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Aula di Lingue

La parola “ciao” compie 200 anni. Storia del saluto più conosciuto del mondo.

Prof. Anna
Civiltà,   La lingua italiana,   Lessico,   Saluti,   Storia

Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, bentrovati!

Spero abbiate passato una piacevole estate. Oggi cominciamo un nuovo anno insieme e lo facciamo raccontando la storia di una delle parole italiane più famose del mondo: ciao.

Da dove viene questo saluto? Quando si è diffuso in Italia?

Scopriamolo insieme.

Buona lettura!
Prof. Anna

Vi ricordo che se ci sono parole che non conoscete, potete consultare il dizionario on-line: basta cliccare due volte sulla parola e si aprirà una piccola finestra, cliccando una volta su questa finestra apparirà il significato.

LE ORIGINI

Quest’anno ciao compie 200 anni. É la parola italiana più celebre dopo pizza.

Qual è la sua origine? Sembra che ciao derivi dal latino sclavum (schiavo), variante di slavum quando a essere ridotte in schiavitù erano le genti di provenienza slava. A partire dal Quattrocento si introduce l’abitudine di salutare qualcuno dichiarandosi suo schiavo, mettendosi simbolicamente a disposizione dell’altro come uno schiavo si esprimeva profondo rispetto, da qui la parola ciao che origina dal termine veneziano s’ciavo con cui si intendeva dire appunto “sono schiavo vostro”. É a partire dall’Ottocento però che si diffuse come saluto informale dapprima in Lombardia, dove il termine s’ciavo venne alterato assumendo la forma ciao ed è proprio questa variante che si propagherà in tutta la Penisola.

LA DIFFUSIONE IN ITALIA

Ma perché ciao compie 200 anni? Perché risale a due secoli fa la sua prima attestazione scritta. Infatti nel 1818 Francesco Benedetti, tragediografo di Cortona, in una lettera parla del modo gentile in cui viene trattato dai milanesi e da una signora con cui si reca alla Scala: «Questi buoni Milanesi cominciano a dirmi: Ciau Benedettin».  Sempre di quello stesso anno è un’epistola di Giovanna Maffei, contessa veronese, che porge a suo marito i saluti del figlio ancora piccolo: «Peppi à appreso a dire il tuo nome, e mi disse di dir ciao a Moti». L’anno successivo, nel 1819, Lady Sidney Morgan, scrittrice inglese, descrive il modo in cui alcuni spettatori presenti presso la Scala si salutano con un «cordial ciavo».

LA DIFFUSIONE ALL’ESTERO

Nel 1959 Domenico Modugno vinse a Sanremo con Johnny Dorelli cantando Piove. In realtà quella canzone resterà nella memoria per il ritornello: «Ciao ciao bambina», che presto si diffonderà all’estero nella trascrizione inglese «Chiow Chiow Bambeena», in quella tedesca «Tschau Tschau Bambina», in quella spagnola «Chao chao bambina». Dalida la cantò nella versione francese. Il linguista Nicola De Blasi (nel libro «Ciao», pubblicato dal Mulino) sostiene che la canzone di Modugno e di Dino Verde rappresentò la svolta decisiva nella fortuna internazionale della parola ciao, la forma di saluto più familiare che si conosca non solo in Italia. In realtà, segnala De Blasi, il termine era già noto oltre i confini nazionali: in un romanzo francese di Paul Bourget del 1893, un personaggio diceva in italiano «Ciaò, simpaticone» e nei primi del Novecento veniva suonato un valzer intitolato «Ciao». Il saluto filtrò ben presto nei film neorealisti e nelle commedie all’italiana nel momento in cui il nostro cinema aveva un successo mondiale.

La parola si è diffusa per il mondo a seguito delle migrazioni degli italiani, ed è entrata come saluto informale anche nel lessico di numerose altre lingue, quasi sempre unicamente per il commiato.

