Cari lettori e lettrici di Intercultura blog, oggi affrontiamo un argomento molto importante ovvero i pronomi personali diretti. Questi pronomi sono molto usati dagli italiani e spesso per gli stranieri è un po’ complicato capire quando e come vanno utilizzati. Oltre alla lettura dell’articolo e al relativo esercizio vi consiglio dunque di provare subito a includerli nella vostra lingua parlata, in questo modo vi abituerete fin da ora a usarli in modo corretto.
Buoni pronomi!
Prof. Anna
Nella frase i pronomi personali diretti sostituiscono il nome (un oggetto, un animale o una persona) e svolgono la funzione di complemento oggetto, cioè rispondono alla domanda chi? che cosa?.
Vediamo un esempio:
Oggi compro il giornale (nome-complemento oggetto), compro il giornale in edicola e poi leggo il giornale al bar.
Per non ripetere in ogni frase il nome–complemento oggetto (giornale), sostituisco il nome con un pronome diretto in questo modo:
Oggi compro il giornale, lo compro in edicola e poi lo leggo al bar.
Dunque i pronomi diretti si possono usare solo con i verbi transitivi, ovvero i verbi che hanno un complemento oggetto.
Osserva la tabella che riporta la terza persona del pronome personale diretto:
Terza persona singolare |
Terza persona plurale | |
Maschile | lo / l’ | li |
Femminile | la / l’ | le |
Qualche esempio:
Cerchi l’ombrello? Sì lo cerco. (che cosa? L’ombrello = lo)
Dov’è la sciarpa? Non la trovo. (che cosa? La sciarpa = la)
A chi regali questi fiori? Li regalo a mia sorella. (che cosa? I fiori = li)
Ho perso le chiavi, non le trovo più. (che cosa? Le chiavi = le)
In un registro formale si usa la terza persona femminile singolare, per esempio: Dottore, c’è un cliente che La aspetta da molto tempo.
I pronomi personali diretti si collocano sempre prima del verbo. Esempio: Bella questa maglia! La compro.
Alla forma negativa la sequenza è sempre non + pronome diretto + verbo. Esempio: Mangi il pesce? No, non lo mangio mai.
Lo si usa anche per sostituire un’intera frase. Per esempio: Sai che ore sono? No, non lo so. (lo = che ore sono)
Lo e la diventano l’ quando sono seguiti dal verbo avere nel passato prossimo: hai comprato il pane? Sì, l’ho comprato. Affronteremo meglio questo argomento dopo aver studiato il passato prossimo.
Li e le non si apostrofano mai. Per esempio: Aspettate i vostri amici? Sì, li aspettiamo.
Osserva ora la tabella completa dei pronomi personali diretti.
Persona | Singolare | Plurale |
Prima | mi | ci |
Seconda | ti | vi |
Terza maschile | lo / l’ | li |
Terza femminile | la / l’ | le |
Terza riflessivo | si | si |
Qualche esempio:
Luca mi aspetta a casa.
Sonia, ti vedo un po’ stanca.
Io e Marco non riusciamo a fare questo esercizio, ci aiuti per favore?
Se non siete impegnati, vi aspetto domani sera per cena.
ATTENZIONE!
Il pronome si mette dopo o si unisce al verbo:
1- se il verbo è all’infinito, il pronome si può attaccare al verbo all’infinito. Abbiamo in questo caso due possibilità:
Posso guardare la TV?
a- Sì, la puoi guardare.
b- Sì, puoi guardarla.
2- se il verbo è all’imperativo:
Mangia il panino! = Mangialo!
3- se il verbo è al gerundio:
Mangiando il panino, non avrai più fame. = Mangiandolo non avrai più fame.
Prof Anna,
Sono italo-brasiliana e abito in Brasile. Amo questo blog, lo leggo sempre e provo a fare gli esercizi. Adesso sono contentissima con il dizionario on line. Grazie mille:)
Cara Daniela, sono contenta che ti piaccia il dizionario on line, è in effetti uno strumento molto utile e comodo.
Un saluto a te e al meraviglioso paese in cui abiti!
A presto
Prof. Anna
Prof Anna
Sono una Georgiana.Abito in Italia quasi da 2 anni,faccio la badante 24 su 24,siccome sto sempre a casa,mi aiuta molto questo blog,ma mi imprometto e la dico, che la lingua italiana è difficilissima,sopratutto i pronomi,non mi sn abbituata usarli,perchè la mia lingua è diversissima.La prego gentilmente a continuare le lezioni,la ringrazio di tutto il cuore…Arrivederla prof Anna…..(La chiedo scusa per gli errori)….Elisa
Cara Elisa, non ti preoccupare ogni settimana c’è una nuova lezione e sono sicura che piano piano imparerai benissimo l’italiano, nonostante il tuo lavoro sia molto impegnativo.
Un grazie di cuore a te per la tua preziosa testimonianza.
Un grande saluto
Prof. Anna
Ho appena conosciuto questo sito! Sono argentina, e stavo cercando un listino di verbi che permettono i pronomi diretti e i pronomi indiretti e i combinati. Per lo spagnolo è un grande problema questo dei pronomi, perché nella nostra lingua i verbi che li permettono sono diversi di quelli italiani! aiuto!!
Cara Liliana, posso dirti che solo i verbi transitivi (che reggono un complemento oggetto) possono avere un pronome diretto, mentre i verbi intransitivi, non avendo un complemento oggetto, non possono reggere un pronome diretto. Puoi provare a cercare quindi una lista di verbi transitivi e di verbi intransitivi.
A presto
Prof. Anna
Sono Brasiliano, ho vissuto quatro annni in Italia, e nom pratico a piu de 10 anni, credo che questo blog me aiutara molto!
Caro Cesare, sono contenta che il nostro blog ti sia di aiuto.
Buono studio!
Un saluto
Prof. Anna
Prof.ssa Anna, voglio sapere se esiste qualche differenza tra l`uso di metterci e volerci.Ê lo stesso usare uno o l`altro con il significato di : essere necessario “tempo”?
Cara Liliana, entrambi i verbi hanno il significato di tempo necessario, ma si usano in modo diverso, per esempio: “io ci metto un’ora per andare al lavoro” in questo caso il soggetto sono io, infatti il verbo è coniugato alla prima persona singolare, e il tempo, in questo caso un’ora, è il complemento oggetto; mentre “ci vuole un’ora per andare al lavoro” il soggetto è il tempo, in questo caso un’ora, infatti il verbo è coniugato alla terza persona singolare. Volerci ha più in generale il significato di “essere necessario” anche in altri contesti, per esempio: “per fare una torta ci vuole la farina” anche in questo caso “la farina” è il soggetto, per cui quello che è necessario diventa il soggetto della frase. Spero di avere chiarito il tuo dubbio, se hai ancora delle incertezzee non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
Prof. Anna,
Non capisco la tabella completa che hai messo. Perche avevo imparato che i pronomi personali diretti solo erano: lo/la-le-li. per cose e por persona. Perche metti qui mi/ti/ci/vi???
Nel esempio: “Non possiamo restare da voi, ci aspettano a casa” che sostituisce il ci??? il ci non é indiretto??
Cara Andreina, sono pronomi diretti anche mi-ti-ci-vi, esempio: “non possiamo restare da voi, ci aspettano a casa = aspettano NOI a casa” in questo caso il ci è diretto, perchè funge da complemento oggetto e risponde alla domanda “chi?”. Altro esempio: “ci piace la pizza=la pizza piace A NOI” in questo caso ci è indiretto perchè funge da complemento indiretto e risponde alla domanda “a chi?”.
Spero che sia chiaro, se non lo è non esitare a scrivermi!
A presto
Prof. Anna
Prof. Anna,
non riesco a capire la differenza tra “gli” e “li”. Per esempio: “Gli sto scaricando” (I film) oppure: “li sto scaricando” ?
Mi potrebbe rinfrescare un pò la memoria con qualche regola?
La ringrazio.
Cara Tania, GLI è un pronome indiretto e significa “a lui” “a loro”; mentre LI è un pronome diretto alla terza persona plurale con la funzione di complemento oggetto. Quindi per esprimere un complemento indiretto userò GLI: “sto scaricando un film a lui” perciò “gli sto scaricando un film”; mentre per esprimere un complemento oggetto userò LI: “ho comprato dei libri in libreria, e li (i libri-complemento oggetto) ho regalati a Marco”. Se hai ancora dei dubbi non esitare a scrivermi.
a presto
Prof. Anna
CIao prof.Anna,mi scuso della domanda un pò sciocca,ma io so,che i pronomi sono diretti e indiretti ecc.Rileggendo certe cosè,sono in confusione tra i termini :pronomi personali compl.oggetto:forme atone e pronomi personali complemento termine:forme atone.Vorrei capire e la stessa cosa,diretti e indiretti,ma detti in altro modo?Siccome apprezzo che Lei spiega le cose in modo molto semplice,mi potrebbe auitare?
Cara Svetina, ci sono i pronomi personali con funzione di soggetto: IO canto, TU canti ecc.;
ci sono i pronomi personali con funzione di complemento, questi si dividono in pronomi con funzione di complemento oggetto: io vedo Luca (complem. oggetto) = io LO (complemeto oggetto) vedo = io vedo LUI (complem. oggetto) e con funzione di complemento di termine: io telefono A LUI (compl. di termine) = io GLI (compl. di termine) telefono.
I pronomi con funzione di complemento si dividono in tonici (con accento priprio): ha visto ME; ha visto TE; ha visto LUI; A ME piace il mare; A TE piace il mare; A LUI piace il mare,
oppure atoni (senza accento proprio): MI ha visto; TI ha visto; LO ha visto; MI piace il mare; TI piace il mare; GLI piace il mare.
un saluto
Prof. Anna
Grazie mille,ora e meglio!!!
Ciao prof.Anna,grazie delle risposte!Vorrei capire,come il pronome partitivo NE si accorda con participio passato?grazie
Ciao prof.Anna,vorrei capire come si fa il pertecipio passato con la particella Ne? Avete cotto tutta la pasta?-No,neabbiamo cottocotta solo mezzo chilo. ecett.in certi esempi mi confondo!grazie(non so cosa a guardare)
Ciao Svetina, è corretto “ne abbiamo cotta”, quindi il participio deve essere concordato.
a presto
Prof. Anna
Ciao prof.vorrei che mi dica quali sono aggettivi e pronomi e di che tipo sono è perchè,in queste frase?Sono in dificoltà a destinguerli! 1.Prendi il libro,il mio lo riordinerò domani.2.Se quei vestiti non sono vostri,chiedete a qualcuno se sa di chi sono.3.Ognuno decida se venire o no con me;chiunque di voi è ben accetto ma deve portare con sè qualche provvista.4.Questo giorno è importante per molti studenti,perchè ciascuno avrà il suo diploma.5.Tra tanti giocattoli ho scelto qesto,spero piaccia a mio nipote che festeggia oggi il suo compleanno.6.Ti stai preoccupando senza alcun motivo,infatti non è successo niente e i nostri rapporti sono quelli di prima. La ringrazio in anticipio!!!!
Cara Svetina, i pronomi sostituiscono il nome all’interno di una frase, per esempio: prendi i libri, quelli sul tavolo, in questo caso QUELLI è un pronome perchè sostituisce il nome LIBRI; mentre gli aggettivi aggiungono una qualità al nome: il libro bianco è sul tavolo, BIANCO è un aggettivo qualificatvo, ovvero aggiunge una qualità al nome.
Gli aggettivi possono essere: qualificativi: aggiungono una qualità al nome;
pronominali: questi aggettivi possono avere anche valore di pronome, per esempio: il mio (aggettivo) libro è sul tavolo, il tuo (pronome, sostituisce libro) è sulla sedia.
I pronominali possono essere: possessivi (mio, tuo, suo ecc); dimostrativi (questo, quello); indefiniti (alcuno, nessuno, ciascuno ecc.); interrogativi ed esclamativi (che, quale, quanto, chi); numerali ordinali (primo, secondo, terzo ecc.) o cardinali (uno, due, tre ecc.).
