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[post_content] => Buongiorno! Come stai?
Oggi, ti parlerò dell’accento grafico, cioè dell’accento nelle parole scritte
Un'altra piccola difficoltà, per te che studi la lingua italiana. Quando dev i scriverlo? Quando non devi?
Ti ricordo che nella lingua italiana l’accento può essere acuto (come in é) o grave (come in è). L’accento acuto si usa per le -e e - o chiuse, l’accento grave per le -e e -o aperte e per le vocali - a - u - i.
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L'accento è obbligatorio:
- sulle parole con accento sull'ultima sillaba e con più di una sillaba, che vengono definite tronche, per esempio: verità, città.
Quindi richiedono l’accento acuto sulla "e" finale affinché, cosicché, finché, giacché, poiché, purché. Hanno l'accento anche la la prima e terza persona per futuro semplice, come per esempio: vedrò, amerò, andrà, farà.
- su alcuni monosillabi: più, giù, già , ciò, può
- su alcuni monosillabi per distinguerli da altri che si scrivono nella stessa maniera:
sì (particella affermativa) - si (pronome)
tè (bevanda) - te (pronome)
ché (poiché) - che (congiunzione)
dà (verbo dare) - da (preposizione)
dì (sostantivo che significa "giorno") - di (preposizione)
è (verbo essere) - e (congiunzione)
là (avverbio) - la (articolo)
né (congiunzione) - ne (pronome)
lì (avverbio) - li (pronome)
sé (pronome) - se (congiunzione)
Invece non si accentano mai:
- do
- fu
- fa
- me
- mi
- no
- qui
- qua
- re
- sa
- so
- sto
- tre
- sta
Ma attenzione -viceré –trentatré e -ventitré, come vedi, hanno l’accento acuto!
L'accento
Indica la forma corretta.
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[post_content] => Buongiorno amici di Intercultura Blog!
L’Italia è chiamata anche il Bel Paese. Qui puoi trovare tanti monumenti, musei e opere d’arte: puoi veramente respirare la storia. Le città d’arte sono numerose e l’atmosfera è veramente unica e incredibile. Metà del patrimonio artistico e archeologico mondiale si trova in Italia. I musei sono degli edifici che raccolgono diversi oggetti d’arte di un particolare periodo, di una zona o di uno specifico argomento. Per esempio, ci sono: il museo etrusco, il museo archeologico, il museo di arte contemporanea, la pinacoteca, cioè dove vengono esposti quadri, e tanti altri tipi di musei. Ogni città ha uno o più musei. Solitamente devi acquistare un biglietto per poter entrare, anche se i bambini e le persone molto avanti con l'età spesso non pagano. Ecco un dialogo che si svolge all’ interno di un museo.
Buon lavoro e buona visita nei musei
Ricorda: entrare in un museo è come viaggiare
Impiegato del museo: Buongiorno.
Signora: Buongiorno. Vorrei due biglietti per il museo delle scienze naturali.
Impiegato del museo: La bambina non paga se ha meno di 6 anni.
Signora: Sì, ha 5 anni!
Impiegato del museo: Allora, sono solo 5 euro.
Signora: Non ha per caso una guida? A volte sono così ben fatte…
Impiegato del museo: Certo, signora l’abbiamo in diverse lingue: inglese, francese, tedesco, cinese.
Signora: In arabo? Vengo dalla Tunisia.
Impiegato del museo: No, non abbiamo la guida in arabo, mi dispiace!
Signora: Allora prendo quella in francese.
Impiegato del museo: Bene, buona visita e si ricordi che non può fare fotografie col flash.
Signora: Certo, non si preoccupi. Quanti piani ha il museo?
Impiegato del museo: Quattro piani, signora. Ma non si preoccupi: c’è anche l’ascensore.
Signora: A che ora chiude il museo?
Impiegato del museo: Alle 20, signora. Adesso sono le 18: ha circa due ore di tempo.
