Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, che funzioni ha il trattino e quando va usato? Proviamo a fare chiarezza.
Buona lettura!
Prof. Anna
Distinguiamo prima di tutto due tipi di trattini: il trattino lungo ( — ) e il trattino breve (-).
TRATTINO LUNGO ( o lineetta)
Il trattino lungo può essere usato:
- dopo i due punti al posto delle virgolette per introdurre un discorso diretto; generalmente se ne adopera solo uno, in apertura: “Mi disse — non correre!”. Il trattino di chiusura compare nei casi in cui al discorso diretto segua una didascalia (l’indicazione di chi ha parlato ed eventuali commenti del narratore): ” — Sì, sì — promise mio padre e in quello stesso istante si levò e andò alla poltrona” (Svevo, La coscienza di Zeno, 79). Il punto interrogativo, il punto esclamativo e i puntini di sospensione vanno collocati davanti al trattino di chiusura, così come gli altri segni di interpunzione;
- per isolare un inciso (frase o sintagma che si inserisce in un contesto restandone indipendente) all’interno di una frase: mi sembra — per essere sincero — che questa torta non sia venuta bene.
TRATTINO BREVE
Il trattino breve in particolare si usa:
- per dividere una parola in sillabe: lu-ma-ca;
- per separare due cifre (in alternanza con la sbarretta): il 7-8 (o il 7/8) novembre;
- per segnalare una relazione tra due nomi, perlopiù propri, per indicare un qualsiasi rapporto di relazione: il summit Reagan-Gorbaciov; o nomi geografici: Emilia-Romagna; nord-est, nord-ovest, sud-est, sud-ovest; e, specialmente nel linguaggio giornalistico, anche tra due nomi comuni in relazione reciproca: gli incontri governo-sindacati; le relazioni banca-impresa;
- per unire una coppia di aggettivi collegati: il primo termine è sempre al maschile, a volte può anche essere abbreviato: spazio-temporale; socio-educativo; il troncamento del primo elemento è molto frequente negli aggettivi etnici che, salvo qualche caso ormai ben stabilizzato come indoeuropeo o angloamericano, prevedono la grafia con trattino: cino-giapponese, afro-cubano, italo-francese, tosco-emiliano. Spesso anche questi composti subiscono, grazie all’ampia diffusione, la fusione dei due elementi e sono registrati nei vocabolari in forma unita come ormai avviene per agroalimentare, socioeconomico, sociosanitario e molti altri;
- ha la funzione di unire o segnalare un legame tra due parole o parti di parola. In questi casi i dubbi sull’uso del trattino sorgono di fronte a due tipi di parole nuove o non ancora acclimatate nella lingua: i composti da due sostantivi (o aggettivi, verbi, ecc.: giallo-rosso, pigia-pigia) e i derivati con un prefisso (co-dirigente, anti-nebbia); in generale possiamo dire che che queste formazioni si scrivono univerbate (in una sola parola) quando il composto è stato accolto stabilmente nell’uso, tanto che si tende a cogliere più il suo significato complessivo che quello dei suoi componenti, in caso contrario si scrivono con il trattino o con i due elementi separati. Siamo in un ambito in cui non ci sono norme precise, anche i vocabolari possono dare indicazioni diverse. Nello specifico quindi il trattino ⇒ può separare due parti di una parola composta. I tipi di composti che possono far sorgere il dubbio sulla grafia (con o senza trattino) sono molto numerosi, ma la tipologia più consistente, e in grande espansione nell’italiano contemporaneo, è quella dei composti nome + nome. Ad esempio le parole formate con un primo nome e un secondo elemento che, attraverso un significato figurato, determina una particolare caratteristica del primo: ad esempio viaggio lampo (un viaggio veloce come un lampo), parola chiave (una parola che apre, fondamentale), riunione fiume (una riunione lunga come un fiume), notizia bomba, figlio modello che si scrivono con i due elementi separati, senza trattino, anche se non mancano attestazioni di scrittura con il trattino; oppure quelle il cui significato è la somma delle caratteristiche di tutti e due i nomi del composto, formando così qualcosa di unitario che è reso graficamente dalla presenza del trattino: scrittore-regista, giornalista-saggista, misuratore-dosatore, ristorante-pizzeria, caffè-concerto, bambino-soldato; ⇒ il trattino si usa anche davanti o dopo suffissi o prefissi, specialmente se usati in composti occasionali, invece in composti stabili a parola è scritta unita: antifascismo, postatomico, tuttavia l’uso è assai oscillante, possiamo trovare uno stesso composto scritto con o senza trattino.
Fonti:
Serianni, La Grammatica Italiana, Italiano comune e lingua letteraria, UTET, 1989;
Trifone, Palermo, Grammatica italiana di base, Zanichelli, 2020;
https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/il-trattino-quando-usarlo/249
Davvero molto chiaro!
Quante nozioni dovrebbero essere riproposte! Grazie.
Non riesco a trovare da nessuna parte una spiegazione. Per esempio vedo titoli scritti con trattino breve e spazi… Metodo usato anche nella Treccani nel titolo Il Contributo italiano alla storia del Pensiero – Tecnica, è scorretto?
Caro Giovanni, il trattino breve può essere usato anche per unire una coppia di sostantivi per indicare un qualsiasi rapporto di relazione (Pensiero – Tecnica).
Un saluto
A volte trovo il trattino breve usato per sottolineare una parte di una frase. Ad esempi:
«Gli spaghetti e la pasta in genere – ma solo col sugo – sono il mio pasto preferito».
Caro Giancarlo, a volte due trattini si usano per delimitare un inciso (come nel caso che mi proponi) in alternativa alle virgole o alle parentesi tonde.
Un saluto