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Aula di Lingue

Elementi di negazione

Prof. Anna
Grammatica,   La lingua italiana,   Lessico

Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, oggi vedremo in maniera più specifica e approfondita quali sono gli elementi che rendono una frase negativa, sicuramente conoscete già i più comuni, ma ce ne sono altri che vengono usati molto frequentemente nella lingua parlata.

Buona lettura!

Prof. Anna

Ricordiamo che qualsiasi frase può essere construita in forma negativa; la negazione può essere totale se nella frase viene negato il contenuto del predicato: "non ho passato quel difficile esame" (non ho compiuto l’azione espressa dal predicato), oppure la negazione può essere parziale se viene negato solo un elemento della frase: "ho passato quel non difficile esame".

Il segno per eccellenza della negazione è l’avverbio non che precede l’elemento che viene negato, ma possono essere presenti anche altri elementi negativi o rafforzativi della negazione.

Vediamoli insieme:

• gli indefiniti nessuno, nulla, niente che seguono il verbo: – non ho visto nessuno;

• l’indefinito alcuno che segue il verbo: – non ho ricevuto alcuna risposta;

• l’avverbio affatto (= del tutto, completamente) che di solito segue il verbo e rafforza la negazione: – non l’ho visto affatto.

É frequente trovare questo avverbio anche da solo come risposta marcatamente negativa a una domanda: "Hai capito?" "Affatto"; affatto può seguire niente che in questo modo viene rafforzato: "Hai capito?" "Niente affatto";

• l’avverbio assolutamente, viene anche usato nelle risposte negative per rafforzare il no o per sostituirlo: – non l’ho assolutamente ascoltato; "Sei stanco?" "Assolutamente (no)";

• l’avverbio mica rafforza la negazione mediante la quale chi parla vuole escludere un fatto che potrebbe venirgli attribuito come colpa o che potrebbe arreccare qualche danno, dispiacere o fastidio: "Non sono mica stato io!" (se per caso lo pensassi, non è così); spesso è accompagnato dal futuro semplice o anteriore: "Arrivederci a tutti" "Non te ne andrai mica!" (se te ne andassi mi dispiacerebbe).

Se mica precede il verbo, cosa che avviene soprattutto all’interno di un registro informale, sostituisce non: – mica sono stanco (= non sono stanco);

• gli avverbi neanche, neppure, nemmeno servono ad aggiungere a una prima frase negativa un’altra frase negativa che non ha il predicato: – alla festa non ci andrò e nemmeno Luca (ci andrà);

• la congiunzion mette in realzioni più frasi negative: – non bevo né vino né birra;

• ci sono alcune frasi formate da no, mai, più; o anche o no, o non, o meno; più e mai sono seguiti da un participio passato: "Hai mai visto questo film?" "Mai visto"; – Marco? Più saputo niente di lui. (=non ho più avuto notizie di Marco); – hai capito o no?;

• può accadere che due negazioni nella stessa frase formino un’affermazione: –non puoi non capire queste cose (= sei assolutamente in grado di capire queste cose);

• l’espressione di forma negativa non + verbo + che ha il significato di verbo + solamente: – non mangia che pasta (mangia solamente pasta);

una frase di forma affermativa ma di significato negativo è quella formata da figurati (figuriamoci, figurarsi) + se + verbo all’indicativo o al condizionale: – figurati se vengono ormai! (ormai non vengono più);

• le espressioni neanche per idea, neanche per sogno, non passare neanche per la testa sono tipiche di una negazione decisa: – "non avevi detto che mi avresti accompagnato al supermercato?" "Io? Neanche per sogno! (non mi è passato neanche per la testa)!";

macché ha un valore negativo, viene usata da sola o davanti a un nome, un aggettivo o un verbo all’infinito: "Fa freddo" "Macché! (freddo)" (= non fa freddo).

Seleziona la risposta corretta fra quelle disponibili. Se rispondi bene, vedrai lo sfondo diventare di colore verde.

  1. Scegli la frase corretta:
    • Non affatto sei simpatico quando dici queste cose.
    • Non sei affatto simpatico quando dici queste cose.
  2. Scegli la frase corretta:
    • "Sei mai andato a Roma?" "Andato mai"
    • "Sei mai andato a Roma?" "Mai andato"
  3. Scegli la frase corretta:
    • "Usciamo stasera?" "Macché uscire! Sono troppo stanco"
    • "Usciamo stasera?" "Non macché uscire! Sono troppo stanco"
  4. Scegli la frase corretta:
    • "Mi avevi promesso che mi avresti portato a ballare" "Io? Per nessuna idea!"
    • "Mi avevi promesso che mi avresti portato a ballare" "Io? Neanche per idea!"
  5. Scegli la frase corretta:
    • "Hai trovato lavoro?" "Affatto niente"
    • "Hai trovato lavoro? "Niente affatto"
  6. Scegli la frase corretta:
    • Figurati se ci credo!
    • Se figurati ci credo!
  7. Scegli la frase corretta:
    • Non mica fa freddo!
    • Non fa mica freddo!
  8. Scegli la frase corretta:
    • Non hai comprato niente?
    • Non hai comprato alcuno?
  9. Scegli la frase corretta:
    • Mica faccio tardi, domani devo svegliarmi presto.
    • Faccio tardi mica, domani devo svegliarmi presto.
  10. Scegli la frase corretta:
    • "Sei triste?" "Non assolutamente"
    • "Sei triste?" "Assolutamente no"

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Commenti [64]

  1. Anita scrive:

    Cara Prof.ssa Anna,
    Coincidentale ho esserciso sulle forme di rafforzato delle negazione che Lei mi ha spiegato una volta perché l’ho trovato veramente utile per farla (posso anche scrivere “perché l’ho trovato asulamente utile”?) e ecco la lezione sulla questa tema che mi piace. Ho studiato circa tre ore sul questa lezione con alcune pause e non ho commesso nessun errore. Che sono in forma! 🙂 .
    Nonostante questo ben risultato, ho ancora questa domando a Lei: È giusto se scrivo o dico:”mi fa macché freddo, perché ho alzato il termostato”? E : “Dottor Rossi, Lei mi ha fatto macché male! Spero che io abbia scritto corrette. Per la sua eventuale correzione, Lei ringrazio in anticipio con saluti a tutti dal Olanda
    Anita.

    • Zanichelli Avatar

      Cara Anita, “macché” si usa con un verbo all’infinito o davanti a un nome o a un aggettivo, quindi potresti scrivere: “macché fare freddo! Perché hai alzato il termostato?” mentre nell’altra frase potresti usare “mica”: “Dottor Rossi, Lei non mi ha fatto mica male!”.
      A presto
      Prof. Anna

  2. Rino scrive:

    Ottimo 10/10; Non mi sono sembrati difficili, ma la spiegazione è stata molto chiara:
    Grazie.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Rino, ottimo risultato!
      A presto
      Prof. Anna

  3. Rino scrive:

    La semplicità, è la chiarezza delle cose.

