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Aula di Lingue

Commenti [84]

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  1. Dalva scrive:

    Ottimo esercizio. Posso svolgerlo anche con gli allievi del Primo Livello.
    Grazie mille !
    Dalva.

  2. Grazie duemila a te Dalva 🙂
    buon esercizio e a presto
    prof. Valerio
    p.s. fammi sapere cosa ne pensano gli studenti del blog

  3. lukiluk scrive:

    ottimo esercizio,
    mi sono rinfrescata bene la menoria. se comoscete altri esercizi di questo tipo scrivete un commento

  4. Lukiluk
    sono contento ti sia rinfrescata la memoria 🙂
    Auguro a te e a chi ci legge un anno nuovo pieno di serenità, amore e pace
    Prof. Valerio

  5. Monica scrive:

    Buongiorno,
    vorrei un suo parere su una controversia accaduta in classe V elementare di mia figlia sulla possibilità di utilizzare l’espressione ” me l’ho comprato”.
    La maestra sostiene che sia corretta, noi no.
    Che ne pensa?
    La ringrazio per la cortesia e byuona giornata.

  6. Cara Monica
    hai perfettamente ragione, la forma “me l’ho comprato” è assolutamente errata. Puoi sostituirlo con “me lo sono comprato” o “l’ho comprato per me” o “l’ho comprato”.
    A presto 😉
    Prof. Valerio

  7. larch med scrive:

    sons contento perche imparato tante cose nouva grazie zanichelli sai molto gentile

  8. ferraris scrive:

    buon giorno
    gli esercizi .sono interessanti mi piacerebbe farne di piu
    se mi sbaglio mi correge.a presto

  9. Bon jour Larch
    Benvenuto nel meravigliso mondo di Zanichelli
    Buon Lavoro 🙂
    Prof. Valerio

  10. anna scrive:

    salve!
    l’insegnante di mio figlio sostiene che le seguenti tre frasi sono esatte:”il mio quaderno me l’ho messo dentro lo zaino”,
    “ho preso il cappotto e me l’ho messo sulle spalle”,
    “me l’ho già fatto a scuola quel compito!”
    Vorrei sapere un suo parere a riguardo!
    Grazie.

  11. admin scrive:

    Cara Anna,
    le forme da Lei riportate sono tutte scorrette. Come nel caso analogo “me lo sono comprato”, si tratta di riflessivi impropri, in cui il verbo si comporta come al passivo:
    “mi sono messo la zaino”, “ti sei messo lo zaino”…
    che equivale a:
    “ho messo lo zaino su di me”, “hai messo lo zaino su di te”…
    Codiali saluti

  12. ferraris scrive:

    ho un dubbio per usare ne con il participio passato devo fare l accordo o no.per esempio (de caffé ne ho bevuti troppi. o ne ho bevuto troppo
    cordiali saluti

  13. admin scrive:

    Caro Ferraris,

    l’accordo del participio passato con il soggetto si capisce osservando il verbo ausiliare:

    – con “avere” rimane invariato:
    “Andrea ha mangiato”, “Sara ha mangiato”, “I bambini hanno mangiato”

    – con “essere” si accorda al soggetto:
    “Andrea è andato”, “Sara è andata”, “I bambini sono andati”

    Invece, il participio passato si accorda in alcuni casi all’oggetto. Questo è obbligatorio con i pronomi “ne, la, lo, li, le”. E’ giusto:
    “ne ho bevuti troppi” (di bicchieri di vino)
    “ho visto dei fiori e li ho comprati”

    Il caso che Lei cita è ambiguo perché “caffè” è invariante tra singolare e plurale. Quindi, posso dire:
    “Ho bevuto troppo caffè” (inteso come sostanza) oppure “Ho bevuto troppi caffè” (intesi come tazze di caffè).
    Quindi, nel primo caso si dice “Ne ho bevuto troppo”, nel secondo “Ne ho bevuti troppi”.

