Cara collega, caro collega, in Italia, si avvicina la fine dell’anno scolastico. Momento delicato: la stanchezza si fa un po’ sentire e dobbiamo decidere il futuro scolastico dei nostri alunni. Oggi affronterò un argomento di fondamentale importanza per la didattica: la valutazione.
Innanzitutto, c’è da precisare, che la valutazione non è da confondere con la verifica. Essa ne è solo una parte e riguarda la raccolta dei dati e il punteggio.
La valutazione è un insieme di operazioni piuttosto complesse che vanno dal ricavare informazioni sull’apprendimento e sulla acquisizione dell’allievo, al definire dei parametri oggettivi per i test e alla finale elaborazione di un giudizio globale o specifico.
La valutazione è un vero e proprio feedback dell’agire del docente ed è al contempo un elemento che, se mal gestito, può facilmente demotivare e creare ingiustizie all’interno del gruppo classe.
Le verifiche, sia orali che scritte, dovrebbero essere frequenti e non necessariamente annunciate. In tal modo si può tenere vivo e costante l’interesse verso la materia. Bisogna ricordare che l’apprendimento (LS, L2) non può mai avvenire se gli alunni studiano esclusivamente per il giorno della verifica. Lo studio per motivazioni estrinseche non diventerà mai acquisizione, ma solo apprendimento effimero e momentaneo. La costanza è la parola chiave che deve caratterizzare ogni attività di studio, soprattutto per quanto riguarda l’apprendimento delle lingue.
La verifica sarà impostata su due momenti: uno formativo e uno sommativo.
La verifica formativa è finalizzata non tanto all’accertamento di quello che l’alunno sa ma piuttosto alla valutazione dei progressi durante il lavoro svolto con l’alunno. La verifica sommativa fa emergere chi ha raggiunto l’obiettivo complessivo e chi ha bisogno invece di ulteriori interventi di recupero.
Durante la presentazione di ogni modulo didattico consiglio di articolare numerosi esercizi finalizzati al controllo del raggiungimento degli obiettivi. Esercizi alla lavagna, compiti a casa e interventi orali degli alunni ci offrono elementi per una valutazione il più possibile obiettiva. L’insegnante deve essere puntuale, preparato e motivato, ma deve essere anche in grado di valutare secondo dei criteri oggettivi.
L’effetto “Alone” e “Pigmalione”, se presenti, influiscono negativamente nella valutazione dei discenti e nel rapporto docente-alunno.
L’effetto "Alone" descrive un fenomeno psicologico per cui la simpatia o l’antipatia dell’insegnante per l’allievo si riflettono in una maggiore o minore profitto. L’effetto "Pigmalione" descrive il fenomeno per cui ogni docente si crea una sua immagine dell’allievo, per cui è lento nell’accorgersi dei suoi cambiamenti.
Per un alunno è veramente demotivante essere valutato per la simpatia o antipatia che si suscita all’insegnante.
Anche durante le verifiche, utilizzate materiale che risalti aspetti della cultura e civiltà italiana. La lingua è sempre da considerare come espressione culturale di un popolo e non solo come puro elemento comunicativo.
Altro elemento fondamentale della valutazione consiste nel fatto che gli alunni dovrebbero sempre essere a conoscenza dei voti da loro ottenuti. Questi possono essere utilizzati per dirigere il loro studio o per colmare alcune eventuali lacune: la valutazione deve essere un ponte tra alunno e docente.
Quando valutiamo, dovremmo essere in grado di riconoscere la differenza tra errore e sbaglio. Il primo deriva da incomprensione o lacuna profonda e solitamente necessita dell’intervento dell’insegnante. Lo sbaglio, invece, deriva da una distrazione: solitamente lo stesso studente, messo di fronte alla stessa domanda e lasciato riflettere, si accorge spontaneamente del “malfatto”.
