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                    [post_content] => Carissimo/a, come stai?
Oggi affronterò un argomento di grammatica alquanto spinoso: il congiuntivo. Il congiuntivo è un modo verbale usato soprattutto in frasi dipendenti, per esprimere possibilità, desiderio, timore, dubbio e opinione soggettiva. Molti italiani conoscono poco il congiuntivo e tendono a sostituirlo con il modo indicativo. Come se, utilizzando l’indicativo presente, il loro parere fosse più vero, anche se grammaticalmente non corretto.   

Ecco le forme del congiuntivo dei verbi regolari.

 Quando le prime tre persone singolari  coincidono, è utile esprimere anche il pronome personale.
-are                          - ere                         - ire
provare                      prendere                sentire
che io      provi                 prenda                     senta
che tu      provi                 prenda                     senta
che lui/lei provi                 prenda                    senta
che noi     proviamo          prendiamo            sentiamo
che voi     proviate            prendiate                 sentiate
che loro    provino             prendano                 sentano


 

 

Il congiuntivo si usa nelle frasi subordinate, dipendenti da verbi che esprimono:

- opinione, per esempio "credere", "pensare", "immaginare":
 Penso che tu sia molto intelligente

- speranza,  per esempio "sperare", "aspettarsi":
Mi aspetto che voi veniate a cena da me stasera 

-desiderio, per esempio "volere", "preferire":
Preferisco che vada tu, io sono molto stanco

- dubbio, per esempio "dubitare"
Dubito che lui possa essere puntuale

- emozione, per esempio "aver paura", "essere contento"
Ho paura che la benzina costi sempre di più

Il congiuntivo si usa, poi, con alcune locuzioni o verbi impersonali:

È meglio che
È meglio che tu vada

È facile che
È facile che lui vinca se gioca così

È difficile che
È difficile che lui mi dia dei soldi se vince

È necessario che
È necessario che tutti siano più generosi

È inutile che
È inutile che tu suoni, qui non c’è nessuno

È possibile che
È possibile che tu vinca la gara

È impossibile che
È impossibile che tu perda se gareggi da solo

Non è giusto/ non è sicuro / non è detto che
Non è sicuro che lui venga direttamente qui

Può darsi che 
Può darsi che lui prenda l’aereo delle nove

Sembra che
Sembra che lei sia veramente felice con lui

Si dice che
Si dice che loro abbiano il desiderio di vivere a Milano

Peccato che 
Peccato che tu debba andare via proprio ora

Si usa il congiuntivo in proposizioni subordinate finali, concessive e condizionali, introdotte da congiunzioni come:

Benché / sebbene / nonostante che
Benché io sia stanca, vengo lo stesso

A meno che
A meno che tu vada a lavorare domani mattina, non hai fatto niente in questi giorni

A patto che / purché
Vengo, a patto che voi mi compriate il biglietto

Senza che
Sono usciti senza che abbiano chiesto il permesso

Prima che
Prima che tu dica qualcosa , faccio entrare Maria

 

Verifica se sai usare il congiuntivo. Indica se le seguenti false sono corrette (v, vero) o sbagliate (f, falso). la risposta corretta diventerà verde.