DAL CINEMA AI GIORNALI

Nel film di Monicelli I soliti ignoti, del 1958, Gassman saluta l’amico Capannelle ricoverato in ospedale con le parole «Addio, ciao, bello». Insomma, il nostro ciao si diffonde nel mondo sulle ali del boom economico come «icona quasi fonosimbolica» e del diffondersi del «tu» nei rapporti personali. Tant’è che nel 1967, l’anno tragico per Sanremo in cui Tenco presenta Ciao amore ciao, la Piaggio decide di battezzare «Ciao» un suo motorino che con lo slogan pubblicitario «Bella chi ciao» punta sul pubblico giovanile. E ai lettori giovani, l’anno dopo, si rivolge anche il settimanale illustrato «Ciao 2001», mentre a grandi e bambini viene proposta la crema al cioccolato «Ciaocrem».

NELLE CANZONI

Il ’68 è l’anno in cui sempre a Sanremo Luis Armstrong duetta con Lara Saint Paul cantando Ciao, stasera son qui. L’irresistibile ascesa di ciao giunge all’apoteosi nel 1990 con la mascotte eponima dei Mondiali di calcio. E attualmente, dopo pizzaciao è la parola italiana più pronunciata nel mondo fino a  ciao raga, ciao neh, ciaone. «Questa mattina mi son svegliato, oh bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao»: va detto che il canto intonato dai partigiani, che si sarebbe imposto molto dopo come inno politico di resistenza e di liberazione, fu lanciato grazie anche a iniziative commerciali prestigiose come il disco di canti popolari italiani interpretati da Yves Montand. Il più celebre etnomusicologo, Roberto Leydi, dimostrò che Bella ciao è radicata nella tradizione popolare perché risale a un canto piemontese dell’Ottocento dove però manca la parola ciao, che invece compare in un canto delle mondine anni Quaranta.

Tratto dalle seguenti fonti: https://www.corriere.it/cronache/18_giugno_24/ciao-compie-solo-200-anni-parola-italiana-piu-celebre-pizza-ecd8e05a-7720-11e8-b055-7e55445aba73.shtml; https://it.wikipedia.org/wiki/Ciao

Ora provate a rispondere alle seguenti domande.

1- Qual è la parola italiana più pronunciata nel mondo?

2- Qual è l’origine e qual è il significato della parola ciao?

3- In quale regione italiana si diffuse inizialmente questa forma di saluto?

4- Era usato come saluto formale o informale?

5- Quale canzone  segnò il punto di svolta per la fama della parola ciao al di fuori dell’Italia?

6- Nelle altre lingue questo saluto è usato principalmente per salutarsi quando ci si incontra o quando ci si separa?

7- Utilizzi questo saluto nella tua lingua di origine?

 

 

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Commenti [11]

  1. Lucia scrive:

    L’articolo e` interessantissimo! Grazie!

  2. Anita scrive:

    Cara Prof.ssa Anna,
    Prima di scrivere mio contributo nuovo sulla interessante parola “ciao”, spero che Lei abbia avuto un bella estate, anche spero il meglio per tutti con questa tragedia del scrollato dalla ponte genovesa ed anche auguro tutti un coraggio molto, molto grande.
    Anche negli Paessi Bassi è passato una tragedia grande in traffico con cui 6 bambini sono vittime mortale, da cui sono 2 della stessa famiglia e tutti qui sono sotto l’impressione di questo.
    Ora il mio contributo:
    Nel sud della Germania, tra Ulm e Friedrichshafen am Bodensee (Lago di Constanza), vicino lago di Costanza, la parola “Ciao”, spesso usato quando si lascia un partito, o una riunione informale bella famiglia. Inoltre all’arrivo c’è la parola “servus”, o “serve” spesso usata. Ho anche la frase “hast du es capiert?”, In italiano hai capito? (informale) “Haben Sie es capiert” = “Lei ha capito?” (formalmente) spesso dicono, o addirittura usato. Laggiù l’influenza italiana è notabile in quasi tutte le cose: in campagna, architettura, anche in cucina ed il tempo meteorologico fa anche parte. Chi capisca il dialetto della regione, pensa che le gente abbiano una lite ed stanno argometendo, ma non è vero, invece il parlando è normale variabile a piacevole.
    Perché l’ho imparato veramente veloce; in due settimane sapevo parlarne per 80%, anche alcune parole che il prete non direbbe dal cancello durante la Santa Messa.
    Nel frattempo so usare alcune gestì di mano italiano ed l’ho usato in traffico; anche qui abbiamo idioti ed animali preistorici in traffico, purtroppo.
    Perché la mia valvola cardiaca ha un po ‘di rumore, un film cardiaco deve essere fatto e subito dopo ho il risultato del cardiologo. In ospedale ne hanno constatato.
    Presto possibile condiviso i resultati e con questo Lei è tutti altri do i miei saluti dal mio cuore dalla Olanda
    Anita

