Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, oggi affrontiamo un argomento di grande attualità: il razzismo. L’argomento è presentato come un dialogo all’interno di una classe di stranieri. Spero che, le diverse idee e i diversi punti di vista possano essere utili per alcune riflessioni personali e per condividere un cammino che accumuna tutti i popoli e le razze del nostro pianeta. Purtroppo sono molto diffusi atteggiamenti xenofobi o che rasentano il razzismo, anche se attuati solo da una minoranza.
Buona lettura
Prof. Valerio Giacalone
Professore: Buon giorno ragazzi, come state? Siete stanchi? Avete bisogno di due minuti di pausa tra una lezione e l’altra?
Bene, vedo che siete pronti. Allora affronteremo l’argomento odierno. Oggi parleremo del razzismo. Che cosa è il razzismo secondo voi? Su coraggio, non abbiate paura. Ricordate che in classe, se non parlate, perdete un’occasione.
Frank: Il razzismo per me è quando due persone o gruppi di persone non vanno d’accordo!
Mark: Per me il razzismo è paura e ignoranza!
Ismil: Il razzismo c’è quando si è troppi in poco spazio!
Joy: Il razzismo c’è quando, invece della curiosità di conoscere, subentra la diffidenza e l’arrogante convinzione di essere superiori alle altre persone.
Professore: Bene, ragazzi, bravi. Il razzismo in molti casi non ha niente a che fare con la razza.
In Italia esistono atteggiamenti razzisti verso gli stessi connazionali, per esempio tra cittadini del nord e del sud del nostro Paese. Come se qualche chilometro di distanza potesse rendere qualcuno superiore o inferiore! La domanda che vi faccio è la seguente: come si può abbattere, secondo voi, il razzismo e il sentimento di odio che lo accompagna?
(I ragazzi rimangono per un po’ in silenzio)
Mahlt: Ballando tutti insieme? (Risata generale)
Professore: Buona idea, Mahlt. Bisogna scegliere però una musica che piaccia a tutti. Non credi? Certo, non c’è una bacchetta magica contro il razzismo, ma di sicuro la cultura è utile per comprendere alcuni aspetti del fenomeno e abbattere i sentimenti che lo accompagnano. Lo studio delle lingue è fondamentale per abituare al diverso, per imparare a conoscere. Bisogna scoprire che nel prossimo non si nasconde un nemico ma anche un possibile amico. Sapevate che è difficile che chi conosce più lingue covi sentimenti di razzismo? Maggiore è la nostra cultura, maggiore è la capacità di comunicare con chi è diverso da noi: il razzismo invece è una chiara dimostrazione di ignoranza. Si è constatato che chi è intollerante nei confronti degli stranieri raramente conosce un’altra lingua o ha viaggiato nel mondo. Non conosce neanche bene le persone che dice di odiare!
Bisogna abituarci al diverso. Le famiglie e la scuola devono insegnare ai ragazzi come vedere il prossimo con curiosità. I confini non sono solo da difendere, ma anche da scavalcare, per conoscere il resto del mondo.
Shrank: Ma bisogna essere nazionalisti oggi! Bisogna proteggere la propria terra: troppi immigrati ci minacciano.
Professore: Carissimo Shrank, non bisogna essere nazionalisti ma patriottici. Cioè bisogna giustamente amare la propria patria e la propria cultura. Ma non per questo bisogna disprezzare gli altri.
Non dobbiamo difendere la nostra patria solo con le armi, ma dobbiamo anche costruire un’immagine positiva del nostro Paese. L’ospitalità e la gentilezza verso gli stranieri distinguono i popoli più civili.
Questo non vuol dire essere indulgenti verso chi si comporta male.
I criminali vanno fermati e puniti, siano italiani o stranieri. Ma non è giusto attribuire a un intero popolo le responsabilità penali che riguardano solo la persona che commette un reato.
Amare la propria patria non significa aggredire tutti gli stranieri, anzi al contrario questo atteggiamento provoca il discredito della nostra nazione. Amare la propria patria significa innanzitutto essere onesti, aiutare il prossimo, non inquinare l’ambiente, studiare per poi contribuire con il proprio lavoro al benessere collettivo.
Sandry: Professore, se studi e poi viene un’altra persona a prendere il tuo lavoro?