    In altri casi, l’accordo è facoltativo:
    “Lorenzo ci ha visti” oppure “Lorenzo ci ha visto”

    Invece,
    “Anna si è tagliate le unghie”
    “Ho mangiata una mela”
    sono forme corrette, ma sono molto più diffuse:
    “Anna si è tagliata le unghie”
    “Ho mangiato una mela”

    Cordiali saluti
    Giovanni Enriques

  14. kriss988 scrive:

    Salve,
    guardando la TV, notavo delle persone che si lamentavano in continuazione di alcune situazioni, al chè ho esclamato : ” MA FACESSERO IL LORO LAVORO SENZA LAMENTARSI!” chi era vicino a me mi ha detto che questa esclamazione era errata per via del verbo “facessero”… a questo punto mi chiedo:” E’ ERRATA OPPURE NO?”, chiedo gentilmente il suo parere di esperto.
    Grazie mille e con l’occasione le porgo i miei più cordiali saluti.

  15. kriss988 scrive:

    Scusi, vorrei chiederle inolte qual è il corretto uso del CONGIUNTIVO IMPERFETTO.
    Grazie ancora.

  16. Caro Kriss,

    l’espressione “ma facessero il loro lavoro!” è corretta. Il congiuntivo imperfetto si usa, infatti, anche con valore ottativo, cioè di desiderio o di augurio. Il congiuntivo presente ha funzione esortativa: “Possiate stare insieme per sempre!”.

    Il congiuntivo si usa soprattutto nelle frasi subordinate. Il tempo imperfetto, in particolare, si usa nei seguenti casi.
    • La frase principale è al condizionale semplice e con la frase subordinata si vuole esprimere “posteriorità”: Vorrei che domani arrivassi alle 15.00”.
    • La frase principale è al condizionale semplice e con la frase subordinate si vuole esprimere “contemporaneità”: Mi piacerebbe che ora studiassi”.
    • La frase principale è con un verbo che dopo di sé richiede il congiuntivo ed è espressa al passato prossimo, remoto, imperfetto o trapassato prossimo e con la frase subordinata si vuole esprimere “contemporaneità”: “Desideravano che rimanessi a casa loro”.
    • La frase principale è al condizionale composto e con la frase subordinata si vuole esprimere “posteriorità”: “Avrei voluto che oggi andassimo insieme da Anna”.
    • La frase principale è al condizionale composto e con la frase subordinata si vuole esprimere “contemporaneità”: “Mi sarebbe piaciuto che cenasse con me”.

    Cordiali saluti
    Tania

  17. Gaddemon scrive:

    Salve!

    Ho trovato appena adesso questo sito. Io sono ungherese ma studio italiano, cosí mi aiuta molto questo sito.

    grazie!
    Szandi

  18. Ciao Szandi
    Benvenuta tra noi, buona permanenza tra le curiosità della lingua italiana. 8)
    a presto
    Prof. Valerio

  19. kriss988 scrive:

    Salve.
    Questa sera mi è capitata una cosa strana alla quale non avevo mai pensato…
    la discussione è nata dal nome di una pizzeria…. SORSI E MORSI…
    una prof. d’italiano l’ha intesa…. SORSI come voce del verbo SORGERE e quindi NASCERE… e MORSI come voce del verbo MORIRE… la mia perplessità sta nella coniugazione del verbo morire… secondo me MORSI si può leggere solo come voce del verbo MORDERE e non morire… altre persone invece sostenevano che MORSI si poteva intendere come morire…. secondo me non è così…la mia domanda è… MORSI si può intendere come voce del verbo MORIRE? la giusta coniugazione del verbo MORIRE qual è?
    Grazie dell’aiuto!!!

