Carissimo/a, come stai?
Oggi affronterò un argomento di grammatica alquanto spinoso: il congiuntivo. Il congiuntivo è un modo verbale usato soprattutto in frasi dipendenti, per esprimere possibilità, desiderio, timore, dubbio e opinione soggettiva. Molti italiani conoscono poco il congiuntivo e tendono a sostituirlo con il modo indicativo. Come se, utilizzando l’indicativo presente, il loro parere fosse più vero, anche se grammaticalmente non corretto.
Ecco le forme del congiuntivo dei verbi regolari.
Quando le prime tre persone singolari coincidono, è utile esprimere anche il pronome personale.
-are – ere – ire
provare prendere sentire
che io provi prenda senta
che tu provi prenda senta
che lui/lei provi prenda senta
che noi proviamo prendiamo sentiamo
che voi proviate prendiate sentiate
che loro provino prendano sentano
Il congiuntivo si usa nelle frasi subordinate, dipendenti da verbi che esprimono:
– opinione, per esempio “credere”, “pensare”, “immaginare”:
Penso che tu sia molto intelligente
– speranza, per esempio “sperare”, “aspettarsi”:
Mi aspetto che voi veniate a cena da me stasera
–desiderio, per esempio “volere”, “preferire”:
Preferisco che vada tu, io sono molto stanco
– dubbio, per esempio “dubitare”
Dubito che lui possa essere puntuale
– emozione, per esempio “aver paura”, “essere contento”
Ho paura che la benzina costi sempre di più
Il congiuntivo si usa, poi, con alcune locuzioni o verbi impersonali:
È meglio che
È meglio che tu vada
È facile che
È facile che lui vinca se gioca così
È difficile che
È difficile che lui mi dia dei soldi se vince
È necessario che
È necessario che tutti siano più generosi
È inutile che
È inutile che tu suoni, qui non c’è nessuno
È possibile che
È possibile che tu vinca la gara
È impossibile che
È impossibile che tu perda se gareggi da solo
Non è giusto/ non è sicuro / non è detto che
Non è sicuro che lui venga direttamente qui
Può darsi che
Può darsi che lui prenda l’aereo delle nove
Sembra che
Sembra che lei sia veramente felice con lui
Si dice che
Si dice che loro abbiano il desiderio di vivere a Milano
Peccato che
Peccato che tu debba andare via proprio ora
Si usa il congiuntivo in proposizioni subordinate finali, concessive e condizionali, introdotte da congiunzioni come:
Benché / sebbene / nonostante che
Benché io sia stanca, vengo lo stesso
A meno che
A meno che tu vada a lavorare domani mattina, non hai fatto niente in questi giorni
A patto che / purché
Vengo, a patto che voi mi compriate il biglietto
Senza che
Sono usciti senza che abbiano chiesto il permesso
Prima che
Prima che tu dica qualcosa , faccio entrare Maria
Egregio professore,
È sempre un onore ricevere contributi da chi capisce bene la materia. Lo seguo sempre.
Grazie infinite.
Grazie, Dalva, a nome del prof. Valerio, che tornerà presto a rispondervi.
Saluti, Giovanni Enriques, Zanichelli
grazie professore,
Queste cose ci aiutano tanto, per imparare ancora di piu la lingua.
Grazie mille.
Salve professore,
la frase 4 è corretta in grammatica, ma risulta scorretta nel complesso?
Caro Daniele,
nella frase 4 il congiuntivo era corretto.
Ma vi era un errore di battitura che adesso abbiamo sistemato.
Grazie della segnalazione.
A presto,
Giovanni Enriques
Zanichelli editore
Nella frase n. 4 avrei scritto:
A meno che tu NON vada a comprare qualcosa, non abbiamo nulla da mangiare.
Avrei aggiunto, cioè, il pleonastico non (a mio avviso d’obbligo dopo “a meno che + sogg + predicato verbale).
Sbaglio io?
Jacqueline
Cara Jacqueline,
grazie del commento molto pertinente.
Non sbagli: si usa anche “a meno che non”.
Però l’utilizzo del “non” pleonastico dopo “a meno che”, certamente molto frequente, non è obbligatorio.
In pratica, “a meno che” e “a meno che non” sono entrambi corretti e hanno lo stesso significato: “a meno che tu vada” e “a meno che tu non vada” vogliono dire la stessa cosa.
A presto
Giovanni Enriques
Zanichelli editore
PER FAVORE COME SO LA RISPOSTA CORETTA
Ciao Maryur
La risposta giusta diventa verde. Se invece vuoi sapere la risposta giusta di quelle sbagliate dimmi quale ti interessa.
Per esempio, la seconda è: “ci conviene uscire prima che piova”!
Un caro saluto
Prof. Valerio 🙂
Buon giorno, prof
la mia lingua madre e´lo slovacco nella quale non esiste l´equivalente al congiuntivo. Percio´ e´ necessaria la sensibilita´ nell´esprimersi. Mi intereserebbe anche la concordanza dei tempi del congiuntivo. Grazie mille per il sito utile di cui diventero´ la visitatrice regolare.
Auguri
Cara Jarah,
intanto complimenti per l’ottimo italiano scritto.
Il congiuntivo è il modo verbale che esprime desiderio o incertezza. E’ considerato difficile anche dagli italiani, che spesso lo sostituiscono con l’indicativo nella lingua parlata.
Nelle frasi principali, il congiuntivo esprime un augurio: “sia lodato il Signore”
oppure un dubbio: “che abbia perso il treno?”
oppure un’esortazione: “entri pure”, “vada via di qui”
Importante è l’utilizzo del congiuntivo nelle frasi secondarie che esprimono un fine, un dubbio, un’impressione personale, una domanda. Per esempio:
“dobbiamo sbrigarci affinché tutto sia pronto”
“mi sembra che abbiate esagerato”
“non sapevo chi avesse fatto il lavoro”
eccetera
La concordanza dei tempi con la principale avviene secondo questo schema:
Tempo della principale: presente
Rapporto temporale: anteriorità
Tempo del congiuntivo: passato
Esempio: “credo che abbiano finito ieri”
Tempo della principale: presente
Rapporto temporale: contemporaneità e posteriorità
Tempo del congiuntivo: presente
Esempio: “credo che finiscano oggi”, “credo che finiscano domani”
Tempo della principale: passato
Rapporto temporale: anteriorità
Tempo del congiuntivo: trapassato
Esempio: “credevo che avessero finito il giorno prima”
Tempo della principale: passato
Rapporto temporale: contemporaneità
Tempo del congiuntivo: imperfetto
Esempio: “credevo che finissero in quel giorno”
Cordiali saluti,
Giovanni Enriques
Zanichelli editore
Grazie admin,
la risposta e´ chiara, si capisce e chiarisce cio´ che ho studiato recentemente. Lo so, usando e leggendo tanto “entra sotto pelle”. Le sue parole d´approvazione sono per me una spinta per andare avanti e comprendere meglio questa lingua canora.
Grazie infinite di questa pagina. Per noi studenti di lingua italiana all’estero è un prezioso aiuto per capire, correggere e andare avanti nell’apprendimento dell’italiano
Grazie ancora e a rileggerci presto.
Emilia
Grazie a te Emilia
che contribuisci con il tuo commento a dare vita al blog. Niente è più gratificante che essere apprezzati per quello che si fa!
Buon lavoro e a rileggerci presto! 🙂
Prof Valerio
Buonasera,
La seguente frase: “Chiunque avesse smarrito un telefonino, contattasse il sottoscritto”,suonerebbe meglio usando tempi diversi del congiuntivo. Ciononostante è molto usata nel linguaggio comune. Si pùò dire con certezza che sia errata?
Caro Dario,
la frase che Lei riporta è errata.
Il significato infatti è:
“Chi ha perso il telefonino deve contattare il sottoscritto”
Quindi il senso del verbo è esortativo e si esprime con il congiuntivo presente. E’ corretto:
“Chi avesse perso il telefonino contatti il sottoscritto”
Il congiuntivo imperfetto esprime nella frase principale desiderio o dubbio, quindi non è corretto in quella frase.
Cordiali saluti
Giovanni Enriques
Zanichelli editore
Credo che l’esempio su senza che sia sbagliato.
Senza che
Sono usciti senza che abbiano chiesto il permesso.
Secondo me deve essere ES: Sono usciti senza aver chiesto il permesso. Perché il soggetto è sempre la terza persona del plurale loro quindi bisogna utilizzare qui l’infinito passato. Invece avremmo potuto dire ES: Sono usciti senza che lui ci faccia caso. Quando il soggetto è differente. Grazie. Un Egiziano innamorato della grammatica italiana.
Avrei una domanda riguardo l’uso del congiuntivo; l’espressione “non è vero che” richiede l’uso del congiuntivo o l’indicativo? Ovvero, dipende dal contesto la scelta del modo?
Caro Humberto, l’espressione “è vero che” non richiede l’uso del congiuntivo ma dell’indicativo, la scelta del modo dipende da cosa vogliamo esprimere, ma ci sono alcuni verbi che richiedono l’uso del congiuntivo come: sperare; credere; volere ecc.
A presto
Prof. Anna
Cara Prof. Anna, mi chiedevo se l’aggiunta del “non” facesse alcuna differenza. La ringrazio per il suo aiuto.
Saluti dal Texas!
Humberto
Caro Humberto, l’aggiunta del “non” non fa alcuna differenza.
Un saluto a te e al Texas!
A presto
Prof. Anna
Salve a tutto il blog!
Vorrei togliermi definitivamente un dubbio riguardante l’utilizzo del congiuntivo con i verbi del tipo credere/pensare. Spesso e volentieri sento dire la frase “Penso che verrà”: è una frase corretta, anche se il verbo è al futuro dell’indicativo? oppure si dovrebbe dire “Penso che venga”?
Grazie anticipatamente per la risposta chiarificatrice…
Cara Federica, nella frase “penso che verrà” c’è un indicativo presente seguito da un indicativo futuro, dunque se vogliamo esprimere nella subordinata il tempo futuro (penso adesso che verrà in futuro) è corretto usare l’indicativo futuro, mentre nella frase “penso che venga” il tempo che è espresso sia nella principale che nella subordinata è il presente. Entrambe le frasi sono corrette, dipende da quello che si vuole esprimere.
A presto
Prof. Anna
Cari Professori: sono contenta di trovare questa pagina, molto utile per noi che non siamo italiani e che ci piace la lingua.Sono di una provincia della Repubblica Argentina (Corrientes), abbastanza lontana d`Italia, che mi piacerebbe conoscere sono innamorata del Bel Paese. Mi pare interessante gli esercizi del congiuntivo, però c“e un dubbio riguardo alla parola voler bene, si usa il congiuntivo? Tante grazie,e a presto
Cara Maria Adelina, non ho capito bene la tua domanda, prova a farmi un esempio.
A presto
Prof. Anna
Caro professore,
scusi il gioco di parole, ma ho un dubbio:
“Non c’è dubbio che” regge in congiuntivo o l’indicativo?
Tante grazie e a presto
Caro Pietro, dopo “non c’è dubbio che” ci vuole il congiuntivo, per esempio: non c’è dubbio che io vada alla festa stasera.
A presto
Prof. Anna
cara prof.anna vorrei sapere se vuole che regge il congiuntivo o no grazie in pincipio
Caro Abdelmageed, “vuole che” regge il congiuntivo, per esempio: vuole che tu vada a scuola.
A presto
Prof. Anna
cara prof.anna, in italiano e` meglio dire 1) ocorre soprattutto che mangi meno o 2)soprattutto occorre che mangi meno graziemille
Caro Abdelmageed, sono corrette entrambe le frasi che mi proponi.
Un saluto
Prof. Anna
cara prof.Anna vorrei sapere la risposta della domanda seguente.
peccato che questa camicia non (piacerti) ,credevo che (piacerti). grazie mille.
Caro Abdelmageed, dobbiamo usare il congiuntivo: peccato che questa camicia non ti piaccia, credevo che ti piacesse.
A presto
Prof. Anna
cara prof.Anna vorrei sapere come si usa il verbo comprarsi. grazie millle.
Il verbo “comprarsi” significa “comprare per sè” e si usa come un verbo riflessivo: mi sono comprato un paio di scarpe = ho comprato per me un paio di scarpe.
Un saluto
Prof. Anna
cara prof.Anna vorrei sapere se la frase seguente corretta o no.
non mi piace che i bambini diano da mangiare ai piccioni.e come mai si usa il congiuntivo. grazie mille.
Caro Abdelmageed, la frase che mi scrivi è corretta, dopo il verbo “piacere” ci vuole il congiuntivo poichè esprime un sentimento, una sensazione.
Un saluto
Prof. Anna
cara prof.Anaa vorrei sapere se il testo e’ corretto o no.
Il nome piu’ diffuso in italia (e’) giuseppe russo.E come e’ l’italiano-tipo, dunque,l’altezza media (e’) di 174 centimetri,(ha) occhi marroni e capelli castani.In famiglia (ha) esattamente 2,7 persone.L’italiano-tipo (ha o tiene) una casa di proprieta e (si trova) al nord.E le sue abitudini quotidiane, BEH e’ piu difficile essere precisi.pare che (si svegli) tra le 7 e le 7.30 e la colazione la (faccia) a casa.sembra che nel tempo libero(preferisca) andare al cinema o guardare lo sport in TV.una cosa (mi pare) certa, (sia) il maggior risparmiatore in Europa.chi l’avrebbe mai detto .grazie mille
Il testo è quasi completamente corretto tranne: l’italiano tipo ha una casa di proprietà; una cosa mi pare certa: è il maggior risparmiatore in Europa.
A presto
Prof. Anna
Congiuntivo o presente nella fraswe sottostante? Io userei il congiuntivo, ma non saprei spiegare il perchè.
“Ho cercato di far vedere nelle prose esaminate come l’autore oltrepassi (o oltrepassa?) il
limite dell’onirico, come riesca (riesce?) a sviluppare e a continuare il dialogo”
Cara Anna, giustamente tu usi il congiuntivo perchè si tratta di una frase oggettiva introdotta da “come”, si usa il congiuntivo quando la preposizione dipende da verbi indicanti dubbio, incertezza, sentimenti personali.
Un saluto
Prof. Anna
salve prof,
avrei un dubbio in merito a questa frase:
<>
io opterei per la prima.
Cara Rosy, non ho capito la tua domanda, prova a scrivermi di nuovo.
Prof. Anna
Salve Prof. Anna,
nella frase: Si dice che loro abbiano il desiderio di vivere da Milano. Perché si usa la preposizione DA?
Cara Ilga, la frase non è corretta, si dice “che loro abbiano il desiderio di vivere a Milano”.
A presto
Prof. Anna
speravo che tu sii arrivato prima
Cara Mariarca, la frase che scrivi non è corretta, si dice: speravo che tu fossi arrivato prima.
A presto
Prof. Anna
Buonasera Professoressa,
nella frase: “pensi che la polizia accetterebbe la tua versione” l’uso del condizionale indica posteriorita? Grazie in anticipo!
Cara Giorgia, il condizionale presente non indica posteriorità, in questo caso è usato in una frase oggettiva introdotta da pensare: penso che + condizionale.
A presto
Prof. Anna
Buongiorno Professoressa,
la stessa frase (pensi che la polizia accetterebbe la tua versione)potrebbe essere sostituita da:
a)Pensi che la polizia stia accettando la tua versione, oppurre
b)Pensi che la polizia accetti la tua versione, oppurre
c)Pensi che la polizia abbia accettato la tua versione
Grazie tante!!
Buongiorno Giorgia, pare proprio che Lei abbia qualche problema con la polizia…
In generale, dal significato sembra che le frasi che riporta siano interrogative: in questo caso, andrebbero scritte tutte con il punto interrogativo finale.
La differenza tra a), b) e c) è nel tempo in cui si svolge l’azione. “Abbia accettato” indica che ormai l’azione è conclusa nel passato. “Stia accettando” indica che la polizia sta ancora completando l’azione. Infine “accetti” può riferirsi al presente o anche al futuro.
Cordiali saluti, Giovanni Enriques, Zanichelli editore
Gentile signor Enriques,
per fortuna la polizia mi permette di usare l’internet…!!
Lei ha ragione: le frasi sono interrogative. Però, per essere più chiara, la mia domanda riguarda in genere le frasi “penso che”, “credo che” ecc, le quali richiedono il congiuntivo.
Quello che non posso capire è in che senso viene usato il condizionale in questa frase: “pensi che la polizia accetterebbe la tua versione”. La polizia ha accettato o no la versione o non lo sappiamo?
C’è una regola grammaticale? perchè non ne trovo una…
Spero di non diventare stancante o fastidiosa…
Grazie mille!!
Cara Giorgia, entrambe le frasi, cioè con il congiuntivo e con il condizionale, esprimono un dubbio, infatti sono introdotte da “pensare” e non da “sapere”, quindi in entrambi i casi noi non sappiamo “se la polizia ha accettato la tua versione”. Il condizionale si può usare dopo verbi come “credere” o “pensare”, cioè nelle proposizioni oggettive introdotte da verbi che esprimono guidizio, opinione o dubbio.
A presto
Prof. Anna
Nella frase:
“Si fa sempre la concordanza fra soggetto e verbo”
(1) la concordanza è soggetto (2) si fa è il verbo (3) fra soggetto e verbo è il complemento.
Mi chiedo: il “si” del gruppo verbale è un “si” passivante (come penso io) o un “si” impersonale?
E nella frase: “Con gli stracci si fa la carta”?
(La carta = soggetto, si fa = verbo, con gli stracci = complemento).
Grazie tante per la risposta.
Giacomo
Caro Giacomo, nella frase “si fa sempre la concordanza fra soggetto e verbo”, il “si” è passivante, e anche nella frase “con gli stracci si fa la carta” il “si” è passivante.
Un saluto
Prof. Anna
Cara prof.ssa Anna,
anzitutto grazie per la risposta sul “si” passivante.
A questo punto vorrei che mi chiarisse un ulteriore dubbio: nella frase “con gli stracci si fa la carta”, “la carta” è soggetto a parer mio (la carta si fa con gli stracci). (Questo esempio l’ho trovato in una grammatica in uso nella scuola media.) Mi è stato obiettato che il “si” passivante si usa spesso quando il soggetto non viene espresso e che la frase di cui stiamo discutendo ne sarebbe priva. E’ d’accordo?
E, ancora, cosa rispondere a chi sostiene che entrambe le frasi che le ho sottoposto nel messaggio di venerdì 30 marzo contengono un “si” impersonale?
Grazie tante.
Giacomo
Caro Giacomo, nella frase che mi proponi “la carta” è il soggetto; spesso non è semplice distinguere il “si passivante” dal “si impersonale”, ma di solito è quest’ultimo che si usa quando il soggetto è indefinito, infatti il si ‘impersonale’ è così definito perché, usando la particella si con valore di soggetto indefinito, è possibile fare la costruzione impersonale di qualsiasi verbo intransitivo, oppure transitivo attivo (senza oggetto espresso) o passivo, per esempio: “si va?”; qualora la costruzione con il si impersonale riguardi un verbo transitivo con il suo complemento oggetto, esiste anche una ‘variante’ in cui il complemento oggetto diviene soggetto del verbo, che pertanto si accorda con esso: “si fa la carta” o “si mangiano le mele”.
A presto
Prof. Anna
Cara prof.ssa Anna, intanto molte grazie per la risposta così veloce.
Scusa se ti chiedo un ulteriore chiarimento. Posto che “la carta” è soggetto, la frase “con gli stracci si fa la carta” è una chiara illustrazione della sequenza oggetto + verbo + soggetto (a prescindere dalla loro disposizione). Il “si” passivante lo si riconosce perché il gruppo verbale può essere sostituito con “viene fatta / è fatta”, anche in mancanza del complemento di agente (supponiamo “dall’industria manifatturiera”). Quindi, la sequenza di cui parliamo contiene chiaramente un soggetto e non è vero che il “si” passivante si usa spesso quando il soggetto non viene espresso, come mi è stato obiettato. Sono un po’ confuso.
Grazie ancora.
Giacomo
Caro Giacomo, le tue ipotesi sono corrette.
A presto
Prof. Anna
Grazie mille, cara prof.ssa Anna.
Giacomo
Si sente dire in questi giorni: “chi sbaglia paga!”, ma non dovrebbe dirsi: “chi sbaglia paghi!”? O sbaglio io?
Grazie e paghi davvero chi ha sbagliato!
Caro Ugo, la frase “chi sbaglia paga” ha una sfumatura di significato diversa da “chi sbaglia paghi”, usiamo l’indicativo se la frase esprime un dato di fatto; mentre usiamo il congiuntivo se la fase vuole esprimere un azione desiderata o ipotizzabile.
Un saluto
Prof. Anna
Buonasera a tutte e a tutti,
Ho un piccolo dubbio rispetto a questa frase:
“Venissero, si diceva.” (parlando dei nemici)
Puo essere una forma di sfida, un desiderio di “vederli per affrontarli”?
O semplicemente significa “sarebbero venuti”?
Grazie in anticipo
Izno
Caro Izno, in questo caso il congiuntivo imperfetto, usato in una frase indipendente, ha un valore ottattivo, cioè esprime un desiderio o un augurio, per cui la tua ipotesi è esatta.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie mille, professoressa. 🙂
Cara professoressa Anna,
In una frase come questa: “…le botte che raccontavi di gioia”,
l’espressione “raccontare di gioia” puo significare “raccontare con buonumore”?
Grazie anticipatamente
Caro Paul, purtroppo non è facile capire il significato della frase che mi proponi fuori dal suo contesto, in ogni modo “raccontare di gioia” non significa “raccontare con buonumore” che invece potrebbe corrispondere a “raccontare con gioia”; se vuoi puoi inviarmi il periodo da cui la frase è estratta.
Un saluto
Prof. Anna
Cara prof.ssa Anna,
Spero che mi possa scusare per avere usato un thread sbagliato.
Il periodo da cui la frase è estratta è quello: “Ricordava le risse con le botte che raccontavi di gioia.”
Grazie ancora,
(1) La settimana scora non andavo in piscina perché ero malato.
(2) La settimana scorsa non sono andato in piscina perché ero malato.
(3) La settimana scorsa non andavo in piscina perché sono stato malato.
(4) La settimana scorsa non sono andato in piscina perché sono stato malato.
Secondo me, soltanto la frase 2 è corretta (forse anche la 4, ma non ne sono sicuro). Potreste dirmi che cosa non va nelle altre tre frasi? Si tratta di “consecutio temporum” non rispettata?
Grazie.
Giacomo.
Caro Giacomo, la frase 2 è corretta, ma lo è anche la 4. La frase 1 e la 3 non sono corrette perché non usiamo l’imperfetto (non andavo) quando dobbiamo indicare un evento in un momento preciso del passato (la settimana scorsa), ma il passato prossimo (non sono andato), mentre è corretto usarlo per indicare uno stato fisico nel passato (ero malato), ma possiamo usare anche il passato prossimo (sono stato malato), tuttavia è sicuramente meglio usare l’imperfetto (ero malato).
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna,
sempre chiara e tempestiva.
Grazie mille.
Giacomo.
Cara Anna,
sto ripensando alla tua risposta e mi è sorto un altro dubbio.
La frase “La settimana scorsa io e Carla non ci parlavamo perché eravamo arrabbiati” mi sembra corretta (anche qui indichiamo un momento preciso del passato, eppure l’imperfetto mi suona bene).
E ancora: “La settimana scorsa non ci vedevamo tutti i giorni perché lavoravamo in uffici diversi”.
A volte la lingua italiana è complessa.
Mi puoi aiutare?
Grazie ancora.
Giacomo.
Caro Giacomo, in effetti a volte la scelta tra imperfetto e passato prossimo non è semplice, in questo caso l’imperfetto va bene perché l’azione del “non parlare” è considerata nella sua durata, nel suo svolgimento, è un’azione prolungata; questo vale anche per la seconda frase, bisogna dire però che anche il passato prossimo non sarebbe scorretto in entrambe le frasi.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie, prof.
Un caro saluto.
Giacomo
Salve,
vorrei sapere quali delle due opzioni per ciascuna delle tre frasi che seguono è quella corretta, e il motivo per il quale lo è. Il dubbio riguarda il verbo “segnalare”.
1) Si segnalano l’avaria del motore principale e l’accensione della spia dell’acqua;
1) Si segnala l’avaria del motore principale e l’accensione della spia dell’acqua.
2) Si segnalano un morto e un ferito;
2) Si segnala un morto e un ferito.
3) Si segnalano un ciclo d’incontri sul tema dell’adolescenza rivolta ai genitori, insegnanti ed educatori educatori.
3bis) Si segnala un ciclo d’incontri sul tema dell’adolescenza, rivolta a genitori, insegnanti ed educatori
Grazie per l’eventuale risposta.
Caro Doxos, le frasi corrette sono quelle con il verbo “segnalare” coniugato alla terza persona plurale: “si segnalano”, in quanto ci sono più soggetti, per esempio, nella frase 2: “un morto e un ferito” sono i soggetti della frase e quindi i verbo dovrà essere al plurale; questa costruzione con il “si” passivante ha un valore passivo e sarebbe come dire: “un morto e un ferito vengono segnalati”.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie mille, Prof. Anna. 🙂
Salve,
ho un dubbio, si può scrivere la seguente frase: “non ho ricevuto alcuna lettera che attesti l’avvenuto pagamento” oppure è piu’corretto scrivere:”che attesta….”.
Grazie
Caro Andrea, la frase che mi scrvi è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
mi piace la lingua italiano ma non sappia parlare meglio anche come usano i verbi in modo diverso
e meglio conoscere di l’altri lingua
Salve Prof…. E’ corretto dire “Le mie scuse erano per il fatto che tu ti sia sentita offesa” oppure “Le mie scuse erano per il fatto che tu ti sei sentita offesa?”
Caro De, la frase corretta è la seconda che mi scrivi.
Un saluto
Prof. Anna
Buonasera, ho un dubbio sull’ uso del congiuntivo con i verbi impersonali che indicano la meteo. Per esempio ‘A Natale mio figlio spera che nevichi’ ma si puó anche dire ‘che nevica’ al presente? E ‘che nevicherá’ al futuro? Qual’ é la regola?
Grazie fin d’ ora, cordiali saluti, Gabriella
Cara Gabriella, la regola è che dopo i verbi che esprimono un sentimento (sperare, temere, essere contento, ecc.) ci vuole il congiuntivo, quindi: mio figlio spera che nevichi a Natale.
Un saluto
Prof. Anna
buona sera, ci conviene uscire prima che piove, voldire vero
Cara Mariana, dopo l’espressione “prima che” ci vuole il congiuntivo: ci conviene uscire prima che piova.
A presto
Prof. Anna
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Buongiorno, il problema è il congiuntivo in costrutti tipo “Pensavo che…” Esempio: “Pensavo che chi avesse di più dovesse dare di più” oppure “Pensavo che chi si drogava fosse coraggioso”. Sono entrambe corrette al passato il chi (o coloro che o quelli che) necessita SOLO del congiuntivo. Qual’è la sfumatura, se c’è? Grazie.
Cara Miriam, dobbiamo mettere al congiuntivo il verbo retto da “pensavo che”, quindi “pensavo che fosse coraggioso” è corretto, ma in questo caso la frase introdotta da “chi” non necessita del congiuntivo, in quanto non è retta da “pensavo che”, quindi: pensavo che chi si droga (o drogava) fosse coraggioso; pensavo che chi ha ( o aveva) di più dovesse dare di più.
Un saluto
Prof. Anna
Buongiorno, è corretta la frase “Pensavo che, tra quelli che avessero preso l’autobus in ritardo, ci fosse anche lui” perché a me verrebbe da dire “Pensavo che ci fosse anche lui tra quelli che avessero preso l’autobus in ritardo” oppure “Pensavo che fosse tra quelli che avessero vinto al lotto”. Grazie dell’aiuto, mi sto scervellando.
Cara Claudia, nelle frasi che mi scrivi c’è lo stesso errore, ovvero nella frase “tra quelli che avessero preso l’autobus” non è necessario il congiuntivo, quindi: pensavo che ci fosse anche lui tra quelli che hanno preso l’autobus – tra quelli hanno vinto al lotto.
Un saluto
Prof. Anna
La ringrazio per le esurienti risposte e approfitto per sottoporLe altri due quesiti perché è l’incastro delle frasi che rende così difficile l’italiano. 1) Una frase del tipo “Penso che si chiami Maria la ragazza a cui tuo fratello abbia/ha dato il tuo anello” e magari al passato, cambiando complemento, “Pensavo che fosse Maria la ragazza che tuo fratello avesse/aveva accompagnato a casa” coma va costruta? io sarei per il congiuntivo in tutti e due i casi però non sono sicura.
Cara Claudia, le frasi relative, introdotte da che (pronome relativo e non congiunzione), a cui, in cui, di cui ecc., non vogliono il congiuntivo, quindi va bene l’indicativo: “Penso che si chiami Maria la ragazza a cui tuo fratello ha dato il tuo anello” e “Pensavo che fosse Maria la ragazza che tuo fratello aveva accompagnato a casa”.
A presto
Prof. Anna
2)quesito. La frase “Sono tante le persone che hanno due macchine” come diventa col non iniziale: “Non sono tante le persone che abbiano due auto” o “Non sono tante le persone che hanno due auto”? E con un verbo di percezione? “Penso che siano tante le persone che abbiano due auto” o “Penso che siano tante le persone che hanno due auto”? Anche qui a me bussa sempre il congiuntivo, dappertutto. Grazie mille.
Cara Claudia, anche in questo caso abbiamo frasi introdotte dal pronome relativo “che” e quindi non serve il congiuntivo: “Non sono tante le persone che hanno due auto”; “Penso che siano tante le persone che hanno due auto”.
Un saluto
Prof. Anna
(E’ vero che non mi ha ancora risposto, né so se lo farà, ma …. nel caso in cui lo faccia vorrei non essere impreparata).
Vorrei sapere se il tempo verbale “faccia” è corretto. Nel caso in cui non sia esatto potete suggerirmi quale usare? grazie Miriam
Cara Miriam, il congiuntivo in questo caso è corretto, quindi “faccia” va bene.
A presto
Prof. Anna
Salve, ennesimo dubbio: la frase “E’ uno che finge” come diventa nelle forme “Non è uno che ….” e “Credo che sia uno che ….”/”Credo che sia uno che non ….”? Grazie Prof, mi sta salvando.
Cara Miriam, “non è uno che finge” è corretto; oppure “credo che sia uno che finge” e credo che sia uno che non finge”.
Un saluto
Prof. Anna
Va bene anche “E’ una persona che si accontenta”, forse è più facile
Cara Miriam, la frase che mi scrivi è corretta, ma ha un significato diverso dalla frase “è uno che finge”.
Prof. Anna
Anche il caso di “Credo che non sia una persona che …” Madonna, come è difficile l’italiano!
Cara Miriam, la frase corretta è: “credo che non sia una persona che si accontenta”.
A presto
Prof. Anna
In che senso ha un significato diverso da quella “E’ uno che finge”? Mi spiego: la frase “ci sono persone che hanno” diventa “Credo che ci siano persone che abbiano” allora perché “Sono persone che hanno” non diventa “Credo che siano persone che abbiano”? “E’ una persona che/sono persone che” penso che sia lo stesso.
Cara Miriam, mi riferivo al significato, non alla forma, gli esempi che mi scrivi sono corretti.
Prof. Anna
scusi se ci torno ma vorrei essere sicura di aver capito bene perché sbaglio molto spesso questo tipo di frase. Allora, ricapitoliamo: 1) “E’ una persona che si accontenta” diventa “Non è una persona che si accontenta”, “Credo che sia una persona che si accontenta”, “Credo che sia una persona che non si accontenta”. 2)”Ci sono persone che si accontentano” diventa invece “Non ci sono persone che si accontentino”, “Credo che ci siano persone che si accontentino”, “Credo che non ci siano persone che si accontentino”, giusto? Praticamente nel primo blocco l’indicativo resta, nel secondo si trasforma.
Cara Miriam, le frasi che mi scrivi hanno la stessa struttura e quindi si costruiscono allo stesso modo: il congiuntivo è necessario nella frase retta dal verbo “credere”, mentre la frase relativa che segue (introdotta da che) non vuole il congiuntivo, quindi sono corrette le frasi: “credo (= verbo che regge il congiuntivo) che sia una persona (= frase dipendente da un verbo che vuole il congiuntivo) che si accontenta (frase relativa che non dipende da “credere” e quindi non necessita del congiuntivo)” ; “credo che ci siano persone che si accontentano”; “credo che non ci siano persone che si accontentano”; mentre non vuole il congiuntivo, ma l’indicativo, la frase “non ci sono persone che si accontentano” che infatti è uguale a “ci sono persone che si accontentano”. Spero di aver chiarito i tuoi dubbi.
A presto
Prof. Anna
“Non c’è nessuno che” regge il congiuntivo? è sbagliato usare anche l’indicativo?
queste frasi sono corrette?
1 Non c’è nessuno che impara l’italiano con me.
2 Non c’è nessuno che impari l’italiano con me.
3 Non c’è nessuno con cui possa imparare l’italiano.
4 Non c’è nessuno con cui posso imparare l’italiano.
grazie
Cara Vittoria, in generale nelle fasi introdotte da un “che relativo” (e anche preposizione + cui: in cui, per cui, con cui ecc.) il congiuntivo non si usa, quando però hanno un valore condizionale, limitativo, consecutivo e perfino finale vogliono il congiuntivo: il soggetto pone delle condizioni o delle limitazioni rispetto a quello che desidera, in entrambe le frasi (2-4) si esprime un desiderio, una richiesta e quindi l’uso del congiuntivo è corretto.
A presto
Prof. Anna
Allora sbaglio anche un’altra cosa! mamma mia, che confusione.
Io dicevo pure “Credo che conosca ragazze che facciano volontariato! Allora si dice “Credo che conosca ragazze che fanno volontariato”. Qual’è la forma corretta? Grazie mille, mi sta facendo riflettere.
Cara Miriam, la forma corretta è “credo che conosca ragazze che fanno volontariato”..
Un saluto
Prof. Anna
Vittoria ha colto nel segno perché è la confusione che ha lei è la stessa che ho io. A me viene da dire SBAGLIANDO “Credo che conosca ragazze che facciano volontariato” perché se attribuisco alla relativa “Conosce ragazze che fanno volontariato” il congiuntivo la sento come rispondente al concetto di limitazione/requisito. Allora la domanda la pongo così: le frasi “Conosce ragazze che fanno volontariato” e “Conosce ragazze che facciano volontariato” possono esistere come evento reale la prima, limitazione/ requisito la seconda?
Cara Miriam, l’uso del congiuntivo nelle frasi relative attribuisce una sfumatura eventuale, quindi è corretto sia l’uso dell’indicativo sia del congiuntivo, dipende dalla coloritura che vuoi dare alla frase.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie, mi scusi ma non mi è del tutto chiaro:
il desiderio sarebbe “che impari l’italiano con me”? prima c’è una limitazione data dal “non c’è nessuno” ? Ho capito bene?
Io però davo alla frase un significato diverso, vedo che non c’è nessuno per cui non posso imparare l’italiano (in questo caso ho usato l’indicativo ma allora sto sbagliando? non capisco…)
Cara Vittoria, l’uso del congiuntivo nelle frasi relative attribuisce una sfumatura eventuale; quindi “non c’è nessuno con cui io possa (eventualmente) imparare l’italiano?”; puoi usare anche l’indicativo, non è scorretto, ma la frase assume una sfumatura diversa.
A presto
Prof. Anna
Infatti, questo è il problema. Parlando con Lei e grazie a Vittoria ci sono arrivata: immaginiamo queste due frasi “Non ho una penna che funzioni” e “Conosco ragazze che fanno volontariato”. La prima esprime limitazione/requisito e quindi il congiuntivo va e andrebbe sempre anche al positivo ma la seconda come può essere trasformata mantenendo il concetto di evento reale con persona determinata? Se ci metto la negazione io la associo sempre alla penna che non ho, non riesco a sentire l’evento reale come invece, ora l’ho capito, c’è invece in “Non mi sembra che sia una persona che soffre”.
Io ho sempre sentito dire Credo che siano persone che abbiano studiato come se la percezione sul soggetto si trasferisse al che relativo.
Ho sbagliato, credo che ci siano persone che abbiano studiato ho sentito. E’ possibile?
Caro Paolo, di norma la relativa vuole l’indicativo, nel periodo che mi proproni giustamente c’è il congiuntivo nella frase retta da “credo” cioè: “che ci siano”, quindi in teoria non abbiamo bisogno di un altro congiuntivo, ma l’uso del congiuntivo nelle frasi relative attribuisce alla frase una sfumatura eventuale, quindi è corretto sia l’uso dell’indicativo sia del congiuntivo, dipende dalla coloritura che vuoi dare alla frase.
A presto
Prof. Anna
La frase: Non credo che mia sorella sarebbe d’accordo con te. Non ci dovrebbe esserci ..fosse d’accordo con te ????
Cara Helena, la frase è corretta, si tratta di una preposizione oggettiva, questo tipo di preposizioni sono introdotte da “che” e hano il verbo al modo indicativo, congiuntivo e condizionale.
Un saluto
Prof. Anna
Che differenza c’è tra Non ho amici che lavorano in banca e Non ho amici che lavorino in banca? Teoricamente il non precede una relativa e la relativa può esprimere evento reale o limitazione, requisito etc etc. Quando la relativa è semplice è più facile capire ma quando c’è il non meno. Se io volessi dire che tra i mie amici non ci sono dipendenti di banca quale frase dovrei scegliere?
Caro Aldo, sono corrette entrambe le frasi, sta a te scegliere quale sfumatura vuoi dare alla frase.
Un saluto
Prof. Anna
Lei ha parlato di sfumatura ma non mi ha detto quale sia quella che che ciascuna esprime e quindi il senso di ciascuna frase. Ho sempre ritenuto Non ho amici che lavorano in banca sbagliato perché abituato al congiuntivo però lo sento dire spesso e quindi lo chiedo di nuovo: se io volessi dire che tra i mie amici non ci sono dipendenti di banca quale frase delle due dovrei scegliere?
Caro Aldo, il congiuntivo attribuisce alla frase una sfumatura eventuale, ma in questo caso, se vuoi dire che tra i tuoi amici non ci sono dipendenti di banca, puoi usare semplicemente l’indicativo: non ho amici che lavorano in banca.
A prsto
Prof. Anna
Io avevo sempre ragionato così: cioè che, riferendomi a quelli, tra i miei amici, che lavoravano in banca, esercitassi una forma di limitazione indicandoli esattamente come fa chi domanda “Hai amici che lavorino in banca”? In questo senso potrei usare il congiuntivo anche nella risposta?
Caro Aldo, in questo caso puoi rispondere anche con il congiuntivo se la risposta è negativa: “no, non amici che lavorino in banca”.
A presto
Prof. Anna
Nella risposta sia positiva che negativa anche se per quanto riguarda la positiva penso anche io più ad un evento reale con persone determinate quindi all’indicativo.
Gentile Professoressa, ho notato che spesso, anche in testi scritti da docenti universitari, dopo la locuzione “è indubbio che” è usato il congiuntivo. Posto che tale locuzione, pur essendo impersonale, esprime certezza, a mio avviso richiede l’indicativo.
Grato di un Suo parere, La saluto cordialmente.
Dario
Caro Dario, in questo caso non tutti i grammatici sono d’accordo, per alcuni, poiché esprime certezza, va usato l’indicativo; per altri dopo “indubbio” e “dubitare negato” possiamo trovare il congiuntivo, nonostante la funzione affermativa; per altri ancora una soggettiva con reggenza aggettivale richiede il congiuntivo. Comunque, come per le oggettive, l’alternanza tra l’indicativo e il congiuntivo non è rigida e dipende anche dal livello di lingua, oltre che dal tipo di reggenza.
Un saluto
Prof. Anna
È corretto dire “Spero che i Maya avessero ragione”, nel senso di augurarsi che i Maya abbiano azzeccato la previsione sulla fine del mondo? Cioè, come si concorda l’indicativo presente col congiuntivo della proposizione dipendente quanto non esiste contemporaneità? La ringrazio anticipatamente della risposta che vorrà gentilmente darmi.
Caro Franco, ti consiglio di leggere gli articoli: “la concordanza dei tempi con il congiuntivo 1” e “la concordanza dei tempi con il congiuntivo 2”, se poi hai ancora dei dubbi, non esitare a scrivermi.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile Professoressa, La ringrazio per la Sua risposta. Ora comprendo perché anche dopo “evidente” alcuni autori usano l’indicativo ed altri il congiuntivo.
Lei che modo userebbe in uno scritto?
Cordiali saluti.
Dario
Caro Dario, dopo l’espressione “è evidente che” oppure “è chiaro che” ci vuole l’indicativo.
A presto
Prof. Anna
Gentile Professoressa, riguardo al modo da usare dopo “è indubbio che”, gradirei sapere a quale tesi Lei aderisce tra quelle citate nella Sua risposta del 29.10.2012.
Cordiali saluti.
Dario
Caro Dario, premesso che non sono una linguista, personalmente dopo “è indubbio” uso il congiuntivo.
