Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, se dico bau cosa vi viene in mente? E se dico miao? Bum? Drin? Eccì? Queste espressioni si chiamano onomatopee, riproducono suoni e rumori e non sono uguali in tutte le lingue. Vediamole insieme.
Buona lettura!
Prof. Anna
Le onomatopee sono espressioni linguistiche che tentano di riprodurre suoni o rumori come versi di animali, rumori della natura, rumori di motori e macchine ecc. Sono particolarmente diffuse nel linguaggio dei fumetti, dei libri per bambini e ragazzi, ma non solo, le si trovano in molte opere letterarie, spesso nelle poesie.
Possiamo distinguere due tipi di onomatopee: semplici e derivate.
⇒ Le onomatopee semplici
Sono parole che riproducono un suono attraverso il ricorso a fonemi (o, nello scritto, a grafemi): bip, bum, crac ecc.; sono inserite nel discorso senza legami sintattici con il resto della frase: tra gli alberi si sentivano frinire le cicale: frrrr, frrrr. In alcuni casi possono essere usate come nomi invariabili, precedute dall’articolo: la quiete del pomeriggio era turbata da un frrr frrr continuo.
⇒ Le onomatopee derivate
Le onomatopee derivate si ottengono da quelle semplici mediante l’aggiunta di un suffisso (bee → belare; muh → muggire; miao → miagolare); possono essere verbi (tintinnare; gracidare) o nomi (tintinnio; gracidio).
⇒ Le onomatopee dell’italiano
Le onomatopee differiscono parzialmente da lingua a lingua. Ecco una lista di quelle più comuni usate in italiano e, poiché sono davvero numerose, oggi ne vedremo solo una parte:
- bau: verso del cane → abbaiare, abbaio;
- bee: verso della pecora → belare, belato;
- bip (o beep): segnale acustico di alcuni apparecchi elettronici;
- bla bla: rumore delle chiacchiere, usato in tono ironico o spregiativo per indicare un chiacchiericcio prolungato, un discorso futile e inconcludente→ blaterare;
- brr: brivido di freddo o di paura → rabbrividire, brivido;
- bum (o boom): rumore forte e rimbombante di un colpo, specialmente quello di un’esplosione;
- caì: guaito del cane o, ironicamente, suono emesso per lamentarsi di un dolore;
- chicchirichì: verso del gallo;
- ciaf: rumore di uno schiaffo o di qualcosa che cade in acqua;
- cip: verso di uccelli;
- ciuf ciuf: rumore del treno;
- clang: riproduce il suono di un oggetto metallico percosso, per esempio il suono del gong o del campanaccio delle mucche → clangore;
- clic: rumore secco di un interruttore, di un grilletto e in genere di un congegno, specialmente metallico, che scatta → cliccare: premere il pulsante del mouse o di un altro dispositivo analogo;
- coccodè: verso della gallina;
- cra (o gra): verso della rana → gracidare, gracidio;
- crac (anche cric o cric-crac): rumore di qualcosa che scricchiola o si spezza;
- cri cri: verso del grillo;
- cucù: verso del cuculo; si usa come richiamo fra i bambini che giocano a nascondersi per sviare chi li sta cercando; anche come richiamo affettuoso di chi si nasconde e poi si mostra ai bambini, celandosi nuovamente come fingendo paura;
- din don / din don dan: suono delle campane;
- drin: suono di un campanello o del telefono:
- eccì, etcì, ecciù: rumore dello starnuto;
- fiiiuuu: suono di un fischio;
- frrr: verso della cicala;
- glo glo (o glu glu): verso del tacchino e della gallina faraona; il rumore di un liquido che esce a intermittenza dal collo di una bottiglia o di un recipiente con stretta imboccatura o rumore che si genera in gola bevendo a garganella → gloglottare.
Confrontando le onomatopee italiane con quelle della vostra lingua, trovate molte differenze? Quali? Se vi va, scrivetele nei commenti per condividerle con tutti noi.
Completa il testo inserendo le parole mancanti negli spazi vuoti. Al termine premi il pulsante "Correggi esercizio" per controllare se hai risposto correttamente.
Buongiorno, prof. Anna.
È curioso e divertente l’argomento delle onomatopee. In spagnolo rassomigliano molto quelle italiane, ma ce ne sono alcune diverse. Per esempio:
Il verso del cane è Guau, guau!
Il canto degli uccellini è Pío-Pío.
L’ anatra fa Cuá-Cuá.
Il verso della rana è Cruá-Cruá.
Il grillo fa Crí-Crí.
Il verso della gallina è Cococó.
E aquello dell’ape o il calabrone è ZZZ.
Tanti saluti.
Caro Enrique, grazie per il tuo interessante contributo. Ti segnalo un articolo di qualche anno fa sui versi degli animali in italiano: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2013/03/28/i-versi-degli-animali/
A presto
Grazie tante, prof. Anna.
io sono invalido, disconnesso cn la realtà, nel tempo libero parlo questa lingua, mi serve per pregare e muovermi nello spazio coi miei simili, bibian ghi cucu, ocher un ichea, chi quo l crea, chi cuo lo ingica, cascile ga blar, no ca prae ingrisce mipa, la bibian re loa qua argentino en cranco cona clieo, LINGUA DI CUCU, OFFRE UN AIUTO CHI CERCA MODI APPROCCI LOGICI , CHI LO PREVEDE, FACILE IMPARARLO, NON SOLCA PAROLE MOLTO DIVERSE MOLTO LONTANE, la lingua tra argentino e franca italiano SI TRAMUTA in senso compiuto, come ghie lo compie nara pra gao . TRAMITE SEQUENZE LOGICHE SI UTILIZZA, SI ATTUA PER ANDARE .