[post_title] => Il congiuntivo [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => il-congiuntivo [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 09:57:41 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 07:57:41 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=112 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 1186 [filter] => raw ) [1] => WP_Post Object ( [ID] => 111 [post_author] => 3 [post_date] => 2008-10-31 11:55:45 [post_date_gmt] => 2008-10-31 10:55:45 [post_content] => Buongiorno, come stai? Sei pronta/o a entrare virtualmente in un ristorante italiano? E imparare qualche nuovo termine che ti potrà essere utile quando dovrai ordinare qualcosa da mangiare? "Buon appetito" e a presto  Prof. Valerio Giacalone Cameriere: Buongiorno Cliente: Buongiorno Cameriere: Posso essere utile? Cliente: Un tavolo per due, se possibile panoramico. Cameriere: Certo seguitemi, prego. Cliente: Grazie . Cameriere: Ecco il menu! Cliente: Grazie. Cliente: Cosa prendi Carla? Carla: Vediamo… ho molta fame… poi oggi paghi tu… (ridono)... dunque tutto è perfetto. Cliente: Non preoccuparti, oggi sei mia ospite: è il mio compleanno! Carla: Sì, lo so, grazie, che gentile. Ma non mi hai ancora detto quanti anni compi! Cliente: 40 anni, passa il tempo… Cameriere: I signori hanno deciso? Carla: Per me, un antipasto misto di pesce, poi come primo... mmm.. un piatto di spaghetti alle vongole, per cortesia. Per il secondo, ci devo ancora pensare. Cliente: Per me, un antipasto di affettati misti e formaggi. Come primo, tagliatelle all’uovo con sugo. Cameriere: Da bere, signori? Cliente: Direi il vino bianco della casa … Cameriere: Un litro? Va bene? Cliente: Si, grazie. Carla: Ma devi guidare: meglio mezzo litro. Non credi? Cliente: Certo … non ci ho pensato, ci porti anche un litro di acqua naturale, per favore. Cameriere: Bene, signori, a tra poco!   Il cameriere porta le diverse portate: gli antipasti, poi i primi piatti, il vino. Dopo che i clienti hanno terminato di mangiare, il cameriere si avvicina nuovamente al tavolo. Cameriere: I signori hanno gradito? Carla: Molto gustoso, grazie. Cameriere: Come secondo avete già scelto? Carla: Sì, io prenderei un piatto di calamari fritti con contorno di patate al forno. Cliente: Io ... vediamo un po’... un'insalata mista caprese, ma senza olive. Cameriere: Benissimo!  Alla fine del pasto. Cameriere: Qualcos’altro? Cliente: Sì, grazie, un caffè, un sorbetto al limone e poi anche il conto … quello buono mi raccomando! Cameriere:  (Sorridendo) Sì, certo, non si preoccupi. Dopo alcuni minuti. Cameriere: Ecco signori il conto:  42 euro. Cliente: Grazie, è possibile pagare con la carta di credito? Cameriere: Certo, nessun problema. Cliente: Faccia 45 euro… Cameriere: Grazie. Cliente: Grazie a lei, era tutto delizioso! Cameriere: Grazie, è un piacere avere clienti come voi, arrivederci e a presto! Carla: Arrivederci e soprattutto a “rimangiarci qui" (Risata)

Verifica se hai capito il testo

Scegli la risposta. Quella corretta diventerà verde.  
  • 1. Oggi è il compleanno del cliente, egli compie 40 anni
    • v
    • f
  • 2.  I clienti desiderano un tavolo panoramico
    • v
    • f
  • 3. Carla prende, come primo piatto, un riso in bianco
    • v
    • f
  • 4. I calamari fritti sono finiti
    • v
    • f
  • 5. I clienti lasciano 3 euro di mancia
    • v
    • f
  • 6. I clienti non hanno gradito il cibo
    • v
    • f
  • 7. Carla pagherà il conto
    • v
    • f
  • 8. Il camerire dice che non è possibile pagare con la carta di credito
    • v
    • f
  • 9. Il cameriere è molto disponibile e gentile
    • v
    • f
  • 10. Carla e l’amico ritorneranno probabilmente al ristorante, perché si sono trovati bene
    • v
    • f
 
[post_title] => Al ristorante [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => al-ristorante [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 09:57:41 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 07:57:41 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=111 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 31 [filter] => raw ) [2] => WP_Post Object ( [ID] => 109 [post_author] => 2 [post_date] => 2008-10-16 15:22:41 [post_date_gmt] => 2008-10-16 13:22:41 [post_content] =>

 

Dal 20 al 26 ottobre ci saranno eventi in tutto il mondo per onorare la lingua italiana. Anche Intercultura Blog cerca umilmente di onorarla ... tutto l'anno.   E chi meglio dell'insegnante può onorare la lingua e la cultura italiana? L'insegnante è il ponte tra il sapere e la classe, perno essenziale di ogni scuola.

