Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, oggi studieremo un elemento molto importante della frase: il complemento.
Buona lettura!
Prof. Anna
Sappiamo già che la frase semplice è formata da un soggetto, che indica chi o che cosa compie l’azione, e da un predicato (verbo), che indica l’azione, per esempio: Marta (soggetto) mangia (predicato); i complementi si aggiungono al soggetto e al predicato per completare il significato della frase. Si distinguono in complementi diretti e complementi indiretti.
I complementi diretti sono chiamati così perché si legano direttamente al verbo, cioè senza l’ausilio di una preposizione.
I complementi indiretti sono chiamati così perché si legano indirettamente al verbo, cioè per mezzo di una preposizione.
Conoscere questa distinzione è molto importante, per esempio per l’uso delle preposizioni, oppure quando bisogna scegliere se usare un pronome diretto o indiretto.
I complementi diretti sono:
• il complemento oggetto
• il complemento predicativo del soggetto
• il complemento predicativo dell‘oggetto
Vediamoli insieme nello specifico.
IL COMPLEMENTO OGGETTO
Il complemento oggetto si usa solo con i verbi transitivi attivi e si unisce direttamente al verbo senza preposizione, risponde alla domanda “che cosa?”: Marco legge (→che cosa?) un libro; o “chi?”: Lucia ha incontrato (→chi?) i suoi amici.
Sappiamo che invece i verbi intransitivi non possono avere un complemento oggetto, ma solo complementi indiretti, se non siamo sicuri se un verbo è transitivo o intransitivo basta controllare sul dizionario; non c’è infatti una regola, i verbi sono per loro stessa natura transitivi o intransitivi.
Può capitare che alcuni verbi intransitivi abbiano come complemento oggetto un sostantivo che ha la stessa base del verbo o presenta significato affine a quello del verbo, per esempio: vivere una vita lunga; dormire sonni tranquilli, “vivere” e “dormire” sono verbi intransitivi, ma in questo caso ammettono un complemento oggetto, in questo caso si parla di complemento oggetto interno.
Il complemento oggetto può essere introdotto da una delle forme dell’articolo partitivo o dalle espressioni un po‘ di, alcuni, qualche, si parla di complemento oggetto partitivo: ho comprato del caffè; ho trovato alcune informazioni; dammi un po‘ d’acqua; prestami qualche libro.
I COMPLEMENTI PREDICATIVI
Il complemento predicativo del soggetto è un nome o un aggettivo che si riferisce al soggetto e completa il significato del verbo. Sia il nome sia l’aggettivo sono concordati nel genere e nel numero con il soggetto.
Il complemento predicativo del soggetto è introdotto da:
• verbi copulativi: come sembrare, parere, diventare, apparire, rimanere, riuscire, risultare, nascere, morire ecc.: il tuo amico sembra simpatico; la tua amica sembra simpatica; Luca è rimasto impassibile; le verifiche risultano difficili;
• le seguenti categorie di verbi passivi: appellativi (essere chiamato, essere detto, essere soprannominato ecc.), elettivi (essere eletto, essere nominato, essere proclamato ecc.) estimativi (essere stimato, essere giudicato, essere ritenuto) effettivi (essere fatto, essere reso): Mario è stato eletto sindaco; Linda è considerata onesta; Alessandro è chiamato da tutti “Sandro“.
Il complemento predicativo dell‘oggetto è un aggettivo o un sostantivo che completa il significato del verbo e si riferisce al complemento oggetto. Le stesse categorie di verbi che al passivo reggono il complemento predicativo del soggetto (appellativi, elettivi, estimativi, effettivi) nella forma attiva reggono il complemento predicativo dell’oggetto: hanno eletto Mario sindaco; molti considerano Linda onesta; tutti chiamano Alessandro “Sandro“.
ATTENZIONE!
I complementi predicativi, oltre a essere legati direttamente al verbo, possono essere introdotti da preposizioni, avverbi o locuzioni preposizionali (a, da, in, per, come, quale, in qualità di ecc.): hanno assunto Luca in qualità di responsabile; Alessandro è conosciuto da tutti come “Sandro“.
Grazie, le sue spiegazione sono sempre molto utile.
60 % delle mie risposte sono sbagliate. A dire la verità non capisco niente di quanto si è esplicato. Sono molto arrabiata.
Cara Marta, se mi dici dove hai trovato difficoltà proverò ad aiutarti.