I pronomi possono essere: personali con funzione di soggetto (io, tu, lui ecc) e con funzione di complemento diretto (me, mi, te, ti, lui, lo, ecc) o indiretto (mi, ti, gli, le ecc.), possono essere relativi ( che, cui, il quale).
Ora prova tu a distinguere quali tipi di pronomi e di aggettivi sono presenti in queste frasi, se hai ancora dei dubbi non esitare a scrivermi.
a presto
Prof. Anna
cerco un aiuto non riesco a tradurre questa frasa.
la mere n’avait qu’a tendre le bras.
grazie in anticipo
Caro Marc, questa frase si può tradurre così: la madre non doveva che allungare il braccio.
a presto
Prof. Anna
Signora, vorrei chiedere q.sa che ha a che fare con la particella ci. Quando la mettiamo al passato prossimo, cosa succede con il participio passato?
Per esempio diciamo: Non credo a questa cosa. Oppure Non ci credo
MA: All passato prossimo diciamo “Non ci ho creduta” (cioe? questa cosa) oppure “Non ci ho creduto” ???
Inoltre, c’e’ una regola per quanto riguarda il troncament? Per esempio possiamo dire male di mare e anche mal di mare? e’ la stessa cosa?
Grazie tantissimo, il Suo aiuto e’ per me molto utile.
Cara Kiki,
1- quando abbiamo un passato prossimo con l’ausiliare avere, il participio passato non concorda con l’oggetto anche se c’è la particella CI, quindi è corretto: non ci ho creduto.
2- è corretto dire: mal di mare; mal di testa; mal di pancia ecc.
a presto
Prof. Anna
Cara Kiki, vorrei approfondire il mio intervento attraverso una risposta data ad un altro lettore sullo stesso argomento:
l’accordo del participio passato con il soggetto si capisce osservando il verbo ausiliare:
– con “avere” rimane invariato:
“Andrea ha mangiato”, “Sara ha mangiato”, “I bambini hanno mangiato”
– con “essere” si accorda al soggetto:
“Andrea è andato”, “Sara è andata”, “I bambini sono andati”
Invece, il participio passato si accorda in alcuni casi all’oggetto. Questo è obbligatorio con i pronomi “ne, la, lo, li, le”. E’ giusto:
“ne ho bevuti troppi” (di bicchieri di vino)
“ho visto dei fiori e li ho comprati”
In altri casi, l’accordo è facoltativo:
“Lorenzo ci ha visti” oppure “Lorenzo ci ha visto”
Invece,
“Anna si è tagliate le unghie”
“Ho mangiata una mela”
sono forme corrette, ma sono molto più diffuse:
“Anna si è tagliata le unghie”
“Ho mangiato una mela”
Per visualizzare questa risposta data nell’articolo “coniugazione dei verbi”:
http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=58
Spero in questo modo di aver chiarito meglio il tuo dubbio.
Un saluto
Prof. Anna
Signora, ho anche delle altre domande.
1. Possiamo usare la parola qualche anche per le persone? Per esempio: Possiamo dire “C?e? qualche persona li dentro”? Inoltre, possiamo dire: “C?e? qualcuna persona li dentro”?
2. Quando mettiamo qual e quando quale?
3. Mi e? consegnato q.sa A fine maggio. Possiamo dire anche mi e? consegnato q.sa AL fine maggio?
Grazie tantissimo.
Cara Kiki,
1- possiamo usare l’aggettivo “qualche” anche con le persone, tuttavia per dire “qualche persona” si usa più frequentemente il pronome “qualcuno”: c’è qualcuno lì dentro?
2- usiamo “qual” davanti a una parola che inizia con una vocale (qual è?) e raramente anche davanti a consonante (qual buon vento).
3- in questo caso è corretto usare la preposizione semplice A: mi è stato consegnato qualcosa a fine Maggio.
A presto
Prof. Anna
Signora grazie tantissimo. Le auguro buon Natale.
Grazie e buon Natale anche a te!
A presto
Prof. Anna
No, non ho ancora fatto questa cosa.
Con il pronome diretto come si fa?
No, non l’ ho ancora fatta o no, non l’ho ancora fatto ?
Grazie milleeeeeee
Cara Evi, è corretto “non l’ho ancora fatta” perchè il participio passato concorda con l’oggetto.
A presto
Prof. Anna
grazie prof Anna per la Sua disponibilità
Molto buoni gli esercizi
Cara Professoressa Anna, sarei molto grato se Lei mi spiegasse l`uso di una regola grammaticale. Nelle frasi “Quando si è giovani…”, “Se si è allogiato una volta…” la regola dice che nel caso della forma impersonale l`aggettivo e il participio passato prende la terminazione plurale. Penso che logicamente la terminazione possa essere singolare. C`è una spiegazione a proposito dell`uso della terminazione plurale o questo caso è solo un`abitudine linguistica?
Caro Arnoldas, se il verbo vuole come ausiliare “essere” il participio passato è al plurale (si è partiti presto), mentre se il verbo originaramente vuole come ausiliare “avere” il participio passato rimane al maschile singolare (ieri si è dormito fino a tardi).
Un saluto
Prof. ANna
Chiedo scusa, ho sbaglaito: la frase “Se si è allogiato..” non c`entra…
Buon giorno gradirei avere un suo parere sulla questione riguardante l’utilizzo della forma atona dei pronomi personali li e gli, sopratutto riguardo all’uso di gli anche nella forma atona del dativo plurale maschile e femminile “a loro” (gli disse = disse a loro) come si trova spesso nei classici ed effettivamente si sta affermando nella lingua parlata.
grazie
Caro Mauro, non so se ho capito bene la tua domanda, comunque usiamo il pronome indiretto “gli” sia per la terza persona maschile singolare (a lui), sia per la terza plurale (a loro), per la terza plurale possiamo però usare anche “loro”: ho detto loro di venire = ho detto a loro di venire.
Un saluto
Prof. Anna
Salve!
Mi potrebbe cortesemente spiegare l’uso del pronome diretto terza persona riflessivo “li”? Perche’e’ uguale al singolare e plurale? E in quali casi viene usato?
Grazie mille
Erika
Cara Erika, hai ragione a non capire, nell’articolo c’era un errore. Il pronome riflessivo di terza persona è uguale per il signolare e per il plurale ed è “si” (non “li”): lui si lava; loro si lavano.
Un saluto
Prof. Anna
Perfetto, adesso si spiega!
Grazie mille
Prof.Anna
So che il pronome diretto che corrisponde a la 3º persona singolare nella forma di cortesia è “La”.Qual é quello che corrisponde quando parliamo con un gruppo nella forma di cortesia? Vi o Loro? Grazie mille
Cara Nora, per la forma di cortesia al plurale si usa “loro”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Professoressa Anna:
Nell’uso del condizionale semplice e composto ,qual è la forma corretta?
“Domenica prossima (fare)…farei.questa gita con voi,ma purtroppo non potrò venirci perché sarò all’estero”. o
“Domenica prossima (fare)..avrei fatto.questa gita con voi,ma purtroppo non potró venirci perché sarò all’estero.
Ho imparato che il condizionale composto si usa anche per un desiderio futuro quando sappiamo già che non può essere realizzato però nel libro appare come corretta la 1º frase e mi è sorto questo dubbio.Grazie mille
Cara Nora, grammaticalmente sono corrette entrambe, ma la frase con il condizionale semplice esprime un desiderio o un’intenzione, mentre quella con il condizionale passato esprime un’azione che non si può realizzare sia nel presente che nel futuro, per cui forse in questo caso sarebbe più corretto usare il condizionale passato.
Un saluto
Prof. Anna
GRAZIE MILLE ,PROFESSORESSA ANNA !!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Salve! Me lo potrebbe spiegare, per cortesia, perché si usa il pronome diretto anche quando il complemento oggetto é esplicito nella frase? Ad es. ‘Lo sapevi che P ha deciso di…’ oppure ‘Dove l’hai comprata questa gonna?’ ecc. Anzi, se ci penso bene anche nelle frasi come ‘ce le hai tu le chiavi, o no?’ l’uso del pronome é superfluo. Non riesco a capire. Grazie mille in anticipo!
Caro Adrienn, a volte il pronome diretto si usa in maniera pleonastica, cioè è superfluo, non necessario, in quanto il complemento oggetto è già espresso, questo accade per dare più enfasi alla frase e si usa soprattutto nella lingua parlata.
Un saluto
Prof. Anna
Cara prof.ssa Anna,
Ho scelto i opzioni dello scorso test e questo test e li ho fatti tutti corretti e mi piace veramente. Lei è bravissima! Ho sognato in italiano in causa miei essercizi intensamenti e nel mondi del sogni ne parlo più rappido di in realita. Anche sogno in tedesco e inglese. Che trovo un segno bene.
Con salutti cordiali dal Ollanda
Anita
io sono iraniana , e adesso imparo la lingua italiana me a me e’ olto difficile i pronomi diretti e indiretti
sono sempe confusa :-(((((((((
Cara Mahsa, benvenuta su Intercultura blog! I pronomi sono un argomento complesso, è normale essere confusi, ma vedrai che con un po’ di esercizio andrà meglio.
A presto
Prof. Anna
Salve Prof. Anna, gradirei avere da lei un po´ di chiarimenti per quanto riguarda i pronomi di complemento diretti e indiretti. In molte tabelle di questi pronomi, io vedo un po´ di confusione.
Anche se io li uso molto bene, ma sto provando a insegnare l´italiano nel mio paese, e trovo alcune tabelle con delle informazioni non molto precise. Le sto inviando il link di un sito web che, mi pare sia il più giusto. Le chiederei gentilmente di dare un´occhiata, per verificarne la correttezza, e se io posso seguire questa tabella.
La ringrazio in anticipo e complimenti per il bel lavoro in questo blog.
Savio
http://www.italianolinguadue.it/content/download/pronomi_personali_complemento_scheda.pdf
Caro Savio, la tabella che mi proponi è corretta.
A presto
Prof. Anna
Ciao Anna! ho un dubbio importante! nella terza persona del plurale ai pronomi indiretti, solo possiamo usare la forma machile GLI? per esempio… lui gli dà ( a loro machile) molti compiti da fare. Se fosse lui gli dà ( a loro femminile) sarebbe LE DÀ?
Ti ringrazio 🙂
Cara Anabel, la terza persona plurale dei pronomi indiretti è “gli” (a loro) sia per il maschile sia per il femminile; si può anche usare un’altra forma, cioè mettere “loro” dopo il verbo: io chiedo a loro una penna = io gli chiedo una penna = io chiedo loro una penna. Il pronome “le” significa “a lei” e quindi è femminile singolare.
Un saluto
Prof. Anna
Quest’altra domanda professoressa me la può spiegare per favore? sto un po’ stancanta con i pronomi, li trovo difficili!!!
I signori Francesconi si annoiano (annoiarsi) durante le vacanze. Roberto gli telefona (telefonare a loro) e li invita (invitare loro) alla festa.
Questa è la correzione ma io penso che è sbagliata! Io direi Roberto LI telefona perchè penso che è un pronome diretto e li invita!!!se per esempio tu me dici chè posso dire gli telefona perchè è indiretto io credo che anche sarebbe indiretto gli invita, a chi? a loro, risponde bene alla domanda!
Telefoni alla mamma ogni giorno? No, le telefono ogni settimana… io direi LA telefono perchè per me questo è un pronome diretto!!!
grazie 🙂
Cara Anabel, come giustamente dici i pronomi diretti rispondono alla domanda “chi? che cosa?” mentre i pronomi indiretti rispondono alla domanda “a chi?”; i verbi non reggono tutti gli stessi complementi, come in questo caso: il verbo “telefonare” regge un complemento indiretto introdotto dalla preposizione “a”: quindi si dice “telefonare a qualcuno” e NON: “telefonare qualcuno”, in questo caso bisogna usare il pronome indiretto: “io telefono a Luca” = “io gli telefono”; mentre il verbo “invitare” regge un complemento oggetto (complemento diretto), quindi si dice “invitare qualcuno” e NON “invitare a qualcuno”: “io invito Laura” = “io la invito”; quindi “io gli telefono e li invito a pranzo” e “io le telefono e la invito a pranzo”, “telefoni alla mamma ogni giorno?” “no, le telefono ogni settimana”. Spero di aver chiarito il tuo dubbio.