Professore: Se sei veramente preparato bene, potresti essere proprio tu a lasciare l’Italia per andare a guadagnare di più altrove…
La cosa ridicola è che, nell’ultimo secolo, moltissimi italiani sono andati "a rubare lavoro" all’estero e adesso invece si lamentano se gli altri vengono qui. Il vero problema è la disparità di ricchezza tra i diversi Paesi. Quando l’Italia era più povera, milioni di nostri connazionali sono andati a cercare lavoro all’estero. Nessun altro popolo ha avuto nel Novecento tanti emigranti quanti quello italiano. Gli italiani poveri andavano in Germania o negli Stati uniti a fare i lavori più umili che i cittadini di quei Paesi non volevano più fare.
Adesso, invece l’Italia è più ricca di nazioni dell’Africa, dell’Asia, dell’America del sud o dell’Europa dell’est. Quindi le persone di quei Paesi possono sperare di guadagnare molti più soldi in Italia, rispetto a quello che prenderebbero da loro. La povertà e la voglia di benessere li spingono a lasciare la loro patria e ad andare all’estero. Finché vi sono queste differenze economiche, sarà molto difficile contenere l’esodo di queste persone.
Intanto, bisogna controllare i flussi migratori e soprattutto evitare l’ingresso di clandestini: spesso questi sono sfruttati in condizioni disumane, con lavoro nero e senza alcuna garanzia. Lo stipendio di un lavoratore clandestino è molto minore di un quello di un italiano o di uno straniero messi in regola con contratto. Per evitare la continua entrata illegale di persone bisogna punire anche chi offre lavoro ai clandestini, con controlli nelle aziende che speculano sulla manodopera in nero e così si avvantaggiano rispetto alle aziende oneste. Inoltre, proprio trai clandestini si nascondono i peggiori criminali, che stanno terrorizzando gli italiani con furti, violenze e stupri.
In questo periodo di crisi economica, non dobbiamo diventare un paese razzista e chiuso: così ci attenderebbe un futuro fatto di odio e ignoranza. Invece, ci possiamo riprendere economicamente solo se investiamo nella cultura e nella scuola.
Ora rispondi alle seguenti domande!
Che cosa è per te il razzismo?
Come si può risolvere la paura del diverso?
Sei mai stato vittima di razzismo?
Pensi che l’Italia sia un Paese razzista? Perché?
Cosa si pensa nel tuo Paese di origine degli stranieri? Come vengono accolti?
Caro professore , ha sollevato con questo argomento un problema, che piu di me ,hanno vissuto i miei genitori che dopo la guerra 40-45 hanno lasciato l’italia perche mio padre dimesso dall’esercito non aveva nessuna risorsa per fare campare la famiglia .(et l’Italia non ha fatto nulla et ancora oggi …) et la i treni che partivavano verso il belgio, i nostri genitori li hanno presi , sono andati a vivere l’inferno con coraggio e sotterrati vivi(nelle mine tornavavamo tutti i giorni stanchi et neri (gueule noir :si stentava a riconoscerli la sera )per piu di 10 anni e partito con la silicosi, italiani eravamo qui per fare lavori che gli indigeni non volevano fare , et malgrado tutti eravamo i ladri. Un ricordo terribile che ho nel cuore da quando ero bambina : davanti le case (si abitava nelle baracche di legno !!!!!) NON SI AFFITTA AI PROPRIETARI DI CANI ED AGLI ITALIANI. noi figli d’italiani abbiamo vinto qualche battaglia ora stiamo discreto .Questa discriminazione ora e diretta verso persone di origine slava , africana….. etc. Ho capito che il razzismo non e una questione di colore , ma molto molto di piu!!!!Non voglio essere lunga e un argomento che tengo a cuore e avrei tanto da dire come figlia di minatore emigranti ma meglio fermarmi. Sapete certament che qui in belgio ci sono due lingue il fiamingo et il francese , la settimana scorsa durante una partita di calcio i fiaminghi hanno scandito canzone razzisti contro i propri connazionali di espressione francese e c’e un forte dibattito attualmente per le sanzioni preso alla leggera da una parte del paese etc……… Pensando alla vita dei miei genitori ,ancora ora che ho una certa eta ci soffro come molti altri italiani . La saluto e la ringrazio forse avrei dovuto limitarmi,ma non ho resistito et penso che gli italiani rimasti dovrebbero sapere molto di piu . Invece ,quando veniamo a spendere i soldi guadagnati duramente ci trattano spesso con arroganza e come stranieri Scusi riparto allora mi fermo. La saluto cordialmente professore (piu che un commento , mi ha dato la possibilita di dire cose che mifanno soffrire)
Veramente e` molto interessante, questo argomento non l`ho affrontata mai cosi` con i miei allievi, pero` spiego il significato della parola razza e poi razzismo e razzista, ma da oggi in poi affrontero` questo argomento con i miei allievi, mi avete aperto gli occhi.
