Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, sono certa che avete incontrato spesso le locuzioni polirematiche, infatti sono usate molto frequentemente e si comportano come se fossero un’unica parola. Oggi vedremo insieme cosa sono esattamente questi elementi lessicali e come si comportano. Prendere confidenza con queste espressioni e cercare di inserirle nel proprio vocabolario è importante per migliorare la comprensione e la comunicazione.
Delle polirematiche il cui significato è meno deducibile riporterò il significato tra parentesi, se ci sono altre espressioni che non capite, chiedetemene il significato o utilizzate un buon dizionario.
Buona lettura!
Prof. Anna
Le locuzioni polirematiche sono elementi lessicali formati da più di una parola, hanno un significato unitario che non è completamente deducibile da quello delle parole che le compongono. Le varie parole che compongono una locuzione di questo tipo, pur conservando ciascuna la propria forma, il proprio significato e la propria funzione, formano insieme un unico significato.
Ci sono polirematiche molto più trasparenti dal punto di vista semantico, come per esempio: carta di credito; occhiali da sole, letto a castello, mulino a vento, carta da lettera, tavolo da cucina; per altre invece il significato è meno deducibile come luna di miele (il viaggio fatto da una coppia appena sposata per celebrare il proprio matrimonio), terzo mondo (è un termine che indica globalmente i paesi in via di sviluppo), viaggio lampo (viaggio di breve durata), perle ai porci (dare perle ai porci significa dare qualcosa di prezioso, d’importante, di bello, a chi non ne è degno o non è in grado di apprezzarlo), resa dei conti (il rendere conto del proprio operato).
PROPRIETÀ DELLE POLIREMATICHE
• Non è possibile sostituire le parole che le costituiscono, nemmeno con sinonimi, la loro composizione è fissa, carta da lettera ma non foglio da lettera. Non è ammesso cambiare il numero (singolare plurale) in alcuni casi di un solo elemento: camicia da notte, ma non camicia da notti, in alcuni casi di entrambi gli elementi: alte sfere (ambienti socialmente elevati ed esclusivi), ma non alta sfera, altre volte invece è possibile cambiarli entrambi: scala mobile-scale mobili.
• Non è possibile inserire al loro interno altre parole: non sarebbe corretto quindi dire: una macchina vecchia da scrivere oppure la macchina di Marco da scrivere, l’aggettivo (vecchia) dovrebbe stare prima o dopo l’unità e il complemento di specificazione (di Marco) dopo: una vecchia macchina da scrivere, la macchina da scrivere di Marco.
• Non è possibile cambiare l’ordine delle parole che le compongono: per esempio sarebbe scorretto dire: quel permesso è di soggiorno, invece si dovrà dire: quello è un permesso di soggiorno.
TIPI DI POLIREMATICHE
Le polirematiche possono appartenere a diverse categorie lessicali, cioè possono avere la funzione di nome, di verbo, di aggettivo e di avverbio. Oggi vedremo i nomi polirematici.
• Nomi polirematici.
I principali tipi di nomi polirematici sono formati nei seguenti modi:
→ nome + aggettivo: scala mobile, carta telefonica, casa editrice, anno accademico.
Questo tipo di polirematiche è più numeroso rispetto al tipo aggettivo + nome, seguendo in ciò la tendenza della sintassi dell’italiano a collocare l’aggettivo dopo il nome;
→ aggettivo + nome: prima serata (fascia oraria della programmazione televisiva compresa indicativamente tra le 21:00 e le 23:00), alte sfere, doppio senso (frase che si presta a due interpretazioni), terzo mondo;
→ nome + sintagma preposizionale: resa dei conti, gatto delle nevi (è un veicolo a motore strutturato per muoversi sulla neve), punto di vista (idea, criterio, principio in base al quale si giudica qualcosa), carta di credito, mulino ad acqua.
Il tipo di elemento retto dalla preposizione: può essere un nome (borsa di studio) o un infinito verbale (macchina da cucire); le preposizioni più usate sono di, a e da; anche in e per sono talvolta usate, meno usate sono su e con.
Vediamo alcuni esempi con queste preposizioni:
• nome + di + nome: casa di cura, resa dei conti, avvocato del diavolo (fare l’avvocato del diavolo significa smontare le dichiarazioni o le idee altrui per dimostrarne l’inconsistenza);
• nome + a + nome: giacca a vento, camera a gas, testa a testa (contendendere la vittoria a un altro concorrente nelle fasi finali di una competizione), cartina al tornasole (in senso figurato è la prova decisiva o irrefutabile di qualcosa);
• nome + da + nome: ferro da stiro, camera da letto, carta da parati, manna dal cielo (cosa utile, vantaggiosa, giunta gradita e inaspettata);
• nome + in + nome: presa in giro (beffa, canzonatura), festa in maschera.
