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Aula di Lingue

La formazione del plurale 1- approfondimento-

Prof. Anna
La lingua italiana

Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, alcuni mesi fa abbiamo approfondito un aspetto del nome: il genere; oggi vorrei approfondirne un altro: la formazione del plurale. Sicuramente molti di voi sanno già come si forma il plurale dei nomi in italiano, ma non lascatevi ingannare dall’apparente semplicità dell’argomento, ci sono diversi modi di formare il plurale di un nome che dipendono dal genere del nome ( maschile-femminile) e dal tipo di nome (nomi che finiscono in o; in a; in ca; ecc.). 

Esaminiamo dunque nel dettaglio la formazione del plurale dei nomi.

Buona lettura!

Prof. Anna

Il plurale di un nome dipende dunque dalla vocale o dalla sillaba con cui finisce.

Vediamoli insieme.

 Nomi ina

• I nomi che al singolare finiscono in –a formano il plurale in:

i: se sono maschili: il poema – i poemi; il geometra – i geometri;

e: se sono femminili: la finestra – le finestre; la penna – le penne.

Eccezioni: ala e arma, pur essendo femminili, formano il plurale con la desinenza –i: le ali e le armi.

• I nomi che finiscono in –ca e –ga:

i nomi femminili e maschili che finiscono in –ca e –ga formano il plurale:

– in chi e ghi se sono maschili: il monarca – i monarchi; l’auriga – gli aurighi;

– in che e in ghe se sono femminili: la nuca – le nuche; la strega – le streghe.

Eccezioni: belga (= abitante del Belgio) fa belgi al maschile e belghe al femminile.

• I nomi che finiscono in –cia e –gia che si pronunciano con l’accento sulla -i (allergìa, farmacìa) formano il plurale in –cie e –gie:

– farmacia-farmacie; allergia – allergie (si pronunciano: farmacìa-farmacìe; allergìa-allergìe).

• I nomi che finiscono in –cia e –gia (senza l’accento sulla -i) formano il plurale:

– in cie e gie se tali sillabe sono precedute da una vocale: camicia – camicie; valigia – valigie;

– in ce o ge se tali sillabe sono precedute da una consonante: provincia – province; freccia – frecce.

⇒ La distinzione tra i plurali in -cie, -gie e quelli in -ce, -ge è solo ortografica: la -i non si pronuncia in parole come -camicie- o -valigie-.

 Nomi in o

• I nomi che al singolare terminano in –o, al plurale prendono la desinenza –i, sia se sono maschili sia se sono femminili:

– il suono – i suoni; la mano – le mani.

Eccezioni: "Euro", il nome della moneta europea, è invariabile: "cento euro"; "uomo" al plurale fa "uomini".

• I nomi in –co e –go formano il plurale in –chi e –ghi se hanno l’accento sulla penultima sillaba (parole piane):

– buco – buchi; luogo – luoghi;

Eccezioni: amico-amici; nemico-nemici; greco-greci; porco-porci.

• I nomi in –co e –go formano il plurale in –ci e –gi se hanno l’accento sulla terzultima sillaba (parole sdrucciole):

– medico-medici; asparago-asparagi

Eccezioni: incarico-incarichi; obbligo-obblighi; carico-carichi; pizzico-pizzichi; strascico-strascichi.

⇒ Come potete vedere, ci sono parecchie eccezioni, alcune regole possono essere utili:

– i nomi in –fugo hanno sempre il plurale in –ghi (profugo-profughi); i nomi in –logo che si riferiscono a persone (biologo, cardiologo, teologo) hanno il plurale in –gi; mentre quelli che si riferiscono a cose (catalogo, dialogo, prologo) hanno il plurale in –ghi.

 • I nomi in –io (senza l’accento sulla -i) perdono la -i del tema e conservano solo quello della desinenza:

– viaggio-viaggi; figlio-figli; bacio-baci;

Eccezioni: "tempio" al plurale fa "templi".

• I nomi in –io (che si pronunciano con l’accento sulla -i) formano il plurale in –ii:

– zio-zii; addio-adii; pendio-pendii.

Eccezioni: "Dio" al plurale fa "dei".

• Alcuni nomi in –o al plurale diventano femminili e prendono la desinenza –a:

il centinaiole centinaia; il migliaiole migliaiail migliole miglial’ossole ossa; il paiole paia; il riso (il ridere)-le risa; l’uovole uova.

Per conoscere la posizione dell’accento in una parola, basta consultare il dizionario.

Seleziona la risposta corretta fra quelle disponibili. Se rispondi bene, vedrai lo sfondo diventare di colore verde.

  1. Il plurale di "problema" è:
    • probleme
    • problemi
  2. Il plurale di "ciliegia" è:
    • ciliegie
    • ciliege
  3. Il plurale di "spiaggia" è:
    • spiaggie
    • spiagge
  4. Il plurale di "greco" è:
    • grechi
    • greci
  5. Il plurale di "sindaco" è:
    • sindachi
    • sindaci
  6. Il plurale di "astrologo" è:
    • astrologi
    • astrologhi
  7. Il plurale di "prologo" è:
    • prologi
    • prologhi
  8. Il plurale di "aglio" è:
    • agli
    • aglii
  9. Il plurale di "avvio" è:
    • avvii
    • avvi
  10. Il plurale di "paio" è:
    • pai
    • paia

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Commenti [75]

  1. Luis scrive:

    Bisogna fare molti eserzici per usare bene le eccezioni. Me sembra molto utile questa sorte di eserzici.