  4. Rino scrive:

    La semplicità, è di facile apprendimento.

  5. Rino scrive:

    La lingua italiana come la vita, riserva tante difficoltà.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Rino, bel paragone, ma entrambe ci offrono anche tante soddisfazioni.
      Un saluto
      Prof. Anna

  6. Rino scrive:

    Oggi più che mai,la vita ci presenta serie difficoltà.
    La vita è tutta per i politici magnoni.

  7. Rino scrive:

    Allucinante con gli ultimi fattacci accaduti a Roma, noi poveri mortali continuiamo a pagare esose TASSE;
    Come fai a non lamentarti?
    Ci hanno distrutto la vita.
    Strano che le piazze non si popolino.

  8. Anita scrive:

    Cara Prof.ssa Anna,
    Alcune ore dopo che io abbia scritto il mio commento, ho ancore studiato sulla lezione anche se ho compito tutte le frase correttamente e mi sono state più cose che ho visto di priori e se ho ragione, sono molto contenta. Se scrivo:” Sono assolutamente sicura che ho visto sulla borsa alcune persone che conosciamo tutti insieme, ma non dirò chi erano, perché sono discretamente”, questa frase è un affermazione, mentre “alcune è un indefinitivo. Credo che voglia usare il averbo e indefinitivo così, per fare un affermazione ed essere discretamente, io potrei usarla così. Se Lei vorrebbe far sapermi oppure ho ragione o no, Lei ringrazio a priori. Anche mi è venuto due parole della grammaticale terminologia chiare. Perchiò mi raccomando tutti gli mio constudenti di fare come ho fatto con cordiali saluti a tutti dal Olanda
    Anita

    • Zanichelli Avatar

      Cara Anita, l’uso dell’indefinito “alcune” è corretto e la frase è un’affermazione, la frase però contiene degli errori: “sono assolutamente sicura di aver visto sulla borsa (che cosa significa-sulla borsa-?) alcune persone che conosciamo tutti, ma non dirò chi erano, perché sono discreta”.
      Un saluto
      Prof. Anna

  9. Anita scrive:

    Cara Prof.ssa Anna,
    Ho pensato che “la borsa” fosse anche in italiano una parola conosciuta in genere, ma mi ho sbagliato, se leggo la sua domanda. Questa parola ho traslato direttamente dalla l’olandese in italiano intuitivamente e spero di spiegarla così, che Lei e gli studenti ne capiscono. Ho mentito un evenemento della dimostrazione e vendite in una sala grande come in un’ arena sportiva, fatto in più giorni che può essere delle teme particolare. Penso che se ne abbiamo chi in Ollanda, che sia organista anche in Italia. Le sale sono di un dimensione molto grande e gli evenementi sono delle teme varie grande come il Bienale con varie dipartimenti e bancarelle come in gran magazine. Questo anno una mese fa ero sulla “borsa” (non conosco la giusta parola) per la bellezza femminile, ed ho incontrato un’ amica sul appartamento “chirurghi a plastica” e trovavo una discrezione nessecario in rispetto per questa donna. Spero che l’ho spiegato chiara che ho mentito, purtroppo il tradizione automatico sulla internetpagina non ha tradito bene questa parole, dunque ho fatto in questo modo. Trovo molto bene che riusco esprimi così bene. Volentieri l’ho spiegato con salutati cordiali dal Olanda a tutti
    Anita

    • Zanichelli Avatar

      Cara Anita, se ho capito bene il termine in italiano è “fiera”.
      Un saluto
      Prof. Anna

  10. Rino scrive:

    Seguo molto le sue splendite risposte, ma molte me le perdo; Come faccio a seguirle tutte se cambio spesso pagina?
    Anch’io la saluto tanto.
    Grazie per l’ottimo.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Rino, l’unico modo è leggere i commenti ai vari articoli.
      Un saluto
      Prof. Anna

  11. Rino scrive:

    Pensi sto cercando di ricavare un bel quaderno di esercizi dai suoi. C’è molto da imparare.
    E io imparo:-)

    • Zanichelli Avatar

      Caro Rino, che bella idea!
      A presto
      Prof. Anna

  12. Rino scrive:

    Certo! grandi soddisfazioni, specie per chi mastica l’italiano corettamente come Lei.

  13. Rino scrive:

    10 su 10 che mostro che sono!:-)

  14. Rino scrive:

    Mafia e politica? penso non sia una novità: Da che mondo è mondo, ci sono sempre stati i magnoni, oggi più di allora.
    Mi stupisco quando quelli del pd fanno i moralisti ahahahahah!!!!
    Grazie Prof.ssa se non annoio.

  15. Rino scrive:

    Anche tra alcuni politici il congiuntivo si lascia un tantino desiderare.

    Sento di avere doti poetiche, ma non le sò sfruttare.
    Mi piace: Leopardi, Trilussa, Pascoli, D’Annunzio, ma la lettura mi stanca.

  16. Rino scrive:

    Gentilissima Professoressa, anch’io sento il dovere di ringraziarLa di tutto e porgo i miei migliori Auguri di buone Feste.
    Un caro saluto.

  17. Anita scrive:

    Cara Prof.ssa Anna,
    Nel frattempo ho trovato una pagina che tradisce diverse lingue meglio di d’avanti e la parola fiera e la giusta, perché anche l’ho trovata sul sito “tre cani” che L’ha ricolmandada a me ed anche mi è venuta questa perola, dunque, la domanda è solvatata che mi piace.
    Saluti cordiali dal Olanda
    Anita

    • Zanichelli Avatar

      Cara Anita, allora la parola giusta era “fiera”; attenzione che il dizionario si chiama “Treccani”.
      A presto
      Prof. Anna

  18. Gli esercizi mi sono serviti molto…
    GRAZIE!!!

  19. Rino scrive:

    Felice e sereno anno 2015 a TUTTI
    Ciao!!

  20. Hari scrive:

    Gentilissima Professoressa Anna,
    Volevo chiederLe quale di queste frasi fosse corretta:

    Come non perdere la testa anche nei momenti peggiori

    – Come non perdere la testa neppure nei momenti peggiori

    Il mio dubbio è: deve essere applicata necessariamente la doppia negazione?
    Vedendo vari esempi in Internet, ho notato che vengono usate entrambe le versioni…

    Grazie per ogni suggerimento!

