Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, questa settimana vedremo quali sono e come si usano gli aggettivi dimostrativi.
Buona lettura!
Prof. Anna
Gli aggettivi dimostrativi si usano per indicare l’identità di ciò di cui si parla e la sua collocazione nello spazio e nel tempo, indicano anche il rapporto di vicinanza o di lontananza rispetto a chi parla o chi ascolta.
Quasi tutti si collocano sempre prima del sostantivo con cui concordano nel genere e nel numero e non sono mai preceduti dall’articolo.
Vediamo insieme quali sono e il loro significato.
→ Questo (questa-questi-queste) indica vicinanza della cosa o della persona in questione rispetto a chi parla:
- vuoi questo libro? (il libro è vicino nello spazio a chi sta parlando);
- questa notte non ho dormito bene (vicinanza nel tempo);
- non mi piacciono questi discorsi (vicinanza nel discorso, è qualcosa di cui si è appena parlato).
Non è raro, soprattutto in registri colloquiali, trovare le forme abbreviate (dell’arcaico esto) sto, sta, sti, ste: che cos’è tutto sto disordine?
Nel caso di stamattina, stasera, stanotte, stavolta il dimostrativo si è unito al sostantivo formando questi composti avverbiali (sta+sera ecc.).
→ Quello indica lontananza della cosa o della persona in questione rispetto a chi parla e a chi ascolta:
- guarda che bello quel fiore! (il fiore è lontano nello spazio);
- quel giorno andammo insieme a fare una passeggiata (lontananza nel tempo);
- cosa significano quelle parole che hai detto prima? (lontananza nel discorso).
L’aggettivo dimostrativo quello presenta forme diverse a seconda delle iniziali del nome che lo segue, si comporta allo stesso modo dell’articolo determinativo:
- quel nei casi in cui si userebbe il ⇒ quel ragazzo;
- quell’ nei casi in cui si userebbe l’ ⇒ quell’albero, quell’isola;
- quello nei casi in cui si userebbe lo ⇒ quello zaino;
- quella nei casi in cui si userebbe la ⇒ quella casa;
- quei nei casi in cui si userebbe i ⇒ quei ragazzi;
- quegli nei casi in cui si userebbe gli ⇒ quegli zaini, quegli alberi;
- quelle nei casi in cui si userebbe le ⇒ quelle case.
Quello si elide solo al singolare: quell’amico, quell’ombra, ma quegli animali, quelle erbe.
→ Codesto indica qualcosa situato lontano da chi parla e vicino a chi ascolta: dammi codesto libro (detto di un libro posto lontano da me, ma vicino al mio interlocutore). Nella lingua d’uso comune, scritto e parlato, codesto viene sostituito da questo o quello; al di fuori dell’uso letterario o regionale (usato soprattutto in Toscana) codesto trova impiego nel linguaggio burocratico, per indicare l’ufficio o l’ente a cui ci si rivolge per iscritto: per il certificato di diploma, il sottoscritto fa riferimento a quello da lui inviato a codesto Istituto.
PRECISAZIONI SUGLI AGGETTIVI DIMOSTRATIVI
→ I dimostrativi questo e quello, specialmente nella lingua parlata, possono venire rafforzati dagli avverbi qui, qua, lì, là collocati dopo il sostantivo: mi passi quel bicchiere lì?, questo regalo qui è per te;
→ Altri aggettivi dimostrativi sono:
- certo, in genere col significato (spesso dispregiativo) di “di questo genere“: certe cose non si dicono (cose di questo genere non si dicono);
- tale può essere usato come dimostrativo, con il significato di questo o quello, per riferirsi a qualcosa di già detto: tali vicende (di cui si è già parlato) determinarono lo scoppio della gerra;
- stesso, medesimo hanno due impieghi: possono significare “uguale“, “identico“: frequentiamo la stessa palestra; oppure sono usati come rafforzativi di un nome o di un pronome: il dottore stesso era incerto sulla diagnosi; può intestare l’assegno a me medesimo;
- simile, siffatto hanno in genere valore affettivamente marcato in senso negativo: non lo avevo mai sentivo dire simili assurdità (assurdità di questo genere).