A presto
Prof. Anna
Buongiorno, avrei bisogno di un’illuminazione, in quanto raccontando ad una persona un colloquio avuto con una terza mi sono ritrovata “naturalmente” a dire:
“è proprio come se, in quell’occasione, mi abbia detto……”
Risulta essere drammaticamente sbagliato?
Cara lettrice, la frase corretta sarebbe: “è proprio come se mi avesse detto”; dopo “come se” bisogna usare o il congiuntivo imperfetto o il congiuntivo trapassato.
A presto
Prof. Anna
Nel caso dell’articolo “la” la differenza di SENSO e quindi di MODO è evidente. Esempi: “Penso che Maria SIA la ragazza che HA etc” e “Penso che Maria SIA l’unica ragazza che ABBIA etc” ma nel caso dell’indeterminativo “un” come si fa? Esempi possibili: “Penso che SIA una ragazza che ha/che abbia conosciuto in discoteca” e “Penso che Maria SIA una ragazza che gli interessi/che gli interessa.” Mi può aiutare a formulare questi esempi ma anche altri se ce ne sono di più adatti (ma sempre col verbo essere, mi raccomando) in modo da rendere l’evento reale e il concetto di limitazione/requisito se si può perché ho difficoltà. Grazie.
Caro Davide, la frase che vuole il congiuntivo è quella retta dal verbo “pensare”, mentre la frase che segue, introdotta sempre da “che” (ma un “che” relativo), è una relativa, che non dipende direttamente dalla principale “penso”, quindi il congiuntivo non è necessario.
A presto
Prof. Anna
Anche “Mi sembra che sia una ragazza che abbia un grande carisma/che ha un grande carisma”. Io ho spesso sentito dire “abbia”, può essere giusto? Però se dico “abbia”, voglio sottintendere “rispetto agli altri” mettendoci un po’ di limitazione, cosa che non ci sarebbe invece nella frase “Mi sembra che sia un treno che si muove”, giusto?
Caro Aldo, personalmente non userei il congiuntivo, lo abbiamo già usato nella frase precedente e in questo caso non mi sembra che sia necessario.
A presto
Prof. Anna
sento spesso dire mi sembra che ci siano persone che se ne approfittino. oppure: mi sembra che ci sia qualcuno che sparli di te. E’ giusto?
Cara Miriam, l’uso del congiuntivo in questi casi (che se ne approfittino; che sparli di te) può dipendere dalla volontà di dare a questa frase una sfumatura di eventualità o limitazione, ma si può usare anche l’indicativo.
A presto
Prof. Anna
6. Senza che tu gli dici niente, fai un regalo a tuo fratello. phone directory
Sarà contento!
Perché non il congiuntivo?
Jenny
Cara Jennifer, infatti nell’esercizio la frase è falsa, quindi ci vuole il congiuntivo.
A presto
Prof. Anna
Quindi, se non ho capito male, anche in frasi del tipo “Mi sembra che ci siano persone che etc etc” va l’indicativo a meno che non ci sia una sfumatura di limitazione, di eventualità ma perché, specialmente al passato, l’indicativo suona meno bene? Cioè, la frase “mi sembrava che ci fossero persone che avevano sparlato di te” non è meno armoniosa di “mi sembrava che ci fossero persone che avessero sparlato di te”‘? Oppure “pensavo che fosse qualcuno che lavorasse lì” in luogo di “Pensavo che fosse qualcuno che lavorava lì”? Spesso è il cambio al passato che mi confonde anche perché lo sento spesso
Buongiorno Professore,
Grazie mille al vostro blog, e’ molto utile e a me piace molto.
Buona giornata.
Chommica
Buongiorno. Si può dire: “io so che cosa intende” riferendomi al discorso di una persona che ha appena parlato e di cui condivido il pensiero o bisogna dire “io so che cosa intenda”?
Grazie.
Cara Margherita, la frase “io so cosa intenda” non è corretta, il congiuntivo in questo caso non è necessario, lo usiamo infatti con i verbi che esprimono un dubbio (credo, penso, ecc.) e quindi non con “sapere” che indica una certezza; se invece il verbo “sapere” è preceduto da una negazione useremo il congiuntivo: “non so che cosa intenda” perché appunto esprime un dubbio; quindi la frase corretta è “so che cosa intende”.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie della cortese risposta e della spiegazione!
Buongiorno professore, si può scrivere: non sapevo che le sculture, di cui mi hai parlato, sono Mantova.
Grazie
Buongiorno professore, si può scrivere: non sapevo che le sculture, di cui mi hai parlato, sono a Mantova.
Grazie
Cara Marta, il periodo: “non sapevo che le sculture, di cui mi hai parlato, sono a Mantova” è corretto.
A presto
Prof. Anna
Grazie della sollecita risposta. Buon anno
Salve a tutti
si può dire: Che il 2013 sia l’anno che vogliate?
Cara Chiara, è meglio dire: “che sia l’anno che volete”.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile Professoressa Anna,
la ringrazio per il suo prezioso apporto culturale e le invio i migliori auguri di buon anno.
Dario
Gentile Professora Anna,
Buon Anno 2013!
La ringrazio per quello sta facendo sullo studio dell’Italiano.
La volta scorsa, le ho fatto una domanda sull’uso dei verbi: essere e stare. Purtroppo quando mi aveva risposto, mi aveva chiesto di leggere la lezione sui verbi. Le vorrei dire che dopo di aver letto quello mi aveva consigliato, l’uso di questi due verbi non sembra chiaro finora. La differenza tra essere e stare mi sembra complicata in Italiano. Percio, vorrei che mi potesse spiegare piu o meno questa differenza per favore. All’infuori dell’Italiano, parlo lo Spagnolo e il Portoghese; in queste due lingue ci sono essere e stare pero la differenza e piu chiara.
Cara Marin, il verbo “stare” può significare: trattenersi in un luogo (staremo un anno in Italia); trovarsi in una determinata condizione con riferimento allo stato di vita o di salute, in questo caso è spesso seguito da un avverbio (stare bene, stare male) oppure in riferimento a un luogo (stare a casa, stare a tavola); il verbo “essere” può essere spesso seguito da un aggettivo (sono stanco, sono felice) e non da un avverbio; anche il verbo “essere” si usa per indicare il fatto che ci si trova in una determinata condizione o luogo (sono malato; sono a casa). A volte può essere complicato distinguere il significato dei due verbi, per esempio: “sono a casa” significa semplicemente che in quel momento mi trovo a casa, mentre “sto a casa” significa che mi trattengo in questo luogo per un tempo prolungato, anche il fatto che i due verbi abbiano lo stesso passato prossimo (sono stato) può confondere. Spero di aver chiarito il tuo dubbio, se hai difficoltà con determinate frasi o espressioni che contengono questi verbi, non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
Gentile prof,
ho un dubbio riguardo la seguente costruzione:
“Non ho mai vissuto in Spagna, ma desidero provare questa esperienza con un uomo che avesse cura di guidarmi.”
Il mio dubbio consiste in quel “avesse”, che mi verrebbe da sostituire con un “abbia”.
Lei cosa suggerisce?
La ringrazio anticipatamente per la sua disponibilità!
Caro Davide, la tua supposizione è corretta, meglio il congiuntivo presente, quindi: “abbia”.
Un saluto
Prof. Anna
Ho un dubbio: si dice “Pensavo che fosse il vestito che le stesse meglio” o “Pensavo che fosse il vestito che le stava meglio”? oppure “Pensavo che fosse quello che lo conoscesse di più” o “che lo conosceva di più”? Mi verrebbe sa usare in entrambi il congiuntivo ma non sono convinta.
Cara Maria Paola, in questo caso il congiiuntivo dopo il “che” non è necessario (perché è già stato usato – fosse- dopo il verbo “pensare”), ma, se c’è una sfumatura dubitativa, si può usare il congiuntivo anche nella frase relativa.
A presto
Prof. Anna
Cara Prof. Anna,
Qual e’ la forma corretta : “se c’e’ qualcosa che posso fare per lei” oppure: “se c’e’ qualcosa che io possa fare per lei” ?
Grazie!
Cara Daniela, la prima frase è corretta.
A presto
Prof. Anna
gentile prof.
è corretto dire : “lo farò nelle vacanze di Natale, se ci riuscirò”
grazie
Cara Orni, la frase che mi scrivi è corretta; meglio sarebbe “lo farò durante le vacanze di Natale, se ci riuscirò”.
Un saluto
Prof. Anna
Prof. Anna, la risposta non mi è chiara. Lei mi dà come ipotesi di lavoro la sfumatura dubitativa ma l’esempio ha una sfumatura dubitativa? Se io dico: “Penso che sia il vestito che le sta/le stia meglio” cosa voglio dire esattamente? Parlo di un vestito concreto (cioè quello che le sta meglio come se dicessi “E’ il vestito che le sta meglio”) o di una caratteristica? Cioè la caratteristica di essere quello che le sta meglio? Un po’ come quando si dice “Penso che ci sia qualcuno che abbia il suo numero” dove la relativa indica un qualcuno generico ma con la caratteristica di avere il suo numero. Mi risolva l’esempio spiegandomi il perché della opzione giusta.
Cara Mariapaola, scusa se sono stata poco chiara, nella frase “penso che sia il vestito che le stia meglio” l’oggetto (il vestito) è concreto e determinato (articolo “il”) e quindi io userei l’indicativo “penso che sia il vestito che le sta meglio”, mentre se l’oggetto fosse indefinito, spesso introdotto da un articolo indeterminativo, “penso che ci sia un vestito che ti stia bene”, allora useremo il congiuntivo.
A presto
Prof. Anna
La ringrazio. ora è chiaro. A questo punto Le sottoporrei un altro quesito che mi confonde: si dice “Mi capita spesso di incontrare persone che si lamentano” o “che si lamentino”?
Cara Maria Paola, si dice: “mi capita spesso di incontrare persone che si lamentano”.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile prof.,
quali di queste frasi sono le più corrette?
Grazie infinite per l’aiuto!
1a) I grandi alpinisti non dimenticano mai che ci siano diversi percorsi che portano in cima.
1b) I grandi alpinisti non dimenticano mai che ci sono diversi percorsi che portano in cima.
1c) I grandi alpinisti non dimenticano mai che ci siano diversi percorsi che portino in cima.
2a) Ah, se avessi saputo che Carlo e Giulio fossero fratelli!
2b) Ah, se avessi saputo che Carlo e Giulio erano fratelli!
3a)Lasciarono da solo Marco, non apprezzato come spesso accade a chi sia troppo piccolo.
3b)Lasciarono da solo Marco, non apprezzato come spesso accade a chi è troppo piccolo.
Cara Luana, le frasi corrette sono:
1b; 2b; 3b.
Un saluto
Prof. Anna
Nella frase “2” del post precedente, cambia qualcosa in termini di uso o meno del congiuntivo se essa diventa:
2a) Ah, se avessi avuto il sospetto che Carlo e Giulio fossero fratelli!
2b) Ah, se avessi avuto il sospetto che Carlo e Giulio erano fratelli!
Grazie ancora!
Cara Luana, in questo caso non è necessario il congiuntivo nella subordinata, quindi la frase corretta è la 2b.
A presto
Prof. Anna
Buongiorno prof.
Le vorrei chiedere quale delle due presenti frasi sia corretta:
“Caro mr X, vorrei sapere se ci sono novità”
“Caro mr X, volevo sapere se ci fossero novità”
“Caro mr X, volevo sapere se ci sono novità”
è mio intento comunicare con cortesia, ed esprimere il desiderio di avere aggiornamenti.
La ringrazio anticipatamente.
Saluti
Caro Max, per seprimere cortesia meglio usare il condizionale, quindi: “Caro mr X, vorrei sapere se ci sono novità”.
A presto
Prof. Anna
Gentile Professoressa Anna,
sono tedesca e mi preparo per un esame. Se può aiutarmi ne sarei contenta. La frase “a dire la verità io sarei voluto andare in un paese dove si parlasse inglese, ma c’erano solo due posti…” e sbalgiata perché il congiuntivo nella frase relativa non fa senso. Si tratta di un fatto o una cosa continutata che si parla inglese in tal paese. “…sarei voluto andare in un paese dove si parla ingleses é la forma corettat secondo me. C’è naturalmente il congiuntivo che esprime un desiderio però “sarei voluto” si riferisce a “andare” e non a “dove si parlasse”. Che ne dice, Prof. Anna.
Un saluto
Manuela
Cara Manuela, come giustamente dici tu, la frase corretta è: “sarei voluto andare in un paese dove si parla inglese”; “sarei voluto” è un condizionale e non un congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile prof. Anna, grazie per l’aiuto che mi ha dato e per quello che mi darà! Quali sono le frasi corrette fra quelle che seguono?
1a) Lo rimproverai, forte del principio che dovesse impegnarsi.
1b) Lo rimproverai, forte del principio che doveva impegnarsi.
2a) Agii in base al mio principio secondo cui ognuno debba assumersi le proprie responsabilità.
2b) Agii in base al mio principio secondo cui ognuno deve assumersi le proprie responsabilità.
3a)Fu allora che io mi sia accorta di non avere il mio libro.
3b) Fu allora che io mi accorsi di non avere il mio libro.
4a) Fu quando io non abbia più saputo perché mi trovavo lì.
4b) Fu quando io non seppi più perché mi trovavo lì.
5a) Eppure era lui, non qualcuno che gli somigliasse.
5b) Eppure era lui, non qualcuno che gli somigliava.
6a) Ah, se non avessi tenuto a lui sino a tralasciare che il suo amore non bilanciasse quasi mai il mio!
6b) Ah, se non avessi tenuto a lui sino a tralasciare che il suo amore non bilanciava quasi mai il mio!
7a) Capii alla fine chi fosse e, soprattutto, che stavo buttando via il mio tempo.
7b) Capii alla fine chi era e, soprattutto, che stavo buttando via il mio tempo.
8a) Chissà se si sia trasferito a Milano!
8b) Chissà se si è trasferito a Milano!
9a) Gli chiesi se potevo rubargli qualche minuto.
9b) Gli chiesi se avrei potuto rubargli qualche minuto.
9c) Gli chiesi se potessi rubargli qualche minuto.
Cara Luana, la 1a e la 1b sono antrambe corrette, se si usa il congiuntivo però si vuole dare una sfumatura eventuale, stessa cosa vale per 2a e 2b; è corretta la 3b, in questo caso il congiuntivo non è necessario; sono corrette la 4b, la 5b, la 6b, la 7b, 8b, sia la 9a e la 9b.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile prof. Anna, grazie per la preziosa risposta! Mi aiuta a sciogliere nuovi dubbi? Quali sono le frasi corrette fra quelle che seguono?
1a) Certi giorni sembra venir giù il cielo per quanto piova.
1b) Certi giorni sembra venir giù il cielo per quanto piove.
2a) Vedo se ci siano alternative.
2b) Vedo se ci sono alternative.
3a) Te l’ho detto che domani al massimo devo rientrare in città?
3b) Te l’ho detto che domani al massimo debba rientrare in città?
3c) Te l’ho detto che domani al massimo dovrò rientrare in città?
4a)Se sta con te, è per il fatto che ti ami.
4b)Se sta con te, è per il fatto che ti ama.
5a) Quel che conta è che tu sia vivo!
5b) Quel che conta è che tu sei vivo!
6a) Perché non provi a capire se sia colpa sua?
6b) Perché non provi a capire se è colpa sua?
7a) Perché non ti sei fatto spiegare dove sia l’albergo?
7b) Perché non ti sei fatto spiegare dov’è l’albergo?
8a) Era parecchio che non cucinassi.
8b) Era parecchio che non cucinavo.
9a) Mi piacerebbe darti un libro che testimoni il valore di quest’autore.
9b) Mi piacerebbe darti un libro che testimonia il valore di quest’autore.
10a) Non so nemmeno io perché l’abbia cercata.
10b) Non so nemmeno io perché l’ho cercata.
11a) Non so nemmeno se lui l’abbia fatto volontariamente.
11b) Non so nemmeno se lui l’ha fatto volontariamente.
12a) Non so chi, fra me e Giulia, si sia illusa di più.
12b) Non so chi, fra me e Giulia, si è illusa di più.
13a) Non ho idea di cosa tu le abbia detto.
13b) Non ho idea di cosa tu le hai detto.
14a) Ovvio che Andrea avesse risposto di no!
14b) Ovvio che Andrea aveva risposto di no!
15a) Ogni rifiuto, in misura più o meno grande secondo come venga recepito, rende insicuri.
15b) Ogni rifiuto, in misura più o meno grande secondo come viene recepito, rende insicuri.
16a) Sono convinto che i grandi uomini siano umili.
16b) Sono convinto che i grandi uomini sono umili.
17a) Non so se io possa esserle utile.
17b) Non so se io posso esserle utile.
18a) A stabilire di chi sia la ragione, provvederebbe una giuria.
18b) A stabilire di chi è la ragione, provvederebbe una giuria.
19a) L’ho sempre visto come un padre che avvisa se una scelta sia pericolosa.
19b) L’ho sempre visto come un padre che avvisa se una scelta è pericolosa.
Perdoni le tante domande, ma la mia curiosità è grande quanto i miei dubbi!
Cara Luana, sono corrette: 1b; 2b; 3a e 3c; 4b; 5a e 5b; 6b; 7b; 8b; 9a e 9b; 11a e 11b; 12a e 12b; 13 a e 13b; 14b; 15b; 16b; 17a e 17b; 18a e 18b; 19b.
Un saluto
Prof. Anna
Salve,volevo chiedere se questa frase é corretta,
sostanzialmente si,se non fosse che in questo articolo l’India pretenda una risposta plausibile sull’accaduto, entro una settimana.
Caro Salvatore, io non userei il congiuntivo “prentenda” ma l’indicativo “pretende”.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile prof. Anna,
sono stata assalita da nuovi dubbi: quali sono, fra le frasi seguenti, quelle corrette?
Grazie ancora per l’aiuto prezioso!
1a) Il problema è che, mentre necessiti la mia attenzione, finisce sempre che io mi distragga.
2a) Il problema è che, mentre necessita la mia attenzione, finisce sempre che io mi distragga.
3a) Il problema è che, mentre necessita la mia attenzione, finisce sempre che io mi distraggo.
4a) Il problema è che, mentre necessiti la mia attenzione, finisce sempre che io mi distraggo.
2a) Se è vero che per riuscire occorra preparazione, è altrettanto vero che la fortuna aiuti, specie poi quando si tratta del mondo della televisione.
2b) Se è vero che per riuscire occorra preparazione, è altrettanto vero che la fortuna aiuti, specie poi quando si tratti del mondo della televisione.
2c) Se è vero che per riuscire occorre preparazione, è altrettanto vero che la fortuna aiuta, specie poi quando si tratta del mondo della televisione.
3a) Visto come il passato dia una mano a capire il presente?
3a) Visto come il passato dà una mano a capire il presente?
4a) Credo che, se alla base ci sia l’onestà, quasi ogni azione sia legittima.
4b) Credo che, se alla base c’è l’onestà, quasi ogni azione sia legittima.
5a) Lo capite che quello sia il mio stipendio di tre mesi?
5b) Lo capite che quello è il mio stipendio di tre mesi?
6a) Non so se sia stato per il suo “no” o per come l’avesse detto.
6b) Non so se fu per il suo “no” o per come l’aveva detto.
6c) Non so se fu per il suo “no” o per come l’ebbe detto.
7a) Aveva l’attitudine a conquistare chi le riuscisse piacevole.
7b) Aveva l’attitudine a conquistare chi le riusciva piacevole.
8a) Perché spiega al maestro come si insegni?
8b) Perché spiega al maestro come si insegna?
9a) Mi stupì, offrendosi di collaborare per quanto potesse.
9b) Mi stupì, offrendosi di collaborare per quanto poteva.
10a) Non poteva essere un caso che fosse andata male.
10b) Non poteva essere un caso che era andata male.
11a) E pensare che io abbia sempre fatto così!
11b) E pensare che io ho sempre fatto così!
12a) Si prenda ad esempio chi caccia non tanto perché abbia fame, quanto per gustarsi un delitto.
12b) Si prenda ad esempio chi caccia non tanto perché ha fame, quanto per gustarsi un delitto.
13a) Poco importava se non fosse un caso.
13b) Poco importava se non era un caso.
14a) Non hai interesse a scoprire quale sia la verità?
14b) Non hai interesse a scoprire qual’è la verità?
15a) Quando sembrò chiaro che fosse in procinto di firmare il contratto, ne fui felice.
15b) Quando sembrò chiaro che era in procinto di firmare il contratto, ne fui felice.
16a) È vero che la maggioranza degli elettori sia spesso conservatrice.
16b) È vero che la maggioranza degli elettori è spesso conservatrice.
17a) Va detto che la mia voglia fosse calata.
17b) Va detto che la mia voglia era calata.
18a) Fu perché ero brilla? O fu solo che mi trovassi in un’allegra compagnia?
18b) Fu perché ero brilla? O fu solo che mi trovavo in un’allegra compagnia?
19a) Se è vero che un amico sia un tesoro, è anche vero che sia difficile da trovare.
19a) Se è vero che un amico è un tesoro, è anche vero che è difficile da trovare.
20a) Certi negozianti ti lasciano intendere che il prodotto richiesto sia raro.
20b) Certi negozianti ti lasciano intendere che il prodotto richiesto è raro.
21a) Non saprei se mi sentii di più come chi parla a una persona con cui non sia in confidenza, o piuttosto…
21b) Non saprei se mi sentii di più come chi parla a una persona con cui non è in confidenza, o piuttosto…
22a) Non so se mi piaccia ancora.
22b) Non so se mi piace ancora.
23a) Si capiva che fosse una casa mai utilizzata.
23b) Si capiva che era una casa mai utilizzata.
24a) Non avrei certo previsto la situazione che mi aspettasse.
24b) Non avrei certo previsto la situazione che mi aspettava.
25a) Diresti che sia bella?
25b) Diresti che è bella?
26a) Dammi il tempo per pensarci.
26b) Dammi il tempo di pensarci.
Cara Luana, sono corrette: 3a o 3b dipende dal soggetto della frase tra le virgole (3a il soggetto è una terza persona singolare, 3b una seconda persona singolare), 2c; 3a; 4b; 5b; 6a e 6b; 7a e 7b; 8b; 9a e 9b; 10a; 11b; 12a e 12b; 13b; 14a e 14b; 15b; 16b; 17b; 18b; 19b; 20b; 21a e b; 22 a e b; 23b; 24b; 25b; 26 a e b.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile prof. Anna
Solo se è anche seguito dat congiuntivo ?
Peter
Caro lettore, può anche essere seguito da congiuntivo, dipende dalla frase.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile prof.ssa vorrei sapere se, in casi particolari,il verbo pensare può essere seguito dall’indicativo invece che dal congiuntivo. Grazie!
Cara Maria, di norma dopo il verbo “pensare” ci vuole il congiuntivo, essendo un verbo di opinione, nella lingua parlata però molto spesso l’indicativo prende il posto del congiuntivo. Il mio consiglio però è di usare comunque il congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
Buonasera professoressa.
La frase” la prima repubblica sembrava che cadeva per i magistrati ed é caduta per i magistrati” é corretta?
Saluti
Salvatore.
Caro Salvatore, la frase che mi scrivi non è corretta, meglio: “sembrava che la prima repubblica fosse caduta per i magistrati ed è caduta per i magistrati”, non si capisce bene cosa significhi “per i magistrati”, io lo specificherei meglio (a causa dei magistrati?).
Un saluto
Prof. Anna
Salve professoressa Anna
sono una studentessa marocchina;studio la lingua italiana da tre anni con piacere.volevo dirle grazie per questo sito che é molto utile.se non c é problema;per favore vorrei chiederle degli esercizi di un livello piu avanzato soprattutto in grammatica.le ringrazio tanto
Cara Khadija, grazie per il tuo gentile commento; nei “test di ripasso” troverai esercizi per un livello sempre più avanzato.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie della risposta professoressa,la frase che le ho citato l’ha pronunciata un noto giornalista, quello che lei ha riportato tra parentesi credo si quello che volesse sottintendere il giornalista( a causa dei magistrati)
Saluto
Salvatore.
Buonasera professoressa,in questa frase anche se c’é il se prima del verbo, va bene il presente indicativo?
Negli ultimi trent’anni,se il sistema Italia è sopravvissuto,creando posti di lavoro,lo deve esclusivamente alla piccola media impresa,non certo ai collosi del passato.
Saluti
Salvatore
Caro Salvatore, l’indicativo è corretto.
Un saluto
Prof. Anna
professoressa sempre guardando la tv ho sentito questa frase “è la persona piû simaptica che io conosco”
L’artista ha sbagliato modo,avrebbe dovuto usare il congiuntivo(conosca) esatto?
Saluti
Salvatore
Caro Salvatore, sarebbe stato più corretto usare il congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
vi ringrazio per il comento, ci aiuti a comprendere meglio il significato, grazie mille
salve professoressa Anna
vorrei aggiungere una regola importante nel corso del congiuntivo che é:Con il congiuntivo il soggetto della frase secondaria normalmente è diverso da quello della frase principale. E basando su questa regola possiamo dire che questa frase scorretta ”Sono usciti senza che abbiano chiesto il permesso” perchè i due soggetti della frase sono uguale.vi do un esempio:Vogliamo organizzare la festa senza che Maurizio lo sappia.
Grazie per suo sforzo é veramente ho imparato tante cose dal suo corso;Dio le protegge.buon continuazione.
Cara Kadija, la frase ”sono usciti senza che abbiano chiesto il permesso” non è scorretta, ma solo meno comune, più frequentemente se c’è identità di soggetto tra principale e subordinata troviamo una forma implicita con l’infinito: “sono usciti senza avere chiesto il permesso”.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile professore,
quando la frase reggente ha il verbo impersonale, è legittimo l’uso del congiuntivo per la subordinata? In altre parole, sono ad esempio corrette le seguenti frasi?
a) Si capiva che fosse malato.
b) Finisce sempre che io mi addormenti.
c) Era parecchio che non guardassi la Tv.
Inoltre, quando nella frase reggente il verbo è al condizionale, è corretto usare il congiuntivo nella subordinata? Per esempio, è giusto scrivere:
d) Diresti che lei sia onesta?
Per finire, quali delle seguenti frasi sono corrette?
1a) Notai che i suoi capelli erano più chiari di come li ricordassi.
1b) Notai che i suoi capelli erano più chiari di come li ricordavo.
2a) Esiste forse qualcuno che abbia già scoperto tutto di chi ama?
2b) Esiste forse qualcuno che ha già scoperto tutto di chi ama?
3a) Ti lasciano credere che sia tutto perfetto.
3b) Ti lasciano credere che è tutto perfetto.
Grazie!!!
Cara Luana, il congiuntivo non è necessario dopo tutti le forme impersonali ma dopo i verbi impersonali come: basta, conviene, bisogna, occorre, pare, può darsi, sembra, e dopo il verbo “essere” alla forma impersonale + aggettivo, avverbio o nome (è meglio; è necessario); quindi nelle frasi che mi scrivi userei l’indicativo; per quanto riguarda la seconda domanda quando nella reggente c’è il condizionale presente di un verbo di opinione, il verbo della subordinata oggettiva va al congiuntivo presente (penserei che sia), ma nel caso di verbi indicanti volontà o desiderio viene usato il congiuntivo imperfetto (vorrei che fosse). Nel caso poi di un’oggettiva retta da dire, in questo caso verbo di giudizio, si usa l’indicativo: “direi che è onesta”. Le frasi corrette sono 1a e 1b; 2a e 2b; 3b.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile prof. Anna, quali delle seguenti frasi sono corrette? Ancora grazie per l’aiuto!
a) Mi stupii di non aver pianto tanto neppure vent’anni prima, quando lui aveva pronunciato il suo addio.
b) Mi stupii di non aver pianto tanto neppure vent’anni prima, quando lui ebbe pronunciato il suo addio.
c) Mi stupii di non aver pianto tanto neppure vent’anni prima, quando lui pronunciò il suo addio.
Cara Luana, io sceglierei la C.
A presto
Prof. Anna
grazie per il chiarimento professoressa
grazie per il chiarimento professoressa .
un saluto
Gentile prof. Anna,
se dopo il verbo “essere” alla forma impersonale + aggettivo, avverbio o nome si usa il congiuntivo, è allora corretto dire:
E’ vero che la maggior parte degli uomini vesta di blu.
Grazie!
Cara Luana, “è vero” esprime proprio una certezza, quindi è seguito dall’indicativo e non dal congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
Salve professoressa.
Volevo chiederle se è più corretto dire “se dovessi chiamarlo sarebbe un problema” o se dovessi chiamarlo é un problema”
Saluti
Salvo
Caro Salvatore, è corretto dire: “se dovessi chiamarlo sarebbe un problema” .
Un saluto
Prof. Anna
Gentile prof. Anna, mi aiuta a risolvere nuovi dubbi? Quali sono, fra le seguenti frasi, quelle corrette? Grazie!
1a) È chiaro che lei non sia cosciente d’essere bella.
1b) È chiaro che lei non è cosciente d’essere bella.
2a) Non poteva essere un caso che non fossi stata promossa.
2b) Non poteva essere un caso che non ero stata promossa.
3a) Si dimostrava disponbile con chi conoscesse poco.
3b) Si dimostrava disponbile con chi conosceva poco.
4a) Non t’interessa scoprire quali siano le tue potenzialità?
4b) Non t’interessa scoprire quali sono le tue potenzialità?
5a) Non illuderti di guadagnare più di quanto io abbia detto.
5b) Non illuderti di guadagnare più di quanto io ho detto.
Cara Luana, sono corrette: 1a; 2a; 3a e 3b; 4a e 4b; 5a e 5b.
Un saluto
Prof. Anna
Buonasera professoressa é corretta la frase “se si trattava di fascisti del web,di un linguaggio fascista e così via”
la pronunciata un noto politico in tv.
Saluti
Salvo.
Caro Salvatore, la frasi che mi scrivi è decontestualizzata, quindi non è facile valutare quanto sia corretta; comunque, all’interno di un registro poco formale, è possibile trovare se + indicativo imperfetto.
Un saluto
Prof. Anna
Buonasera professoressa, le cito un’altra frase che ho sentito i tv
“la ragionevolezza vorrebbe che si trova una soluzione di governo che coinvolga le forze ragionevoli”
É corretta?
Saluti
Salvo.
Caro Salvatore, in questo caso la frase non è corretta, infatti dopo “vorrebbe che” bisognerebbe usare un congiuntivo imperfetto.
A presto
Prof. Anna
Buonasera professoressa é corretta la frase “se si trattava di fascisti del web,di un linguaggio fascista e così via”
l’ha pronunciata un noto politico in tv.
Saluti
Salvo.
Gentile prof. Anna,
sono corrette le seguenti frasi in cui è usato solo l’indicativo? Grazie per l’aiuto!
1) Stavo pensando che ho visto un bel film.
2) Certo è che così ci si perde belle esperienze.
3) Ero consapevole dell’importanza della lingua inglese, non solo per via che è molto diffusa.
Cara Luana, le frasi che mi scrivi sono corrette.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile prof. Anna,
un altro dubbio: quale delle due seguenti frasi è corretta? Grazie ancora!
a) Ignoravo che, nella vita, c’entrasse molto la fortuna.
b) Ignoravo che, nella vita, c’entri molto la fortuna.
Cara Luana, poiché nella principale c’è un verbo all’imperfetto, anche nella subordinata avremmo un congiuntivo imperfetto: “ignoravo che, nella vita, c’entrasse molto la fortuna”.
Un saluto
Prof. Anna
Buona sera prof.Anna la ringrazio per la sua coralità, la seguente frase con il congiuntivo imperfetto é corretta.
“Se fossi al tuo posto,non andrei a quella festa”
Saluti
Salvatore
Caro Salvatore, la frase che mi scrivi è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
Buonasera prof.Anna, la frase “se sapessi come si facesse la farei”
Saluti
Salavatore
Caro Salvatore, la frase che mi scrivi non è corretta, è invece corretto dire: “se sapessi come si fa, la (se è riferito a un nome femminile) farei”.
Un saluto
Prof. Anna
Buona domenica prof.Anna, la frase “se Bersani, oltre che a mettere gli otto punti ci aggiunge che aboliamo il finanziamento ai partiti,come noi dicevamo”
è corretta?
saluti
Salvo
Caro Salvatore, la frase non è del tutto corretta, sarebbe meglio: “se Bersani, oltre che a mettere gli otto punti, aggiungesse l’abolimento del finanziamento ai partiti, come dicevamo noi…”.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie della risposta prof .Anna,ma questo uso sbagliato dell ‘indicativo al posto del congiuntivo é un errore grave?
Ciedo ciò,perché dal mio punto di vista,una personalità pubblica non dovrebbe inciampare in questi errori.
Saluti
Salvo
Caro Salvatore, è sicuramente un errore.
A presto
Prof. Anna
Gentile prof. Anna,
quali sono, fra le seguenti frasi, quelle corrette? Grazie davvero per l’aiuto!
1a) Veda, conoscere la storia è importante.
1b) Vede, conoscere la storia è importante.
2a) E’ naturale che più una cosa ci emozioni, più ci rapisca.
2b) E’ naturale che più una cosa ci emozionia, più ci rapisce.
3a) Non poteva essere fortuito che si fosse trovato lì.
3b) Non poteva essere fortuito che si era trovato lì.
Cara Luana, sono corrette: 1b; 2b; 3a.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile prof. Anna,
un altro dubbio: qual è la frase corretta fra le seguenti? Grazie!
1a) Visto come a volte gli uomini siano crudeli?
1b) Visto come a volte gli uomini sono crudeli?
Cara Luana, è corretta entrambe le frasi.
Un saluto
Prof. Anna
Buonasera Professoressa Anna,secondo lei quale delle seguenti frasi è corretta?
Converrebbe che si faccia come dico io
Converrebbe che si facesse come dico io
Distinti saluti.Marco Mastrianni
Caro Marco, la frase corretta è: converebbe che si facesse come dico io.
Un saluto
Prof. Anna
Buonasera Prof,anna
quale delle due frasi è corretta.
provo a sentire se avesse ancora posto.
provo a sentire se abbia ancora posto.
saluti
Salvo
Caro Salvo, io non userei il congiuntivo ma l’indicativo: provo a sentire se ha (se c’è) ancora posto.
Un saluto
Prof. Anna
Buongiorno Professoressa,mi potrebbe spiegare,motivando la risposta, quale delle seguenti frasi,secondo lei,è corretta:
Mi sono girato per vedere chi c’era
Mi sono girato per vedere chi ci fosse
Distinti saluti.Marco
Caro Marco, entrambe le frasi sono corrette, ma l’uso del congiuntivo sottolinea una sfumatura ipotetica.
A presto
Prof. Anna
Salve,
Vorrei aggiungere che esiste un video del prof. Giuseppe Patota in cui spiega la differenza tra il pronome relativo CHE nell’indicativo presente e nel congiuntivo. Saluti a tutti quanti.
Cara prof.ssa. Anna,
Nel congiuntivo, come lo sappiamo, è di norma usare la preposizione DI quando si deve riferire a uno solo soggetto: “Penso di andare dalla mia mamma”. In questo caso il verbo andare viene sempre messo all’infinito? E se io volessi mettere la frase al futuro? Dovrei usare un avverbio, ossia, “Penso di andare dalla mia mamma il prossimo fine settimana” ? Grazie mille!
Caro Marcos, è possibile usare il futuro: penso che andrò dalla mia mamma.
A presto
Prof. Anna
Buonasera Professoressa Anna,la contatto perchè vorrei che mi aiutasse a chiarire un dubbio.Secondo me nella frase “Mi sono girato per vedere chi c’era” la proposizione principale è “Mi sono girato” mentre la subordinata è “per vedere chi c’era”;però se così fosse nella subordinata ci sarebbero due verbi e quindi non verrebbe rispettata la regola che stabilisce che in ogni proposizione è presente un solo verbo.Lei cosa mi consiglia?
Caro Marco, “mi sono girato” è la principale, “per vedere” è una subordinata di primo grado, “chi c’era” è una subordinata di secondo grado (cioè dipende dalla subordinata di primo grado).
Un saluto
Prof. Anna
Buonasera Professoressa Anna sono Marco,avrei voluto chiamarla qualche giorno fà per farle gli auguri di Pasqua ma ammetto che mi sono dimenticato,a causa delle numerose telefonate a parenti e amici.La contatto per ringraziarla per i preziosi consigli che mi ha dato nei giorni passati e per augurarle una buona ripresa delle attività lavorative.
Distinti saluti.Marco
Caro Marco, grazie per gli auguri!
A presto
Prof. Anna
Gentile prof. Anna,
i puntini di sospensione debbono seguire o precedere il punto interrogativo o esclamativo quando si accoppiano a esso?
Grazie per risolvere quest’altro dubbio!
Cara Luana, di solito i puntini di sospensione precedono il punto eslamativo e interrogativo.
A presto
Prof. Anna
Gentile prof. Anna, nelle quattro seguenti frasi è corretto usare il congiuntivo o l’indicativo? E perché? Grazie per l’aiuto!
1) Me lo domandò, inconsapevole del fatto che già qualcuno me lo avesse/aveva domandato.
2) Non sapevo ancora cosa volessi/volevo dal futuro.
3) La mia scelta dipendeva da quale fosse/era la sua risposta.
4) Doveva vedermi per spiegarmi cosa volesse/voleva dire.
Cara Luana, le subordinate presenti nei periodi 2, 3 e 4 sono delle interrogative indirette, in questo tipo di proposizioni il verbo è all’indicativo o al congiuntivo se si vuole sottolineare il valore dubitativo della frase; mentre per quanto riguarda la frase 1 dopo l’espressione “il fatto che” può esserci sia il congiuntivo che l’indicativo.
Un saluto
Prof. Anna
Buonasera Professoressa Anna,la contatto per porle i seguenti quesiti.
Secondo lei nella frase “Mio padre stava aspettando che si ricaricasse il cellulare” è corretto utilizzare il congiuntivo?
Con riferimento alla precedente frase,secondo lei la proposizione “che si ricaricasse il cellulare” è una subordinata oggettiva o temporale?
Distinti saluti.Marco
Caro Marco, in questa frase è corretto usare il congiuntivo ed è una subordinata oggettiva.
Un saluto
Prof. Anna
Buonasera Professoressa Anna,qualche giorno fà le ho chiesto se nella frase “Mio padre stava aspettando che si ricaricasse il cellulare” la proposizione subordinata“che si ricaricasse il cellulare” fosse oggettiva o temporale,lei mi ha risposto che è una oggettiva,ma se così fosse come giustifica l’uso del congiuntivo,generalmente utilizzato per esprimere possibilità o incertezza,in una frase in cui viene espresso un fatto certo?
Infatti se metto in carica il cellulare sono certo che dopo un pò di tempo sarà carico.
Distinti saluti.Marco
Caro Marco, la frase è un’oggettiva e il congiuntivo si usa anche in questo genere di subordinate; l’alternanza tra indicativo e congiuntivo nelle oggettive esplicite è regolata da un criterio semantico: si usa l’indicativo per indicare un avvenimento certo, si usa il congiuntivo per indicare un avvenimento presunto o probabile; il verbo “aspettare” indica comunque un’ aspettattiva, un avvenimento che presumibilmente avverrà, quindi viene seguito dal congiuntivo; la frase che mi scrivi infatti è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
salve signori docenti ! mi sarpreste dire gentilmente se nella seguente frase l’uso del congiuntivo è corretto ? grazie in anticipo e menomale che ci siete
” L’avvocato non riesce più a racimolare qualche cliente in più e per quelli che ha dedicherebbe scarso una decina di ore alla settimana …( continuazione inutile ) ”
e giusto che stiamo … la domanda sta bene : D ?
Caro Franco, nel periodo che mi scrivi non c’è un congiuntivo, ma al massimo un condizionale (dedicherebbe), forse non ho capito bene la tua domanda. Prova a riformularla.
A presto
Prof. Anna
” Egli dice che di proseguire nel mondo militare non fa per lui . O la realtà è che egli non ne è all’altezza o non è proprio idoneo … ? ”
E queste frasi signori docenti come si presentano grammaticalmente ? Ringrazio vivamente
Caro Franco, non ho capito bene, vuoi l’analisi logica di questi periodi?
Un saluto
Prof. Anna
ringrazio per la risposta celere ma comunque quello che vorrei saper è : grammaticalmente stanno bene ? io ho pensato che mettendo il che alle varie frasi sarebbe stato giusto usare il congiuntivo ma penso che il ”dedicherebbe ” sta bene , poi dell’altro periodo dell’altro messaggio(260 ) non so se sta bene sempre grammaticalmente , specie nella frase interrogativa . Ringrazio nuovamente per l’attenzione e l’assistenza
Caro Franco, in questo caso l’uso del condizionale (dedicherebbe) è corretto; nel periodo: ”egli dice che di proseguire nel mondo militare non fa per lui . O la realtà è che egli non ne è all’altezza o non è proprio idoneo … ? ” c’è qualche errore, si potrebbe dire “egli dice che la carriera militare non fa per lui; o la realtà è che non ne è all’altezza o che non è proprio idoneo?”.
A presto
Prof. Anna
Volevo chiedere è giusto dire:
Che lei si sbagli o che lei si sbaglia?
E ancora:
Che lei sbagli o che lei sbaglia?
