Buon Giorno, care amiche e amici di Intercultura blog, oggi parlerò della Pasqua.
Buona lettura e a presto!
Prof. Valerio Giacalone
Il termine Pasqua, in greco e in latino “pascha”, proviene dall’aramaico: pasha, che corrisponde all’ebraico "pesah", il cui senso generico è “passare oltre”. Il significato effettivo della parola non è del tutto certo. La Pasqua è la festa liturgica più importante per il cristianesimo.
Commercialmente soppiantata dal Natale e da alcune tradizioni pagane più allettanti per la società moderna, la Pasqua rappresenta e celebra i tre momenti fondamentali del cristianesimo: la Passione, la Morte e la Resurrezione di Cristo. Essa si pone come nucleo del patrimonio liturgico e teologico del cristianesimo. La pasqua celebra la resurrezione di Gesù, che, secondo le sacre Scritture, sarebbe avvenuta il terzo giorno successivo alla sua morte in croce.
La festa della Pasqua cristiana non cade in un giorno prestabilito, ma è mobile, viene fissata di anno in anno nella domenica successiva al primo plenilunio successivo all’Equinozio di Primavera (il 21 marzo). Questo sistema venne fissato definitivamente nel IV secolo.
Dunque, nella Chiesa cattolica, la data della Pasqua è compresa tra il 22 marzo ed il 25 aprile.
La chiesa ortodossa segue un altro calendario, il calendario giuliano e quindi la data della Pasqua può variare dal 4 aprile all’8 maggio.
La Pasqua è preceduta da un periodo preparatorio di astinenza e digiuno della durata di quaranta giorni, chiamato Quaresima, che ha inizio il Mercoledì delle Ceneri. L’ultima settimana del tempo di quaresima è detta Settimana Santa, periodo ricco di celebrazioni e dedicato al silenzio ed alla contemplazione. Comincia con la Domenica delle Palme, che ricorda l’ingresso di Gesù in Gerusalemme, dove fu accolto trionfalmente dalla folla che agitava in segno di saluto delle foglie di palma. Per questo motivo nelle chiese cattoliche, durante questa domenica, vengono distribuiti ai fedeli dei rametti di olivo e palme benedette, segno della passione di Cristo.
Gli ultimi giorni della Settimana Santa segnano la fine del tempo di Quaresima e l’inizio del Triduo Pasquale, cioè l’insieme delle celebrazioni cattoliche che concludono la Pasqua. Durante il Giovedì Santo, di mattina si svolge la Messa del Crisma (olio santo profumato), durante la quale il Vescovo consacra, appunto, gli Oli Santi, i quali serviranno durante tutto il corso dell’anno rispettivamente per celebrare le Cresime e i Battesimi, ordinare i sacerdoti e celebrare il sacramento dell’Unzione degli Infermi. Il Giovedì Santo si conclude il tempo di Quaresima, e da inizio al Triduo Pasquale, con la Messa in Coena Domini: questa è il memoriale dell’Ultima Cena consumata da Gesù nella sua vita terrena, nella quale furono istituiti l’Eucarestia e il ministero sacerdotale, e fu consegnato ai discepoli il Comandamento dell’Amore. Durante questa Santa Messa si svolge la tradizionale lavanda dei piedi e vengono ‘legate’ le campane (le campane non possono suonare (dal Gloria della messa del giovedì sera al Gloria della Veglia di Pasqua). In questo giorno è inoltre tradizione, compiere il cosiddetto giro "delle sette chiese" o "sepolcri", andando ad adorare i sepolcri allestiti in sette chiese vicine.
Il Venerdì Santo non si celebra l’Eucarestia: la liturgia è incentrata sull’Adorazione della Croce e la Via Crucis.
Il Sabato Santo, unico giorno dell’anno in cui non si amministra la Comunione, salvo ai moribondi, è incentrato sull’attesa della solenne Veglia di Pasqua che si celebra fra il tramonto del sabato e l’alba del Nuovo Giorno. Inoltre il Sabato Santo è l’unico giorno dell’anno senza alcuna liturgia, ed è perciò detto "aliturgico". Non soltanto non può essere somministrata la Comunione, ma non si celebra nemmeno la Messa e di solito nelle chiese i tabernacoli sono spalancati, e privi del Santissimo. Gli altari sono spogli, senza fiori e paramenti, e un senso di lutto pervade tutta l’area del tempio.
Dal punto di vista dei festeggiamenti, senza considerare la celebrazione religiosa, la Pasqua si festeggia più o meno come il Natale, in famiglia, ma senza i regali. In questa festività esistono tre diversi simboli culinari: l’agnello, che rimanda alla crocifissione di Gesù. Per quanto riguarda i dolci pasquali, la colomba e l’uovo di pasqua sono quelli più famosi. La colomba rappresenta la pace e probabilmente l’uovo con la sorpresa rappresenta la resurreziona e la rinascita. Il giorno dopo la Pasqua è chiamato Lunedì dell’Angelo. In questo giorno si ricorda l’incontro dell’angelo con le donne giunte al sepolcro. Popolarmente si usa maggiormente il termine Pasquetta e vi è la tradizione di fare una gita con gli amici o con i propri familiari, tempo permettendo.
A Pasqua non c’è la "tradizione" di fare i regali come per Natale, ma è sempre molto piacevole ricevere gli auguri dalle persone a cui vogliamo bene!
Dunque auguri a tutti voi!
Esercizio:
Scegli la risposta. Quella corretta diventerà verde.
Signori
Un bellissimo testo. Grazie. Odilson
Gentile Professore e Professoressa –
con interessa ho letto questo sito.Le unsanze sono già le stesse come in Germania.
Dopo l’Eucaristia della Domenica di Pasqua tutti ottiene un uovo di Pasqua come simbola di vita.
Come un regola di Pasqua, c’è un cesto di pasqua pieno di coniglietti di cioccolato e uova colorate dipinta.
Nella uovo inizia vita e la lepre è un maaestro nel fertile.
Pertanto coniglietto e uova sono considerati simboli per la vita.
Un caro saluto di Stoccarda,
Edeltraud
Cara Edeltraud, grazie per il tuo interessante contributo.
A presto
Prof. Anna
Oopppppsss 😉