    • Zanichelli Avatar

      Caro Hari, le frasi sono entrambe corrette.
      Un saluto
      Prof. Anna

      • Hari scrive:

        Gentilissima Professoressa Anna,
        La ringrazio moltissimo per il Suo aiuto!
        Buon pomeriggio
        hari

  21. una domanda
    la preposizione\congiunzione SENZA, si considera una negazione?

    • Zanichelli Avatar

      Caro Massimiliano, non si considera una negazione.
      A presto
      Prof. Anna

  22. Trissino scrive:

    Gentile prof.ssa Anna,

    e’ possibile rispondere alle frasi interrogative negative in modo breve,cioe’ senza ripetere il predicato, (con un “si'” o un “no” per intendersi), in modo che non si creino fraintendimenti nell’interlocutore?
    Esempio: “Paolo non ha mangiato la pasta?” Se rispondo “si'” significa che Paolo non ha mangiato la pasta?
    Nell’inglese l’uso degli ausiliari nelle risposte brevi evita sempre il fraintendimento, ma in italiano?

    Grazie mille,
    Cordiali saluti

    • Zanichelli Avatar

      Caro Trissino, in questi casi è sempre meglio non rispondere solo con un -sì- o con un -no-, ma dire per esempio “no, non l’ha mangiata”.
      Un saluto
      Prof. Anna

  23. Trissino scrive:

    Gentile prof.ssa Anna,

    e’ possibile rispondere alle interrogative negative in modo breve, cioe’ senza ripetere il predicato, (con un “si’” o con un “no” per intendersi) senza creare fraintendimenti nell’interlocutore?
    Esempio: Paolo non ha mangiato la pasta? Se rispondo “si’” significa che Paolo non ha mangiato la pasta?
    Nell’inglese l’uso degli ausiliari nelle risposte brevi evita sempre il fraintendimento. Ma in italiano?

    Grazie mille,
    Cordiali saluti.

  24. Francesco scrive:

    Salve , prof . , avrei una domanda …

    1) ” Nella situazione rappresentata in figura il veicolo C deve disimpegnare l’incrocio per ultimo ” . Il verbo ” disimpegnare ” , in questa frase , ha il significato di ” passare l’incrocio per ultimo ” , ” liberare l’incrocio per ultimo ” , ” muoversi e andar via dall’incrocio per ultimo ” … E’ giusto ?

    • Zanichelli Avatar

      Caro Francesco, esatto, significa “liberare l’incrocio per ultimo”.
      Un saluto
      Prof. Anna

  25. Dino scrive:

    Salve, l’espressione ” No che non ” può essere considerata come un rafforzativo della negazione stessa ? Le faccio degli esempi :
    – ” No che non mi piace la torta ” ( significa che non mi piace assolutamente )
    – ” No che non mi offendo ” ( anche qui significa che non mi offendo , anzi al contrario me ne potrei compiacere )
    – ” No che non mi ricordo ” ( significa che ho un vuoto di memoria ) ecc …

    E invece l’ espressione ” Sì che non ” che tipo di valore ha ? Esempio :
    – ” Si che non sei tu la mia ragazza ” ( Anche qui forse abbiamo un tipo di rafforzativo , sottoforma di avverbio della risposta affermativa ” si ” , per me del tutto desueto , che rafforza ciò che segue ( … ” che non sei tu la mia ragazza ” ) .

    • Zanichelli Avatar

      Caro Dino, “no che non” ha valore enfatico e intensivo, mentre si usa, sempre con funzione enfatica, l’espressione “si che” + un verbo non preceduto da negazione ad esempio “sì che vengo stasera”.
      Un saluto
      Prof. Anna

      • Dino scrive:

        Quindi il mio ragionamento è corretto ? Che poi potrebbe essere : ” No , non mi offendo ( senza il ” che ” ) .

        • Zanichelli Avatar

          Caro Dino, il tuo ragionamento è corretto. Si potrebbe anche dire “no, non mi offendo”.
          A presto
          Prof. Anna

  26. domenico scrive:

    LA NEGAZIONE:
    -1 ‘’Io sono bello’’
    -2 ‘’Io NON sono bello’’.
    Nel primo esempio affermo la mia bellezza; mentre nel secondo esempio nego la mia bellezza, esprimendo quindi, in modo sottinteso, o il suo contrario, cioè ‘’sono brutto (non sono bello)’’ oppure (anche se non è specificato ma bisogna capirlo dal contesto) ‘’che sono una via di mezzo fra l’essere bello e l’essere brutto’’. In sintesi il ‘’non’’, o comunque la negazione in generale, nega ciò che segue (il mio secondo esempio) o, in certi costrutti, ciò che precede. E in più, di conseguenza, il ‘’non’’, negando ciò che segue o ciò che precede, o capovolge il senso di un concetto, esprimendone il suo significato opposto (non sono bello= sono brutto), o comunque lo nega solamente (dal contesto poi si può capire il senso completo di una certa frase).
    Altri esempi di NEGAZIONE ma col PERIODO IPOTETICO:
    Intanto, che cos’è il periodo ipotetico?
    il periodo ipotetico esprime un’ipotesi più o meno reale (DELLA REALTA’), più o meno possibile (DELLA POSSIBILITA’) o più o meno irrealizzabile (DELL’IRREALTA’).
    Esempi di negazione col periodo ipotetico:
    -3 ‘’Se io fossi ricco, (ma non lo sono, ch’è sottinteso) mi comprerei una villa’’
    -4 ‘’Se io NON fossi ricco, (ma lo sono, anche qui è sottinteso) non mi comprerei una villa’’.
    Nel terzo esempio esprimo il desiderio di essere ricco, MA NELLA REALTA’ NON SONO RICCO. Probabilmente, anche se non è espresso nel periodo ma è sicuramente deducibile dal contesto, nella realtà, forse, o non ho molti soldi oppure sono indigente.
    Nel quarto esempio, invece, anche se NELLA REALTA’ SONO RICCO, esprimo l’idea, in uno scenario ipotetico, leggermente futuristico e poco probabile, di non avere denaro. E quindi sto dicendo che ‘’se avessi pochissimi soldi, allora non potrei comprare la villa’’.
    DOPPIA NEGAZIONE:
    -5 ‘’NON posso NON farlo’’
    -6 ‘’NON dico di NON essere bello’’.
    Il quinto esempio, piuttosto facile, significa che ‘’DEVO FARLO PER FORZA’’; qui la doppia negazione forma un’affermazione.
    Nel sesto esempio dico, in sostanza, o ‘’che sono carino’’ o ‘’che sono bello’’; o che ‘’non sono brutto’’o addirittura ‘’una via di mezzo, affascinante’’ (anche qui bisogna capire il contesto). Diciamo che la frase ci dice solo che io non ho detto (appunto ‘’non dico’’) ciò che segue il ‘’NON DICO’’ iniziale (quindi di ‘’non essere bello’’). In finale, l’espressione col ‘’NON’’ iniziale (‘’non dico’’), in questa frase, ma come in tutte le altre che hanno costruzioni negative simili, serve per negare con convinzione ciò che successivamente viene espresso (esempio, ‘’non essere bello’’), esprimendone, implicitamente, anche qui il suo senso opposto. Perciò ‘’non dico di non essere bello’’ significa o ‘’che sono bello’’ o comunque che ‘’non sono brutto’’, cioè quantomeno nego la mia bruttezza; insomma, mi considero ‘’una buona via di mezzo’’ etc.
    Altri esempi:
    -7 ‘’NON dico che NON sei bello (stesso ragionamento della numero 6 qui sopra, ma chiaramente con un significato, relativo agli aggettivi usati ,finale diverso e con una persona grammaticale differente (qui ho usato il ‘’tu’’; nella numero 6 avevo usato ‘’io’’ sottinteso); quindi o dico, sottinteso, ‘’che sei bello, carino’’ o anche qui comunque, ed esplicitamente, che ‘’non sei brutto’’ o addirittura ‘’una vita di mezzo, affascinante’’)’’.
    -8 ‘’NON dico che NON sei brutto’’ (dico o ‘’che sei brutto’’ o comunque che ‘’non sei bello’’ o ‘’che forse sei un tipo).
    -9 ‘’NON voglio che tu NON lo dica (significa in sintesi ‘’voglio che tu parli, che tu esca dal tuo silenzio’’)’’.
    Ora che ci penso dalla frase numero 6 alla frase numero 9, per non creare troppa confusione fra negazioni, ho notato un espediente… Tante negazioni in una frase possono creare troppi problemi? Bene, allora semplifichiamo le frasi. Invece di dire, esempio, ‘’NON DICO CHE NON SEI BRUTTO (o comunque mentre leggiamo questa frase, possiamo mentalmente mettere in atto la nostra semplificazione) ’’, possiamo dire, sfruttando la stessa costruzione, ‘’NON DICO CHE SEI BELLO (‘’sei bello’’ rappresenterebbe, spero di spiegarmi, la forma opposta, affermativa del corrispettivo negativo ‘’non sei brutto’’forma, presente nella nostra frase, che abbiamo semplificato per non creare confusione fra negazioni). Ecco qui che possiamo trovare subito il senso di queste frasi contorte; Ergo, nel nostro esempio ‘’non dico che non sei brutto’’, che diventa per facilitare il tutto ‘’non dico che sei bello’’, sto dicendo ‘’che sei brutto’’ , ‘’magari un tipo’’, sicuramente ‘’non bello’’.