Cara Giovanna, l’uso o meno del congiuntivo dipende dal verbo reggente, che nelle frasi che mi scrivi non c’è, quindi, per esempio, se il verbo che regge vuole il congiuntivo, sarà corretto “che lei si sbagli” (credo che lei si sbagli), mentre se il verbo non vuole il congiuntivo sarà corretto usare l’indicativo “che lei si sbaglia” (sono sicuro che lei si sbaglia).
Un saluto
Prof. Anna
Buonasera professore Anna.
Questa frase ? corretta “se io vengo da te(riferito alla conduttrice del programma)ospite e faccio una battuta sulla politica,alla fine vengo insultato”
Saluti
Salvatore.
Caro Salvatore, questa frase è corretta.
A presto
Prof. Anna
buongiorno professore,
mi dice per favore se e’ corretto dire “prima di fare i lavori, vorrei conoscere se sussistano obiezioni o se sussistano obiezioni”? grazie mille d
Cara Daniela, in questo caso è molto meglio usare il verbo “sapere” al posto di “conoscere”: “vorrei sapere se sussistono obiezioni”.
A presto
Prof. Anna
volevo dire se sussistano o se sussistono. scusi d
Gent. Prof Anna, ho un dubbio: si dice Credevo che fosse il libro che gli INTERESSAVA di più o che gli INTERESSASSE di più? O vanno bene tutti e due? Grazie.
Cara Laura, sono corrette entrambe le frasi.
Un saluto
Prof. Anna
il congiuntivo indica una possibilità: usarlo (bene) vuole dire distinguere tra ipotesi e realtà, fantasia e concretezza. con esso si dà forma a emozioni che colorano il pensiero, il modo di comprendere e inventare la realtà. senza il congiuntivo, ci si limita a un “reale” perlopiù contemporaneo, ma anche futuro, come se il futuro non avesse sorprese fosse solo un presente un pò più in là. un saluto grazie , REBECCA
10 anni
Cara Rebecca, grazie per il tuo interessante contributo.
A presto
Prof. Anna
buonasera professore Anna
è corretta questa frase “E’ brutto dirlo,ma molti ventenni cercano lavori dove ci si sporchi le mani”
saluti
salvatore
Caro Salvatore, la frase è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
Se sono corrette tute e due le frasi qual’è a sfumatura di ciascuna? Qual’è la differenza di significato per capire quale usare di volta in volta?
Cara Laura, usando il congiuntivo diamo una sfumatura dubitativa alla frase, quindi la scelta dipende da quello che vogliamo esprimere.
Un saluto
Prof. Anna
Però la sfumatura dubitativa è già nel verbo credere quindi forse se io uso l’indicativo indico QUEL LIBRO e non un altro mentre se uso il congiuntivo voglio indicare UN LIBRO IN GENERALE, UNA CARATTERISTICA. Boh? Può essere?
Cara Laura, la sfumatura dubitativa è già espressa dal verbo credere e il congiuntivo che regge, usando il congiuntivo nella relativa questa sfumatura (cioè il fatto che quel libro fosse interessante per lui) viene ulteriormente sottolienata.
A presto
Prof. Anna
Salve a tutti.
Ho un dubbio sull’uso del congiuntivo nella seguente frase:
“… consapevole che l’offerta di strumenti di formazione avanzati, rappresenti una parte cruciale del proprio successo.”
E’ giusto il congiuntivo o deve essere utilizzato l’indicativo?
Grazie
Paolo
Caro Paolo, quando il verbo della principale rimanda ad un’idea di sicurezza o oggettivita’ (sono sicuro, sono certo, mi e’ chiaro, sono consapevole), si tende ad accompagnarlo con un indicativo.
A presto
Prof. Anna
Vorrei sapere perchè con “non capisco come voi possiate resistere…” si deve usare il congiuntivo.
grazie
Caro Gian, alcuni verbi possono reggere sia l’indicativo sia il congiuntivo, a seconda del significato: “capire, comprendere” vogliono l’indicativo quando significano ‘rendersi conto’ come atto di pura comprensione intellettuale: “capisco che sei stanco”; vogliono invece il congiuntivo quando significano ‘trovare naturale’, attraverso una valutazione soggettiva: “Marco non si sente bene, quindi capisco che non abbia voglia di uscire”; nella frase che mi scrivi è corretto l’uso del congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
Buongiorno Professoressa Anna,sono Marco,la contatto per sapere se nella frase “chiunque abbia notizie di lei è pregato di contattarmi” è possibile utilizzare il congiuntivo imperfetto in alternativa al congiuntivo presente;in caso affermativo potrebbe spiegarmi in quali casi,nelle proposizioni subordinate relative,è possibile utilizzare il congiuntivo presente e in quali l’imperfetto
Caro Marco, in questo caso è corretto il congiuntivo presente, per l’uso del congiuntivo nelle frasi relative ti consiglio di leggere questo articolo:http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=4895
A presto
Prof. Anna
Buongiorno Professoressa Anna,sono Marco,la contatto per sapere se nella frase “chiunque abbia notizie di lei è pregato di contattarmi” è possibile utilizzare il congiuntivo imperfetto in alternativa al congiuntivo presente;in caso affermativo potrebbe spiegarmi in quali casi,nelle proposizioni subordinate relative,è possibile utilizzare il congiuntivo presente e in quali l’imperfetto.
Distinti saluti.Marco
Carissimi,
Avrei un dubbio sull’uso del congiuntivo, soprattutto relativo ai verbi ‘rispondere’ ed ‘avvisare’.
Per esempio, il testo che segue è corretto?
‘Ti avviso che quasi sempre il materiale che arriva da Tech SIA di pessima qualità.
Pur avvertendo che il problema SEMBRI riguardare il tipo di setting dato alle loro macchine, Tech risponde che si TRATTI del materiale in origine a essere di cattiva qualità.’
Nel valutare il testo di questa mail, io e un amico discordiamo nel ritenere che i congiuntivi utilizzati -in maiuscolo nel testo- siano corretti…
Possiamo chiedere un vostro cortese riscontro, per favore?
Grazie mille in anticipo per il vostro aiuto!
Cordiali saluti
Fabrizio e Daniela
Cari Fabrizio e Daniela, il congiuntivo, nei casi che mi proponete, non è assolutamente necessario, bisogna usare l’indicativo.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Buonasera prof.Anna
Nella seguente frase è corretto il congiuntivo.
Lette le richieste del personale
Si dispone
Che il dipendente possa usufruire della mensa anche al di fuori dell’orario di lavoro.
Non era il caso di usare l’indicativo?
Saluti
Salvo
Cara Salvo, il congiuntivo è necessario dopo forme impersonali (si dispone).
Un saluto
Prof. Anna
gentilissima Professoressa Anna,
nella frase “Non immagini quanto sia bella Parigi” è necessario l’uso del congiuntivo? So che il verbo immaginare per quanto esprime un’azione soggettiva richiede l’uso del congiuntivo. Non sono sicura, però, se la frase preddetta sia una frase semplice o subordinata.
grazie infinite e a presto
Cara Emilia, l’uso del congiuntivo in questo caso è corretto; “non immagini” è la principale, “quanto sia bella Parigi” è la subordinata.
Un saluto
Prof. Anna
Egregio Professore,
ho un dubbio sul congiuntivo. Nonostante io creda di risolvere bene i problemi su questo tempo verbale, ogni tanto mi sorge qualche dubbio. Ho pensato di chiedere un consulto su un caso che andrò tra poco a esplicare. Dunque:
“Lo so, è ovvio che io lo voglia” oppure in tale proposizione si usa il condizionale, quindi “Lo so, è ovvio che io lo vorrei”…
Grazie per il tempo che mi dedicherà.
Un saluto, buon lavoro,
Massimiliano
Caro Massimiliano, in questo caso io userei il condizionale in quanto “è ovvio” esprime una certezza e quindi non necessita del congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
Professore, sono brasiliana, ho avuto una bella esperienza in Italia e provo a insegnare la lingua.
Vorrei chiedere quando devo coniugare il verbo piacere. Io lo uso sempre al singolare e plurale con i pronomi indiretti. Esempio: mi piace la torta. Ti piacciono i gialli? Ecc. La ringrazio.
Cara Lilian, non so se ho capito bene la tua domanda, le frasi che mi scrivi sono corrette; puoi coniugare il verbo “piacere” in tutti i tempi, i modi e le persone: mi piace, ci piacciono, vi è piaciuto, le piacerà, ecc. e, come dici giustamente anche tu, preceduto dai pronomi indiretti.
Un saluto
Prof. Anna
correzione … bell’esperienza.
Grazie della risposta prof Anna. Ho trovato sulla grammatica: io piaccio, tu piaci, lei piace, noi piacciamo, …. È correto? Quando e come usare?
Cara Lilian, la coniugazione è corretta; il verbo “piacere” regge un complemento indiretto introdotto dalla preposizione “a”, per esempio: io piaccio a te; tu piaci a me; lei piace a noi.
Un saluto
Prof. Anna
Prof Anna, La ringrazio la risposta.
Si trova sulla grammatica. Io piaccio, tu piaci, lei piace, noi piacciamo, ecc. Quando li devo usare? Grazie ancora.
Buongiorno professoressa Anna.,volevo chederle se in questa frase è corretto in congiuntivo
“Se poteste cortesemente spostarvi,ve ne sarei grato” ho iil dubbio che di debba usare il “condizionale di cortesia”
Saluti
Salvatore
Caro Salvo, si tratta di un periodo ipotetico della possibilità, quindi è coretto usare il congiuntivo imperfetto.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie professoressa. Buongiorno.
Cara Anna
In questo articolo ho trovato la frase:
A meno che tu vada a lavorare domani mattina, non hai fatto niente in questi giorni
Non capisco il senso… perché si usa “a meno che”?
Grazie mille
Amina
Cara Amina, il senso è “non hai fatto niente in questi giorni, eccetto il caso in cui tu domani vada a lavorare”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna,
Vorrei sapere quando posso omettere la congiunzione “che”
Es: Credi sia una buona idea
Grazie
Amina
Cara Amina, nelle proposizioni soggettive e oggettive esplicite è possibile omettere la congiunzione CHE: spero (che) sia guarito; sembra (che) stia meglio.
L’omissione è più frequente: – quando nella frase principale si trova un altro CHE: sono certo che Paolo creda (che) tu l’abbia tradito; – quando il verbo della subordinata è al congiuntivo: immagino (che) sia andato tutto bene; – quando nella principale si trova un verbo indicante timore o dubbio: temo (che) sia tardi. Non è possibile omettere il CHE nelle subordinate dipendenti non da un verbo ma da una locuzione avverbiale: credo siano stati risolti tutti i problemi; MA NON: ho l’impressione siano stati risolti tutti i problemi.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna,
Come si spiega l’uso del congiuntivo in questa frase?
Se aspettiamo il momento in cui tutto, assolutamente tutto sia pronto, non incominceremo mai.
Grazie tante
Cara Amina, in questo caso abbiamo un congiuntivo all’interno di una frase relativa introdotta da “in cui”; spesso nelle frasi relative l’uso del congiuntivo da una sfumatura limitativa, in questo caso il requisito, la condizione è che “tutto sia pronto” (http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=4895); attenzione però, la punteggiatura non è corretta, meglio: in cui tutto, assolutamente tutto, sia pronto.
Un saluto
Prof. Anna
Buongiorno professoressa Anna,sono Marco,la contatto per avere delucidazioni riguardo i seguenti quesiti:
1. La scelta del tempo verbale da utilizzare all’interno di una proposizione subordinata di secondo grado,dipende dal tempo utilizzato nella subordinata di primo grado o da quello utilizzato nella proposizione principale?
2. Mi saprebbe dire,motivando la risposta,quale delle seguenti
frasi è corretta?
Ho effettuato il controllo per verificare se ci fossero
problemi
Ho effettuato il controllo per verificare se c’erano problemi
3. Con riferimento alla frase corretta del quesito precedente,
secondo lei,è esatta la seguente analisi?
Ho effettuato il controllo (PROPOSIZIONE PRINCIPALE
DICHIARATIVA)
per verificare (PROPOSIZIONE SUBORDINATA
DI PRIMO GRADO FINALE)
se ci fossero/se c’erano (PROPOSIZIONE SUBORDINATA
DI SECONDO GRADO OGGETTIVA)
dei problemi
La ringrazio per la disponibilità.
Distinti saluti.Marco
Caro Marco, la subordinata di secondo grado dipende dalla subordinata di primo grado e quindi la scelta dipende dal tempo utilizzato nella subordinata di primo grado; sono corrette entrambe le forme: “se ci fossero problemi” e “se c’erano problemi”, si tratta infatti di proposizioni interrogative indirette esplicite, in questo tipo di proposizioni il verbo può essere all’indicativo, al congiuntivo se voglio sottolineare il valore dubitativo della frase. “Ho effettuato il controllo” (proposizione principale); “per verificare” (subordinata di primo grado finale); “se ci fossero-c’erano dei problemi” (subordinata di secondo grado interrogativa indiretta).
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna,
Grazie mille di tutte le risposte
Un saluto
Amina
Buonasera professoressa Anna,sono Marco,mi potrebbe spiegare,motivando la risposta,se la seguente frase è corretta?
Ho effettuato il controllo per verificare che fosse tutto a posto
Con riferimento alla frase precedente,secondo lei,è corretta la seguente analisi:
Ho effettuato il controllo (PROPOSIZIONE PRINCIPALE
DICHIARATIVA)
per verificare (PROPOSIZIONE SUBORDINATA
DI PRIMO GRADO FINALE)
che fosse tutto a posto (PROPOSIZIONE SUBORDINATA DI PRIMO GRADO OGGETTIVA)
La ringrazio per la disponibilità.
Distinti saluti.Marco
Caro Marco, il periodo che mi scrivi è corretto. – Ho effettuato il controllo (proposizione principale); – per verificare (proposizione subordinata di primo grado finale); – che fosse tutto a posto (proposizione subordinata di secondo grado oggettiva).
A presto
Prof. Anna
É corretto dire: era il piú bel premio che avesse ricevuto in tutta la sua vita?
Cara Antonella, la frase che mi scrivi è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
Buonasera professoressa Anna,sono Marco,mi potrebbe spiegare per quale motivo nella frase “Ho effettuato il controllo per verificare che fosse tutto a posto” è corretto usare il congiuntivo?
La ringrazio per la disponibilità.
Distinti saluti.Marco
Caro Marco, le proposizioni oggettive possono avere sia l’indicativo sia il congiuntivo, la scelta dipende sia da un criterio semantico (di significato) sia da una scelta di registro (formale-informale); in questo caso abbiamo l’enunciazione di un avvenimento presunto o probabile (fosse tutto a posto), non è un avvenimento certo, e quindi il congiuntivo è corretto.
Un saluto
Prof. Anna
Buonasera prof Anna,è corretta questa frase
“Sarebbe arrivata la GdF per verificare se il titolare della mostra aveva fatto almeno una ricevuta”
Saluti
Salvo
Caro Salvo, la frase è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
Gentilissima professoressa Anna buongiorno, potrebbe aiutarmi a chiarire alcuni dubbi? Gliene sarei grata.
La frase “non immagini quanto ho sofferto”, è corretta oppure la subordinata richiede il congiuntivo “abbia”?
In breve potrebbe darmi una spiegazione?
Un’ultima domanda:
È corretta la frase:
“Immagino tu sia felice che finalmente sia arrivato il weekend”.
Io credo che la subordinata di secondo grado esprima un fatto oggettivo “è arrivato il weekend”, ma mi confonde il fatto che la subordinata di primo grado indichi uno stato d’animo…
La ringrazio infinitamente.
Viv
Cara Viv, è corretto usare il congiuntivo in dipendenza del verbo “immaginare” anche se preceduto da una negazione; nella seconda frase invece la subordinata di secondo grado non richiede il congiuntivo in quanto non dipende direttamente dal verbo “immaginare” ma da “essere felice”.
Un saluto
Prof. Anna
Buongiorno prof Anna è corretta questa frase ” Un auguri speciale alla mia nipotina,che la scuola possa renderti ancor più speciale di quanto tu lo sia già”
Caro Salvo, non è necessario il congiuntivo nella frase “di quanto lo sia già”, quindi possiamo dire “di quanto lo sei già”.
Un saluto
Prof. Anna
Buonasera professoressa Anna,sono Marco,nell’ultimo quesito che le ho posto(Ho effettuato il controllo per verificare che fosse tutto a posto) intendevo sapere come mai fosse corretto l’uso del congiuntivo in relazione all’espressione verbale “per verificare” utilizzata nella proposizione subordinata di 1° grado finale,dato che il verbo da utilizzare in una subordinata di 2° grado dipende da quello usato nella subordinata di 1° grado.
La ringrazio per la disponibilità.
Distinti saluti.Marco
Caro Marco, nella subordinata di secondo grado “che fosse tutto a posto” l’uso del congiuntivo non dipende dal fatto che è retta dal verbo “verificare” ma dal fatto che questa proposizione oggettiva esprime un avvenimento presunto o probabile (che fosse tutto a posto) e non un avvenimento su cui si ha una certezza assoluta.
Un saluto
Prof. Anna
Buonasera professoressa Anna,sono Marco,le pongo i seguenti quesiti:
1 Nella frase “So accettare la realtà,qualunque essa sia” secondo lei la proposizione “qualunque essa sia” a quale tipo di subordinata appartiene?
2 Con riferimento alla precedente frase,potrebbe spiegarmi per quale motivo è corretto usare il congiuntivo all’interno della proposizione “qualunque essa sia”?
La ringrazio per la disponibilità.
Distinti saluti.Marco
Caro Marco, in questo caso “qualunque” ha valore relativo e quindi introduce una proposizione realtiva che necessita del verbo al congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
Gentilissima professoressa Anna buongiorno.
Ho due nuovi quesiti da porLe e approfitto della Sua cortese disponibilità per aiutarmi a risolverli.
A) Se Giulio arrivasse mentre Paolo è sotto la doccia, rischierebbe che nessuno gli (apra? aprirebbe? apre?) il cancello e rimarebbe chiuso fuori.
Quale fra i tre modi verbali tra parentesi è quello corretto? Mi potrebbe fornire gentilmente una breve spiegazione?
Le espongo il secondo quesito. Leggendo, mi sono imbattuta in una frase nella quale l’uso del congiuntivo non mi è chiaro (che novità!):
B) …se mai stesse scritto nei disegni della Divina Provvidenza che la mia dinastia non DEBBA piu regnare, allora lascerò il mio trono.
Perché l’autore ha usato il congiuntivo “debba”? Non è corretto il congiuntivo imperfetto “dovesse” oppure il futuro “dovrà” o il presente “deve”? Potrebbe in breve spiegarmi la motivazione?
Grazie di cuore.
Viv
Cara Viv, nella frase A usiamo il congiuntivo “apra” in quanto il verbo “rischiare” segito da “che” vuole il congiuntivo; nella frase B viene usato il congiuntivo presente perché l’autore si riferisce al presente e vuole sottolineare che non è un avvenimento certo; ma grammaticalmente sarebbe corretto anche l’indicativo presente o futuro.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna,
Ho un dubbio:
Ho letto in un libro che le forme si dice che e dicono sono usate con il congiuntivo.
Ho letto anche che la forma verbale “Dico” si usa con l’indicativo. Es: Dico che Paolo è simpatico
Vorrei sapere se le forme Dici, Dice e Diciamo sono usate con il congiuntivo
Grazie tante
Amina
Cara Amina, il verbo “dire” regge l’indicativo.
Un saluto
Prof. Anna
Buonasera prof. Anna.
È corretta questa frase.
Balotelli ha fatto la miglior partita che gli ho mai visto fare, peccato si sia fatto espellere ingenuamente e che debba saltare la prossima.,questi sono errori che si pagano
Ps .si sarebbe potuta sviluppare anche in altro modo?
Un saluto
Salvo
Caro Salva, sarebbe più corretta se ci fosse un congiuntivo nella frase relativa: “che gli abbia mai visto fare”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna
è coretta questa frase?
ieri non sepevo ancora che stasera avrei avuto tempo per incontrarmi con te
grazie tante
Caro Mattia, la frase che mi scrivi è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
Cara prof Anna ad una frase del tipo: “…se questo fosse vero dovrebbe mangiare molta più frutta” è corretto rispondere: “chi ti dice che non lo fa”? oppure “chi ti dice che non lo faccia”? In altre parole il “chi ti dice che” vuole per forza l’indicativo oppure va bene anche il congiuntivo?
Caro Marco, in questo caso è meglio dire “chi ti dice che non lo faccia?”.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile professoressa Anna, buongiorno. Le espongo i miei nuovi dubbi:
A) Non so perché tu l’abbia fatto
B) Non so perché l’hai fatto
Mi sembrano entrambe corrette, in quanto nella frase A esprimo una sfumatura di eventualità (non conosco il motivo dell’azione ma mi potrebbe essere spiegato) , mentre la frase B è un’affermazione (ignoro il motivo dell’azione).
È corretta la mia interpretazione?
Un altro dubbio mi ostacola quando una frase è introdotta da “il fatto che”.
C)Il fatto che tu sia mia fratello non ti permette di comportarti così
D)Il fatto che sei mio fratello non ti permette di comportarti così
L’essere mio fratello è un fatto certo, quindi il congiuntivo “che tu sia” lo trovo fuori luogo.
Sono in errore?
E nella frase seguente?
E)Il fatto che non mi rivolga ancora la parola significa che è ancora offeso F)Il fatto che non mi rivolge ancora la parola significa che è ancora offeso
Il non rivolgere la parola potrebbe essere una mia sensazione, in quanto magari non mi è stata rivolta perché non si è verificata una condizione favorevole. Quindi uso il congiuntivo.
È corretto?
Un ultimo quesito:
G)Non immagini quanto sia bella Parigi
è un’opinione. Per altri, potrebbe essere brutta, quindi uso il congiuntivo. Ma nella frase:
H) Non immagini quanto sia grande Parigi, è corretto l’uso del congiuntivo dal momento che oggettivamente Parigi è grande?
Aiutooo!
Grazie di cuore
Viv
Cara Viv, dopo “non so” ci vuole il congiuntivo; dopo “il fatto che” è possibile sia l’uso del congiuntivo sia quello dell’indicativo, quindi può essere corretta sia la frase D sia la E, come dici tu; dopo “non immagini” è meglio usare il congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
Egr. Prof.ssa le inoltro la seguente frase:
” Qualcuno glielo ha riferito? Perche’ lei mi pare che non lo sa proprio…”
Il “sa” è del tutto scorretto nel senso che andrebbe usato il “sappia”o ha qualche possibilità?
Grazie.
Cordiali saluti
Caro Lorenzo, dopo il verbo “parere” è necessario il congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
Buongiorno volevo chiederLe prof. Come posso fare per iscrivermi al Suo blog. Grazie
Beh, dopo aver visto in tempo reale il mio commento, vuol dire che basti/a inserire la mail ed inviare.
Caro Costantino, benvenuto su Intercultura blog!
A presto
Prof. Anna
Buongiorno a tutti. Sono una ragazza bulgara e ho appena scoperto questo sito. A novembre sosterrò il livello C2 di lingua italiana. Voi mi darete l’aiuto necessario per le poche cose che non mi sono ancora ben chiare. Grazie
Cara Tatyana, benvenuta su Intercultura blog!
A presto
Prof. Anna
Cara prof.ssa,
è scorretta la frase:
“facciamo che giochiamo a carte?”
intesa col significato di proposta: “giochiamo a carte?”?
Cara Agata, non è propriamente corretto, si usa in un linguaggio molto informale; ma è da evitare in registri più formali o controllati.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna
Ho un dubbio:
Ho imparato che:
indicativo presente + congiuntivo presente = azione contemporanea
indicativo presente + congiuntivo passato = azione anteriore
indicativo passato + congiuntivo imperfetto = azione contemporanea
indicativo passato + congiuntivo passato = azione anteriore
Il mio dubbio è: quando abbiamo
indicativo presente + congiuntivo imperfetto (azione anteriore)
Qual è la differenza tra usare (quando abbiamo il l’indicativo presente nella frase principale) il congiuntivo imperfetto o il congiuntivo passato?
Es: Ritengo che l’esercizio fosse troppo difficile (azione anteriore)
Es: Ritengo che l’esercizio sia stato troppo difficile (azione anteriore)
Vorrei sapere qual è la differenza tra usare “fosse” o “sia stato”. Le due forme verbali esprimono anteriorità riguardo al verbo della principale, che è al indicativo presente
Cara Amina, usiamo il congiuntivo imperfetto (nella subordinata) solo quando il verbo della reggente è al passato per esprimere contemporaneità, quindi, di norma, se vuoi esprimere anteriorità e il verbo reggente è al presente, è meglio usare il congiuntivo passato e non l’imperfetto.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna
Grazie mille!
A presto
Amina
Cara professoressa;
Nella “Grammatica avanzata della lingua italiana” (nel capitolo degli aggetivi) ho trovato questa frase: “Pensa che Ottavio è diventato un funzionario alto del Ministero degli Esteri.”
Perché in questa frase non si usa il congiuntivo, cioe: “Pensa che Ottavio sia diventato”?
Cara Ana, in questo caso “pensa” è un imperativo (tu pensa), e il senso della frase è “sai che Ottavio è diventato….”, qui “pensare” non ha il significato di “credere” e quindi non è necessario il congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
Cara professoressa
Mi interesa perche in questa frase: “Pensa che Ottavio e’ diventato un alto funzionariodel Ministero degli Esteri.” non si usa il congiuntivo? Cioe perche non si usa Ottavio sia diventato e non e’ diventato?
grazie , e’ realmente una pagina preziosa che ci aiuta .
Cara professoressa,
è corretto “approfitto che non piovE per fare una passeggiata” oppure “approfitto che non piovA per fare una passeggiata”?
Ne è nata una diatriba.
Grazie mille
Beatrice
Cara Beatrice, in questo caso il congiuntivo non è necessario, quindi è corretta la frase con l’indicativo.
Un saluto
Prof. Anna
Bel programma!
Buongiorno professoressa Anna. Ogni tanto torno a rivolgermi a Lei con qualche dubbio da sottoporre alla Sua cortese attenzione.
Le espongo il mio quesito:
A) Stefano non mi ha ancora reso il libro. La scortesia sta nel fatto che, dopo un anno, non mi venga nemmeno chiesto se, per caso, vorrei mi venisse restituito.
B)…che, dopo un anno, non mi venga nemmeno chiesto se, per caso, volessi mi venga restituito.
C)…che, dopo un anno, non mi venga nemmeno chiesto se, per caso, volessi mi venisse restituito.
Qual è o quali sono le frasi corrette? Mi potrebbe gentilmente fornire una breve spiegazione?
Grazie mille e buona giornata.
Viv
Cara Viv, la forma piu corretta fra quelle che mi proponi è quella al punto A: vorrei mi venisse restituito; usiamo il condizionale presente per “volere” perché siamo nel presente (e non il congiuntivo imperfetto “volessi”); il condizionale presente “vorrei” regge il congiuntivo imperfetto (vorrei che mi venisse restituito); avresti potuto anche usare l’indicativo dopo il “se”: “se voglio che mi venga restituito”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara professoressa,
Grazie mille per il Suo aiuto.
Buongiorno Professoressa, ahimè, nel frattempo mi sono sorti nuovi dubbi e mi rivolgo di nuovo a Lei.
Le espongo i quesiti:
A)”Penso sarebbe un problema per Paolo raggiungere quel ristorante” è corretto se voglio sottintendere la possibilità di scegliere quel ristorante, ovvero “se decidessimo di prenotare lì”?
B)Se non mi avessi aiutato a decidere, mi starei ancora chiedendo:
1. se fosse il caso di partire
2. se è il caso di partire
Ancora grazie e buona giornata.
Viv
Cara Viv, la frase A è corretta, nel caso B invece è corretta l’opzione 1.
Un saluto
Prof. Anna
il problema principale non è che i miei sogni siano significativamente diversi dagli obiettivi che perseguo, ma che io ne sia consapevole e non riesca a porre rimedio a questa discrepanza tra ciò che soddisferebbe la mia anima e ciò che invece appagherebbe il mio intelletto.
buongiorno professoressa, questa frase è giusta o dopo il ‘che’ serve l’indicativo?
grazie!
Cara Marta, il periodo che mi scrivi è coretto.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile prof. Anna, Le chiedo cortesemente una delucidazione, Il congiuntivo non si usa nelle frasi principali,quindi codeste frasi sono corrette? ” PURTROPPO SÌ, ANCHE SE POTREI DORMIRE….PAZIENZA SFRUTTIAMO DI PIÙ LA GIORNATA,CIAO….”. e anche in quest’altra “NON SO SE SAREBBE STATO MEGLIO ESSERE SPETTATORE IN QUELLA SCENA OPPURE ATTORE”.
Caro Costantino, nelle fasi che mi scrivi non c’è il congiuntivo, ma il condizionale; le principali hanno l’indicativo (sfruttiamo; non so), e le subordinate il condizionale (se potrei; se sarebbe stato); le frasi comunque sono corrette.
Un saluto
Prof. Anna
Delle domande che Le ho appena poste, potrebbe per favore spiegarmi la ratio? Grazie e buona serata
Gentile professoressa, ricordo, tanto tempo fa , un docente mi disse, nella maggior parte dei casi il “se” è seguito dal congiuntivo,(doppia esse es. “Se andassi” lo porterei. A questo proposito Le ho rivolto la domanda l’altro giorno (PURTROPPO SÌ, ANCHE “SE “POTREI DORMIRE….PAZIENZA SFRUTTIAMO DI PIÙ LA GIORNATA,CIAO….”. e anche in quest’altra “NON SO “SE”SAREBBE STATO MEGLIO ESSERE SPETTATORE IN QUELLA SCENA OPPURE ATTORE”.)Ma c’erano delle eccezioni, proprio queste vorrei cortesemente che Lei m’insegnasse. Grazie e buona serata. colgo l’occasione per farLe tanti auguri di Buon Natale.
Caro Costantino, non sempre “SE” è seguito da congiuntivo, dipende dai casi: la frase “anche se potrei dormire” è una proposizione concessiva e dopo “anche se” ci vuole il condizionale; mentre “non so se sarebbe stato meglio” è una proposizione interrogativa indiretta e anche in questo caso dopo il “se” ci vuole il congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie prof. Buon 2014.
Potrebbe suggerirmi l’argomento grammaticale attraverso cui posso studiare questi casi particolari “anche se potrei…” e “non so se sarebbe stato meglio…” come la “preposizione concessiva” ed altre. Grazie e di nuovo Bion anno. Costantino
Caro Costantino, è necessari studiare i vari tipi di proposizioni subordinate, come appunto le proposizioni concessive. Ci saranno presto sul blog anche articoli dedicati alle proposizioni subordinate.
Un saluto
Prof. Anna
Buona anno prof Anna.
Ho letto questa frase “Non sopporto vivere nel terrore che la prossima telefonata potrebbe essere quella del mio ex datore di lavoro”
È sbagliato in quanto ci vuole “possa”
Saluti
Salvo
Caro Salvo, oltre al fatto che ci vuole “possa”, il verbo “sopportare” seguito da un infinito vuole la preposizione “di”: “non sopporto di vivere”.
Un saluto
Prof. Anna
Sono contenta di non averne sbagliata nemmeno una. Comunque c’è sempre tanto da imparare,ricordare e ripetere. Ottima iniziativa e complimenti
Gentilissima professoressa Anna, buon pomeriggio.
Avrei alcune frasi da proporLe all’interno delle quali la scelta dei verbi mi fa sorgere dei dubbi.
A) Non vuole che Paolo pensi che Stefano lo FACCIA di proposito
B) E’ un fatto di dominio pubblico che gli allevatori SONO senza scrupoli, ma che arrivino a operare con tanta brutalità va al di là di ogni immaginazione.
C) Spero che nessuno pensi che Roberto SBAGLIEREBBE qualora comprasse un libro nel quale TROVI dei suggerimenti che lo PERSUADONO affinchè smetta di fumare.
D) Non so perché SEI arrivato presto.
E) Non riesco a capire che cosa PUO’ succedere di tanto incredibile fra tre giorni.
Per le frasi in cui rileverà un errore, potrebbe cortesemente fornirmi una breve spiegazione?
Grazie mille per la pazienza e la disponibilità.
Viv
Cara Viv, la scelta dei verbi è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
Buonasera professoressa,
mi chiedo se sia più giusto dire: ” Non c’è niente che non va” oppure ” Non c’è niente che non vada”.
Grazie
Caro Luca, sono corrette entrambe le forme.
Un saluto
Prof. Anna
Salve signori .Bel sito , bella iniziativa ,complimenti per quello che fate : diffodere la grammatica italiana on line , gratis e più che altro fare le correzioni delle frasi che vi proponiamo ! La frase che io vi propongo è questa : ”Cosa importava a lui che ella stesse a lavoro ? ” . Questa frase non mi suona bene e non so se l’uso del congiuntivo è corretto . Ringrazio subito per la vostra attenzione , alla prossima frase !!! .
Caro Francesco, l’uso del congiuntivo è corretto, ma è l’espressione “stare al lavoro” che non suona proprio bene, è meglio usare “essere al lavoro”.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Grazie prof. Anna
buongiorno, scrivo per avere un chiarimento:
mi piacerebbe che nevica… mi piacerebbe che nevichi dal mio punto di vista sono entrambe corrette? mi piacerebbe avere dei commenti in merito. Grazie, Samuele
Caro Samuele, le frasi che mi scrivi non sono corrette; bisogna usare il congiuntivo imperfetto: mi piacerebbe che nevicasse, ti consiglio di leggere questo articolo sulla concordanza dei tempi: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=4306.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile Prof. Anna,
vorrei chiederle se a suo avviso sono corrette queste frasi:
“volevo chiederle se avesse ricevuto un riscontro dal Sig. Mario Rossi in merito al documento”
“vorrei chiederle se avesse avuto notizie ..”
“vorrei sapere se ha ricevuto notizie circa il documento…”
grazie
Luana
Cara Luana, le frasi che mi scrivi sono corrette, le interrogative indirette possono avere il verbo sia all’indicativo sia al congiuntivo quando si vuole sottolieneare il valore dubitativo della frase.
Un saluto
Prof. Anna
Carissima professoressa Anna, La contatto nuovamente per sciogliere due dubbi riguardanti il quesito che Le ho proposto di recente.
Lei mi ha indicato come corrette le frasi:
A) Non so perché SEI arrivato presto
B) Non riesco a capire che cosa PUO’ succedere di tanto incredibile fra tre giorni
Se nella frase A sostituissi l’indicativo “SEI” con il congiuntivo “TU SIA” e nella frase B scegliessi di usare il congiuntivo “POSSA” al posto dell’indicativo “PUO'”, sarebbe scorretto?
Se la reggente della frase B fosse “NON IMMAGINO che cosa” , oppure “NON SO che cosa”, cambierebbe la scelta del verbo della subordinata?
Sarebbe così gentile da fornirmi una breve spiegazione?
Ancora mille grazie.
Tanti saluti.
Viv
Cara Viv, le opzioni che proponi sono corrette, infatti sono tutte interrogative indirette e quindi possono reggere sia l’indicativo sia il congiuntivo se si vuole sottolineare il valore dubitativo della frase.
A presto
Prof. Anna
Buonasera. Il mio dubbio è questo: in una frase che esprime una mia sensazione sul fatto che una persona non sia riuscita a fare qualcosa perchè era altrove, è corretto ‘ho pensato che fosse dipeso dal fatto che fossi qui’? O sarebbe meglio dire ‘ho pensato che è dipeso dal fatto che fossi qui’, o ancora ‘ho pensato che fosse dipeso dal fatto che eri qui’? La cosa certa è che quella persona si trovava altrove, di qui il dubbio di poter usare il verbo essere al presente, ma il verbo ‘pensare’ esprime opinione e regge una proposizione secondaria. Grazie.
Caro Marco, io direi “ho pensato che fosse dipeso dal fatto che (non?) eri qui”.
Un saluto
Prof. Anna
Salve, ho un dubbio.
E’ meglio dire: “…E vuole che nessun figlio vada perduto” oppure “…E vuole che nessun figlio sia perduto”? Qualora entrambe le forme siano corrette, quale è preferibile usare fra l’una e l’altra?
Grazie in anticipo.
Caro Marcello, dipende da cosa vuoi dire, le frasi sono entrambe corrette.
Un saluto
Prof. Anna
Gentilissima Professoressa, ho iniziato una nuova lotta senza quartiere con l’uso del congiuntivo e la confusione ha preso il sopravvento. Mi rivolgo alla Sua pazienza per uscire dal tunnel.
A) Ho pensato fossimo d’accordo che ti avrei chiamato io, invece mi hai anticipato.
B) Ho pensato fossimo d’accordo che dovessi telefonarti io, invece mi hai anticipato.
C)Ho pensato fossimo d’accordo che ti telefonassi io, invece mi hai anticipato.
D)Ho pensato fossimo d’accordo che ti telefonavo io, invece mi hai anticipato.
Gentilmente mi potrebbe indicare quali frasi sono scorrette con una breve spiegazione.
Ancora grazie mille.
Viv
Cara Viv, sono corrette tutte le frasi, nella A il condizionale passato esprime posteriorità, mentre nelle altre frasi abbiamo il congiuntivo imperfetto che esprime contemporaneità e nell’ultima frase l’indicativo imperfetto che non è scorretto perché “essere d’accordo” non vuole necessariamente il congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
Buongiorno prof. Anna
La frase “ho i miei dubbi che lei abbia capito di che Elena parlo” è corretta
Saluti
Salvo
Caro Salvo, la frase che mi scrivi è corretta.
A presto
Prof. Anna
Buonasera professoressa Anna,mi chiamo Marco.La contatto per porle il seguente quesito:poichè tra due proposizioni l’anteriorità rispetto al passato si esprime coniugando il verbo della subordinata al condizionale passato,secondo lei è corretta la frase “Gli chiesi se da grande avrebbe voluto fare il calciatore”.
Distinti saluti.Marco
Caro Marco, il condizionale passato passato esprime posteriorità rispetto alla principale al passato, comunque la frase che mi scrivi è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
Ho un dubbio sulla correttezza di questa frase:
Hai agito così senza immaginare quanto ti stavi sbagliando.
(ipotizzando di poter usare il verbo immaginare con il significato di intuire, capire, comprendere, quindi in sostituzione di uno di questi verbi, è permesso l’uso dell’indicativo o è obbligatorio usare il congiuntivo?)
Grazie
Grazie per
Caro Gianni, è accettabile anche l’indicativo.
Un saluto
Prof. Anna
Salve prof. Anna,
Ho un dubbio sulla correttezza di questa frase:
“Allora tranquilla, è il meglio che ti può offrire la piazza!”
Premetto che la mia è un affermazione.
Avrei dovuto usare il congiuntivo o va bene anche l’indicativo?
Grazie
Bartolo
Caro Bartolo, è corretto anche l’indicativo.
Un saluto
Prof. Anna
“Professore, magari altri farebbero un minimo di quello che fai per la nostra zona…” Il verbo “farebbero” è corretto? Non è più corretto facessero? In quanto, “professore, magari altri facessero un minimo di quello che fai per la nostra zona…, sarebbe più utile per tutti…”
A volte, c’è anche dopo magari, il condizionale, perché?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, nella frase che mi scrivi mi sembra che “magari” esprima un desiderio e in questo caso è corretto il congiuntivo; mentre quando “magari” esprime un dubbio “forse, eventualmente” può essere seguito dal condizionale.
Un saluto
Prof. Anna
Io credo che si può avere la licenza media, essere preparati ed avere senso civico con passione civile. E’ giusto usare il congiuntivo può o possa? Grazie
Caro Nicola, è corretto usare il congiuntivo dopo il verbo “credere”.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie prof. Anna.
Anch’io non ero certo che il verbo avesse perso il suo significato originale di percezione fisica o psichica. Mi permetto di aggiungere che la mia domanda traeva origine dal seguente ragionamento:
(a) sensazione fisica: “Sento cantare il gallo nel cortile” (percezione uditiva); “Sento che scotta ancora” (percezione legata al tatto o al gusto); ecc.
(b) “Sento che mi sta succedendo qualcosa” (percezione che potrebbe essere soltanto psichica).
A me pare (da inesperto) che “sentirsi gli anni” si possa dire solo in senso figurato (il soggetto non ha alcuna sensazione né fisica né psicologica in senso stretto, come quando si dice: “Sento che sto per svenire”).
Prendiamo la frase: “Si sente gli occhi addosso dell’intera platea quando parla in pubblico”. Anche in questo caso, è vero che gli astanti stanno guardando l’oratore, ma “sentirsi gli occhi di qualcuno addosso” è usato in senso figurato per come la interpreto io. Certo, l’oratore potrebbe sudare per lo stress o l’emozione, ma non letteralmente per gli occhi che gli stanno addosso.
Dov’è che sto sbagliando? Cosa non riesco a cogliere?
PS. Se dicessi “portarseli bene (gli anni)” anziché “sentirseli”, “portarseli” potrebbe essere analizzato come verbo procomplementare?
Grazie per la pazienza.