Signora: Grazie.
(Dentro al museo)
Signora: Guarda Marta, che bello.
Marta: Sì, mamma. Che cosa è quello?
Signora: Lo scheletro di un dinosauro, un animale della preistoria, di tanto tempo fa. Hai visto come è grande? Ora non ci sono più: si sono estinti, cioè sono scomparsi.
Marta: E perché? Erano così grandi e forti!
Signora: Non siamo certi sull'esatto motivo: forse non erano in grado di vivere nel clima freddo delle ere glaciali.
Marta: Cosa è il museo, mamma?
Signora: E’ un edificio dedicato alla cultura, alla storia, all'arte o alle scienze. Un museo è un luogo dove conosciamo il mondo presente e quello del passato.
Marta: Allora anche la nonna è qui?
Signora: (ride) No, la nonna non è qui...
Marta: C’è una sola entrata. Ma perché ci sono tante uscite?
Signora: Sono uscite di sicurezza.
Marta: Cioè?
Signora: Uscite d’emergenza: se succede qualcosa di pericoloso, tutti i visitatori possono andare via in fretta.
Marta: E ci sono i bagni?
Signora: Certo.
Marta: Sono preistorici anche loro?
Signora: (ride) Spero di no, amore …
Esercizio: al museo
Indica correttamente se le seguenti frasi sono vere (V) o false (F).
La risposta corretta diventerà verde.
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Buongiorno cari amiche e amici di Intercultura blog.
Oggi vi propongo un’intervista a Lorenzo Rocca, professore all’Università per stranieri di Perugia e responsabile formatore CVCL (Centro Valutazione Competenza Linguistica).
Ho posto al professor Rocca alcune domande. Spero possano essere utili per capire meglio come funziona la certificazione della lingua italiana (CELI) in Italia. Un'intervista utile per tutti coloro che si interessano alla nostra bella lingua, sia come insegnanti che come studenti.
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Giacalone: Che cosa sono gli esami CELI?
Rocca: Gli esami CELI sono i certificati linguistici che attestano la conoscenza della lingua italiana elaborati dall’Università per stranieri di Perugia. L’attività di certificazione è un’attività istituzionale dell’Università di Perugia, che è stata la prima istituzione italiana a rilasciare certificati linguistici già nel 1987: da allora sono stati circa 100mila gli esami CELI somministrati in tutto il mondo.
Giacalone: A chi sono rivolti gli esami Celi?
Rocca: Sono rivolti a candidati non italofoni di età non inferiore ai 16 anni.
Giacalone: In quanti livelli è suddiviso?
Rocca: Attualmente sono previsti 6 esami CELI per l’italiano generale: dal CELI Impatto che certifica il raggiungimento del livello A1 del Quadro Comune Europeo di Riferimento al CELI 5 che attesta il raggiungimento del livello C2.
A questi esami per l’italiano generale si affiancano quelli per italiano commerciale (CIC); per l’italiano con finalità didattiche (CELI 5 doc), per i giovani (CELI G) e per i cittadini immigrati adulti (CELI I).
Giacalone: Perché è utile prendere la certificazione CELI?
Rocca: La spendibilità degli esami CELI è connessa all’importanza di conseguire una certificazione linguistica riconosciuta dal Ministero e dal Consiglio d’Europa, spesso indispensabile per l’ingresso nelle università italiane e inoltre strumento per il riconoscimento di crediti formativi per la maturità.
Giacalone: Dove possono andare gli studenti per certificare la loro conoscenza della lingua italiana?
Rocca: In uno qualsiasi degli oltre 200 Centri di esame diffusi in maniera capillare in tutto il mondo.
Giacalone: Ci sono delle date ben precise per sostenere gli esami
?
Rocca: Sì, le sessioni di esami CELI per l’italiano generale sono 3 e vengono sempre previste nei mesi di marzo, giugno e novembre di ogni anno. Nel mese di maggio invece sono previste la sessione Giovani e quella Immigrati.