    ALTRE ESPRESSIONI DI NEGAZIONE:
    -1 Mentre l’espressione ‘’non nego’’ significa ‘’affermo’’, giusto?
    Esempio: ‘’non nego la mia bellezza’’ significa ‘’affermo, ribadisco, confermo la mia bellezza, sono bello’’.
    -2 ‘’Non per nulla’’ significa ‘’appunto per questo’’, diciamo ‘’confermare, fortificare e ribadire’’ un concetto appena espresso; esempio: ‘’mi piaceva quella maglia e non per nulla (appunto per questo motivo, quindi non casualmente) l’ho comprata’’.
    -3 ‘’Non a caso’’ credo abbia un significato simile all’espressione ‘’non per nulla’’;
    esempio: ‘’Marco, hai ancora mal di denti?”; “Certo! non a caso ora mi trovo dal dentista!”. Significa, come per ‘’non per nulla’’, ‘’appunto per questo ora mi trovo dal dentista’’. O comunque significa che ‘’ per un motivo valido, con una precisa intenzione sono andato dal dentista; e quindi non per casualità sto dal dentista, ma per uno scopo’’.
    -4 ‘’Non privo di spirito’’ significa ‘’pieno di spirito’’, ‘’con tanto spirito’’. Esempio: ‘’Sono non privo di spirito (significa sono ‘’pieno di spirito’’).
    -5 ‘’Non senza di te’’ significa ‘’con te’’ etc. Esempio: ‘’Farò ciò non senza di te (quindi ‘’lo faccio con te’’)’’.
    -6 ‘’Non prima di’’ significa ‘’dopo’’; esempio: ‘’Farò gli auguri a Mattia, ma non prima (quindi ‘’dopo’’) averlo incontrato’’; cioè significa che prima incontro Mattia, e successivamente gli faccio gli auguri; insomma, voglio fargli gli auguri di persona, quindi incontriamolo’’.
    -7 ‘’Non escludo’’ significa ‘’ammetto’’, cioè ‘’potrebbe essere’’ etc.; esempio: ‘’non escludo il ritorno (cioè ‘’potrei tornare, tutto è ancora aperto, tutto è possibile etc.’’)’’.
    -8 ‘’ Lui non è alto (qui può significare o ‘’che è basso’’ o ‘’ che è una via di mezzo fra l’essere alto e basso’’ oppure ribadire ‘’che non è comunque alto; stop’’; non è specificato; insomma, dipende anche dal contesto).

    IL ‘’ PERCHE’ ‘’ NELLE DOMANDE RETORICHE:
    Nella frase ‘’Perché dobbiamo far finta d’essere forti?’’
    In questa frase il ‘’perché’’ viene utilizzato quasi per rimproverare un atteggiamento forzato da parte di certi individui che, appunto, fingono di essere forti quando in realtà sono deboli e insicuri. Per cui non bisogna rispondere a questa domanda, ma bisogna rifletterci sopra. In sostanza, il senso della frase ci dice di essere noi stessi; quindi se siamo deboli, di rimanere nella nostra debolezza, la quale sicuramente è molto più sincera e onesta dell’essere ‘’forti’’ per finta, e risultare quindi ridicoli.

    …Poi s’è corretta questa frase: ‘’Partirei dall’autore per poi arrivare al suo contesto (o comunque al contesto in cui opera)’’. E quest’altra: ‘’Già che mi GUARDATE, mi innervosite’’.