Seleziona la risposta corretta fra le opzioni disponibili. Al termine premi il pulsante "Correggi esercizio": vedrai le risposte giuste evidenziate in verde e quelle sbagliate in rosso.
Grazie tante.
Ho capito le informazione e non ho sbagliato nessuna riposta
Molto bene Maria Fernanda!
A presto
Prof. Anna
Bomba!
10/10
Un cordiale saluto. Prof.
Sembra tutto facile, ma quando si devono far seguire le parole una dopo l’altra comincia il dilemma:-)
Anita a che punto sei, non ti metto un bel voto:-)
Ciao!!!
Caro Rino,
Nelle ultime settimane ho avuto molte essaminazione in diversi policlinici ed i resultati sono, che io abbia venerei edema delle vene varicose alle gambe e nel mio caso non è operabile in causa del locutazione delle vene varicose e devo indossare calze a compressione per evitare un ripetizione. Fortunamente le vedono più modiose di molti anni fa ed ora si può camuffare bene con un collant modiosa del colore giusto ed anche abbastanza sottile ed con le temperature più alte ne sento fresco anche e si possa bagnare con un po’ acqua fredda, se è neccesario. Ora sono sotto controllo di diversi medici a prendere rapidamente misure adeguate, se neccesario, perché sono anche una diabetica del 2º tipo. In olandese diciamo anche: “Ho la sucra”. Quindi si può dire che io sia una ragazza dolce. 🙂
Ora devo ripetere molte lezione per lavorare via il mio ritardo ed anche non sono nella forma di questo periodo che abbia studiato prima la mia malatia in ottobre, ma mi sono accorto un ritorno della mia forma, dunque staremo ottimisti!
Con saluti dal mio cuore, anche alla carissima Prof.ssa Anna
Anita
Ragazza? sei giovanissima?
Cerca di guarire bene, a presto.
Caro Rino,
Nel mio scorso risposto a te mi sono sbagliata alcune volte ed ho dovuto scrivere che io sia pensionata quasi 5 anni, ma mi sento più giovane di sono in realità e così vedo anche. Anche ho dovuto scrivere che sia una diabetica del 2º tipo è non devo ijettarmi e non l’o in una forma gravissima. In ollandese c’è un espressione, da chiu diciamo:” Ho lo so zucchero”, dunque posso dire che sia una donna dolce. 🙂 invece una ragazza. E quando una donna anziana ha fatto on gran risultato, dicono i olandesi:” Questa ragazza ha corsa nonostante la sua età più alta, l’maratona”! È un modo da dire e automaticamente l’uso anche, perché mi mantengo i miei cervelli in’azione per evitare una demenza. Poi posso anche dirlo. Ma scusami per ti ho confuso, perché mi sono accorto che gl’ italiani non conoscono questa usanza.
Con cari saluti dal Olanda a tutti
Anita dalla Olanda
“Quegli”; Induce a commettere un errore con quelli, ma riflettendoci, grazie al suo insegnamento;
Gli amici chiedono l’articolo plurale “gli”; quindi Così facendo si risolve ogni dubbio.
Grazie Prof.!!!
Non è stato così facile, dovrò studirli di piú
Grazie Prof. Anita
Gentile Professoressa –
Questa lezione ho risolto senza errore.
Grazie per le spiegazoni.
Un caro saluto,
Edeltraud
Molto bene Edeltraud!
A presto
Prof. Anna
Quelli copiosi, sono antipatici; Ci sta Prof.?
Grazie!
Ciao Rino, scusami ma non ho capito cosa intendi dire. Prova a spiegarmelo meglio.
A presto
Prof. Anna
“Quelli” che copiano sono odiosi;
“Quelli” ci sta come aggettivo? Nel suo elenco non lo vedo menzionato.
Grazie.