Giacalone: Quanto costa per uno studente sostenere l’esame?
Rocca: La tassa di iscrizione è pari a 90 € ma vi è un’ampia casistica relativa a riduzioni significative della stessa fin oltre il 50%.
Giacalone: E per chi vive all’estero? Come funziona la certificazione?
Rocca: L’esame è unico, in Italia come all’estero. Essendo un test di competenza, deve esser somministrato a prescindere dal dove o dal come si sia preparato il candidato: stessi costi, stessi contenuti. Si mira cioè a misurare abilità indipendentemente dai percorsi di apprendimento.
Giacalone: Cosa significa per una certificazione essere riconosciuta dall’ALTE? E cosa è l’ALTE?
Rocca: L’ALTE è l’Associazione europea dei language testers. Far parte dell’ALTE vuol dire garantire trasparenza e confrontabilità tra diversi sistemi di certificazione: per esempio la struttura e la tipologia dei tasks prevista per il conseguimento del livello B2 sarà la medesima sia per gli esami CELI per la lingua italiana che per gli esami ESOL di Cambridge per la lingua inglese.
Giacalone: Qual è l’indirizzo del sito dove si possono avere ulteriori informazioni
Rocca: Il sito ufficiale della certificazione di Perugia è www.unistrapg.cvcl.it
Giacalone: Per iscriversi all’università italiana è necessaria una certificazione?
Rocca: Sì, il MIUR riconosce il CELI 3 come livello minimo per le Università italiane nell’ambito del contingente assegnato agli iscritti stranieri ed il CELI 4 come livello minimo valido anche al di fuori di tale contingente.
Giacalone: E per lavorare in Italia? O avere la cittadinanza?
Rocca: Molti contratti collettivi di lavoro prevedono la necessità di frequentare corsi di lingua italiana: sotto questo aspetto i certificati CELI esonerano il lavoratore dalle ore di aula in quanto attestano il conseguimento delle competenze linguistico comunicative richieste.
Per quanto riguarda la cittadinanza, attualmente la normativa in essere non prevede alcun requisito linguistico: la I Commissione permanente Affari Costituzionali della Camera ha però già adottato il testo unificato Bressa, riguardante “Modifiche alla legge n.91 del 1992, recante nuove norme sulla cittadinanza”. Il testo – è bene ribadirlo- non è ancora stato convertito in legge. Ma alcune importanti indicazioni tendono ad anticipare le future linee guida, anche in rapporto con quanto già è avvenuto o sta avvenendo in molti Paesi europei. In particolare l’art. 5 sottolinea che “l'acquisizione della cittadinanza italiana è sottoposta alla verifica della reale integrazione linguistica e sociale dello straniero nel territorio della Repubblica, riscontrata da una conoscenza della lingua italiana parlata equivalente al livello A2”.
Giacalone: Grazie per la gentilezza e il suo prezioso tempo Professor Rocca
Rocca: Grazie a voi.
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[post_content] => La lingua italiana, nell’uso orale, si impoverisce sempre di più. Nel parlato, spesso e volentieri, si usa un numero limitato e ristretto di vocaboli. Il verbo fare è uno di quei verbi che si usano più del dovuto, perché facili da usare e da ricordare. Lo si preferisce al posto del verbo che sarebbe più adatto e corretto. Alcuni verbi sono una specie di jolly, cioè riescono ad andar bene ovunque.
Il rischio è però di impoverire il proprio vocabolario.
Ecco l’elenco di espressioni comuni dove il verbo fare “la fa da padrone”, ma dove sarebbe più corretto usare un altro verbo.
Ricorda: la lingua è bella perché varia!