    …ULTIMO RAGIONAMENTO SUL ‘’PRIMA’’ E IL ‘’DOPO’’:
    -1 ‘’Prima di parlare del teatro, farò una premessa’’ (significa che prima faccio la premessa, e dopo parlo del teatro, giusto? cioè la premessa è la prima cosa, la seconda, che arriva dopo, è il parlare del teatro). Di fatti se invertiamo le frasi (‘’farò una premessa, prima di parlare del teatro’’), il senso resta, si, lo stesso; ma con più facilità di comprensione. Insomma, so che ‘’farò una premessa’’, frase messa prima del ‘’prima di parlare del teatro’’, avviene subito, prima appunto ‘’di parlare del teatro’’; e dopo, infine, si parlerà del teatro.
    -2 ‘’Dopo la premessa, parlerò del teatro’’ (significa la stessa cosa che ho scritto nella prima frase, ma scritta appunto in un altro modo, con un’altra costruzione. Quindi significa che prima faccio la premessa e dopo parlo del teatro. Anche qui la prima cosa che accade è ‘’la premessa’’ e la seconda che accade è ‘’il parlare del teatro’’). Se, pure qui, invertiamo l’ordine delle frasi, il senso del tutto è di più facile comprensione (‘’parlerò del teatro, dopo la premessa’’; cioè ‘’parlo, si, del teatro, ma prima faccio la premessa’’).
    -3 ‘’Dopo i compiti, andrai a giocare’’ (anche qui, stesso senso della numero 2, significa che ‘’prima finisci i compiti e dopo ti vai a divertire’’). Se invertiamo l’ordine delle frasi, il senso del tutto è di più facile comprensione (‘’Andrai a giocare, dopo i compiti’’; cioè ‘’andrai, si, a giocare, ma prima fai, finisci i compiti).
    -4 ‘’Dopo aver fatto la premessa, parlerò del teatro’’ (frase identica alla numero 2, solamente che fra il ‘’dopo’’ e la ‘’premessa’’ c’è il verbo ‘’aver fatto’’ il quale nella frase numero 2, in sostanza, è stato omesso ma è sottinteso).

    …Ultime frasi:
    -1 ‘’E’come se Tizio, durante tutta la sua esistenza, non avesse dato importanza al denaro; ma, al contrario, avesse investito, mediante la sua poetica e la sua educazione liberale, tutta la sua vita (quindi a dispetto appunto dei soldi, offertigli, in vita, in grandi quantità e in parecchie occasioni), nella propria indipendenza e nell’essere un uomo privo di catene ed eticamente libero ’’.
    Le volevo chiedere, in primis, se l’intero periodo sia scritto in modo corretto o no. Poi volevo ragionare sulla locuzione ‘’E’come se’’ relativa sia ad un ragionamento presente sia ad un ragionamento passato (come per nostra frase qui sopra scritta). Secondo me questa locuzione è una via di mezzo fra un periodo ipotetico e non. Spiego: ci sono sicuramente delle influenze legate al periodo ipotetico (chiaramente non stiamo parlando di un vero periodo ipotetico), perché comunque stiamo esprimendo, attraverso l’espressione ‘’E’come se’’, delle ipotesi, dei ragionamenti, magari un po’ incerti, su determinate situazioni più o meno personali e più o meno vicine a noi in ordine di tempo. Esempio al presente: ‘’E’come se io avessi sete (in questa frase non sono certo di avere propriamente sete; ho un’impressione di sete, QUASI che avessi sete, ma non ne sono certo; sicuramente ho bisogno di un liquido, ma sono un po’ confuso)’’. Se ho ben capito questa costruzione (‘’E’come se’’) introduce una frase, relativa o al presente o al passato, che indica un modo di percepire, di sentire (anche se non con certezza) e, di conseguenza, di tentare di raccontare una determinata situazione di una persona (o un determinato evento o una determinata persona etc.) e cercare di analizzarla attraverso anche l’ausilio di certe ipotesi e ragionamenti. Per tornare invece alla nostra frase iniziale, quindi quella al passato (‘’E come se Tizio etc…’’), il ragionamento generale è lo stesso; solamente che, rispetto ad una situazione personale, come quella che ho raccontato al presente nella frase ‘’E’ come se IO avessi sete’’, qui ci troviamo di fronte ad una situazione non personale, dove non si conosce perfettamente la situazione di ‘’Tizio’’; e quindi a maggior ragione è più difficile analizzarla, ma dove possiamo intuire, atrraverso un gioco di ipotesi etc., come ‘’Tizio’’ vivesse e pensasse all’epoca dei fatti. Ovviamente, in queste ipotesi, c’è sempre un margine d’errore, ma d’altronde è tipico di questi periodi, introdotti dalla costruzione ‘’E’come se’’.

    -2 ‘’Nonna vuole più bene a noi che non a loro’’. In questo caso ‘’più bene’’ non diventa ‘’Meglio’’, giusto? Quando si esprimono affetti di questi tipo, la forma ‘’più bene’’ è d’obbligo; altrimenti ‘’meglio’’, in questo contesto, non renderebbe l’idea di un rapporto affettivo rispetto a più persone.
    -3 ‘’Non è troppo tardi (significa ‘’che c’è sempre tempo di fare le cose’’)’’. Invece la frase ‘’non è MAI troppo tardi’’ ha lo stesso senso, ma più marcato dall’ausilio del ‘’mai’’ che, di norma, vuol dire ‘’in nessun momento’’ e ‘’in nessun caso’’; ma che con la negazione, e nella nostra frase, il ‘’mai’’ diventa ‘’SEMPRE’’; e quindi la nostra frase significa ‘’c’è sempre, in ogni momento e in ogni caso, tempo di fare le cose etc.).

    TUTTO CORRETTO, PROF.?

    • Zanichelli Avatar

      Caro Domenico, alcune precisazioni: “Nel terzo esempio (se fossi ricco) esprimo il desiderio di essere ricco”, non è necessariamente così, la protasi del periodo ipotetico della possibilità esprime un’ipotesi possibile e non un desiderio; “qui la doppia negazione forma un’affermazione”, il significato di una doppia negazione non è identico a quello di un’affermazione, ha una sfumatura diversa, è una modalità meno diretta di dire qualcosa; “possiamo dire, sfruttando la stessa costruzione, “NON DICO CHE SEI BELLO”, in realtà non è esattamente la stessa cosa, perché la doppia negazione conferisce alla frase una sfumatura diversa e così come la scelta delle parole (brutto, bello); “non a caso” significa “non casualmente; con uno scopo, con una precisa intenzione”; la frase “Perché dobbiamo far finta d’essere forti?” non è formalmente una domanda retorica, le interrogative retoriche sono espresse in forma negativa e si presume e si vuole che si risponda in maniera positiva “non fa caldo?” (chi parla afferma e crede che faccia caldo), in assenza della negazione non, possono essere anche contrassegnate da –vero– o –non è vero- (“ti sei annoiato, vero?”); non capisco il senso dell’avverbio “già” nel periodo: “Già che mi GUARDATE, mi innervosite”; la locuzione “come se” introduce una frase comparativa ipotetica con il verbo al congiuntivo; in questo caso “bene” è un sostantivo e significa “affetto, amore” e non un avverbio, quindi è corretto dire “volere più bene”, “meglio” è il comparativo dell’avverbio “bene”.
      Un saluto
      Prof. Anna

      • domenico scrive:

        Prof., buongiorno! Ricapitolando per capire se, in generale, è tutto corretto o meno.