    Grazie

  2. yeshone scrive:

    ciao gentile prof,
    mi piacciono moltisimo le Sue spiegazioni e esercizi.dopo la lettura del corso non ho problemi a trattare perfattamente gli esercizi.grazie mille.
    ho alcune urgentissime domande.si dice:
    mi ero fermato a fare la pipi o mi ero fermato per fare la pipi?
    vado all’aeroporto a prendere l’aereo o vado all’aeroporto per prendere l’aereo?
    l’ho portata a vedere un film o l’ho portata per vedere un film?
    sono venuti a vederti o sono venuti per vederti?
    La prego di dirmi quale e la regola che regge la scelta di “a” o “per” in questi casi.ho cercato un corso in cui questo argomento e spiegato invano.
    si dice,da tanto tempo che non ci vediamo o da tanto tempo che non ci siamo visti.
    grazie in anticipo.

    • Zanichelli Avatar

      Cara Yeshone, nelle frasi che mi scrivi è corretto sia utilizzare “a” sia “per” perché entrambe introducono una proposizione finale; mentre nella frase “l’ho portata a vedere un film” è meglio usare “a”; si dice “è da tanto tempo che non ci vediamo” e “non ci siamo visti per molto tempo”.
      Un saluto
      Prof. Anna

  3. yeshone scrive:

    ciao gentile prof,
    aspetto vivamente la Sua risposta.per favore,quando si usa “quel che” e quando “quello che”? si deve dire “saro di ritorno per le 5” o “saro di ritorno alle 5”?? perche?
    grazie in anticipo

    • Zanichelli Avatar

      Cara Yeshone, 1- è possibile usare indifferentemente “quel che” e “quello che”, per esempio: questo è tutto quel che so = questo è tutto quello che so; le frasi “sarò di ritorno per le 5? o “sarò di ritorno alle 5? sono entrambe corrette, in questo caso le preposizioni “a” e “per” introducono entrambe un complemento di tempo determinato.
      Un saluto
      Prof. Anna

  4. Anita scrive:

    Cara prof.ssa Anna,
    Nonostante che ho scolto solo la seconda frasscorretta, guarderò ancore bene le regole e nel fratempo mi ho eserzito sulle scorse lezione e anche sulle parole “cui” e “cio” che capisco ora bene.
    Se non ci scriveremmo avanti la prosaima fina della sentimana, Lei e i sui collegi auguro un buonna Pascquale dal Ollanda
    Anita

    • Zanichelli Avatar

      Cara Anita, buona Pasqua anche a te!
      Prof. Anna

  5. yeshone scrive:

    ciao gentile prof,
    grazie mille per le risposte.la prego di dirmi anche,se si dice “domani torno alla casa mia” o “domani torno a casa mia”.ho visto nel dizionario che camminare è un verbo intransitivo,perciò non capisco affatto perche si dice “hanno camminato tutto il giorno”.si dice “hanno vissuto due anni in america” o sono vissuti due anni in america”?perche?
    E giusto dire “mi sentirei piu tranquilla se avessi fatto i compiti” o “mi sarei sentito piu tranquilla se avessi fatto i compiti”?? le sarò grato se potra rispondere alle mie domande.
    grazie in anticipo

    • Zanichelli Avatar

      Cara Yeshonne, si dice “torno a casa mia”; “camminare” è uno di quei verbi che, pur essendo intransitivi, vogliono come ausiliare “avere”, come per esempio: pranzare, cenare, agire ecc.; il verbo “vivere” invece ammette entrambi gli ausiliari, a meno che non sia usato transitivamente (ovvero se c’è un complemento oggetto) allore vuole “avere”: “ho vissuto una brutta esperienza”, mentre le frasi “hanno vissuto due anni in america” o “sono vissuti due anni in america” sono entrambe corrette; anche le frasi “mi sentirei piu tranquilla se avessi fatto i compiti” e “mi sarei sentita (e non “sentito” se è riferito a una donna) piu tranquilla se avessi fatto i compiti” sono entrambe corrette, si tratta di due periodi ipotetici di terzo tipo, il primo esprime una conseguenza non realizzata nel presente (mi sentirei più tranquilla), mentre la seconda una conseguenza non realizzata nel passato (mi sarei sentita più tranquilla), ti consiglio di ripassare questo periodo ipotetico: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=3634.
      Un saluto
      Prof. Anna

  6. Anita scrive:

    Cara Prof.ssa Anna,
    Un esaercizio scritto da me, ancora:
    Un email dopo un parlando interessante con un’amica:
    Cara Luisa,
    Su cio di cui abbiamo parlato, ho ancora pensato dopo la tua partenza atua case, perchè cioè un teme più interessante. Spero che ne parleremo ancora di nuovo, quando ci rivesremo.
    Vera con cui hai anche parlato è la donna da cui ho comprato quella bicicletta bella.
    Questo pommeregio ho comprato abbilgamento veramente bello, tutti in diversi colori blu e combinano molto belli insieme e mi sono vstito totale per diciasette euto chinquanta e posso fra l

  7. Anita scrive:

    Cara prof.ssa Anna,
    Il mio tabletto ha fatto una cosa strana, quindii continuo il email qui:
    Poosso camminare fra le stelle sul carpetto rosso in quello abbilgamento! Prossima volta, ti dimonstro.
    Saluttoni
    Myra
    Nella aperanza, che ho fatto correttamente, Lei salutto cordiali dal Ollanda
    Anita