Caro Rino, “quelli” è un pronome dimostrativo non un aggettivo.
A presto
Prof. Anna
Grazie mille, resto un asino:-)
Gentile Prof. Anna,
la mia domanda (piu’ che una domanda e’ una curiosita’) e riguarda il dimostrativo “questo” unito a parti del giorno. Esiste un motivo per cui “questo” non puo’ unirsi a “pomeriggio” (nella grafia “sto”) che pure e’ una parte del giorno? Alcuni studenti me lo chiedono, e io dico che si dice solo nel registro “colloquiale” ma non ne conosco il motivo. Forse perche’ e’ l’unica parte del giorno di genere “maschile“? In effetti c’e’ anche “mattino” ma “sto” si usa solo per mattina.
Grazie mille
Cordiali saluti
Caro Trissino, credo di non aver capito bene la tua domanda, “questo” può unirsi a “pomeriggio”, prova a rispiegarmi cosa vuoi dire.
A presto
Prof. Anna
Gentile prof. Anna,
ieri avevo scritto” Esiste un motivo per cui “questo” non puo’ unirsi a “pomeriggio” (nella grafia “sto”) che pure e’ una parte del giorno? La mia domana riguarda l’unione di questo (nella grafia sto) quindi “sto + pomeriggio”. Perche’ per le altre parti del giorno si puo’ dire’ stamattina, stasera, stanotte, ma per pomeriggio non e’ possibile?
Spero che adesso sia piu’ chiara la mia domanda/curiosita’ (sollecitata dai miei studenti peraltro).
Grazie mille
Cordiali saluti
Caro Trissino, grazie, ora ho capito il tuo dubbio, ma non c’è una ragione grammaticale, probabilmente è un’espressione che nel tempo non si è sentito la necessità di formare oppure possono esserci ragioni eufoniche, cioè la parola non suonava bene, è possibile però usare i due elementi staccati “sto pomeriggio”, sempre in un registro colloquiale.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Prof.ssa Anna,
Solo mi sono sbagliato la 5º frase e credo di essere calpestata nella trappola, perché capisco questa tema bene e anche ho capito che codesto dipinto significa: “il dipinto lontano dal persona chi parla sul dipinto, ma in vicino delle persone, chi ascoltano la spiegazione sul dipinto.
Lei ringrazio dal mio cuore per la sua spiegazione, con saluti dal mio cuore
Anita dal Olanda.
Cara Anita, è un ottimo risultato!
A presto
Prof. Anna
Cara Prof.ssa Anna,
Mi piace il buon risultato e la lezione sulla banca, devo studiare veramente bene, perché sul primo viso non capisco niente da, ma la trovo interessante e solo so da dire sulla tema:”Mi scusi, dov’è lo più vicino sportello bancomat?”. Ma vado a studiarne. Anche ho avuto un dialogo con Rino è quasi dimenticarrei compire i domandi di questa lezione e sono felice che mia forma e sicurezza in italiano sta tornando di nuova, anche se devo spiegare l’uno ed l’altro, perché mi sbaglio a volte. Devo realizzarmi, che siano abbastanza differenze fra molto mode da dire in ollandaise ed italiano e poi una spiegazione è sul suo posto.
Con cari saluti dal Olanda
Anita
Cara Anita, l’articolo -lo- deve essere usato subito prima della parola “sportello”, quindi “dov’è lo sportello bancomat più vicino?” oppure se usi -il- “dov’è il più vicino sportello bancomat?” o più semplicemente “dov’è il bancomat più vicino?”.
Un saluto e a presto
Prof.Anna
Cara Prof.ssa Anna,
Nello scorso corso che ebbi seguito, questa tema dello articolo “lo” non fu spiegato come Lei mi ha ora e adesso mi è veramente chiara. Dunque lo scorso corso come lo sportello, dunque lo sportello bancomat, ma il bancomat. Mi piacono le sue spiegazione veramente e Lei trovo perciò bravissima e mi godono. Credo che abbia fatto un progressione nonostante la mia assenza in causa della mia malattia lungo e sento di superare, se guardo i miei commenti su questa lezione. Stasera prenderò un vino per celebrarne. Con saluti cordiali dal Olanda
Anita
Cara Anita, hai usato correttamente gli articoli e quindi hai capito la differenza tra “il” e “lo”, molto bene!
