Consulenza linguistica in tempo reale
Prof. Anna
Uso improprio di “piuttosto che”
Prof. Anna
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Prof. Anna Le espressioni per le quali è più complicata la scelta tra preposizione semplice e articolata sono quelle che indicano un luogo, in questi casi si osservano dei comportamenti molto diversi e a volte difficilmente giustificabili, vediamoli insime. Ci sono espressioni di luogo che vogliono la preposizione semplice. L'indicazione generale in questi casi è che si usa la preposizione semplice se il nome che segue la preposizione ha un significato generico mentre si usa la preposizione articolata se il nome è seguito da un aggettivo, da un un complemento di specificazione o da una frase relativa in cui il relativo si riferisce al nome che accompagna la preposizione e che chiarisce e precisa il significato del nome stesso. → espressioni con preposizione semplice a che hanno significato generico: a teatro, a letto, a tavola, a pranzo, a cena, a casa, a scuola, a riva. Queste stesse espressioni, a parte a letto forse perché è intesa come metafora di una condizione o di un'attività più che come un luogo, vorranno la preposizione articolata se il nome è accompagnato da aggettivo, da complementi di specificazione o sono seguite da una frase relativa che specifica il significato del nome: stasera al teatro della mia città c'è uno spettacolo interessante; andiamo insieme al pranzo di Natale?; ti ho vista alla cena che ha organizzato Laura; → per quanto riguarda a scuola se vogliamo indicare l'attività svolta in quella scuola useremo ancora la preposizione semplice: a scuola di danza, a scuola di cucina, a scuola di nuoto ecc. perché anche in questo caso si intende più un'attività che un luogo; mentre se indichiamo il nome della scuola o si specifica di quale scuola si tratta useremo la preposizione articolata: vado alla scuola Alessandro Manzoni, l'anno prossimo andrò alla scuola media; → l'espressione a casa rimarrà invariata anche se seguita da complemento di specificazione: vado a casa di Marco, sono a casa dei nonni, si usa la preposizione articolata quando è specificata la tipologia di casa: alla casa di riposo, alla casa di cura, alla Casa Bianca; → espressioni di luogo introdotte preposizioni articolate formate con a: al cinema, al ristorante, al bar, al supermercato, al mare, al mercato, al matrimonio, al concerto, alla stazione, alla posta, alla partita, all'università, all'ospedale, all'aeroporto, all'osteria. Queste espressioni, anche se formate con preposizioni articolate, hanno un significato generico; → espressioni con la preposizione semplice in che hanno significato generico: in banca, in chiesa, in biblioteca, in ufficio, in piscina, in centro, in montagna, in campagna, in città, in palestra, in edicola, in vacanza, in discoteca, con i nomi di luoghi o negozi che finiscono in -ia: in gelateria, in salumeria, in libreria, in pizzeria ecc.. Anche in questo caso, se il nome è seguito da un aggettivo, un complemento di specificazione o una frase relativa che specifica il significato del nome, sarà necessario usare la preposizione articolata: sono nell'ufficio del mio collega, passeremo il fine settimana nella campagna toscana, Maria lavora nella gelateria in fondo alla strada, siamo andate nella libreria che ci hai consigliato; → espressioni di luogo introdotte dalla preposizione da: questa preposizione è impiegata per introdurre complementi di moto a luogo e di stato in luogo quando è seguita da nomi (propri o comuni) e da pronomi personali, in questi casi ci si riferisce all'ambiente dove una persona abita o lavora e quindi da assume il significato di presso. Useremo la preposizione semplice quando da è seguita da un pronome personale, un nome proprio o un nome di un locale pubblico: stasera vengo da te, andiamo tutti da Marco, abbiamo prenotato un tavolo da "Vito"(nome del ristorante); negli altri casi si userà la preposizione articolata, si usa spesso con i nomi di professioni: dal dentista, dal dottore, dall'avvocato, dal veterinario, dal macellaio; dai miei (genitori) ecc.. [post_title] => Preposizione semplice o articolata? (seconda parte) [post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, continuiamo il nostro approfondimento sulla scelta tra una preposizione semplice o una preposizione articolata. 