Buon Intercultura Blog e apresto 
Prof. Valerio Giacalone
Di seguito trovi delle frasi con il verbo fare seguite dalla stessa frase, ma con il verbo più adatto
Lucia fa la terza elementare
Lucia frequenta la terza elementare (frequentare)
Il preside ha fatto un discorso
Il preside ha pronunciato/ tenuto un discorso (pronunciare/ tenere)
Mario ha fatto dei debiti
Mario ha contratto dei debiti (contrarre)
Mi accorgo di aver fatto un grosso sbaglio
Mi accorgo di aver commesso un grosso sbaglio (commettere)
Bravo, hai fatto una buona azione
Bravo, hai compiuto una buona azione (compiere)
Luca ha fatto ricorso alle autorità competenti
Luca ha presentato ricorso alle autorità competenti (presentare)
La polizia ha fatto molte domande al testimone
La polizia ha rivolto molte domande al testimone (rivolgere)
La squadra di pallavolo ha fatto una bella partita
La squadra di pallavolo ha giocato una bella partita (giocare)
Faccio pattinaggio da due anni
Pratico pattinaggio da due anni (praticare)
Oggi faccio i biglietti
Oggi acquisto/compero i biglietti (acquistare/ comperare)
La professoressa ha fatto una bella lezione
La professoressa ha tenuto una bella lezione (tenere)
Mamma, ho fatto i compiti
Mamma, ho eseguito i compiti (eseguire)
Maurizio ha fatto l’esame di maturità
Maurizio ha sostenuto l’esame di maturità (sostenere)
Oggi ho fatto un telegramma
Oggi ho spedito un telegramma (spedire)
Quel cane abbandonato fa pietà
Quel cane abbandonato suscita pietà (suscitare)
Fai attenzione a quello che dico
Presta attenzione a quello che dico (prestare)
Non ho fatto il problema
Non ho risolto il problema (risolvere)
Domani faccio un contratto
Domani stipulo un contratto (stipulare)
Per andare a scuola facciamo la stessa strada
Per andare a scuola percorriamo la stessa strada (percorrere)
Ho fatto il tema di italiano
Ho svolto il tema di italiano (svolgere)
Facciamo la cena per tutta la tua famiglia?
Prepariamo/cuciniamo la cena per tutta la tua famiglia? (preparare/ cucinare)
Inoltre il verbo fare viene usato anche in alcune frasi idiomatiche molto comuni. Le frasi idiomatiche sono quelle frasi che hanno un significato diverso dal significato letterale delle singole parole.
Ecco alcune frasi idiomatiche seguite dalla loro spiegazione:
Luca ci sa fare con la chitarra
Luca è bravo con la chitarra
Non farci caso, è sempre nervoso.
Non badarci, è sempre nervoso.
Non so dove andare a mangiare, fai tu!
Non so dove andare a mangiare, decidi tu!
Con lei non ho più niente a che fare
Con lei non ho più alcun rapporto
Non posso fare a meno di studiare l’italiano
Non posso rinunciare a studiare l’italiano
Se vuoi guadagnare devi darti da fare
Se vuoi guadagnare devi lavorare duramente
Dopo tanti sacrifici ce l’ho fatta: mi sono laureato.
Dopo tanti sacrifici ci sono riuscito: mi sono laureato.
L’hai fatta proprio grossa: hai perso le chiavi di casa!
Hai combinato un grande guaio: hai perso le chiavi di casa!
Ora svolgi l’esercizio: indica il significato corretto delle seguenti frasi con il verbo fare
Il verbo fare
Scegli una risposta: quella corretta diventerà verde.
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Ciao!
Ecco un altro esercizio pensato proprio per te: un esercizio di lettura che presenta alcune difficoltà.
Ricordati non ci può essere miglioramento se non c’è impegno e l’impegno consiste nel stare un po’ con me su Intercultura blog! 
Buon lavoro ,
Prof. Valerio Giacalone
Leggi il brano attentamente e seleziona correttamente le parole mancanti.