Puoi sicuramente festeggiare con un bicchiere di vino, brindiamo quindi alla tua salute!
Prof. Anna
Cara Prof.ssa Anna,
Per caso ho visto che avessi dovuto scrivere:”mi sono sbagliata invece mi sono sbagliato, perché sempre sono precisa nelle forme femminile e maschile perché in ollandese conosciamo solo una forma dei verbi in participo passato ed è uguale per entrambi le forme, ma in’italiano c’è la differenza e voglio usarla certamente correte.
Ancora saluti dal mio cuore dal Olanda
Anita
Molto bene Anita, ti sei accora dell’errore e ti sei corretta.
A presto
Prof. Anna
Oh, come e bello,! Di non farci neanche un erore.
Buona notte a tutti
Eti
Cara Rti, sì, è molto bello non fare neanche un errore!
Un saluto
Prof. Anna
Cara Prof.ssa Anna,
Che sto godendo dei risultati recenti e credo anche siano a causa dei miei successi sul Monza circuito nelle mie gare virtuale 🙂
Perciò diciamo in ollandese “sul circuito” come diciamo sulla isola Vlieland, “su Vlieland”, usiamo anche “su Monza”, se diciamo se corriamo oppure si troviamo sul questo circuito, ma non so, oppure ne ho usato corretto in italiano. Perciò vorrei sapere da Lei, oppure ho scrivito corretto o no e Lei ringrazio in anticipino con cari saluti dal Olanda
Anita
Cara Anita, è corretto dire “sul circuito di Monza” oppure “a Monza”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Prof.ssa Anna,
Le domande di questa lezione ho risposte meglio di delle quella lezione della scorsa volta su questa tema, perché ora non ho commesso alcune errori, mentre ho letto questa solo una volta, ma so che non sia abbastanza, dunque ne studiarò piú lungo è meglio per mantenere bene nella memoria mia.
Questa è un esercizio di me e anche il seguento: ” In questa casa qui, abita Lauretta e in quella laggiu alla fina della strada, Maria”.
Spero che ne abbia fatto bene senzi errori che mi piacerebbe.
Con saluti dal mio cuore
Anita dal Olanda
Cara Anita, la frase che mi scrivi è corretta, “quella” però in questo caso è un pronome perché non è seguito da un nome ma lo sostituisce (casa), attenzione però si scrive “laggiù” con l’accento.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Prof.ssa Anna,
La sua spiegazione ho capito. Ho dimenticato l’accento della parola laggiù, perché non era così attenta. E sono contenta con le sue chiare spiegazione. Questo gioco è come si corre in realtà e Monza è un bel circuito ed anche abbiamo riso sul Spa-Francorchamps in Belgio. Laggiù abbiamo avuto un sottile foglio d’acqua e abbiamo dovuto essere veramente cautamente e chi persa alcune posizione, prende un riscio troppo grande e questo non è saggio. 🙂
Con saluti dal mio cuore
Anita dal Olanda
Complementi voi siete bravi.volevo seguire il vostri lezione.ma no so come fare.mi fa sentire come devo proseguire…apperto i vosto riposta…grazie
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A presto
Prof. Anna
A tutti coloro cui piace Maria e le sue sorelle oppure a tutti coloro cui piacciono Maria e le sue sorelle. Sbaglio o si dovrebbe usare “piacciono”… Anche perché rispondiamo a questa domanda : Maria e le sue sorelle piacciono a chi? I soggetti di questa frase sono appunto Maria e le sue sorelle… È giusto il mio ragionamento?
Caro Carlo, la tua ipotesi è corretta.
A presto
Prof. Anna
Gentile Prof.