        -Per quanto riguarda le frasi numero 1 e 2 della sezione ”LA NEGAZIONE” possiamo dire che sia le frasi sia i relativi ragionamenti siano corretti?

        -Poi per quanto riguarda la sezione ”Altri esempi di NEGAZIONE ma col PERIODO IPOTETICO” e le relative frasi 3 e 4 possiamo dire che siano corrette e che siano corretti anche i relativi ragionamenti (ho modificato delle cose) ? (Ok, come ha detto lei, nella frase numero 3 non si esprime un desiderio, ma una possibilità; anche se un minimo di speranza nel diventare ricco c’è… Nonostante ciò, al di là di questo ragionamento , può starci il ragionamento, chiamiamolo cosi, ”logico-grammaticale”? cioè sul fatto che ”se io fossi ricco” implica il fatto che nella realtà, tuttavia, o ”sono povero” oppure ”ho pochi soldi”? e che, di conseguenza, esprimo, in un possibile futuro, appunto la possibilità di ”diventare ricco”? Mentre nella frase numero 4 può starci il mio ragionamento, definiamolo anche qui ”logico-grammaticale” ? cioè sul fatto che ”se io non fossi ricco” implica il fatto che nella realtà, con molta probabilità, sono ricco? e che, di conseguenza, esprimo, in un possibile futuro, appunto la possibilità di ”diventare, diciamo, povero o un uomo con pochi soldi”? ).

        -Per quanto riguarda la sezione ”DOPPIA NEGAZIONE” possiamo dire che le mie frasi 5, 6, 7, 8, 9 e i relativi ragionamenti, chiaramente con delle precisazioni, siano corretti? Nella frase numero 5, dove ho scritto ”qui la doppia negazione forma un’affermazione”, credo d’essermi espresso male. Si, è vero come dice lei: ”il significato di una doppia negazione non è identico a quello di un’affermazione, ha una sfumatura diversa, è una modalità meno diretta di dire qualcosa”; e con ciò sono d’accordo. Effettivamente dire una cosa con l’ausilio delle ”doppie negazioni” significa ”donare a queste frasi un po’ di sensibilità grammaticale in più”. Io, ecco perché mi ero espresso male, per ”forma un’affermazione” intendo che, quando si ragiona su queste frasi con doppie negazioni per trovarne un significato, alla fine la frase risulta ”positiva”: cioè ”Non posso non farlo”, esempio, alla fine, significa ”devo farlo”, ”posso farlo” etc.; insomma, per ”forma un’affermazione” intendo questo; forse avrei dovuto dire ”qui la doppia negazione forma, una volta ragionata, semplificata e capita, una frase positiva”. Spero d’essermi spiegato…Invece per quanto riguarda l’espressione “possiamo dire, sfruttando la stessa costruzione, “NON DICO CHE SEI BELLO”, anche qui credo d’essermi espresso male; perché nella frase ”NON DICO CHE NON SEI BRUTTO” non intendo sostituire visivamente l’espressione ”non sei brutto” con l’espressione ”sei bello”; ma intendo che magari, sostituendo mentalmente l’espressione ”non sei brutto” con l’espressione ”sei bello”, riuscirei a capire meglio il senso di questa frase, la quale, con tante negazione di mezzo, potrebbe creare un po’ di confusione; tutto qui, spero d’essermi spiegato…Tuttavia, per tagliare la testa al toro e semplificare le nostre frasi con doppie negazione, potremmo fare cosi:
        5-non posso non farlo (diventa, togliendo entrambe le negazioni, ”posso farlo”, ”devo farlo”);
        6-non dico di non essere bello (diventa, togliendo entrambe le negazioni, ”dico di essere bello” o comunque ”carino”, un ”tipo”; dipende tutto dal contesto);
        7-non dico che non sei bello (diventa, togliendo entrambe le negazioni, ”dico che sei bello” o comunque, anche qui, ”carino”, un ”tipo”; dipende tutto dal contesto);
        8-non dico che non sei brutto (diventa, togliendo entrambe le negazioni, ”dico che sei brutto” o sicuramente ”non bello”; anche qui abbiamo bisogno del contesto per capire quanto una persona sia effettivamente ”brutta” etc.);
        9-non voglio che tu non lo dica (diventa, togliendo entrambe le negazioni, ”voglio che tu lo dica”).
        Spero, come ho detto sopra, che le mie frasi, ora, e con delle precisazioni, e i miei ragionamenti siano corretti…

        -Per quanto riguarda la sezione ”ALTRE ESPRESSIONI DI NEGAZIONE” possiamo dire che le mie frasi dalla frase numero 1 alla 8 e i relativi ragionamenti siano corretti? e in più che l’espressione ”non a caso” sia, un po’, un sinonimo di ”non per nulla”?

        -Per quanto riguarda la sezione ”IL ‘’ PERCHE’ ‘’ NELLE DOMANDE RETORICHE” possiamo dire che la frase ‘’Perché dobbiamo far finta d’essere forti?’’, nonostante non sia formalmente una domanda retorica, sia corretta e sia corretto il relativo ragionamento che ho fatto?

        -Per quanto riguarda le frasi ”Partirei dall’autore per poi arrivare al suo contesto (o comunque al contesto in cui opera)’’ e ‘’Già che mi GUARDATE, mi innervosite (qui il ”già” significa ”nel momento in cui mi guardi, ecco qui che mi innervosisci)” possiamo dire che siano corrette?

        -Per quanto riguarda la sezione ”ULTIMO RAGIONAMENTO SUL ‘’PRIMA’’ E IL ‘’DOPO’’” possiamo dire che le frasi e i relativi ragionamenti siano corretti?

        -Per quanto riguarda la sezione ”…Ultime frasi” e le sue frasi 1, 2, 3 possiamo dire che sia le frasi sia i relativi ragionamenti siano corretti?
        1-‘’E’come se Tizio, durante tutta la sua esistenza, non avesse dato etc… ( e anche il ragionamento che ho fatto sul ”E’ come se”)
        2-‘’Nonna vuole più bene a noi che non a loro’’
        3-‘’Non è troppo tardi”.

        Grazie di nuovo, e scusi il disturbo!

        • Zanichelli Avatar

          Caro Domenico, i tuoi ragionamenti sono corretti don le dovute precisazioni fatte. Nella frase: “già che mi guardate, mi innervosite”, l’uso di “già” non è corretto, meglio dire “nel momento in cui mi guardate, mi innervosisco”.
          Un saluto
          Prof. Anna

  27. Eleonora scrive:

    Nella frase “Credo che in questo negozio non vendano nulla di importante per me”
    significa “che questo negozio vende di tutto, ma tranne ciò che m’interessa”. Giusto?