A presto
Prof. Anna
Sembrava difficilissimo ma ho potuto dare i risposti giusti.
Un caro saluto
maria
Molto bene Maria!
A presto
Prof. Anna
Cara Prof.ssa Anna,
Questa lezione è veramente difficile per me, perché anche devo studiare la terminologia grammaticale sopra le regole veramente bene ancora. Ho fatto questa lezione intuitivamente e solo ho commesso un’errore, ma mi chiedo come mai ho avuto questi buoni risultati questa volta ed studiaro d’avanti sulla questa lezione, perché trovo troppo importante di capirla. Vorrei averne nella memoria e menta mia. Superare questa difficoltà trovo anche un piacere sopra l’utilità. Anche per questo Lei ringrazio di buon grado e Lei faccio sapere quando l’ho cavarselato!
Con cordiali saluti dal Olanda
Anita
Cara Prof.ssa Anna,
Ora ho capito questa lezione e ho commesso solo un’errore anche questa volta, ma adesso non ho usato la mia intuizione, ma la mia conoscenza ed con questa sono soddisfatta. Solo devo ancora impararla per mantenere queste regole in mia memoria.
Con saluti cordiali dal Olanda
Anita
Cara Anita, complimenti per il risultato, continua così!
A presto
Prof. Anna
Cara Prof.ssa Anna,
Certo continuo così, perché il piaciuto e totalmente dal mia parte ed anche mi da un “kick”( cioè un espressione prestato dall’inglese in Olanda, per dire ” ho un sentito di aver vinto una campionata). E mi piace e trovo veramente importante.
Saluti cordiali dal Olanda
Anita
Vorrei chiedere a lei professoressa con verbo facile ci va complemento diretto o indiretto?
Si dice facile da fare o facile a fare oppure facile fare?
Grazie prof.ssa Anna
Cara Kumara, dipende dal significato della frase, se diciamo “è facile fare un piatto di pasta” non usiamo preposizione; mentre se diciamo “vorrei cucinare qualcosa che sia facile da fare” allora useremo la preposizione “da”.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile Professoressa Anna,
Le espressioni grammaticali in italiano sono me non comune. Grazie per la Sua spiegazione.
Ho risolto questa lezione affettivamente con qualche errori.
Imparerò intensivamente.
Edeltraud
Cara Nahla, “gli” è un pronome personale indiretto che significa “a lui” o “a loro”: gli ho telefonato = ho telefonato a lui, per approfondire ti consiglio di leggere: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=789; mentre “si” è anch’esso un pronome e può avere varie funzioni: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=4024.
Se poi hai ancora dei dubbi, non esitare a scrivermi.
Un saluto
Prof. Anna
Che disastro! (che sono) leggerò meglio.
Che ne direbbe di mettere un voto alla fine degli esercizi?
Grazie!
prof anna ho fatto 0 errori sono contento saluti marco
Molto bravo Marco!
A presto
Prof. Anna
Cara prof.Anna
Professoressa nn ho fatto nessun errore.Che bello!
Molto bene Alessia!
A presto
Prf. Anna
Ripasso molto interessante anche per me, madrelingua italiano, stimolato dal bisogno di chiarezza durante lo studio di regole del Tedesco! Quindi grazie e complimenti alla Prof. Anna, ma anche tantissima ammirazione e complimenti per gli stranieri che frequentano questo sito per studiare l’Italiano con questo livello di attenzione, al punto da distinguere l'”intuitivo” dall'”appreso”: sicuramente un livello di conoscenza e coscienza linguistica superiore alla media degli Italiani “madrelingua”: complimenti a tutti! Lo Studio nobilita l’Uomo.
Caro Carlo, grazie per il tuo ntervento.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Era facilissimo!
Grazie infinite, le vostre proposte interattive chiariscono gli immancabili dubbi
Grazie a te Titti per il tuo commento.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Prof. si dice sicurezza sui luoghi di lavoro o nei luoghi di lavoro e perchè?
Caro Andrea, sono corrette entrambe le soluzioni.
A presto
Prof. Anna
prof ma vorrei sapere qual è il complemento utilizzato
Caro Andrea, si tratta di complementi di stato in luogo.
Un saluto
Prof. Anna
qual è il complemento utilizzato?