Come mai “questi” + verbi alla 3° pers.sing. nel estratto seguente:
“La guillotine è nata durante la Rivoluzione francese grazie al medico e politico Joseph Ignace Guillotin.
Questi non ne fu l’inventore, ma sottopose nel 1789 all’Assemblea nazionale un progetto per ….”
Grazie
Caro Andree, in questo caso “questi” è un pronome dimostrativo maschile solo singolare (e non il plurale di “questo”), ha un uso soprattutto letterario solitamente come soggetto, raramente come complemento, quindi, essendo singolare, il verbo sarà singolare.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile prof.ssa
Vorrei sapere se l’uso dei dimostrativi questo e quello nel tempo per indicare vicinanza o lontananza determina l’uso del tempo nella frase; cioè il dimostrativo quello per es. è legato sempre ai tempi passati o lo possiamo trovare anche nel futuro o nel presente? La stessa domanda vale anche per questo. Grazie.
Caro Nino, l’uso dei dimostrativi è legato al tempo verbale nel caso in cui il dimostrativo indichi un periodo di tempo: se usiamo “quello” si tratterà di un periodo lontano nel tempo, se usiamo “questo” si tratterà di un periodo appena trascorso o che sta per arrivare, dunque vicino nel tempo, in conseguenza a ciò si sceglierà il tempo verbale più adatto.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile Professoressa,
volevo capire bene.
Se si scrive “il fioreè bello”, bello è usato come aggettivo in funzione predicativa,mentre per gli aggettivi determinativi
es. “il fiore è mio” “Il fiore è quello”, mio e quello sono pronomi. Esatto?
Se dico “questo è quello che…” questo e quello sono pronomi. Esatto?
Ringrazio anticipatamente per la risposta.
Cara Federica, nella frase “quel fiore è mio”, “mio” è un aggettivo predicativo, sarebbe un pronome se fosse preceduto dall’articolo determinativo; mentre nella frase “il fiore è quello”, “quello” è un pronome, così come nel caso di “questo è quello che”.
Un saluto
Prof. Anna
Sera, si può dire “Pare che fosse un bell uomo” quindi usare il congiuntivo imperfetto nella subordinata, rispetto ad un tempo presente nella reggente, per esprimere uno stato (non solo psicologico, ma anche fisico, come nel nostro caso) od una condizione quando il fatto del passato ha un valore durativo?
io penso di sì.
Caro Troilo, è possibile usare il congiuntivo imperfetto.
”Non so quello che si dicono”.
Intanto ”Quello” è un pronome dimostrativo con valore neutro (cioè per definire aggettivi e pronomi che si riferiscono a un concetto, un’idea, un fatto, come l’aggettivo sostantivato e i pronomi), e con il significato di ”Ciò”, anteposto al pronome relativo ”che”; quindi prima di una frase relativa. Invece per quanto riguarda la scelta dell indicativo o del congiuntivo nella frase relativa (nonostante il ”non sapere” nella principale, che comunque non influisce sulla scelta del modo dei verbi nelle relative), dipende dal valore che vogliamo dare alle relative stesse; e io opterei per l’indicativo, in quanto il fatto viene presentato come reale: e cioè nell intero periodo non sto esprimendo un dubbio, ma sto dichiarando effettivamente che “non so quello che loro si dicono (come se non fossi presente nei momenti in cui loro discutono etc)”.
E’ esatto?
Caro Giancarlo, è esatto.
“Ti auguro di non essere mai bullizzata; io lo sono stata a scuola”.
…il “lo”, pronome dimostrativo davanti al verbo “essere”, ha il significato di “tale”: “Ti auguro di non essere mai bullizzata; io sono stata tale a scuola (nel senso che sono stata bullizzata anche io)”. Altri esempi: “Sembrava onesto ma non lo (tale non era) era”; “Sono considerati i migliori e invece non lo (tali non sono) sono”.
Caro Marco, è esatto.