La valutazione del discente straniero, in classe di italiani, deve essere espressa con attenzione. Soprattutto per quanto riguarda il primo anno di adattamento. Bisognerebbe conoscere la storia scolastica e anche “personale” dell’alunno. La sua valutazione dovrebbe tener conto della sua situazione e dei suoi sforzi di adattamento, non solo linguistici ma anche socio-culturali. Dovremmo essere in grado di percepire la motivazione, l’impegno, le potenzialità di apprendimento e anche la previsione del futuro sviluppo scolastico dell’alunno. Gli sforzi di un nuovo studente straniero sono rivolti non esclusivamente ad andare bene a scuola, ma anche ad essere accettato all’interno del gruppo classe. In altre parole il discente utilizza “energia” non solo per essere promosso dai professori ma anche dai suoi compagni.
Le Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli studenti stranieri, pubblicate dal Ministero dell’istruzione nel 2006, affermano a riguardo della valutazione:
"Per il consiglio di classe che deve valutare alunni stranieri inseriti nel corso dell’anno scolastico – per i quali i piani individualizzati prevedono interventi di educazione linguistica e di messa a punto curricolare – diventa fondamentale conoscere, per quanto possibile, la storia scolastica precedente, gli esiti raggiunti, le caratteristiche delle scuole frequentate, le abilità e le competenze essenziali acquisite. In questo contesto, che privilegia la valutazione formativa rispetto a quella “certificativa” si prendono in considerazione ilpercorso dell’alunno, i passi realizzati, gli obiettivi possibili, la motivazione e l’impegno e, soprattutto, le potenzialità di apprendimento dimostrate."
Ricorda: valutando i tuoi alunni valuterai, in parte, anche il tuo operato come insegnante! Sii clemente
Ciao a tutti voi di Intercultura Blog!
Mi presento: sono una laureata in lettere moderne e sono alle prime esperienze di insegnamento. Insegnare é bellissimo e mi dà tante soddisfazioni ma… quanto è difficile farsi ascoltare!
Alcuni dei miei alunni non facevano altro che litigare tra loro schernirsi,ridere. Era un brusio continuo che amareggiava me e i restanti studenti che durante un corso Idei serale di italiano cercavano di stare attenti nonostante la stanchezza dell’intera mattinata. Una sera, allora, li ho resi protagonisti della Divina Commedia. Ho disegnato loro il mondo di Dante e il percorso che egli compie durante il viaggio oltremondano. Le loro facce erano sorprese, incuriosite, alcuni hanno preso carta e penna e hanno iniziato a copiare il disegno e tracciare il cammino del poeta. Terminata l’intera planimetria ho chiesto ai ragazzi “iracondi” di pensare in quale girone avrebbero collocato il proprio compagno e di spiegarne il motivo. Successivamente lo stesso gioco è stato proposto al restante della classe. Che emozione osservare i ragazzi che cercano informazioni sui dannati, sulla legge del contrappasso e sulle bolge…e senza urla, pianti, lamenti… e sapete una cosa? Alla fine hanno assegnato un posto anche a me: “Virgilia”, mi dice un’alunna. “Ecco chi potrebbe essere lei, prof!”
Grazie Maria Francesca
per aver raccontato una tua esperienza di insegnamento! La tua è stata veramente una bella idea. Tutti noi dobbiamo ideare sempre nuovi stimoli e dobbiamo, dove possibile, cercare nuove strade da percorrere, in modo da rendere la lezione interessante, sopratutto quando queste lezioni si svolgono dopo altre, come i corsi Idei. E’veramente difficile farsi ascoltare all’interno di una classe ma è una soddifazione quando riesci a portare gli alunni nei sentieri didattici che tu vuoi far loro percorrere 🙂
Grazie ancora e alla prossima esperienza
a presto
Prof. Valerio
hey prof! good luck for your blog, we’ve noticed that its going pretty well.
we’re gonna miss you next year at school! enjoy your holidays. byeee
Tamara and Gaja
P.S= siamo analfabete e prendiamo lezioni solo dal suo blog >.
Molto Bene Gaja e Tamara
ricordatevi di studiare sempre, italiano o inglese … ricordate anche il mio motto: “più so, meglio sto”!!! 😉
a presto
Prof: Valerio