cordiali saluti da Nazaret.
Ciao kamal
siamo contenti, che ora hai un altro punto di vista per affrontare l’argomento. Ci piace tanto creare stimoli di riflessione nei nostri lettori (W gli occhi aperti) 🙂 un caro saluto alla splendida Nazaret!
buon lavoro
Prof. Valerio
Ciao Lentini Santa
Grazie per i tuoi preziosi pensieri.
Non devi aver paura di raccoltrali o dilungarti, il Blog serve proprio a questo: a esprimersi, a lasciare andare un pensiero, che magari senza lo spunto del Blog, non avresti mai espresso!
Un grande saluto e a presto
Prof. Valerio
Io sono un studente straniero in Italia. Tra mezz’ano quando vivo qui, non dica che ho sentito neppure un po’ di razzismo contro di me. Penso che la gente italiana è abbastanza intelligente per capire e apprezzare i suoi immigranti.
Secondo me la colore di pelle NON è la radice del razzismo. Invece la lingua fa tutta la differenza. Odiano quello che non capiscono.
Speriamo che questo blog ci aiuti a cancellare il barriero linguistico!
Caro professore, rieccomi!
Anche a me interessa particolarmente questo argomento, perché lo sento mlto vicino, anzi direi che per me rappresenta una sfida quotidiana. Comunque, leggendo la sua analisi ho ricordato un corso di sociologia all’università. Il nostro professore ci aveva portato a riflettere sull’eterogeneità della razza umana in termini di “differenze” esistenti tra gli individui. Così, adesso, penso che una persona è differente da me e non “diversa”. Allora penso anche che gli uomini (e le donne) sono simili e non uguali (se non davanti alla Legge).Inoltre penso che queste differenze, quando non sono attribuili a cause naturali, siano generate dall’agire della persona nella società. Non credo che una persona sana si alzi alla mattina e dica: “da oggi sono diverso (o differente)”…magari lo può anche dire o pensare, ma chi decide infine sono gli altri…nessuno assolto..
Quindi penso che infondo siamo tutti uomini simili, e spesso simili animali…Però anche qui non sono sempre d’accordo, almeno su un punto. Una volta ho letto un racconto in cui curiosamente si confrontava un apsetto del comportamento degli animali e delle persone. Si diceva ad esempio che mentre gli uomini posso arrivare addirittura ad uccidersi tra loro, lo stesso non avviene (o forse molto molto raramente) tra animali di una stesse specie. Quanto alla cause, chi lo sa?
Grazie ancora,
Daniele:)
Salve Professore Giaclone,
Quest’argomento e’ davvero molto interessante e odierno.Per me il razzismo e’ una sensazione di supremazia e di arroganza che prenda le persone razzisti nei confronti di ogni individuo diverso da loro,in qualsiasi aspetto:colore,lingua,religione o sesso .Uno ,che si pensa in tal modo, secondo me ha la mente cosi ristretta ,che non riesce a comprendere che La diversita’ e’ il segreto della belleza su questa pianeta .Se tutte le creature (Rose, animali,uccelli,farfalle,alberi…ecc) siano simili,immaginiamo quanto sara’ una cosa fastidiosa e monotona.Anche e’ cosi per la razza umana;Dio ci ha creato diversi per dare calore e sapore alla vita sulla terra.
Grazie Prof. per daremi quest’occasione per dire la mia.