Caro Giacomo, io credo che nella frase “sentirsi gli anni” sia implicita una sensazine fisica o psichica: non mi sembra di avere una determinata età perchè mi sento in forma fisicamente (sensazione fisica) o perchè mi sento giovane mentalemente, quindi non credo si possa analizzare come un verbo procomplementare; nemmeno “portarseli” nel senso di “portare bene gli anni” nel senso di “dimostrare meno anni” lo considererei come un procomplementare, deriva da uno dei significati di “portare”, cioè: “sopportare”; procompementari sono verbi come:”cavarsela”, “prendersela”, “farcela”, “passarne”, ecc.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie per la risposta, Prof. Anna.
Cordiali Saluti
Nicola Bruno
Carissima Prof. Anna,
le ho scritto la settimana scorsa per un quesito sul congiuntivo e non ho ancora avuto risposta, la prego di rispondermi al più presto è molto importante per me.
Grazie
Marifilla
Anche il congiuntivo esprime un dubbio (o no?), quindi come farei a capire se ci vorrebbe (corretto?) il condizionale, dopo magari?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, dipende da cosa vuoi esprimere: “magari fossi già in vacanza!” (desiderio), “magari (=forse, eventualmente) potrei venire in vanza con te”.
Un saluto
Prof. Anna
gentile prof Anna,
è corretta la frase “Sono sicuro che ci fossero prima della mia partenza”
oppure, esprimendo certezza si può anche dire ” sono sicuro che c’erano” ??
La ringrazio anticipatamente
Daniela
Cara Daniela, in questo caso puoi usare l’indicativo.
A presto
Prof. Anna
La ringrazio per le sue risposte, sempre, cortesi!
Distinti saluti
Rico
G.le Prof Anna,
è corretta la frase “a meno che tu non va a lavoro al posto mio”.
Ringrazio anticipatamente, saluti.
Cara Vincenza, dopo “a meno che” ci vuole il congiuntivo, quindi “a meno che tu non vada…” è corretto.
A presto
Prof. Anna
errata corrige
“a meno che tu non vada a lavoro al postomio”
Salve prof. Anna
Questa frase ? corretta: “Non sopporto che Luca abbia detto una cosa saggia”
Saluti
Salvo
Caro Salvo, la frase che mi hai scritto è corretta.
A presto
Prof. Anna
Gent. Prof, ho un dubbio e purtroppo avrei bisogno di una risposta urgente.
E’ meglio usare l’indicativo o il congiuntivo in una relativa subordinata e successiva a una forma congiuntiva?
La frase è:
“Mi auguro, quindi, che siano questi i principi propulsori che continuano (o: continuino?) a unire ed animare l’associazione”: vorrei sapere se nella subordinata relativa sia preferibile, in questo caso, l’indicativo (continuano) o il congiuntivo (continuino), considerato che la parte precedente della relazione ha chiaramente esplicitato che tali principi sono stati “la realtà” che ha sempre caratterizzato l’associazione stessa. Ringrazio e spero possa aiutarmi a chiarire questo dubbio!
Cara Emilia, in questo caso io userei l’indicativo, ti consiglio di leggere questo articolo sul congiuntivo nelle frasi relative: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=4895
A presto
Prof. Anna
ho un dubbio, durante una conversazione mi è scappata la seguente frase:
“se si giudica la letteratura come si giudicherebbe il panettiere..sì”
detta subito dopo un giudizio che credevo banale, ma sono stato ripreso perchè al posto del condizionale avrei dovuto usare il congiuntivo (giudicasse). pur concordando che probabilmente suona meglio la correzione (se si giudica la letteratura come se si GIUDICASSE il panettiere) ho il dubbio che non fosse del tutto inesatta la prima frase, può togliermi il dubbio?
Caro Carmelo, avresti dovuto usare il congiuntivo se la frase fosse stata introdotta da “come se”: se si giudica la letteratura come se si giudicasse….”; mentre solo con “come” puoi usare l’idicativo “se si giudica la letteratura come si giudica…”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara prof.Anna, oggi mi sono recata in farmacia per acquistare dei prodotti che uso da tanto tempo, purtroppo un erano disponibili. Il farmacista insistendo a cercato di consigliarmi altri prodotti con una differenza di prezzo molto alta, ho risposto : no grazie questi prodotti non mi convengono.Voglio sapere se il verbo* non mi convengono* è corretto? La mia amica dice di no. Voglio una tua risposta. Grazie mille.
Cara Imma, il verbo che hai usato è corretto.
Un saluto
Prof. Anna
“Non so se sarebbe meglio, se lei venisse…” La frase è corretta!
Perché non si dice ” Non so se fosse meglio, se lei verrebbe”? (E’ sbagliata sì.) Forse perché nella subordinata si usa il condizionale e nella principale il congiuntivo?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, la frase è corretta (non metterei la virgola tra le due frasi però), mentre la seconda che mi scrivi invece non lo è: nella frasi codizionali come “se lei venisse” dopo il “se” ci vuole il congiuntivo, mentre in “non so se sarebbe meglio” la frase introdotta da “se” è un’interrogativa indiretta e può reggere anche il condizionale.
A presto
Prof. Anna
La ringrazio…
Quale sarebbe la differenza fra una frase condizionale e un’interrogativa indiretta? Come farei a capire qual è l’una e qual è l’altra?
Distinti saluti
Caro Rico, le interrogative indirette esprimono una domanda in forma indiretta e dipendono da verbi come -domandare, chiedere, non sapere; mentre le condizionali esprimono la condizione necessaria per l’avverarsi di quanto è affermato nella reggente e sono introdotte da -se, qualora, purché.
Un saluto
Prof. Anna
Credo che sia meglio/giusto che lui venga! In questa frase ci sono due congiuntivi, è corretta? Perché a volte in una frase simile trovo un congiuntivo e un indicativo e non un altro congiuntivo? Me lo spiegherebbe? Grazie
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, un indicativo non sarebbe corretto, ma è corretto usare il congiuntivo sia nella frase retta da “credo” sia in quella retta da “sia meglio”.
A presto
Prof. Anna
Non so se ci andrei che succederebbe… E’ corretta?
Non so se sarebbe meglio se lei venisse… E’ corretta!
Perché nella prima frase il che è seguito da “succederebbe”; mentre, nella seconda il se da “venisse”?
Distinti saluti
RIco
Caro Rico, cambierei la prima frase in questo modo: “non so che cosa succederebbe se ci andassi” infatti il “che” in questa caso significa “che cosa” e introduce un’interrogativa indiretta che può avere il verbo al condizinale per sottolineare che quanto espresso è soggetto a una condizione (se ci andassi); “se lei venisse” è corretto perché usiamo il congiuntivo imperfetto dopo una reggente al condizionale “sarebbe meglio”.
Un saluto
Prof. Anna
cara prof. Anna mi stavo domandando se queste tipi frasi devono prendere “il congiuntivo” o in vece l’indicativo presente, ad esempio “la mia mamma si mette a pensare che (io) deba avere un lavoro autonomo” o “la mia mamma si mette a pensare che io debo avere un lavoro autonomo”… grazie tanto a Lei.
Caro Fernando, io cambierei la frase in questo modo: “mia madre pensa che io debba avere un lavoro autonomo”.
Un saluto
Prof. Anna
Gli Ho detto che se fossi andato l’avrei accompagnato. E’ corretta?
Siamo rimasti… che se fossi andato l’avrei accompagnato. E’ corretta?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, le frasi sono corrette, aggiungerei però “siamo rimasti d’accordo che…”.
Un saluto
Prof. Anna
Salve prof. Anna,
mi domandavo se la frase “voglio regalarti qualcosa che ti piacerebbe” possa essere corretta. A mio parere si deve usare il congiuntivo “voglio regalarti qualcosa che ti piaccia”, ma magari mi sfugge un qualche contesto n cui la prima frase può essere corretta. Grazie.
Cara Sofia, la tua ipotesi è corretta, ci vuole il congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
Ottimi esercizi per rinfrescare le nozioni di grammatica,talvolta purtroppo dimenticate.
“Credo che è un film che ci possa riscattare dai pregiudizi”, la frase è corretta? L’autore avrebbe dovuto dire “credo che sia un film che ci possa riscattare…”, o no?
Distinti saluti
RIco
Caro Rco, infatti in questo caso il congiuntivo è necessario.
A presto
Prof. Anna
“Malgrado mi abbia detto di venire, ora non c’è!” E’ corretta?
“Malgrado mi abbia detto/avesse detto che sarebbe venuto, ora non c’è!” Con questa concordanza “abbia detto” è più facile che ci venga; mentre con quest’altra “avesse detto” è più difficile che ci venga: sono corrette le mie interpretazioni?
Distinti saluti
RIco
Caro Rico, in tutti i casi non viene espressa la possibilità che “ci venga”, né con il congiuntivo passato né con il trapassato.
A presto
Prof. Anna
Tempo fa un amico usava quel numero però non so/non sono sicuro se fosse/sia suo… “Se sia” si userebbe per il presente; mentre “se fosse” per il passato, per cui dipende da cosa io voglia dire; o dovrei far riferimento, per la concordanza, ai verbi (usava o non so/non sono sicuro?) che precedono quelli succitati?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, dipende se ti riferisci al presente (se sia) o al passato (se fosse).
Un saluto
Prof. Anna
Voglio dimostrare che tu sia o sei? In questo caso il verbo sia/sei si concorda facendo riferimento al verbo dimostrare o al verbo volere? quindi se con “dimostrare” seguirebbe “sei”; invece con “volere”, sia”. Per questo, qual è la regola da seguire?
Voglio dire che tu debba/devi? (come il caso citato sopra)
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, le frasi in questione sono frasi oggettive, per la scelta dell’uso dell’indicativo o del congiuntivo ti consiglio di leggere questo articolo: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=6742
Un saluto
Prof. Anna
una domanda, è più corretto dire:
– non ho detto che la parola non esiste…
– non ho detto che la parola non esista…
Caro Francesco, nessuna delle due frasi è scorretta, se vuoi esprimere la certezza dell’avvenimento userai lìindicativo, mentre per esprimere un avvenimento presunto o probabile userai il congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
“Malgrado mi abbia detto di venire, ora non c’è!” E’ corretta?
“Malgrado mi abbia detto/avesse detto che sarebbe venuto, ora non c’è!” Con questa concordanza “abbia detto” è più facile che ci venga; mentre con quest’altra “avesse detto” è più difficile che ci venga: sono corrette le mie interpretazioni?
La sua risposta:”Caro Rico, in tutti i casi non viene espressa la possibilità che “ci venga”, né con il congiuntivo passato né con il trapassato”. Mi farebbe capire meglio? Grazie
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, intendevo dire che la scelta del congiuntivo passato non conferisce all’enunciato il senso che tu proponi, cioè che “è più difficile che ci venga”, il significato rimane lo stesso con entrambi i tempi del congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
Salve redazionedi Zanichelli . Vi propongo la frase in seguito che a me non tanto convince come forma grammaticale ed appunto il congiuntivo ”fosse” ( che io ho pensato opportuno così dato che vien dopo il che ) e quindi vorrei saper se sta bene . ” certi suoi colleghi dicono e credono che fosse proprio lui che si opponeva di lavorare perché preferiva dir chiacchiere ” . Grazie per la vostra attenzione ed il vostro lavoro !
Caro Franco, l’uso del congiuntivo è corretto, se le due azioni sono contemporanee userei però il congiuntivo presente visto che il verbo “credono” è al tempo presente: “credono che sia proprio lui…” oppure se la subordinata è anteriore alla reggente si userà il congiuntivo passato: “credono che sia stato proprio lui…”, invece non è corretto “si opponeva di lavorare” il verbo “opporsi” non regge la preposizione “a + infinito”, quindi meglio dire per esempio “si rifiutava di lavorare” o “non voleva lavorare”.
Un saluto
Prof. Anna
“Come farei a capire se ci vorrebbe…”. Il condizionale dopo il “se” è corretto? Se no o se sì, perché? E’un’interrogativa indiretta?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, è un’interrogativa indiretta, il verbo può essere al condizionale per sottolineare che quanto è espresso nell’interrogativa è soggetto a condizioni, non mi sembra questo il caso, anche se non so come contiunua la frase, potresti anche usare l’indicativo.
Un saluto
Prof. Anna
“Voglio dimostrare che tu sia o sei?” Il verbo dimostrare deve essere seguito dall’indicativo. Verificato ciò, nella domanda c’è anche “voglio”, per cui dovremmo usare l’indicativo facendo riferimento al verbo dimostrare o il congiuntivo riferendoci a “voglio”? E la stessa cosa nella frase “Voglio dire che tu devi” (“devi”, perché è preceduto dal verbo “dire), dunque, dovremmo far riferimento al verbo “dire” e non al verbo “voglio”?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, il verbo “essere” dipende da “dimostrare” quindi: “voglio dimostrare che tu sei”, così come il verbo “dovere” dipende da “dire”, quindi “voglio dire che tu devi”.
A presto
Prof. Anna
Ringrazio prof. Anna per la sua correzione . quindi la frase verrebbe ”certi suoi colleghi dicono e credono che SIA STATO proprio lui che si RIFIUTAVA di lavorare perché preferiva dir chiacchiere ” ? a me sinceramente non suona ancora tanto bene dato che io il ”sia stato ”lo userei in una frase tipo ” … dicono che sia stato proprio lui a scrivere … ” a differenza di lavorare che è un verbo dal senso un po’ vago dopotutto viene anche dopo un’altro ”che” e il ”si rifiutava di ” . comunque i colleghi credono ora che… invece egli lavorava solo in passato .chiaro il senso ? . ma ho pensato anche usare semplicemente l’imperfetto dopo il primo ” che ” ( dove c’è il fosse ) è proprio sbagliato o potrebbe anche andare dato che è comunque un fatto sicuro , in cui i colleghi dicono e che credono certamente ? mannaggia a questi congiuntivi !! non finirò mai di impararmeli bene se non grazie a voi 😛 !!!ringrazio ancora con tanta stima nei vostri confronti .
Caro Franco, dopo il verbo “credere” è necessario il congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
“Malgrado potrebbe starsene senza lavorare, lavora!” Il condizionale in questa frase è scorretto, Perché la subordinata è introdotta da una congiunzione?
“Malgrado potesse starsene senza lavorare, lavora!” E’sbagliata, perché non è giusta la concordanza dei tempi?
“Malgrado potesse starsene senza lavorare, lavorava!” E’corretta.
“Malgrado possa starsene senza lavorare, lavora!”. E’corretta.
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, le tue ipotesi sono corrette, dopo “malgrado” di solito ci vuole il congiuntivo.
A presto
Prof. Anna
“Dovresti andare in farmacia per chiedere se ha/abbia/avesse/avrebbe quel medicinale…” Io utilizzerei “se abbia” visto che c’è il verbo chiedere che lo precede… Ho ragione?
Distinti saluti
Caro Rico, è corretto usare l’indicativo: “dovresti andare in farmacia per chiedere se hanno quel medicinale”.
A presto
Prof. Anna
volevo sapere se questo annuncio è corretto:
CHIUNQUE NE HA VOGLIA!
LUNEDI’ ORE 9.00 FUORI AL CONAD ( SULLA NAZIONALE ALL’USCITA AUTOSTRADA BAIANO) CI INCONTRIAMO PER ANDARE A CAMMINARE!
ISCRIVETEVI AL GRUPPO E SE VOLETE, INVIATEMI IN PRIVATO IL VOSTRO NUMERO DI CELLULARE CHE VI AGGIUNGO NEL GRUPPO SU whatsapp
Caro Adriano, io farei qualche correzione: “chiunque ne abbia voglia….fuori dal Conad…e, se volete,…”.
Un saluto
Prof. Anna
Salve prof. Anna, è corretta questa frase: non ho visto se la sedia fosse rotta o no.
Saluti
Salvatore
Buongiorno.
Volevo sapere se in questa frase l’uso del “può” è corretto o debba sostituirsi con un “possa”.
Il tema che mi piacerebbe analizzare è l’apporto della letteratura nella didattica della lingua italiana come L2. Come, cioé, la letteratura può influire nell’apprendimento di una L2
grazie e saluti
Cara Micaela, sono corrette entrambe le forme, il congiutivo si usa se vuoi dare una sfumatura eventuale alla frase.
Un saluto
Prof. ANNA
“Dovresti andare in farmacia per chiedere se ha/abbia/avesse/avrebbe quel medicinale…” Io utilizzerei “se abbia” visto che c’è il verbo chiedere che lo precede… La sua risposta:”Caro Rico, è corretto usare l’indicativo: “dovresti andare in farmacia per chiedere se hanno quel medicinale”.Il verbo “chiedere” richiede il congiuntivo, per cui non sarebbe meglio usarlo al posto dell’indicativo?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, il verbo “chiedere” non richiede necessariamente il congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
Buongiorno.
Mi piacerebbe sapere se la frase qui in basso è corretta o invece del “può” è più giusto usare il congiuntivo “possa”.
“Il tema che mi piacerebbe analizzare è l’apporto della letteratura nella didattica della lingua italiana come L2. Come, cioé, la letteratura può influire nell’apprendimento di una L2”.
grazie e saluti
Caro Rico, il verbo “essere” dipende da “dimostrare” quindi: “voglio dimostrare che tu sei”, così come il verbo “dovere” dipende da “dire”, quindi “voglio dire che tu devi”. Si utilizza lo stesso procedimento dunque anche in questa frase “Vorrei dimostrare che tu eri lì e non che tu fossi lì”, “Vorrei dimostrare che se lui fosse all’altezza sarebbe promosso a un livello migliore…”: in questo caso, il verbo “dimostrare” accetta la costruzione di un periodo ipotetico?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, lo stesso discorso vale per le frasi che mi scrivi, che sono corrette.
A presto
Prof. Anna
“Non siamo sicuri che le cose che concepiamo chiaramente e distintamente sono vere” o “non siamo sicuri che le cose che concepiamo chiaramente e distintamente siano vere”. Il “non siamo sicuri” richiede il congiuntivo, difatti è seguito da “che le cose che concepiamo”; il “sono vere”, quindi, non dipende da “non siamo sicuri”, ma da “chiaramente e distintamente”, per questo è corretto l’indicativo, o sbaglio? Si fa riferimento sempre all’espressione precedente e non a quella iniziale per coniugare il verbo, è corretta la mia ipotesi?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, “non siamo sicuri” vuole il congiuntivo, quindi è corretto “siano vere” che dipende appunto da “non siamo sicuri”; un verbo non può dipendere da un avverbio (chiaramente e distintamente), ma solo da un’altro verbo: “non siamo sicuri” -verbo reggente- “siano vere” -verbo dipendente.
Un saluto
Prof. Anna
Prof. Anna , mi scuso ancora ma a distanza di giorni e nonostante gli alri suoi consigli , la frase non mi convince . Se è così cortese di correggermela definitivamente ne sarò contentissimo . A meno che sarò costretto purtroppo a stravolgere un intero capoverso . Ho capito sì che dopo il ”credere ” va il congiuntivo ma è proprio quel congiuntivo che non mi piace .Io ho corretto scrivendo , (dopo il credere ) ” …che sia stato proprio lui che si rifiutava di lavorare …” e non so se va bene perchè suona un pò male . La frase in questione è quella del messaggio numero 456 nel caso in cui non lo ricorda e l’altro mio messaggio è il 462 .Ringrazio veramente tanto .
Caro Franco, la frase: ” …che sia stato proprio lui che si rifiutava di lavorare …” è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
“Io non conosco lo spagnolo, ma essendo una lingua simile all’italiano, non mi è difficile comprenderlo/la”. In questo caso “comprendere” si accorda a “una lingua” o a “lo spagnolo”? E perché?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, meglio fare concordare con “spagnolo” in quanto in termini di significato è “lo spagnolo” che “non è difficile da comprendere”.
A presto
Prof. Anna
Salve prof. Anna, è corretta questa frase: non ho visto se la sedia fosse rotta o no.
Saluti
Salvatore
Caro Salvatore, io userei l’indicativo: “non ho visto se la sedia era rotta o no”.
Un saluto
Prof. Anna
“Che sia stato proprio lui che si rifiutava di lavorare”. In questa frase non sarebbe meglio la seguente concordanza “Che fosse stato proprio lui che si rifiutava di lavorare”, visto l’imperfetto indicativo nella principale… o no? O quando iniziamo una frase non dobbiamo tener conto del verbo, in questo caso, della principale per l’accordo nella subordinata?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, sarebbe corretta anche la concoradanza che proponi.
A presto
Prof. Anna
Buongiorno. Una mia amica scrive: “E’ bello come la gente VIVE col cellulare in mano, ma quando hai bisogno di loro non lo sentono mai”. Io avrei scritto “E’ bello come la gente vivA …” Chi ha ragione? Grazie. Sergio
Caro Sergio, è necessario usare il congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
“Ci sarebbe il pericolo che potrebbe/potesse/possa accendersi…” Con “che potrebbe” la subordinata esprime un dubbio (nel presente); con “che potesse” un dubbio nel passato; con “che possa” un dubbio nel presente… Le mie ipotesi sono corrette?
Quindi mi esprimerei, secondo la relazione di tempo che può essere espressa…, come nei casi su evidenziati?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, la frase corretta è: “Ci sarebbe il pericolo che possa accendersi…”, perché il pericolo (visto che -ci sarebbe- è presente) può essere solo nel presente e non nel passato, se fosse nel passato bisognerebbe dire “ci sarebbe stato il pericolo”.
Un saluto
Prof. Anna
Buonasera,
ho avuto un’accesa conversazione su una frase che secondo me è errata e cioè : questo è il più bel televisore che c’è.
A me sembra corretto dire : è il più bel televisore che ci sia.
Il mio interloquitore sostiene si possa dire in entrami i modi.
Chiederei gentilmente un chiarimento in merito.
grazie
cordiali saluti
Cristina
Cara Cristina, la regola dice che se nella reggente c’è un superlativo relativo (il più bel televisore) la subordinata relativa avrà il congiuntivo (che ci sia).
A presto
Prof. Anna
Anastasia devi usare quando devi il modo congiuntivo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
“Vuoi che non ti scriva…”. La frase è corretta. “Se vuoi non ti scrivo/scriva”. E’corretto “non ti scrivo”, ma perché? visto che il verbo “vuoi”(volere) deve essere seguito dal congiuntivo…
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, nella frase “se vuoi non ti scrivo” è corretto l’indicativo perché “non ti scrivo” è la principale (apodosi) e la frase introdotta da -se- è la protasi e insieme formano un periodo ipotetico della realtà.
Un saluto
Prof. Anna
Salve prof Anna, ? più corretto dire se chiama o se dovesse chiamare.
Saluti
Salvatore
Caro Salva, sono corrette entrambe le modalità, la frase con se+indicativo introduce un periodo ipotetico della realtà. mentre se+congiuntivo imperfetto un periodo ipotetico della possibilità.
A presto
Prof. Anna
Egregia Prof.ssa Anna:
Innanzi tutto grazie tante dei Suoi preziozi insegnamenti.
La norma dice che il congiuntivo non si dovrebbe usare con frasi che hanno lo stesso soggetto. Questo si applica anche alle congiunzioni concessive?
Ho visto scritto: “Malgrado io avessi freddo, non mi misi il maglione.”
e non so se è corretta.
Le sarei riconoscente se mi potesse chiarire il dubbio.
Cordiali saluti.
Pablo M.
Caro Pablo, le concessive necessitano del congiutivo, quindi la frase che mi scrivi è corretta.
A presto
Prof. Anna
La frase “non so se sarebbe felice ad essere qui” può considerarsi corretta, visto che ci sono alcune eccezioni nell’uso del congiuntivo?
Mi ha destato tale sospetto il racconto di un’amica.
Cara Germana, la frase è corretta., si tratta di un’interrogativa indiretta retta da “non so” e il verbo può essere al condizionale (sarebbe felice), io direi però “non so se sarebbe felice di essere qui”.
Un saluto
Prof. Anna
“Vorrei che venisse e mi dicesse…”. In questa frase, i due verbi “venisse e dicesse” dipendono dal verbo della principale “vorrei”, o no? E perché in quest’altra frase “voglio dimostrare che è stato lui”, il verbo ” è stato” dipende dal verbo “dimostrare” (difatti dopo dimostrare – che deve essere seguito dall’indicativo – non c’è il congiuntivo che dipenderebbe dal verbo “voglio”), e non dal verbo della principale “voglio”?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, “venisse e dicesse” dipendono dal verbo “vorrei”; mentre la struttura del secondo periodo è -voglio (principale) dimostrare (subordinata di primo grado oggettiva) che è stato lui (subordinata di secondo grado oggettiva); ti consiglio di leggere questo articolo: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=6024
Un saluto
Prof. Anna
“Io sono convinto che Bonucci sia un giocatore che va in Nazionale con …”. In questa frase, “che sia” dipende dal verbo “sono convinto” perciò è corretto il congiuntivo; mentre “che va” dovrebbe dipendere da “sono convinto” per questo è sbagliato adoperarlo all’indicativo, o no? E se dipendesse da “sia un giocatore” dovrebbe aversi la forma all’indicativo “che va”, ma perché dovrebbe dipendere da “sia un giocatore” e non da “sono convinto”? visto che il verbo nella principale è “sono convinto”?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, la frase “che va in Nazionale” è una relativa, il “che” si riferisce a “un giocatore”.
Un saluto
Prof. Anna
“Crederei che io prenderei/prenda/prendessi da bere un bottiglietta d’acqua”. Con il condizionale nella principale, secondo la regola, dovrebbe seguire il congiuntivo, imperfetto se indica un desiderio, volontà… In questo caso, potrei utilizzare il condizionale “prenderei” o è sbagliato, e perché?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, quando c’è lo stesso soggetto nella principale (io crederei) e nella dipendente soprattutto per la prima persona bisogna usare la forma implicita: “crederei di prendere”.
Un saluto
Prof. Anna
“Come farei a capire se ci vorrebbe/vuole/voglia/volesse un aiuto in più…?” Se la trasformassi così “se ci volesse un aiuto in più come farei a capirlo…? La seconda frase mi sembra corretta; mentre la prima? E perché?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, non capisco perché devi usare il condizionale, si può dire: “come faccio a capire se ci vuole un aiuto in più”.
Prof. Anna
“Avevano sperato che tornasse” Congiuntivo per la contemporaneità dell’azione.
“Avevano sperato che sarebbe tornata…” Condizionale per la posteriorità dell’azione. Sono corrette?
I tempi come es.:penso, pensavo, avevo pensato, ho pensato, pensai, ebbi pensato, per formare un futuro nel passato, possono essere seguiti tutti dal condizionale passato?
E questi tempi possono essere seguiti tutti anche dal condizionale presente?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, le prime due frasi sono corrette ed esprimono rispettivamente contemporaneità e osteriorità rispetto alla principale, tutti i tempi che mi scrivi possono essere seguiti dal confizionale passato per esprimere posteriorità, ma non da quello presente.
Un saluto
Prof. Anna
“Spero che sia andata bene…” “Sperando che sia andata bene…” Qual è la differenza fra l’indicativo e il gerundio, in questo caso?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, il gerundio si usa solitamente nelle frasi dipendenti, mentre nel periodo che mi scrivi tu “sperando” sarebbe la prinicipale, la frase così decontestualizzata risulta sospesa e non è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
“Volle che arrivassi all’indomani”. Il congiuntivo, in questo caso, è utilizzato come posteriorità, o sbaglio? Anche il condizionale passato, in questa frase, sarebbe corretto utilizzarlo “volle che sarei arrivato all’indomani”: come futuro nel passato, o no? E perché?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, con i verbi che esprimono volontà o desiderio, come volere, per eprimere posteriorità si usa il congiuntivo imperfetto, mentre non è corretto usare il condizionale passato.
Un saluto
Prof. Anna
“Le ho chiesto se potesse…”. Congiuntivo di contemporaneità. “le ho chiesto se potrebbe rispondermi adesso…” Interrogativa indiretta… “le ho chiesto se possa rispondermi…” Congiuntivo di contemporaneità… “le ho chiesto se avrebbe potuto rispondermi…” Condizionale di posteriorità, che potrebbe essere anche un’interrogativa indiretta, o no?
Le mie interpretazioni sono corrette.
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, le frsi che mi scrivi sono tutte interrogative indirette.
Un saluto
Prof. Anna
“Bisogna che il nostro Paese capisca che cosa può/possa fare”. “Capisca” dipende da “bisogna”; “può/possa”, se da capire, sarebbe corretto possa; e se da “bisogna”, pure. O no?
Come fare a capire, nelle frasi, quando il terzo verbo dipende dal primo o dal secondo?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, “capisca” dipende da “bisogna” ed è corretto il congiuntivo, “può” dipende da “capisco che cosa”; il significato e il senso dell’intero periodo ti fa capire da cosa dipende un verbo, “capisca” (che cosa?) “che cosa si può fare”, non avrebbe senso la dipendenza da “bisogna”.
Un saluto
Prof. Anna
Non ho superato una verifica… giovedì, non potrei avere un’altra opportunità di sostenerla? Questo “non” è un rafforzativo, o no? Avrei dovuto scrivere la domanda senza il “non” o con esso?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, di solito usiamo “non” in domande retoriche, ovvero che si aspettano risposte affermative, è corretto sia usarlo che non usarlo.
Un saluto
Prof. Anna
Salve!
Mi chidedo se “seppure” voglia il congiuntivo.
Propongo la seguente frase presa da un dialogo di una persona che parla di fatti riferiti al passato: “[…] seppure non mancasse certo lo scetticismo da parte di persone che non riuscivano a fare il salto mentale […]”
A proposito va bene “voglia” nella mia prima frase o “vuole”? Più scrivo più mi vengono dubbi!! 🙂
Grazie 1000!
Edi
Cara Edi, è corretto usare il congiuntivo dopo “seppure”, è corretto anche il congiuntivo “voglia”.
A presto
Prof. Anna
“Penso che sia un gruppo che ha fatto/abbia fatto bene.” In questa frase la principale è “penso”; “che sia un gruppo” (una subordinata di primo grado); “che ha fatto bene” (subordinata di secondo grado), perciò il verbo si deve porlo all’indicativo, e non al congiuntivo, perché non dipende da “penso”. Le mie interpretazioni sono corrette? E’ così che ci si deve orientare nelle frasi (facendo riferimento se la subordinata dipende o no dalla dipendente o da un’altra subordinata) per scegliere quale verbo adoperare, il congiuntivo o l’indicativo, secondo le subordinate…o no?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, la tua analisi è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
“Si suppone che quando uno vada a votare voti per qualcuno…” “Si suppone” (principale) “che quando uno vada a votare” (subordinata di primo grado) “voti per qualcuno” (subordinata di secondo grado). In questa frase “voti per qualcuno” (subordinata di secondo grado) al congiuntivo che dipende da “quando uno vada a votare”, è corretta al congiuntivo? E qual è l’elemento della frase precedente “quando uno vada a votare” che fa propendere per il congiuntivo “voti per qualcuno”?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, in questo caso “voti” dipende da “si suppone” ed è una subordinata di primo grado e “quando uno va a votare” (non ci vuole il congiuntivo, è una frase temporale introdotta da “quando”) dipende da “voti per qualcuno” ed è una subordinata di secondo grado, non sempre le subordinate sono in ordine (primo grado poi secondo grado).
Un saluto
Prof. Anna
“Non è che possa/posso pretendere che lo faccia…”. L’elemento introduttore è “non è che” quindi è corretto il congiuntivo “possa” o no?
“Che lo faccia” dipende da quale verbo? Sembra una frase senza la principale, o no?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, il congiuntivo è corretto, la frase “che lo faccia” dipende da “pretendere”.
Un saluto
Prof. Anna
Salve, la interpello per un dubbio sulla seguente frase:
Prima mi sarei divertito poi gli avrei chiesto di sedersi lui al lato passeggero ed io al volante per vedere se lui avrebbe paura!
In questo caso, il condizionale “avrebbe” è giusto o è corretto il congiuntivo?
Grazie per l’attenzione. Saluti
Carmelo
Caro Carmelo, ci vuole il congiuntivo.
A presto
Prof Anna
“Penso che sia giusto ed è/e sia utile che ci venga”… Ho letto la pagina del “congiuntivo nelle frasi relative”…
“Penso” (principale) quindi che sia giusto (subordinata) e poi? Dopo ci vuole o no il congiuntivo? e perché?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, “penso” (principale) “che sia giusto e sia utile” (due subordinate di primo grado coordinate), “che ci venga” (subordinata di secondo grado) dopo le espressioni “sia giusto e sia utile che” ci vuole il congiuntivo (ci venga).
Un saluto
Prof. Anna
“Io sono convinto che Bonucci sia un giocatore che va in Nazionale con …”
La sua risposta “Caro Rico, la frase “che va in Nazionale” è una relativa, il “che” si riferisce a “un giocatore”.
“Che Bonucci” potrebbe essere una relativa visto il che? come “che va in Nazionale”? Che va in Nazionale è corretto il tempo verbale? basta il che per figurare da relativa una frase? E come far a distinguere una frase relativa?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, il “che” dopo “sono convinto” è una congiunzione che introduce una frase oggettiva (che Bonucci sia…), mentre il “che” dopo “giocatore” è un pronome relativo: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=5583
Un saluto
Prof. Anna
“Volle che arrivassi all’indomani”. Il congiuntivo, in questo caso, è utilizzato come posteriorità, o sbaglio? Anche il condizionale passato, in questa frase, sarebbe corretto utilizzarlo “volle che sarei arrivato all’indomani”: come futuro nel passato, o no? E perché?
La sua risposta “Caro Rico, con i verbi che esprimono volontà o desiderio, come volere, per eprimere posteriorità si usa il congiuntivo imperfetto, mentre non è corretto usare il condizionale passato”.
Per questo, le frasi “volevo che sarebbe arrivato” e “desideravo che mi avrebbe raggiunto” (come futuro nel passato) sono sbagliate… Quindi dovremmo modificarle così “volevo che arrivasse” e “desideravo che mi raggiungesse”. Diversamente questa frase è corretta “pensavo che sarebbe arrivato” (sempre per esprimere posteriorità),perché il verbo “pensare” non indica nessun desiderio…
E’ la stessa regola che dovremmo utilizzare per il condizionale presente, che indichi desiderio, volontà ecc.
Le mie interpretazioni sono corrette?
La ringrazio per i moltissimi insegnamenti…
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, le tue interpretazioni sono corrette, ma non usiamo il condizionale presente per esprimere posteriorità.
Un saluto
Prof. Anna
“Volle che arrivassi all’indomani”. Il congiuntivo, in questo caso, è utilizzato come posteriorità, o sbaglio? Anche il condizionale passato, in questa frase, sarebbe corretto utilizzarlo “volle che sarei arrivato all’indomani”: come futuro nel passato, o no? E perché?
La sua risposta “Caro Rico, con i verbi che esprimono volontà o desiderio, come volere, per eprimere posteriorità si usa il congiuntivo imperfetto, mentre non è corretto usare il condizionale passato”.
“Avevo sperato che sarebbe arrivato all’indomani…” Il verbo “avevo sperato” (trapassato prossimo) esprime un desiderio, quindi è sbagliato il condizionale passato nella principale, o no? O devo far riferimento all’ausiliare avere che non indica nessun desiderio o volontà, per questo, è corretto il condizionale passato?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, con il verbo “sperare” è possibile usare il condizionale passato.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Prof. Anna, grazie per la risposta!
Per togliermi ogni dubbio vorrei anche sapere, sempre in riferimento alla frase che ho utilizzato in precedenza, se senza l’utilizzo del congiuntivo la frase sarebbe comunque corretta: “[…] seppure non MANCAVA certo lo scetticismo da parte di persone che non riuscivano a fare il salto mentale […]”
Edi
Cara Edi, “seppure” quando introduce una proposizione condizionale con valore concessivo e quindi significa “ammesso che” vuole il congiuntivo, quando invece introduce un’ipotetica e quindi esprime un dubbio e significa “anche se” può avere il verbo all’indicativo o al congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
Caro Rico, il “che” dopo “sono convinto” è una congiunzione che introduce una frase oggettiva (che Bonucci sia…), mentre il “che” dopo “giocatore” è un pronome relativo: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=5583
Su questo link, non c’è la funzione grammaticale (forse non ho letto bene) del “che”, che introduce una frase oggettiva…
Una frase è oggettiva quando c’è il soggetto espresso?; invece, quella soggettiva quando il soggetto non è espresso? Me ne farebbe un esempio?
DIstinti saluti
Rico
Caro Rico, copio dall’articolo: • Infine -che- può essere una congiunzione che introduce proposizioni subordinate di vario genere (dichiarative, causali, ecc.).
? Spero che tu venga.; per le proposizioni oggettive ti consiglio questi due articoli: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=6716; http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=6742; le proposizioni soggettive svolgono la funzione di soggetto della reggente, per esempio: è giusto (reggente) che voi siate qua (soggettiva), al più presto un articolo anche sulle soggettive.
Un saluto
Prof. Anna
I giornali e le tv non ci danno molto spazio più di quanto meriteremmo (desiderio)/meritiamo (ipotesi)… Questa è la differenza?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, non capisco il senso della frse così come è costruita, si potrebbe dire “i giornali e la tv non ci danno lo spazio che meriteremmo (condizionale-desiderio)-meritiamo (indicativo-obbiettività).
Un saluto
Prof. Anna
“Volle che arrivassi all’indomani”. Il congiuntivo, in questo caso, è utilizzato come posteriorità, o sbaglio? Anche il condizionale passato, in questa frase, sarebbe corretto utilizzarlo “volle che sarei arrivato all’indomani”: come futuro nel passato, o no? E perché?
La sua risposta “Caro Rico, con i verbi che esprimono volontà o desiderio, come volere, per eprimere posteriorità si usa il congiuntivo imperfetto, mentre non è corretto usare il condizionale passato”.
“Avevo sperato che sarebbe arrivato all’indomani…” Il verbo “avevo sperato” (trapassato prossimo) esprime un desiderio, quindi è sbagliato il condizionale passato nella principale, o no? O devo far riferimento all’ausiliare avere che non indica nessun desiderio o volontà, per questo, è corretto il condizionale passato?
La sua risposta “Caro Rico, con il verbo “sperare” è possibile usare il condizionale passato.”
C’è una lista in cui ci sono scritti i verbi che indichino desiderio o volontà per orientarmi se usare il congiuntivo o condizionale passato o, altrimenti, come dovrei fare?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, i verbi in questione sono -volere-desiderare-preferire-fare piacere.
Un saluto
Prof. Anna
Caro Rico, non capisco il senso della frse così come è costruita, si potrebbe dire “i giornali e la tv non ci danno lo spazio che meriteremmo (condizionale-desiderio)-meritiamo (indicativo-obbiettività).
Come faccio a capire, nella frase suesposta, se il verbo “meritiamo” è un congiuntivo o un indicativo? Dal senso logico?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, lo capisci appunto dal contesto, in questo caso è indicativo.
Un saluto
Prof. Anna
“- C’è Francesca? – – Non lo so/non so/non lo saprei/non saprei -“. Qual è l’espressione corretta da usare nella risposta? E perché?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, sono tutte corrette, tranne “non lo saprei”.
Un saluto
Prof. Anna
Prof. Anna, grazie mille per questo spazio! Mi aiuti sempre a studiare per i miei esami d’italiano. Sto attualmente nel livello B2 tenuto alla Dante Alighieri in Argentina. Ho una domando e vorrei aiuto: sto preparando l’esame finale e mi hanno detto che la produzione scritta era su “Dare un commento personale utilizzando il modo congiuntivo”. Ho cercato su internet esempi di testi di commenti personali ma ne ho trovato nessuno. Potrebbe aiutarmi? Darmi idee oppure siti web dove trovar esempi?
Grazie!
Caro Andres, si tratta di scivere un testo che contiene verbi di opinione che vogliono il congiuntivo: credo. penso, ritengo ecc.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
“Qualunque sia l’uso che vogliate/volete fare di questo registratore…” E’ corretto il tempo “volete” (subordinata di secondo grado) perché dipende da “l’uso che” (subordinata)… E’ un’oggettiva?
Le mie interpretazioni sono corrette?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, il verbo è corretto, si tratta di una relativa.
Un saluto
Prof. Anna
“No ma è veramente un notizione questo che ai calciatori piaccia rilassarsi nei locali con giovani donne poco vestite” (cit.). Secondo me, non ci vuole il congiuntivo, ma l’indicativo “piace”, visto che la frase 1. non inizia con la subordinata “che piaccia”, ma con “è veramente un notizione”…; 2. non è una relativa; 3. non è un’esortazione; 4. non ci sono elementi introduttori che facciano pensare al modo congiuntivo.
Le mie interpretazioni sono corrette?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, il congiuntivo viene usato per dare una sfumtura di eventualità all’azione, ma sarebbe corretto anche l’indicativo.
Un saluto
Prof. Anna
“Spero questi che arrivano/arrivino portino”. “Spero” (principale); “portino” (subordinata); ” questi che arrivano” (subordinata di secondo grado). Quindi l’indicativo “arrivano” è corretto? Giusto?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, la frase dovrebbe essere: “spero che questi che arrivano portino”, -spero- principale- che questi portino-sub. di primo grado- che arrivano sub. di secondo grado.
A presto
Prof. Anna
“Com’è giusto che sia che un uomo debba/deve fare”. E’ corretto l’indicativo “deve” perché è preceduto da “che un uomo”; oppure “debba” visto che è preceduto dall’articolo determinativo “un uomo”?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, la frase così non è corretta, meglio: “com’è giusto che un uomo debba fare”.