A presto
Prof. Anna
Professoressa, questo è un’altro esempio di quello che non capisco bene:
Spesso le telefono e la invito a pranzo.
Parla de Maria. Io direi spesso la telefono e la invito a pranzo. Se diciamo che è un indiretto, tutti due sarebbe indiretti perchè rispondono alla domanda a chi?
Aspetto abermi spiegato bene cogli esempi. Grazie
La ringrazio per le sue spiegazioni!!! mi servono molto 🙂
Volevo farle un’altra domanda:
Marco spedisce il pacco a Luisa –> glielo spedisce
Marco spedisce i pacchi a Giuliana –> glieli spedisce
In questa frase abbiamo un pronome diretto e un’altro indiretto e li vogliamo sostituire. Diciamo glielo ma in realtà sarebbe (a Luisa=le; il pacco= lo) vero? Ma non suona bene si diciamo lelo spedisce o leli spedisce, cosi possiamo glielo o glieli…e cosí?
E penso anche che quando in queste frasi possiamo il pacco a loro, a Lei, a lui, a lei… in tutte le terze persone sempre sarebbe glielo, solo è diverso il pronome diretto ( pacco o pachi).
Grazie Anna 🙂
Cara Anabel, quello che mi scrivi è giusto, “lelo” non esiste, useremo allora “glielo” o “glieli”.
A presto
Prof. Anna
Grazie mile per questa informazione! Io sono Venezuelana e non aveva capito questa classe, quando ho visto questo sitio che spiega tutto in modo molto semplice e grazie a voi!
Cara Dayana, benvenuta su Intercultura blog!
A presto
Prof. Anna
Ho tanta speranza imparare grammatica . Sono Russa.
Cara Svetlana, benvenuta su Intercultura blog!
A presto
Prof. Anna
Cara Prof.Anna… vorrei ringraziarla tantissimo!!!! ho trovato questo blog pochi giorni fa…e mi aiuta moltissimo perché sto insegnando la lingua ad un’amica…sono argentina-italiana.Vivo in Argentina. GRazie infinite per l’aiuto incondizionale!
Cara Eliana, benvenuta su Intercultura blog!
A presto
Prof. Anna
Ciao
Sono una studentessa di la lingua Italiana, mi piace molto il blog.
Grazie
Lima-Perú
Cara Yulisa, benvenuta su Intercultura blog!
A presto
Prof. Anna
Gentile professoressa Anna,
sono scomparse, o meglio non vediamo più in bacheca, le domande che le abbiamo posto a nome di Paolo e Stefania, pertanto gliele riscriviamo, con la speranza che possa risponderci.
1) Nel caso della frase che segue, il verbo “andare” deve essere coniugato al plurale? “Il tuo compito si presenta come un caleidoscopio di riferimenti storici che “vanno” dalla prima guerra mondiale all’attentato dell’11 settembre 2011.”
Il pronome “che” fa riferimento – mi scusi il gioco di parole – a “riferimenti storici” e non a “caleidoscopio”, diciamo bene?
2) Nella frase ”Un partito diverso da quello che, invece, si è dimostrato di essere in questi ultimi tempi.”
Il pronome giusto è “quello” o “quel”?
La ringraziamo,
Stefania & Paolo
Non sono sicura di questa regola nell’uso dell’articolo: Si Dice La Madre Silvana o Madre Silvana?
Ciao,
studio italiano due anni. Sono da Republica Ceca . Mi piace molto questo esercizio.
Miro
Caro Miro, benvenuto su Intercultura blog!
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Grazie prof. Anna, per tutto
qualcuno mi dice che sto facendo uso improprio della particella ne ,vorrei sapere se è corretta la frase: “c’è un gusto con nutella? Si ne abbiamo il ciaccissimo….oppure si ,ne abbiamo delle torte…. “grazie mille! possibile avere la risposta anche nella mia e-mail!?
Caro Mazei, l’so della particella NE nelle frasi che mi scrivi non è corretto, anzi è superfluo, la risposta alla domanda “c’è un gusto con la nutella?” può semplicemente essere “sì, abbiamo il ciaccissimo (è il nome di un gusto con la nutella?)”, ti consiglio di leggere questo articolo in cui vengono spiegati gli usi di questa particella: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=1930
Un saluto
Prof. Anna
Prof.Anna :
Grazie per il vostro aiuto ,che inoltre mi serve moltissimo visto che sto studiando la lingua italiana nell’Universita.a presto ,e gradirei continuase ancora.
Gent.ma Prof.
Sono un’assistente ai ragazzi di madrelingua straniera in una scuola media inferiore, il suo blog mi è molto utile anche perché la mia conoscenza dell’italiano è da autodidatta.
Vorrei condividere con lei questa esperienza che sto facendo da 3 anni, perché mi ha arricchito tanto non solo per lo stimolo allo studio ma anche e soprattutto dal punto di vista umano.
La ringrazio e buon lavoro.
Cara Maria, grazie per il tuo contributo.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
gentile prof. Anna mi potrebbe dire 10 frasi con gli aggettivi e i pronomi possessivi
Cara Nicoletta, prova a scriverle tu, poi io posso correggerle.
A presto
Prof. Anna
Salve prof. Anna
un dubbio…
diciamo “penso A te”
ma anche “ti penso”….questo TI e diretto o indiretto?
grazie mille in anticipo
Caro Nikos, il “ti” in questo caso significa “a te” e quindi introduce un complemento indiretto.
A presto
Prof. Anna
Buongiorno,
trovo però che questo non funzioni nelle forme “la penso, lo penso”, che altrimenti, se pensare reggesse il complemento di termine, sarebbe “le penso, gli penso”, che però è errato. “Ti penso=penso a te” tratta il pronome più come un locativo.
Cara Carla, il tuo ragionamento è esatto.
A presto
Ciao Prof. Anna, scrivo dagli Stati Uniti. Ho appena visto questo sito e già mi piace tantissimo!!! Io amo la lingua italiana ma ho dei dubbi su alcune cose e spero che possa chiarire questi miei dubbi. Nella frase “lui MI aspetta dopo scuola” questo “MI” e` un pronome diretto o indiretto? E pure perché non funziona con tutti i verbi? Per esempio e` sbagliato dire “lui Mi abita”, “lui Mi dorme”
Grazie mille!
Caro Dino, nella frase “lui mi aspetta” “mi” è un pronome diretto, significa “lui aspetta me” e quindi “mi” ha la funzione di complemento oggetto, con verbi che non reggono il complemento oggetto “mi” può significare “a me” per esempio: “mi piace” = “piace a me”; le frasi “lui mi abita” e “lui mi dorme” non sono corrette, le frasi non hanno un significato sensato, cosa vorresti dire con queste due frasi?
Un saluto
Prof. Anna
grazie mille prof
prof
io vivo al cairo egitto.studiavo la lingua italiana la mia prpplema nella il pronome dertti e in dertti quando le usano? ce verbi transttivo contenua il mpronnome in deritti.cosa faccio?
Caro Ahmed, i pronomi diretti sostituiscono un complemento oggetto e quindi si usano con un verbo transitivo, i pronomi indiretti sostituiscono un complemento indiretto (introdotto dalla preposizione A) e si usano con i verbi intransitivi, anche i verbi transitivi possono però avere un complemento indiretto, mentre i verbi intransitivi non possono avere un complemento diretto, ti consiglio di leggere questo articolo sull’uso dei pronomi indiretti: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=789
A presto
Prof. Anna
Il verbo rispondere è un verbo intransitivo in alcuni significati; invece, in altri è transitivo, come in questo (dal dizionario): “Dire o scrivere in risposta: rispondi due righe per ringraziarla!”
Ora, (dovrebbe essere corretta la seguente frase o no?): Io lo(= lui) rispondo e non gli(= a lui) rispondo, giusto? E la stessa cosa vale per: io la (=lei) rispondo e non le(=a lei) rispondo, corretto?
Distinti saluti
RIco
Caro Rico, si dice “rispondere a qualcuno” quindi bisogna usare i pronomi indiretti: “io gli rispondo” (rispondo a lui) “io le rispondo” (io rispondo a lei).
Un saluto
Prof. Anna
Scrivere, verbo transitivo. Lo (=lui) scrivo e non gli(=a lui) scrivo, giusto? La scrivo e non le scrivo, corretto? Al participio passato, quindi: l’ho scritto e non gli ho scritto, corretto?
Distinti saluti
RIco
Caro Rico, si dice “scrivere qualcosa a qualcuno” quindi si dirà “io gli scrivo una lettera” (io scrivo a lui una lettera) e “io le scrivo una lettera” (io scrivo a lei una lettera), quindi è corretto sia “l’ho scritto” se il pronome è diretto e funge da complemento oggetto, per esempio: “hai scritto tu questo messaggio?” “sì, l’ho scritto io” sia “gli-le ho scritto” se invece ci si riferisce al destinatario: “gli ho scritto una lettera” (ho scritto a lui una lettera).
A presto
Prof. Anna
Buonasera,
Ho un dubbio: nel registro formale è corretto scrivere:” è tanto che non LA scrivo” oppure “è tanto che non LE scrivo”?
Grazie
Letizia
Cara Letizia, è corretto “è tanto che non Le scrivo” (=è tanto che non scrivo a Lei), mentre non è corretto “è tanto che non La scrivo”.
A presto
Prof. Anna
DI scrivere; dove ricava “scrivere qualcosa a qualcuno”? E di rispondere, “rispondere a qualcuno”? Sul dizionario, non ci sono tali spiegazioni, se non le sottolineature: transitivo e intransitivo… O forse dovrei interpretare io, ad es.: intransitivo di scrivere, scrivere a…?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, questa è la costruzione di questi due verbi, probabilmente se scorri gli esempi sul dizionario troverai queste costruzioni; entrambi i verbi sono transitivi e quindi reggono il complemento oggetto: “scrivere qualcosa” e “rispondere qualcosa” ed entrambi reggono anche il complemento di termine “a qualcuno” che è necessario visto il significato dei due verbi che necessita di un destinatario “scrivere a qualcuno”, “rispondere a qualcuno” e quindi di un complemento di termine.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Profesoressa Anna,
Ho una demanda con il verbo spiegare
Si può usare tutte due forme di pronomi? Per esempio:
“Suo padre gli ha spiegato la storia di Roma” sono confuso al diré “Suo padre lo ha spiegato”.
Un altro esempio: “L’ho conosciuta” ma io potrei dire anche: “Le ho conosciuta” (risponde la domanda “a chi”)
Mi piace molto questo sitio web, sto imperando molto. Grazie per la sua risposta, Reinaldo
Caro Reinaldo, il verbo spiegare è transitivo quindi possiamo usare il pronome diretto che ha funzione di complemento oggetto: “chi ha spiegato il problema'” “suo padre lo ha spiegato=suo padre ha spiegato il problema”; mentre se il pronome sostituisce un complemento di termine useremo il complemento indiretto: “suo padre gli ha spiegato la storia di Roma=suo padre ha spiegato a lui la storia di Roma”; mentre il verbo “conoscere” non regge un complemento di termine, non si può dire “conoscere a qualcuno” ma si dice “conoscere qualcuno” e quindi bisogna usare il pronome diretto “l’ho conosciuta”.
Un saluto
Prof. Anna
Perché il verbo conoscere non regge un complemento di termine? Tenuto conto che è un verbo transitivo, per cui (un verbo transitivo) – Lei mi ha insegnato – “può avere sia il complemento oggetto (chi? che cosa?) che quello di termine (a chi? a che cosa?)”; ad es.: “ho chiesto (verbo transitivo) un consiglio (complemento oggetto) a Francesco (complemento di termine)”. Perché la costruzione di questi due verbi transitivi è diversa?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, non tutti i verbi transitivi reggono un complemento di termine infatti POSSONO averlo ma non è necessariamente così, dipende dal significato del verbo, ogni verbo ha la propria costruzione, “verbo transitivo” significa solo che regge un complemento oggetto, “conoscere” è transitivo e infatti regge il complemento oggetto “conoscere qualcuno”, non avrebbe senso “conoscere a qualcuno” in quanto “qualcuno” esprime l’oggetto diretto e quindi non è introdotto da alcuna preposizione.