Seguono esempi di polirematiche costituite da nome + preposizione + infinito verbale:
• nome + da + infinito vebale: macchina da scrivere;
• nome + di + infinito verbale: modo di dire;
• nome + per + infinito verbale: gomma per cancellare;
• nome + a + infinito verbale: vuoto a rendere (contenitore, specialmente di vetro, che deve essere restituito);
→ nome + nome: punto vendita (ciascuna delle sedi di distribuzione commerciale dei prodotti di una data marca; negozio), treno merci, cane poliziotto, viaggio lampo.
Le combinazioni nome + nome potrebbero costituire il punto di incontro tra le parole polirematiche e i composti veri e propri.
Cara Professoressa Anna,
come sempre, Grazie per il bello argomento.
Non ho letto tutto, ma quelli brani che avevo letto- sono molto utili.
Mi dispiace per i terremoti d’italia.
A presto,
kdela
Allora,
adesso quando ho compiuto la lettura, devo dire che e’ un approfondimento molto importante della lingua italiana.
Ho fatto l’esame con ben risultato.
La Professoressa Anna, vorrei ringraziarLa tantissimo. Cosa avrei fatto se non abbiamo incontrato-come avrei potuto studiare e imparare l’italiano?
Dal cuore,kdela
Cara Kdela, complimenti per l’ottimo risultato e grazie a te per il gentile commento.
Attenzione, è corretto dire: “cosa avrei fatto se non l’avessi incontrata”.
A presto
Prof. Anna
Grazie per la risposta e la correzione.
Siamo con voi in italia!
A presto,
kdela
Cara Kdela, grazie per il tuo sostegno.
A presto
Prof. Anna
Ho risposto bene a tutto, ma su la sette e la nona ho un tantino tentennato.
Chiaramente sulle polirematiche.
Cara Prof.ssa Anna,
Ho studiato la lezione molto bene e non ho commesso un’errore. Ci sono modi da dire che sono usati in olandese, come “fare il avvocato del diavolo” e “dare le perle a porci”. In ollandese si dice:”dare le perle ai suini”, ma ha lo stesso significato. In ollandese si sono anche parole diverse per questi animali e qualche viene usate per maledire per persone chi non comportarsi etcettera.
Mi piace essere presenta frequentemente sul questo bloc, perché negli scorsi anni ho temuto dimenticare l’italiano, ma al grazia che ho visto la televisione italiana e ho letto la bella lingue, sono stata circa sul stesso livello e spero di andare d’avanti così.
Con saluti cordiali dal’Olanda
Anita
Cara Anita, grazie per il tuo interessante contributo. Attenzione: si scrive “un errore” senza apostrofo perché è maschile, e “fare l’avvocato del diavolo”.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Signora Anna buongiorno,
vorrei chiedere una cosa. Dopo la parola senza spesso non si usa l’articolo: senza zucchero no senza lo zucchero e cosi via.
Esiste qualche regola? Quando mettiamo articolo e quando no dopo la parola “senza”?
Grazie mille
jasna
Cara Jasna, non si usa l’articolo quando si parla di qualcosa in maniera generica, per esempio: “faccio una torta senza zucchero” in questo caso si parla di “zucchero” in maniera generica, mentre nella frase “faccio una torta senza lo zucchero che mi hai portato oggi”, in questo caso usiamo l’articolo perché ci serve per determinare il fatto che si tratta di un certo tipo di “zucchero”, cioè “quello che hai portato oggi”. Spero di aver chiarito il tuo dubbio.
A presto
Prof. Anna
Tutto chiarissimo,
grazie mille
jasna
Salve, potrei sapere se in una frase con locuzioni polirematiche l’uso di “quest’ultimo”, che è un sintagma che si riferisce all’ultimo vocabolo, si capisce a che parola si riferisca? Esempio: “Giorgio per riscaldare la propria casa d’inverno, usa ancora una vecchia stufa a legna, perchè quest’ultima è ancora performante ed è economica”. Si capisce che quest’ultima si riferisce alla stufa e non alla legna, visto che legna è l’ultimo vocabolo? E in questa frase invece: “Giovanna per stirare usa il ferro da stiro a vapore, perchè quest’ultimo e più efficacie nell’eliminazione delle grinze dai tessuti”. Qui si capisce che quest’ultimo è riferito al ferro da stiro e non solo a vapore? Grazie mille per l’attenzione e la cortesia. Cordiali Saluti
Alessandro
Caro Alessandro, sì, dalle tue frasi si capisce a cosa ti stai riferendo, anche per una questione di senso logico della frase.
Un saluto