Gentile professore,
Vorrei chiederle un chiarimento: ho letto sul mio libro di grammatica che nella frase “Io amo leggere”, “amo” è il predicato verbale e “leggere” il complemento oggetto. Fin qui nessun problema, ma nella frase “Io amo leggere libri” invece? Ho due complementi oggetti?
Grazie mille,
Arianna
Cara Arianna, un complemento non può essere formato da un verbo, infatti nel periodo che mi scrivi “leggere” è una vera e propria proposizione. Probabilmente nel libro hai letto che “leggere” ha la funzione di complemento oggetto di “io amo” e per questo si tratta di una proposizione oggettiva. Questo tipo di proposizioni svolgono la funzione di complemento oggetto della principale, ma sono delle frasi (essendoci un verbo) e non dei complementi.
A presto
Prof. Anna
” A Londra c’è il palcoscenico DA CUI / DA DOVE Pier recitava ” .
Qual è quella esatta ? …
Caro Ludovico, sarebbe meglio dire: “a Londra c’è il palcoscenico su cui Pier recitava”.
Un saluto
Prof. Anna
Bello, molto educativo e molto semplice
Laura ha telefonato a Luca per invitarlo al suo compleanno. Che cosa è “ per invitarlo “ in analisi logica ? Grazie ! Paola
Cara Paola, “per invitarlo” è una frase perché contiene un verbo (invitare+lo) ed è una proposizione finale.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile prof. Anna,
È obbligatorio collocare sempre un determinante (articolo, aggettivo, ecc.) prima di un complemento oggetto? Per esempio, sia con una frase con un significato generale: “mangio LA carne” o “mangio carne”, oppure “Io non metto LO zucchero nel mio caffè” o “Io non metto zucchero nel mio caffè”; sia con un altro significato più specifico: “ieri ho mangiato LA frutta”, “ieri ho mangiato DELLA frutta” o “ieri ho mangiato frutta”, oppure “non voglio DELL’acqua” o “non voglio acqua”.
Mille grazie.
Cordiali saluti
Caro José, se la frase ha un significato generico è possibie non usare l’articolo, soprattutto davanti a nomi di cose non numerabili (non mangio carne, non metto zucchero, non voglio acqua), ma è allo stesso modo corretto usarlo (non mangio la carne, non voglio l’ecqua), quando però il significato è più specifico solitamente l’articolo si usa “ieri ho mangiato la frutta”.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile prof. Anna,
Ho un dubbio, sebbene generalmente il soggetto precede il predicato, può trovarsi dopo il predicato quando gli si vuole dare un particolare rilievo; in questi casi, come differenziare in alcuni frasi se è un soggetto o un complemento oggetto? nessuno dei due non sono mai preceduto da una preposizione. Ad esempio: “Chiama il direttore” potrebbe significare che “ti ordino chiamare il direttore” (allora è un complemento oggetto), ma potrebbe significare anche che sto dicendoti che “il direttore sta chiamando” (allora è un soggetto).
La ringrazio anticipatamente per la sua risposta.
Cordiali saluti
Caro José, in questi casi l’unico modo per capire il significato della frase (ovvero qual è il soggetto e qual è l’oggetto) è il contesto in cui la frase si inserisce: “chiama il direttore, per piacere” (oggetto); “chiama il direttore e dice che ha bisogno di te nel suo ufficio” (soggetto).
Un saluto
Prof. Anna
Gentile Prof. Anna,
nella frase “Paolo mi ha aiutato a studiare”
il verbo studiare fa parte del predicato verbale o può essere considerato un complemento?
La ringrazio anticipatamente per la risposta!
Caro Daniele, il periodo che mi scrivi è formato da due frasi: “Paolo mi ha aiutato” è la reggente; “a studiare” è la subordinata e si tratta di una proposizione finale, cioè indica con quale fine viene compiuta l’azione espressa dalla reggente. Se c’è un verbo si tratta di una frase e non di un complemento.
A presto
Prof. Anna
Grazie mille per la risposta!
Dunque nella seconda frase come si capisce qual è il soggetto se il verbo è all’infinito?
Grazie ancora
Caro Daniele, si capisce dal contesto, dal significato. In questo caso il soggetto è “io”, si riferisce al pronome “mi” della reggente (Paolo ha aiutato me a studiare). A differenza della maggior parte delle subordinate, le finali possono avere la forma implicita anche quando il soggetto della reggente e quello della subordinata non coincidono. Le altre subordinate, invece, possono avere la forma implicita solo se i soggetto della reggente e quello della subordinata coincidono, ad esempio le oggettive: “(io) credo di essermi comportato bene (io)”; se il soggetto non coincide è necessaria la forma esplicita: ” (io) credo che (loro) si siano comportati bene”.