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Prof. Anna [post_title] => Consulenza linguistica in tempo reale [post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, avete un dubbio sulla lingua italiana e volete subito una risposta? A partire da questa settimana sulla pagina Facebook di Zanichelli potrete scrivermi le vostre domande e risponderò in tempo reale. Vi aspetto giovedì pomeriggio dalle 14:30 alle 17:00. 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Ci sono però delle indicazioni generali grazie alle quali ci si può orientare. Vediamole insieme. Buona lettura! Prof. Anna Analizziamo alcuni casi che ci aiutano a capire quando è corretto usare una preposizione semplice e quando invece è necessario usare una preposizione articolata. • Con i nomi di parentela: → non si usa l'articolo davanti agli aggettivi possessivi mio-mia, tuo-tua, suo-sua, nostro-nostra, vostro-vostra, quindi se dobbiamo usare una preposizione, useremo una preposizione semplice: ho promesso a mia madre che l'avrei aiutata, sono stato a cena da mio fratello; → quando il nome di parentela è alterato o è accompagnato da un aggettivo o nel caso di mamma e papà l'articolo si usa e quindi si userà una preposizione articolata: gli occhi della mia sorellina sono azzurri, ho telefonato alla mia nonna materna; → quando invece i nomi di parentela sono accompagnati dagli aggettivi possessivi al plurale, è sempre necessario l'articolo e di conseguenza la preposizione articolata: vado a pranzo dai miei zii; • con i nomi propri non si usano le preposizioni articolate: questo libro è di Giorgio, siamo a casa di Giulia; è possibile sentire usare l'articolo e quindi la preposizione articolata davanti ai nomi propri, ma si tratta di usi regionali; • quando usiamo la preposizione in per esprimere un complemento di luogo, se è accompagnata da un nome di nazione al singolare, useremo la preposizione semplice: vado in Italia; se il nome della nazione è plurale, useremo la preposizione articolata: vivo negli Stati Uniti da molti anni; • si usa la preposizione articolata davanti ai nomi degli stati, dei continenti, delle isole o gruppi di isole considerati grandi, dei mari, dei fiumi, dei laghi e delle montagne: sono appena tornata dalla Sicilia (considerata una grande isola), sono appena tornata da Cipro (considerata una piccola isola), andiamo a sciare sulle Alpi; • non si usa mai la preposizione articolata davanti ai nomi di città: l'architettura di Roma è molto caratteristica; a meno che il nome di città non sia accompagnato da un aggettivo o complemento di specificazione: l'architettura dell'antica Roma è molto caratteristica; • solitamente quando una preposizione introduce un complemento di fine o di modo è semplice: camera da letto, sono di buon umore, parla a bassa voce, siamo in ansia; • è obbligatoria la preposizione articolata davanti a un infinito sostantivato: nel cadere ho sbattuto un ginocchio. [post_title] => Preposizione semplice o articolata? (prima parte) [post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, dover scegliere se usare una preposizione semplice o una preposizione articolata rappresenta uno dei maggiori dubbi per chi studia l'italiano. Ci sono delle indicazioni generali grazie alle quali ci si può orientare. Vediamole insieme. 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È la residenza reale più grande del mondo ed è appartenuta alla famiglia Borbone di Napoli. È una delle mete assolutamente da non perdere in Italia! Scopriamone insieme la storia e le caratteristiche. Se ci sono parole che non conoscete, vi consiglio di usare il dizionario online: cliccando due volte sulla parola sconosciuta si aprirà una piccola finestra, cliccando una volta su questa finestra apparirà il significato. UN PO' DI STORIA Il palazzo reale di Caserta fu voluto dal Re di Napoli Carlo di Borbone, che desiderava una reggia talmente straordinaria da poter reggere il confronto con quella di Versailles. Anziché costruirla a Napoli, si scelse di costruirla nell'entroterra casertano sia per la bellezza dei paesaggi sia perché era un luogo più sicuro rispetto alla costa, più soggetta ad attacchi via mare. Del progetto fu incaricato Luigi Vanvitelli, architetto molto noto all'epoca. Il 20 gennaio 1752, proprio il giorno del compleanno del re Carlo di Borbone, venne posata la prima pietra nel corso di una solenne