    Le ho riscritto la frase, perché probabilmente prima non è partita ( forse per un errore del sito).

    • Zanichelli Avatar

      Cara Eleonora, la frase significa solo che nel negozio in questione non vendono cose che ti interessano.
      Un saluto
      Prof. Anna

  28. Gabriele scrive:

    ”Ma non perché non voglia farlo” significa ”che vorrei fare quella determinata cosa anche se… (ovviamente non conosciamo bene il contesto, però il senso è che comunque ”io vorrei fare quella determinata cosa anche se nel farla ho qualche dubbio, qualche perplessità [il ”ma” iniziale ci porterebbe a questo tipo di ragionamento]”)”.

    E’ tutto giusto?

    • Zanichelli Avatar

      Caro Gabriele, significa che il motivo per cui non faccio questa cosa non è perché non voglio, ma è un altro (o altri).
      Un saluto
      Prof. Anna

      • Gabriele scrive:

        Va bene. Però c’è comunque del dubbio su ciò che accadrà rispetto alla frase ? Tuttavia, il desiderio di fare quella cosa c’è, ma per determinati ostacoli sono impedito a farlo…

  29. Viviana scrive:

    Prof che differenza c’è, nel significato delle frasi, fra :
    -non verresti a cena?
    – verresti a cena?
    e fra:
    – non hai detto che rincasavi presto?
    – hai detto che rincasavi presto?
    e fra:
    -mi domando se non è il caso di andarcene
    – mi domando se è il caso di andarcene.

    Grazie e buon proseguimento!
    Forse il “non” in tutte le nostre frasi rende, rispetto alla relative frasi senza i “non”, che poi sono identiche ma senza i “non”, le frasi meno dirette e dona quindi, alle frasi, un senso di cordialità, di rispetto ( a chi riceve queste domande, a chi vengono rivolte ) e di attenuazione ? Ovviamente, credo che queste frasi non siano retoriche e quindi che non pretendano risposte affermative o predefinite…Forse giusto le ultime due ( “non hai detto che rincasavi presto?”; “mi domando se non è il caso di andarcene”) lasciano intendere che, ad esempio, nella prima (” nom hai detto che rincasavi presto?”), chi ha ricevuto questa domanda, sia rientrato effettivamente tardi; e nella seconda, l’interrogativa indiretta, che chi dice questa cosa (mi domando se non è il caso di andarcene) probabilmente non vede l’ora di andarsene e tagliare la corda. Mentre nella prima (“non verresti a cena?”) qui credo che sia proprio una richiesta, e non ne possiamo, quindi, intuire la risposta( affermativa o negativa che sia); possiamo intuire solo che questa domanda, con il “non” rispetto a quella senza “non”, dona più riguardo e rispetto sia alla richeista sia a chi la riceve…

    • Zanichelli Avatar

      Cara Viviana, hai già risposto da sola alla tua domanda, i ragionamenti che hai fatto sono corretti. La seconda e la terza domanda sono retoriche.
      Un saluto
      Prof. Anna

  30. Romano scrive:

    Non fare niente è stancante
    Fare niente è stancante

    …se mettiamo niente o nulla dopo il verbo, ci serve un’altra negazione prima del verbo per dare un significato negativo alla frase. In pratica: non fare niente è stancante. D’altra parte nell’italiano antico ci sono illustri esempi di costrutto senza la doppia negazione; famoso il verso dantesco: “L’anima semplicetta che sa nulla (che significa “che non sa nulla)”. Oggi chi dice “fare niente è stancante” non si rifà a Dante ma subisce l’influsso dei dialetti, specialmente settentrionali. Insomma, la prima frase, quella con la negazione, è corretta, soprattutto in un contesto formale; mentre la forma “fare niente è stancante” è tipica del parlato, dunque da evitare nello scritto. Secondo la Treccani, la forma che omette il “non”, cioè la frase “fare niente è stancante” viene usata in diverse varietà colloquiali, e non avrebbe nessuna differenza semantica rispetto all’altra forma, cioè quella con la negazione e quindi quella più corretta. Dunque, si può concludere che la frase “Non fare niente è stancante” è italiano standard (inteso come l’italiano che si riferisce e che segue le regole della grammatica, ben strutturato sintatticamente e privo di particolari tratti sociolinguistici); mentre “Fare niente è stancante” è più colloquiale, e secondo me da evitare, soprattutto in contesti formali.

    Corretto?

    • Zanichelli Avatar

      Caro Romano, è tutto corretto.

  31. Aldo scrive:

    “Non avevo detto che questa sala era solo per lui?”

    …In questa frase è corretto l uso dell indicativo (era) dopo “Non avevo detto che”, perché la negazione (non), che precede “avevo detto”, non nega il “dire” (pensando quindi che nella subordinata ci voglia il congiuntivo “fosse”), ma è “pleonastica”; dato che la presenza della negazione è ritenuta superflua (pleonastica) o giustificata al più da considerazioni stilistiche; e la stessa (la negazione pleonastica) può esprimere sorpresa, soprattutto nella frase interrogativa (come la nostra), senza che cambi il significato della frase. D’altronde è come se dicessimo “(non) avevo detto che questa sala era solo per lui?”.

    Vero?

    • Zanichelli Avatar

      Esatto.

  32. Valerio scrive:

    1)”Non ti è venuto il dubbio che io fossi felice?”
    2)”Non ti viene il dubbio che io sia felice?”

    …L’espressione “(“non”, che può essere omesso quindi pleonastico) ti è venuto il dubbio che” regge normalmente il congiuntivo…

    Penso sia giusto

    • Zanichelli Avatar

      Caro Valerio, è giusto.

      • Valerio scrive:

        Prof, una curiosità… in frasi come quelle da me precedentemente scritte (e quindi perlopiù interrogative) il “non”, che come abbiamo visto può essere anche omesso, ma che se presente è anche attenuativo, di cortesia se vogliamo, come è definito? Forse “Non attenuativo” o più semplicemente “Non pleonastico”, “fraseologico”? Un altro esempio: “Non è che verresti al cinema con me? [«verresti al cinema con me?»]”. Io penso sia tipo attenuativo, cortese, meno diretto, più formale…

        • Zanichelli Avatar

          Caro Valerio, in questo caso “non” ha una funzione espressiva evidenziando l’atteggiamento emotivo di incertezza del parlante.