  20. admin scrive:

    Caro Kriss,
    “sorsi” è la prima persona singolare dell’indicativo passato remoto del verbo “sorgere” (io sorsi, tu sorgesti, egli/ella sorse…). Invece, “morsi” non una voce del verbo “morire” (io morii, tu moristi, egli/ella morì …).
    Comunque, in quel nome c’è una specie di gioco di parole tra il bere e mangiare (i sorsi e i morsi) da una parte e la nascita e la morte dall’altra: come dire “siamo sorti e morti”.
    Cordiali saluti,
    Giovanni Enriques
    Zanichelli editore

  21. kriss988 scrive:

    Grazie mille…

  22. barbara scrive:

    Mio figlio ha frequentato la IV elementare. In una scheda si è scontrato con un esercizio contenente l’espressione “me l’ho…”.
    Interpellata l’insegnante per l’impossibilità di creare una frase con tale espressione perchè errata, la stessa ha sostenuto che essendo correttissima non era impossibible trovare una frase da comporre.

  23. lory scrive:

    sono veramente molto utili questi esercizi.bravo professore.buon lavoro.

  24. giuggia scrive:

    nn è buono cm esercizio anche un bambino di prima elementare lo saprebbe fare…XD

    • Zanichelli Avatar

      Caro lettore, questo è un esercizio per ripassare la coniugazione dei verbi regolari e irregolari. Credo che rinfrescare un argomento così importante possa essere utile a molti. Comunque se ti è sembrato così semplice significa che la coniugazione del presente indicativo non è più un problema per te!
      A presto
      Prof. Anna

  25. akouagan scrive:

    ciao a tutti sonbo contente de fare questo esersice.

  26. gfs scrive:

    mo facilissime non ci voleva niente e sono un bambino di 5

  27. FULVIO scrive:

    Si può dire anche parerai per dire sembrerai?

    La frase in questine è:

    se cercherari di essere normalle,allora parerai più anormale

    • Zanichelli Avatar

      Caro Fulvio, non si può dire “parerai”, la forma corretta è “parrai” dunque la frase giusta è: se cercherai di essere normale, allora parrai più anormale.
      A presto
      Prof. Anna

  28. Paulo scrive:

    Rio de Janeiro, Brasile, 11.04.2010.

    Prof. Anna,

    Por favore, cerco un dizionario italiano (soprattutto) per i verbi pronominali con una o due particelli: È possibile raccomandarmi uno?
    Grazie tante.
    Paulo, Rio de Janeiro, Brasile.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Paulo, purtroppo non conosco un dizionario italiano per i verbi pronominali, dovrebbero comunque essere segnalati anche nei normali dizionari. Ti consiglio piuttosto di consultare una buona grammatica.
      A presto
      Prof. Anna

  29. NANCY scrive:

    GRAZIE DE TUTTO SIETE DI GRANDE AIUTO PER NOI STRANIERI che facciamo fatica a seguire nostri figli a scuola.

    • Zanichelli Avatar

      Cara Nancy benvenuta sul nostro blog!
      Un saluto
      Prof. Anna

  30. carmelo scrive:

    Buonasera, avrei una domanda da fare. Con mio fratello è nata una disputa che dura ormai da qualche tempo.. il fatto si riassume in ciò: lui, asserice che la frase corretta da scrivere è “persone come te ce ne dovrebbero essercene in ogni angolo del mondo” Io di contrasto, sono fermamente convinto che la frase sia sbagliata in quanto il modo corretto di formularla è “persone come te ce ne dovrebbero essere…”
    Per favore, se mi rispondete, potete anche darmi una prova scritta (sito internet ecc) in quanto sia io sia lui, arrivati a questo punto ci siamo impuntati e ci arrenderemo solo “prove alla mano” grazie ancora.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Carmelo, la frase corretta è: “persone come te ce ne dovrebbero essere” in quanto nella frase “persone come te ce ne dovrebbero essercene” le particelle CI e NE sono ripetute due volte(CE NE; esserCENE) dunque questa frase è scorretta in quanto contiene una ripetizione. Sarebbe corretta anche anche la frase:”persone come te dovrebbero essercene”, l’importante è che le due particelle non vengano ripetute più di una volta, infatti non è necessario ripeterle due volte, anzi è scorretto.
      Per quanto riguarda la prova scritta sinceramente non saprei cosa consigliarti, forse basterebbe un buona grammatica che spieghi l’uso delle particelle CI e NE, comunque come regola generale valida non solo per queste due particelle, non è necessario ripetere un concetto espresso da un elemento della frase (in questo caso CI e NE) più di una volta, per esempio: “ti devo darti” è scoretta perchè il pronome TI è ripetuto due volte, mentre la frase corretta è “ti devo dare”oppure “devo darti”.
      Spero di aver chiarito il vostro dubbio.
      Un saluto
      Prof. Anna