Un saluto
Prof. Anna
Salve
si dice: ho temuto che mio fratello ROMPESSE il vetro E invece mi sbagliavo
oppure,
ho temuto che mio fratello AVESSE ROTTO il vetro e invece mi sbagliavo ????
si dice: mi ha raccontato tutto a patto che non lo DICA a nessuno
oppure: mi ha raccontato tutto a patto che non lo DICESSI a nessuno ???
grazie mille
Cara Annarita, entrambe le frasi sono corrette, la differenza è che nella frase: “ho temuto che mio fratello rompesse il vetro” il congiuntivo imperfetto esprime contemporaneità della subordinata rispetto alla principale, mentre nella frase: “ho temuto che mio fratello avesse rotto il vero” l’so del congiuntivo trapassato esprime anteriorità della subordinata rispetto alla principale; anche le altre due frasi sono corrette la scelta del tempo del congiuntivo (presente o imperfetto) dipende se l’azione è collocata nel presente o nel passato. Per approfondire la concordanza dei tempi con il congiuntivo ti consiglio questi due articoli: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=4258; http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=4306
Un saluto
Prof. Anna
“Dovunque questi hanno/abbiano visto…, hanno rubato”.
Con “ovunque” e “dovunque” il verbo che deve essere seguito è il congiuntivo, o no?, quindi è scorretto usare l’indicativo? Anche se il significato della frase è reale.
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, è corretto il congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
“Una guida per chi decida o si impegna/impegni ad andare all’estero”. Secondo me, il modo verbale “si impegni” è corretto perché è una proposizione coordinata, anticipata dall’elemento coordinato “o”.
Chi decida (è un ipotesi…?).
Le mie interpretazioni sono corrette?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, le tue interpretazioni sono corrette.
Un saluto
Prof. Anna
“Ho saputo più di quanto immaginassi”. Il verbo “sapere” deve essere seguito dall’indicativo ma, in questa frase, l’elemento introduttore “più di quanto” fa coniugare il verbo al congiuntivo… Dunque, in una frase simile, chi ha importanza di scelta? Ci si regola secondo gli elementi introduttori, purché precedano il verbo. Giusto?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, è corretto il congiuntivo dopo “più di”, la presenza di questo elemento ci fa scegliere il congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
“E’ giusto che ci sia e deve/debba andare avanti nel tempo…” (cit.). E’ più corretto il modo verbale “debba” visto che è una proposizione coordinativa, posta sullo stesso piano concettuale. Giusto?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, la tua ipotesi è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
“Nonostante la lunga trasferta è importante far bene”. (cit.). E’ come se ci fosse nella subordinata “nonostante sia una lunga…”, quindi, nella principale, è corretto il modo verbale “è importante”. Giusto?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, “è importante” è corretto.
Un saluto
Prof. Anna
“Come se parlassi a mio figlio e gli raccontassi/racconto…”. (cit.). Sono due subordinate coordinate da loro (ma senza la principale); quindi è corretto il modo verbale “raccontassi”.
Le mie interpretazioni sono corrette?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, è corretto il congiuntivo imperfetto.
Un saluto
Prof. Anna
“Una cosa è giusto che la faccia o mi debba/devo trattenere”. E’corretto il congiuntivo (anche perché c’è la congiunzione coordinativa “o”) “debba” (subordinata di primo grado) che dipende dalla principale “è giusto”.
Le mie interpretazioni sono corrette?
La ringrazio…
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, il periodo non è corretto sintatticamente, infatti non ha senso: “una cosa è giusto che mi debba trattenere”, se sono coordinate e quindi entrambe dipendono da “è giusto” logicamente il periodo deve avere un senso.
Un saluto
Prof. Anna
“Non soltanto perché si debba vincere, ma anche perché ci deve essere impegno…”. La causa fittizia può essere espressa anche con i nessi correlativi “non soltanto ma anche…”, purché ci sia la congiunzione “perché”. Giusto?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, non capisco qual è la causa fittizia.
Un saluto
Prof. Anna
“Credo che si sia comportato bene, perciò ha vinto”. La frase è corretta.
“Perciò” è una congiunzione coordinativa… Dunque, le congiunzioni coordinative (come e, ma, o, difatti, quindi ecc.), come lei mi insegna, dovrebbero essere sullo stesso piano concettuale e, quindi, avere lo stesso modo verbale…
Perché, in questo caso come in altri, questa regola non è seguita?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, il verbo “ha vinto” non dipende da “credo” come “si sia comportato” e quindi non serve il congiuntivo, la congiunzione “perciò” è conclusiva, ovvero introduce un elemento che è la conseguenza di un elemento precedente.
Un saluto
Prof. Anna
“Io penso che qualcosa sia stato fatto, ma non è/sia molto…”. In questa frase, il “ma” congiunzione avversativo-coordinativa, siccome è sullo stesso piano concettuale, può essere seguita dal congiuntivo. Giusto?
Quindi come faccio a capire quando (visto che è sullo stesso piano concettuale) la proposizione coordinativa (e, ma, o, difatti ecc.) deve essere seguita dal modo verbale congiuntivo o da altri modi verbali?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, è corretto il congiuntivo perché la frase dipende sempre da “io penso che”: “io penso che qualcosa sia stato fatto ma (penso che) non sia molto”.
Un saluto
Prof. Anna
“Molto meno di quello che vorrei/voglia”. Con “meno di quello” dobbiamo utilizzare il congiuntivo…, che indicherebbe possibilità; mentre il condizionale desiderio. Giusto? Quindi sono corretti entrambi i modi verbali?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, in questo caso è corretto il condizionale.
Un saluto
Prof. Anna
“Non credere a chiunque promette/prometta di aiutarti…”. In questa frase, il pronome indefinito “chiunque” dovrebbe essere seguito dal congiuntivo, o no? I pronomi indefiniti (chiunque, qualsiasi, qualunque ecc.) devono essere seguiti dal congiuntivo in un frase concessiva (anche se questo non è il caso…); e ciò dovrebbe succedere anche in altre?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, le tue ipotesi sono corrette.
Un saluto
Prof. Anna
“Non soltanto perché si debba vincere, ma anche perché ci deve essere impegno…”. La causa fittizia può essere espressa anche con i nessi correlativi “non soltanto ma anche…”, purché ci sia la congiunzione “perché
La sua risposta “Caro Rico, non capisco qual è la causa fittizia”.
Lei, mi insegna, che in una frase negativa introducente una causa fittizia, il verbo dev’essere concordato al congiuntivo, seguito da un verbo all’indicativo indicante una causa reale… Forse, “soltanto ma anche” non deve essere seguito dal congiuntivo. E, quindi, solo “tanto-quanto” e “perché-ma” devono essere seguiti dal congiuntivo? Giusto?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, la causa fittizia può anche essere introdotta da “non soltanto perché”.
Un saluto
Prof. Anna
“L’importante è che lui ci venga/viene…”. Con “è importante” (verbo essere + aggettivo) ci vuole il congiuntivo. Con “l’importante è che” ci vuole il congiuntivo o no? E con l’articolo determinativo (“il meglio è che”, “il necessario è che” ecc.) più l’aggettivo o avverbio la norma grammaticale cosa dice?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, in entrambi i casi ci vuole il congiuntivo, ma in italiano non si usa molto “il meglio è che”, ma piuttosto “la cosa migliore è che”.
Un saluto
Prof. Anna
“Ti ho scritto che appena avrei avuto/avessi avuto modo ti avrei inviato la email…”. Secondo me, è più corretto usare il congiuntivo trapassato (avessi avuto) che il condizionale passato, perché è una proposizione ipotetica, o no?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, è corretta la frase con il congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
“Molto meno di quello che vorrei/voglia”. Con “meno di quello” dobbiamo utilizzare il congiuntivo…, che indicherebbe possibilità; mentre il condizionale desiderio. Giusto? Quindi sono corretti entrambi i modi verbali?
La sua risposta “Caro Rico, in questo caso è corretto il condizionale.”
Perché in questa frase è corretto il condizionale e non il congiuntivo? Come scegliere fra l’uno e l’altro tempo verbale, visto l’elemento introduttore “meno di quello”, che dovrebbe reggere il congiuntivo?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, nella frase che mi proponi si esprime un desiderio, quindi è corretto “vorrei”.
Un saluto
Prof. Anna
e’ corretto dire: sono a sua disposizione per bqualsiasi altro documento Le occorra ?
Cara Maria, la frase è corretta.
A presto
Prof. Anna
Buonasera Professoressa,
vorrei chiederle di seguito alla locuzione “in cosiderazione del fatto che” sia preferibile il congiuntivo o l’indicativo.
Ad esempio:
-In considerazione del fatto che egli abbia/ha assunto…
-In considerazione del fatto che essi risultino/risultano…
Personalmente non avrei dubbi ad usare il congiuntivo.
E’ indifferente il loro uso, un modo è preferibile all’altro o uno dei due è sicuramente errato?
Grazie in anticipo.
Caro Carlo, in questo caso il congiuntivo non è necessario, quindi è corretto l’indicativo.
A presto
Prof. Anna
“Spero che tutti lo consideriate/considerino”. “Tutti” può rivolgersi anche alla seconda persona plurale? Sono corretti entrambi, gli accordi?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, sono corretti entrambe le frasi, ma non uguali nel significato.
Un saluto
Prof. Anna
“Pensi che quando ti vedranno ti riconosceranno/riconoscano”.
“Riconosceranno” è corretto; potrebbe essere corretto anche “riconoscano” o no? Poiché è preceduto da “vedranno”, non è sullo stesso piano concettuale, quindi non è corretto il congiuntivo “riconoscano”. Giusto?
Principale: “pensi che quando”; subordinata di primo grado “ti vedranno”; subordinata di secondo grado: “ti riconosceranno”. Giusto?
Grazie, professoressa…
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, i tuoi ragionamenti sono corretti, è corretto “riconosceranno” e non “riconoscano”.
Un saluto
Prof. Anna
Buongiorno prof, è corretto dire “Ricordiamo alle agenzie che utilizzino i listini, all’interno del modulo sottorete, di attivare il nuovo codice prodotto”.
Oppure dovrei scrivere “… a coloro che utilizzano..” o ancora “a coloro che utilizzassero”?
Grazie mille. Camilla
Cara Camilla, è meglio “a coloro-alle agenzie che utilizzano”.
Un saluto
Prof. Anna
“Se esce dalla coppa Italia, qualcosa succede/a”. Con “qualcosa”(qualcuno ecc.) non è più corretto utilizzare il congiuntivo? Anche se mi suona male il congiuntivo. Mi farebbe capire meglio?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, il congiuntivo è necessario dopo qualunque, chiunque, qualsiasi, ovunque, dovunque; quindi in questa frase non è necessario.
Un saluto
Prof. Anna
“L’unica sfida che vinca/vince è quella che”. Secondo me, è corretto il congiuntivo “vinca” nella subordinata. Giusto?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, non è necessario il congiuntivo, è corretto l’indicativo.
Un saluto
Prof. Anna
“Un virus speriamo/sperando che si fermi”.L’indicativo “speriamo”, in quanto “noi” speriamo. Il gerundio “sperando”, invece, come tempo implicito. Quindi entrambi i modi verbali sono corretti. Ciò dipende dal significato che vogliamo dare alla frase. Giusto?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, non capisco bene questa frase (un virus speriamo), forse è decontestualizzata: noi (soggetto sottinteso), speriamo (predicato), un virus (?); comunque il gerundio non può essere il modo verbale di una frase principale; ma se mi spieghi meglio la frase potrò risponderti in maniera più chiara.
Un saluto
Prof. Anna
“E’ una verità riconosciuta che “Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen é/sia un romanzo che tratta dell’amore. Meno ovvio è che é/sia un romanzo che tratta anche di denaro.”
Perché in queste frasi è adoperato il congiuntivo? Forse, per il rapporto subordinata-principale, per cui si deve adoperare il congiuntivo nella subordinata, o quale sarebbe il valore del congiuntivo in queste frasi? Non sarebbe corretto anche l’indicativo, “Orgoglio e pregiudizio” è un romanzo”, “Meno ovvio è che è un romanzo che tratta”.
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, le espressioni formate con il verbo “essere” di solito vogliono il congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
“Sembra che si scontrino ma sono uno più attento dell’altro.”
Gentilissima professoressa Anna, in questa frase è giusto l’uso del congiuntivo ‘scontrino’?
Caro Sandro, la frase che mi scrivi è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
“Un paese dove vivono/vivano quelle persone è piccolo.” In questo caso “dove” (come ove e sim.) non esprime una forma ipotetica, quindi è corretto l’indicativo, giusto?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, l’indicativo è corretto, ma non capisco il senso della frase con l’articolo indeterminativo, forse ci vorrebbe l’articolo determinativo “il paese dove vivono quelle persone è piccolo”.
Un saluto
Prof. Anna
“Penso che sia/è la prima volta che si sta/stia discutendo”. “Penso che”>principale, “sia la prima volta che”> subordinata di primo grado, “si sta discutendo”>subordinata di secondo grado. I modi verbali sono corretti?
“Credo l’unico rischio che si è/si sia preso Carlo è/sia quello di strafare…”. “Io credo”>principale, “l’unico rischio che si sia preso Carlo”> subordinata di primo grado, “è quello di strafare”>subordinata di secondo grado… I modi verbali sono corretti?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, le tue ipotesi sono corrette e anche i modi verbali.
Un saluto
Prof. Anna
“Chiunque può/possa arrestarti e può/possa ucciderti”. Il congiuntivo, come mi insegna lei, è necessario dopo qualunque, chiunque, qualsiasi, ovunque, dovunque. Nella frase c’è anche la “e” congiunzione coordinativa che potrebbe far concordare, sullo stesso piano concettuale, il verbo al congiuntivo… Se non c’è bisogno del congiuntivo nelle due frasi, perché, visto che la frase inizia con “chiunque”?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, bisogna distinguere tra “chiunque” pronome indefinito collettivo (col significato di ‘ognuno, qualunque persona’) e “chiunque” come pronome indefinito correlativo. Nel primo caso, chiunque è seguito dall’indicativo: «chiunque ha il diritto di dire la sua», ed è il caso delle frasi che mi proponi che vogliono quindi l’indicativo. Nel secondo caso, in cui “chiunque” indefinito ha la funzione di unire due proposizioni, la principale e la relativa, può essere seguito sia dall’indicativo, sia dal congiuntivo: «chiunque danneggia i beni di pubblica utilità presenti, è punito con una multa»; «riteneva suo amico chiunque desiderasse stare in sua compagnia». C’è poi un terzo caso, in cui “chiunque” indefinito può introdurre una proposizione relativa con valore concessivo. In questo caso, può essere seguito dal congiuntivo (più frequente) o dall’indicativo futuro: «chiunque sia stato, non la passerà liscia.
Un saluto
Prof. Anna
Buongiorno volevo porre una domanda sull utilizzo di questa forma verbale. Ho letto in un articolo la frase “… ce ne fosse uno che non sta…” e subito mi è sembrata stonare, pensando che si sarebbe dovuto utilizzare “stia”. Poi però mi è sorto il dubbio. Qualcuno sa rispondermi?
Caro Riccardo, in questo caso non è necessario il congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
“Chiunque può/possa arrestarti e può/possa ucciderti”. Il congiuntivo, come mi insegna lei, è necessario dopo qualunque, chiunque, qualsiasi, ovunque, dovunque. Nella frase c’è anche la “e” congiunzione coordinativa che potrebbe far concordare, sullo stesso piano concettuale, il verbo al congiuntivo… Se non c’è bisogno del congiuntivo nelle due frasi, perché, visto che la frase inizia con “chiunque”?
Caro Rico, bisogna distinguere tra “chiunque” pronome indefinito collettivo (col significato di ‘ognuno, qualunque persona’) e “chiunque” come pronome indefinito correlativo. Nel primo caso, chiunque è seguito dall’indicativo: «chiunque ha il diritto di dire la sua», ed è il caso delle frasi che mi proponi che vogliono quindi l’indicativo. Nel secondo caso, in cui “chiunque” indefinito ha la funzione di unire due proposizioni, la principale e la relativa, può essere seguito sia dall’indicativo, sia dal congiuntivo: «chiunque danneggia i beni di pubblica utilità presenti, è punito con una multa»; «riteneva suo amico chiunque desiderasse stare in sua compagnia». C’è poi un terzo caso, in cui “chiunque” indefinito può introdurre una proposizione relativa con valore concessivo. In questo caso, può essere seguito dal congiuntivo (più frequente) o dall’indicativo futuro: «chiunque sia stato, non la passerà liscia.
Vale lo stesso ragionamento per i pronomi qualunque, chiunque, qualsiasi, ovunque, dovunque?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, vale lo stesso ragionamento con la differenza che “qualunque” e “qualsiasi” sono aggettivi e “dovunque” “ovunque” vogliono l’indicativo quando hanno funzione di avverbio e il congiuntivo quando hanno funzione di congiunzione.
Un saluto
Prof. Anna
“Suppongo che quelle cose che abbiamo visto siano/siano state o fossero/ fossero state (facendo riferimento a “suppongo che”). “Suppongo che”>principale, quelle cose che abbiamo visto>subordinata di secondo grado, siano/siano state>subordinata di primo grado. Quindi se i tempi verbali”siano/siano state” dipendano da “suppongo che” sono corretti entrambi i tempi verbali, invece se non dipendano da “suppongo che” ma da “abbiamo visto”, sono corretti entrambi i tempi verbali “fossero/fossero state”. Giusto?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, suppongo che-principale: quelle cose siano-siano state- sub. primo grado; che abbiamo visto-sub di secondo grado.
Un saluto
Prof. Anna
Sono certo che tutti gli animali muoiono.
Sono certo che tutti gli animali muoiano.
Caro Gigi, sono corretta entrambe, ma l’indicativo indica certezza, se invece si vuole sottolinare che un margine di dubbio si può usare il congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
Buongiorno Prof, Anna è corretta questa frase: non sempre ad uno scritto profondo equivale una persona che dal vivo potrebbe far scattare la chimica.
Saluti
Salvo
Caro Salvo, sarebbe meglio scrivere: “non sempre a un modo di scrivere profondo corrisponde una persona che dal vivo…”.
Un saluto
Prof. Anna
Buongiorno,
ho appena scritto la frase “se vuole le spiego come “avvenga” l’osmosi inversa…” ma mi è sorto il dubbio se sia più corretto l’utilizzo di “avviene”.
Grazie.
Caro Massimo, usiamo l’indicativo per esprimere un fatto certo (e forse questo è il caso) e il congiuntivo per esprimere un fatto ipotetico o irreale.
A presto
Prof. Anna
Caro Rico, vale lo stesso ragionamento con la differenza che “qualunque” e “qualsiasi” sono aggettivi e “dovunque” “ovunque” vogliono l’indicativo quando hanno funzione di avverbio e il congiuntivo quando hanno funzione di congiunzione.
Come faccio a capire quando “dovunque” e “ovunque” hanno funzione di avverbio o di congiunzione?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, quando sono congiunzioni introdurranno una proposizione subordinata: “ti seguirò ovunque tu vada”, quando sono avverbi accompagnano un verbo, precisandone il significato: “in questo parco ci sono alberi ovunque”.
Un saluto
Prof. Anna
“Si suppone che se uno viene…, venga…”. Principale “si suppone che”, subordinata di primo grado “venga”, subordinata di secondo grado “se uno viene”. I tempi sono corretti? Come capire nel momento in cui uno parla quando far seguire (dopo “si suppone o sim.) il congiuntivo o l’indicativo? Per iscritto è più semplice, visto che ci si può ragionare… C’è una regola che faciliti, velocizzi questo?
“Penso che sia la prima volta che lui è venuto…”. Facendo riferimento a principale e subordinata, per iscritto, mi è più facile capire quando usare il congiuntivo o l’indicativo… In questa frase, “penso” è seguito dal congiuntivo, mentre “si suppone” è seguito dall’indicativo… Come fare a capire facilmente, oltre a conoscere il rapporto fra subordinata e principale, quale modo verbale utilizzare, velocemente…?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, nel primo periodo, manca una frase, infatti “se” introduce un periodo ipotetico e manca l’apodosi, i modi e i tempi verbali seguiranno le regole del periodo ipotetico in questione, dopo “penso che” è corretto il congiuntivo; è ovviamente più semplice usare correttamente i modi verbali quando si scrive, avendo il tempo per riflettere, ma, almeno per quanto riguarda il congiuntivo, ci sono alcune categorie di verbi che devono essere seguiti da questo modo verbale, avere presente almeno queste categorie aiuta a fare la scelta giusta anche nella lingua parlata.
Un saluto
Prof. Anna
“Penso che sia stato giusto che lui fosse venuto”. Principale>”penso che”, sub. di primo grado> “sia stato giusto che”, sub. di secondo grado> “lui fosse venuto”. Quest’ultimo verbo (trapassato) si deve concordare tenendo conto del verbo “sia stato giusto che”, giusto? Quindi, i tempi verbali, non i modi, devono far riferimento al rapporto principale-subordinata di primo grado-sub. di secondo grado, giusto? Cioè la subordinata di secondo grado deve concordare nei tempi seguendo quelli della sub- di primo grado? Giusto?
La ringrazio per gli insegnamenti “dorati”, professoressa.
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, le tue ipotesi sono giuste.
Un saluto
Prof. Anna
Prof. Anna. Voglio scrivere una canzone dedicata a mia moglie. Però non riesco a ideare il titolo; tuttavia ho provvisoriamente ideato: “Sì, proprio così”: La canzone è frutto di un sogno dove vedo lei, nella stanza, però non riesco a toccarla, perché era troppo lontana (distante) da me. Grazie.
Caro Roberto, è un’idea molto bella, ma molto personale, non saprei come aiutarti, comunque il titolo che hai scelto mi sembra molto carino.
A presto
Prof. Anna
“Voglio che adesso vi facciate un tè, un caffè o quello che preferite/preferiate”. Potremmo utilizzare anche il congiuntivo “preferiate” come valore esortativo, o è sbagliato?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, non è corretto in questo caso il congiuntivo esortativo non è corretto, non può essere usato in una proposizione relativa.
Un saluto
Prof. Anna
“Sono d’accordo che Landini si comporti/a così”. Non sarebbe corretto anche il modo verbale indicativo, vista la non necessità di impiegare il congiuntivo? In questo caso il congiuntivo che valore ha? Potenziale, eventuale?
Distinti saluti
RIco
Caro Rico, sono corretti entrambi i modi, il congiuntivo risulta stilisticamente più elegante.
Un saluto
Prof. Anna
mi potreste dire i congiuntivi per queste frasi?: Farebbe salti di gioia se….. Riderei a crepapelle se……. Mi comprerei un bel cappello se…….. Volerei in alto se….. Saresti bellissima se………. Partirei Subito se….
Cara Deborah, quelli che mi scrivi sono periodi ipotetici della possibilità o dell’irrealtà, quindi ti potrebbe essere utile consultare questi articoli per riuscire a completare correttamente queste frasi: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=3565; http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=3634
Un saluto
Prof. Anna
mi fareste un gran piacere se me le direste! (:
Cara Deborah, è corretto dire: “mi fareste un gran piacere se me lo diceste (congiuntivo imperfetto)”
A presto
Prof. Anna
“Nel momento in cui ci sia/c’è l’assemblea, c’è la possibilità di confronto…”. Nella subordinata, con il pronome relativo, il modo verbale dev’essere sempre il congiuntivo, giusto?
Distinti saluti
RIco
Caro Rico, il congiuntivo non è sempre necessario nelle frasi relative, solo in alcuni casi (vedi questo articolo: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=4895), nella frase che mi scrivi il congiuntivo non è necessario.
Un saluto
Prof. Anna
“Vorrei che ci fosse una democrazia (e) che desse/dia un altro sviluppo…”. E’ corretto il congiuntivo imperfetto facendo riferimento al verbo sottinteso “vorrei” o dovrei tener conto del pronome relativo “che”e, quindi, utilizzare il congiuntivo presente…? La congiunzione (e) potrebbe modificare il tempo verbale, come proposizione coordinativa, giusto? Come regolarsi in questi casi?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, si tiene conto della frase che regge, in questo caso la relativa, quindi è corretto il corretto il congiuntivo presente (o anche l’indicativo), la congiunzione -e- non comporta un cambiamento di tempo nel verbo.
Un saluto
Prof. Anna
“Se tu non mi credi solamente perché non ho/abbia i documenti con me, non rispondermi più!”. Questo “perché” è una congiunzione causale, quindi dev’essere seguito dall’indicativo; ma il verbo “credi” potrebbe far concordare il verbo “ho” al congiuntivo, o sbaglio? Quindi qual è la frase corretta? Potrebbe essere anche un’interrogativa indiretta, visto la domanda, il dubbio che l’interlocutore si pone, o no? Quindi qual è la frase corretta?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, la frase corretta è quella con l’indicativo.
Un saluto
Prof. Anna
Buonasera Prof. Anna, mi scusi l’intrusione, vorrei porle queste 2 frasi che mi dicono siano corrette e gradirei la sua gentile conferma o smentita: credo sia uno che può giocare più avanzato; credevo fosse uno che poteva giocare più avanzato. Le auguro una buona serata e mi scusi ancora. Saluti.
Caro Stefano, le frasi sono corrette, tuttavia non direi “giocare più avanzato”, ma “giocare a un livello più avanzato”.
Un saluto
Prof. Anna
“Vorrei che ci fosse una democrazia (e) che desse/dia un altro sviluppo…”. E’ corretto il congiuntivo imperfetto facendo riferimento al verbo sottinteso “vorrei” o dovrei tener conto del pronome relativo “che”e, quindi, utilizzare il congiuntivo presente…? La congiunzione (e) potrebbe modificare il tempo verbale, come proposizione coordinativa, giusto? Come regolarsi in questi casi?
La sua risposta “Caro Rico, si tiene conto della frase che regge, in questo caso la relativa, quindi è corretto il corretto il congiuntivo presente (o anche l’indicativo), la congiunzione -e- non comporta un cambiamento di tempo nel verbo.”
Coordinazione: “Abbiamo un rapporto di coordinazione quando le proposizioni sono collegate tra di loro in modo da rimanere concettualmente sullo stesso piano”, quindi, nella frase “e che desse”, dovrebbe essere sullo stesso piano visto che c’è la presenza della proposizione coordinativa “e”, o no?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, forse non avevo capito bene la tua domanda, comunque se c’è -e- la frase è un’oggettiva come quella precedente quindi va bene il congiuntivo imperfetto perché retto da “vorrei”, se non c’è -e- il -che- è un relativo che si riferisce a “democrazia” e quindi il verbo “dare” non segue le regole della concordanza, perché non è retto direttamente da “vorrei”, in questo caso andrebbe bene sia il congiuntivo presente che l’indicativo.
Un saluto
Prof. Anna
“Mi piacciono i libri che mi divertono/divertano!”. Questo “che” relativo potrebbe essere seguito dal congiuntivo, perché il pronome indicherebbe un valore finale o una limitazione/requisito. Giusto?
Nella frase c’è anche “mi piacciono” che potrebbe far seguire il congiuntivo nell’altra frase ma, come lei mi ha insegnato, dobbiamo far riferimento alla frase che regge “i libri che”. Giusto?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, il congiuntivo non è necessario, potrebbe esserlo se ci fosse per esempio il verbo “cercare”: “cerco dei libri che mi divertano” in questo caso il soggetto cerca dei requisiti particolari nell’oggetto desiderato.
Un saluto
Prof. Anna
“Ci si chiede come ci si comporta/i”. In questa interrogativa indiretta la forma “ci si comporti” (impersonale), potrebbe essere concordata al congiuntivo?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, il cogiuntivo può essere corretto, ma io riformulerei la frase in questo modo: “ci si chiede come ci si debba comportare”.
Un saluto
Prof. Anna
La forma “il fatto che”, la sento spesse volte, ma qualche volta seguita dal congiuntivo; altre volte, invece, dall’indicativo. Qual è quella corretta? e perché?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, è corretto l’uso dell’indicativo, infatti di solito “il fatto che” indica qualcosa di reale, ma, come dici tu, si usa anche spesso il congiuntivo dopo questa espressione.
Un saluto
Prof. Anna
“Dove c’è scritto che un giocatore deve/debba comportarsì cosi…”. Secondo me, il modo verbale corretto è l’indicativo. O no?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, sono corretti entrambi i modo, si userà il congiuntivo per sottolineare il valore eventuale della frase.
Un saluto
Prof. Anna
Buonasera Prof Anna, scusi il disturbo e se mi ripeto ancora su un determinato argomento, ma vorrei, ove fosse possibile, avere ulteriori chiarimenti sulla sfumatura da dare alle relative. questa sfumatura non ho ancora capito se si può sempre dare o solo in certi casi. Poi vorrei sapere se in un contesto formale è più corretto dire credi sia una cosa che si può o che si possa fare? Che si possa fare mi pare suoni meglio. e, infine, si può dare sfumatura con cong. anche se dico credo sia certo o chiaro o ovvio che venga anche lui? Ora ho più chiara la distinzione tra subordinate soggettive ed oggettive ma non ancora riguardo questa benedetta sfumatura. Attendo sue instruzioni, grazie e buona serata.
Caro Stefano, sicuramente usare il congiuntivo è stilisticamente adatto a un registro più formale, quindi è corretto anche dire “credo sia certo che venga anche lui”; per quanto riguarda le relative il congiuntivo si usa nei casi che sono descritti in questo articolo (http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=4895), comunque spesso l’uso del congiuntivo è una scelta personale e stilistica, quindi non è facile, se non nei casi dove è necessario usarlo, dare delle regole precise, si tratta appunto di una questione di stile e di sensibilità.
A presto
Prof. Anna
“Si riferisce non solo a chi potrebbe/potesse partecipare a un colloquio, ma anche ad altri…”. Con “potrebbe”, ci si riferisce al dubbio di chi parteciperà o no; mentre con “potesse” c’è un valore eventuale, potenziale, possibile di chi parteciperà o no, cioè? me lo farebbe capire? Grazie
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, le tue ipotesi sono corrette, si tratta comunque di una scelta personale, sarebbe corretto anche l’indicativo.
Un saluto
Prof. Anna
“Si riferisce non solo a chi potrebbe/potesse partecipare a un colloquio, ma anche ad altri…”. Con “potrebbe”, ci si riferisce al dubbio di chi parteciperà o no; mentre con “potesse” c’è un valore eventuale, potenziale, possibile di chi parteciperà o no, cioè? me lo farebbe capire? Grazie
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, le tue ipotesi sono esatte, sarebbe comunque corretto anche l’indicativo.
Un saluto
Prof. Anna
“Le persone che non abbiano studiato/hanno studiato, sono quelle poco educate…”. Secondo me, è corretto il congiuntivo visto che siamo in presenza di una frase subordinata; giusto?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, è corretto l’uso dell’indicativo nella frase relativa, non tutte le subordinate vogliono il congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
“Una volta che lui ci venga, io ci andrò”. Nell’enunciato l’oggettiva precede la principale, quindi la subordinata richiede sempre il congiuntivo, come in questo caso, dunque è corretto il congiuntivo. Giusto? E’ sempre così o ci sono delle eccezioni in questi tipi di frasi?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, intanto la frase non è un’oggettiva, e non è detto che una subordinata necessiti del congiuntivo; la frase introdotta da “una volta che” è una temporale (quando) e non è necessario il congiuntivo, la frase così come è scritta non ha molto senso, si potrebbe dire “una volta che tu avrai deciso di venire, verrò (ci andrò) anch’io”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara prof Anna , cortesemente , in questa frase l’uso del congiuntivo ( fosse ) è corretto 🙂 ?
”E così , una volta rassegnato che con lei FOSSE finita per sempre , il moro si dedicò ad altro .”
inizialmente al posto del fosse avevo messo semplicemente ERA FINITO , poi pensando ai benedetti congiuntivi dato che c’è il che … cmq grazie in anticipo !
Caro Franco, meglio: “una volta rassegnatosi al fatto che con lei fosse finita per sempre”, ma sarebbe corretto anche l’indicativo.
Un saluto
Prof. Anna
Una battuta: “C’è una legge che dice che i controllori non devono chiedere il biglietto e, di conseguenza, svegliare i passeggeri che dormono…”. La frase “svegliare i passeggeri che dormono” senza il “non” significa che “i controllori, di conseguenza, devono svegliare i passeggeri che dormono”; giusto? Con il “non”, invece, non devono svegliare nessuno; giusto?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, effettivamente la frase è un po’ ambigua, ma se seguiamo il senso generale (i controllori NON devono chiedere il biglietto) allora è probabile che la negazione sia attribuibile anche al verbo “svegliare” e quindi “non svegliare”, forse, per essere più chiari, sarebbe stato meglio ripetere la negazione davanti al verbo “svegliare”.
Un saluto
Prof. Anna
1)Il participio del verbo “assistere” è assistito, quindi è corretto “assistitemi” e non “assistetemi”, giusto?
2) Ti ringrazio per gli auguri fattomi o fattimi? In questo caso qual è la corretta concordanza? E la regola?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico è corretto “gli auguri fattimi” infatti l’accordo è con “auguri”; non ho capito che forma verbale dovrebbe essere “assistitemi”.
A presto
Prof. Anna
“Credo che per quel che ci riguardi/riguarda…, debba…”. Secondo me, è corretto “riguardi” visto che “per quel che” è una limitativa. Giusto?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, l’uso dell’indicativo è corretto.
Un salluto
Prof. Anna
1)”Non importa quanti italiani “ci siano/sono” sull’isola, 2)non importa se il tuo datore di lavoro “è/sia” italiano o comprende la lingua italiana, 3)non importa se “ritieni/ritenga” di poterlo imparare rapidamente sul posto.” Nella prima frase il congiuntivo “ci siano” è corretto perché esprime un dubbio; sarebbe corretto anche l’indicativo? 2) sarebbe corretto “sia italiano” che indica un dubbio, visto che, come nella prima, è retto da “non importa”? 3) siccome la frase inizia con “non importa” potrebbe essere seguita dal congiuntivo “se ritenga”?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, tutte le subordinate in questione sono interrogative indirette, quindi possono avere si ail verbo all’indicativo sia al congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
“Una volta che lui ci venga, io ci andrò”. Assodato che il modo verbale è sbagliato. Perché non è un’oggettiva?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, non è un’oggettiva perché è introdotta da “una volta” che in questo caso ha valore temporale (quando).
Un saluto
Prof. Anna
“Le persone che non abbiano studiato/hanno studiato, sono quelle poco educate…”. Secondo me, è corretto il congiuntivo visto che siamo in presenza di una frase subordinata; giusto?
La sua risposta:”Caro Rico, è corretto l’uso dell’indicativo nella frase relativa, non tutte le subordinate vogliono il congiuntivo.” Nella frase relativa è espresso un requisito “abbiano studiato”, quindi, perché non è corretto il congiuntivo?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, non è sbagliato in questo caso usare il congiuntivo, ma non è obbligatorio, è corretto anche l’indicativo.
Un saluto
Prof. Anna
1)Il participio del verbo “assistere” è assistito, quindi è corretto “assistitemi” e non “assistetemi”, giusto?
2) Ti ringrazio per gli auguri fattomi o fattimi? In questo caso qual è la corretta concordanza? E la regola?
Caro Rico è corretto “gli auguri fattimi” infatti l’accordo è con “auguri”; non ho capito che forma verbale dovrebbe essere “assistitemi”.
Qual è la regola della concordanza “auguri fattimi”?
Perché è corretto “assistetemi”, visto che il participio passato è “assistito”? Sarebbe anche scorretto aggiungere il pronome atono “mi”, poiché il verbo non è né riflessivo e né pronominale. Giusto?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, “assistetemi” è l’imperativo di “assistere” e quindi il pronome può unirsi alla forma verbale; mentre “fattimi” concorda con “auguri” che è plurale (fatti-plurale+-mi).
Un saluto
Prof. Anna
“Però non è possibile vederle se non si hanno/abbiano le credenziali di accesso!”. Non è più corretto il congiuntivo visto che il verbo “vederle” è anticipato dalla negativa “non è possibile”e anche dal verbo “essere + possibile”?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, l’indicativo è corretto, si tratta di un periodo ipotetico della realtà.
Un saluto
Prof. Anna
“Però non è possibile vederle se non si hanno/abbiano le credenziali di accesso!”. Non è più corretto il congiuntivo visto che il verbo “vederle” è anticipato dalla negativa “non è possibile”e anche dal verbo “essere + possibile”?
La sua risposta:”Caro Rico, l’indicativo è corretto, si tratta di un periodo ipotetico della realtà”.
Come fare a capire quando il periodo ipotetico della realtà, anticipato da una negativa, deve essere seguito dall’indicativo e non dal congiuntivo? Della realtà, perché il contenuto della frase può essere realizzato; giusto?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, nel periodo ipotetico della realtà l’ipotesi è presentata come un fatto reale e quindi non troviamo mai il congiuntivo: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=3565
Un sauto
Prof. Anna
Gentile professore,
ho superato il test e mi conforta 🙂
Ho trovato il suo sito perché cercavo una risposta al mio dubbio seguente.
È giusto “dammi un parere se la scelta di fermarsi in caso di errore sia corretta”?
O è giusto “dammi un parere se la scelta di fermarsi in caso di errore è corretta”?
Grazie mille!
Caro Nicola, non si dice “dammi un parere se…”, direi piuttosto: “dammi un parere: la scelta di fermarsi in caso di errore secondo te è corretta?”.
Un saluto
Prof. Anna
“Ho una domanda su questa televisione e mi chiedevo se poteste/potreste aiutarmi”.
Questa interrogativa indiretta è più corretta con l’uso del modo congiuntivo o condizionale? “Mi chiedevo se poteste”> anteriorità o contemporaneità; “mi chiedevo se potreste aiutarmi nel caso aveste la possibilità”>come periodo ipotetico… Entrambe corrette.
Secondo me, il condizionale…
Nella frase, quale modo è più opportuno usare?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, sono corretti entrambi i modi verbali, tra le due frasi c’è un rapporto di contemporaneità.
Un saluto
Prof. Anna
Nella reggente in cui figura il condizionale presente dei verbi volere-desiderare-preferire ecc., che esprimono volontà o desiderio, la dipendente si costruisce col congiuntivo imperfetto; così come la concordanza di un condizionale passato, che esprime volontà o desiderio, deve essere seguito dal congiuntivo imperfetto-trapassato; per questo, anche i seguenti verbi: augurare, auspicare e altri…, esprimenti volontà o desiderio, devono essere costruiti nella stessa forma verbale degli esempi sopra riportati? Ad es.: “Mi augurerei che venisse”; “mi sarei augurato che venisse o fosse venuto”. E non, logicamente, “mi augurerei che venga” e né “mi sarei augurato che sarebbe venuto”.
Le mie ipotesi sono corrette?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, le tue considerazioni sono corrette.
Un saluto
Prof. Anna
“hanno la possibilità di venire mai a conoscenza che un loro dipendente è capace di scrivere (oltre che di concepire, ma lasciamo perdere ) un testo simile?” C’è un errore in questa frase? Quale sarebbe?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, ci vuole la negazione: “non hanno la possibilità di venire mai a conoscenza”.
Un saluto
Prof. Anna
Prof,buongiorno….ho difficolta’ di scrivire esattamente questa frase…mi puo’ dire quella esatta?? grazie per la risposta… rubavo pensieri ovunque mi trasportava la fantasia…oppure rubavo pensieri ovunque mi trasportasse la fantasia…grazie giuseppe
Caro Giuseppe, è corretta la frase con il congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
“Ho una domanda su questa televisione e mi chiedevo se poteste/potreste aiutarmi”.
Questa interrogativa indiretta è più corretta con l’uso del modo congiuntivo o condizionale? “Mi chiedevo se poteste”> anteriorità o contemporaneità; “mi chiedevo se potreste aiutarmi nel caso aveste la possibilità”>come periodo ipotetico… Entrambe corrette.
Secondo me, il condizionale…
Nella frase, quale modo è più opportuno usare?
Distinti saluti
Rico
La sua risposta:”Caro Rico, sono corretti entrambi i modi verbali, tra le due frasi c’è un rapporto di contemporaneità.”
Quindi, quale modo verbale sarebbe più corretto?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, sono entrambi corretti, io però sceglierei il condizionale.
Un saluto
Prof. Anna
“Parlavamo di saluti… qualcuno dei molti ne hanno ricevuti (i saluti) a iosa…”
Secondo me, la concordanza al plurale del passato prossimo è corretta?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, non è corretto “qualcuno dei molti”, puoi usare solo “qualcuno” o “qualcuno di loro” (per esempio), quindi la frase corretta è: “parlavamo di saluti…qualcuno ne ha ricevuti a iosa”, quindi la concordanza al plurale del participio passato è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
“Se pensiamo all’etimologia della parola … ci rendiamo conto di quanto è/sia problematica…”. non sarebbe più corretto il modo verbale indicativo che quello congiuntivo? L’introduttore “quanto” quando figura in frasi causali, concessive e restrittive dev’essere seguito dal congiuntivo, altrimenti, no! E mi pare che non sia questo il caso, vista la frase. O no?
Distinti saluti
E grazie per la possibile risposta!