  8. Anita scrive:

    Cara Prof.ssa Anna,
    Un esaercizio scritto da me, ancora:
    Un email dopo un parlando interessante con un’amica:
    Cara Luisa,
    Su cio di cui abbiamo parlato, ho ancora pensato dopo la tua partenza atua case, perchè cioè un teme più interessante. Spero che ne parleremo ancora di nuovo, quando ci rivesremo.
    Vera con cui hai anche parlato è la donna da cui ho comprato quella bicicletta bella.
    Questo pommeregio ho comprato abbilgamento veramente bello, tutti in diversi colori blu e combinano molto belli insieme e mi sono vstito totale per diciasette euto chinquanta e posso camminare vestito cosi, tra le stelle sul carpetto rosso!
    Quando ci revidiamo, ti dimonsrarlo.
    Saluttoni
    Laura
    Spero che ho fattola un po corettamente, Lei salutto corrdialmente dal Ollanda
    Anita

  9. Arnoldas scrive:

    Cara Professoressa,qual è pronuncia giusta? “Tu krej” o “Tu kreji” (infinito “creare”). Grazie e Buona Pasqua!

    • Zanichelli Avatar

      Caro Arnoldas, nel pronuciare il verbo “crei” le due vocali non si separano, quindi “krej”.
      Buona Pasqua anche a te!
      A presto
      Prof. Anna

  10. yeshone scrive:

    grazie mille prof Anna,
    non potrei ringraziarLa abbastanza,è molto generoso della Sua parte di aiutarci a migliorare il nostro livello su questo sito.che siano benedetti le vostre azioni.
    si deve dire “quali sono i giorni che lavorate” o quali sono i giorni su cui lavorate”?non so affatto qual’è la giusta preposizione da usare.per l’imperativo so che si dice non preoccuparti;ma è giusto anche dire “non ti preoccupare? l’ho visto in un libro.si deve dire “fra i miei genitori c’è un bel rapporto” o “con i miei genitori c’è un bel rapporto? è giusto dire “fra dei miei amici” o “fra i miei amici”? fra paolo e marco? o fra di paolo e marco”? è giusto dire “fra di me e te??

    • Zanichelli Avatar

      Cara Yeshone, si dice “quali sono i giorni in cui lavorate?”; è corretto anche “non ti preoccupare”; “fra i miei genitori c’è un bel rapporto” significa che loro dua hanno un buon rapporto tra di loro, mentre “con i miei genitori c’è un bel rapporto” significa che tra te e i tuoi genitori c’è un bel rapporto; sono corrette le espressioni “fra i miei amici”, “fra Paolo e Marco” “fra me e te”.
      A presto
      Prf. Anna

  11. yeshone scrive:

    so che si deve dire “la mia sorella piccola” ma per favore,si deve dire “mia sorella piu piccola” o “la mia sorella piu piccola”??
    “mia cognata,mia nuora,mio patrigno” o si deve aggiungere l’articolo come comunemente??
    “l’ho visto alla TV” “l’ho visto sulla TV” o “l’ho visto per TV”??
    e corretto dire “mi aspetto vederlo in casa?”
    grazie in anticipo

    • Zanichelli Avatar

      Cara Yeshone, si dice “mia sorella più piccola” se è l’unica sorella, mentre “la mia sorella più piccola” se hai anche altre sorelle; anche “cognata, nuora” seguono la regola secondo la quale con i nomi che indicano parentela preceduti da un aggettivo possessivo l’articolo determinativo non ci vuole (mia cognata, mia nuora), mentre con “patrigno, matrigna, figliastro, figliastra” l’articolo è necessario (il mio patrigno); si dice: “ho visto alla TV” o “ho visto in TV”; non è corretto “mi aspetto vederlo in casa” ma si dice “mi aspetto di vederlo in casa”.
      Un saluto
      Prof. Anna

  12. yeshone scrive:

    grazie mille gentile prof.
    avete una grande capacità di spiegazione!è sul vostro sito che ho capito meglio la concordanza dei tempi!!
    per favore si puo anche dire “l’ho visto per televisione”? in un esercizio su un sito hanno scelto questa frase come risposta giusta.sono rimasta confusa.
    per favore,quando si deve usare “quelli” e non “quei”?
    si deve dire “oggi non sono uscito perché non ho potuto” o “oggi non sono uscito perché non sono potuto”.”qualche persona è venuto” o “qualche persona sono venute”?è corretto dire “almeno una volta all’anno faccio un viaggio ai mari del sud”?
    sono facendo un esercizio ma purtropo non ho la correzione.mi aiuti per favore:
    fosse stato (con-da-per) me,non gli avrei dato una lira.

    • Zanichelli Avatar

      Cara Yeshone, è possibile dire “l’ho visto per televisione”: “quei” è un aggettivo dimostrativo maschile plurale e segue le regole dell’articolo determinativo quindi: usiamo “quei” nei casi in cui si userebbe l’articolo “i”, mentre usiamo “quegli” nei casi in cui si userebbe “gli”; mentre “quelli” è un pronome dimostrativo maschile plurale, per esempio: “non conosco quelli che vivono al piano di sopra”, le forma sono: quello, quella, quelli, quelle; si dice “oggi non sono uscito perché non ho potuto”; ti consiglio di leggere l’articolo sulla scelta degli ausiliari con i verbi modali: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=4610; “persona” è femminile singolare, quindi il participio passato sarà “venuta”; è corretto dire “almeno una volta all’anno faccio un viaggio nei mari del sud”; la frase corretta è: “fosse stato per me, non gli avrei dato una lira”.
      Un saluto
      Prof. Anna

  13. yeshone scrive:

    ciao prof Anna,
    siete sempre lì,grazie infinitamente.
    ma,in questa frase che ho preso da un esercizio hanno usato l’ausiliare “avere”:”mio padre,quando era giovane,ha vissuto per molti anni all’estero”.non c’è un complemento d’ogetto nella frase,quindi non capisco perché “ha vissuto” invece di “è vissuto”.puo chiarirmi?
    è giusto dire “è meglio studiare di mattina della sera”? “si puo vestirsi così?” è meglio dire “suo papà” o “il suo papà”? “la quale di queste frasi è corretta” o “quale di queste frasi è corretta”?? è giusto dire “domani andro a scusarmi “da loro” e “domani andro a scusarmi con loro”?