    • Zanichelli Avatar

      Cara Anita, spero che anche tu abbia trascorso una serena estate. Il tuo contributo sui saluti e sull’influenza italiana nel sud della Germania è molto interessante, grazie per aver condiviso con noi queste informazioni.
      Un saluto e a presto
      Prof. Anna

      • Anita scrive:

        Cara Prof.ssa Anna,
        Con piacere ho fatto questo contributo è sempre ho avuto un ben periodo, quando ero laggiù ed le gente sanno incassare un ben scherzo ed anche io.
        Ero stato laggiù in una discoteca quando la squadra tedesca hanno perso nel ultimo minuto dagli azzurri ed ero seduto al bar ed il barista-propria della discoteca cominciava un parlando piacevole con me e ci abbiamo presentato ed io ho detto che io fosse la sorella del calciatore chi ha fatto il punto vincendo e che gli dovevo dare il suoi saluti cordiali. Dopo lui ha capito che venisse dalla Olanda, lui mi ha raccontato alcune barzalette sugli olandesi ed insieme abbiamo riso ed mi ha dato un vino molto bene. Oggi sempre penso ancora al questo momento.
        Sta pomeriggio sono stato dal cardiologo ed ho avuto alcune esame cardiace, perché i medici sul poly intensini e stomaco, hanno sentito un piccolo rumore cardiaco, ed mi hanno prescritto queste esame ed inmediamente dopo l’esame ho avuto l’appuntamento con il cardiologo e lui ha concluso che non debba occuparmi e mi non sta niente aspertando, dunque questa leonessa ha da celebrare una bel fatto, quindi un ben vino viene bevuto ancora, perché ne significa che non dovrò essere operato al mio cuore e posso mantenere i miei proprio assecori. La mia gioia è molto grande. Ed anche questo ho condiviso con un gran piacere. Con questo Lei do i miei saluti cordiali dalla Olanda
        Anita

        • Zanichelli Avatar

          Cara Anita, allora brindo alla tua salute!

          Un abbraccio

          Prof. Anna

  3. Interessantissimo.
    Io direi, però, “Storia del saluto piú conosciuto al mondo” (non DEL mondo, come recita il titolo), altrimenti sembra che il saluto è piú conosciuto del mondo.
    Cordialmente

    • Zanichelli Avatar

      Caro Fausto, grazie per il suggerimento.
      Un saluto
      Prof. Anna

  4. Bellissimo e interessantissimo articolo. Mi rendo conto, come figlia di emigrati in Belgio, che forse ho contribuito anch’io (abbiamo contribuito pure noi) a la diffusione del ‘ciao’ nel mondo.
    Con le sue diverse vocali e scarse consonanti è (almeno per me) una parola affascinante e unica. Il suo posto è accanto alla parola ‘aiuola’.
    Grazie mille per questa scoperta!
    Anna Maria

    • Zanichelli Avatar

      Cara Anna Maria, grazie per aver condiviso con noi le tue considerazioni.

      Un saluto e a presto
      Prof. Anna

  5. Franco scrive:

    Che schiavo derivi dal latino, non ci piove. Che ciao, derivi da schiavo ho i miei dubbi. Il termine esatto é: “sciavo vostro”, che tradotto significa “schiavo vostro”, normalmente detto da un gentiluomo ad una signora. Lo usava pure mio nonno classe 1880, qualche volta lo uso pure io. Ovviamente col passare del tempo si è ridotto al termine sciavo, il passo successivo è stato ciao, capperi, sono sparite due consonanti. Quindi la parola italiana più conosciuta nel mondo è Veneta e non lombarda. Mi dispiace sarà per la prossima volta.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Franco, nell’articolo si dice infatti che il termine deriva dal veneziano e che poi si è diffuso come saluto prima in Lombardia e poi nel resto della penisola.
      Un saluto

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