Rico
Caro Rico, si tratta di un’interrogativa indiretta introdotta da “quanto”, quindi sono corretti entrambi i modi (indicativo e congiuntivo), dipende dalla sfumatura che si vuole dare alla frase.
Un saluto
Prof. Anna
“Immaginiamo un uomo che corra/corre in un campo, e che fugga/fugge dalla sua vita complicata…” Il verbo “immaginare” dev’essere seguito dal congiuntivo ma, in questo caso, visto che è seguito da “un uomo che”, che è una proposizione relativa, il suo conseguente è errato al congiuntivo o no?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, sono corretti entrambi i modi verbali, l’uso del congiuntivo dà alla frase una sfumatura eventuale, meno oggettiva.
Un saluto
Prof. Anna
“Se avessi avuto i sensori, non appena mi fossi avvicinato/sarei avvicinato ad un ostacolo, avrebbero suonato”. È corretto “sarei avvicinato” come futuro nel passato o no? “i sensori avrebbero suonato”>principale; se avessi avuto> secondaria di primo grado> “non appena mi sarei avvicinato”> se dipendente coordinativa, sarebbe corretto il congiuntivo. O no?
Caro Rico, dopo “non appena” possiamo trovare l’indicativo o il congiuntivo, ma non il condizionale; “se avessi avuto i sensori, avrebbero suonato” è un periodo ipotetico dell’irrealtà, mentre la frase introdotta da -non appena- è una temporale.
Un saluto
Prof. Anna
“Se avessi avuto i sensori, non appena mi fossi avvicinato/sarei avvicinato ad un ostacolo, avrebbero suonato”. È corretto “sarei avvicinato” come futuro nel passato o no? “i sensori avrebbero suonato”>principale; se avessi avuto> secondaria di primo grado> “non appena mi sarei avvicinato”> se dipendente coordinativa, sarebbe corretto il congiuntivo. O no?
La sua risposta:”Caro Rico, dopo “non appena” possiamo trovare l’indicativo o il congiuntivo, ma non il condizionale; “se avessi avuto i sensori, avrebbero suonato” è un periodo ipotetico dell’irrealtà, mentre la frase introdotta da -non appena- è una temporale.”
Anche “quando” dunque dovrebbe essere seguito o dall’indicativo o dal congiuntivo, visto che è una proposizione temporale, e non dal condizionale..o differisce?
Anche nel periodo ipotetico dell’irrealtà dovremmo far riferimento alla frase complessa e, così scritta da me, è giusta?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, “quando” temporale è solitamente seguito da indicativo, se invece ha valore condizionale (significa quindi -se-qualora) può essere seguito da congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
“Ho acceso il pc per vedere se tu avevi risposto”. Non usiamo il congiuntivo, ma il modo indicativo “se tu avevi risposto” perché è anticipato dal verbo “vedere”; in modo formale potremmo utilizzare anche il condizionale “se tu avresti risposto ma, esprimendo un’azione futura, mi pare sbagliato. giusto? quindi solo il modo verbale indicativo è corretto?
Distinti saluti
Rico
“Ho acceso il pc per vedere se tu avevi risposto”. Non usiamo il congiuntivo, ma il modo indicativo “se tu avevi risposto” perché è anticipato dal verbo “vedere”; in modo formale potremmo utilizzare anche il condizionale “se tu avresti risposto ma, esprimendo un’azione futura, mi pare sbagliato. giusto? quindi solo il modo verbale indicativo è corretto?
Distinti saluti
Caro Rico, la frase introdotta da -se- in questo caso è un’interrogativa indiretta, quindi l’indicativo è corretto, ma serebbe corretto anche il congiuntivo se si vuole sottolineare il valore dubitativo della frase, il condizionale passato esprime il futuro nel passato, non è scorretto se è questo il rapporto temporale che vogliamo esprimere.
Un saluto
Prof. Anna
“Caro Rico, “quando” temporale è solitamente seguito da indicativo, se invece ha valore condizionale (significa quindi -se-qualora) può essere seguito da congiuntivo”
“Quando” può essere seguito anche dal condizionale passato, per introdurre in una frase il futuro nel passato?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, “quando” può essere seguito dal condizionale passato per indicare un futuro nel passato se retto da un verbo al passato.
Un saluto
Prof. Anna
“In attesa che si scopra ciò che tutti sanno, cioè che il Comitato olimpico è corrotto come la Fifa, possiamo domandarci a chi può/possa interessare che in città si svolgano Olimpiadi di checchessia”.
il “chi” in questo caso indica un’ipotesi o no? Non sarebbe più corretto utilizzare il congiuntivo?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, si tratta sempre di un’interrogativa indiretta, quindi è possibile usare entrambi i modi verbali.
Un saluto
Prof. Anna
Ho acceso il pc per vedere se tu avevi risposto”. Non usiamo il congiuntivo, ma il modo indicativo “se tu avevi risposto” perché è anticipato dal verbo “vedere”; in modo formale potremmo utilizzare anche il condizionale “se tu avresti risposto ma, esprimendo un’azione futura, mi pare sbagliato. giusto? quindi solo il modo verbale indicativo è corretto?
La sua risposta:”Caro Rico, la frase introdotta da -se- in questo caso è un’interrogativa indiretta, quindi l’indicativo è corretto, ma serebbe corretto anche il congiuntivo se si vuole sottolineare il valore dubitativo della frase, il condizionale passato esprime il futuro nel passato, non è scorretto se è questo il rapporto temporale che vogliamo esprimere”.
Quindi, “ho acceso il pc per vedere se tu avessi/abbia risposto”. L’infinito di un verbo può essere seguito da qualsiasi tempo verbale, quindi è corretto anche il passato “abbia risposto”, che segue l’infinito “vedere” o no?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, è corretto l’imperfetto congiuntivo in dipendenza da un tempo passato (ho acceso).
Un saluto
Prof. Anna
Buongiorno, è corretto dire “Non immaginate quanti criminali ci siano a giro.” oppure bisogna dire “ci sono” o vanno bene entrambe? Grazie.
Caro Giacomo, sono corrette entrambe le frasi.
Un saluto
Prof. Anna
Quindi, “ho acceso il pc per vedere se tu avessi/abbia risposto”. L’infinito di un verbo può essere seguito da qualsiasi tempo verbale, quindi è corretto anche il passato “abbia risposto”, che segue l’infinito “vedere” o no?
La sua risposta “Caro Rico, è corretto l’imperfetto congiuntivo in dipendenza da un tempo passato (ho acceso)”.
Il passato e il trapassato non dipendono dall’infinito “vedere”? Quindi sarebbero corretti entrambi i tempi verbali o no?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, siamo in presenza di una proposizione condizionale inrodotta da -se-, quindi è corretto usare il congiuntivo imperfetto che ha valore ipotetico.
Un saluto
Prof. Anna
“Io ritengo che, la scelta che è stata fatta, sia/fosse stata opportuna…”
Il tempo verbale della subordinata “che sia opportuna” concorda facendo riferimento al tempo, presente, della principale “io ritengo” o al passato prossimo della subordinata “la scelta che è stata fatta”? Come grado d’importanza, nel concordare un tempo verbale, in una frase simile, teniamo conto del rapporto principale-subordinata o della seconda subordinata, di una frase espressa prima, della stessa principale, come nel caso in alto?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, in questo caso la frase “che la scelta sia opportuna” dipende direttamente da “io ritengo” ed è quindi a questo verbo che si deve fare riferimento (io ritengo-principale- che la scelta sia opportuna-subordinata di primo grado-che è stata fatta-subordinata di secondo grado); in questo caso sono corretti sia il congiuntivo presente per esprimere contempoaneità, sia il congiuntivo passato (sia stata opportuna) per esprimere anteriorità.
Un saluto
Prof. Anna
Quindi, “ho acceso il pc per vedere se tu avessi/abbia risposto”. L’infinito di un verbo può essere seguito da qualsiasi tempo verbale, quindi è corretto anche il passato “abbia risposto”, che segue l’infinito “vedere” o no?
La sua risposta “Caro Rico, è corretto l’imperfetto congiuntivo in dipendenza da un tempo passato (ho acceso)”.
Mia domanda “Il passato e il trapassato non dipendono dall’infinito “vedere”? Quindi sarebbero corretti entrambi i tempi verbali o no?”
La sua risposta “Caro Rico, siamo in presenza di una proposizione condizionale inrodotta da -se-, quindi è corretto usare il congiuntivo imperfetto che ha valore ipotetico.”
Il tempo verbale “avessi risposto” è un trapassato, non un imperfetto, o sbaglio?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, scusa la svista, certo che è un trapassato, anch’esso con valore ipotetico.
Un saluto
Prof. Anna
Buongiorno è corretto scrivere questa frase? Presa al volo col cell, cane permettendo..buongiorno!!!
Caro Emanuele, non capisco esattamente il significato della frase che mi scrivi; potresti provare a riscriverla in maniera più chiara, per esempio qual è il soggetto di “presa”?
A presto
Prof. Anna
Salve, il mio dubbio (nonché fonte di litigi col mio ragazzo) è il seguente: se voglio esprimere un concetto di cui sono certa è ancora necessario l’uso del congiuntivo?
Esempio: “Non è giusto che voi vi divertite/divertiate e io no”. Avendo la certezza che questi soggetti si stanno (?) divertendo e noi no, va usato il congiuntivo o l’indicativo?
Grazie mille,
Stefania
Cara Stefania, il congiuntivo non viene usato esclusivamente per esprimere dubbio o incertezza, è necessario dopo espressioni formate dal verbo “essere” alla forma impersonale seguito da un aggettivo o un avverbio (è giusto, è meglio, è necessario), quindi in questo caso è corretto usare il congiuntivo, per approfondire questo argomento ti consiglio il seguente articolo: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=2494
A presto
Prof. Anna
Ma qui si danno risposte solo al Sig. Rico ? ….no comment..
Caro Emanuele, qui si risponde a tutti, il Sig. Rico è un lettore abituale e quindi le risposte a lui date sono numerose.
Un saluto
Prof. Anna
A una persona sconosciuta o sim. “Le/la fa caldo”. Il verbo “fare”è in alcuni casi transitivo, in altri intransitivo…
Dallo Zanichelli, “fare: v. intr. impers. (aus. avere) riferito alle condizioni del tempo: fa caldo; fa bello; fa brutto; questa notte ha fatto molto freddo”
Quindi, utilizziamo il pronome “le” Giusto?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, la frase “fa caldo” è corretta, ma non capisco l’uso del pronome, non è corretto né il pronome indiretto né quello diretto; che cosa vorrebbe significare la frase che mi hai scritto?
A presto
Prof. Anna
“Se la diverte” è corretta come frase? Se no, perché?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, la frase non è corretta, è corretto “si diverte”, quale funzione avrebbe “la” e a cosa si riferisce?
Un saluto
Prof. Anna
A una persona sconosciuta o sim. “Le/la fa caldo”. Il verbo “fare”è in alcuni casi transitivo, in altri intransitivo…
Dallo Zanichelli, “fare: v. intr. impers. (aus. avere) riferito alle condizioni del tempo: fa caldo; fa bello; fa brutto; questa notte ha fatto molto freddo”
Quindi, utilizziamo il pronome “le” Giusto?
la sua risposta “Caro Rico, la frase “fa caldo” è corretta, ma non capisco l’uso del pronome, non è corretto né il pronome indiretto né quello diretto; che cosa vorrebbe significare la frase che mi hai scritto?”
Dando del lei a qualcuno, al posto di “lei sente caldo”, “le fa caldo”… Fa caldo a lei? o è sbagliata?
Distinti saluti
Caro Rico, la frase “le fa caldo” non è corretta, se vuoi dare del Lei dovrai dire “fa caldo per Lei?” oppure “Lei ha caldo?” o “Lei sente caldo?”.
Un saluto
Prof. Anna
“vorrei un’ equipe che fa/facesse controlli…”. Questa relativa deve essere seguita dal congiuntivo imperfetto, perché è preceduta dal verbo “vorrei” o dall’indicativo, perché, appunto, è una relativa? Diversamente da questa frase “vorrei che un’equipe facesse”…
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, l’uso del congiuntivo imperfetto nella frase che mi proponni è corretto.
Un saluto
Prof. Anna
“Vorrei ricevere risposta a una domanda postale/postole”. Mi direbbe la regola d’accordo qual è?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, è corretto “postale”, il participio passato deve concordare con “domanda”.
Un saluto
Prof. Anna
“vorrei un’ equipe che fa/facesse controlli…”. Questa relativa deve essere seguita dal congiuntivo imperfetto, perché è preceduta dal verbo “vorrei” o dall’indicativo, perché, appunto, è una relativa? Diversamente da questa frase “vorrei che un’equipe facesse”…
La sua risposta:Caro Rico, l’uso del congiuntivo imperfetto nella frase che mi proponi è corretto.”
Essendo una relativa…, perché il verbo deve essere concordato al congiuntivo imperfetto? visto che non esprime nessun requisito, limitazione ecc.?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, il requisito è proprio “che facesse controlli” e se l’oggetto desiderato è un sostantivo spesso è preceduto dall’articolo indeterminativo (come in questo caso):quindi è corretto l’uso del congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
1-2. “Non so, i ragazzi, se li aiuta qualcuno
non so, i ragazzi, chi li aiuta”
3. “Ricordava bene quanto lo avesse amato”
Non sarebbe più corretto, visto che sono interrogative indirette, concordare i verbi “se li aiuti” e “chi li aiuti”al congiuntivo?
Perché dopo “quanto” c’è il congiuntivo trapassato e non l’indicativo?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, nelle interrogative indirette è possibile trovare sia l’indicativo che il congiuntivo; nella frase 3. dopo “quanto” è corretto l’indicativo, se c’è una sfumatura di dubbio o incertezza è possibile usare il congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
Salve Cara Prof. Anna, avevo alcuni dubbi, nelle seguenti frasi secondo lei è meglio usare il congiuntivo oppure l’indicativo?
“non è vero che mio nonno sia morto” o “non è vero che mio nonno è morto”
“non è vero che io mangi solo carne” o “non è vero che mangio solo carne”
“dice che io l’ho trattato male” o “dice che io l’abbia trattato male”
Grazie mille e buona giornata!
Cara Laleh, nelle frasi che mi scrivi è corretto usare l’indicativo.
A presto
Prof. Anna
1)”si può dire che gli anni della gioventù non siano affatto un’epoca felice.” Poiché è un verbo impersonale, è corretto l’uso del congiuntivo. giusto?
2)”Non si può dire che ogni disciplina outdoor emergente non sia/non è normativa…” L’avverbio di negazione si riferisce al verbo “può”, non al verbo “dire”; per cui è corretto concordare il verbo essere (è) all’indicativo. Giusto?
3)Peccato che lui sia/è gia qui. Il congiuntivo è corretto.
4)E’ un peccato che lui sia/è già qui. Frase composta da “è un peccato che”, non da un “peccato che”, quindi quale modo verbale è corretto? e perché?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, nella frase 1 è corretto il congiuntivo, anche nella frase 2 abbiamo una forma impersonale “non si può” quindi anche in questo caso è corretto il congiuntivo, così come nelle ultime due frasi in quanto siamo in presenza di un espressione formata da “è” + un sostantivo (il verbo “essere” è sottinteso nella frase 3).
Un saluto
Prof. Anna
“Mica è un caso che da quel giorno non ti ho/abbia cercato mai…” Verbo essere + sostantivo, in questo caso, una grammatica concorda il verbo all’indicativo, non al congiuntivo, e lo fa anche per “è un peccato che”, “è una vergogna” ecc.Quindi il sintagma sostantivale “E’UN PECCATO CHE lui sia/è già qui”, verbo essere + sostantivo, dev’essere seguito dall’indicativo, non dal congiuntivo. Giusto?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, dopo l’espressione “peccato che” o “è un peccato che” di norma ci vuole il congiuntivo, ma può capitare che, specialmente nella lingua parlata, venga usato l’indicativo.
Un saluto
Prof. Anna
“È stato detto che il problema non era/fosse grave” E’ una frase impersonale, quindi il verbo “essere” dev’essere concordato al congiuntivo. Giusto?
“È successo che tuo fratello si è/fosse ammalato”. E’ una frase impersonale, quindi il verbo “essere” dev’essere concordato al congiuntivo. Giusto?
“Non si può dire che Giacomo è/sia scemo.” E’ una frase impersonale, quindi il verbo “essere” dev’essere concordato al congiuntivo. Giusto?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, il congiuntivo è necessario solo nell’ultima frase che mi scrivi “non si può dire che sia”; il congiuntivo è necessario dopo i verbi impersonali: basta, conviene, bisogna, occorre, pare, può darsi, sembra e dopo la forma “si dice” (o in queso caso “non si può dire”).
Un saluto
Prof. Anna
“È stato detto che il problema non era/fosse grave” E’ una frase impersonale, giusto? quindi il modo verbale dev’essere concordato al congiuntivo o no?
“E’ stato affermato che il problema non era/fosse grave”. E’ una frase impersonale, giusto? quindi il modo verbale deve essere concordato al congiuntivo o no?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, ti rimando alla risposta 770.
Un saluto
Prof. Anna
“E’ una fortuna che lui non è/sia venuto”
“E’ una vergogna che lui non è/sia venuto”.
Il congiuntivo è corretto nelle due frasi. giusto?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, il congiuntivo è corretto.
A presto
Prof. Anna
Le dispiace se do/dia un’occhiata al suo giornale?
Le dispiace che do/dia un’occhiata al suo giornale?
Quali forme verbali sono corrette? E perché l’una e non l’altra?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, nella prima frase è corretto l’indicativo, si tratta infatti di un periodo ipotetico della realtà; nella seconda frase il congiuntivo è corretto perché è retto da un verbo che esprime un stato d’animo.
Un saluto
Prof. Anna
1)”domandiamo che cosa dicono/dicano loro”
2)”Mi domando che cosa dice/dica lui”
Sono interrogative indirette, quindi è corretto usare il modo congiuntivo. Giusto?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, sono corretti entrambi i modi verbali, il congiuntivo viene scelto per sottolineare il valore dubitativo della frase.
Un saluto
Prof. Anna
“È stato detto che il problema non era/fosse grave” E’ una frase impersonale, quindi il verbo “essere” dev’essere concordato al congiuntivo. Giusto?
“È successo che tuo fratello si è/fosse ammalato”. E’ una frase impersonale, quindi il verbo “essere” dev’essere concordato al congiuntivo. Giusto?
“Non si può dire che Giacomo è/sia scemo.” E’ una frase impersonale, quindi il verbo “essere” dev’essere concordato al congiuntivo. Giusto?
La sua risposta “Caro Rico, il congiuntivo è necessario solo nell’ultima frase che mi scrivi “non si può dire che sia”; il congiuntivo è necessario dopo i verbi impersonali: basta, conviene, bisogna, occorre, pare, può darsi, sembra e dopo la forma “si dice” (o in queso caso “non si può dire”).
“È stato detto che il problema non era/fosse grave” E’ una frase impersonale, giusto? quindi il modo verbale dev’essere concordato al congiuntivo o no?
“E’ stato affermato che il problema non era/fosse grave”. E’ una frase impersonale, giusto? quindi il modo verbale deve essere concordato al congiuntivo o no?
La sua risposta “Caro Rico, il congiuntivo è corretto”.
Viste le risposte differenti, come dovrei comportarmi?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, è corretta la mia prima risposta.
Un saluto
Prof. Anna
Salve prof. Anna, potrebbe gentilmente illuminarmi con questa frase? sento sempre dire stavo pensando che forse ho fatto una cavolata. ma, dato che qui viene chiaramente espressa un’ipotesi, non si dovrebbe dire stavo pensando che forse io abbia fatto una cavolata? infatti credo si dica ho pensato che abbia fatto una cavolata o sto pensando che abbia fatto una cavolata. se esprimo una certezza chiaramente dico stavo pensando che ho fatto una cavolata, ma con un’ipotesi xkè non usare congiuntivo e magari è il forse a pretendere l’indicativo? aspetto chiariment, grazie e buona serata.
Caro Stefano, “penso che” significa “credo che” e necessita del congiuntivo, mentre “stavo pensando che” significa “stavo riflettendo sul fatto che-stavo considerando il fatto che” e quindi non necessita obbligatoriamente del congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
Sera, prof.Anna, grazie x la delucidazione. Solo che ora faccio ancora più confusione tra il riconoscere un’ipotesi e una certezza…. Quindi, in questi casi mi consiglia di usare l’indicativo ma se uso il congiuntivo non sfiguro, o forse ho capito male? poi credevo che il fatto che richiedesse sempre il congiuntivo e come faccio a distinguere congiuntivo e indicativo in questo caso? Già che ci sono, e mi scusi se mi dilungo, le chiedo se è più corretto dire ho pensato che avesse o che abbia fatto un errore? grazie e buona serata.
Caro Stefano, puoi ricordarmi per cortesia la frase in questione? Per quanto riguarda invece la tua ultima domanda è corretta la frase “ho pensato che avesse fatto un errore”.
A presto
Prof. Anna
1)”Non so quanti anni abbia e né chiedo/a”. A orecchio mi sembra corretto il modo verbale indicativo ma, poiché “e” e “né” sono due proposizioni coordinative, non sarebbe corretto l’accordo al congiuntivo, visto che segue una proposizione coordinata, appunto?
2) “Non so perché lei non ci sia venuta”. E’ un’interrogativa indiretta, quindi è corretto il congiuntivo anche con l’avverbio “perché”. giusto?
3) La proposizione “visto che” rimane invariabile anche se seguita da un sostantivo femminile ma, nel caso in cui ci fosse solo “visto” e fosse seguito da un nome femminile, cambierebbe in “vista”? Ad es.: “Vista (o dato/a) l’impressione…” Quindi, anche dato cambierebbe in “data”?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, per quanto riguarda il punto 1 è corretto l’indicativo perché anche se c’è una congiunzione coordinativa si tratta di due frasi differenti e la coordinazione si riferisce a “non so”(non so e non lo chiedo); nella frase 2 il congiuntivo è corretto; i participi “visto” o “dato” solitamente concordano con il nome che li segue.
Un saluto
Prof. Anna
Devo tradurre la seguente frase dal Siciliano all’Italiano: U mischinu: «Cu mminchia me ne ven a ddiri? Nenti nenti c’u busilli fuss u miu?»;
posso usare il congiuntivo, cioè: Il meschino: «Come cavolo sarebbe a dire? Nientemeno che il problema fosse mio?»
Caro Enzo, non capisco il senso della frase introdotta da “nientemeno”, forse si potrebbe dire “neanche il problema fosse mio”, ti sembra possa tradurre la frase in maniera corretta? Non sono esperta di questo dialetto.
A presto
Prof. Anna
Grazie di contribuire a conservare un uso corretto della lingua italiana. Purtroppo in TV si sentono nei dibattiti politici e addirittura giornalisti (!) usare l’indicativo al posto del congiuntivo in modo spesso sistematico, anche nei casi più lampanti.
Caro Renato, benvenuto su Intercultura blog!
A presto
Prof. Anna
1)”Penserete che sono io che imito/imiti Francesco…”
2)”Non si può dire che Francesco progetti/progetta con l’intelletto il mondo…”
Secondo me, la prima frase dev’essere costruita col congiuntivo, perché il verbo “imito” è retto da “penserete che”, anche se “io che” è una relativa; la seconda, invece, con l’indicativo, visto che il verbo “progetta” è retto da “dire”. Esatto?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, nella prima frase l’indicativo è corretto perchè “imitare” non è direttamente retto da “penserete”; nella seconda invece è corretto il congiuntivo perché la forma “non si può dire che” regge il congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile prof. Anna ho un dubbio riguardo il seguente dialogo.
Franco: “Sarebbero dovute intervenire le forze dell’ordine si sarebbero evitati i disastri.”.
Gino: “Se come dici tu sarebbero dovute intervenire, perchè non lo hanno fatto?”
Potrebbe dirmi se il condizionale del sig. Gino è sbagliato? La ringrazio in anticipo.
Caro Gigio, l’uso del condizionale passato è corretto.
Un saluto
Prof. Anna
Buonasera prof.Anna, potrebbe gentilmente delucidarmi sulla differenza tra queste due frasi apparentemente simili ma che sento spesso con due congiuntivi differenti? avrei bisogno che qualcuno mi sostenesse; avrei bisogno di una persona che mi sostenga. la saluto e buona serata.
Caro Stefano, la differenza è che nel primo caso abbiamo una principale (avrei bisogno) e una subordinata oggettiva, sarebbe corretto usare anche il congiuntivo presente se si vuole esprimere contemporaneità tra reggente e subordinata (avrei bisogno che qualcuno mi sostenga), se si usa il congiuntivo imperfetto si instaura un rapporto di anteriorità tra reggente e subordinata; nel secondo caso invece abbiamo una reggente (avrei bisogno diuna persona) e una subordinata relativa (che mi sostenga).
Un saluto
Prof. Anna
Mi scusi Prof. Anna, ho dimenticato di aggiungere che vorrei anche capire, se possibile, la differenza tra avrei bisogno di uno che mi sostenga e avrei bisogno di uno che mi sostenesse. Grazie ancora, e arrivederci.
1)”Penserete che sono io che imito/imiti Francesco…”
2)”Non si può dire che Francesco progetti/progetta con l’intelletto il mondo…”
Secondo me, la prima frase dev’essere costruita col congiuntivo, perché il verbo “imito” è retto da “penserete che”, anche se “io che” è una relativa; la seconda, invece, con l’indicativo, visto che il verbo “progetta” è retto da “dire”. Esatto?
La sua risposta “Caro Rico, nella prima frase l’indicativo è corretto perchè “imitare” non è direttamente retto da “penserete”; nella seconda invece è corretto il congiuntivo perché la forma “non si può dire che” regge il congiuntivo.”
Perché la prima frase è una relativa retta da “sono io che”?
Il “non” nega solo il verbo “può”, non “dire”, quindi perché è corretto il congiuntivo? (Lei mi ha insegnato questa regola…) Quindi: “Non posso sapere se lui ci viene o ci venga?”.E’ lo stesso caso della frase “non si può dire che” o no.
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, la frase “che imito Francesco” è una proposizione relativa, il -che- infatti s riferisce a -io- “sono io colui il quale imito Francesco”; l’espressione “non si può dire che” vuole il congiuntivo, mentre l’ultima frase che mi scrivi è un’interrogativa indiretta e è possibile trovare sia il congiuntivo sia l’indicativo.
Un saluto
Prof. Anna
Buona domenica Prof. Anna, grazie per la risposta, vorrei però capire perchè dicendo avrei bisogno che qualcuno mi sostenesse si crea un rapporto di anteriorità tra reggente e subordinata. Non dovrebbe essere con avrei bisogno che qualcuno mi avesse sostenuto il rapporto di anteriorità? E poi, se possibile, vorrei anche capire perchè con avrei bisogno che qualcuno mi sostenesse, la subordinata è oggettiva, mentre con avrei bisogno di una persona che mi sostenga la subordinata è relativa e non oggettiva come nell’altro caso. Grazie e arrivederci.
Caro Stefano, errore mio, scusami tanto se ti ho creato confusione, nella frase “avrei bisogno che qualcuno mi sostenesse” abbiamo un rapporto di contemporaneità o posteriorità, mentre se vogliamo un rapporto di anteriorità useremo un congiuntivo trapassato “avrei bisogno che qualcuno mi avesse sostenuto”; nella frase “avrei bisogno che qualcuno mi sostenesse” -che- è una congiunzione retta dal verbo “avrei bisogno” e introduce una oggettiva, mentre nella frase “avrei bisogno di qualcuno che mi sostenesse” il -che- non è retto dal verbo e non è una congiunzione ma è un pronome relativo e si riferisce a “qualcuno” (infatti puoi trasformare “qualcuno che” in “qualcuno il quale”). Spero di aver chiarito i tuoi dubbi.
A presto
Prof. Anna
Buonasera Prof. Anna, nessun problema, ci mancherebbe, non si deve scusare xkè capita a tutti di aver qualche lapsus e ci tengo a sottolineare che la confusione, grazie alle sue spiegazioni sempre puntuali e precise, piano piano si dirada. Mi scusi lei, piuttosto, se tendo spesso a riproporre le stesse tematiche, dal mio punto di vista solo sulla carta facili da capire, xkè di fatto invece è tutt’altro che semplice in diversi casi riconoscere ipotesi da fatti reali o concreti etc etc.s pecie quando parlano gli altri….Già che ci sono vorrei chiederle se è ok questa frase: mi servirebbe che voi apriste la foto qui sotto e metteste mi piace, e, in generale, con mi servirebbe che è più idoneo cong imperfetto o presente? infine, e mi scuso se mi dilungo, vorrei che mi desse un’occhiata a questa frase presa da un libro di uno scrittore famoso: solo la mattina precedente stavo pensando che la mia vita aveva finalmente preso la strada giusta. Essendo il contesto del discorso, in generale, tutto ipotetico, credo ci voglia congiuntivo. Un cordiale saluto e buona serata.
Caro Stefano, userei il congiuntivo imperfetto dopo “mi servirebbe”, nella frase che mi proponi l’indicativo è corretto, sarebbe come scrivere: “solo la mattina precedente stavo prendendo in considerazione il fatto che la mia vita aveva preso la strada giusta.”.
A presto
Prof. Anna
prof. vorrei sapere se questa frase è scritta correttamente:
Se chiudessero i serti domani mattina,saebbe la cosa migliore che potessero fare.
Caro Biondo, se per “SerT” intendi i servizi per la tossicodipendenza, non è corretto il plurale “serti” ma il plurale rimane “SerT”; comunque la frase si potrebbe scrivere in qiuesto modo: “chiudere i SerT sarebbe la cosa migliore da fare”.
Un saluto
Prof. Anna
Buon giorno prof,vorrei sapere se è corretta la frase:”tu vivi nei miei sogni e ti auguro di realizzare i tuoi”.grazie
Prof. Anna ben ritrovata e grazie x la sua risposta precedente e ora credo di avere più chiaro il discorso su stavo pensando che etc etc. Vorrei chiederle rapidamente 2 cose: se invece dico stavo ipotizzando che, è corretto usare il congiuntivo? (stavo ipotizzando che lui avesse torto). Ho poi dei dubbi su questa frase: questo te lo avrei detto il giorno in cui mi avessi riammesso in squadra. Credo sia come dire te lo avrei detto se tu o nel caso in cui mi avessi riammesso in squadra, quindi un’ipotesi? Se invece mi riferisco ad un fatto accaduto, è più corretto dire te lo avrei detto o te lo avevo detto il giorno in cui mi avessi o avresti riammesso in squadra? Spero di essermi spiegato un minimo, xkè francamente è un pò complicato, in certi casi…Attendo suoi consigli e le auguro una piacevole serata. A presto.
Caro Stefano, è corretto usare il congiuntivo dopo “ipotizzare”; la frase: “questo te lo avrei detto il giorno in cui mi avessi riammesso in squadra” è corretta e la frase con il congiuntivo esprime, come dici tu, un’ipotesi, se ti riferisci a un fatto accaduto e vuoi presentare l’azione come oggettiva è necessario usare l’indicativo: “questo te lo avrei detto il giorno in cui mi hai riammesso in squadra”.
A presto
Prof. Anna
Salve avrei bisogno di sciogliere un dubbio. E’ corretta la frase “Che tristezza notare quanto ancora, al giorno d’oggi ci sia gente che non conosca la lingua italiana”?
oppure si scrive “Che tristezza notare quanto ancora, al giorno d’oggi ci sia gente che non conosce la lingua italiana”?
Grazie
Cara Elisabetta, la frase corretta è: “che tristezza notare quanto ancora, al giorno d’oggi, ci sia gente che non conosce la lingua italiana”.
Un saluto
Prof. Anna
Salve. Scrivendo ad un’amica di un evento successo poco prima, mi è capitato di scrivere” ah, se ero io, non l’avrei fatto entrare!”. Poi, riflettendo, mi sono pentita…ditemi perchè! e’ una frase dialettale?Grazie
Cara Anto, si tratta di un periodo ipotetico dell’irrealtà e quindi la forma corretta sarebbe: “se fossi stata io, non l’avrei fatto entrare”, tu hai usato quello che si dice un periodo ipotetico misto, diffuso soprattutto nel parlato, ma è sempre meglio usare la forma corretta.
A presto
Prof. Anna
Buonasera Prof Anna, molte grazie x i suoi sempre utili consigli e da giorni ho dubbi su questa frase che vorrei mi correggesse: non rimpiango tanto il fatto che in passato riuscissi sempre a cavarmela, ma rimpiango il fatto che in ogni situazione riuscivo sempre a mantenere serenità. Non so se nella prima frase vale la causa fittizia, come in altri casi, e x questo ho usato il congiuntivo… Grazie per l’attenzione e buona serata.
Caro Stefano, non mi semrba che in questo caso ci sia una causa fittizia, userei l’indicativo.
Un saluto
Prof. Anna
Anna, La ringrazio per gli esercizi che suggerisci, sono molto útiles.
Cara Vilma, benvenuta su Intercultura blog!
A presto
Prof. Anna
Buongiorno,
credo di sbagliare quando uso il congiuntivo quando dico :
che facessero quello che vogliono, è più corretto dire che facciano quello che voglio ? che ridessero… ! che mangiassero…etc.. a questo punto non so quando devo usare il congiuntivo presente o passato…mi può aiutare a capire la differenza.
La ringrazio
Cara Elena, è corretto usare il congiuntivo presente, in questo casosi tratta del congiuntivo esortativo: “facciano ciò che vogliono” (http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=2532), negli italiani regionali è diffuso anche l’utilizzo del congiuntivo imperfetto con questa stessa funzione, ma ti consiglierei di usare il presente.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Prof.Anna
mi scusi se la mia domanda ripete: si usa il congiuntivo solamente quando ci sono 2 soggetti in una frase?
per esempio- “temo(io) che non sapro'(anche io) mai la lingua italiana”-
senza il congiuntivo- nonostante che la frase esprime una paura, un dubbio ecc.
Grazie per la Sua risposta
kdela
Cara Kdela, se vuoi che la subordinata esprima posteriorità rispetto alla reggente (come nella frase che mi scrivi) è corretto usare l’indicativo futuro: “temo(oggi) che (in futuro) non saprò mai l’italiano”, “temo (oggi) che (in futuro) lui non saprà mai l’italiano”, mentre per esprimere contemporaneità usiamo il congiuntivo presente: “temo (oggi) che (oggi) lui non sappia l’italiano”. Spero di aver chiarito il tuo dubbio.
A presto
Prof. Anna
Buongiorno Prof Anna, mi scusi se mi ripeto su certi argomenti, solo che tra un pò di giorni sarò impegnato in contesti dove saper parlare meglio credo sia molto utile, e cerco quindi di migliorare più che posso. Vorrei capire meglio un paio di questioni: perchè il fatto che richiede il congiuntivo, mentre del fatto che non lo richiede? Inoltre, non mi pare che il fatto che richieda sempre il congiuntivo e vorrei mi spiegasse i casi che lo richiedono e i casi che non lo richiedono. La seconda questione riguarda la subordinata con il cong trapassato, che a volte confondo con la subordinata con imperfetto. So bene che una esprime anteriorità e l’altra contemporaneità rispetto alla reggente, ma il problema sta nel capire la differenziazione, in taluni casi. In quel periodo mi chiamavano xkè spesso capitava che qualcuno non pagasse, e qui non ho dubbi. In quel periodo mi chiamavano o mi avevano chiamato xkè spesso era capitato in precedenza che qualcuno non pagasse o non avesse pagato? Spero di esser stato minimamente chiaro, anche se non è facile. Grazie e buona giornata.
Caro Stefano, dopo “il fatto che” e “del fatto che” non è sempre necessario il congiuntivo, come ben saprai l’uso del congiuntivo è legato anche a scelte stilistiche o alla sensibilità di chi parla, per alcuni verbi e alcuni contesti il congiuntivo è d’obbligo, ma non è sempre così, in un’ importante grammatica si legge: “dopo nomi come fatto, circostanza o notizia, che esprimono esclusivamente la verità presupposta della frase subordinata, la scelta del modo dipende soprattutto dal predicato sovraordinato. In questi esempi anche quando la frase subordinata è all’inizio, si può avere sempre anche l’indicativo: -non posso nascondere la mia meraviglia per il fatto che tutti accettino / accettano supinamente questo sopruso-“. Per quanto riguarda le subordinate con il congiuntivo trapassato esprimono in ogni modo anteriorità rispetto alla reggente, quindi se è questo il rapporto temporale che vuoi esprimere (in precedenza) puoi usarlo: “in quel periodo mi chiamavano perché spesso era capitato in precedenza che qualcuno non avesse pagato”, ma se volessi esprimere contemporaneità sarebbe corretto usare il congiuntivo imperfetto “in quel periodo mi chiamavano perché spesso era capitato che qualcuno non pagasse”.
Un saluto
Prof. Anna
Un saluto
Prof. Anna
Cara Pros. Anna
grazie ancora ed ancora.Mi hai chiarito il mio dubbio.
Ho scritto questa risposta 3 volte,non so perche’ non e’riesco di essere mandata.
Grazie per tutto e scusa se il mio commento sara’ 3 volte.
Un saluto
kdela
Lei e’ molto rappida-fa le domande vdlocenente
La ringrazio molto Prof.Anna
kdela
“non e’ riuscita”
non come e’ scritto prima
Grazie
Cara Kdela, meglio scrivere “non sono riuscita a mandarla”.
A presto
Prof. Anna
Grazie
ci sono alcuni errori grazie dalla tastiera,come la parola “rapida” e “velocemente”
ma quando vorrei scrivere in forma passiva- che la domanda o il commento- non sono stati riusciti essere mandati- e’ corretto?
grazie ancora
kdela
Cara Kdela, la frase non è corretta, non si forma il passivo con il verbo “riuscire”.
Un saluto
Prof. Anna
Ok, grazie
allora in forma passiva- non si usa(cosi’ capisco) il verbo “riuscire”.
Se vorrei formulare una frase in forma passiva- ma non con il soggetto : “io” -(“non sono riuscita a mandarla”)
come si fa?
grazie ancora
kdela
Cara Kdela, la frase che mi scrivi non può essere trasformata al passivo, con il verbo “riuscire” non è mai possibile fare una forma passiva. Attenzione, si scrive: “se volessi formulare”.
Un saluto
Prof. Anna
Ho pensato e ho formulato una frase in forma passiva;
se puo’ controllare- La ringrazio.
La frase:
“il commento o la domanda- non sono stati riusciti di essere mandati”
grazie, kdela
Buonasera Prof Anna, tante grazie x le delucidazioni e solo che spesso mi perdo anche xkè mi piace cercare di capire anche le questioni più complicate, seppur poi difficilmente quando parlo con qualcuno mi esprimo con giri di parole complicati. E poi a volte dimentico certe cose fondamentali, tipo che il congiuntivo si può usare quando si vuole dare sfumatura alla frase o quando pongo un requisito, condizione etc. Oggi le pongo un’altra frase presa da un libro di uno scrittore famoso, che vorrei mi confermasse o smentisse: ero curioso di vedere che reazione avrebbe avuto quando lo avrei smascherato. Secondo me è corretta anche se sento tanta gente, specie i più giovani, usae il congiuntivo prima di smascherato. Eppure è chiaro che si tratta di una frase con subordinata o subordinate posteriori a reggente…Saluti e buona serata.
Caro Stefano, la frase che mi scrivi è corretta, si potrebbe usare anche il congiuntivo trapassato se “quando” avesse valore eventuale: “nel caso in (se) cui lo avessi smascherato”.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie
allora adesso so che con il verbo riuscire non si puo’ fare il passivo.
E’un po’ strano,secondo me,perche’nella mia lingua – (l’ebraico si puo’.anche in inglese). Ma ho capito e faccio lattenzione il tuo commento “se volessi formulare”.
Senza questo verbo si puo’ dire in modo passivo:”i documenti non sono stati mandati o inviati”?
Grazie per tutto
kdela
Cara Kdela, le frasi: “i documenti non sono stati inviati” e “i documenti non sono stati mandati” sono corrette.
A presto
Prof. Anna
Grazie
Grazie Professore!
La frase “non l’ho chiamato, anche se avrei potuto!” É errata? Sto esprimendo un’affermazione su ciò che ho fatto,(non chiamare) , quindi l’alternativa del chiamare di fatto non é più un’ipotesi, ma la mia non scelta. Help.
Cara Veronica, la frase che mi scrivi è corretta.
A presto
Prof. Anna
Gentile prof.ssa Anna,
nel seguente caso non riesco a svincolarmi dal dubbio sul tempo del congiuntivo da usare:
1. riusciresti a fare in modo che ci si veda domenica pomeriggio?
2. riusciresti a fare in modo che ci si vedesse domenica pomeriggio?
Ho in genere più di una remora nel far corrispondere -anche se indirettamente- un congiuntivo presente ad un condizionale presente (forse per influenza del periodo ipotetico dell’irrealtà), ma in effetti mi paiono entrambi plausibili, sebbene indicanti sfumature di eventualità differente (con più pronunciato fattore di improbabilità nel secondo caso).
Grazie delle delucidazioni in merito.
BWV542
Caro BWV542, in questo caso è corretto usare il congiuntivo presente, il congiuntivo è retto dalla frase “a fare in modo” e non da “riusciresti”.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie mille!