Un saluto
Prof. Anna
Caro Rico, un verbo transitivo è un verbo che regge un complemento oggetto, questi verbi possono avere anche un complemento di termine ma non è sempre così, ogni verbo ha una costruzione diversa che dipende anche dal significato, per esempio “conoscere” è transitivo quindi si dirà “conoscere qualcuno”, questo verbo non necessita del complemento di termine in quanto non c’è un destinatario dell’azione ma sono un oggetto, mentre l’azione del “chiedere” può avere un detinatario (chiedere a qualcuno) e quindi reggerà un complemento di termine.
Un saluto
Prof. Anna
Sono andato a prendere a(?) nonna a Roma… Dato che il verbo “prendere” è un transitivo, la preposizione (a) non deve seguire il verbo succitato, giusto? E perché un verbo transitivo “può avere sia il complemento oggetto (chi? che cosa?) che quello di termine (a chi? a che cosa?)”. Per cui prendere a, non è sbagliato secondo la regola del verbo transitivo che può essere seguito sia dal complemento oggetto che dal complemento di termine…
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, non esiste una regola che dice che un verbo transitivo ha necessariamente un complemento di termine, ma è possibile che lo abbia, dipende dal verbo, quindi “prendere a qualcuno” è scorretto, ma si dirà “prendere qualcuno” in quanto “qualcuno” è un complemento oggetto e non è quindi introdotto da preposizione.
A presto
Prof. Anna
E’ giusto dire le do un assegno rivolto al mio interlocutore , o gli do un assegno,come sono stata corretta da un insegnante? Chiarisco che il mio interlocutore era un uomo.la prego di rispondermi ,perché io, ho sempre usato ,le offro una birra ,le do il giornale, e questo indifferentemente che si trattasse di un uomo o di una donna. Grazie. Italia
Cara Italia, se ti stai rivolgendo al tuo interlocutore in modo formale e gli stai dando del Lei, allora è giusto usare “le” sia a un uomo che a una donna.
Un saluto
Prof. Anna
Salve!
La frase seguente dovrebbe essere giusta:
1) Non siamo riusciti a risolvere l’equazione.
Vorrei sapere se è altrettanto giusta la seguente frase, o se magari vi è una questiona pleonastica in riferimento al pronome “la”, pur tuttavia accettabile:
2) L’equazione non siamo riusciti a risolverla.
Grazie!
Doxos
Caro Doxos, anche la frase 2 è corretta, la ripetizione dell’oggetto tramite il pronome diretto “la” serve a portare l’attenzione in particolare su questo elemento della frase.
Un saluto
Prof. Anna
Hai detto che mi avresti/saresti aspettato. Sicuramente “mi avresti aspettato”, ma perché? Dato che la particella “mi” è quasi sempre seguita dal verbo essere:”Ha detto che mi sarebbe venuto a trovare”. Per cui qual è la regola?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, è corretto “avresti aspettato” in quando l’ausiliare del verbo “aspettare” è “avere”.
Un saluto
Prof. Anna
Prof anna devo fare 3 frasi con i pronomi che sostituiscono il nome e 3 frasi con il significato proprio e nn li so perche ero assente
Cara Lalla, ti faccio un esempio: “hai comprato le mele?” “sì, le ho comprate”, in questa frase il pronome “le” sostituisce “mele”; mentre non ho capito il secondo compito “tre frasi con il significato proprio”.
A presto
Prof. Anna
Prof Anna devo fare alcune frasi con il significato proprio e nn li so me li potresti dire perfavore?
Veloce mi serve per domani!!!!!!!!;)
Gentilissima Professoressa, mi rivolgo alla sua competenza per sciogliere un dubbio.
È corretto dire:
Ce ne si accorge oppure ci se ne accorge?
All’interno di una prefazione di Madame Bovary che ho letto di recente, mi sono imbattuta nella prima formula, mentre la grammatica italiana mi pare la smentisca.
Potrebbe fornirmi gentilmente una breve spiegazione che possa chiarire anche casi come:
ce lo si deve aspettare/ci se lo deve aspettare?
Grazie mille.
Le auguro un buon proseguimento di serata.
Viv
Cara Viv, la forma corretta è “ci se ne accorge”, infatti in caso di combinazione di pronomi atoni l’ordine è: prima i complementi di termine e la particella “ci”, poi i complementi oggetto, poi la particella ‘si’ e per ultimo il partitivo ‘ne’.
Un saluto
Prof. Anna
Salve, complimenti per il Vostro lavoro: davvero utilissimo. Vorrei cortesemente un chiarimento in merito all’uso del pronome in contesti simili:
– mamma patate e pomodori non li/le compra?
Grazie dell’attenzione.
cordiali saluti.
Anna
Cara Anna, in questi casi si usa il maschile: “non li compra”.
A presto
Prof. Anna
Cara Prof Anna le scrivo per dirle che il suo blog è meraviglioso grazie al suo blog riesco ha fare tutti gli esercizi sul pronome grazie mille 🙂 saluti
Caro Raffaele, benvenuto su Intercultura blog!
Un saluto e a presto
Prof. Anna
buonasera,
non riesco a speigare a mio marito spagnolo perchè si usa mettere questa sentenzia:
LE farò sapere e NON La farò sapere
es. stiamo parlando dando del LEI a un cliente le le vuole rispondere:
LA farò sapere—però per me non è corretto!
ma perchè? come le posso fare capire la motivazione?
grazie mille per il suo aiuto
Cara Veronica, è corretto dire “Le farò sapere” perché “le” è un pronome indiretto e significa “a lei” (a Lei se formale), la costruzione corretta è “fare sapere qualcosa a qualcuno”, quindi “farò sapere a Lei” = “Le farò sapere”, non è in alcun modo corretto dire “La farò sapere”. Spero di aver chiarito il tuo dubbio.
A presto
Prof. Anna
Caro Prof. Anna
grazie mille a lei! noi sono iraniani che vogliamo venire in italia incui noi usiamo .
Cara Ferra, benvenuta su Intercultura blog!
A presto
Prof. Anna
cara prof.
volevo scrivere un curriculum ma non ho nienti nella mia menta di questa cosa. io spero che aiuti a me. grazzie mille.
Cara Ferra, puoi aitarti con questo modello i curriculum europeo: http://europass.cedefop.europa.eu/europass/home/vernav/Europass+Documents/Europass+CV.csp?loc=it_IT
A presto
Prof. Anna
grazzie mille . saluti
Gentile Prof. Anna, un altro dubbio.
Quale delle due frasi è corretta: “Chi lo spiega a mia madre che ieri non ho potuto studiare?” oppure “Chi spiega a mia madre che ieri non ho potuto studiare?”. Con o senza il pronome “lo”?
Grazie mille.
Luca
Caro Giovanni sono corrette entrambe la frasi, nella prima frase la presenza del pronome -lo- rafforza il significato dell’enunciato.
A presto
Prof. Anna
Prof Anna.
Piacere per la sua auita!
Cara Mariela, benvenuta su Intercultura blog!
A presto
Prof. Anna
Buongiorno,
Volevo sapere se i pronomi personali complemento possono svolgere la funzione solo di complemento oppure possono anche svolgere la funzione di soggetto in frasi passive. Ad esempio:
-Che bello questo quadro
-Me lo hanno regalato (forma attiva, “lo” svolge funzione di complemento oggetto, mentre “me” di complemento di termine)
Alternativa
-Che bello questo quadro
-Me lo è stato regalato (forma passiva, “lo” svolge funzione di soggetto, mentre “me” di complemento di termine)
Ecco, in questa ultima ipotesi è grammaticalmente sbagliata la frase finale?
Grazie
Caro Marco, la frase su cui hai dei dubbi non è corretta, infatti in questo caso “il quadro” diventa soggetto quindi non sostiutibile con -lo- che ha la sola funzione di complemento oggetto, sarebbe corretto invece mantenere solo il complemento di termine in questo modo: “mi è stato regalato”.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Buona sera prof. Anna
Questa sera Eravamo tra amici chiacchierando e quando mi sono espresso nel seguente modo sono stato ripreso da uno di essi il con una certa sicurezza affermava che tale espressione non era grammaticalmente corretta, e cioè “io non lo rispondo”. Io vorrei sapere da lei se la predetta frase è corretta… grazie anticipatamente… saluti .. Nicola
Caro Nicola, “rispondere” può anche essere un verbo transitivo che quindi regge un complemento oggetto in questo caso espresso dal pronome diretto -lo-, quindi grammaticalmente la frase non è scorretta ma non conosco il contesto in cui è stata usata quindo non posso dirti se è stata utilizzata correttamente o no.
A presto
Prof. Anna
Buongiorno, nella frase: siete tutti invitati al cinema, il soggetto è sottinteso o è tutti?
Cara Felicita, il soggetto sottinteso è “voi” in quanto il verbo è coniugato alla seconda persona plurale (voi).
Un saluto
Prof. Anna
Prof.Anna
come la forma corretta?
ho mangiato il salame, l’ho mangiato
chi ha mangiato il salame? chi l’ha mangiato? chi l’ho mangiato?
Cara Liliana, la forma corretta è: “chi l’ha mangiato”.
A presto
Prof. Anna
Sono argentina studio alla Dante Alighieri e faccio errore completandoi testi con i pronommi doppi, riflessivi, oggetto diretto, oggetto indiretto ci e ne. Dove potrei trovare esercizi per praticare
Cara Maria Lia, ecco alcuni articoli ed esercizi su questi argomenti: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2011/03/24/i-pronomi-combinati/; https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2011/04/07/test-11-i-pronomi-combinati/; https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2014/01/23/test-di-ripasso-i-pronomi-diretti-con-il-passato-prossimo/; https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2014/01/23/test-di-ripasso-i-pronomi-diretti-2/; https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2014/01/23/test-di-ripasso-i-pronomi-diretti-1/; https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/11/29/test-di-ripasso-ne-e-i-pronomi-diretti/; https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/03/01/test-di-ripasso-i-pronomi-indiretti/; https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2015/11/19/ripasso-comparato-di-ci-e-ne/; https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/11/29/test-di-ripasso-le-particelle-ci-e-ne/.
Un saluto
Prof. Anna
Salve a tutti,
vorrei sapere se l’utilizzo del pronome diretto in concomitanza con il relativo complemento oggetto fosse considerato ammissibile, seppur superfluo, oppure “sbagliato” al pari di A ME MI PIACE.
Penso a frasi di uso comune nel discorso diretto e.g:
“LA vedi LA TORRE” o “LO vuoi IL PARMIGIANO”.
Esiste una regola precisa al riguardo?
Grazie mille,
Pietro
Caro Pietro, le frasi che mi scrivi sono corrette, la costruzione in questione si chiama dislocazione, in questo caso a destra, e serve a enfatizzare il complemento oggetto, per approfondire questo argomento ti consiglio il seguente articolo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2015/05/07/la-frase-con-enfasi/
A presto
Prof. Anna
Grazie mille, ottimo articolo. A proposito, l’uso del congiuntivo passato nella mia domanda è ammissibile? Non ci ho dormito:)
Caro Pietro, no, in questo caso non è ammissibile il congiuntivo imperfetto perché la frase introdotta da -se- non è un’ipotetica, ma un’interrogativa indiretta, quindi puoi usare l’indicativo: “vorrei sapere se l’utilizzo del pronome […] è considerato ammissibile”.
Un saluto
Prof. Anna
Salve prof. Anna
volevo sapere meglio su ( sto benissima o benissimo per Maschile e Femminile) E perche’ ?
La ringrazio.
Caro Sahar, “benissimo” è il superlativo assoluto dell’avverbio “bene”, gli avverbi sono invariabili e quindi non concordano nel genere (maschile o femminile) o nel numero (singolare o plurlare), useremo quindi “benissimo” sia se ci si riferisce a un nome maschile, sia se si riferisce a un femminile. Per ripassare questo argomento ti consiglio questi articoli: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2011/03/10/lavverbio/, https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2016/03/03/i-gradi-e-le-alterazioni-dellavverbio/.