cerimonia, inaugurando così l'inizio dei lavori. Nel 1773 Vanvitelli morì e gli succedette il figlio. La Reggia fu terminata nel 1845. IL PALAZZO Il palazzo è il fulcro del complesso monumentale della Reggia di Caserta e rappresenta uno dei massimi esempi del barocco italiano. Un mastodontico capolavoro che si estende per 47.000 metri quadri di superficie. L'edificio è costruito su cinque piani, per 42 metri di altezza, suddiviso in 1.200 stanze. All'interno il lusso e lo sfarzo sono portati all'estremo. Dopo un ingresso tramite un immenso scalone d’onore, il percorso si snoda fra la Sala del Trono (nella foto), la Cappella Palatina, ispirata a quella della Reggia di Versailles, diverse stanze reali e il Teatro di Corte. IL PARCO Il parco reale di Caserta ricopre 120 ettari di superficie per 3 km di lunghezza. Molto curato, il parco ospita una serie di suggestive fontane ed enormi vasche d'acqua formate da un fiume artificiale. Sono presenti diversi stili di giardino, un'area dedicata al giardino all'italiana, che è caratterizzato da una suddivisione geometrica degli spazi per mezzo di filari di alberi e siepi e un'area che ospita un giardino all'inglese che invece accosta elementi naturali ad artificiali, per creare uno spazio che abbia davvero qualcosa di molto naturale. UNA DIVERTENTE CURIOSITÀ Nel 1861, con la nascita del Regno d'Italia, alcuni funzionari sabaudi furono incaricati di censire quanto contenuto nella Reggia, trovandosi di fronte al "bidet" e ignorandone la funzione, scrissero: "strano oggetto a forma di chitarra". Nel 1997 la Reggia di Caserta è stata dichiarata dall'UNESCO patrimonio dell'umanità. Nel 2016 è stato il dodicesimo sito museale statale italiano più visitato e, secondo una ricerca condotta dal portale dei musei italiani http://ww.musei-it.com, è il museo più social d'Italia: misurando quanto il pubblico interagisce con le pagine social del museo è emerso che la Reggia di Caserta è prima in Italia per numero di like e di commenti. Per ulteriori informazioni potete consultare il sito ufficiale: http://www.reggiadicaserta.beniculturali.it/ o seguire la pagina social: https://it-it.facebook.com/reggiaufficiale/ LETTURA E COMPRENSIONE Nel testo sono presenti un certo numero di verbi coniugati al passato remoto (provate a individuarli) e anche nelle domande che seguono. Dove possibile rispondete utilizzando questo tempo verbale, sarà una buona occasione per ripassarlo. 1- In quale regione italiana si trova la Reggia? 2- Chi ne volle la costruzione? 3- Perché si scelse di costruirla a Caserta? 4- Che cosa si celebrò il 20 gennaio 1752? 5- In che anno terminarono lavori? 6- Di quale stile architettonico la Reggia è uno dei massimi esempi? 7- Qual è la differenza tra giardino all'italiana e giardino all'inglese? 8- Perché i funzionari sabaudi descrissero il "bidet" come "strano oggetto a forma di chitarra"? 9- Trova uno o più sinonimi dell'aggettivo "mastodontico". [post_title] => La Reggia di Caserta, la residenza reale più grande del mondo [post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, questa settimana riprendiamo il nostro giro per l'Italia visitando uno dei più straordinari monumenti italiani: la Reggia di Caserta. 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Prof. Anna Da qualche decennio si è diffuso l'uso della locuzione congiuntiva piuttosto che col significato disgiuntivo di o, oppure, mentre l'unico significato dal punto di vista etimologico e storico di piuttosto che è quello avversativo, come sinonimo di anziché, invece di. Facciamo un esempio: • uso errato → stasera possiamo andare al cinema piuttosto che a teatro col significato di possiamo andare al cinema o a teatro; • uso corretto → stasera possiamo andare al cinema piuttosto che a teatro col significato di stasera possiamo andare al cinema invece di andare a teatro (=stasera possiamo andare al cinema e non a teatro). Questo fenomeno ha probabilmente avuto origine dalla lingua parlata del Nord Italia, all'interno però di un linguaggio non popolare. Quest'uso errato si è poi velocemente diffuso tra i giornalisti, i conduttori televisivi e i pubblicitari, in seguito lo troviamo anche nella lingua scritta, nei quotidiani e nelle riviste. È interessante notare come questo fenomeno abbia avuto origine non all'interno delle classi culturalmente più deboli, ma all'interno di quelle