    • Zanichelli Avatar

      Cara Yeshone, il verbo “vivere” quando è usato intransitivamente ammette entrambi gli ausiliari, mentre quando è transitivo bisogna usare “avere”; non è corretto dire: “è meglio studiare di mattina della sera”, ma è corretto: “è meglio studiare di mattina piuttosto che di sera”; è meglio dire “ci si può vestire così?”, si può dire “il mio papà”; è corretto “quale di queste frasi è corretta” e “domani andrò a scusarmi con loro”.
      Un saluto
      Prof. Anna

  14. yeshone scrive:

    qualque giorni fa,ho letto il corso sulla scelta dell’ausiliare con i verbi modali sul vostro blog.tutti i corsi che leggo qui sono sempre esplicitissimi ma,ci sono sempre qualque reflessione che richiedono una spiegazione che non si puo avere dalla pagina web.è perché La faccio,finalmente,cosi tanto domande.fra alcune settimane sto per passare un esame e voglio essere prontissima.
    perché si usa l’ausiliare avere nella frase seguente mentre non si tratta di un verbo reflessivo? “non abbiamo potuto andarci”? significa la stessa cosa che “non ci siamo potuti andare”?
    nel corso sulla particella “ci” Lei ha detto che in certi casi significa “a lui o da lui”;per favore mi puo dare qualche esempio? infine ho cercato invanno di conoscere l’ordine della denominazione dei differenti livelli degli apprenditore dell’italiano,cioè fra C1,C2,A1,A2 quale corrisponde al livello principiante,quale al livello intermedio e cosi via.vedendo il modo in che mi esprimo,a che livello puo rattacarmi? Davvero Le do fastidio con le mie molteplici domande,spero di non incomodarLa.La ringrazio anticipamente.

    • Zanichelli Avatar

      Cara Yeshone, non ti preoccupare, sono qui proprio per rispodere alle vostre domande! Nell’articolo dedicato alla scelta dell’ausiliare con i verbi modali c’è scritto: se l’infinito è accompagnato da un pronome atono (mi, si, ti, ci, vi) si usa l’ausiliare “avere” se il pronome è dopo l’infinito (non abbiamo potuto andarci); se l’infinito è accompagnato da un pronome atono (mi, si, ti, ci, vi) si usa l’ausiliare “essere” se il pronome precede l’infinito (non ci siamo potuti andare); questo è l’articolo: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=4610.
      La particella “ci” può avere la funzione di complemento indiretto e significare “a lui, con lui, su di lui”, in questo articolo troverai gli esempi che ti servono: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=1903. Per quanto riguarda il livelli di conoscenza dell’italiano sono: A1 (livello base); A2 (livello elementare); B1 (livello intermedio); B2 (livello intermedio superiore); C1 (livello avanzato), C2 (livello di padronanza della lingua in situazioni complesse); purtroppo è difficile per me valutare il tuo livello, ma ti consiglio questo link dove per ogni livello vengono spiegate le competenze necessarie, in questo modo potrai autovalutarti più facilmente: http://europass.cedefop.europa.eu/it/resources/european-language-levels-cefr.
      A presto
      Prof. Anna

  15. yeshone scrive:

    grazie mille per la Sua gentilenza e spiegazione,
    la frase “vado a scusarmi con loro” significa che andiamo a scusarci insieme o vado a vederli per scusarmi?
    “Purtroppo non ce n’è.”
    qual’è il plurale della frase al disopra? pensavo che sarebbe “Purtroppo non ce ne sono” ma secondo la correzione di un esercizio che ho fatto non è giusto.secondo Lei qual’è?
    per la concordanza dei tempi quando c’è il trapassato nella principale a che tempo si deve mettere la subordinata per la contemporaneita,la posteriorta e l’anteriorita? non ho trovato questo caso sul blog.grazie in anticipo

    • Zanichelli Avatar

      Cara Jeshone, “vado a scusarmi con loro” significa “vado a chiedere scusa a loro”; il plurale di “non ce n’è” è “non ce ne sono” (attenzione che si dice: “pensavo che fosse” e “qual” si scrive senza apostrofo); quando nella principale c’è il trapassato prossimo indicativo: per esprimere contemporaneità nella subordinata ci sarà l’imperfetto indicativo; per esprimere anteriorità nella subordinata ci sarà il trapassato prossimo indicativo; per esprimere posteriorità nella subordinata ci sarà il condizionale passato.
      Un saluto
      Prof. Anna

  16. yeshone scrive:

    grazie per le correzioni,mi sono molto utili.
    per favore perché i possessivi nelle frasi al disotto si usano senza l’articolo?
    Ricordati che qualunque “tuo desiderio” per me è un ordine!
    È “mia impressione” che la situazione stia cambiando in peggio.
    Sono “a vostra disposizione” per qualunque necessità
    È “nostra intenzione” prendere dei seri provvedimenti per risolvere al più presto questa difficile situazione
    Da molto tempo non ho “sue notizie”
    Ho ben poco da dire “a mia discolpa”
    Hanno organizzato tutto “a mia insaputa”
    ovvero sono falsi?? ho letto la pagina sui possessivi ma questi casi non ci sono menzionati.
    “quando “si usa superiore a” e quando “superiore di”?
    chi sono i candidati per le elezioni?ci sono due o 3 partiti politici in italia? può darmi un sito su cui posso avere informazioni fresche sulle elezioni in italia?

