Ciao.
Gli articoli del blog torneranno a settembre 2008 dopo la pausa estiva! Ma se avete delle domande o volete raccontarmi qualche vostra esperienza non preoccupatevi: io continuerò a rispondere ai vostri commenti!
Ora, vi racconto come spedire una raccomandata alle poste! Innanzitutto mi raccomando di fare la fila…
A presto buon Intercultura Blog
Prof. Valerio Giacalone
Signora: Buongiorno
Impiegata: Buongiorno
Signora: Mi scusi, per una raccomandata in quale sportello devo andare?
Impiegata: In questo o nel numero 2 qui a fianco.
Signora: Grazie.
Impiegata: Si ricordi di prendere il numero.
Signora: Si, grazie … ah, dimenticavo potrei avere una raccomandata?
Impiegata: Con o senza ricevuta di ritorno?
Signora: Senza, grazie.
Impiegata: Ecco qua.
Signora: Grazie mille.
(Allo sportello, dopo dieci minuti, la signora si avvicina con il numero in mano)
Impiegata: Buongiorno, ha il numero 23?
Signora: Si, certo… eccolo.
Impiegata: Dica pure.
Signora: Vorrei spedire questa raccomandata ma ho un problema: non sono italiana e non ho capito tutto.
Impiegata: Non si preoccupi, la posso aiutare io. Ha compilato la raccomandata in tutte le sue parti?
Signora: Non proprio … Non so cosa significa "destinatario".
Impiegata: Il destinatario è la persona a cui deve spedire la raccomandata, cioè la persona che riceve la raccomandata!
Signora: Ah, capisco. "Mittente" cosa significa?
Impiegata: È la persona che spedisce la raccomandata. Se Lei spedisce la raccomandata adesso, Lei è il mittente.
Signora: Bene, ora capisco e cosa significa CAP?
Impiegata: È il Codice di Avviamento Postale, cioè i cinque numeri che servono a identificare l’area geografica del destinatario. Indicare correttamente il CAP consente di consegnare prima la posta!
Signora: Capisco, grazie. E la parola PROV cosa significa?
Impiegata: È l’abbreviazione di "provincia", cioè una delle aree in cui sono divise le regioni italiane.
Signora: Devo compilare altro?
Impiegata: No, Lei non deve fare altro! Se vuole la ricevuta deve compilare anche il foglietto della ricevuta, che rimarrà a Lei. Così nel caso di smarrimento, cioè nel caso la raccomandata venga persa, ha la ricevuta della raccomandata, cioè la prova che ha spedito la raccomandata.
Signora: Ah, capisco. Ma mi fido delle poste italiane.
Impiegata: Grazie, signora, sono contenta che qualcuno si fidi di noi.
Signora: Dopo quanto arriva la raccomandata?
Impiegata: Dipende, Signora, normalmente un paio di giorni, cioè due o tre giorni.
Signore: Scusate, ma c’è anche altra gente che sta aspettando.
Impiegata: Mi scusi, ma la signora è straniera e ha bisogno di aiuto.
Signore: Mi scusi, non lo sapevo.
Impiegata: Grazie per la pazienza.
Signora: Bene, quanto costa spedire la raccomandata?
Impiegata: 3 euro e 70 centesimi.
Signora: Ecco 5 euri.
Impiegata: Signora, "euro" in italiano al plurale rimane "euro". Anche perché sono così pochi…
Signora: Bene! Grazie.
Impiegata: Ecco il resto e buona giornata.
Signora: Grazie, buona giornata anche a Lei.
Ora fai clic qui per scaricare il testo di una raccomandata: compilala in tutte le sue parti.
Buon lavoro.
Ciao a tutti
Come state?