          • Valerio scrive:

            Immaginavo… vorrei aggiungere, da quel che ho capito, che nelle interrogative polari (dette anche “totali”, “chiuse” o “sì/no”), dove è sospeso il valore di verità del contenuto della domanda, in attesa della risposta sì (verità) o no (non verità), l’aggiunta della negazione (non) serve a esprimere gli atteggiamenti del parlante, per esempio, di timore: “Ma tua madre non è malata?”, “Non avevi un’altra macchina prima?”; o di cortesia: “Non lo prenderesti un caffè?”. Ragion per cui il “non” ha grande importanza “affettiva”, perché attenuando un significato viene, soprattutto nelle interrogazioni, ad accentuare quello opposto: ‘Non verresti a cena?” rispetto a “Verresti a cena?” attenua il valore di “venire”, ma accentua la riguardosità (cortesia, premura) dell’invito: è cioè più caloroso e meno invadente. Ovviamente, le stesse frasi sono possibili anche senza negazione (“Ma tua madre è malata?”; “Lo prenderesti un caffè?”, “Verresti a cena?”, “Avevi un’altra macchina prima?”), ma gli atteggiamenti del parlante (o comunque di chi pone le domande) esprimerebbero, al contrario, meno timore, meno riguardosità, e quindi risulterebbero più dirette.

            Penso sia corretto

          • Zanichelli Avatar

            Caro Valerio, è esatto.

  33. “Nessuno” aggettivo, pronome e sostantivo:

    …Come aggettivo, con valore negativo dell’aggettivo, significa “Neppure uno, neanche uno”: “Nessun amico” (e cioè “Neanche un amico”), “Nessun’amica” (e cioè “Neppure un’amica”), “Nessuno scopo” (e cioè “Neanche uno scopo”), “Nessuna ragione” (e cioè “Neppure una ragione”). Ah, i negativi “nulla, niente, nessuno” (sia come aggettivi che pronomi) non ammettono la negazione se precedono il verbo: “Nessuno ha risposto”, “Nessuno è perfetto”; ma se seguono (quindi posposti) il verbo esigono invece la doppia negazione: “Non ha risposto nessuno”; “Non parlò nessun oratore”, ma “Nessun oratore parlò”. Come pronome indefinito, e con valore negativo del pronome, significa “Nessuna persona, neanche una persona”, ma anche “Non uno, neppure uno, neanche uno”,in riferimento sia a persone sia a cose: “Nessuna (neanche una persona”) di voi è stata promossa” (anche seguito da partitivo “di voi” come d’esempio) e, con negazione, “Non è stata promossa nessuna di voi” (e cioè “Non è stata promossa neanche una persona di, tra voi”); senza il partitivo: “Spero che nessuno mi scopra” (e cioè “Spero che neanche una persona mi scopra”). Tuttavia, sia come aggettivo che pronome, e in proposizioni interrogative o dubitative, quindi in frasi non negative, ma con valore positivo degli aggettivi e dei pronomi, ma con implicito senso negativo o dubitativo, assume il valore di “qualche (aggettivo) , alcuno (aggettivo)”, “qualcuno (pronome), qualche persona (pronome)”: “Cerca se c’è nessun indizio (aggettivo, “…qualche indizio”)”, “C’è nessuna novità per me? (aggettivo, “.. qualche novità”)” e “Hai visto nessuno?” o “C’è nessuno in casa?” (pronomi, “…qualcuno”; “…qualche persona”). Da notare che nelle ultime tre, in cui “nessuno” funge da aggettivo (“C’è nessuna novità…?”) e da pronome (“Hai visto nessuno?” e “C’è nessuno in casa?”), la negazione non è presente, si tralascia per così dire, nonostante il principio del “Qualora -nessuno, niente, nulla e mai – siano usati dopo il verbo, richiedono invece un’altra negazione all’interno della frase (tipo il “non”)”, per il semplice fatto che in pratica, “nessuno” non è più un pronome negativo, per così dire, ma un vero indefinito, diventa cioè un sinonimo di “qualcuno”; e l’aggettivo “nessuno” diventa un sinonimo di “qualche”: Per questo si tralascia la negazione “non”; è come se pensassimo di dire “Hai visto qualcuno?” (al posto di “nessuno”) e “C’è qualche novità per me?” (al posto di “nessuno” usiamo “qualche”); e ancora “C’è nessuno in casa?” equivale a “C’è qualcuno in casa?”. Certamente nelle stesse frasi (“C’è nessuna novità per me?” e “Hai visto nessuno?” o “C’è nessuno in casa?”) possiamo
    anticipare la negazione (“non”), ma gli stessi aggettivi e pronomi in quel caso avrebbero invece il significato di “Neppure uno, neanche uno” per l’aggettivo, e “Nessuna persona, neanche una persona” o “Neppure uno, neanche uno” per il pronome: “Non c’è nessuna novità per me?” (e cioè “Non c’è neppure una novità per me?”, aggettivo); “Non hai visto nessuno?” (e cioè “Non hai visto nessuna persona?” o “Non hai visto neanche uno?”, pronome) e “Non c’è nessuno in casa?” (e cioè “Non c’è neanche una persona in casa?” o “Non c’è neppure uno in casa?”, pronome). Come sostantivo significa “Persona da nulla, trascurabile”: “Ti senti tanto importante, ma non sei nessuno”. Tuttavia, vi sono tuttavia alcuni casi in cui, specie nel parlato, si verifica l’ellissi del “non” preverbale in frasi negative. Nell’italiano popolare questo particolare fenomeno rappresenta in genere l’esito di un processo di semplificazione linguistica, per cui una coppia di elementi lessicali negativi si riduce a un solo membro, come nel caso delle espressioni «Ho mica soldi» (che sta per “Non ho mica soldi”, in cui “non” è omesso)e «Adesso sei più una bambina» (“Adesso -non- sei più una bambina”). In proposito, è interessante che già in Dante si trovi la frase «l’anima semplicetta che (non) sa nulla». L’ellissi della negazione è inoltre frequente nel caso in cui i pronomi “niente” e “nulla” siano usati per marcare una contrapposizione con concetti indicanti una totalità o una certa quantità: «Secondo la tecnica massimalistica, ben nota a Mussolini, di chiedere moltissimo per (non) ottenere niente» (Bocca, Storia dell’Italia partigiana). La doppia negazione è infine assente in alcune espressioni idiomatiche, come nel caso dell’espressione “…e questo (non) è niente!”.Pur tenendo dunque presenti eventuali particolarità, riguardanti soprattutto il parlato e diffuse nell’italiano popolare e nella varietà settentrionale, si può tuttavia concludere che di norma, in particolare nello scritto formale, i negativi nulla, niente, nessuno non ammettono la negazione se precedono il verbo: “nessuno ha risposto”; se seguono il verbo esigono invece la doppia negazione: “non ho visto niente”.

    Penso sia tutto corretto

    • Zanichelli Avatar

      Caro Filippo Maria, è tutto corretto.

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