    • Zanichelli Avatar

      Cara Yeshone, nelle espressioni “è mia impressione” e “è nostra intenzione” non c’è l’articolo perché sono precedute dal verbo (è), se il verbo fosse dopo si direbbe: “la mia impressione è” e “la nostra intenzione è”, le altre spressioni (sue-mie-tue ecc notizie, a mia discolpa, a mia insaputa) sono fisse e sono senza articolo, “a mia insaputa” significa “senza che io sapessi niente”, il comparativo di maggioranza “superiore” utilizza la preposizione “a” per introdurre il termine di paragone “il mio stipendio è superiore al tuo”.
      Per quanto riguarda la politica italiano, ti consiglio di fare una ricerca in internet, o consultare i quotidiani nazionali on line, troverai tutto quello che ti interessa.
      A presto
      Prof. Anna

  17. yeshone scrive:

    per favore mi aiuti con quest’esercizio sulle espressioni idiomatiche:
    “i tuoi sforzi non sono serviti: hai gettato acqua sul fuoco”
    oppure “hai fatto un buco nell’acqua?
    sono arrabbiatissima:”ho un diavolo per capello” oppure “sono l’avvocato del diavolo”?
    paga il biglietto e “non andartene alla francese come al solito” oppure “non fare il portoghese come al solito”?
    lasciami stare,”oggi mi sono alzato con la luna storta” oppure “oggi ti faccio vedere la luna nel pozzo”?
    “ieri pomeriggio abbiamo dato una mano a vicenzo” oppure ieri pomeriggio abbiamo chiesto la mano a vicenzo”?
    ho perso tutto,”ho fatto di una mosca un elefante” oppure “sono rimasto con un pugno di mosche”?
    “luigi ci sta guardando occhio per occhio” oppure “luigi ci sta guardando con la coda dell’occhio”?
    lei finge di non capire,”fa orecchie da mercante” oppure “le fischiano le orecchie” o “mette la pulce nell’orecchio”?
    approfitta di quest’occasione! “prendi la palla al balzo” o “rimettiti in palla” o “sii una palla al piede!”?
    è giusto “pensa ai fatti tuoi e non mettere il naso nei miei affari”? “luca parla sempre con franchezza: non ha pelli sulla lingua”? “non comprare niente da lui,vende solo fumo”?
    grazie in anticipo

    • Zanichelli Avatar

      Cara Yeshone: 1: hai fatto un buco nell’acqua; 2-ho un diavolo per capell; 3- non fare il portoghese; 4- mi sono alzato con la luna storta; 5- abbiamo dato una mano; 6- sono rimasto con un pugno di mosche; 7- con la coda dell’occhio; 8- fa orecchie da mercante; 9- prendi la palla la balzo; si dice “non ha peli sulla lingua” il resto è corretto.
      A presto
      Prof. Anna

  18. yeshone scrive:

    si dice negli ultimi tempi,i prezzi sono saliti “fino alla luna” o “fino al sole” o “fino alle stelle”?
    ho letto in un libro che “chi” vuole sempre il verbo al singolare,quindi è giusto dire “chi sono quei bambini”?

    • Zanichelli Avatar

      Cara Yeshone, si dice: “sono saliti alle stelle”; “chi” come pronome interrogativo può avere anche il verbo al plurale “chi sono quei bambini?”; “chi” come pronome relativo si usa soltanto al singolare, al plurale è sostituito dalle forme composte “coloro che; alcuni che”.
      A presto
      Prof. Anna

  19. andree scrive:

    Cara Professoressa,
    Ci sono lezioni sui nomi composti e loro plurali?
    Grazie

    • Zanichelli Avatar

      Caro Andree, purtroppo non ci sono, ma provvederò presto!
      Un saluto
      Prof. Anna

  20. yeshone scrive:

    ok,grazie a Lei prof Anna.
    non ho niente da dire in proposito o a proposito?
    “chiunque” vuole l’indicativo o il congiuntivo?
    e giusto dire “se viene anche lui,io non ci sarò”? in che caso si deve usare il congiuntivo con “se”?
    e giusto usare il futuro nella seguente frase “ieri paolo mi ha detto che domani andrà a parigi”.
    sono vestito “di” blu?
    pronomi combinati: “porto molti fiori a mia madre”.e giusto rispondere “glieli porti” o si deve per forza dire “gliene porto molti”?
    “non avrei mai imaginato che loro possano andare così lontano”.ho trovato questa frase in un libro ma secondo la spiegazione che lei ha dato sulla concordanza dei tempi del congiuntivo si deve usare sia il congiuntivo imperfetto,sia il congiuntivo trapassato quando nella principale c’è il condizionale.ma ho visto alcune volte l’uso del congiuntivo presente in questo caso.Le sarò grato se può darmi una spiegazione.