Uso dell avverbio “mai” con ellissi della negazione e dell’ausiliare:
“Mai capito perché Tizio ce l’avesse con Caio” è uguale a “(“Non”, negazione) (“ho”, ausiliare) mai capito perché Tizio ce l avesse con Caio” = “Non ho mai capito perché Tizio ce l’avesse con Caio”.
…Poi se ho ben capito il “ce” potrebbe essere omesso, perché pleonastico? infatti potremmo scrivere “Non ho mai capito perché Tizio (“ce”, che nel linguaggio parlato si accompagna al verbo “avere”, non ausiliare, col valore, quasi completamente ridondante, di riferimento generico ad un fatto (avercela con qualcuno, essere adirato nei suoi confronti) l’avesse (“lo avesse”; “lo” invece credo abbia valore di pronome dimostrativo, significa “questa, quella cosa”) con Caio”. Quindi la frase potrebbe essere “Non ho mai capito perché Tizio avesse (essere adirato nei confronti di qualcuno) con (contro) Tizio questa, quella cosa”.
Corretto?
Cara Maria Giovanna, non è possibile omettere il “ci” in questo caso perché la forma verbale è “avercela”, “avercela con qualcuno” che significa “essere arrabbiato con qualcuno, essere contro qualcuno, avere qualcosa contro qualcuno”.
Ho capito, prof.
…In “Avercela”, che è un verbo procomplementare (e cioè una forma verbale in cui un verbo si unisce stabilmente con uno o due particelle pronominali o avverbiali, e quindi è lessicalizzato come verbo), la particella “la” funge da complemento oggetto, avendo funzione di oggetto neutro indeterminato con il significato di ‘ciò’, ovvero “questa cosa”, “questa faccenda”, ecc: “averla, avercela con uno, provare antipatia, rancore verso di lui, o più semplicem. essere irritato con lui, aver motivo di essere scontento”. E sempre in “avercela” le particelle pronominali si uniscono saldamente al verbo di base, modificandone sensibilmente il significato; mentre la particella pronominale “ci” diventa un elemento semplicemente rafforzativo; le particelle “ci” e “la” perdono la loro caratteristica morfologica e tendono, come si dice, alla lessicalizzazione, cioè a trasformarsi, assieme al verbo di base (quindi “avere”), in una unità lessicale autonoma.
In sintesi, la frase iniziale, scomponendola, risulterebbe cosi: “Non ho mai capito (ma possiamo dire anche, per effetto dell ellissi, “mai capito”, omettendo l ausiliare “avere” e la negazione “non”) perché Tizio avesse quella cosa con Caio”.
Ora mi sembra tutto ok…
Cara Maria Giovanna, è corretto.
“Tutt’altro che” significa “una cosa tutta diversa da”; quindi se dico: “È una rimonta (calcistica) tutt’altro che impossibile” significa “che è una rimonta possibile: e cioè fattibile, si può rimontare, ecc”.
Caro Roberto, esatto.
Salve, nella frase “Sono corrette le mie frasi? si, lo sono”, “Lo” ha funzione di pronome dimostrativo e con il significato di “tale”? Come se dicessi “Si, sono tali”? Altri esempi: “Sembrava onesto ma non lo era (ma non era tale)”; “Sono considerati i migliori e invece non lo sono (non sono tali)”. Oppure in riferimento ad una proposizione precedente e con funzione predicativa in unione con “essere”, e con il significato di “ciò”?: “Sono corrette le mie frasi? si, sono ciò (cioè dove “ciò” significa “corrette”, e quindi “si, sono corrette”)?
Secondo lei? grazie…
Caro Filippo Maria, è corretta la seconda opzione che mi proponi.
Tizio: “Sono stanco!”
Caio: “…e ci credo!”.
…il “ci” funge da pronome dimostrativo e significa “a cio”: e cioè “credo a ciò! (credo a ciò che dici!)”.
Giusto?
Caro Claudio, è giusto.