Cara Laura, come stai? Anche se è la prima volta che ti scrivo, mi sembra di conoscerti già. Mi presento subito. Mi chiamo Evelyn. Ho 17 anni e frequento il liceo linguistico a Firenze. Sono francese, vengo da Parigi e vivo da un anno in Italia, nella bella regione Toscana.
Oggi è un giorno particolare per me: vado al mare con 1) ... ; è la prima volta che vado al mare quest’anno. 2) … ancora dove andare ma sono sicura che ci divertiremo tanto. Lei vive in Spagna e non la vedo da tanto tempo.
Oggi è veramente un giorno speciale per me. Ci 3) … tutta la mia famiglia che è venuta in 4) … a 5) … Ci saranno 6) ... fratello Marc, mia madre Sandrine e il suo nuovo compagno Ahmed. Lui è molto simpatico e sa parlare tante lingue. Stanno molto bene assieme e io sono molto 7) … per loro. Però lui lavora tanto ed è sempre molto 8 ) … .
Sono sicura che oggi sarà tutto perfetto. Da molto tempo noi non ci 9) ... e quindi ho tante cose da 10) … Non vedo l’ora di iniziare la giornata. Spero di vederti presto e conoscerti meglio; magari andiamo al mare assieme, cosa ne dici?
A presto, un caro saluto,
Evelyn
p.s. Ti spedisco una mia foto con mia madre
Seleziona la parole con un clic; quella corretta diventerà verde.
[post_title] => Una lettera a una amica
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Buongiorno a tutti!
Oggi parlerò di un problema per chi usa la lingua italiana: le doppie, cioè una stessa lettera scritta due volte di seguito, come la "t" in “tutto” e la "g" in “oggi”.
Ci sono alcune regole che ti possono aiutare, così farai meno errori!
Ricorda però che esistono sempre le eccezioni: rendono la lingua più difficile ma anche più affascinante.
Buon lavoro e a presto
Prof. Valerio Giacalone
Il raddoppiamento della consonante si ha all'inizio della parola che segue i prefissi qui sotto elencati:
contra-, per esempio: contrapporre
sovra-, per esempio: sovraccaricare
sopra-, per esempio: soprattutto
a-, per esempio: arrossire
e-, per esempio: eppure
i-, per esempio: irreparabile
ra-, per esempio: raggruppare
so-, per esempio: soccorrere
su-, per esempio: supplemento
da-, per esempio: dapprima
se-, per esempio: semmai
fra-, per esempio: frattempo
Alcune regole:
- la lettera q raddoppia solo nella parola "soqquadro" (che vuol dire "confusione").
- non si ha raddoppiamento con il prefisso -contro- es.: controcorrente
- la lettera b non raddoppia nella parte terminale di -bile, per esempio:
agibile, preferibile, amabile.
- le lettere z e g non raddoppiano mai davanti a parole che finiscono in -ione, per esempio: ragione, stagione, azione, emozione.
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Oggi ti propongo un esercizio per rinfrescare (cioè ripassare) la coniugazione dei verbi italiani.
Troverai sia dei verbi regolari che irregolari. Leggi attentamente l’esercizio e poi controlla la risposta. Se vedi che fai troppi errori, studia meglio la coniugazione dei verbi italiani nel libro Noi. Ricorda la differenza con altre lingue: in italiano il soggetto si può anche omettere (cioè non mettere), perché ogni persona ha una diversa forma coniugata. Per esempio, "io vado" si può usare senza soggetto ("vado"), perché la forma “vado” si trova solo nella prima persona dell’indicativo presente del verbo andare. Capito? 
Buon esercizio e buon Intercultura blog
A prestissimo
Prof. Valerio Giacalone
Scegli ora il verbo nella giusta coniugazione all’indicativo presente
La coniugazione dei verbi
Scegli la risposta. Quella corretta diventerà verde.
- 1. Io ... (mangiare) un piatto di spaghetti con i miei amici .