  31. lakshitha scrive:

    belllooo graziieee

  32. Adele scrive:

    Buonasera Prof,leggendo gli altri commenti,mi accorgo ke diverse insegnanti di scuola elementare,asseriscono ke sia corretta l’espressione me l’ho…..Oggi il mio nipotino di v elementare ha avuto sto compito:componi frasi che iniziano con me l’ho.
    Secondo lei e’ divenuta espressione corretta?Grazie e buon lavoro 🙂

    • Zanichelli Avatar

      Cara Adele, sei sicura che non sia “me lo”? In questo caso sarebbe coretto.
      Un saluto
      Prof. Anna

  33. Ciao professore
    Un bello esercizio, ho imparato molto. Abbraccio Odilson

  34. martinac. scrive:

    molto facile¡¡¡ <3

  35. martina scrive:

    bello molto carino<3<3<3<3

  36. Matteo scrive:

    Questo esercizio è molto bello e mi è servito molto

  37. erika scrive:

    Salve…trovo molto carini vostri esercizi;) ma…io vorrei chiedergli come si fa un saggio breve..anche se non c’entra niente con le coniugazione…mi potrebbe aiutare..grazie 🙂

  38. Gent.Prof Anna,volevo chiederle questo:
    fare e dire a quale coniugazione appartengono? Fare ,da facere della 2^ ,dire ,da dicere della 2^ ? Oppure fare 1^con. e dire 3^ con.
    La ringrazio per la risposta.
    Sofia

  39. Marco scrive:

    Buongiorno Anna nella frase ” Lo sconfitto non.è mai.contento” sconfitto.e.contento.sono.participi? Invece
    Il.nome volume è un difettivo del plurale?

    • Zanichelli Avatar

      Caro Marco, “sconfitto” è un participo, “contento” è un aggettivo. Il plurale di “volume” è “volumi”.
      A presto
      Prof. Anna

  40. Professore, é stato un esercizio molto buono. Mille grazie. Sra. Bardi.

  41. Davide scrive:

    ” FAR FARE ” :

    Salve , avrei qualche dubbio rispetto a questa ” locuzione verbale ” …
    ES : ” Da quella signora non mi farei fare / farei FAR FARE neanche un piatto di pasta ” .

    Credo che la prima scelta sia quella corretta …

    • Zanichelli Avatar

      Caro Davide, è corretta la prima soluzione che mi proponi.
      A presto
      Prof. Anna

  42. Guido scrive:

    Buonasera ! Avrei alcune domande da farle rispetto a questa proposizione : ” Mio padre intraprese la carriera di / da attore all’inizio della seconda guerra mondiale , ma se ne guardò bene , verso la fine del conflitto , dal / di continuarla ” .

    Ora passerei alla domande :

    1 – Nella frase è corretto inserire DA ATTORE o DI ATTORE ? In più , è giusto introdurre DAL CONTINUARLA o DI CONTINUARLA ?

    2 – Se ” guardarsi bene dal fare, dal dire qualcosa ” significa ” evitare attentamente di fare , di dire qualcosa ” , allora il periodo indica che ” il padre ” , verso la fine del conflitto , ha smesso di recitare , quindi non ha continuato più la carriera d’ attore … Esatto ?

