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Aula di Lingue

Parole che derivano da opere artistiche – prima parte

Prof. Anna
La lingua italiana,   Lessico

Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, in italiano ci sono parole che derivano da opere letterarie, teatrali, film e personaggi cinematografici. Ve ne vengono in mente alcune? Vediamole insieme.

Buona lettura!

Alcune opere e alcuni personaggi sono così importanti e indimenticabili che hanno dato origine a parole di uso comune: sostantivi o aggettivi che ne racchiudono l’essenza e le caratteristiche sono entrate a far parte della lingua di tutti i giorni. Spesso, soprattutto per quanto riguarda i personaggi di opere teatrali, di romanzi o di film, si attribuisce il nome di un personaggio famoso a una persona che si ritiene abbia caratteristiche simili, questa è una figura retorica che si chiama antonomasia.

Vediamo insieme alcune di queste parole:

  • amarcord ⇒ significa ricordo, rievocazione nostalgica di fatti, situazioni, luoghi appartenenti al passato: ci siamo rivisti dopo molto tempo e abbiamo fatto un lungo amarcord; deriva da un’espressione del diletto romagnolo che significa “io mi ricordo” ed è il titolo di un film di Fellini del 1973, probabilmente il più autobiografico della sua filmografia;
  • anfitrione ⇒ padrone di casa generoso e ospitale: brindiamo al nostro anfitrione!; la parola deriva, per antonomasia, dal nome dell’ospite fastoso protagonista della commedia Amphitryon di Molière (1622-1673), che riprende una commedia di Plauto (254 circa- 184 a.C.), l’Anphitruo
  • azzeccagarbugli ⇒ significa avvocato di scarso prestigio professionale, che si presta a manovre scorrette, per estensione indica una persona intrigante; deriva, per antonomasia, dal nome di un personaggio dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, il vile avvocato che, accampando pretesti di ogni sorta, rifiuta la sua assistenza a Renzo (1849);
  • carrambata ⇒ incontro inatteso con una o più persone con le quali si erano persi i contatti: che carrambata! Erano anni che non ci si vedeva; deriva dal nome del programma televisivo “Carràmba che sorpresa”, andato in onda nella seconda metà degli anni ‘90, condotto da Raffaella Carrà, in cui amici e parenti che non si vedevano da molto tempo venivano fatti incontrare di nuovo; il nome del programma gioca sull’unione fra il nome della presentatrice e l’esclamazione caramba, che esprime meraviglia;
  • dongiovanni ⇒ intraprendente e galante corteggiatore di donne: essere un dongiovanni, fare il dongiovanni; deriva, per antonomasia, da Don Giovanni Tenorio, protagonista di una leggenda narrata in un’opera attribuita allo scrittore spagnolo Tirso de Molina (1584-1648) e, successivamente, di numerose altre opere letterarie e musicali, nelle quali impersona il tipo del seduttore libertino;
  • fantozziano ⇒ questo aggettivo deriva da Fantozzi (il ragionier Fantozzi), il nome di un personaggio comico interpretato dall’attore P. Villaggio a partire dagli anni Settanta, significa pavido e servile: atteggiamento fantozziano; goffo, impacciato: aspetto fantozziano; grottesco, tragicomico: situazione fantozziana;
  • galeotto ⇒ significa che (o chi) favorisce i rapporti specialmente amorosi tra due persone: canzone galeotta; Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse (Dante); deriva, per antonomasia, dal nome del principe Galeotto, in francese Galehault, personaggio di vari romanzi del ciclo bretone, amico e compagno di Lancillotto, del quale favorisce gli amori con Ginevra;
  • gradasso ⇒ questo sostantivo indica chi si vanta eccessivamente delle proprie capacità o di qualità inesistenti; fare il gradasso: minacciare qualcuno ostentando un coraggio che non si ha; deriva dal nome di Gradasso, personaggio temerario e impulsivo dell’Orlando Innamorato di M. M. Boiardo e dell’Orlando Furioso di L. Ariosto;
  • j’accuse ⇒ è una locuzione francese che significa io accuso, dal titolo della lettera aperta dello scrittore E. Zola al Presidente della Repubblica francese dell’epoca, in difesa dell’ufficiale A. Dreyfus, comparsa sul giornale L’Aurore nel 1898 e contenente violente accuse allo stato maggiore francese; in italiano significa denuncia, specialmente fatta pubblicamente, di un’ingiustizia, di un sopruso e sollecito invito a porvi rimedio; si usa con gli articoli il, un, i: lanciare un j’accuse contro la corruzione.

Per approfondire, vi consiglio questo articolo sulle parole che derivano delle opere di Federico Fellini:

https://dizionaripiu.zanichelli.it/cultura-e-attualita/glossario/federico-fellini-le-parole-per-raccontare-un-grande-maestro-del-cinema-italiano/#:~:text=Oggi%20si%20impiega%20in%20frasi%20come%20La%20serata,secondo%20il%20dizionario%2C%20%E2%80%9Cil%20protagonista%20talora%20lo%20indossava%E2%80%9D.

 

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 1- Mi sono ritrovato in una situazione assurda, tragicomica, direi . 2- Quel ragazzo è un vero , lo vedo sempre uscire con ragazze diverse. 3- Non mi piacciono le , mi fanno sentire a disagio. 4- Tu sì che sai mettere i tuoi aspiti a loro agio, sei un perfetto . 5- Fa sempre  , ma alla fine è solo uno sbruffone. 6- Cominciò il suo discorso con un contro il governo. 7- fu quella vacanza, in quei giorni ci siamo conosciuti e non ci siamo più lasciati. 8- Ti consiglio di non assumere quell' , è un avvocato da strapazzo. 9- Abbiamo parlato del passato e degli anni della scuola: insomma un bellissimo .

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Commenti [3]

  1. Rino scrive:

    La carambata mi ha tradito.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Rino, la carrambata può tradire! Un ottimo risultato comunque.
      A presto

      • Rino scrive:

        Grazie,Prof. per il suo incoraggiamento.

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