sua collaborazione
giulia
Cara Giulia
in realtà dopo il verbo partire puoi usare la parola “ci”, cioè “ci parto” è corretto in italiano, anche se raro e ormai si usa semprre di meno, ma è corretto!
un caro saluto
Prof. Valerio
Gentile Professore, so uno “scrittore” autodidatta senza studi. Nel tempo libero ho scritto un romanzo sulla vita di un mio amico d’infanzia in una delle tante borgate di Roma del dopoguerra. La casa editrice che lo pubblicherá questo anno ha detto che il romanzo é “poderoso”. Quando sará pubblicato, vorrebbe leggerlo? Avrei piacere immenso di un commento di un grande letterato quale é Lei.
Cordiali saluti.
Antonio Maria Logani
Caro Antonio
sarà per me un grande piacere leggere il tuo romanzo e dare un mio umile parere!
In bocca al lupo
Prof. Valerio
Gentile Professore,
è più di un anno che le scrissi del mio “periferico” romanzo, ora è finalmente uscito su http://www.vibrisselibri.wordpress.com, oppure andando sul mio facebook (il mio nome completo come da commenti) e lì dare una occhiata alla sinapsi.
Lo potrà scaricare e leggere gratuitamente. Ho soltanto una paura, se così posso chiamarla; il romanzo in questione, nella sua verità, è molto crudo e sporco, quindi non so se lei reggerà fino alla fine.
Un saluto.
Complimenti Antonio, darò volentieri un’occhiata al tuo lavoro.
a presto
Prof. Anna
Gentili ed autorevoli signori (e signore), sono arrivato su questo blog cercando una parola che mi è stato detto essere riferita a invenzioni, brevetti e simili: la parola in questione è “trovati”, ma in tutti i dizionari on-line che ho trovato (e scusate il gioco di parole) non vi è traccia di questo lemma, se non come voce del verbo “trovare”. Come sostantivo, quindi, niente. Mi riservo di andare a cercare sul dizionario cartaceo, ma in questo momento sono comodamente seduto in poltrona, con il PC da una parte e il gatto dall’altra e penso di rimanerci ancora un po’. Se avrete la cortesia di risolvere il mio dubbio, ve ne sarò grato. Grazie.
Caro lettore, in effetti esiste il sostantivo “trovato”. Molto più comuni sono però i sostantivi “trovata” e “ritrovato”.
In particolare, un ritrovato è un’invenzione o un nuovo prodotto.
Allego le definizioni di questi termini tratte dal Dizionario Zingarelli 2011.
trovato
A part. pass. di trovare (1); anche agg.
1 Nei sign. del v. | Ideato, immaginato: una scusa ben trovata.
2 Ben trovato, come formula di saluto rivolta a chi si incontra.
B s. m.
1 (raro, lett.) Scoperta, invenzione, ideazione.
2 †Invenzione, pretesto | Finzione, inganno.
3 †Poesia.
trovata
[f. sost. del part. pass. di trovare (1) 1355]
s. f.
1 Espediente escogitato per uscire da una situazione difficile, incresciosa, imbarazzante e sim.: una bella trovata; una trovata veramente originale; una trovata infelice, piuttosto fiacca | Idea felice, buona idea: questa sì che è una trovata! | (est.) Battuta: trovata degna di un grande comico. SIN. Pensata.
2 †Reperimento di qlco.
3 †Scoperta di un delitto.
SFUMATURE espediente.
ritrovato
A part. pass. di ritrovare; anche agg.
Nei sign. del v.
B s. m.
1 Tutto ciò che si scopre con indagini, studi, ricerche di vario genere: i moderni ritrovati della cosmesi. SIN. Invenzione, scoperta.
2 (lett.) Espediente, trovata, stratagemma: Tutti i ritrovati, tutte le astuzie per salvar la roba (A. MANZONI).
A presto
Prof. Anna
Gentile Prof. Anna,
grazie mille per l’accurata ed esaustiva risposta !
Al prossimo dubbio, quindi…
La pubblicità, diciamocelo, non è la verità assoluta. Per questo, non faccio caso a quello che dice. Però, in questi giorni, c’è un dubbio che mi assilla; durante uno spot, la voce di fondo afferma: “il giusto pneumatico … (omissis)”. Ecco, a me non suona bene. Mi disturba, non so dire il perché. So che ormai viene accettata sia la versione -dogmatica- “lo pneumatico” , sia la -popolare- “il pneumatico”. I più furbi, per tenersi fuori dai guai, dicono “le gomme”. Voi che collaborate con le fonti del linguaggio, cosa ne pensate ?
Caro lettore, con in nomi che iniziano con pn- l’uso è oscillante, per esempio: lo pneumatico, lo pneumotorace, oppure il pneumatico, il pneumotorace. Cito dalla grammatica italiana del Serianni: “Con pn-, invece, sono più frequenti nella lingua familiare IL e UN , specie col sostantivo pneumatico (esempi da giornali e anche da testi letterari). Ma non mancano esempi dell’uso più sorvegliato, anche nei quotidiani: “uno pneumatico”, “gli pneumatici”.