    • Zanichelli Avatar

      Caro Guido, è corretto dire “carriera di attore” e “si guardò bene dal continuarla” che significa che “evitò di continuarla” e quindi “non ha continuato a fare l’attore”.
      A presto
      Prof. Anna

  43. Luciano scrive:

    Acclimare e acclimatare sono sinonimi?
    E poi si dice : ” mi acclimo ” o ” mi acclimato “

    • Zanichelli Avatar

      Caro Luciano, i verbi “acclimare” e “acclimatare” sono sinonimi, ma “acclimare” è di uso raro, è quindi meglio dire “mi acclimato” dalla forma intransitiva pronominale “acclimatarsi”.
      Un saluto
      Prof. Anna

      • Luciano scrive:

        Acclìmato l’accento sulla i ?

        • Zanichelli Avatar

          Caro Luciano, la tua ipotesi è esatta.
          A presto
          Prof. Anna

  44. Buongiorno cara prof Anna
    Per favore in questo costrutto come devo concordare il verbo con io o con la parola unico?
    Sono l’unico che lo apprezzo o lo gradisco
    Oppure
    Sono l’unico che lo apprezza o lo gradisce
    Quale sarebbe il modo giusto di dire?
    Grazie infinite

    • Zanichelli Avatar

      Cara Maria Cristina, è corretta la seconda soluzione che mi proponi.
      A presto
      Prof. Anna

  45. Ho fatto tutto giusto, sarebbe stato molto meglio farlo un pelino più difficile.
    Lasmar Nidhal

    • Zanichelli Avatar

      Ottimo risultato Lasmar! Prenderò in considerazione il tuo suggerimento.
      A presto
      Prof. Anna

  46. Ludovico scrive:

    Ogni volta che od Ogni volta in cui?
    “ogni volta che la vedo” “ogni volta in cui la vedo”? Forse essendo una coniugazione, è proprio struttura così “ogni volta che (come i suoi sinonimi “Tutte le volte che”, “ogniqualvolta” etc.)”?

    • Zanichelli Avatar

      Caro Ludovico, è corretto “ogni volta che”.
      Un saluto

  47. Gianluca scrive:

    “È innegabile che” di base reggerebbe l indicativo, ma la scelta, tra l indicativo e il congiuntivo, è affidata all’intenzione comunicativa: l’indicativo rafforza il concetto di certezza, il congiuntivo quello del dubbio:

    “È innegabile che la casa andando tutta a fuoco (è piuttosto oggettivo, concreto, è un realtà che la casa sta andando a fuoco);

    “E innegabile che durante il suo governo Francesco abbia fatto delle buone riforme (probabilmente per alcuni ha fatto delle buone riforme; e forse per altri meno o per nulla; ecco la sfumatura di dubbio).

    D altra parte, se siamo in dubbio nella scelta tra l indicativo e il congiuntivo in queste costruzioni, scegliere l indicativo è la scelta migliore perché “…Sono preferibilmente seguiti da indicativo i verbi che indicano certezza, constatazione, risultanza oggettiva (si sa, risulta, consta, si afferma, fatto sta che) e i casi di verbi copulativi seguiti da aggettivo o nome con semantica affine (è chiaro, è evidente, è certo, È INNEGABILE)”.

    Può starci come riflessione?

    • Gianluca scrive:

      Dimenticavo, Se scrivessi invece “È negabile che (forma comunque non molto usuale, ma per capirne il senso)” userei certamente il congiuntivo perché rifiuterei di ammettere un qualcosa come vero, può essere negato, è confutabile, contestabile: “E negabile che sia bravo (probabilmente è cattivo, etc.)”.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Gianluca, il tuo ragionamento è giusto.

