Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, vi sentite ancora incerti sulla coniugazione di alcuni verbi? Non vi preoccupate, oggi alcuni dei vostri dubbi verranno dissipati.
Buona lettura!
Prof. Anna
Abbiamo già analizzato un buon numero di verbi nei mesi scorsi (https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2019/02/14/coniugazione-dei-verbi-gli-errori-piu-comuni-prima-parte/; https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2019/03/21/coniugazione-dei-verbi-gli-errori-piu-comuni-2/; https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2019/06/06/coniugazione-dei-verbi-gli-errori-piu-comuni-3/).
Eccone altri irregolari, difettivi o dalla coniugazione anomala che potrebbero metterci in difficoltà:
• sapere → il passato remoto di sapere è: io seppi, tu sapesti, egli seppe, noi sapemmo, voi sapeste, essi seppero; il participio presente è sapiente e il participio passato è saputo; le forme dell’indicativo so e sa non vanno accentate;
• scuotere → la coniugazione del passato remoto è: io scossi, tu scotesti o scuotesti, egli scosse, noi scotemmo o scuotemmo, voi scoteste o scuoteste, essi scossero; il participio passato è scosso;
• seppellire → il presente indicativo è: io seppellisco, tu seppellisci, ma qual è il participio passato? Le forme corrette di participio passato sono due: sepolto e seppellito, la prima è più comune (deriva dal latino sepultus), la seconda è meno usata, ma ugualmente corretta;
• soccombere → il passato remoto ha, per alcune persone, forme doppie, entrambe corrette: io soccombei o soccombetti, tu soccombesti, egli soccombé o soccombette, noi soccombemmo, voi soccombeste, essi soccomberono o soccombettero; il participio passato (soccombuto) non è in uso;
• disfare e soddisfare e i composti del verbo fare→ soddisfaccio, soddisfo o soddisfò? Le prime due vanno bene; la terza non è sbagliata ma è rara. I composti del verbo fare (assuefare, contraffare, liquefare, rifare, sopraffare, stupefare) seguono la coniugazione del verbo fare (assuefaccio, assuefacevo, assuefeci, assuefarò; contraffaccio, contraffacevo, contraffeci, contraffarò, e così via). A differenza di tutti i composti del verbo fare, disfare e soddisfare presentano, oltre alle forme regolarmente coniugate come fare, alcune forme diverse rispetto al verbo da cui derivano:
• disfare:
⇒ presente indicativo: disfaccio, disfo o disfò, disfai o disfi, disfà o disfa, disfacciamo o disfiamo, disfate, disfanno o disfano;
⇒ presente congiuntivo: disfaccia o disfi, disfacciamo o disfiamo, disfacciate o disfiate, disfacciano o disfino;
⇒ imperativo: disfài o disfa’;
⇒ il resto della coniugazione come fare
• soddisfare:
⇒ presente indicativo: io soddisfaccio o soddisfo o soddisfò, tu soddisfai o soddisfi, egli soddisfà o soddisfa, noi soddisfacciamo e soddisfiamo, voi soddisfate, essi soddisfanno o soddisfano;
⇒ presente congiuntivo: io, tu, egli soddisfaccia o soddisfi, noi soddisfacciamo, voi soddisfacciate, essi soddisfacciano o soddisfino;
⇒ il resto della coniugazione segue fare
Completa il testo inserendo le parole mancanti negli spazi vuoti. Al termine premi il pulsante "Correggi esercizio" per controllare se hai risposto correttamente.
Complimenti. Molto utile. Grazie
Cara Prof. Anna,
Ref. il verbo “trasalire” (io trasalisco) = sussultare, sobbalzare.
Leggendo il raccontino dallo scrittore Dino Buzzati dal titolo “Povero Congiuntivo”
sono trasalita alla parola ” trasalgo” nella frase seguente:
” Io stesso, cresciuto alla scuola d’un tempo, trasalgo spesso nell’udire e nel leggere frasi
che l’altro ieri sarebbero state bestemmie grammaticali e oggi sono moneta corrente.”
Come mai “trasalgo”? Era una burla dallo scrittore o un errore nella pubblicazione del raconto
sul Corriere della Sera del 21.03.1967?
Grazie per il suo chiarimento.
Cara Adree, non so dirti perché Buzzati abbia usato questa forma; il verbo “trasalire” si coniuga in questo modo: io trasalisco, tu trasalisci, egli trasalisce ecc. L’unica attestazione della forma “trasalgo” l’ho trovata nel Dizionario di Ortografia e di Pronunzia (http://www.dizionario.rai.it/index.aspx?treeID=1), che la riporta come forma rara (http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=7794&r=58637).
Un saluto