culturalmente più elevate. Questo aspetto ha contribuito in qualche modo a legittimare quest'uso improprio: si imita, anche inconsapevolmente, un linguaggio che si ritiene caratteristico di ceti culturalmente più elevati e forse è proprio questa la chiave del successo dell'errore linguistico più diffuso oggi in Italia. Il motivo fondamentale per cui quest’uso è sbagliato e da evitare è che può creare ambiguità nella comunicazione, alterando il messaggio e creando equivoci. Per esempio la frase: penso che andrò in vacanza al mare piuttosto che in montagna significa penso che andrò in vacanza al mare invece di andare in montagna (=penso che andrò in vacanza al mare e non in montagna), è chiaro che c'è una preferenza per la prima opzione (al mare) e non una completa equiparazione tra le due opzioni che invece si ottiene attraverso le congiunzioni disgiuntive o, oppure: andrò in vacanza al mare o in montagna, in questo caso una preferenza non è espressa ma solo due possibilità equiparate tra di loro. Esiste un altro uso improprio di piuttosto che, cioè col significato aggiuntivo di oltre che: • frase scorretta → per fare questo piatto si possono usare vari tipi di pasta: gli spaghetti piuttosto che i maccheroni piuttosto che i fusilli; • frase corretta → per fare questo piatto si possono usare vari tipi di pasta: gli spaghetti oltre che i maccheroni, oltre che i fusilli. RICAPITOLANDO La locuzione congiuntiva piuttosto che ha valore avversativo e significa anziché, invece di. In nessun caso ha valore disgiuntivo col significato di o, oppure e nemmeno valore aggiuntivo col significato di oltre che. [post_title] => Uso improprio di "piuttosto che" [post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, negli ultimi anni si è diffuso un uso improprio di "piuttosto che" che rischia di confondere chi sta imparando l'italiano (ma anche gli italiani stessi). Vediamo di cosa si tratta e come usare "piuttosto che" in maniera corretta. 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Prof. Anna I pronomi personali che hanno funzione di complemento possono essere tonici (me, te, lui, esso, noi, voi, loro, essi, esse, sè), oppure atoni (mi, ti, lo, gli, la, le, gli, ci, vi, li, le, loro, ne). La scelta tra un pronome tonico e uno atono è importante: nella frase io ti ascolto viene fatta una semplice constatazione, mentre se uso la forma tonica io ascolto te si vuole sottolineare che sto ascoltando proprio te e nessun altro, quindi l'uso del pronome tonico sposta l'attenzione sul pronome stesso. Come già sappiamo le forma atone si possono usare solo con funzione di complemento oggetto, complemento di termine e alcuni complementi indiretti (io ci parlo = io parlo con lui); per gli altri complementi indiretti si usano le forme toniche precedute da preposizione. Vediamo come si posizionano questi pronomi all'interno della frase. Pronomi tonici: generalmente seguono il verbo parlo con loro, ma se si vuole evidenziarli, è possibile collocarli prima del verbo con loro non ho mai parlato, in questi casi si può anche avere una ripetizione pronominale con loro non ci ho mai parlato. Pronomi atoni: solitamente precedono il verbo mi piace, ti ascolto. In alcuni casi però seguono il verbo e formano con esso un'unica parola. I pronomi atoni seguono il verbo: → con un infinito: guardarvi, pensarci, parlargli, mangiarlo ecc. In questi casi il verbo all'infinito perde la vocale finale; → con un verbio al gerundio: guardandovi, pensandoci, parlandogli, mangiandolo ecc.; → con un participio passato, solo se usato in forma assoluta o con funzione aggettivale: trovatolo, non lo lasciò più andare; il libro regalatomi è molto interessante. È raro l'uso del participio con due pronomi: andatosene, scrittoglielo. → con un imperativo, sia affermativo dimmi una cosa, compralo tu, sia negativo non telefonarmi, non ascoltarlo, con l'imperativo negativo è possibile collocare il pronome anche prima del verbo non mi telefonare, non lo ascoltare; → con gli imperativi tronchi dei verbi dare, dire, fare, stare, andare (da', di', fa', sta', va') il pronome atono raddoppia la consonante iniziale dammi, dicci, falle, fallo, stammi, vattene. Non raddoppiano la consonante con gli e i suoi composti fagli, digli, diglielo; → con l'avverbio ecco: eccoci qua; eccomi arrivato; eccone un'altra. Casi particolari: → con i verbi servili