  48. Rolando scrive:

    Prof, nella frase “Non sapevo che si dicesse così”, il “si” che valore ha? verbo intransitivo pronominale “dirsi”, “si” passivante? oppure altro?

    • Zanichelli Avatar

      Caro Rolando, ha valore impersonale: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/05/24/usi-e-funzioni-della-particella-si/.

      • Rolando scrive:

        Chiaro; quindi in questo caso la particella ”si” ha il valore di soggetto indefinito, e il verbo è alla terza persona singolare, non ha un soggetto determinato e il ”si” equivale all’indefinito ”uno” oppure l’identità del soggetto di questa particolare costruzione non è specificata proprio perché essa è riferibile a qualsiasi individuo o gruppo. In questo tipo di costruzione il ”si” può essere considerato il soggetto vero e proprio della frase, un soggetto generico e indefinito:

        ”Non sapevo che si dicesse così” → ”Non sapevo che le persone/ dicessero cosi”; ”Non sapevo che qualcuno/uno dicesse cosi”, etc.

        …Insomma, Il SI impersonale è usato per parlare in maniera distaccata di eventi o situazioni che riguardano un soggetto indefinito e non specifico (tutte le persone).

  49. Carlo scrive:

    “ti è sempre dispiaciuto dispiacere agli altri”

    …significa che a lui non è mai piaciuto non piacere agli altri (nel senso che ha fatto sempre del tutto per piacere, farsi apprezzare).

    Potrebbe essere corretto?

  50. Luca scrive:

    Il verbo “vivere”:
    Tradizionalmente (nella lingua più sorvegliata) il verbo vivere si coniuga con l’ausiliare essere nell’uso intransitivo: ” Sarebbe vissuto più a lungo”. Nell’uso transitivo (quindi con la presenza del complemento oggetto), vivere prende l’ausiliare avere: “Avrebbe vissuto la sua vita più a lungo”.

    Va bene?

    • Zanichelli Avatar

      Caro Luca, è corretto, ma l’ausiliare “avere” si usa anche per alcuni significati intransitivi, ad esempio: “trascorrere l’esistenza, in relazione al tempo, al luogo, al modo, ai mezzi e alle condizioni della stessa” (ha vissuto a lungo); “realizzare tutte le possibilità della vita, godere la vita” (ha molto vissuto).

  51. Danilo scrive:

    “Attingere”, verbo transitivo:
    Con il senso di “tirare fuori, ricavare, trarre”: “Ho attinto fondi dalla regione”; “Vorrei attingere fondi dalla regione”.

    Spero sia corretto

  52. Domenico scrive:

    I verbi concordano con il soggetto nella genere (maschile o femminile) e nel numero (singolare o plurale). Diremo quindi: “Laura, tu già sei uscita con me!” (e non “…sei uscito”). Il passato prossimo “sei uscita” concorda al femminile singolare, perché il soggetto “tu” (in riferimento a Laura) è femminile singolare.

    Esatto?

  53. Patrizia scrive:

    “Tra poco i nonni arriveranno e noi non siamo ancora pronti: che figura ci facciamo?”

    il “ci” significa “con loro”: “…che figura facciamo con loro?”

    Corretto?

  54. Claudio scrive:

    “Liberarsene”:

    …Questa forma verbale è procomplementare, formata dal verbo di base intransitivo pronominale “liberarsi” (con il senso di “sottrarsi a ciò che reca fastidio, tormento e sim.” o “levarsi di torno una persona molesta o fastidiosa”) + “ne”, particella pronominale. Esempio: “Finalmente me ne sono liberato”; in questo caso la particella “ne”, oltre al suo contenuto rafforzativo, svolge un ruolo semantico: infatti può, a seconda dei casi, significare “di ciò, di lui, di questo, di quello”, ecc. Nella nostra frase è come se dicessimo “Finalmente mi sono liberato di lui (o di ciò, ecc)”.

    Penso sia giusto…

  55. Steve scrive:

    rien a dit