    • Zanichelli Avatar

      Cara Yeshone, “non ho niente da dire in proposito”; “chiunque” vuole il congiuntivo; è giusto dire ““se viene anche lui,io non ci sarò”, per quanto riguarda se+congiuntivo, ti consiglio di ripassare i periodi ipotetici; la frase “ieri Paolo mi ha detto che domani andrà a Parigi” è corretta; e anche la frase “sono vestito di blu”; in questo caso è corretto usare NE “gliene porto molti” perché c’è “molti”, se fosse stato “porto dei fiori a mia madre” avremmo potuto usare “glieli porto”; nella frase che mi scrivi nella principale c’è un condizionale passato “avrei immaginato” e quindi per esprimere contemporaneità nella subordinata ci vuole il congiuntivo imperfetto “non avrei mai imaginato che loro potessero andare così lontano”; per esprimere anteriorità ci vuole il trapassato (fossero potuti andare) e per esprimere posteriorità ci vuole il condizionale passato (sarebbero potuti andare), non mi risulta che con il condiziale passato nella principale ci possa essere il congiuntivo presente nella subordinata.
      Un saluto
      Prof. Anna

  21. yeshone scrive:

    per favore come fare a riconoscere i diminutivi? so che si formano con “ino” e “etto” ma per quanto riguarda le eccezioni non riesco a distinguirle,ma devo conoscerne alcune prima del mio esam.ho un piccolo dizionario,quindi quando faccio degli esercizi a proposito dei diminutivi non riesco a identificarli perché non li trovo nel mio dizionario.mi aiuti,per favore.

    • Zanichelli Avatar

      Cara Yeshone, purtroppo i falsi alterati non sono riconoscibili subito come tali, perché appunto hanno la forma (cioè i suffissi) degli alterati, solo consultando un buon dizionario possiamo scoprire se sono alterati veramente o no, per esempio “delfino”, “cuscino” o “giardino” sono falsi alterati, mentre “gattino” o “tavolino” o “tappetino” sono diminutivi.
      Un saluto
      Prof. Anna

  22. yeshone scrive:

    ok grazie molte prof,mi aiuti già molto con questi esempi.
    per quanto riguarda l’uso del congiutivo presente in quella frase (non avrei mai imaginato che possano succedere tali fatti.) è il mio prof che l’ha fatto così.si è giustificato dicendo che si deve usare il congiuntivo presente perché si tratta di un’azione realizzata,cioè in questo caso i fatti sono successi.
    grazie per tutto l’aiuto che Lei mi porta.presto avrò probabilmente qualque nuovo domanda da farLe.fino a lì si porti bene prof Anna.
    un saluto

  23. yeshone scrive:

    ciao Prof Anna,
    spero che stia bene!
    per favore si deve dire “probabilmente che ha sbagliato” o “probabilmente che abbia sbagliato”? in questo caso,c’è una sola proposizione,vero? mi confondo.
    è giusta questa frase, “Signora,se le ha chiesto di sederSi.”?
    grazie

    • Zanichelli Avatar

      Cara Yeshone, “probabilmente” è un avverbio, dunque non regge una frase, infatti non si può dire solo: “probabilmente che ha sbagliato”, al massimo si dirà “probabilmente ha sbagliato”. La frase: “Signora, se le ha chiesto di sedersi?” potrebbe anche essere corretta, ma al di fuori del suo contesto non riesco a capire cosa vuole significare esattamente.
      Un saluto
      Prof. Anna

  24. yeshone scrive:

    ok.dicendo “se le ha chiesto di sedersi?” intendo di dire “si ha chiesto a Lei di prendere piazza?” ma non so se la frase è è ben formulata.
    si deve dire “ho dimenticato che tu fossi lì” o “ho dimenticato che tu sei lì”.
    come fare a riconoscere parole che prendono “iente” invece di “ente” al participio presente?
    come “ubbidire-ubbidiente,dormire-dormiente”. se non c’è regola per favore mi dia alcuni altri esempi.
    si deve dire “datemi pure i cappotti,signori”
    o “mi diano pure i cappotti,signori?”
    è giusto dire “signore,lasciatemi vedere!”?
    mi chiedevo se la risposta “fosse giusta” o “se “era giusta”?
    qual è la differenza fra “per tempo” e “in tempo”.
    ci sono casi quando con “quando” si deve usare il futuro semplice? Lei guardi quest’esempio: “mi domando come reagiranno i genitori di elena e luciano quando “sapranno” la notizia oppure “quando avranno saputo” la notizia?
    torno a casa,ti farò segno quando “ci sarò stato” oppure “ti farò segno quando ci sarò”?
    “è stato eletto contro la sua volontà” oppure “contro sua volontà”?
    è giusto dire “so perché lui si comporta così”,”capisco perché lui si comporta così” o si deve usare invece il congiuntivo?
    si deve dire “quanto appartamento hai deciso di comprare” o “che appartamento hai deciso di comprare”? io credo che la seconda frase sia falsa ma lo stesso ho anche dei dubbi sulla prima,perché penso che debba essere “quanti appartamenti”.
    per favore mi chiara.
    grazie in anticipo.

    • Zanichelli Avatar

      Cara Yeshone, 1- non capisco cosa significa l’espressione “prendere piazza”, comunque grammaticalmente “se le ha chiesto di sedersi” è corretta, ma non so se è giusto il significato, quel è il contesto in cui è inserita questa frase? 2- Si dice “ho dimenticato che sei tu sei lì” meglio “mi sono dimenticato che sei lì”; non c’è una regola per participi in -iente, apartengono utti alle terza coniugazione, ti faccio alcuni esempi: adempire, partorire, esaurire, riempire. 3- Entrambe le frasi sono corrette, dipende dal contesti in cui le usi, la seconda è più formale rispetto alla prima. 4- Si dice: “signore, mi lasci vedere”; 5- Sono corrette entrambe le frasi. 6- Queste due espressioni sono equivalenti. 7- “Quando” può essere usato con il futuro, la frase che mi scrivi è corretta. 7- Si dice “contro la sua volontà”. 8- Il congiuntivo non è necessario in queste frasi. 9- Se vuoi sapere il numero allora dirai “quanti appartamenti hai deciso di comprare?”, mentre se vuoi sapere la qualità dirai “che appartamento hai deciso di comprare?”.
      Un saluto
      Prof. Anna