A presto
Prof. Anna
Grazie mille Prof.ssa ,
(Caro Sahar, …… ) Ma io sono una Femmina , 🙂
Cara Saahar, scusami!
A presto
Prof. Anna
Sono brasiliana e insegnante di italiano qui in Brasile e sempre faccio delle ricerche nel Suo blog per preparare le mie lezione……mi piacciono molto le Sue spiegazioni…..
grazie mille
Cara Hiascara, benvenuta su Intercultura blog!
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Gentile prof. Anna,
So che la forma di cortesia al singolare del complemento diretto, sia per il maschile che per il femminile, è “La”; ma per il plurale ho letto in alcuni siti web che è “Le”, in altri che è “Li” ed in altri “Loro”. Vorrei sapere quale è in realtà, tanto per il diretto come l’indiretto?
La ringrazio anticipatamente per la sua risposta.
Cordiali saluti
Caro Josè, la forma di cortesia al plurale non è molto usata, per rivolgersi a più persone in maniera formale di solito si usa “Loro”, peer esempio, rivolgendosi direttamente a più person: “vengono a cena con noi anche Loro (i signori Rossi)?”, quindi il pronome diretto sarà “Li”, per l’indiretto userei “Loro” collocato dopo il verbo.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie mille prof. Anna. Ma adesso ho un altro dubbio, se la forma di cortesia al plurale è meno usata che al singolare , quando si deve utilizzarla?
Per esempio se io ringrazio Lei, dico: “io La ringrazio”; ma se voglio ringraziare Lei e la Sua squadra di lavoro, io dovrei dire: “io Li ringrazio” o “io vi ringrazio”?
Grazie tantissimo, il Suo aiuto è per me molto utile.
Caro Josè, solitamente si dice “vi ringrazio”.
Un saluto
Prof. Anna
prof.Anna non ho fatto neanche un errore trovo davvero utile questo blog
-ally
Brava Ally!
Un saluto
Prof. Anna
Ho sempre una confusione tra i nomi diretti e indiretti . Ma quando ho letto la tua lesione ho capito bene. Ora vorrei chiederla se i pronomi indiretti si usa al passato collegando con participio passato ?
Caro Ahmed, il pronome indiretto precede l’ausiliare nel participio passato: gli ho detto (=ho detto a lui); ti ho parlato (=ho parlato a te); può invece collegarsi a un verbo all’infinito: devo dirgli (=devo dire a lui); posso parlarti (=posso parlare a te). Spero di aver chiarito il tuo dubbio. Se vuoi approfondire l’uso dei pronomi diretti con il passato prossimo ti consiglio questo articolo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/02/16/ripassiamo-luso-dei-pronomi-diretti-con-il-passato-prossimo/
A presto
Prof. Anna
salve
profesoressa Anna,
per dimonstrare
i che sonno atento e leggo bene i suoi esercizi, vorrei dire che ho trovato una parola che penso di non essere digitata corretamente è questa: “seuguiti” sarebbe seguitti…
Grazie!
Caro Ema, ti ringrazio molto per la segnalazione, la forma corretta è “seguiti”.
A presto
Prof. Anna
mi ha piaciuto moltissimo
Cara Ana, sono contenta che l’articolo ti sia piaciuto. Attenzione: il verbo “piacere” vuole l’ausiliare “essere”: “mi è piaciuto”.
A presto
Prof. Anna
Sono Robson, un allievo della língua italiana, livello iniciale. Sto molto contento questo sito. Molto buono per imparare.
Grazie tante!
Caro Robson, benvenuto su Intercultura blog! Se hai dubbio domande non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
Cara professoressa!Leggendolo mi sorge una domanda.Essendo più sopra menzionato il fatto che il pronome “la”viene usato anche in conversazion cortese sia per uomini anche per le donne.Io ho una dubbio.Se dicciamo questa al passato prossimo.Ad esempio come sarebbe stato giusto usarlo.
1 singnore rossi la ho detto che signora maria la ha aspettato molto.
2Signore rossi l’ho detto che signora Maria l’ha aspettato molto.(cioè dico a te che signora maria ti ha aspettato molto)Allora si apostrofa al passato “la”usata in registro formale?
Grazie tantto
Caro Zari, la frase corretta è : “Signor Rossi, Le (=a Lei) ho detto che la Signora Maria l’ha aspettata molto”, ma è corretto anche non apostrofare, non è obbligatorio.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Prof Anna,
Vorrei sapere che siano giusti queste frasi.( Si può usare il pronome diretto in questo modo con l’inanimato)
1) Copri il gelato? – Sì, compro lui.
2) Voi leggete le riviste? – Sì, Leggiamo loro.
Caro Mekhimer, l’uso dei pronomi non è corretto, tu hai usato pronomi che si riferiscono a persone e non a cose, è corretto invece dire “sì, lo compro” e “sì, le leggiamo”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Prof Anna,
Vorrei sapere che siano giuste le risposte di queste due domande.
( Si può usare il pronome diretto in questo modo con l’inanimato)
1) Copri il gelato? – Sì, compro lui.
2) Voi leggete le riviste? – Sì, Leggiamo loro.
Distinti saluti
Gentile Prof. Anna,
Le scrivo in quanto mi sorge un dubbio in merito all’utilizzo dei pronomi diretti e indiretti. E’ molto frequente nell’italiano parlato, almeno quello che parlo e che sento parlare, usare frasi del tipo :
allora (che dici) LA compro la maglietta?? e ora cosa gli dico a Giorgio?? L’hai vista la sua macchina nuova? ecc ecc Si nota quindi l’uso di un pronome ( che dovrebbe sostituire il nome) e del nome nella stessa frase, apparentemente con una funzione rafforzativa.
Secondo Lei è un uso colloquiale accettabile, ma considerato errato in grammatica e quindi in forma scritta? E’ poi, secondo Lei, diffuso a macchia d’olio in tutta Italia o è solo una forma dialettale??
grazie del prezioso aiuto
Giuseppe La Terza
Caro Giuseppe, si tratta di un uso pleonastico dei pronomi che serve a enfatizzare una parte della frase, in italiano questa costruzione è abbastanza frequente, non è scorretta né nella lingua parlata né in quella scritta e non è una forma dialettale. I casi che mi proponi sono una dislocazione a destra (la compro la maglietta), questa costruzione è caratterizzata dalla presenza di un pronome sintatticamente superfluo collocato all’inizio della frase che anticipa un nome o un sintagma con funzione di complemento oggetto diretto o indiretto. Per ripassare questo argomento ti consiglio di leggere il seguente articolo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2015/05/07/la-frase-con-enfasi/
Un saluto
Prof. Anna
il éxercie era buono, un po ‘troppo breve può essere
Caro Sasha, benvenuto su Intercultura blog! Se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
Prof.ssa Anna, per favore , puo spiegarci l’uso giusto dell’accordo del participio passato con il Lei della forma formale:
posso dire:
-Signor, L’ho chiamata ieri. o -Signor, L’ho chiamto ieri.
-Signor, immagino Lei sia stata informata o -Signor, immagino Lei sia stato informato
-Signor, Lei è molto generoso. o -Signor, Lei è molto generosa ?
sono confuso!!!!!
GRAZIE MILLE!!!
Caro Faycal Ch, in presenza di un pronome di cortesia solitamente l’aggettivo o il participio concorda al maschile o al femminile a seconda del sesso dell’interlocutore: Signore, L’ho chiamato ieri; Signore, immagino che Lei sia stato informato; Signore, Lei è molto generoso; tuttavia è possibile incontrare l’accordo al femmninile, benché sia raro.
A presto
Prof. Anna
Grazie mille
Ciao, professoressa Ana!
Ho un dubbio sui pronomi atoni y tonici.
Devo sostituire con l’oggetto: “prega i tuoi compagni di venire domani” Io ho scritto “prega LORO” e anche “Pregagli”, ma mi hanno detto che “Loro” non è più all”uso e gli non va, ma LI; cioè “pregaLI”. Perché utilizzare un pronome ATONO come tonico con un verbo transitivo come “pregare”.
Grazie mille!
Caro Kikaccs, “pregare” in questo caso regge un complemento oggetto (i tuoi compagni), quindi non è corretto usare il pronome atono “gli” (a loro) oppure il pronome atono “loro” (col significato di “a loro”) che hanno la funzione di complemento di termine, ma è corretto usare “li” che è un pronome atono maschile plurale con funzione di complemento oggetto. Spero di aver chiarito il tuo dubbio.
A presto
Prof. Anna
Cara prof.ssa. Anna,
L’altro giorno mi chiedevo quale sarebbe il pronome diretto nel trattamento formale essendo due soggetti con cui avrei parlato. Faccio degli esempi:
Signorina, La posso invitare a cena?
*Signorine, (Vi?) posso invitare a cena?
Avvocato, L’avvertirò sul caso X.
*Avvocati, (Vi?) avvertirò sul caso X.
La ringrazio
Caro Marcos, va benissimo usare “Vi” o “vi”.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie davvero. Stavo scorrendo la pagina ed ho visto oggi che qualcuno ha posto lo stesso dubbio.
Complimenti per l’impegno!! Un caro saluto da San Paolo del Brasile.
Recien estoy en proceso de aprendizaje de italiano
Caro Fredy, benvenuto du Intercultura blog. Se hai qualche domanda, non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
Prof. Anna!
Tante grazie per tutte !
Questo blog ê buonissimo.
Mi chiamo Cecilia, sono argentina e sto imparando la lingua per pottere viaggiare per Italia
Sono molto interesante le spiegazoni e anche le risposte alla gente.
Grazie!
Ci vediamo la prossima lezione
Cecilia
Cara Cecilia, benvenuta su Intercultra blog! Se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
Ti faccio qualche correzione: “tante grazie per tutto”, “per potere viaggiare”, “sono molto interessata alla spiegazioni e anche alle risposte della gente”, “ci vediamo alla prossima lezione”.
A presto
Prof. Anna
ce qualche sito che posso trovare esercizi che riguardano tutti i fenomeni grammaticali??
Caro Cristos, non so consigliarti un sito in particolare.
A presto
Prof. Anna
ciao io sono jhakelin e voglio sapere quale funzione svolge il pronome LO nella frase NO LO SO
Cara Jhakelin, “lo” in questa frase (non lo so) ha funzione di complemento oggetto.
A presto
Prof. Anna
Gentile prof. Anna,
Ho un dubbio rispetto al verbo “invitare”, in spagnolo può significare anche offrire o regalare a qualcuno qualcosa di mangiare o bere, esempio “io invito Anna una birra”; non ho trovato questo significato nel dizionario per quello che mi domando se in italiano ha anche questo significato? questa frase è corretta? Se le risposte sono affermative, quale sarebbe il complemento oggetto ed il complemento di termine? Se le risposte sono negative, come si direbbe il fatto di pagare la birra dell’altra persona?
Mille grazie.
Cordiali saluti
Caro José, in italiano il verbo “invitare” non ha questo significato, è necessario usare il verbo “offrire”: “io offro una birra ad Anna”, “ti offro la cena” (=offro la cena a te), “mi offri un caffè?” (=offri un caffe a me?).
A presto
Prof. Anna
La ringrazio per la sua risposta, Prof. Anna, lei è molto gentile.
Gentile prof. Anna,
Mi scusi ma ho un altro dubbio col verbo “invitare”, questa volta è rispetto alla costruzione grammaticale. Ho visto che dopo questo verbo può essere un sostantivo (esempio: “ti invito a cena”), o un verbo (esempio: “ti invito a ballare”); in spagnolo è anche così ma hanno differenti usi: se l’evento è determinato si usa il sostantivo (esempi: “ti invito alla cena di Natale” o “ti invito al ballo di gradazione”) e se l’evento è indeterminato si usa il verbo (esempi: “ti invito a cenare” o “ti invito a ballare”). Come è in italiano? Quando si usa il sostantivo e quando il verbo? È indifferente dire “ti invito a cena” e “ti invito a cenare” (non ho visto mai questa forma, è corretta?)? oppure “ti invito a ballo” (non ho visto mai questa forma, è corretta?) e “ti invito a ballare”?
Molte grazie.