- 2. Mia madre ... (essere) a Londra da due anni.
- 3. Tuo fratello ... (mangiare) un bel piatto di lasagne
- 4. Noi ... (andare) al cinema a vedere un film.
- 5. L'aereo ... (partire) da Milano alle ore 18.00.
- 6. Il bambino ... (giocare) nel giardino tutto il giorno.
- 7. Gli studenti ... (imparare) le lingue straniere.
- 8. Se noi ... (rispettare) la natura, viviamo meglio.
- 9. Anche gli animali ... (soffrire).
- 10. Io oggi ... (leggere) un libro, così imparo qualcosa di nuovo.
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[post_content] => Buongiorno a te! Oggi, su Intercultura blog, trovi un articolo che riguarda la salute, lo star bene. Trovi, oltre a qualche consiglio, anche vocaboli nuovi!
Si sa: la salute è il bene più prezioso e si apprezza soprattutto quando si è malati. La prevenzione è la miglior medicina. Ci sono alcune facili regole che puoi seguire per rimanere in buona salute.
1) Mangia sano, molta frutta e verdura e diminuisci il consumo della carne.
2) Cerca di dormire almeno 7/8 ore a notte. Il sonno nelle ore notturne, cioè durante la notte, ha una maggiore qualità.
3) Pratica con costanza, cioè regolarmente, uno sport o fai del movimento (almeno 3 volte alla settimana). Ricorda che lo sport deve essere adatto al tuo fisico e alla tua età.
4) Pensa positivo. Recenti ricerche hanno dimostrato che gli ottimisti vivono più a lungo e meglio, poichè il corpo è influenzato dal nostro modo di pensare.
5) Evita, se possibile, luoghi inquinati. Usa solo se necessario la macchina: farai un regalo a te stesso e all’ambiente.
6) Non fumare: oltre a farti del bene risparmi anche soldi
7) Non bere troppo alcool, anche se un bicchiere di vino durante i pasti fa bene alla salute.
8 ) Mantieni il peso sotto controllo. Il corpo è lo specchio delle nostre abitudini. Il corpo ti parla, ascoltalo!
9) Mangia regolarmente e mastica lentamente. La digestione inizia in bocca.
10) Evita di prendere medicine, se non sono necessarie: non abusarne mai.
11) Vivi il presente. Se pensi solo al futuro senza concentrarti nel presente inizia lo stress: la malattia dei tempi moderni.
12) Sii graduale in ciò che fai, non avere fretta. Come dice un proverbio, “la fretta è una cattiva consigliera”.
13) Prevenire è meglio che curare: impara ad ascoltare il tuo corpo.
14) Studia italiano: fa bene alla salute !
Prof. Valerio Giacalone
Ora indica correttamente se le seguenti frasi sono vere o false
Scegli la risposta. Quella corretta diventerà verde.
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[post_content] => Buon giorno! Come va? Oggi, un altro esercizio per te basato su domande e risposte. Le domande sono tra le più comuni e usate quando si conosce una persona e si vuole iniziare a comunicare!
Buon lavoro e buon Intercultura blog 
Prof. Valerio Giacalone
Scegli tra le risposte date quella appropriata, cioè più giusta, alla domanda
Esercizio:
Scegli la risposta. Quella corretta diventerà verde.
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Buongiorno a te. Tutto bene?
Oggi parlerò del linguaggio degli sms tra i giovani.
Gli sms sono i famosi messaggini, che vengono spediti tra un telefonino e l'altro.
Grazie per aver cliccato su Intercultura blog
Il prof. Valerio Giacalone
Oggi la vita è frenetica, cioè molto veloce e stressante. Tutti vanno di fretta, anche nella comunicazione. L’Italia è il paese con il maggior numero di telefonini: il telefonino rappresenta uno status symbol.