(P.S: Per favore Prof ,correga per me le sbaglie nella scrittura)
MILLEEEEEEEEE GRAZIEEEEE
Cara Heba,
sì, sono d’accordo con te. Le “diversità” dovrebbero essere vissute come una risorsa e una ricchezza, non come un problema. Per quanto riguarda “gli sbagli” nella tua scrittura, sono tipici delle persone che stanno imparando la lingua italiana e che quindi faticano, soprattutto, nell’uso delle lettere doppie. Ti consiglio, di consultare il dizionario, se puoi, quando scrivi e di fare attenzione alla pronuncia quando ascolti gli altri parlare. L’abitudine, poi, farà la sua parte.
Un caro saluto
Tania Pasqualini
Gentile prof,
avrei bisogno di conoscere in modo dettagliato il significato di “salve” e di “benvenuto”………
grazie per l’aiuto!
Cara Rosa,
consiglio di leggere questo articolo e i relativi commenti:
http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=40#comments
Cordiali saluti
Giovanni Enriques
COME FACCIO LA MI PROFESSORESSA DI ITALIANO è RAZZISTA CHE è PURE LA CORDINATRICE E ODIA I FILIPPINI E IO SONO UNA FILIPPINA.CHE COSA POSSO FARE IN QUALCHE MODO MI POTRà BOCCIARE.
Cara Carmela, se credi di essere vittima di comportamenti razzisti potresti parlarne con qualche altro professore o al preside della scuola e ovviamente con la tua famiglia, sicuramente le persone che ti stanno vicine ti aiuteranno a risolvere questo problema.
Fammi sapere come è andata.
un saluto
Prof. Anna
Forse questo commento non verrà letto, perché ha passato un sacco di tempo sulla data di questa lezione, in cui, in termini di dignità umana è molto ben trattato. Ma lo faccio, in ogni caso, nella speranza che tale possibilità esista e il soggetto possa ancora essere ripreso … La questione è questa: se rimane il “razzismo”, come atteggiamento causato dalla stupidità, dall’ ignoranza o dagli interessi politici, l’esistenza di “razze”, sulla base di differenze genetiche che giustificano tale classificazione, nell’ambito della zoologia, in cui si integra l’uomo, come animale, non è scientificamente provata, anzi è l’opposto che prevale. Tuttavia, il testo sembra accettare questo concetto per scontato, da questo punto di vista. E non lo è, nonostante sia utilizzato in varie giurisdizioni in diversi paesi, come gli Stati Uniti d’America. Tuttavia, i nomi delle “razze” – caucasico, nero, ecc. – che vi sono utilizzati hanno basi scientifiche ed è dimostrato, per esempio, che una persona con la pelle nera può essere geneticamente più vicina a un’altra con origine nel nord dell’Europa, che a chi abbia un colore simile della pelle. Dunque, quel razzismo di solito giustificato con tali caratteristiche è una stupidità ancora più grande di quanto spesso si pensa.
Mi scusi, caro professore Valerio Giacalone (questa missione in cui si è impegnato merita il mio più vivo apprezzamento), per il mio italiano arrugginito: fu proprio l’intento di recuperare le capacità perdute, per mancanza di uso della lingua italiana (le letture frequenti non sostituiscono il suo esercizio) che mi ha portato al blog.
Mi sono sbagliato: ho dimenticato un “non”. Vorrei dire: “…che vi sono utilizzati NON hanno basi scientifiche…”
Io sono un pakistano stiamo affrontando proprio questo argomento
Secondo me il razzismo è un’odio che si prova a chi pensi che è più inferiore di te il razzismo è un odio che ti fa allontanare sempre di più da uno che ti è più caro ma di una religione,cultura e caratteristiche diverse
Nel mio libro c’è scritto che uno ammazza l’altro perchè pensa che quello che gli è accanto pensa male di lui e lo vuole ammazzare e la risposta della domanda numero due potrebbe essere in questa frase per esempio essere sicuri prima di ammazzare qualcuno che
se quello accanto a te ti odia veramente oppure vorrebbe
diventare amico e te non riesci a capire
No io non sono mai
Io nn sono mai stato vittima di razzismo
Caro Ali, grazie per il tuo contributo.
A presto
Prof. Anna
Secondo me un razzista ha paura del diverso
É lui (il razzista) che ha paura non l’altro diverso da lui.
Caro Diego, grazie del tuo contributo.
A presto
Prof. Anna