Un saluto
Prof. Anna
ciao prof anna volevo sapere perchè nella frase n°10 furbo e complemento soggetto?
Caro Daour, nella frase “tuo cugino sembra furbo”, “tuo cugino” è il soggetto e l’aggettivo “furbo” si riferisce al soggetto e completa il significato del verbo “sembra”. Spero di aver chiarito il tuo dubbio.
A presto
Prof. Anna
Buongiorno!
Nella frase ”la tua partenza è stata un duro colpo” intanto so che è possibile concordare il verbo essere sia col soggetto sia con l’elemento predicativo. Quindi si può dire anche ”la tua partenza è stato un duro colpo”. In più ho notato che è giusta la concordanza fra il nome del predicato ”colpo (di genere invariabile)” e il soggetto ”la tua partenza”; infatti, nonostante sia il nome del predicato sia il soggetto abbiano due generi diversi fra loro, la concordanza fra il soggetto e il nome del predicato avviene solo nel numero (”la tua partenza” è al singolare; ”un duro colpo” è al singolare) e non nel genere. Proprio perché, visto che il nome del predicato è di genere invariabile, non potremmo mai scrivere ”la tua partenza è stata/o una colpa dura” o frasi di questo tipo… Certo, qualcuno potrebbe dire che l’aggettivo ”duro” è di genere variabile (il quale oltretutto sta davanti al sostantivo ”colpo”), e quindi che dovrebbe concordare col soggetto sia nel genere sia nel numero (allora verrebbe fuori ”la tua partenza è stata UNA DURA colpo”, dove però ”colpo” è invariabile…quindi perché?)… Spiego subito. In realtà, l’aggettivo ”duro” non s’accorda col soggetto, ma con la parte nominale con la quale, oltretutto, concorda sia nel genere sia nel numero (anche perché, come sappiamo in generale, gli aggettivi concordano SEMPRE nel genere e nel numero col nome al quale si riferiscono [UN COLPO DURO]). Insomma è come se dicessimo ”la tua partenza è stata UN COLPO DURO”; quindi per concordare tutto al meglio, dobbiamo, secondo me, partire, se nella parte nominale c’è sia un sostantivo (come ”colpo) accompagnato da un aggettivo (”duro”), dal SOSTANTIVO (nel nostro caso ”colpo) e capire in primis s’è variabile o invariabile. Da lì la concordanza riesce facile e automatica.
Credo sia tutto corretto…
Caro Umberto, ciò che dici è corretto.
Un saluto
Prof. Anna
Anche nella frase “Quello al limone (sottointeso “il ghiacciolo”) è stato una delusione” è possibile concordare il verbo essere (“è stato”) sia col soggetto (e quindi “Quello al limone è stato una delusione”; il soggetto è “Quello”), sia con l’elemento predicativo (e quindi “Quello al limone è stata una delusione”; “una delusione” è il nome del predicato).
Penso sia giusto
Esatto.
Nella frase “L’azione di gioco mi sembra abbastanza ragionata, realistica e quindi valida” il verbo “sembrare” è un verbo copulativo, che svolge la funzione di unire il soggetto della frase (“L’azione”) agli aggettivi (ragionata, realistica, valida). E quindi “sembrare” è considerato un verbo copulativo perché è usato per unire il soggetto con il predicato nominale, il quale è formato dall’unione di due elementi: una voce del verbo “sembrare” e gli aggettivi “ragionata, realistica, valida”, che completano il significato del verbo “sembrare”, e nello stesso tempo si riferiscono al soggetto della frase (“L’azione”); svolgendo quindi la funzione di complemento predicativo del soggetto, che, nel nostro esempio, è uno o più aggettivi che completano il significato del verbo e si riferiscono al soggetto della frase.
Mi “sembra” corretto.
Caro Filippo Maria, è corretto.