Nel caso invece della pubblicità da lei citata: “il giusto pneumatico”, è corretto in quanto “il” si accorda con l’aggettivo “giusto” e non con “pneumatico”.
A presto
Prof. Anna
Chiara ed esaustiva, mille grazie. Ho cercato di immaginare altre frasi tipo: “lo schermo / il giusto schermo” e chiaramente l’articolo deve accordarsi con l’aggettivo, però… si vede che il mio cervello si ostina ad abbinare l’articolo al sostantivo perché anche la frase appena citata mi “suona male” ! Problema mio. Grazie ancora, gentile Prof. Anna.
C’è ancora qualcosa, sempre dal fronte della pubblicità, che mi crea un interrogativo. E’ “il bucato”, inteso come l’insieme delle cose che sono state lavate. Mi rendo conto: il precedente dubbio riguardava gli pneumatici e la sequenza pneumatico-bucato può sembrare antipatica, ma assicuro trattasi di mera casualità.
Bene, veniamo al dunque: perché mai l’insieme dei panni lavati si chiama ‘bucato’ ? Attendo la preziosa illuminazione che diraderà ogni nebbia ed ogni dubbio, grazie.
Caro lettore, la spiegazione si trova nell’etimologia della parola “bucato”, cito dallo Zingarelli, da “bucare” “liscivare”, deriva dal francese antico “bugar”, dal francone “bukon” “immergere”, da qui l’espressione “fare il bucato”.
A presto
Prof. Anna
Buongiorno,
La mia domanda forse è banale, e sicuramente evidenzia una carenza. Nella frase io mi lavo, qual è l’ infinito del verbo? Io direi lavare, diatesi riflessiva. Le faccio questa domanda in quanto negli esercizi di manipolazione dei verbi, nei libri di italiano per stranieri, si trova il verbo scritto all’infinito, per esempio alzarsi, che deve essere trasformato in un determinato modo e in un tempo specifico. Concesso che per lo studente è sicuramente la strada migliore e forse unica per svolgere l’ esercizio, mi domando se scrivere il verbo in quella forma corrisponda a verità. Si può affermare che esiste un infinito che si scrive alzarsi, svegliarsi, mettersi o addormentarsi o piuttosto l’ infinito di quei verbi è senza il pronome riflessivo e quindi sono da scrivere rispettando le 3 coniugazioni, e la forma con il riflessivo è da considerarsi una diatesi riflessiva? Questo mi sembra che possa essere confermato dal vocabolario che non riporta il lemma con il pronome ma lo considera una possibilità del verbo. Tale discorso può estendersi anche a tutti i verbi pronominali, per esempio volerci, andarsene, cavarsela e anche esserci? Per quanto riguarda esserci, da una mia veloce ricerca, risulta che solo nel dizionario d’uso di Tulio de Mauro compare la forma così scritta. La ringrazio e mi scuso per la domanda forse troppo arzigogolata che le ho posto
Caro Roberto, la tua domanda non è affatto banale. L’infinito di “mi lavo” è “lavarsi” ed è l’infinito della forma riflessiva del verbo “lavare”, così come l’infinito di “mi lavo le mani” è “lavarsi” come infinito della forma transitiva pronominale del verbo “lavare”, queste forme sono a tutti gli effetti degli infiniti e sono necessari per indicare l’infinito di forme riflessive o pronominali. Quindi credo che infiniti come “alzarsi”, “svegliarsi”, “mettersi” o “addormentarsi” esistano in quanto tali.
Un saluto
Prof. Anna
Un saluto e a presto
Prof. Anna
La ringrazio e spero presto di porle altre domande.
Un saluto
Roberto
Non capisco a cosa servono decine di abbreviazioni…
Caro Ciao, se si dovessero scrivere tutte queste parole o indicazioni per intero, il vocabolario sarebbe un’opera molto ingombrante e meno veloce e comoda da consultare, per questo esistono le abbreviazioni.
Un saluto
Prof. Anna
troppo difficile e non si capisce niente
Caro Joto, cosa non capisci?
A presto
Prof. Anna
è stato molto interessante e ora so quante abbreviazioni esistono..!
ed ho imparato nuovi temini!
sei della Vivaldi?
test interessante
i dizionari sono come il mappamondo invece di capire il mondo si capisce la scrittura e la lettura che sono due cose molto importanti.
grazie prof
Caro Lorenzo, se ti interessa questo argomento, dai un’occhiata anche ai seguenti articoli: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2016/11/10/uso-del-vocabolario-come-cercare-e-cosa-cercare/; https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2017/02/23/uso-del-vocabolario-quali-informazioni-troviamo/
Un saluto e a presto
i dizionari sono come il mappamondo invece di capire il mondo si capisce la scrittura e la lettura che sono due cose molto importanti.
grazie prof