Gentile prof. Anna
Ho qualche dubbio da chiarire
Perché ho fatto alcuni esercizi di italiano e non riesco a capirli
Ad esempio:”è tua quella moto?”perché non si dice “quella moto è tua?”
2.”i aggettivi cardinali sono tutti aggettivi””gli uomini sono tutti uguali” nelle due frasi il”tutti”è un pronome quindi può essere modificato dall’aggettivo qualificativo? O il”tutti”è complemento oggetto mentre “aggettivi”e “uguali”sono i complementi di predicativo dell’oggetto?
3.preché in alcuni casi l’articolo si omette dopo la preposizione in forma di complemento?
Caro Luca, 1- entrambe le costruzioni sono corrette, ma nella prima si mette l’accento sulla questione del possesso (è tua) che è il contenuto principale della domanda; 2- “tutti” è pronome e insieme all’aggettivo a cui si riferiscono hanno la funzione di parte nominale del predicato; 3- puoi farmi un esempio?
A presto
ad esempio: il complemento di tempo determinato: ”rispondere prima degli altri” ”sono uscito prima di mezzogiorno” ”dopo cena usciamo” il complemento di luogo: ”in mia presenza” ” a casa sua” perchė non si dice ”del mezzogiorno” ”dopo la cena” e nella mia presenza”? una risposta trovata in enciclopedia(a casa sua):un comportamento analogo si può osservare anche con alcuni particolari nomi per es (casa o scuola)che tuttavia non sono preceduti dall’articolo nemmeno in assenza del possessivo(da notare, il possessivo e posposto(es. a scuola nostra c’è occupazione).riguarda la prima domanda(è tua+ pronome ”quella” moto) l’aggettivo possessivo ”tua” segue dal verbo essere che ha funzione predicativo nominale, quindi l’omissione dell’articolo (è “la” tua quella moto?)è facoltativo?
un nuovo dubbio aggiunto: “indica anteriorità nel tempo” “indica posizione precedente nello spazio” indicare non e un verbo intransitivo perche gli articoli di anteriorita e posizione sono scomparse?
Caro Luca, non c’è l’articolo perché ci si riferisce a queste cose (casa, mezzogiorno, cena) in maniera generica, non si vuole specificare di quale cena, di quale casa si sta parlando, ma se invece ci si vuole riferire a una cena o a una casa in particolare (non una cena o a una casa qualunque), allora potremmo usare l’articolo: “dopo la cena di stasera andremo a teatro”, “sono usciti dalla casa in fondo alla strada”, in altri casi si tratta di espressioni di uso comune (a casa mia, a casa tua, da casa sua, da casa vostra ecc.); per quanto riguarda l’ultimo dubbio, a volte nel linguaggio manualistico si tende a omettere l’articolo per essere più concisi e perché, anche in questo caso, si parla in maniera generica. Spero di averti chiarito un po’ le idee.
Un saluto e a presto
la ringrazio molto per le risposte….e ho letto un po’ romanzo, non capisco perché i complementi non seguono la forma di SVO ad esempio ”udì nel buio la voce piena e tranquilla.” e ”questi profondi pensieri richiamarono nella mente del maresciallo capo sua moglie e il proposito di dimostrale.” perché i complementi oggetti non sono collocati dopo il verbo?invece sono i complementi di luogo.
i partecipi presenti e passati hanno la stessa funzione aggettivale ,posso usarli in modo diverso? ad esempio ”Davide è sempre sorridente” ”la musica rilassante” posso scambiarli con” sorriso” e ”rilassato”?
Caro Luca, 1) l’ordine SVO non è obbligatorio, chi scrive o parla sceglie la posizione dei vari elementi della frase a seconda della rilevanza che vuole dare a ognuno di essi o a seconda di come vuole costruire la frase, nella lingua scritta accade più spesso che l’ordine soggetto, verbo, oggetto non venga rispettato; 2) in questo caso non potresti sostituirli, le frasi *Davide è sempre sorriso e *la musica rilassato non sono corrette.