Cordiali saluti
Caro José, non c’è una regola generale, ma se usiamo il nome di un pasto è più comune il sostantivo (ti invito a cena), ma usare il verbo non è scorretto (ti invito a cenare con me), se la parola “ballo” ha il significato di “festa dove si balla” possiamo usarla ma preceduta da una preposizione articolata “ti invito al ballo”, mentre se l’invito è generico e si vuole specificare che l’azione che si farà è “ballare” usere il verbo “ti invito a ballare”. Con le parole “colazione”, “pranzo”, “cena”, “teatro” si usa la preposizione semplice “a” (ti invito a teatro) se si parla in modo generico, ma quando il nome è accompaganto da aggettivo o da complementi di specificazione ci vorrà la preposizione articolata (ti invito al pranzo di Natale, ti invito al nuovo teatro che ha aperto in città), negli altri casi solitamente si usa la preposizione articolata (ti invito al cinema, ti invito al ristorante).
Un saluto
Prof. Anna
La ringrazio tantissimo per la sua risposta, Prof. Anna, come sempre è stata molto chiara. Il suo aiuto è per me molto utile.
CAIO SONO Mounir voglio dire che questa lezione emolto interessante e utile ma cerco un metodo cosi facile per poter capire bene perche la grammatica e molto difficile a capire .Grazie
Caro Mounir, benvenuto su Intercultura blog. Se hai delle domande non esitare a scrivermi.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Mi piacciono molto
Cara Maia, benvenuta su Intercultura blog!
A presto
Prof. Anna
Prof.ssa Anna
La página mi sembra molto interesante. Mi piacerebbe avere piu informazioni.
Sono italo Argentina e parlo spesso la lingua italiana.
La ringrazzio
Georgina
Cara Georgina, benvenuta su Intercultura blog! Quali informazioni vorresti avere? Per qualsiasi dubbio non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
Grazie mille!
1 – ” Non sporgerti troppo ” .
2 – ” Non porgerti / porti in questo modo , maleducato ! ” .
Per quanto riguarda la prima frase , crede sia scritta correttamente ? Se non sbaglio , abbiamo il pronome personale ” ti ” che si collega al verbo all’infinito ” sporgere ” . Se non erro , potremmo anche scrivere : ” Non TI sporgere troppo ” . In sostanza , potremmo o posporre il pronome personale al verbo ( NON SPORGERTI) oppure anteporlo ( NON TI SPORGERE ) .
Per quanto riguarda la seconda frase , quale sarebbe il verbo giusto da usare ?
Grazie mille !
Caro Fabio, la prima frase è corretta (sarebbe possibile anche scrivere “non ti sporgere”), nella seconda è opportuno usare “non porti” dalla forma rifessiva “porsi”.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile professoressa Anna,
una domanda..
una frase: Signora, io L’avrei accompagnatA volentieri…. (accordo tra pronome diretto LA e il participio passato)
Se la frase diventa: Signore, io L’avrei accompagnat… volentieri… Qual è la desinenza giusta: -o (perché è un signore) oppure -a (perché si tratta sempre del pronome diretto, forma di cortesia La)??
Grazie per il Suo aiuto
Cara Annemieke, in presenza del pronome di cortesia “lei” l’accordo con eventuali aggettivi o participi passati di solito si fa a seconda del sesso dell’interlocutore: “Lei, signor Rossi, è molto buono”; “Signor Rossi, lei è invitato alla cena”; “Signora Rossi, lei è invitata alla cena”. Se però, come in questo caso, l’allocutivo è in forma di pronome atono, il participio può accordarsi al femminile anche se ci si riferisce a un maschio: “Signore, l’avrei accompagnata volentieri”.
A presto
Prof. Anna
Buonasera prof,
ho un dubbio:
Mangiandolo (verbo al gerundio unito al pronome) cos’è in analisi grammaticale?
Grazie come sempre
Caro Luigi, mangiando = voce del verbo “mangiare”, prima coniugazione, modo gerundio, tempo presente; lo = pronome personale atono con funzione di complemento diretto, terza persona singolare, maschile.
Un saluto
Prof. Anna
Buona sera prof.ssa.
“Ho comprato i biglietti e LI ho messi sul tavolo”.
Non capisco perché LI, pronome diretto si chiama “di terza persona”
Grazie
Caro Klement, “li” e “le” sono pronomi diretti di terza persona plurale perché si riferiscono a “loro” e “essi, esse”, così come “lo” e “la” sono pronomi diretti di terza persona singolare perché si riferiscono a “lui, lei”, “esso, essa”.
Un saluto
Prof. Anna
Buona sera prof.ssa.
“Ho comprato i biglietti e LI ho messi sul tavolo”.
Non capisco perché LI, pronome diretto si chiama “di terza persona”
Grazie
Buongiorno,
ho riletto questa lezione a testa chiara e ,
vista la tabelle completa dei pronomi diretti, ho capito.
Il termine “personali” nel esempio che ho scritto il 28.02.2018 mi ha turbato.
Per favore non pubblicare la mia stupida domanda.
Grazie
Gentile Prof.ssa Anna,
Mi potrebbe dire a che cosa si riferisce il pronome “lo”, per favore? Grazie.
“Gli stranieri hanno la possibilità di scoprire immediatamente se un prodotto dichiarato ‘made in Italy’ lo sia realmente”.
Saluti,
Steffy
Cara Steffy, “lo” in questo caso sostituisce “made in Italy” (sia realmente made in Italy).
A presto
Prof. Anna
Buona sera Profesoressa Anna,
vorrei sapere in questa frase , (( l` )) con il verbo Essere e Avere , riguarda a i pronomi direti ?
Solo un bambino su 5 non ha mai avuto un animale, Ma non c`e` solo l`avere, c`e` anche l`essere .
si riferisce alla parola (( animale )) ?
Grazie
Cara Sarah, l’uso del pronome diretto in questo caso non è corretto. Nella frase che mi scrivi (l’essere e l’avere) -l’- sembra più un articolo determinativo e i due infiniti sembrano sostantivati.
Un saluto
Prof. Anna
Prof. Anna
Recien comienzo a utilizar este espacio. Creo que me facilitará aprender italiano. Gracuas.
Cara Maria, benvenuta su Intercultura blog! Se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
sink contenta
Non posso scrivere più Mi piace e basta
Ho pensato che (tu) ti volessi divertire (volersi forma transitiva pronominale) (contemporaneità)
Ho pensato che tu volessi divertirti (volere forma attiva) (contemporaneità)
Ho pensato che tu avessi voluto divertirti (volere forma attiva) (anteriorità)
Ho pensato che (tu) ti fossi voluto divertire (volere forma transitiva pronominale) (anteriorità)
Ho pensato che (tu) ti saresti voluto divertire (volere pronominale transitivo) (posteriorità)
Ho pensato che avresti voluto divertirti (volere forma attiva) (posteriorità)
Crede siano corrette?
Cara Franca, le concordanze sono corretta, ma il verbo “volere” non è in questi casi alla forma intransitiva pronominale ma assume la forma “volersi” perché la particella pronominale precede il verbo a cui “volere” si accompagna (in questo caso “divertire”).
Infatti avevo qualche dubbio… Purtuttavia, se ho ben capito, la particella pronominale (“ti” nel nostro caso) non appartiene al servile (volere) ma al verbo “divertire” (quindi sarebbe “divertirsi”); infatti si legge in un suo articolo che con i verbi servili dovere, potere, volere, il pronome (o particella pronominale qualsivoglia) può unirsi all’infinito che segue (“divertire”; avremmo potuto scrivere infatti “Ho pensato che volessi divertirti”) o può precedere il verbo servile (“ti volessi”; abbiamo scritto infatti “Ho pensato che (tu) ti volessi divertire”), come nel nostro caso. Ragion per cui, come dice lei, il verbo “volere” non è in questi casi alla forma intransitiva pronominale, ma assume la forma “volersi (perché la particella pronominale precede il verbo a cui “volere” si accompagna [in questo caso “divertire”])” e, aggiungo io, il servile “volere” è come se “prendesse in prestito la particella pronominale e facesse le veci del verbo “divertire”, che poi sarebbe “divetirsi”, il quale è un verbo pronominale intransitivo (un verbo si dice intransitivo pronominale quando la particella pronominale, anche se sembra avere funzione di complemento oggetto, in realtà non ce l’ha ed è parte integrante del verbo).
Sarà giusto ora?
Cara Franca, il tuo ragionamento è corretto.
“penso ce l abbiano detto” (significa “penso abbiano detto ciò a noi”)
“penso ce l abbiano” e “penso lo abbiano”, entrambe significano la medesima cosa; nella prima forma la particella “ci” in unione alla particella pronominale atona “lo” si sostituisce con “ce”, che dovrebbe avere valore pleonastico. Infatti entrambe le forme significano “penso che (loro) abbiano quella cosa, ciò (lo)”.
È corretto?
Caro Claudio, è corretto.
Sera, nella frase “Mi sono creato una nuova squadra” il verbo “crearsi” è intransitivo pronominale (quindi ove la particella non ha ruolo sintattico, ma è parte integrante del verbo) e con il significato di “Formarsi, avere origine, sorgere”. Chiaramente la stessa frase possiamo scriverla con dei verbi transitivi (creare e formare; qundi con il complemento oggetto): “Ho creato/formato una nuova squadra”
Tutto corretto?
Caro Antonio, la forma verbale “crearsi” può essere transitiva pronominale col significato di “costruire, far nascere per sé”, “inventarsi, immaginare per sé” (mi sono creato una nuovo squadra) oppure intransitiva pronominale col significato di “sorgere” (si è creato un equivoco).
Ok, quindi la nostra frase con il verbo transitivo pronominale (dove la particella pronominale è complemento di termine “a me stesso” o “per me stesso”) sarebbe “Ho costruito una nuova squadra a me stesso, per me stesso”; e poi le chiedevo se è corretta anche la variante con il verbo transitivo “creare”,quindi con il complemento oggetto: “Ho creato una mia nuova squadra”
Ora è corretto?
Caro Antonio, il significato in questo caso è “ho costruito una nuova squadra (per me stesso o da me stesso), è possibile anche “ho creato una mia nuova squadra”.
Allora, ho fatto un ripasso e ho capito che nel verbo transitivo pronominale il pronome riflessivo è, in linea di massima, complemento di termine (a se stesso); ma (l’ho letto sulla Treccani) nelle forme canoniche il riflessivo indiretto, come oggetto indiretto, è tipicamente complemento di vantaggio (per se stesso), come nel nostro caso d’altronde, o indica, il che non è nel nostro caso, possesso inalienabile.
Quindi la frase “Mi sono creato una nuova squadra” risulterebbe così: “Ho creato (oppure “costruito”) una nuova squadra per me stesso (il “mi” riflessivo indiretto è complemento di vantaggio, che indica la persona o la cosa in favore o a danno della quale si verifica l’evento descritto dal verbo: “a mio vantaggio”, “a mio favore”, ecc).
Potrebbe essere corretto?
Caro Antonio, il tuo ragionamento è corretto.
1) “Qualsiasi fosse l’impressione che Tizio si fece di Memphis…”; “qualsiasi” è un aggettivo relativo, con valore indefinito, seguito da una proposizione relativa con verbo al congiuntivo. D’altronde è come se scrivessi (chiaramente in riferimento al passato): “Qualsiasi impressione che (la quale) fosse…”
2) “…sarebbe stato scoprire chi fossero i capi”; “chi fossero i capi” è un’interrogativa indiretta, retta dal verbo “scoprire” nella principale e dell’elemento introduttivo “chi”, pronome interrogativo. Ragion per cui, come interrogativa, avremmo potuto usare anche l’indicativo “erano”.
Mi sembra tutto corretto…
Caro Riccardo, è tutto corretto.
tutto bene
È corretta la frase “Ti sazierò io” nel senso di “Sfamare qualcuno, appagare completamente il suo desiderio di cibo”? Io credo di sì. Dove “saziare”, come verbo transitivo, ammette il complemento oggetto “ti” (te), pronome personale diretto.
Giusto?
Caro Luca, è giusto.
BENE
“Ti ho conosciuto/a in città”
…se l’oggetto precede il verbo ed è costituito da un pronome atono (ti, ad esempio), il participio può concordare o rimanere invariato. Perciò posso scrivere sia “Ti ho conosciuto” sia, se mi riferisco ad una donna, “Ti ho conosciuta”.
