Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, quando si usa il punto? In quali casi non è corretto usare la virgola? Le norme che regolano la punteggiatura sono le meno codificate, esistono però alcune indicazioni che ci aiutano ad usare i segni di interpunzione in modo corretto.
Buona lettura!
Prof. Anna
La punteggiatura (o interpunzione) svolge diverse funzioni nel testo scritto: scandisce il discorso, segnala le pause, indica la tonalità appropriata, evidenzia i rapporti sintattici e di significato tra i componenti del testo.
I segni che si usano nella punteggiatura italiana sono:
⇒ . punto (punto fermo); ⇒ , virgola; ⇒ ; punto e virgola; ⇒ : due punti; ⇒ ? punto interrogativo; ⇒ ! punto esclamativo; ⇒ … puntini di sospensione; ⇒ «» o ” ” virgolette basse o alte; ⇒ – o — trattino breve o lungo; ⇒ / sbarretta; ⇒ * asterisco; ⇒ () o [] (parentesi tonde o quadre).
Oggi vediamo nello specifico alcuni di questi segni di interpunzione.
• Il punto
Indica una pausa forte, che conclude un periodo o una frase. Se tra le due frasi separate dal punto lo stacco è molto netto, dopo il punto si va a capo e si comincia un nuovo capoverso.
Il punto si usa anche nelle abbreviazioni: per es. (per esempio), sig. (signore); e nelle sigle: D.O.C. “Denominazione di Origine Controllata” (le sigle possono anche essere scritte senza i punti di separazione tra le lettere: DOC). Se la frase si conclude con una parola abbreviata, il punto non viene ripetuto.
• La virgola
Indica una pausa breve e ha un impiego assai ampio.
In particolare si usa:
- nelle enumerazioni, di nomi e aggettivi: ho visitato molte città: Roma, Milano, Bologna, Firenze e Napoli;
- per separare frasi coordinate tra loro per asindeto, cioè senza la congiunzione. Sia nelle enumerazioni di frasi sia in quelle di nomi e aggettivi, l’ultimo elemento dell’enumerazione, se è introdotto dalla e, non è preceduto dalla virgola;
- prima e dopo gli incisi: il film mi è piaciuto molto; devo dire, a onor del vero, che era un po’ lungo;
- dopo un vocativo (e anche prima, se non si trova i principio di frase); Dottore, mi sento molto meglio; non dar retta a certe persone, Carlo;
- dopo un’apposizione (e anche prima se non si trova in principio di frase): ho visitato Otranto, ridente città pugliese; Otranto, ridente città pugliese, è visitata ogni anno da migliaia di turisti;
- dopo un’interiezione: ahi, che male!;
- per separare due proposizioni coordinate introdotti dalle congiunzioni anzi, ma, però, tuttavia: questo vino non mi dispiace, anzi è uno dei miei preferiti;
- per separare alcune proposizioni subordinate dalla reggente, in particolare le temporali, le concessive e le ipotetiche: quando sarete arrivate, avvisateci; se vieni a Roma, passa a trovarmi;
- con i complementi circostanziali e con alcuni avverbi posti in apertura di frase la presenza o l’assenza della virgola è affidata a una scelta stilistica, possiamo scrivere sia: sfortunatamente non sono potuto arrivare in tempo sia sfortunatamente, non sono potuto arrivare in tempo. La presenza o l’assenza della virgola suggerirà una pausa più lunga ed evidenzierà l’elemento circostanziale rispetto al resto della frase.
La virgola e le proposizioni relative:
- La presenza o l’assenza della virgola prima e dopo una proposizione relativa può fare assumere alla frase significati diversi. Vediamo le seguenti frasi: gli amici, che credono in te, non ti abbandoneranno, in questo caso si fa riferimento a tutti gli amici, mentre nella frase: gli amici che credono in te non ti abbandoneranno non si fa riferimento a tutti gli amici ma solo a quelli che credono in te. Nel primo caso la relativa aggiunge un’informazione nuova, nel secondo circoscrive il significato dell’antecedente.
Quando non si deve usare la virgola:
- fra soggetto e predicato. Se il soggetto è seguito da una lunga serie di attributi e di determinazioni, se ne può trasformare una parte in un inciso racchiudendola tra virgole: il testo dell’articolo di Paolo, dedicato alle condizioni di vita degli immigrati nella città di Milano, è quasi pronto. Questa norma viene meno tutte le volte che il soggetto è messo in evidenza, la letteratura ci fornisce molti esempi di questa costruzione: lui, non raccontava mai nulla; il prete, non poteva dirle nulla (sarebbe come dire: quanto a lui; quanto al prete). Secondo i linguisti questi usi della virgola non sono scorretti, ma esempi di messa in evidenza del soggetto;
- fra verbo e complemento oggetto: ho visto un film stupendo;
- fra la proposizione principale e la subordinata soggettiva, oggettiva, interrogativa indiretta: credo che tu abbia ragione (e non: credo, che tu abbia ragione).
Cara Prof. Anna,
nel primo esercizio, manca la lettera “r” nella parola “eseRcizi” (seconda proposta).
Grazie.
Cari saluti.
Gaetan
Caro Gaetan, ti ringrazio per la segnalazione.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Gentile Prof.ssa Anna,
avrei bisogno di un suo aiuto per capire se la virgola è necessaria o no in questi casi. Secondo lei quale frase è corretta tra le due oppure sono entrambe corrette?
1. Spegnere lo scaldamani quando non in uso, per risparmiare energia.
Spegnere lo scaldamani, quando non in uso, per risparmiare energia.
2. I LED indicatori rimangono accesi per 5 secondi dopo che il dispositivo viene spento
I LED indicatori rimangono accesi per 5 secondi, dopo che il dispositivo viene spento
3. Caricare la batteria ogni 1-2 mesi quando non viene usata, ad esempio durante i mesi estivi.
Caricare la batteria ogni 1-2 mesi, quando non viene usata, ad esempio, durante i mesi estivi.
4. Disattivare la funzione di riscaldamento prima di caricare lo scaldamani.
Disattivare la funzione di riscaldamento, prima di caricare lo scaldamani.
Chiedo il suo aiuto perché, secondo me, entrambe le soluzioni sono corrette.
La ringrazio in anticipo e la saluto cordialmente
Silva
Cara Silvia, la tua ipotesi è corretta, entrambe le soluzioni sono corrette.
A presto
Prof. Anna