Mi rimane un dubbio, però:
“riusciresti a fare in modo che” mi suona un’espressione difficile da scorporare in unità distinte (le mie nozioni scolastiche sono fumose, ma ‘riuscire’ in tal caso mi pare sia un verbo fraseologico, quindi dovrebbe fare corpo unico con “fare”) e, infatti, ha contiguità funzionale con “vorresti / ti andrebbe che” (in verità, la uso in tal caso come perifrasi di questi ultimi verbi);
e se dicessi “vorresti / ti andrebbe che ci si vedesse domenica?” il costrutto reggerebbe;
per proprietà transitiva non dovrebbe valere lo stesso con l’analoga espressione proposta all’inizio?
Grazie di nuovo per il sostegno nella risoluzione di questa piccola ossessione.
BWV542
Caro BWV542, in questo caso non può valere la proprietà transitiva per questioni di diversa reggenza verbale, se i predicati sono due allora le frasi sono due: “riusciresti” e “a fare in modo” e quindi il congiuntivo che segue è retto da quest’ultimo verbo, mentre nel caso di “vorresti che ci si vedesse”, il congiuntivo imperfetto “vedesse” è direttamente retto dal condizionale “vorresti”, la regola vuole che quando abbiamo un verbo che esprime volontà o desiderio coniugato al condizionale per esprimere contemporaneità o posteriorità si usi il congiuntivo imperfetto “vorresti che ci si vedesse”.
Un saluto
Prof. Anna
Ricevuto: grazie mille per l’ulteriore delucidazione.
Buon lavoro
BWV542
Buonasera vorrei sapere se : non vedo il motivo per cui io devo/deva , regge il congiuntivo o l’indicativo , in teoria secondo la regola grammaticale regge il congiuntivo ma non l’ho mai sentita
Cara Caterina, è corretto il congiuntivo (debba).
Un saluto
Prof. Anna
Brnissimo. L’espirgazionr é stata molto chiara.
È corretto dire:
1) ditemi se io posso mangiare questa roba ?
2) ditemi se posso mangiare questa cosa ?
Caro Andrea, le frasi che scrivi sono corrette.
Un saluto
Prof. Anna
1)”Caso mai tu venissi, ti darei/do quel regalo…” E’ un’ipotetica. Nella principale si potrebbe utilizzare l’indicativo, o è sempre errato usarlo?
2)”Per chi volesse vedere la partita, può/potrebbe farlo all’indirizzo…” E’ un’ipotetica. Nella principale si potrebbe utilizzare l’indicativo, o è sempre errato usarlo? Frase uguale, ma l’introduttore è “se 3)” Se tu volessi vedere la partita, puoi/potresti farlo all’indirizzo…”. Qual è la differenza?
Caro Rico, è possibile usare l’indicativo nell’apodosi anche se nella protesi si ha il congiuntivo, questo indica un registro linguistico poco formale, la scelta tra indicatico e condizionale può servire a manifestare lo stato d’animo con cui chi parla avverte il grado di probabilità che quanto egli dice ha di realizzarsi: se ha maggiore fiducia o sicurezza userà l’indicativo, se ha minore fiducia o sicurezza userà l’indicativo.
Un saluto
Prof. Anna
“la scelta tra indicatico e condizionale può servire a manifestare lo stato d’animo con cui chi parla avverte il grado di probabilità che quanto egli dice ha di realizzarsi: se ha maggiore fiducia o sicurezza userà l’indicativo, se ha minore fiducia o sicurezza userà l’indicativo.” Se si ha meno fiducia o sicurezza”, quindi, dovremmo utilizzare l’indicativo, anche se il condizionale, per un uso formale, sarebbe più corretto. ad es. “Qualora voi lo voleste, sono/sarei qui”. Sono sicuro che “sono qui”, in quel luogo. Adoperando il condizionale sbaglierei? O sarebbe più corretto (sempre dal punto di vista formale)?
Caro Rico, in questo caso l’indicativo è corretto.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie tanteprofessore. Abbiamo sempre bisogno di conferme. Sbagliare i verbi e’ proprio una vergogna e una ripassatina non fa male. Grazie di cuore!
Buongiorno, mia cugina ed io siamo i in disaccordo sulla correttezza della seguente frase: “è molto tempo che cercavo qualcosa che mi piaceva”. Lei sostiene sia corretta, anche se cacofonica, mentre io ritengo che si dovrebbe dire “che mi piacesse”. Potrestie aiutarmi a dirimere questo dubbio? Vi ringrazio anticipatamente per l’attenzione. Alessandra
Cara Alessandra, il congiuntivo nelle frasi relative serve a esprimere un requisito o una limitazione relativamente all’oggetto desiderato, quindi in questo caso è corretto, ma in registri meno controllati è possibile trovare anche l’indicativo.
Un saluto
Prof. Anna
E’ una persona che/a cui ho votato. Votare, in questo significato, è intransitivo, quindi è corretto utilizzare il pronome relativo ” a cui”? Anche se mi suona male…
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, “votare” è transitivo con il significato di “sostenere con il proprio voto”, quindi si dice “votare qualcuno”, “votare un candidato”, “votare una proposta” (e NON “votare a qualcuno”), mentre nella forma intransitiva significa “dare il proprio voto in favore di qualcuno o qualcosa” ma è seguito principalmente dalle preposizioni -per- “votare per qualcuno”, -con- “votare con il sistema proporzionale” e -a- “votare a destra o a sinistra” oppure con l’espressione “votare a favore di qualcuno”; la frase corretta è quindi “è una persona che ho votato”.
A presto
Prof. Anna
A volte ho problemi col congiuntivo cosa devo fare x non sbagliare più?
Cara Terry, nel nostro blog puoi trovare molti articoli ed esercizi sul congiuntivo, cerca la categoria “congiuntivo” nel menu a tendina sulla sinistra della pagina, intanto ti consiglio questo articolo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/index.php?s=ripassiamo+il+congiuntivo.
A presto
Prof. Anna
Una domanda: è giusto dire “Che qualcuno facesse qualcosa per questo problema”?
Probabilmente “Faccia” è la forma più corretta ma si può utilizzare anche “Facesse”?
La ringrazio anticipatamente
Cara Ele, la frase corretta è quella con il congiuntivo presente.
A presto
Prof. Anna
1)”Dall’altra sono triste perché credo che se il tg1 non “abbia detto” neanche una parola su quanto accaduto vuol dire che siamo oltre il regime…”
2)”E a questo punto anche quella delle persone che credono che il congiuntivo non esiste”
Il congiuntivo “abbia detto” è corretto, visto che dipende dal verbo “credo”? o lo dobbiamo coniugare all’indicativo “ha detto” come protasi del periodo ipotetico della realtà?
Nella seconda frase, secondo me, è sbagliato utilizzare l’indicativo “esiste” anziché il congiuntivo “esista”. esatto?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, la tua seconda ipotesi è corretta: il verbo “dire” va coniugato all’indicativo poiché si tratta di un periodo ipotetico della realtà. Nella seconda frase sarebbe sicuramente più corretto usare il congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
È giuato: Non vedevo l’ora di provare che si sbagliasse
Cara Alessia, puoi tranquillamente usare l’indicativo: “non vedevo l’ora di provare che si sbagliava”.
A presto
Prof. Anna
sono un ragazzo che ha/ho già avuto il via libera a iscriversi/mi a partire dal secondo anno (perché alcuni esami gli/mi saranno convalidati)…
Tutti i verbi dovranno essere coniugati alla terza persona o solo “ha avuto”? e il pronome, fra parentesi?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, io coniugherei alla terza persona singolare il primo verbo (ha avuto), userei il pronome “si” per “iscriversi” e infine il pronome indiretto di prima persona singolare per l’ultimo verbo (mi saranno convalidati).
A presto
Prof. Anna
Salve professore,
Gradirei la sua consulenza per la seguente espressione:
Nella speranza che ti sia già ricongiunta….oppure
Nella speranza che ti sei già ricongiunta???
Grazie
Francesca
Cara Francesca, è corretta la prima frase che mi scrivi.
Un saluto
Prof. Anna
Salve… Ho un dubbio sulla seguente frase: Peccato che il fuoco alle 11 fosse già spento.
Oppure si dice: peccato che alle 11 il fuoco era già spento? credo sia corretta la seconda ma non sono del tutto sicura. Grazie in anticipo.
Eleonora
Cara Ele, con l’espressione “peccato” o “è un peccato” di norma troviamo il congiuntivo, ma è possibile usare anche l’indicativo soprattutto in registri meno controllati.
A presto
Prof. Anna
È corretto dire:” ho saputo adesso che l’autore fossi tu…
Caro Marco, puoi usare l’indicativo dopo il verbo “sapere” quando non è preceduto da negazione
A presto
Prof. Anna
Si dice: ” perché prima di tutto ne ab via coscienza io o….perché prima di tutto ne debba prendere coscienza io…?
Caro Franco, grammaticalmente è corretto dire sia “perché prima di tutto ne abbia coscienza io” sia “perché prima di tutto ne debba prendere coscienza io”.
Un saluto
Prof. Anna
Ok
Cara professoressa è nata una discussione tra amici sulla traduzione di una frase di Seneca: è corretto dire “nessuno che sta’ vivendo una vita di falsita’ puo’ essere chiamato felice ” oppure “nessuno che STIA vivendo una vita di falsita’ puo’ essere chiamato felice”? grazie
Caro Quinto, la frase corretta è: “nessuno che stia vivendo una vita di falsità può essere chiamato felice”, quando nella frase che precede la proposizione relativa c’è un pronome indefinito negativo (per esempio: niente, nessuno) la frase relativa avrà il congiuntivo. Per approfondire l’uso del congiuntivo nelle relative, ti consiglio questo articolo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2013/03/14/il-congiuntivo-nelle-frasi-relative/.
A presto
Prof. Anna
E’ scorretto dire: faccio quello che cio’ voglia
Caro Mirco, non capisco cosa significhi esattamente la frase che mi scrivi, ma in ogni modo non è corretta, puoi dire “faccio quello che voglio” o “faccio ciò che voglio” (se questo è quello che vuoi dire). Se il significato è diverso, non esitare a scrivermi di nuovo.
A presto
Prof. Anna
Nella forma “non vedo l’ora che tu compia gli anni” omettendo il tu si può generare confusione sul soggetto.
E’ corretto dire “non vedo l’ora che compi gli anni”?
“Non vedo l’ora che compia gli anni” potrebbe indicare una terza persona.
Spero di essermi spiegata bene. Grazie
Cara Misia, è necessario specificare il soggetto per non creare fraintendimenti in quanto, come giustamente hai osservato, la seconda e la terza persona singolari del congiuntivo presente sono uguali, quindi la frase corretta è: “non vedo l’ora che tu compia gli anni”.
A presto
Prof. Anna
Buonasera Anna non.sono nel blog gisuto ma.le chiedo alcuni chiarimenti grammaticali.
Mi lavo e”un riflessivo con.compl oggetto o teemine?non credo sia verbo pronominale.
Poi invece ho incontrato un esercizio in cui mi dice che in.ciascuna frase e”presente sia un pv che un p nominale.
Es:La Terra e’rotonda e gira….rotonda pn gira pv?e”corretto?grazie!
Caro Marco, dipende: nella frase “mi lavo” col significato di “pulire il proprio corpo” la forma è riflessiva, mentre per esempio nella frase “mi lavo le mani” (= lavo le mani a me stesso) la forma è transitiva pronominale. Per quanto riguarda la seconda domanda “è rotonda” è un predicato nominale e “gira” è un predicato verbale.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie
Buongiorno Anna….nella frase: I curiosi si interessano sempre dei fatti altrui.Altrui e” agg o pron possessivo?
Nessuno di noi ha detto niente….nessuno e”agg indefinito?grazie
Caro Marco, “altrui” in questo caso è aggettivo possessivo, mentre “nessuno” è pronome indefinito.
A presto
Prof. Anna
Ottima esercitazione. Un ripasso non è sempre utile. C’è sempre da imparare .
Buongiorno Anna…nelle seguenti frasi:
Si e”lavato le mani non riflessivo
Luca di guarda allo specchio no.comp.oggetto ed.e”riflessivo
Si.sono sporcati le.mani.riflessivo
Mi.sono comperata un.vestito si riflessivo
Loro.so trasferiscono riflessivo?
Mettiti.un”altra camicia no riflessivo
Si.preparo”per la festa riflessivo.
Come si fa a capire se riflessivo.o.no?grazie tante
Caro Marco, ci sono delle forme transitive pronominali, come “si è lavato le mani”, “mi sono comperata un vestito”, “mi sono comperata un vestito”, “mettiti un’altra camicia” in cui la particella pronominale non svolge la funzione di oggetto ma quella di complemento di termine (ha lavato le mani a se stesso, ho comprato un vestito a me stessa), mentre ci sono delle forme riflessive come “Luca si guarda allo specchio” o “si preparò per la festa” in cui la particella pronominale funge da complemento oggetto: “Luca guarda se stesso allo specchio”.
Un saluto
Prof. Anna
Si e”lavato il.viso e”riflessivo?
Si sente spesso dire: “sono abbastanza d’accordo” . E’ corretto? grazie
Cara Giovanna, la frase che mi scrivi è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
Un dubbio, mi vogliono far scrivere:
-Che la mia è una passione gli amici lo capiscono quando gli racconto del mio aereo.
Io scriverei invece:
-Che la mia sia una passione, gli amici lo capiscono quando gli racconto del mio aereo.
Cosa ne pensa?
Caro Stefano, il verbo “capire” regge l’indicativo quando significa “rendersi conto” e il congiuntivo quando significa “trovare naturale”. Quindi dipende da cosa vuoi esprimere.
Un saluto
Prof. Anna
buongiorno!!la proposta è giusta oppure non è necessario il congiuntivo?grazie!
Caro Cristos, non ho capito a quale frase ti riferisci.
A presto
Prof. Anna
scusi non ho scritto la frase!!allora! la frase è (il mio amico mi aspetta al centro della cita affinchè (noi)andiamo a bere un caffe)e giusta la frase usando il congiuntivo o dobbiamo dire (il mio amico mi aspette al centro della cita per andare a bere un caffe)grazie
Carp Cristos, sono corrette entrambe le costruzioni, quella esplicita con congiuntivo: “il mio amico mi aspetta in centro (non è necessario specificare “della città”) affinché andiamo a bere un caffè”, ma è molto più comune quella implicita, che quindi ti consiglio di usare: “il mio amico mi aspetta in centro per andare a bere un caffè”.
Un saluto
Prof. Anna
buonasera prof Anna!!potrebbe dirmi se i periodi sono giusti? 1)affinche tu possa capire il testo devi essere in grado di capire tutte le parole del testo!
2)per poter capire il testo devi essere in grado di capire tutte le parole del testo!
Caro Cristos, sono corretti entrambi i periodi, nel primo abbiamo una finale esplicita (affinché+congintivo), nel secondo una finale implicita (per+infinito). Per approfondire questo argomento ti consiglio il seguente articolo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2017/04/20/la-frase-complessa-le-proposizioni-finali/.
A presto
Prof. Anna
buongiorno!vorrei chiedere!!quali sono i verbi che reggono sia il congiuntivo che l indicativo e quando succede questo??(per esempio pensare e molti altri verbi)grazie!!
Caro Cristos, alcuni verbi possono avere l’indicativo o il congiuntivo, con sfumature diverse di significato, per esempio
“ammettere” è seguito da indicativo quando significa “riconoscere”: “ho ammesso davanti al professore che non avevo studiato bene”, vuole invece il congiuntivo col significato di “supporre, permettere”: “ammettendo che tu abbia ragione, cosa dovrei fare?”; il verbo “badare”, è segito da indicativo quando significa “osservare”: “cerca di non badare al suo comportamento”, vuole invece il congiuntivo col significato di “aver cura”: “voglio che lui badi al mio cane mentre non ci sono”; “capire” col significato di “comprendere, rendersi conto” è seguito da indicativo: “non capisce che voglio solo aiutarlo”, è seguito invece da congiuntivo quando ha il signifcato di “trovare naturale”: “capisco che tu voglia andartene”, il verbo “considerare” vuole l’indicativo col signifcato di “tener conto”: “non considerava che nessuno voleva seguirlo”, vole invece il congiuntivo quando significa “supporre”: “arrivò a considerare che non ci fossero altre possibilità”.
Un saluto
Prof. Anna
buongiorno!!vorrei chiedere se sono giuste le proposte!
1)non ci sono molte persone che parlino perfettamente una lingua straniera
2)che la lingua italiana è la piu bella lingua sia conosciuto
3)volevo comprare un cellulare che avesse uno schermo grande
4)ti do i soldi affinchè tu lo compri (per esempio il gelato)
5)è necessario che uno sappia una lingua straniera!!
6)e necessario che esistino persone che ti amino!!grazie mille!!!
ho ancora una domanda!
7)quando credi che debba essere la retribuzione di un insegnante?questa formulazione e giusta?
*quanto
Caro Cristos, la frase è corretta se scrivi “quanto credi”.
Un saluto
Prof. Anna
Caro Cristos, nella prima puoi usare l’indicativo: “non ci sono molte persone che parlano perfettamente una lingua straniera”, la seconda frase non è corretta, meglio scrivere: “è noto che la lingua italiana è la più bella”; le frasi 3, 4 e 5 sono corrette (ma si scrive “affinché”), la frase 6 non è corretta, meglio scrivere: “è necessario che esistano (meglio: che ci siano) persone che ti amino (o “che ti amano”).
A presto
Prof. Anna
ancora le frasi (non mi piace che i ragazzi vengono tardi la notte senza che ci si siano accompagnati da nessuno)
(devo rimanere a casa stasera affinche non ci rimangano i ragazzi da soli)grazie!!
Caro Cristos, nelle frasi che mi scrivi ci sono degli errori. Ecco le correzioni: “non mi piace che i ragazzi vengano tardi la notte senza che siano accompagnati da nessuno”; “devo rimanere a casa stasera affinché i ragazzi non rimangano da soli”.
A presto
Prof. Anna
buongiorno!! potrebbe dirmi se le frasi sono giuste?( ti consiglio che tu vada una gita in italia) (ti direi che tu comprassi un libro nuovo) (credo che tu debba studiare e parlare di piu!)
Caro George, nelle prime due frase è meglio usare la forma implicita, quindi sarebbe meglio dire: “ti consiglio di andare in gita in Italia”, “ti direi di comprare un libro nuovo”, la terza frase è corretta.
A presto
Prof. Anna
grazie mille per la risposta!!come possiamo essere sicuri quando possiamo usare corretamente la forma implicita e quando no!! usiamo la forma implicita solo con i verbi volere temere espressioni impersonali ecc…???per esemio mi viene in mente una frase in questo caso perchè usiamo questa forma e non diciamo per esempio te lo dico per saperlo??in questo caso io dico questa cosa a te..poso capire perchè formiamo in questo modo la frase..pero anche nella frase come a detto che non e qiusta abbiamo (ti consiglio io che cosa?io a te andare in italia!! cioe la stessa cosa come prima io a te!!Non vado io in italia.do un consiglio a qualquno!non so se puo capirmi!!pero vorrei risolvere questo problema perchè molte volte quando voglio scrivere mi rende difficile la sintassi non solo in questo caso ma molte volte!!!!grazie in anticipo!!!!!!
Caro George, solitamente usiamo la forma implicita quando il soggetto della reggente e quello della dipendente coincidono, per esempio: spero (io) di andare in vacanza (io); mentre di solito si usa la forma esplicita quando il soggetto è diverso: spero (io) che tu vada in vacanza. Con il verbo “consigliare” ciò che viene consigliato è il più delle volte espresso da una frase introdotta da “di” e seguita da infinito: “ti consiglio di andare in vacanza”. Spero di aver chiarito il tuo dubbio.
A presto
Prof. Anna
possiamo dire la frase per esempio
Caro professore,
Scusi, forse sbaglio io, ma nella frase 8, il verbo ‘vadi’ non mi sembra giusto. Cosa dice ?
Caro Nicolas, grazie per la segnalazione. L’esercizio è stato corretto.
A presto
Prof. Anna
buonasera!!vorrei chiedere! per quanto riguarda espressioni del tipo a patto che ecc quali tempi usiamo per esprimere posteriorita anteriorita e contemporaneita??grazie
Caro Cristos, questo genere di frasi segue le regole sulla concordanza dei tempi col verbo al congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
vorrei chiedere se questo periodo e giusto!!( pensavo che sarebbe meglio che non sarebbero andiati al cinema stasera!)grazie!!!
Caro Giorgio, il periodo che mi scrivi non è corretto, meglio dire: “(pensavo che) sarebbe meglio che non andassero al cinema stasera”.
Un saluto
Prof. Anna
Prof. Anna, mi potrebbe dare una mano, per favore? Nella seguenta proposizione: “Benche Mauro non (stare) bene tutta la scorsa settimana, oggi parte per la settimana bianca.” Il verbo stare penso che debba essere al imperfetto indicativo, cioe “stava” perche in questa preposizione c’e lo stesso soggetto. Ma Lei cosa ne pensa? Quale e la forma giusta del verbo: l’imperfetto o il congiuntivo passato? E perche?
Porgo distinti saluti!
Cara Irina, la congiunzione “benché” introduce una proposizione concessiva ed è seguita da congiuntivo, in questo caso è necessario il congiuntivo passato perché si tratta di un’azione evvenuta nel passato (la scorsa settimana): “benché sia stato male tutta la scorsa settimana…”.
Un saluto
Prof. Anna
Ok, adesso ho capito! Le ringrazio per la Sua risposta. Buona giornata!
1)se avessi comprato una casa in campagna tu fossi venuto a casa mia senza che tu mi avessi fato un regalo per il benvenuto?
2)se avessi molti soldi compreresti una macchina senza che tu ti interessasi al prezzo della macchina?
questi periodi sono giusti?voglio chiedere come decidiamo quale tempo dobbiamo mettere dopo il senza che!!!
Caro Giorgio, dopo l’espressione “senza che” si usa il congiuntivo, ma nelle frasi che mi scrivi è preferibile usare la forma implicita (ovvero l’infinito) poiché c’è identità di soggetto: “se avessi comprato una casa in campagna e tu fossi venuto a casa mia senza avermi fatto un regalo per il benvenuto?”; “se avessi molti soldi compreresti una macchina senza interessarti al prezzo della macchina?”.
Un saluto
Prof. Anna
1)sapevo che il suo desiderio sarebbe stato che tu avresti comprato una macchina nuova!
2)pensavo che avresti voluto che maria fosse vicino a te! i periodi sono giusti???grazie in anticipo!
Caro Cristos, i periodi sono corretti, nel primo il condizionale passato (avresto comprato) esprime posteriorità rispetto a “sarebbe stato”, nel secondo il congiuntivo imperfetto “fosse” esprime contemporaneità rispetto a “avresti voluto”.
Un saluto
Prof. Anna
volevo che tu sapessi che domani devi andare a casa di mario!e giusto?grazie mille!!
Caro Cristos, il periodo è corretto.
Un saluto
Prof. Anna
voglio che tu sappia che domani debba o devi andare a supermercato (per esempio)??
Caro Cristos, è corretta la frase con l’indicativo (devi andare).
A presto
Prof. Anna
Buongiorno ! Vorrei sapere la frase esatta qual ‘è.
Penso che ognuno ha, oppure penso che ognuno abbia? Io credo sia la seconda. Grazie
Cara Claudia, è corretta la frase con il congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
buonasera ho una domanda!i periodi sono giusti?
1)sono stati contenti che avessero una persona che parlasse la loro lingua
2)sono stato contento che tu avessi superato gli esami avendo studiaro molto!grazie in anticipo!
ancora vorrei chiedere..la frase come se regge il congiuntivo imperfetto quando vogliamo riferirci in futuro o al presente e regge il congiuntivo trapassato quando vogliamo riferirci nel passato? grazie mille
Caro Giorgio, la prima frase è corretta, il congiuntivo imperfetto (avessero) in dipendenza da un passato prossimo esprime un rapporto di contemporaneità, nella seconda frase invece il congiuntivo trapassato (avessi superato) in dipendenza da un passato prossimo esprime un rapporto di anteriorità, l’uso però del gerundio non è corretto, nel senso che è necessario esprimere il soggetto (avendo tu studiato) perché se il gerundio non è accompagnato da soggetto, si deve intendere che esso è lo stesso della proposizione reggente. Le proposizioni introdotte da “come se” sono comparative ipotetiche e hanno il congiuntivo imperfetto e trapassato.
Un saluto
Prof. Anna
Perché si dice : ” Guardi che si sbaglia” e non ” Guardi che si sbagli?” stiamo parlando di una interrogativa indiretta oppure perché il tipo di frase vuole necessariamente l’indciativo alla terza persona singolare? Me lo spiegherebbe? Grazie
Caro Mario, in questo caso si usa la terza persona singolare perché ci si sta rivolgendo a qualcuno in maniera formale, dando del Lei: “guardi che (Lei) si sbaglia”.
Un saluto
Prof. Anna
Buonasera, mi sono imbattuto in questa frase :”Nel caso in cui dovesse venirvi il dubbio ecc…”. La mia domanda è la seguente : perché scrivere “nel caso in cui DOVESSE venirvi il dubbio ecc…” e non “nel caso in cui DOVESTE venirvi il dubbio ecc…” oppure ” Se vi VENISSE in mente” e non “Se vi VENISTE in mente”. Nelle seguenti frasi c’entra qualcosa la particella pronominale ”vi” oppure il verbo (venire) concorda con i sostantivi “dubbio” e “mente”? Me lo potrebbe spiegare?
Caro Luca, nella frasce che mi scrivi “il dubbio” è soggetto e “vi” è pronome indiretto che significa “a voi”: “nel caso in cui il dubbio dovesse venire a voi”, la stessa cosa vale per la frase “se vi venisse in mente”, in questo caso manca il soggetto, ma la costruzione è la stessa: “se (qualcosa) venisse in mente a voi”. Spero di aver chiarito il tuo dubbio.
Un saluto
Prof. Anna
Quindi , se ho capito bene , il congiuntivo imperfetto ” venisse ” concorda con i soggetti ” dubbio ” (nella prima frase) e ” qualcosa ” (quest’ultimo sottinteso ) nella seconda ; e non con il complemento indiretto ” vi ” , che è presente in entrambe le frasi . Che ne penserebbe ?
Caro Luca, sì, il verbo concorda con il soggetto e non con il complemento indiretto.
Un saluto
Prof. Anna
buonasera!(affinche tu telefoni a casa mia e affinche io risponda questo significa che sia a casa!)la frase è giusta??
Caro Giorgio, dopo “affinché” è corretto usare il congiuntivo, ma non riesco a capire il significato dell’intero periodo che mi scrivi. Prova a spiegarmelo o a riscrivermelo in modo che io possa darti una risposta più completa.
A presto
Prof.Anna
il significato è (quando qualcuno ti telefoni a casa e ti dici come stai?sei a casa?e io gli/le rispondo (dal momento in cui mi telefoni, e io ti rispondo, questo significa che sono a casa si tratta di una domanda superflua)questo volevo sapere se io potessi formare una frase usando l affinche!grazie!!
Caro Giorgio, la congiunzione “affinché” introduce una proposizione finale, non capisco come poterla usare in questo caso, forse vuoi dire “ti chiamo per sapere come stai”. Se non ho capito bene ti prego di spiegarmi meglio.
A presto
Prof. Anna
trope grazie
seguo le tuoi guide di studio
sopratutto gli esercizi
Cara Giovanna, benvenuta su Intercultura blog, se hai dei dubbi o delle domande, non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
Buonasera.
Ho un dubbio riguardo alla forma corretta da usare per una frase.
Detta frase è la seguente : “A causa di questi disagi a cui purtroppo sembra che non ci sia rimedio…(omissis)”. Il mio dubbio riguarda il “che” : ci sta oppure no ? Io ritengo di sì.
Vi chiedo cortesemente conforto in questo.
Un cordiale saluto.
Caro Bluesman, è corretto l’uso del “che”, in questo caso sarebbe possibile anche ometterlo.
Un saluto
Prof. Anna
Salve mi scusi un’informazione ho fatto scrivere questa frase volevo sapere se fosse giusta : nella mia classe ci sono due bambini che il loro nome inizia con la lettera A.
Cara Stefania, il periodo non è corretto, si dovrebbe scrivere: “nella mia classe ci sono due bambini i cui nomi iniziano con la lettera A”.
Un saluto
Prof. Anna
Buon giorno Prof. Anna,
Ho dubbi riguardo questa frase “Che Alessandra insegni molto bene, tutti gli studenti lo sanno”. perché qua ci vuole il congiuntivo se ci vuole 🙂
Grazie mille.
Cara Margo, il congiuntivo in questa frase non è necessario il congiuntivo.
A presto
Prof. Anna
1)Che vogliate stare in silenzio o perlomeno abbassate/abbassiate la voce!
2)Che vogliate stare in silenzio o perlomeno che abbassiate la voce!
3)Siate onesti intellettualmente oppure tacete/taciate!
4)Siate onesti intellettualmente oppure che taciate!
5)E’ difficile dire perché lui sia/è qui.
Nella prima e terza frase, malgrado la congiunzione coordinativa (proprio per questo non dovrebbe essere sullo stesso piano del significato, quindi “abbassiate” che segue “vogliate…o…”?), il verbo deve essere coniugato all’imperativo “abbassate”; nella seconda e quarta frase al congiuntivo “che taciate”, perché è un’esortazione. Esatto?
Nella quinta frase, la congiunzione “perché” ha valore causale (o no?), quindi dovremmo utilizzare l’indicativo (anche se suona male); forse, utilizziamo il congiuntivo perché c’è l’introduttore impersonale “è difficile”? E’un’interrogativa indiretta?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, nelle prime due frasi se vuoi esprimere un ordine con l’imperativo sarà necessario dire: “volete stare in silenzio o perlomeno tacete (oppure: o perlomeno tacere)!”, così come nelle frasi 4 e 5 “siate onesti intellettualmente oppure tacete!”, perché il verbo “essere” ha come forma dell’imperativo per la seconda persona plurale “siate”. L’ultima frase che mi scrivi è un’interrogativa indiretta, è possibile usare sia l’indicativo sia il congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
1)Che vogliate stare in silenzio o perlomeno abbassate/abbassiate la voce!
2)Che vogliate stare in silenzio o perlomeno che abbassiate la voce!
3)Siate onesti intellettualmente oppure tacete/taciate!
4)Siate onesti intellettualmente oppure che taciate!
5)E’ difficile dire perché lui sia/è qui.
Nella prima e terza frase, malgrado la congiunzione coordinativa (proprio per questo non dovrebbe essere sullo stesso piano del significato, quindi “abbassiate” che segue “vogliate…o…”?), il verbo deve essere coniugato all’imperativo “abbassate”; nella seconda e quarta frase al congiuntivo “che taciate”, perché è un’esortazione. Esatto?
Nella quinta frase, la congiunzione “perché” ha valore causale (o no?), quindi dovremmo utilizzare l’indicativo (anche se suona male); forse, utilizziamo il congiuntivo perché c’è l’introduttore impersonale “è difficile”? E’un’interrogativa indiretta?
Distinti saluti
Rico
Rispondi
Zanichelli Avatar
31 ottobre 2017 alle 10:34
Prof. Anna scrive:
Caro Rico, nelle prime due frasi se vuoi esprimere un ordine con l’imperativo sarà necessario dire: “volete stare in silenzio o perlomeno tacete (oppure: o perlomeno tacere)!”, così come nelle frasi 4 e 5 “siate onesti intellettualmente oppure tacete!”, perché il verbo “essere” ha come forma dell’imperativo per la seconda persona plurale “siate”. L’ultima frase che mi scrivi è un’interrogativa indiretta, è possibile usare sia l’indicativo sia il congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
Secondo la “Treccani” (“In alcuni verbi (come gli ausiliari essere e avere o i verbi ➔servili sapere e volere) il congiuntivo sostituisce anche la 2a persona singolare e plurale dell’imperativo. Per la 2a persona plurale si usano le forme regolari (siate, abbiate, sappiate, vogliate”), quindi il verbo (vogliate) “vogliate stare in silenzio o perlomeno tacete” sarebbe corretto? (ma secondo lei, no.)
1)Siate onesti intellettualmente oppure che taciate! “Tacete” è imperativo ma, poiché è preceduto dal “che”, potrebbe essere un congiuntivo esortativo? (o si ricorre al congiuntivo solo per la 3a persona singolare e plurale e per la 1a plurale, quindi, utilizzandolo per le altre persone sarebbe sempre scorretto?)
A rigore:2) Che stiate in silenzio:è scorretta? 3)Che parliate di meno:è scorretta (e altri esempi che potrei fare).
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, è corretta la frase “vogliate stare in silenzio o perlomeno tacete” perché il verbo “volere” più spesso usa la forma del congiuntivo esortativo al posto dell’imperativo; per i verbi che hanno l’imperativo (come “tacere”) il congiuntivo esortativo si usa solamente per la terza singolare e la prima plurale (come hai giustamente osservato), è quindi meglio usare l’imperativo in questo caso e anche nelle ultime due frasi che mi scrivi.
Un saluto
Prof. Anna
È giusto dire “non capisco cosa non le piacesse del testo originale”
Cara Eloisa, meglio dire “non capisco cosa non le sia piaciuto del testo originale”. Per approfondire la concordanza dei tempi nelle interrogative indirette ti consiglio questo articolo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2015/11/05/la-frase-complessa-le-interrogative-indirette-seconda-parte/.
Un saluto
Prof. Anna
Interlocutore A rivolto ad interlocutore B : ” la scorsa settimana una ragazza stava leggendo il testo originale, e mi ripeteva in continuazione -non mi piace-non mi piace!”
Interlocutore A: “Non capisco che cosa non le piacesse del testo originale”.
In questo caso ritengo sia corretto l’uso del congiuntivo imperfetto “piacesse” perchè si riferisce al momento preciso in cui la ragazza stava leggendo.
Caro Nistal, l’uso del congiuntivo imperfetto è corretto perché esprime anteriorità rispetto alla reggente al presente (non capisco), sarebbe corretto anche il congiuntivo passato (che cosa non le sia piaciuto).
Un saluto
Prof. Anna
Il congiuntivo è una parte importantissima nel parlare agli altri per farsi capire il grado di intelligenza che si abbia.
Caro Aldo, nella frase che mi scrivi il congiuntivo non è necessario, puoi dire “per far capire il grrado di intelligenza che si ha”.
A presto
Prof. Anna
Il congiuntivo è una parte importantissima nel parlare agli altri per farsi capire il grado di intelligenza che si abbia.
GRAZIE PER IL CONTRIBUTO CHE VOI DIATE.
Caro Aldo, anche in questa frase puoi usare l’indicativo “grazie per il contributo che date”.
Un saluto
Prof. Anna
Sono veramente utili queste lezioni on-line, specialmente per un pensionato come me. Grazie.
Caro Aldo, benvenuto su Intercultura blog! Se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
Grazie tante!Vorrei ricevere altri esercizi col Congiuntivo.
Grazie, e’ sempre un piacere mettersi alla prova!
Buongiorno, oggi, un semplice botta e risposta su facebook, mi ha insinuato un dubbio. Una ragazza ha scritto:
“Non se se è sbagliato”
ed è stata corretta con la frase
“Non so se sia sbagliato”.
Cosa mi sà dire a riguardo?
Molte grazie
Caro Charly, sono corrette entrambe le frasi. Le interrogative indirette (se è sbagliato, se sia sbagliato) possono avere sia l’indicativo sia il congiuntivo.
A presto
Prof. Anna
1)ho suposto che ieri ti fossi sucesso qualcosa e perciò non mi hai telefonato
2)credevo che ieri ti fossi capitato qualcosa perciò non mi hai telefonato
potrebbe dire se le frasi sono giuste?grazie!
Caro Giorgio, ti faccio solo qualche correzione: “ho supposto che ieri ti fosse successo qualcosa e perciò non mi hai telefonato”, “credevo che ieri ti fosse capitato qualcosa e perciò non mi hai telefonato”.
Un saluto
Prof. Anna
grazie!questa frasi sono giuste?
1)non so se io debba fare questo
2)non so se sia giusto che lo faciate questo
Caro Giorgio, il primo periodo è corretto, ma sarebbe corretto usare anche l’indicativo (devo fare), nel secondo periodo puoi eliminare il pronome “lo”: “non so se sia giusto che facciate questo”.
Un saluto
Prof. Anna
1)voglio dire ai raggazzi che vadano al supermercato
2)di’ ai raggazzi che vadano al letto
3)che andiate a scuola!!!
4)oggi ho visto mario e andrea che parlino per strada……sono giuste le frasi?GRAZIE
Caro Giorgio, le frasi 1 e 2 (ma si scrive “ragazzi”) sono corrette, nella frase 3 è corretto usare l’imperativo (andate a scuola!) e nella 4 non è necessario usare il congiuntivo (oggi ho visto mario e andrea che parlavano per strada).
Un saluto
Prof. Anna
potrebbe dirmi se le frasi sono giuste?
1)vi ho detto che bussiate alla porta quando volete entrare
2)non piaceva anche a lui avere una donna che lo ami?
3)mi piacerebbe che tu fosse piu buono studente
4)vorrebbe aver vinto alla loteria
5)sono andato da mario per andare una passeggiata in centro/affinche andiamo una passeggiata in centro!grazie in anticipo
Caro Giorgio, le frasi corrette sono: 1- vi ho detto di bussare alla porta quando volete entrare; 2- non piaceva anche a lui avere una donna che lo ama?; 3- mi piacerebbe che tu fossi uno studente migliore; 4- vorrebbe aver vinto alla lotteria; 5- sono andato da Mario per fare una passeggiata in centro/ affinché facessimo una passeggiata in centro.
A presto
Prof. Anna
e ancora una <sono fortunato per il fatto che domani realizzerò il sogno della mia vita
Caro Giorgio, la frase che mi scrivi è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
possiamo formulare queste frasi cosi?
1)penso che domani ho da studiare e questo mi provoca ansia
2)penso che dopo devo molte cose da fare
grazie!
Caro Giorgio, la seconda frase non è corretta, meglio dire: “penso che dopo devo fare molte cose”.
Un saluto
Prof. Anna
giusto?
Cara Barby, a cosa ti riferisci?
A presto
Prof. Anna
1) È bello che ci siano i civili che SCAPPANO / SCAPPINO . Dovrei usare ” SCAPPANO ” , vero ?
Caro Iacopo, la tua ipotesi è corretta.
A presto
Prof. Anna
Gentile Prof. Anna,
mi chiamo Antonio e sono un ragazzo di sessant’anni. Vorrei chiederLe se, riferendomi ad un’azione verificatasi nel passato, è corretto dire: E’ probabile che la rottura dell’auto fosse da attribuire alla mancanza di olio. Considerando, appunto, che parlo “oggi” di un evento verificatosi nel passato (la rottura dell’auto).
Oppure: E’ probabile che la rottura dell’auto sia da attribuire alla mancanza di olio.
Se mi risponde che è corretta la prima, sono contento. Se mi risponde che la seconda è corretta, solo a condizione che la macchina, anche se rotta nel passato, esista ancora in questo momento (cioè se parliamo di qualcosa che è ancora attuale), sono ancora più felice.
Altrimenti mi chiarisca Lei le idee.
Grazie.
Antonio
Caro Antonio, le tue ipotesi sono corrette. Le frasi sono giuste entrambe, nella prima la “rottura dell’auto” è un evento passato (forse nel presente la macchina è stata aggiustata), nella seconda la “rottura dell’auto” è un evento presente e ancora attuale.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Grazie, Professoressa Anna. Ma avrei un’altra domanda da porLe. Prendiamo in considerazione la frase: Questa settimana ho visto la donna che amo. Poichè la settimana non è trascorsa, e la donna è quella che si ama attualmente, penso sia corretto usare il passato prossimo, in concordanza con il tempo presente. Il dubbio mi viene nel momento in cui considero la “settimana”, come ormai trascorsa. Le chiedo, quindi, se la frase seguente è corretta: Settimana scorsa vidi la donna che amo. Uso il passato remoto perchè sto discutendo della “settimana” anteriore e lo concordo con il presente, perchè l’amore è attuale.
Grazie infinite.
Antonio
Caro Antonio, il passato prossimo segnala un’azione conclusa nel passato i cui effetti perdurano nel presente, mentre il passato remoto indica un’azione conclusa nel passato. La differenza quindi non è tanto temporale, ma dipende dal modo in cui chi parla percecipsce l’azione passata e i suoi effetti nel presente. Sono corrette entrambi i periodi che mi scrivi, la scelta tra i due dipende da cosa vuoi esprimere.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile Professoressa, mi scusi se insisto (porti pazienza… alla mia età…). Cerco di chiarirmi meglio.
Ammettiamo che la persona interessata sia io. Se dico “Questa settimana ho visto la donna che amo”, intendo affermare che nella settimana attuale, quindi non ancora trascorsa, ho visto la donna che amo attualmente. E fino a qui mi pare sia tutto chiaro: concordo il passato prossimo con il presente. Con la seconda frase, “Settimana scorsa vidi la donna che amo”, intendo dichiarare che in una settimana, che è già trascorsa (quindi parlo del passato), io vidi la donna, che amo attualmente.