  25. yeshone scrive:

    per favore si dice
    “vado in spiaggia” o “sulla spiaggia”
    andare “in piscina” o alla piscina”?
    “sono superiore a lui” o sono superiore di lui”?
    si concorda il colore “marrone”?
    fra i paesi limitrofi dell’italia(che circondano l’italia)si aggiunge la germania?
    grazie in anticipo

    • Zanichelli Avatar

      Cara Yeshone, di solito si dice “vado in spiaggia” ma “vado sulla spiaggia” non è scorretto, ma è meno usato; si dice “vado in piscina” e “sono superiore a lui”; “marrone” ha il singolare in -e per maschile e femminile e il plurale in -i per maschile e femminile: la coperta marrone, le coperte marroni, il tavolo marrone, i tavoli marroni; la Germania non è confinante con l’Italia.
      Un saluto
      Prof. Anna

  26. yeshone scrive:

    ciao prof Anna,
    spero che Lei sta bene! io mi porto a pennello.e scrivo specialmente per ringraziarLa per tutto il suo aiuto.ho superato il mio esame brillantemente con un voto di 92/100.Le sono molto grato e L’auguro tutto il migliore.continuero ad imparare su questo vostro utilissimo sito e ad invitare i miei compagni a frequentarlo.grazie ancora e a molto presto.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Yeshone, ti faccio i miei complimenti per l’esame, molto bravo!
      A presto
      Prof. Anna

  27. yeshone scrive:

    ciao prof Anna,grazie per le congratulazioni.è grazie a Lei che ho potuto avere un voto cosi buono…per favore Lei sappia quale genere di domanda si fa durante un’intervista per il rilascio di visto?? presto dovro passare un’ intervista e vorrei dei consigli per poter prepararmi.mi aiuti per favore.se c’è una pagina dedicata a cio che conoscete…qualunque informazione mi sara utile.grazie in anticipo

  28. yeshone scrive:

    grazie prof Anna. sono andato nel sito che mi ha dato, cioè quello della farnesina, l’ho percorso ma non ho trovato informazioni su le possibili domande durante un’intervista a l’ambasciata per il rilascio del visto. vado a presentarmi presto a l’intervista ma non so a quale genere di domande aspettarmi.

  29. Cleci scrive:

    come si fa il plurale di Uva, latte, amaro? Grazie!!

    • Zanichelli Avatar

      Cara Cleci, “uve”, “latti” e “amari”.
      A presto
      Prof. Anna

  30. Si dice “un paio di settimana” o “un paio di settimane” (e così via con giorno/i, mese/i, ecc.)
    Grazie mille

    • Zanichelli Avatar

      Caro Luis, si dice “un paio di settimane”
      A presto
      Prof. Anna

  31. Anita scrive:

    Cara Prof.ssa Anna,
    La stoffa della lezione dev’essere ancora bene nella memoria mia, perché non ho messo un errore, anche la sua correzione recentamente, ho anche nella mia mente e credo che stia anche lungo laggiù. L’ho lessa bene e ripetottamente ho detto alcune volte. Il mio maestro privato inglese e tedesco mi ha ripetere le correzione 10 volte e poi mi ha fatto leggere la lezione con alto voce per controllare, oppure miei sbagli erano migliorati. A volta penso ancora a lui. Anche perchè era veramente simpatico.
    Con saluti cordiali dal Olanda, dove celebramo tutti il compleanno di St Nicolas al 5º Dicembre ed il 17º Novembre abbiamo celebrato il suo arrivo in nostra paesa con il suo nave sapori. È una festa popolare e tutti sono in questa atmosfera.
    Con saluti dal mio cuore
    Anita dal Olanda

    • Zanichelli Avatar

      Cara Anita, molto bene!
      Grazie per aver condiviso con noi interessanti informazioni sulle feste che si celebrano in Olanda, ti auguro di passarle al meglio.
      Un saluto
      Prof. Anna

  32. meraviglioso grazie!

  33. Matteo scrive:

    1 – ”Alle persone non interessa la grafica”.
    2 – ”Alle persone non interessano le grafiche” . Se capovolgessimo le frasi , il senso non cambierebbe :

    1 – ‘’La grafica ( soggetto ) non interessa ( a chi ? ) alle persone’’ ( a loro , complemento di termine ) oppure ”Alle persone non interessa la grafica” ( A chi non interessa la grafica ? alle persone … )
    2 – ‘’Le grafiche ( soggetto ) non interessano ( a chi ? ) alle persone’’ ( a loro , complemento di termine ) oppure ”Alle persone non interessano le grafiche” ( A chi non interessano le grafiche ? alle persone … )

    Nella prima frase credo che sia giusto usare la terza persona singolare del verbo ” interessare ” , in quanto il soggetto della frase è ” la grafica ” , quindi se il soggetto è al singolare ( in questo caso ” la grafica ” ) , allora il verbo ( in questo tipo di costruzione frasale ) va al singolare .

    Nella seconda frase credo che sia giusto usare la terza persona plurale del verbo ” interessare ” , in quanto il soggetto della frase è ” le grafiche ” , quindi se il soggetto è al plurale ( in questo caso ” le grafiche ” ) , allora il verbo ( in questo tipo di costruzione frasale ) va al plurale .
    In conclusione , per esprimere gusti e preferenze si usa, tra gli altri, il verbo ‘’ interessare ‘’ ; e quindi ciò che interessa (o non interessa) costituisce il soggetto del verbo, la persona a cui interessa (o non interessa) qualcuno o qualcosa viene espressa con un pronome personale indiretto. Se non sbaglio , il verbo ” interessare ‘’ si comporta allo stesso modo del verbo ‘’ piacere ‘’ . Crede che sia giusto il mio ragionamento ?