Ancora in vacanza? 🙂 o siete rientrati a lavoro… 🙁
Tra breve riniziamo il grande viaggio nella lingua e cultura italiana… tante curiosità e tanti articoli vi aspettano
a presto
Prof. Valerio
Buongiorno Sig. GIacolone
Noto che negli ultimi mesi non ha piú inserito nuovi argomenti, spero che non ci lascerà in questa valle di lacrime…
IO ieri sera ho iniziato un nuovo corso per principianti ( adulti), ed è stata un’esperienza traumatica. Era la prima volta che avevo una classe con 12 allievi, con una grande differenze generazionale. I giovani capivano subito ma gli anziani avevano grandi difficoltà. Mi sono dovuta soffermare 30 minuti solo per far comprendere che in italiano il verbo chiamarsi è riflessivo e non è come in tedesco. Non riuscivano ad avere nessuna elasticità e bastava che aggiungessi un lei o un tu e subito cadevano nella confusione piú totale. Lei deve pensare che io faró lezione a questo gruppo solo per 1.30 alla settimana e che entro dicembre devo finire 3 lezioni didattiche. Le sarei molto grata se lei mi desse qualche suo consiglio su come facilitare la loro vita e soprattutto la mia.
grazie
Giulia
differenza generazionale….errore di tastatura.
sorry
giulia
Cara Giulia
tra brevissimo ci sarà un interessante articolo sull’utilizzo dell’apostrofo nella lingua italiana e poi un articolo ogni settimana.:)
Il problema della tua nuova classe è molto diffuso in classi miste di L2/LS, dove spesso ci sono due o tre generazioni di alunni con bagaglio culturale e processi di apprendimento differenti! Insegnare è un lavoro veramente difficile e affascinante anche per queste difficoltà. Ti consiglierei di accettare queste differenze e con serenità procedere nella spiegazione e nella didattica. In classi del genere non puoi cambiare i processi di apprendimento di alcuni alunni, puoi con passione e pazienza spiegare differenze e analogie, soprattutto con esempi pratici. Chi conosce una sola lingua ed è adulto, “crede” che tutte le lingue debbano essere in un modo o nell’altro simili alla propria. A volte trovo molta difficoltà a far capire a un adulto italiano che “ragazza” in tedesco è “das Maedchen”, cioè di genere neutro!!! “Ma come prof, sono bionde bellissime e sono neutre?” Se poi c’è l’interferenza di un’altra lingua straniera come l’inglese dove il neutro “it” si usa per cose e animali … allora le ragazze tedesche corrono il rischio di diventare animali o cose! E’ la bellezza del nostro lavoro: fare incontrare mondi diversi.
A presto Giulia tienimi informato
buon lavoro…
Prof. Valerio
Grazie
Leggere la sua risposta è stato un grande sollievo per me. Mi ha rassicurato.
Vede, io ho fatto il possibile e ho cercato di non mostrarmi a disagio, ma vedere tutti quegli occhi che mi guardavano come se stessi spiegando la formula di Einstein, ha abbattuto un pó della mia sicurezza. Insomma, come se fossi io la colpevole se loro non riuscivano a capire quella frase. È la mia prima esperienza in una classe cosi disparata per quanto riguarda l’età. Il mio problema è quello di non capire se sono io che non sono all’altezza o loro che hanno difficoltà nell’apprendere. È stata la prima lezione spero che in futuro andrà meglio, la terrò informato. La ringrazio, tantissimo, del suo sostegno. Purtroppo i miei colleghi italiani non sono cosi generosi nel darmi consigli, forse perché hanno paura che qualcuno possa diventare più bravo di loro o che possa prendere il loro posto.
Cara Giulia
Sono contento che la mia risposta ti sia stata utile. Ricordati però che apparire insicura in classe durante la lezione non è positivo. Perchè quello che spieghi, anche se corretto e giusto, se veicolato da un atteggiamento insicuro, rende il messaggio meno chiaro e forte e gli alunni se ne accorgono. La sicurezza dell’insegnante è uno dei cardini della didattica in classe.
Buon lavoro Giulia
Bis bald (A presto)
Prof. Valerio
p.s. ricorda che tra colleghi è meglio darsi del tu 😉