In sintesi, non credo di poter dire “Settimana scorsa ho visto la donna che amo”, attribuendo a questa frase lo stesso senso di “Settimana scorsa vidi la donna che amo”: dovrà pur esserci un modo per distinguere i due significati. Era questo che intendevo… Oppure mi sbaglio?
Grazie (per la pazienza).
Antonio
Caro Antonio, sia il passato prossimo che il passato remoto indicano un’azione conclusa nel passato, ciò che determina la scelta tra i due non è la distanza temporale, ma la distanza psicologica, uso il passato prossimo quando percepisco l’evento come vicino o quando ne conservo un ricordo piacevole oppure quando i suoi effetti perdurano nel tempo, uso invece il passato remoto quando percepisco il fatto come distante dall’esperienza presente.
Un saluto
Prof. Anna
Non è possibile che uno faccia una domanda precisa e voi rispondiate qualcos’ altro. È giusta la frase;; grazie
Caro Giorgio, a quale frase ti riferisci?
A presto
Prof. Anna
(non è possibile che uno faccia una domanda precisa e voi rispondiate qualcos’ altro)
Caro Giorgio, il periodo che mi scrivi corretto.
Un saluto
Prof. Anna
Qual’è la forma verbale giusta in questa frase? :” …sto aspettando che mi chiamino in camera” oppure:” che mi chiamano…” grazie
Cara Daniela, è corretto il primo periodo che mi srivi. Attenzione: “qual è” si scrive senza apostrofo.
Un saluto
Prof. Anna
1)È entrato in camera senza che se ne sia accorto da nessuno. 2) è entrato in camera senza che nessuno se lo accorge! Sono giuste le frasi; grazie
Caro Giorgio, i periodi che mi scrivi non sono corretti, è corretto dire: “è entrato in camera senza che nessuno se ne accorgesse”.
A presto
Prof. Anna
E se vogliamo fare la forma passiva dobbiamo dire senza che se ne fosse accorto da nessuno;
Caro Giorgio, non è possibile fare la forma passiva del verbo “accorgersi” perché è intransitivo.
Un saluto
Prof. Anna
(Magari piovesse domani al suo matrimonio)!vorrei chiedere in questo caso perche usiamo congiuntivo imperfetto?non dobbiamo usare congiuntivo presente dal momento che ce la parola domani?(futuro) magari piovva domani al suo matrimonio!grazie!!!
Caro Giorgio, la congiunzione “magari” introduce una proposizione desiderativa e vuole il verbo al congiuntivo imperfetto.
A presto
Prof. Anna
Con magari usiamo solo il congiuntivo imperfetto o possiamo usare un altro tempo del congiuntivo;se possiamo usare un altro tempo potrei avere alcuni esempi;;grazie
Caro Giorgio, la congiunzione “magari” può essere seguita da congiuntivo imperfetto o trapassato: “magari venisse anche lei”, “magari fosse venuta anche lei”.
Un saluto
Prof. Anna
Poniamo il caso che (io , sottinteso ) stia per inseriremi e stia dando la precedenza …
Poniamo il caso che ( io , sottinteso ) stia inserendomi , dando la precedenza …
Poniamo il caso che ( io , sottinteso ) stia inserendomi e che stia dando la precedenza …
Sono accettabili le tre soluzioni ?
Caro Gennaro, le tre soluzioni sono accettabili (nel primo: “stia per inserirmi”).
Un saluto
Prof. Anna
Non è possibile che si parli a qualcuno gentilmente è un altro ti replichi sgarbatamente! è giusta la frase; grazie
Caro Giorgio, il periodo è corretto (“e” non “è”).
Un saluto
Prof. Anna
Gentili professori
“Non credo che l’intolleranza sia una prerogativa che appartiene (!) solo alla destra.”
Ho provato ad esprimere i miei dubbi su “appartiene”, al presente indicativo invece che al congiuntivo, ma molti lo ritengono superfluo o addirittura sbagliato perché preceduto dal “sia”. Io sono abbastanza convinto che sia sbagliato.
Caro Giorgio, l’indicativo è corretto, “appartiene” è il verbo della proposizione relativa introdotta da “che”.
Un saluto
Prof. Anna
Potreste dirmi se sono giuste le frasi? 1)voglio leggere questo libro in modo di avere un idea!2) ho comprato questo prodotto senza sapere il prezzo oppure senza che io sappia il prezzo!3)andrò lì purché tu mi faccia un favore!4)mi comportava come se avessimo stati conosciuti da molti anni!5)prima che sia tardi venga a trovarmi!6)andare lì o in un altro posto;;grazie
Caro Giorgio, 1- voglio leggere questo libro in modo da avere un idea; 2- ho comprato questo prodotto senza sapere il prezzo; 3- corretta, 4- si comportava (o mi comportavo, non so cosa vuoi dire) come se ci conoscessimo da anni; 5- corretta; 6- non capisco perché usi l’infinito.
A presto
Prof. Anna
Non ritengo di aver fatto qualcosa affinché lei si arrabbi!è giusto l uso del congiuntivo; Grazie
Caro Giorgio, l’uso del congiuntivo è corretto, ma nell’uso sono molto più comuni le finali implicite: “non ritengo di aver fatto qualcosa per farla arrabbiare”.
Un saluto
Prof. Anna
Se invecchiare è inevitabile, sicuramente ci sono modi che si può applicare in modo di sembrare più giovane di quello che è (è giusta la frase;grazie!)
Caro Giorgio, ci sono alcuni errori, ecco il periodo corretto: “se invecchiare è inevitabile, sicuramente ci sono metodi che si possono applicare in modo da sembrare più giovani di quello che si è”.
Un saluto
Prof. Anna
Ho ritenuto giusto che se ne informasse ( voglio dire ho ritenuto giusto io informare Lei su qualcosa) e giusto;;grazie
Caro Giorgio, la frase corretta per esprimere ciò che vuoi dire è: “ho ritenuto giusto informarla”.
Un saluto
Prof. Anna
spero che qualunque sia il risultato non sara influezata la squadra!e giusta la frase grazie!
Caro Giorgio, il periodo che mi scrivi è corretto, ti consiglio una piccola modifica: “spero che qualunque sia il risultato la squadra non sarà influenzata”.
Un saluto
Prof. Anna
Penso di dover andarmene fra cinque minuti!2)siccome devo andarmene potrei pagare il conto; sono giuste le frasi;grazie
Caro Giorgio, è più comune dire: “penso di dovermene andare”, il secondo periodo è corretto.
Un saluto
Prof. Anna
Anche se quello che propone Lei è più comune la frase che ho scritto io (penso di dover andarmene) è sbagliata grazie
Caro Giorgio, non è scorretta.
Un saluto
Prof. Anna
(Dite loro che facciano attenzione ai quartieri pericoli).potrebbe spiegarmi perche usiamo in questa frase il congiuntivo?non sarebbe meglio dire dite loro di fare attenzione…….. 2)(6. Per entrare nella posta elettronica è obbligatorio che si digiti la password.)lo stesso anche vale per questa frase..non è meglio dire per entrare nella posta elettronica è obbligatorio digitare la password!grazie
Caro Giorgio, in questo caso il verbo “dire” esprime una volizione, un ordine, e per questo regge il congiuntivo (attenzione, è corretto dire: “quartieri pericolosi”) ma la forma implicita è sicuramente più comune (dite loro di fare attenzione), anche per quanto riguarda il seocndo periodo è più comune la forma implicita ma è corretta anche quella implicita.
Un saluto
Prof. Anna
Buonasera vorrei sapere la frase corretta qual’è : 1)personalità che si sono distinti in italia e nel mondo
2)personalità che si sono distinte in italia e nel mondo.
Cara Lara, è corretta la seconda frase che mi scrivi.
A presto
Prof. Anna
Come si dice??
“Se io ti dico che si diverte anche Giorgio” oppure “se io ti dicessi che Giorgio di diverte anche Giorgio”
Caro Simone, è corretto dire sia “se io ti dico (protasi di un periodo ipotetico della realtà) che si diverte anche Giorgio” sia “se io ti dicessi (protasi di un periodo ipotetico della possibilità) che si diverte anche Giorgio”.
Un saluto
Prof. Anna
non c e modo che vi ratristiate poiche non siete riusciti a superare gli esami!e giusto?
Caro Giorgio, la frase che mi scrivi non ha senso dal punto di vista del significato, prova a riformularla.
A presto
Prof. Anna
Grazie per questo aiuto .
Siete stati bravissimi!
Spero che il commento vi sia PIACIUTO!
Ciao, e grazie
Addios
Cara Chiara, grazie per il tuo gentile commento. Se hai dubbi o domande, non esitare a scrivemi.
A presto
Prof. Anna
Che studino i ragazzi per domani.quello è che voglio.e giusto; grazie
Caro Giorgio, il periodo non è corretto, puoi dire “quello che voglio è che i ragazzi studino”.
A presto
Prof. Anna
Credo che sia giusto quando qualcuno è in forma garreggi per la squadra e giusta la frase; Grazie
Caro Giorgio, è corretto dire: “credo che sia giusto che quando qualcuno è in forma garreggi per la propria squadra”.
Un saluto
Prof. Anna
Buongiorno, oggi è nata una discussione tra me e un mio collega circa la correttezza o meno di una frase pronunciata da un altro nostro collega
La frase è : ”speriamo che non c’è”…..la persona si riferiva al fatto che sperava che un altra persona oggi non era presente
Volevo sapere se la frase può essere ritenuta corretta (magari considerando che trattasi di un parlato)…..oppure se assolutamente la frase corretta da dire era: ”speriamo che non ci sia”
Grazie
Saluti
Caro Roberto, è necessario usare il congiuntivo (speriamo che non ci sia).
A presto
Prof. Anna
Egr. Prof Giacalone,
gradire sapere se la frase ” Spero di riuscire quanto prima a chiudere i conti sempreche’ ricevo il rendiconto ” e’ grammaticalmente esatta oppure l’avverbio ” sempreche’ ” deve essere seguito sempra dal congiuntivo ; e se si in questo caso quale sarebbe stata la corretta dizione. Grazie e saluti
Apri la finestra affinché la camera sia ventilata /sarà ventilata. possiamo formulare così la frase;
Caro Cristos, è corretta la frase con il congiuntivo.
Un saluto
Prof. Anna
Credo che sia stata una lezione importantissimo per gli studenti che vogliono imparare l’italiano in un livello avanzato.e giusta la frase;grazie
Caro Giorgio, ecco il periodo corretto: “credo che sia stata una lezione importantissima per gli studenti che vogliono imparare l’italiano a un livello avanzato”.
A presto
Prof. Anna
Perché diciamo a un livello avanzato;grazie
Caro Giorgio, in questo caso la preposizione “a” introduce un complemento di modo.
A presto
Prof. Anna
Non possiamo dichiarare il complemento di modo anche con la preposizione in;
Caro Giorgio, sì, ma non in questo caso.
Un saluto
Prof. Anna
Poiché so che sei in Italia molto tempo ho ipotizzato che saresti andato a visitare molte città dell’Italia tutto questo tempo che ci sei.e giusta la frase;grazie
Caro Giorgio, il periodo corretto è: “poiché so che sei in Italia da molto tempo, ho ipotizzato che saresti andato a visitare molte citta italiane durante la tua permanenza”.
Un saluto
Prof. Anna
Poiché so che sei in Italia da molto tempo,ho ipotizzato che saresti potuto gia visitare qualche città
Caro Giorgio, il periodo corretto è: “poiché so che sei in Italia da molto tempo, ho ipotizzato che avresti potuto già visitare qualche città”.
A presto
Prof. Anna
È possibile che uno studente chieda ad un insegnante qualcosa e lui non possa rispondere?questa domanda è formulata in modo giusto?grazie mille
Caro Giorgio, la domanda è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
È probabile fare uno scherzo a qualcuno che ha un carattere strano e lui 1)non si arrabbi;oppure2) non arrabbiarsi;;grazie mille.
Caro Giorgio, è meglio scrivere: “è possibile fare uno scherzo a qualcuno che ha un carattere strano e che non si arrabbi”.
Un saluto
Prof. Anna
A meno che tu decida di venire da me , io me ne sarò già andato.e giusto;grazie mille
Caro Giorgio, il periodo che mi scrivi è corretto.
A presto
Prof. Anna
Voglio che qualcuno venga sulla lavagna a scrivermi una parola che cominci/cominciata per la lettera (M)possiamo formulare cosi la frase;è giusta;grazie mille
Caro Giorgio, è corretto dire: “voglio che qualcuno venga alla lavagna a scrivere una parola che cominci con la lettera -m-“.
Un saluto
Prof. Anna
Credeva che avrebbe potuto imbrogliarmi possiamo dire cosi;grazie
Caro Giorgio, la frase che mi scrivi è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
Possiamo formulare le frasi così;. 1) l’ho invitato per farmi compagnia2) l’ho invitato affinché mi faccia/facesse compagnia. 3) l’ ho aiutato affinché possa/potesse capire meglio il testo 4) l’ ho aiutato per capire meglio il testo..grazie
Caro Giorgio, i periodi che mi scrivi sono corretti, è necessario nelle finali esplicite usare il congiuntivo imperfetto poiché sono rette da verbi al passato. L’ultimo periodo è corretto solo se il soggetto delle due frasi è lo stesso: “io l’ho aiutato per (io) capire meglio”, quindi non ha lo stesso significato di “io l’ho aiutato affinché (lui-lei) potesse capire”.
Un saluto
Prof. Anna
Non aspetti che le cose si diventino più facili.La vita sarà sempre complicata.è giusta la frase;grazie..
Caro Giorgio, è corretto dire: “non aspettare che le cose diventino più facili. La vita sarà sempre complicata”.
Un saluto
Prof. Anna
Ragazzi vorrei che venisse a classe.la lezione comincia. È giusto;grazie
Caro Giorgio, è corretto scrivere: “ragazzi, vorrei che veniste in classe”.
Un saluto
Prof. Anna
Chi vuole puó finanziare il mio viaggio!
Questa frase si può dire?? Si deve mettere la virgola?
Cara Flavia, il periodo che mi scrivi è corretto.
Un saluto
Prof. Anna
Possiamo dire (penso che mio amico sia un giocatore molto buono e se si allenerà tanto possa diventare molto grande e acquisti una grande fama in tutto il mondo)grazie mille
Caro Giorgio, il periodo corretto è: “penso che il mio amico sia un giocatore molto bravo e se si allenerà molto, potrà diventare ancora migliore e acquistare fama in tutto il mondo”.
Un saluto
Prof. Anna
Credo che sia importante come qualcuno esprima e non se scrive correttamente è giusto grazie
Caro Giorgio, il periodo che mi scrivi non è del tutto corretto, meglio scrivere: “credo che sia iportante come ci si esprime e non come si scrive”.
Un saluto
Prof. Anna
Diciamo nell’ annuncio o all’annuncio;grazie
Caro Giorgio, dipende da quale complemento vuoi introdurre. Scrivi la frase completa.
Un saluto
Prof. Anna
Ho trovato le informazioni……in un’/a un’ annuncio. C’è qualche sito dove si annalizzano tutti i complementi;grazie.
Caro Giorgio, è corretto: “ho trovato le informazione in un annuncio”. Puoi trovare anche in questo blog alcuni articoli su questo argomento, facendo una ricerca sui complementi.
Un saluto
Prof. Anna
Quando per esempio possiamo dire all’ annuncio;; in qualche caso;c’è un esempio;; grazie.
Caro Giorgio, ad esempio: “in seguito all’annuncio che ho letto sul giornale, vorrei informazioni sull’appartamento che affittate”.
Un saluto
Prof. Anna
Credo che la professione della medicina è più favorevole degli altri perché è più facile trovare un lavoro. è giusta la frase;grazie.
Caro Giorgio, ecco la tua frase corretta: “credo che la professione di medico sia più favorevole delle altre perché è più facile trovare un lavoro”.
Un saluto
Prof. Anna
Sono onorato di ricevere vostre informazioni
Caro Luciano, benvenuto su Intercultura blog. Se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
Vorrei fare 2 domande. La prima è quando usiamo come se più congiuntivo imperfetto e quando congiuntivo trapassato. È la seconda il (prima che va sempre con congiuntivo imperfetto opurre ci sono casi in cui possiamo usare prima che più un altro tempo verbale per esempio congiuntivo presente passato oppure trapassato.grazie mile
Caro Giorgio, usiamo “se” + congiuntivo imperfetto per formare la protasi del periodo ipotetico della possibilità (se avessi fame, mangerei), usiamo “se” + congiuntivo trapassato per formare la protasi del periodo ipotetico dell’irrealtà (se avessi avuto fame, avrei mangiato). Per ripassare il periodo ipotetico, ti consiglio questi articoli:https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/03/15/il-periodo-ipotetico-della-realta-e-il-periodo-ipotetico-della-possibilita/; https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/03/29/il-periodo-ipotetico-dellirrealta/.
La locuzione “prima che” può essere seguita da tutti i tempi del congiuntvo.
Un saluto
Prof. Anna
È per quando riguarda il prima che come segliamo il tempo giusto
Caro Giorgio, di norma dopo “prima che” si usa il congiuntivo presente se ci si riferisce la presente (voglio essere a casa prima che ritornino) e il congiuntivo imperfetto se ci si riferisce la passato (volevo essere a casa prima che ritornassero), se il verbo della principale è al presente ma la temporale si riferisce al passato useremo il congiuntivo passato.
Un saluto
Prof. Anna
Ritengo che sia più facile capire una lingua straniera che parlarla. è giusta la frase; grazie
Caro Giorgio, il periodo è corretto.
Un saluto
Prof. Anna
Salve, nella frase : “Un contemporaneo scrisse che non un solo uomo a Firenze era in grado di leggere o scrivere in greco”…
Significa che che nessun uomo era in grado di leggere o scrivere in greco?
Caro Aberto, sì, la tua ipotesi è corretta.
A presto
Salve, si dice
“Tito avrebbe concesso il suo amore a chi AVESSE/AVREBBE eseguito i suoi ordini…
Credo si dica avesse… È come se dicessimo ” se qualcuno avesse eseguito i suoi ordini, allora Tito gli avrebbe concesso il suo amore”…
però non sono sicuro…
Caro Torquato, sono corretti entrambi i modi: se usi il congiuntivo non sei sicuro che il fato accadrà, c’è una sfumatura di eventualità, se usi il condizionale passato il fatto è invece proiettato nel futuro.
Un saluto
Se ho ben capito, dovrebbe esser così (credo che c entri anche la concordanza dei tempi, e chiaramente il condizionale nella principale che comunque pone delle condizioni):
-Tito avrebbe concesso (in passato) il suo amore a chi (in un momento ancor più passato) avesse eseguito (non è detto che determinati ordini siano stati eseguiti; la cosa certa è l anteriorità della subordinata rispetto alla reggente al condizionale) i suoi ordini.
– Tito avrebbe concesso (in passato) il suo amore a chi (sempre in passato ma in un momento successivo rispetto all azione espressa nella reggente) avrebbe eseguito i suoi ordini (anche qui non è detto che siano stati eseguiti i suoi ordini, ma certamente c’è meno eventualità e più concretezza; sicuramente la subordinata esprime posteriorità rispetto al verbo della reggente al condizionale)
Mi auguro sia giusto
Caro Torquato, è corretto.
Caro Torquato, è giusto.
Prof, ma il ”(a) chi” introduce un’interrogativa indiretta?
Caro Torquato, sì.
Professoressa, che tipo di congiuntivo abbiamo in queste frasi indipendenti (esortativo, concessivo, dubitativo, ottativo, esclamativo etc): “Che vinciate o che perdiate, apprezzo molto quello che state facendo”; “Che vinca o che perda” e costruzioni simili?
Cara Elena, in questo caso il congiuntivo esprime un dubbio, una supposizione.
Un saluto
Quindi anche in queste “che lo facciate o meno”; “che ci crediate o no” etc?
Cara Elena, esatto.
Salve, anche in questa frase “che sia l uomo a lavorare o che sia la donna, è uguale”, il congiuntivo esprime un dubbio, una supposizione?
Cara Elena, sì.
Prof, salve; anche in questo periodo, se non sbaglio, “Che siate sostenitori sfegatati del club, neofiti del gioco o veterani che vogliono rafforzare la propria rosa, questi set di giocatori ben bilanciati renderanno la vostra Squadra dei sogni ancora più competitiva!”, il congiuntivo, indrotto dal “che”, esprime un dubbio, una supposizione (quindi un congiuntivo dubitativo-suppositivo)?
Cara Elena, la tua ipotesi è esatta.
Stessa cosa al passato (e quindi con il congiuntivo imperfetto): “che fosse bianco o (che fosse) nero, non aveva importanza”, congiuntivo dubitativo-suppositivo
Stessa cosa al passato (e quindi con il congiuntivo imperfetto): “che fosse bianco o (che fosse) nero, non aveva importanza”, congiuntivo dubitativo-suppositivo.
È corretto anche qui se non sbaglio.
Cara Elena, è corretto.
Vorrei sapere se le mie risposte sono esatte
Caro Riccardo, le risposte esatte diventano verdi, quelle inesatte diventano rosse. Se hai dei dubbi, non esitare a scrivermi.
Un saluto e a presto
Prof, la frase, abbastanza nota, “Non sai che cosa ti perdi” dovrebbe essere un’interrogativa indiretta con un pronome interrogativo; ragion per cui potremmo scriverla anche al congiuntivo : “Non sai che cosa (che, cosa) tu ti perda” o sbaglio? oppure all indicativo la frase ha assunto una “forma cristallizzata”?
Cara Gabriella, di norma potremmo avere anche il congiuntivo, ma in questa frase è più comune l’indicativo.
Immaginavo. Perciò è corretto ciò che dico?
Sì.
Buongiorno professore.
Riferita ad un torneo di tennis in fase conclusiva, ritiene possa essere corretto scrivere così (??):
“Se fosse questa la finale, sarà una bella lotta”
Secondo me è corretta anche scritta così (“sarà” in luogo di “sarebbe”) perchè si tratta di una previsione vicinissima alla realtà.
Quindi a mio avviso può essere scritta, dandogli la corretta lettura, anche con l’uso del futuro nella seconda metà della frase.
Mi metto tuttavia in discussione.
Grazie e saluti.
Giorgio
Caro Giorgio, se l’ipotesi che presenti è reale puoi usare il periodo ipotetico della realtà che ha l’indicativo sia nella protasi sia nell’apodosi: “se questa sarà la finale, sarà un bella lotta”, se l’ipotesi invece è presentata come possibile, perché il fatto potrebbe o non potrebbe accadere (come nel tuo caso) si usa il periodo ipotetico della possibilità che ha il congiuntivo imperfetto nella protasi e il condizionale nell’apodosi: “se fosse questa la finale, sarebbe una bella lotta”, invece la combinazione che mi proponi non è coerente.
Un saluto e a presto
Congiuntivo suppositivo:
In questo caso si tratta di una vera e propria supposizione o ipotesi, che può essere considerata realizzabile o irrealizzabile.
Questo congiuntivo è dunque una sorta di pròtasi di periodo ipotetico. Generalmente, infatti, è seguito da una proposizione che riporta le conseguenze del fatto ipotizzato (una sorta di apòdosi). In italiano si introduce con espressioni come “supponiamo che”, “poniamo che” etc: “supponiamo che fosse vivo Cicerone: giudicherebbe severamente questo misfatto”; “supponiamo che tu avessi prestato del denaro a Marco: non avrebbe venduto la casa (tutte queste frasi le potremmo scrivere con il classico “se”: “se fosse vivo Cicerone, giudicherebbe severamente questo misfatto”; “se tu avessi prestato del denaro a Marco, non avrebbe venduto la casa”)”. Queste espressioni (supponiamo che, immaginiamo che etc) sembrerebbero introdurre delle oggettive, ma in realtà, come ho detto, sono delle vere e proprie supposizione o ipotesi, le quali, appunto, possono essere considerate realizzabili o irrealizzabili; e dunque una sorta di pròtasi di periodo ipotetico, seguito da una proposizione che riporta le conseguenze del fatto ipotizzato, una sorta di apòdosi.
Giusto?
Caro Michele, si tratta comunque di oggettive.
Vero, prof; ha ragione, avevo approfondito. Diciamo che nonostante si possano presentare strutturalemente come periodi ipotetici, in realtà però “supponiamo che” etc introducono delle oggettive (cosa che poi avevo pensato).
“Com’è possibile che non volesse nulla?”
…il congiuntivo imperfetto ha valore durativo rispetto al presente “è possibile”, che come espressione impersonale richiede il congiuntivo nella subordinata (in questo caso oggettiva).
Analisi: “Com’è possibile?”, interrogativa diretta; “che non volesse nulla”, subordinata oggettiva esplicita al congiuntivo, che esprime anteriorità rispetto alla principale (indipendente) interrogativa diretta “Com’è possibile?”
Corretto?
Caro Luigi, è corretto.
Ho letto che sia “succedere che” sia “accadere che” reggono l indicativo; ma se usati impersonalmente non andrebbero al congiuntivo? d’altronde, in più, “succedere”, come “accadere’, ha il significato di capitare , specialmente per caso. Però allo stesso tempo credo che, impersonale o meno, ci voglia l indicativo perché comunque con i suddetti verbi stiamo esprimendo qualcosa che effettivamente o è gia successo, accaduto, capitato etc oppure che deve accadere, succedere, capitare etc (quindi imminente, certo)
Caro Francesco, quando è usato impersonalmente regge il congiuntivo.
“Fossi matto?” è un congiuntivo dubitativo al congiuntivo imperfetto, giusto?
Caro Josè, è corretto.
Buongiorno, avrei una domanda. Io l’ho fatto per far sì che tu potessi dirmi che non c’entrava nulla/ che non c’entrasse nulla.
Quale delle due forme è corretta?
Vi ringrazio per l’attenzione. Spero in una vostra risposta.
Caro Ale, in questo caso non userei il congiuntivo in quanto il verbo reggente è “dire”, che il più delle volte regge l’indicativo: “Io l’ho fatto per far sì che tu potessi dirmi che non c’entrava nulla”.
A presto
“Non giustifica che” è “Non giustifica il fatto che” reggono il congiuntivo, perché, come ho detto in un post recente, il congiuntivo, dopo il “fatto che”, che di norma reggerebbe anche l indicativo, è favorito o dalla presenza di una negazione, o dall’espressione di un sentimento o dall’espressione di un giudizio personale e soggettivo: “Questo NON giustifica (“giustifica” oltretutto indica un’espressione di un giudizio personale, e in parte di sentimento) che (o il fatto che) tu debba rispondere male alle persone”.
Penso sia corretto
Caro Antonio, è corretto.
Salve Prof.ssa,
ho un dubbio su questa frase: “Quando hai capito che l’attaccante era un fuoriclasse?”. Capire nel significato di “rendersi conto” vuole l’indicativo. In questo caso, però, la qualifica di fuoriclasse può non essere intesa come certezza “assoluta”, quanto piuttosto come un’opinione. Può questo forse spingere a usare il congiuntivo “fosse” un fuoriclasse?
Grazie molte
Varo Luca, l’indicativo è corretto, il verbo “capire” quando ha questo significato non necessita del congiuntivo.
Un saluto
Salve Professoressa,
in una frase del tipo “Penso che sia una persona che capisce di sport”, quest’ultima relativa vuole sempre l’indicativo? Esiste un criterio di scelta?
Grazie mille
Salve Professoressa,
in una frase del tipo “Penso che sia una persona che capisce di sport”, quest’ultima relativa vuole sempre l’indicativo? Esiste un criterio di scelta?
Grazie mille
Caro Michele, le relative hanno il verbo al congiuntivo quando hanno una sfumatura finale, limitativa o consecutiva, per approfondire ti consiglio la lettura di questo articolo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2013/03/14/il-congiuntivo-nelle-frasi-relative/ Se hai altri dubbi, non esitare a scrivermi.
A presto
Salve Professoressa,
la frase: “Mi piacerebbe una stanza dove possa avere i miei spazi” è corretta? Il dove anticipa una sorta di condizione per cui userei il congiuntivo. Tuttavia ho letto/sentito anche “Mi piacerebbe un mondo dove si osasse di più”: ma perché usare l’imperfetto? E ancora, ho trovato la stessa struttura con l’indicativo. Con una soggettiva (“Mi piacerebbe che si osasse di più”) non avrei dubbi a mettere l’imperfetto, ma qui?
Mi può aiutarle? Grazie mille
Alessandro
Caro Alessandro, è possibile usare sia l’indicativo (dove posso) sia il congiuntivo, in questo genere di frasi il congiuntivo esprime un requisito o una limitazione relativamente all’oggetto desiderato, ma in questi casi userei comunque il presente (nella soggettiva invece l’imperfetto sarebbe corretto).
A presto
Sera, l’espressioni “Mai che” e “Non sia mai che” richiedono il congiuntivo? “Mai che dica la verità”, “Non sia mai che mi interroghi”
Sì, vogliono il congiuntivo.
Buonasera,
ho letto molto ma mi rimangono dubbi circa l’uso del congiuntivo dopo “nel caso”. Le cito l’esempio: “Rimango nel caso arrivi qualcuno”. Mi potrebbe gentilmente illustrare come si formulano le varie subordinate (anteriorità, contemporaneità, posteriorità) a seconda del diverso tempo della reggente. Ad esempio, come esprimo la posteriorità della subordinata se la reggente è al passato? “Sono rimasto nel caso (in futuro) *arrivare qualcuno”.
Molte grazie
Caro Sergio, contemporaneità con reggente al presente: rimango nel caso arrivi qualcuno, con reggente al passato: sono rimasto nel caso arrivasse qualcuno; l’anteriorità con reggente al presente: rimango nel caso sia arrivato qualcuno, con reggente al passato: sono rimasto nel caso che fosse arrivato qualcuno; posteriorità con reggente al presente: rimango nel caso arrivi qualcuno; posteriorità con reggente al passato: sono rimasto che caso arrivasse qualcuno.
A presto
Salve, se mi riferisco ad una persona dandole del Lei (magari anche sottinteso), è giusto, nelle seguenti frasi, usare il congiuntivo per via anche dei verbi “pensare” e “temere” nelle principali?
1Penso che (lei) si sbagli, signor Rossi
2Temo che (lei) si sbagli, signor Rossi
sono corrette le mie frasi e i miei ragionamenti? grazie.
Caro Michele, è tutto corretto.
“Assodare che” regge l indicativo?
Caro Filippo, non necessariamente.
complimenti
Cara Carina, grazie e benvenuta su Intercultura blog! Se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
A presto
PRIMA CHE:
La locuzione “prima che” può essere seguita da tutti i tempi del congiuntvo: si usa il congiuntivo presente se ci si riferisce la presente (“voglio essere a casa prima che ritornino”), il congiuntivo imperfetto (in dipendenza da un verbo al passato nella principale) se ci si riferisce la passato (“Volevo essere a casa prima che ritornassero”); mentre se il verbo della principale è al presente (“Può accadere che”), ma la temporale si riferisce al passato (“…prima che questi abbia venduto il salvadanaio”), useremo il congiuntivo passato (“Può accadere che io e Marco andiamo da Giovanni prima che questi abbia venduto il salvadanaio”). È possibile anche il congiuntivo trapassato, se proprio si vuole sottolineare il succedersi degli eventi (ecco che entra in gioco la concordanza dei tempi): “È successo (ieri) prima che (prima di ieri) fossi arrivato (anteriorità). In linea generale, però, si usa il congiuntivo presente (chiaramente con il verbo della principale al presente:”Faccio [tempo presente, indicativo presente] entrare Maria, prima che tu dica qualcosa”), se ci si riferisce la presente; mentre il congiuntivo imperfetto (chiaramente con il verbo della principale al passato: “Feci [tempo passato, passato remoto] entrare Maria, prima che tu dicessi qualcosa”), se ci si riferisce la passato.
Corretto?
Caro Filippo, è corretto.
Gentile professoressa.
Ho letto tra i commenti che il verbo sperare regge il condizionale passato, quindi “speravo/avrei sperato che sarebbe arrivato” è giusto, no?
La mia perplessità riguarda il condizionale presente.
Sarebbero corrette le seguenti frasi?
A- Spererei che verrebbe anche lui.
B- Spero che verrebbe anche lui.
Se è corretto il condizionale composto, lo è anche quello semplice, no?
Spero di non sbagliarmi e che Lei possa aiutarmi.
Caro Frank, regge il condizionale passato quando è coniugato al passato e la subordinata esprime posteriorità rispetto alla reggente, secondo le regola della concordanza dei tempi, quindi ad esempio “speravo (ieri) che saresti venuto (domani); il condizionale presente invece non è corretto. Per ripassare la concordanza dei tempi, ti consiglio questi articoli: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/10/18/la-concordanza-dei-tempi-con-il-congiuntivo-1/; https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/10/31/la-concordanza-dei-tempi-con-il-congiuntivo-2/.
Un saluto
Salve gentile professoressa.
Se non sbaglio, però, a differenza del verbo “sperare”, verbi come “temere” o costruzioni come “aver paura” possono reggere un condizionale presente, mi sbaglio?
1. Ho paura che (anche qualora
ci provasse) non arriverebbe in tempo.
2. A quel punto avrei paura che (anche qualora ci provasse) non arriverebbe in tempo.
3. Temo che (anche qualora ci provasse) non arriverebbe in tempo.
4. A quel punto probabilmente temerei che (anche qualora ci provasse) non arriverebbe in tempo.
Fra parentesi vi è la protasi sottintesa/implicita da cui dipende l’apodosi “arrivare in tempo”.
È tutto giusto?
Caro Franco, è tutto giusto.
Salve Professoressa Anna, vorrei che mi aiutasse a chiarire questi dubbi. Si dice:” sapevo che avrebbe fatto male quando avessi o avrei raggiunto lo scopo?”; ”qualcuno avrebbe potuto chiedersi se avrei o avessi perso la calma?”.
Per quanto riguarda la prima frase, non si possono usare entrambi i modi verbali? se utilizzo il congiuntivo, può significare ”se raggiungessi, qualora avessi raggiunto lo scopo?” . Nella seconda opzione, invece, penso sia corretto utilizzare il condizionale.
”Suppongo (oggi) che (ieri) avrei dovuto aspettarmelo?”. E’ corretta questa frase?
Grazie per la risposta
Cordiali Saluti
Cara Simona, nel primo periodo sono possibili entrambi i modi verbali: nel primo caso dopo un “quando” temporale abbiamo un uso del condizionale composto per rendere il futuro nel passato, nel secondo caso il “quando” ha un valore più ipotetico che temporale, corrisponde in pratica a un “se”, quindi il periodo che segue è un periodo ipotetico, con regolare uso del modo congiuntivo nella protasi (quando=se avessi raggiunto); anche nel secondo entrambe le opzioni sono corrette perché si tratta di un’interrogativa indiretta introdotta da “se” e le interrogative indirette ammettono sia il congiuntivo sia il condizionale (https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2015/11/05/la-frase-complessa-le-interrogative-indirette-seconda-parte/); la frase è corretta. Spero di aver chiarito i tuoi dubbi.
Un saluto e a presto
E’ stata chiarissima.
La ringrazio
Congiuntivo nella relativa:
1)Al passato: “Tizio si immaginava un mondo in cui ci fosse solo lui”
2)Al presente: “Marco, immaginati un mondo in cui ci sia solo tu”
…Il congiuntivo nelle due relative ha valore consecutivo.
Penso sia giusto
Caro Luca, è corretto, ma avresti potuto usare anche l’indicativo.
Caro Gianni, dopo questa espressione è necessario usare sempre il congiuntivo.
Un saluto e a presto
Salve, Prof. Anna.
Ho una serie di dubbi che vorrei esporle e che mi aiutasse a chiarire.
I verbi come interessare e ricordare reggono il congiuntivo? Non ho capito cosa volesse o voleva? io penso sia giusta la prima opzione con il verbo all’indicativo. Le espressioni come ” l’idea secondo la quale…”, ”alcuni studi hanno dimostrato come…” reggono il congiuntivo?
Vorrei poi farle altre domande sulla concordanza temporale.
Lucia ci ha detto che ieri aveva dormito (Anteriorità) tutto il giorno, perché era molto stanca (contemporaneità).
Ho avuto la sensazione che non avesse capito (anteriorità al passato) che anch’io le avevo fatto un regalo (contemporaneità al passato).
Sono giuste queste costruzioni?
La ringrazio in anticipo,
C.S.
Cara Simona, il verbo “ricordare” è seguito da indicativo (ricordi che sei già stato qui?), se però è in forma negativa vuole il congiuntivo; le espressioni “l’dea secondo la quale” e “alcuni studi hanno dimostrato che sono solitamente seguite da indicativo. Le concordanze sono giuste e anche le costruzioni.
Un saluto e a presto
Grazie Prof. Anna
Gentile Prof.ssa Anna,
si dice: Non sa che cosa è (che cos’è) vietato fare o Non sa che cosa sia vietato fare?
La ringrazio.
Cara Ombretta, sono corrette entrambe le possibilità, la frase introdotta da “che cosa” è un’interrogativa indiretta e quindi può avere il verbo sia all’indicativo sia al congiuntivo; puoi leggere questo articolo sull’argomento: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2015/11/05/la-frase-complessa-le-interrogative-indirette-seconda-parte/ Se hai altri dubbi, non esitare a scivermi.
A presto
Salve professore,
ho un dubbio su una frase, “se Giacomo Leopardi era ancora vivo, neanche col covid diventava positivo”. Partendo dal fatto che la frase non esprime dubbio, opinione…ma una certezza data dal poeta pessimista per antonomasia, può considerarsi una eccezione del “se” dove si usa l’indicativo e non il congiuntivo?
Cordiali saluti e grazie in anticipo
Caro Pietro, quello che si esprime in questo periodo è un’ipotesi irreale, è necessario quindi usare il periodo ipotetico dell’irrealtà: “se Giacomo Leopardi fosse ancora vivo, neanche col Covid sarebbe diventato positivo”. Ci sono altri casi in cui si usa l’indicativo dopo la congiunzione “se”, come nel periodo ipotetico della realtà (se hai fame, mangia) e nelle interrogative indirette (non so se vengo). Per ripassare il periodo ipotetico, ti consiglio questi articoli: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/03/29/il-periodo-ipotetico-dellirrealta/; https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/03/15/il-periodo-ipotetico-della-realta-e-il-periodo-ipotetico-della-possibilita/.
Un saluto e a presto
Con i verbi “pensare”, “credere”, “immaginare”, etc, si usa il congiuntivo (in qualsiasi tempo verbale) e gli stessi verbi richiedono il congiuntivo anche se accompagnati dalla negazione “non” (“non pensare”, “non credere”, “non immaginare”, etc). Negli esempi usero l’infinito: “Non pensare che io sia ingenuo”, “Non credere che lui sia antipatico’, “Non immaginare che sia totalmente colpa sua”.
Penso sia ok…
Caro Filippo Maria, è giusto.
Le congiunzioni concessive “nonostante” e “nonostante che” sono intercambiabili e introducono entrambe un verbo al congiuntivo: “Nonostante (che) lo abbia (sottointeso “un attributo”), non serve a nulla!”. Ah, nell’esempio il “che” può essere sottointeso…
Penso sia corretto
Caro Giuseppe, è corretto.
Gentile professoressa,
Quale delle due frasi è corretta? Io direi la 2) visto che è introdotta da una locuzione impersonale, ma molte persone con cui ho parlato hanno optato per la 1). Mi interessa la Sua opinione.Grazie.
1) Era probabile che l’indomani avrebbe avuto più tempo da trascorrere con i suoi nipoti.
2) Era probabile che l’indomani avesse avuto più tempo da trascorrere con i suoi nipoti.
Cara Danijela, il condizionale passato (avrebbe avuto) si usa per esprimere un’azione futura (come in questo caso vista la presenza dell’indicazione temporale “l’indomani”) retta da un verbo al passato (era probabile), quindi in questo caso è la soluzione corretta.
Per approfondire la concordanza dei tempi, ti consiglio questi articoli: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/10/18/la-concordanza-dei-tempi-con-il-congiuntivo-1/; https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/10/31/la-concordanza-dei-tempi-con-il-congiuntivo-2/
A presto
1)”Nessuno di noi poteva credere che qualcuno di noi potesse arrivare ad accusare gli altri”.
…Usiamo il congiuntivo imperfetto “potesse” nella subordinata perché nella principale c’è il verbo “credere” (in aggiunta, preceduto dal servile “potere”=”poteva”) che, come verbo d’opinione, ammette solitamente il congiuntivo in una subordinata.
Penso sia tutto corretto
Esatto.
1)”È importante che il pesce fosse buono”
…il “fosse” nella subordinata soggettiva ha valore durativo. Solitamente nelle soggettive, in particolare se nella reggente figura un’espressione impersonale formata dal verbo essere unito a un aggettivo, a un avverbio o a un sostantivo, viene utilizzato il congiuntivo, all’interno di un linguaggio più informale è possibile anche usare l’indicativo: “È importante che il pesce era buono”
2)”Sono contento che il pesce ti sia piaciuto”
…Vanno solitamente col congiuntivo i verbi, o le espressioni, che esprimono gli stati d’animo (chiaramente l’indicativo non è scorretto): “Essere felice che, essere contento che, far piacere che, dispiacere che, rallegrarsi che, rattristarsi che”.
Penso sia giusto
Caro Filippo Maria, è giusto.