    • Zanichelli Avatar

      Caro Matteo, il tuo ragionamento è giusto.
      A presto
      Prof. Anna

  34. Giacomo scrive:

    “sai a quante persone sarà morto un parente ” ( singolare)… Che sarebbe ” un parente sarà morto a determinate persone”

    ” sai a quante persone saranno morti dei parenti ” ( plurale)…. Che sarebbe ” dei parenti saranno morti a determinate persone”… Sono giuste le mie frasi?

    • Zanichelli Avatar

      Caro Giacomo, le tue frasi sono corrette.
      Un saluto
      Prof. Anna

  35. Secondo le informazioni di cui sopra:
    I nomi in –io (senza l’accento sulla -i) perdono la -i del tema e conservano solo quello della desinenza: – viaggio-viaggi; figlio-figli; bacio-baci;

    Le informazioni di cui sopra è corretta? Come puoi perdere la lettera i nel plurale?
    Mi dispiace per l’italiano ma sono un straniero all’inizio.

    Saluti

    • Zanichelli Avatar

      Caro José, è proprio così, nel senso che il plurale di “viaggio” non è “viaggii” ma “viaggi” in quanto la “i” del tema della parola si perde e rimane solo la “i” della desinenza del plurale.
      A presto
      Prof. Anna

  36. Gaetan scrive:

    Cara Prof. Anna,
    come mai il plural di greco sia greci e non grechi, mentre la regola dice ” I nomi in –co e –go formano il plurale in –chi e –ghi se hanno l’accento sulla penultima sillaba (parole piane): buco => buchi”?
    Grazie.
    Gaetan

    • Zanichelli Avatar

      Carp Gaeta, si tratta di un’eccezione come “amico, amici”, “nemico, nemici”, “porco, porci”.
      A presto
      Prof. Anna

  37. Bella spiegazione. Molto utili.

  38. Roberto scrive:

    Gentile prof,
    mi piacerebbe sapere come si dovrebbe formare il plurale delle seguente parola : “porco-cane”,visto che sono possibili diverse ipotesi.
    Grazie

    • Zanichelli Avatar

      Caro Roberto, “porco-cane” è un’esclamazione e quindi non ha un plurale.
      Un saluto
      Prof. Anna

  39. Steffy scrive:

    Gentile Prof.ssa Anna,

    Mi potrebbe, cortesemente, dire quali delle seguenti frasi sono corrette?

    1. Un paio di scarpe rosse o rosso? Io ho sempre detto “rosse” perché l’aggettivo descrive “le scarpe”.

    2. Un paio di scarpe comprate o comprato ieri? Mi viene da dire “comprate”.

    È sbagliato ignorare “paio” che è singolare?

    La ringrazio.

    Saluti,
    Steffy

    • Zanichelli Avatar

      Cara Steffy, nella prima frase l’aggettivo “rosse” si riferisce in particolare alle scarpe e quindi concorda con esse: “un paio di scarpe rosse”; mentre nella seconda abbiamo due diversi tipo di accordo, il primo è l’accordo grammaticale, dove il verbo concorda col soggetto della frase (che è “paio”) e quindi: “un paio di scarpe comprato ieri”, il secondo è l’accordo a senso, il verbo cioè si accorda con il complemento partitivo (di scarpe), che ha maggior peso semantico rispetto al nome collettivo (paio): “un paio di scarpe comprate ieri”. La concordanza a senso è accettabile nel parlato e nello scritto informale, ma sconsigliata, per ragioni di chiarezza, in contesti più controllati. Per approfondire l’argomento: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2018/05/03/problemi-di-accordo-concordanza-a-senso/
      A presto

  40. Gianluca scrive:

    Salve, sono esatte le accordanze (plurale o singolare) con l’espressione “fine a se stesso”?

    1) Un episodio fine a se stesso
    2) Degli episodi fine a se stessi
    3) Delle vicende fine a se stesse

    Fine nel significato di ‘scopo, finalità, obiettivo’ è un sostantivo variabile che ha fini come sua forma plurale, sé stesso può essere flesso secondo genere e numero (sé stesso, sé stessa, sé stessi, sé stesse), quindi, secondo me, potremmo anche scrivere “degli episodi fini a se stessi”. Altrimenti, se considerassimo “fine” invariabile, sottintendendo quindi “un”, potrebbero andare bene anche le prime tre opzioni: “Sono discorsi [che sono un] fine a sé stessi”.

    Lei che ne pensa?

    • Zanichelli Avatar

      Caro Gianluca, la forma plurale di questa espressione è oscillante, ma si possono considerare corrette entrambe le opzioni: “discorsi fini a se stessi” e “discorsi fine a se stessi”.
      Un saluto

  41. Salve, il complemento di specificazione afferente al plurale dei sostantivi “tipo” e “tipologia” va anch’esso volto al plurale (“due tipi di cipolle”, “tre tipologie di contratti”, ecc.)?

    Io penso che in questi casi sono ammesse entrambe le possibilità, ma che la concordanza al singolare appare piú formale e pertanto è preferibile in quel registro: “Due tipi di formaggio (formale)”, ma anche “Due tipi di formaggi”…

    Lei che ne pensa?

    • Zanichelli Avatar

      Caro Filippo Maria, sono ammesse entrambe le possibilità.

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