1) “Il senato mi ha proclamata senatrice”
Intanto il verbo “proclamare” rientra nella categoria dei verbi elettivi che fanno parte a loro volta della categoria dei verbi copulativi che svolgono principalmente la funzione di unire il soggetto della frase a un nome (senatrice, dell’esempio) o a un aggettivo. Infatti non possono essere usati da soli e per dar luogo a una frase di senso compiuto devono essere accompagnati da un complemento predicativo dell’oggetto o del soggetto. Il “mi” invece è il complemento oggetto; e per quanto riguarda l’accordo col participio, con l’ausiliare avere, se l’oggetto precede il verbo ed è costituito da un pronome atono diverso da quelli del punto precedente il participio può concordare o rimanere invariato: perciò possiamo dire sia “Il senato mi ha proclamato senatrice” (invariato), sia “Il senato mi ha proclamata senatrice” (accordo al femminile singolare, visto che è una donna che sta parlando).
Suppongo sia esatto
Caro Claudio, è esatto.
“Differenza fra nome del predicato (o comunque il predicato nominale) e il complemento predicativo del soggetto/oggetto”:
…Il nome del predicato forma il predicato nominale con il verbo “essere:” questo significa che se nella frase c’è il verbo “essere” potrebbe comparire anche un nome del predicato. Eempio: “Marco è intuitivo”, in questa frase il verbo essere “è” è seguito da un aggettivo, “intuitivo”, e insieme ad esso forma il predicato nominale “è intuitivo”. Al contrario, il complemento predicativo del soggetto si riferisce al soggetto esprimendone una qualità, completando un verbo. Esempio: “Marco sembra intuitivo”; l’aggettivo “intuitivo” a chi fa riferimento? Al soggetto “Marco”, e ne esprime infatti la qualità dell’intuizione. Prima condizione soddisfatta dunque. L’altra è che l’aggettivo, in questo caso “intuitivo”, deve completare il verbo. Il verbo è “sembra”: se non ci fosse l’aggettivo la frase “Marco sembra” non sarebbe completa; quindi “come o cosa sembra Marco?” Ecco perché “intuitivo” completa il verbo.
Allo stesso modo, relativamente alla differenza fra il complemento predicativo del soggetto e dell’oggetto, il complemento predicativo del soggetto è un nome o un aggettivo che completa il senso del predicato dicendo qualcosa in più sul soggetto; mentre il complemento predicativo dell’oggetto è simile a quello del soggetto, solo che non si riferisce al soggetto, ma all’oggetto. Quindi Il predicativo del soggetto è quel nome o aggettivo che, in presenza di un verbo copulativo (sono copulativi quei verbi che non hanno un significato autonomo e che lo acquistano solo se sono seguiti da un aggettivo o da un sostantivo; mentre i verbi predicativi hanno un significato compiuto e possono essere usati anche da soli), si riferisce al soggetto e completa il senso del predicato. Il predicativo dell’oggetto è quel nome o aggettivo che, in presenza di un verbo copulativo, si riferisce al complemento oggetto e completa il senso del predicato. Esempi: “Attila (soggetto) era chiamato (verbo appellativo) il flagello di Dio (predicativo del soggetto perché si riferisce ad Attila)”. “Gli studenti (soggetto) hanno eletto (verbo elettivo) Giorgio (complemento oggetto) rappresentante (predicativo dell’oggetto perché si riferisce a “Giorgio” che è il complemento oggetto)”. Ah, i verbi che reggono il complemento predicativo del soggetto (i “copulativi” che si dividono in “appellattivi, elettivi, estimativi, effettivi”, categorie che condividono anche col complemento predicativo dell’oggetto), sono al passivo (infatti “era chiamato” dell’esempio è alla forma passiva); mentre nella forma attiva (infatti “hanno eletto” dall’esempio è alla forma attiva) reggono il complemento predicativo dell’oggetto.
Penso sia tutto corretto
Caro Filippo Maria, è tutto corretto.
Per completezza, per quanto riguarda il predicato nominale, questo è possibile esclusivamente con il collegamento del verbo “essere” in funzione di copula (Maria è bella) e non di predicato verbale in forma passiva (“Maria è definita bella”, voce del verbo definire, e completamento predicativo del soggetto); tuttavia, ci sono dei verbi che possono avere una funzione simile al predicato nominale: e cioè quelli che possono essere
“Estimativi, Elettivi, Appellativi, Effettivi”, ma in questi, appunto, parleremmo di complemento predicativo del soggetto od oggetto, e non di predicato nominale.
Ora è completo…
Caro Filippo Maria, è corretto.
“Hai qualche consiglio da dare a chi ci guarda da casa?”