Un saluto
mi ha fatto un grande favore, la ringrazio di cuore!!
Nella frase “Risparmia tempo e denaro nei tuoi spostamenti da e verso l’aeroporto, raggiungendolo comodamente in metropolitana”, “lo” è un pronome personale in funzione di complemento oggetto, con il significato di “esso”, e con riferimento a cosa (aeroporto) già nominata in precedenza (È come se dicessi “… raggiungendo comodamente esso [l’aeroporto] in metropolitana”). Altro esempio: “Sono andato in giardino, raggiungendolo” (“lo” è complemento oggetto intendendo il “giardino” precedentemente nominato).
Suppongo sia corretto
Caro Filippo Maria, è corretto.
Cara Prof.ssa Anna,
Sarebbe sbagliato dire “quelli tuoi amici erano molto simpatici” al posto di “quei”?
La regola non si applica soltanto quando “quello” viene davanti ad un sostantivo?
Perché in questo caso la regola si applica avendo un aggettivo possessivo e non un sostantivo?
In attesa della Sua risposta, La ringrazio!
Cara Maria, “quei” è un aggettivo indefinito perché si riferisce a un sostantivo (amici) che in questo caso è preceduto da un aggettivo possessivo (tuoi), si usa la forma “quei” perché la parola che segue (tuoi) avrebbe come articolo “i” (i tuoi) e quindi la forma corretta da usare è “quei”.
Un saluto e a presto
Cara Prof.ssa Anna,
Adesso ho capito.
La ringrazio tantissimo!
Un saluto e a presto
1)”Cos’è questo?”
…Intanto ci troviamo di fronte ad un predicato nominale, in cui “Questo” è il soggetto, “è” è la copula, mentre “cosa” (che significa “quale cosa”) è un pronome interrogativo che funziona da parte nominale: e quindi “Questo è quale cosa?”. In aggiunta, volevo dire che, in generale, “cosa”, sempre come pronome, se unito ad un aggettivo indefinito (o che ne abbia valore o senso indefinito) acquista valore di neutro: “questa cosa”= significa “questo” (in “questa cosa”, “questa” è un aggettivo dimostrativo ma con valore indefinito perché si avvicina al significato di “tale”- che è un aggettivo indefinito- e si unisce a “cosa”; è come se pensassimo di dire “tale cosa”); “ogni cosa”= significa “tutto”; nessuna cosa= significa “niente”, ecc… Infatti nella nostra frase “questo” può significare anche “questa cosa” e cioè potremmo dire anche “Cos’è questa cosa?”, in cui “questa cosa (e cioè “questo”)” è sempre il soggetto, “è”, copula; mentre “cosa”, parte nominale.
Penso sia giusto
Caro Francesco, è giusto.
1)”Non devi rendere felici gli altri”
2)”Non devi rendere gli altri felici”
…Nelle due frasi “felici” è un aggettivo qualificattivo il quale, nella grammatica italiana, e come indica il nome, specifica la qualità di un nome, un pronome o un intero sintagma. Nelle nostre frasi, ad esempio, l’aggettivo “felici” specifica, dà informazioni su caratteristiche e qualità del pronome indefinito “altri” cui si riferisce e che accompagna. Ah, l’aggettivo “felici”, ma questo discorso è valido in generale, è una parte variabile del discorso ed è una parola che può accompagnare un nome, un pronome, ecc., con il quale concorda, nella maggior parte dei casi, in genere e numero, ha una concordanza: infatti nelle nostre frasi “felici” concorda in genere e numero col pronome cui si riferisce (“felici”= maschile plurale e “altri”= maschile plurale, e cioè “altri felici” e non, ad esempio, “altri felice” o “altri felice”, ecc…). L’unica differenza tra le due frasi sta nell’ordine Invertito del pronome e dell’aggettivo: nella prima l’aggettivo precede il pronome (“felici altri” o “felici gli altri”), mentre nella seconda è posposto (“altri felici”).
Penso sia giusto
Caro Filippo Maria, è giusto.