Corretto?
Caro Filippo Maria, è corretto.
“Era un persona onesta e voleva che gli altri lo fossero”
…”lo” ha valore di pronome dimostrativo e con il significato, al plurale, di “tali”. Nel nostro esempio sarebbe: “…e voleva che gli altri fossero tali (e cioè che fossero onesti)”.
Corretto?
Caro Filippo Maria, è corretto.
“Mario, ho dipinto tutta la casa: apprezzalo!”
…in questa frase “lo” di “apprezzalo” ha valore di pronome dimostrativo, e significa ‘‘questa, quella cosa, ciò’”: e cioè “apprezza quella cosa, ciò”; o meglio, “lo” fa riferimento all’intera frase precedente: “Apprezza che ho dipinto tutta la casa!”, e quindi “Lo”, in questo caso, si usa per sostituire l’intera frase.
Corretto?
Ah, dimenticavo che “lo”, nella nostra frase, è un pronome dimostrativo con funzione di complemento diretto (complemento oggetto): “Mario, ho dipinto tutta la casa: apprezzalo! (e cioè “apprezza ciò”; “apprezza”, che cosa? “ciò”, “quella cosa”, complemento oggetto.
corretto?
Sì, è corretto.
Caro Filippo, è corretto.
Adesso,Ho iniziato a studiare la lingua italiana , mi piace tantissimo. Le insegnante e il metodo ci sono troppo eficiente…..la domanda ” Chiamo Maria ” mi sembra correto…
Cara Marta, benvenuta su Intercultura blog! Ti faccio qualche correzione al testo che mi hai scritto: “Adesso ho iniziato a studiare la lingua italiana, mi piace tantissimo. Le insegnanti e il metodo sono molto efficienti.” Se la domanda è “chiamo Maria?” è corretta. Se hai altri dubbi o somande non esitare a scrivermi.
A presto
Buongiorno Professoressa,
Questo Blog è molto bello.
Grazie mille per la possibilita.
Cara Rudina, benvenuta! Se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
A presto
Si dice “È un po’ di volte che vengo da voi”…e non “Sono un po’ di volte…”, in quanto il verbo “essere (è)”, in questo caso, si coniuga al singolare con il sostantivo “un po’ “.
Suppongo sia esatto
Cara Gina, è corretto.
1) “La gente ci si addormenta (sottinteso “con una melodia”)”; il “ci” ha valore di pronome dimostrativo, riferito a cosa, e significa “con ciò”: e cioè “La gente ci addormenta con ciò (“con la melodia”, ad esempio)”.
2)”Io e Marco non riusciamo a fare questo esercizio, ci aiuti per favore? (il “ci” è l’oggetto e significa “noi”: e cioè “…aiuti per noi?”)”.
3)”Se non siete impegnati, vi aspetto domani sera per cena (il “vi” è l’oggetto e significa “voi”: e cioè “…aspetto domani sera per cena voi”)”.
4)Si dice “(i) Cinque minuti sono troppi” e non “Cinque minuti è troppo”, in quanto il verbo essere (sono) concorda al plurale con il soggetto plurale “(i) cinque”. Ah, “Cinque minuti” è il soggetto, “sono” è la copula e “troppi” è aggettivo indefinito, quindi nome del predicato.
Penso sia tutto corretto
Caro Graziano, tutto corretto, ma nel primo punto, la frase “la gente ci addormenta” significa “la gente addormenta noi” e “ci” è un pronome personale diretto (noi), mentre nella frase “la gente ci si addormenta” il “ci” ha il valore che hai proposto tu, cioè “con questa cosa” (con questa melodia).
Credo ci sia stato un errore di battitura… Certo, se dicessi solo “La gente ci addormenta”, significherebbe, come lei giustamente dice, “La gente addormenta noi (“ci”)”. In realtà, ma c’è stato un errore di battitura, volevo scrivere “La gente SI (e non “ci”) addormenta con ciò (“ci”)”.
Penso di aver corretto il mio intervento…
Caro Graziano, così è corretto.
“Me” pronome personale:
“Me” è la forma atona che il pronome personale “mi” assume in unione con i pronomi atoni “lo, la, le, li” e con la particella “ne”, in posizione proclitica ed enclitica. “Me” si usa come complemento di termine in luogo del pronome atono “mi ” (davanti alle forme pronominali “lo, la, le, li” e davanti alla particella pronominale “ne”); oppure con funzione di complemento oggetto davanti a “ne”.
1)”Non me lo aspettavo” (sarebbe “non aspettavo questa cosa a me”, complemento di termine)
2)”Quando me lo restituirai” (sarebbe “quando restituirai esso a me?”, complemento di termine)
3)”Me ne ritiene responsabile” (sarebbe “ritiene responsabile di quello me”, complemento oggetto)
4) “Me ne disse di tutti i colori” (sarebbe “disse di tutti i colori di quelle a me”, complemento di termine)
Penso sia tutto corretto
Caro Filippo Maria, è tutto corretto, ma nella forma verbale “me lo aspettavo”, “me” non è un pronome indiretto, ma diretto e ha valore intensivo.
Se ho ben capito, nella prima frase il verbo è il procomplementare “aspettarsela”, composto dal verbo aspettare + la particella pronominale si + il pronome la. Il “me” è sì intensivo (con un accentuato valore di “per me”), ma soprattutto parte integrante del verbo stesso e della sua coniugazione (io me l’aspetto, tu te l’aspetti; lui-lei se l’aspetta; noi ce l’aspettiamo; voi ve l’aspettate; loro se l’aspettano), quindi non ha particolare valore sintattico. Mentre la particella pronominale ‘la’ ha, come ho accennato, una funzione di oggetto neutro indeterminato con il significato di ‘ciò’ (che allora la accomuna alla particella ‘lo’: “Non me lo aspettavo”, e cioè come se dicessi “Non aspettavo per me ciò, quello”) ovvero (nel caso di ‘la’) ‘questa cosa’, ‘questa faccenda’, ecc.
Caro Filippo Maria, è giusto.
1)esservi inclusa nella guida
2)non se glielo abbiate dato
Nella prima il “vi” significa “in ciò” come pronome dimostrativo: e quindi “Essere inclusa in ciò (nella guida)”. Mentre nella seconda il “se” introduce un’indiretta al congiuntivo passato.
Credo sia giusto
Caro Filippo Maria, nella seconda frase userei l’indicativo.
Però non è scorretto il congiuntivo passato immagino…
…mentre la prima frase è corretta? anche il suo ragionamento?
Sì, è corretta.
No, non lo è.
Ok, ricapitolando: la prima frase, e il suo ragionamento, è corretta; mentre la seconda è corretta con l’indicativo (è comunque un’indiretta)
Caro Filippo Maria, in che senso “un’indiretta”?
Ah, prof; c’è stato un errore di battitura; volevo scrivere “Non SO se glielo abbiate detto”, ecco perché il congiuntivo nell’indiretta! Infatti “se il presente di sapere è alla forma negativa o se sapere è al passato possiamo avere sia l’indicativo sia il congiuntivo”.
Ora penso sia corretto
Caro Filippo Maria, adesso è chiaro, in questo caso è corretto usare sia il congiuntivo sia l’indicativo.
“Lo” si usa anche per sostituire un’intera frase. Per esempio; e può assumere quindi il valore di “ciò”, riferito a una proposizione precedente o a qualcosa che non è ancora stato detto: “Sai che ore sono? No, non lo so. (“lo” = “che ore sono” oppure “lo” = “ciò”)”.
Penso sia giusto
Caro Lino, è giusto.
1)”Vorrei parlarle” (intendendo “la carovana”)
…Normalmente “le” funge da complemento di termine e significa “a lei” riferito a persone o a cose grammaticalmente di genere femminile. Ma “le”, al livello letterario, può riferirsi a qualcosa di inanimato e può significare “a essa, a quella cosa” (frase numero 1). Un altro esempio letterario: “Ho compassione di questa casa: la maledizione le sta sopra sospesa (Manzoni)”.
Penso sia corretto
Caro Filippo Maria, è corretto.
Verbi pronominali:
Prof, una conferma…
I “verbi pronominali” è un’etichetta generica che indica tutti i verbi nella cui forma di lemma appare un pronome clitico (di forma debole e atoni “mi, ti, si, ci, vi, si”). A dispetto delle loro somiglianze, i verbi pronominali possono essere articolati in classi, distinte per il tipo di clitico coinvolto e per il significato. Di conseguenza, i verbi pronominali si combinano nella coniugazione con almeno un pronome personale atono; e rientrano in questo gruppo varie categorie: i verbi riflessivi diretti, i verbi riflessivi indiretti (o apparenti o transitivi pronominali), i verbi riflessivi reciproci, i verbi intransitivi pronominali, i verbi procomplementari, e i riflessivi pleonastici (o, direi io, “intensivi-rafforzativi” ad es. “mangiarsi”).
Immagino sia corretto
Esatto.
1)”Non credi che lui si ponga, rispetto ai suoi personaggi, in modo critico?”
…Usiamo “si ponga”, quindi congiuntivo presente del verbo “porsi”, e non “si pone”, quindi indicativo presente, in quanto nella principale abbiamo il verbo “credere” che regge il congiuntivo, tendenzialmente, in una subordinata (es. “che lui si ponga…”, come nella frase 1).
Penso sia giusto
Esatto.
buonasera Professoressa Anna, potrebbe correggere il testo che segue. si tratta di un riassunto che vorrei fare. Se è possibile, potrebbe correggere questo testo e poi ne seguirà ancora uno che non ho ancora finito. Grazie mille in anticipo
in questo compito viene analizzato il concetto dell’intelligenza emotiva. Il suo scopo è quello di creare un plusvalore nella connessione tra le conoscenze teoriche svolte da scienziati importanti attraverso degli studi, e delle applicazioni pratiche che si trovano in molti settori della vita delle persone. Ogni giorno vengono sviluppati nuovi quadri di presenza dell’intelligenza emotiva. In questo compito vengono presentati tutti questi quadri ma vengono anche argomentati tutti i metodi e le pratiche che possono coltivare in futuro l’intelligenza emotiva un passo in avanti come una parte indispensabile della personalità degli uomini.
Questo compito che ha come argomento l’intelligenza emotiva inizia con un riferimento dettagliato che riguarda la definizione dell’intelligenza emotiva e il modo con cui l’hanno data i suoi studiosi.
Iniziando dal 1990 e con i riferimenti dello psicologo Coleman e la sua teoria che ha a che fare con l’esistenza acquisita dell’intelligenza emotiva, passiamo ad altri scienziati fondamentali che hanno formulato come: La teoria delle intelligenze multiple di Howamt Gardner (1993), l’intelligenza di Salovey e Mayer (1990) e l’intelligenza di successo di Stemberg (1999)
In seguito vengono presentate le forme di intelligenza e il tentativo di distinguerle tra loro e viene anche presentato il concetto di intelligenza in modo più dettagliato. Inoltre vengono presentate le prime ricerche che sono state svolte per più o meno 60 anni tra il 1900 e il 1960 in vari settori dell’intelligenza e dei sentimenti.
Proseguiremo con la rassegna storica del campo di ricerca presentando le ricerche dei decenni precedenti in modo dettagliato e arriveremo ai giorni nostri dove riferiremo i concetti dati da Salovey, Mayer e Goleman.
In seguito vengono presentati i quattro modelli fondamentali dell’intelligenza emotiva.
– Il modello dei quattro dimensioni: Questo modello è stato creato da Goleman e Boyatzis e analizza i dimensioni dell’intelligenza emotiva
– Il modello delle capacità dell’intelligenza emotiva creato da Salovey e Mayer
– Il modello delle caratteristiche dell’intelligenza emotiva creato da Konstantino Vasili Petridi che corella la capacità all’intelligenza emotiva
– Il modello di Reuven Bar-on che dà importanza al tasso dell’intelligenza emotiva a livello sociale. Questo concetto si riferisce alla capacità, alla destrezza e alla possibilità di una persona di affrontare le provocazioni sociali più come ingrediente della sua personalità e meno come fonte di conoscenza.
il compito continua con l’applicazione pratica dell’intelligenza emotiva e vengono riferiti tutti i settori della presenza individuale (interni e sociali)
Più precisamente viene analizzata l’applicazione dell’intelligenza emotiva.