…il “ci” ha il significato di “noi” come complemento oggetto: “Hai qualche consiglio da dare a chi guarda da casa noi (ci)?”
Penso sia giusto…
Esatto.
Gentile prof.Anna
Non riesco ad analizzare questa frase:”questo viaggio chiamavamo amore” contiene predicativo nominale con verbo appellativo, soggetto sottinteso(noi) e 2 complementi oggetti (questo viaggio/amore),il mio ragionamento è giusto?
Un altro dubbio risolto con Blog di lei (la posizione di avverbio)”un tipo pazzesco già a guardarlo in foto” “il cielo improvvisamente diventa nero”(l’avverbio di modo può mettere in qualunque parte,la spiegazione viene trovata solo da lei invece sul libro)quando un avverbio si riferisce a un’intera frase l’omissione di virgola nella lingua scritta è accettabile?(o deve metterlo per evidenziare la funzione di avverbio “, improvvisamente,” “, già,”
Caro Luca, la frase “questo viaggio chiamavamo amore” non è grammaticalmente corretta, forse si intende “questo viaggio lo chiamavamo amore” oppure “chiamavamo questo viaggio amore” dove “amore” non è complemento oggetto ma un complemento predicativo dell’oggetto (questo viaggio); la virgola non è obbligatoria.
A presto
1)”Tizio è passato dell’intervistare casi umani a diventarlo”
…Prof, una conferma… Nella frase “lo” ha in primo luogo la funzione di complemento predicativo del soggetto, in quanto il verbo “diventare” è un verbo copulativo; infatti, come si legge sulla Treccani, i complementi predicativi del soggetto con verbi copulativi (“diventare”, appunto) sono pronominalizzabili (e cioè “sostituire con un pronome”, e cioè sostituire un nome- difatti nell’analisi logica il complemento predicativo del soggetto è un nome o un aggettivo- con un pronome: “lo” appunto) col clitico “lo” invariabile: “Le tue bambine sembrano molto giudiziose”→ “Le tue bambine lo sembrano”, in cui “lo” sta, appunto, per “molto giudiziose”. E in secondo luogo “lo”, con la funzione di cui ho parlato qui sopra, ha il significato di “ciò”, “tale”. Di conseguenza, tornando alla frase numero 1, il senso della frase sarebbe il seguente: “Tizio è passato dell’intervistare casi umani a diventarlo” →”Tizio è passato dell’intervistare casi umani a diventare caso umano” e cioè “Tizio è passato dell’intervistare casi umani a diventare tale, ciò (“lo”, “caso umano”).
Penso sia tutto corretto
Caro Filippo, è corretto.
Complemento oggetto:
Nella maggioranza dei casi, il complemento oggetto è costituito da un nome (“Sandro ha comprato un’auto”, in cui “un’auto” è l’oggetto); inoltre il complemento oggetto può essere costituito anche da altre parti del discorso usate in funzione di nome, come pronomi, verbi, o congiunzioni e persino, in alcuni casi, da un’intera proposizione (in questo caso, si parla di subordinata oggettiva). Esempio di complemento oggetto formato da un pronome dimostrativo: “Non farmi questo!”, in cui “questo”, pronome dimostrativo, è l’oggetto; mentre “mi” (di “farmi”) è un complemento indiretto e significa “a me”: e cioè “Tu- sottinteso- non fare (che cosa?) questo a me (mi)!”. Altro esempio di complemento oggetto formato da un sostantivo accompagnato da un aggettivo: “Tu hai comprato questa casa?”, in cui l’oggetto è rappresentato dal sostantivo “casa”, preceduto dell’aggettivo dimostrativo “questa”; e quindi “Tu hai comprato (che cosa?) questa casa”. E ancora: “Hai creato questo disastro!”, in cui l’oggetto è rappresentato dal sostantivo “disastro”, preceduto, anche qui, dell’aggettivo dimostrativo “questo” (ah, il soggetto sottinteso è “tu”); e quindi “Tu hai creato (che cosa?) questo disastro”. Ah, il complemento oggetto può precedere il verbo quando è costituito anche da un nome (“torta”) accompagnato da un aggettivo interrogativo (“quale”): “Quale dolce preferisci?”, in cui il soggetto sottinteso è “tu” e l’oggetto è “quale dolce”.
Penso sia giusto
Caro Filippo Maria, è giusto.