Gli sms sono sicuramente un modo di comunicare veloce ed economico. Così nasce il linguaggio degli sms, un linguaggio per i giovani (e non solo) che oltre a essere sgrammaticato, cioè senza regole di grammatica, non prevede altre regole se non la velocità nello scrivere. Sono evitate tutte le maiuscole e la punteggiatura. La cosa più importante è che il messaggio arrivi il più velocemente possibile. I punti interrogativi, gli apostrofi, gli accenti di solito non sono usati. Il linguaggio degli sms ha come regola principale quella di abbreviare. Per esempio, il “ch” è sostituito dal più veloce e pratico “k”.
Ecco alcuni dei più rappresentativi e comuni acronimi (cioè abbreviazioni) usati negli sms. Fate attenzione a chi li spedite, potreste essere presi per "pazzi" ! 
ki: chi
ke: che
xro: però
cs: cosa
risp:rispondi
rit: ritardo
qnt: quanto
grz: grazie
prg: prego
x: per
e: è
ai: hai
o: ho
a: ha
xke: perché
c: ci
nn: non
tvb: ti voglio bene
tvtrb: ti voglio troppo bene
6: sei
trp: troppo
lib: libero
occ: occupato
cn: con
t : ti
v: vi
d: di
c: ci
tt: tutto / tutti
m: mi
S: si
1: un /una
dv: dove
cm: come
dp: dopo
qnd: quando
ok: va bene
ved: vedere (in tutte le sue forme)
and: andare
asp: aspettare ( in tutte le forme)
cred: credere (in tutte le sue forme)
dom: domanda/ domandare
uno squillo: si usa per dire “ti sto pensando” o per rispondere affermativamente a una domanda, per esempio:
A scrive "c ved alle 8", cioè "ci vediamo alle otto?"
B risponde con uno squillo, cioè "sì, va bene"
:) : si è contenti e si approva, può intendere un si
:( : si è scontenti e si disapprova, può significare un no
@)-;-- : una rosa, un fiore (indica romanticismo, dolcezza)
Esercizio: il linguaggio degli sms
Scegli la risposta. Quella corretta diventerà verde.
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[post_content] => Buongiorno! Come stai?
Oggi, ti parlerò dell’accento grafico, cioè dell’accento nelle parole scritte
Un'altra piccola difficoltà, per te che studi la lingua italiana. Quando dev i scriverlo? Quando non devi?
Ti ricordo che nella lingua italiana l’accento può essere acuto (come in é) o grave (come in è). L’accento acuto si usa per le -e e - o chiuse, l’accento grave per le -e e -o aperte e per le vocali - a - u - i.
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L'accento è obbligatorio:
- sulle parole con accento sull'ultima sillaba e con più di una sillaba, che vengono definite tronche, per esempio: verità, città.
Quindi richiedono l’accento acuto sulla "e" finale affinché, cosicché, finché, giacché, poiché, purché. Hanno l'accento anche la la prima e terza persona per futuro semplice, come per esempio: vedrò, amerò, andrà, farà.
- su alcuni monosillabi: più, giù, già , ciò, può
- su alcuni monosillabi per distinguerli da altri che si scrivono nella stessa maniera:
sì (particella affermativa) - si (pronome)
tè (bevanda) - te (pronome)
ché (poiché) - che (congiunzione)
dà (verbo dare) - da (preposizione)
dì (sostantivo che significa "giorno") - di (preposizione)
è (verbo essere) - e (congiunzione)
là (avverbio) - la (articolo)
né (congiunzione) - ne (pronome)
lì (avverbio) - li (pronome)
sé (pronome) - se (congiunzione)
Invece non si accentano mai:
- do
- fu
- fa
- me
- mi
- no
- qui
- qua
- re
- sa
- so
- sto
- tre
- sta
Ma attenzione -viceré –trentatré e -ventitré, come vedi, hanno l’accento acuto!
L'accento
Indica la forma corretta.
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