– Nell’educazione: il modo con cui influenza lo sviluppo dei ragazzi e come interagiscono i diversi stili dei genitori. Si fa riferimento al bullismo nelle scuole e tutti i metodi che vanno applicati per evitare questo fenomeno attraverso l’empatia e lo sviluppo dell’intelligenza emotiva
– al lavoro: dove l’adattamento della personalità di un lavoratore, le iniziative che deve prendere l’empatia e la disciplina è tutto ciò che rende diverso un lavoratore da un buon datore di lavoro. inoltre viene riferito anche quello che rappresenta un capo da un semplice manager
– alla salute ai vari studi svolti e che presentano il come l’intelligenza emotiva influenza in modo positivo oltre alla salute psichica anche quella del corpo.
In seguito vengono presentati le vari definizioni dell’empatia e dell’intelligenza emotiva e le loro comuni caratteristiche dal momento che la prima e parte integrale della seconda. Lo scopo di questo riferimento è quello di evidenziare le caratteristiche della personalità di una persona che fanno parte dell’empatia e come interagiscono con l’intelligenza emotiva.
In seguito viene presentato il messaggio ottimista dei ricercatori (Bradberry e J. Greaves 2006) che non è d’accordo con il punto di vista che domina cioè che l’intelligenza è innata e si coltiva fino agli anni dell’adolescenza, studi confermano che soprattutto l’intelligenza emotiva si sviluppa durante la maturità
Alla fine ci sono delle conclusioni che riguardano lo sviluppo dell’intelligenza emotiva e più precisamente c’è un riferimento che riguarda la conclusione finale cioè che anche se l’intelligenza emotiva non è del tutto comprensibile, è evidente il fatto che i sentimenti hanno un ruolo importante e che la qualità personale e professionale di una persona sono più importanti rispetto alla misurazione dell’intelligenza celebrale.
riformulo lo stesso periodo con delle correzioni
In questo compito viene analizzato il concetto di intelligenza emotiva. La sua funzione è quella di creare un plusvalore nella connessione tra le conoscenze teoriche che scienziati importanti hanno sviluppato attraverso degli studi che hanno svolto scienziati molto importanti e le applicazioni pratiche che si trovano in molti settori della vita delle persone. Ogni giorno la presenza di intelligenza emotiva si estende e con questo compito vorrei evidenziare questa estensione e argomentare anche tutti i metodi e le pratiche che vogliono sottolineare che l’intelligenza emotiva è una parte indispensabile della personalità degli uomini.
Questo compito inizia con un riferimento dettagliato che riguarda la definizione dell’intelligenza emotiva che hanno dato i suoi studiosi. Iniziando dal 1990 con i riferimenti dello psicologo Coleman e la sua teoria che ha a che fare con l’esistenza acquisita dell’intelligenza emotiva, passo ad altri scienziati: la teoria delle intelligenze multiple di Howamt Gardner (1993), l’intelligenza di Salovey e Mayer (1990) e l’intelligenza di successo di Stemberg (1999)
In seguito presento le forme di intelligenza e il tentativo di distinguerle tra loro presento anche il concetto di intelligenza in modo più dettagliato. Inoltre vengono presentate le prime ricerche, sviluppate tra il 1900 e il 1960, in vari settori dell’intelligenza e dei sentimenti.”
Proseguirò con la rassegna storica dei decenni precedenti in modo dettagliato e arriverò ai giorni nostri dove riferirò le teorie di Salovey, di Mayer e di Coleman.
In seguito presento i quattro modelli fondamentali di intelligenza emotiva.
– Il modello delle quattro dimensioni: questo modello è stato creato da Goleman e Boyatzis e analizza le dimensioni dell’intelligenza emotiva;
– modello delle capacità dell’intelligenza emotiva creato da Salovey e Mayer;
– Il modello delle caratteristiche dell’intelligenza emotiva creato da Konstantino Vasili Petridi che correla la capacità all’intelligenza emotiva;
– il modello di Reuven Bar-on che dà importanza al tasso di intelligenza emotiva a livello sociale. Questo concetto si riferisce alla capacità, alla destrezza e alla possibilità di una persona di affrontare le provocazioni sociali più come ingrediente della propria personalità e meno come fonte di conoscenza.
in seguito presento l’applicazione pratica dell’intelligenza emotiva. Più precisamente analizzo l’applicazione dell’intelligenza emotiva:
– Nell’educazione: il modo con cui influenza lo sviluppo dei ragazzi e come interagiscono i diversi stili dei genitori. Si fa riferimento al bullismo nelle scuole e a tutti i metodi che vanno applicati per evitare questo fenomeno attraverso lo sviluppo dell’intelligenza emotiva.
– Al lavoro la differenza tra un capo e un semplice manager.
– Alla salute: ai vari studi svolti che presentano come l’intelligenza emotiva influenzi in modo positivo la salute psichica e anche quella del corpo.
In seguito presento le varie definizioni di empatia e di intelligenza emotiva e le loro comuni caratteristiche dal momento che la prima è parte integrante della seconda. Lo scopo di questo riferimento è quello di evidenziare le caratteristiche della personalità di una persona che fanno parte dell’empatia e come interagiscono con l’intelligenza emotiva.
In seguito viene presentato il messaggio ottimista dei ricercatori (Bradberry e J. Greaves 2006) che non è d’accordo con il punto di vista dominante, cioè che l’intelligenza è innata e si coltiva fino agli anni dell’adolescenza, studi confermano che soprattutto l’intelligenza emotiva si sviluppa durante la maturità.
Alla fine ci sono delle conclusioni che riguardano lo sviluppo dell’intelligenza emotiva e più precisamente c’è un riferimento alla conclusione finale cioè che, anche se l’intelligenza emotiva non è del tutto comprensibile, è evidente che i sentimenti hanno un ruolo importante e che la qualità della vita personale e professionale di una persona sono più importanti rispetto alla misurazione dell’intelligenza celebrale.
ho svolto questo compito in modo veloce e ho commesso degli errori. Così è corretta? Grazie in anticipo
cara Mariana, ancora qualche correzione:
In questo compito viene analizzato il concetto di intelligenza emotiva. La sua funzione è quella di creare un plusvalore nella connessione tra le conoscenze teoriche che scienziati importanti hanno sviluppato attraverso approfonditi studi e le applicazioni pratiche che si trovano in molti settori della vita delle persone. Ogni giorno la presenza di intelligenza emotiva si estende e con questo compito vorrei evidenziare proprio questa estensione e argomentare anche tutti i metodi e le pratiche che vogliono sottolineare che l’intelligenza emotiva è una parte indispensabile della personalità degli uomini.
Questo compito inizia con un riferimento dettagliato che riguarda la definizione dell’intelligenza emotiva che hanno dato gli studiosi. Iniziando dal 1990 con i riferimenti dello psicologo Coleman e la sua teoria che ha a che fare con l’esistenza acquisita dell’intelligenza emotiva, passo poi ad altri scienziati: la teoria delle intelligenze multiple di Howamt Gardner (1993), l’intelligenza di Salovey e Mayer (1990) e l’intelligenza di successo di Stemberg (1999)
In seguito presento le forme di intelligenza e il tentativo di distinguerle tra loro e anche il concetto di intelligenza in modo più dettagliato. Inoltre vengono illustrate le prime ricerche, sviluppate tra il 1900 e il 1960, in vari settori dell’intelligenza e dei sentimenti.
Proseguirò con la rassegna storica dei decenni precedenti in modo dettagliato e arriverò ai giorni nostri dove riferirò le teorie di Salovey, di Mayer e di Coleman.
In seguito parlerò dei quattro modelli fondamentali di intelligenza emotiva.
– Il modello delle quattro dimensioni: questo modello è stato creato da Goleman e Boyatzis e analizza le dimensioni dell’intelligenza emotiva.
– Il modello delle capacità dell’intelligenza emotiva creato da Salovey e Mayer.
– Il modello delle caratteristiche dell’intelligenza emotiva creato da Konstantino Vasili Petridi che correla la capacità all’intelligenza emotiva.
– Il modello di Reuven Bar-on che dà importanza al tasso di intelligenza emotiva a livello sociale. Questo concetto si riferisce alla capacità, alla destrezza e alla possibilità di una persona di affrontare le provocazioni sociali più come ingrediente della propria personalità e meno come fonte di conoscenza.
In seguito presento l’applicazione pratica dell’intelligenza emotiva. Più precisamente analizzo l’applicazione dell’intelligenza emotiva.
– Nell’educazione: il modo con cui influenza lo sviluppo dei ragazzi e come interagiscono i diversi stili dei genitori. Si fa riferimento al bullismo nelle scuole e a tutti i metodi che vanno applicati per evitare questo fenomeno attraverso lo sviluppo dell’intelligenza emotiva.
– Al lavoro: la differenza tra un capo e un semplice manager.
– Alla salute: ai vari studi svolti che presentano come l’intelligenza emotiva influenzi in modo positivo la salute psichica e anche quella del corpo.
In seguito presento le varie definizioni di empatia e di intelligenza emotiva e le loro comuni caratteristiche dal momento che la prima è parte integrante della seconda. Lo scopo di questo riferimento è quello di evidenziare le caratteristiche della personalità di una persona che fanno parte dell’empatia e come interagiscono con l’intelligenza emotiva.
In seguito viene presentato il messaggio ottimista dei ricercatori (Bradberry e J. Greaves 2006) che non è d’accordo con il punto di vista dominante, cioè che l’intelligenza è innata e si coltiva fino agli anni dell’adolescenza, studi confermano che soprattutto l’intelligenza emotiva si sviluppa durante la maturità.
Alla fine ci sono delle conclusioni che riguardano lo sviluppo dell’intelligenza emotiva e più precisamente c’è un riferimento alla conclusione finale cioè che, anche se l’intelligenza emotiva non è del tutto comprensibile, è evidente che i sentimenti hanno un ruolo importante e che la qualità della vita personale e professionale di una persona sono più importanti rispetto alla misurazione dell’intelligenza celebrale.
1) Lei dice: “Io mica sono romana”, e lui risponde: “No, ma presto lo diventerai” (e non *”la diventerai”).
…Se non sbaglio “lo” sta per “ciò” o “tale”: e cioè “No, ma presto diverrai tale, ciò”, intendendo “romana” e quindi “No, ma presto diventerai romana” (“ciò”, “tale”). Ovviamente, come nell’esempio, anche al femminile usiamo “lo” e non “la”: “No, ma presto lo diventerai” e non, appunto, “No, ma presto la diventerai”. Altro esempio… lei dice: “Voglio diventare un’attrice” e lui risponde: “Cara, un giorno lo diventerai” (e non *la diventerai”). Ultimo esempio con il verbo “essere”: “Non sei ancora perfetta, ma lo sarai” (cioè “… sarai tale, ciò”) e non “..ma la sarai”.
Immagino sia corretto, professoressa
Caro Filippo, è corretto.
Concordanza:
1)”Lui li vuole sgridare”
…”li”, con il significato di “loro”, è un pronome personale usato come complemento oggetto, in posizione proclitica o enclitica, riferita a più persone o cose grammaticalmente di genere maschile. Tuttavia questo non significa affatto che “lui” voglia sgridare un gruppo di persone composto da soli maschi; infatti, in un contesto in cui non sia chiaro il genere (maschile o femminile) di determinate persone, “li” potrebbe riferirsi tanto ad un gruppo di persone formato da soli maschi quanto ad un gruppo di persone formato da maschi e femmine assieme: “Lui li vuole sgridare” potrebbe indicare che “lui” voglia sgridare, ad esempio, “Maria” e “Giuseppe”, ma potrebbe indicare anche che “lui” voglia sgridare, ad esempio, “Mario” e “Carlo”. Invece se dicessi “Lui le vuole sgridare”, allora si tratterebbe soltanto di donne (sia grammaticalmente che come gruppo composto di sole donne).
Penso sia giusto
Caro Luciano, è giusto.