dovere, potere, volere, il pronome può unirsi all'infinito che segue o può precedere il verbo servile: vogliamo parlarti o ti vogliamo parlare non sa comportarsi o non si sa comportare non possiamo aiutarlo o non lo possiamo aiutare dovevo insegliartelo o te lo dovevo insegnare Se il verbo servile regge due infiniti, esistono tre possibilità: la vorrei poter aiutare, vorrei poterla aiutare, vorrei poter aiutarla. → con i verbi fare e lasciare con valore causativo (che indicano cioè un'azione causata dal soggetto ma non compiuta direttamente da esso), il pronome va obbligatoriamente prima del verbo causativo: le faremo controllare, vi lascio partecipare; → con i verbi sembrare e parere seguiti da un infinito, il pronome va obbligatoriamente dopo il verbo all'infinito: sembra capirlo, pareva crederci. → con i verbi di modo finito la collocazione del pronome dopo il verbo un tempo era comune, oggi invece sopravvive solo negli annunci economici o negli avvisi pubblicitari per rendere la comunicazione più breve e concisa: affittasi, cercasi, vendonsi ecc. [post_title] => La posizione dei pronomi personali complemento [post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, ricevo spesso domande riguardo alla corretta posizione dei pronomi personali complemento, questa settimana cercheremo di fare chiarezza su questo argomento. 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Per ripassare questo argomento potete leggere il seguente articolo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2016/12/01/il-condizionale-nelle-frasi-indipendenti/ [post_title] => Test 46 - Il condizionale nelle frasi indipendenti [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => test-46-il-condizionale-nelle-frasi-indipendenti [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 10:09:12 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 08:09:12 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/?post_type=benvenuti&p=11690 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 18 [filter] => raw ) [8] => WP_Post Object ( [ID] => 11671 [post_author] => 3 [post_date] => 2016-12-15 15:23:25 [post_date_gmt] => 2016-12-15 14:23:25 [post_content] => Nel seguente esercizio dovrete scrivere l'espressione con la parola "punto" più adatta al contesto. Per ripassare questo argomento: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2016/11/24/espressioni-con-la-parola-punto/. [post_title] => Test 46 - Espressioni con la parola "punto" [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => test-46-espressioni-con-la-parola-punto [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 10:09:12 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 08:09:12 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/?post_type=benvenuti&p=11671 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [9] => WP_Post Object ( [ID] => 11664 [post_author] => 3 [post_date] => 2016-12-15 15:22:47 [post_date_gmt] => 2016-12-15 14:22:47 [post_content] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, dedichiamo questa settimana al ripasso degli ultimi argomenti trattati sul blog. Il primo esercizio è sulle locuzioni polirematiche, dovrete completare voi stessi le locuzioni presenti nelle frasi, per questo vi consiglio di ripassarle leggendo questi articoli: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2016/10/27/le-locuzioni-polirematiche-prima-parte/; https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2016/11/03/le-locuzioni-polirematiche-seconda-parte/. Buon test! Prof. Anna [post_title] => Test 46 - Le locuzioni polirematiche [post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, dedichiamo questa settimana al ripasso degli ultimi argomenti trattati sul blog. Il primo esercizio è sulle locuzioni polirematiche. 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Cominciamo col ripassare la posizione dei pronomi personali complemento, per rileggere l'articolo prima di affrontare il test, ecco il link: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2017/01/12/la-posizione-dei-pronomi-personali-complemento/ Buon test! ;-) Prof. Anna [post_title] => Test 47- La posizione dei pronomi personali complemento [post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, dedichiamo questa settimana al ripasso degli argomenti trattati di recente sul blog. 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