 

Cari colleghi e colleghe, insegnare (dal latino “lasciare il segno”) è una delle attività più difficili e al contempo più affascinanti che ci possano essere. Si ha la possibilità di formare, di educare, di esporre il fascino della cultura. Maggiori conoscenze gli studenti apprendono oggi a scuola, maggiori strumenti avranno domani per affrontare la vita adulta e il lavoro.

Insegnare è una professione molto difficile. Forse è l’unico lavoro con persone (gli alunni) che vorrebbero essere altrove. Insegnare diventa allora un’impresa. L’insegnante “bravo” fa dimenticare agli alunni che avrebbero potuto fare altro al posto della lezione, in modo che siano invece contenti di seguirla.

Insegnare significa anche sperimentare, mettersi in discussione, essere pronti al confronto, trovare il materiale e le soluzioni più adatte. Il decreto del presidente della repubblica 419 del 1974, autorizza l’insegnante alla sperimentazione didattica. L’articolo 1  afferma: “l’autonomia didattica dei docenti può applicarsi come ricerca e realizzazione di innovazione sul piano metodologico- didattico.” 
Anche il gioco a volte può migliorare l’efficienza della didattica in classe.

Da tempo sperimento lezioni “dal vivo”, cioè lezioni calate in un contesto reale. Per farlo, è necessario lavorare con una classe composta da meno di 15 studenti a un livello elementare di conoscenza della seconda lingua (livelli A1/A2).
Si deve aver bene in mente cosa fare con la propria classe e lasciare il meno possibile all’improvvisazione. La lezione si può svolgere in un contesto naturale: una piazza, un mercato, un museo, un parco.

 

La classe non è l'unico luogo dove si impara una lingua. Per esempio, l’apprendimento della lingua madre avviene in famiglia, dove è fondamentale la funzione strumentale, cioè chiedere per ottenere. Quando possibile, ricreare una situazione naturale può sortire effetti positivi sia sull’apprendimento che sulla motivazione.

Si simula un "gioco di ruolo", il più possibile vicino alla realtà.

 

Per esempio, possiamo portare la classe in un mercato e spiegare agli alunni ciò che si vede: i vari tipi di frutta, la bilancia, il bancone, i commessi, i clienti. Si spiegano loro le frasi utili nella situazione, come per esempio “un chilo di mele, per favore”, “quanto costa?”, “posso pagare con la carta di credito?”. Oppure aggettivi come "acerbo", “maturo”, "caro”, “conveniente".

La mia esperienza a riguardo è molto positiva. Gli alunni imparano prima e meglio poiché  il contesto è reale e ciò che è visibile è più facile da memorizzare e sortisce una grande spinta motivazionale. La motivazione è una componente fondamentale e può sostenere gli studenti per tutta la durata del corso.

Un caro saluto e buon lavoro
Prof. Valerio Giacalone

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  • 1. L’Italia è un'isola bagnata da tutte le parti dal mare
    • v
    • f
  • 2. L’Italia è divisa in 21 regioni
    • v
    • f
  • 3. Quattro sono le regioni a statuto speciale
    • v
    • f
  • 4. Una regione a statuto speciale gode di una maggiore autonomia 
    • v
    • f
  • 5. Ogni regione è diversa dalle altre
    • v
    • f
  • 6. Il capoluogo del Molise è Trapani 
    • v
    • f
  • 7. L’Italia ha più di 60 milioni di abitanti 
    • v
    • f
  • 8. Trieste si trova nelle Marche
    • v
    • f
  • 9. Nel 2009 ci saranno 120 provincie 
    • v
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  • 10. La Sicilia è una penisola 
    • v
    • f
 
  [post_title] => Le regioni d'Italia [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => le-regioni-ditalia [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 09:57:42 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 07:57:42 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=104 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 66 [filter] => raw ) [4] => WP_Post Object ( [ID] => 102 [post_author] => 2 [post_date] => 2008-10-03 17:43:03 [post_date_gmt] => 2008-10-03 15:43:03 [post_content] => Oggi la TV rappresenta nello stesso tempo un pericolo, ma anche una grande opportunità di conoscere, come dice la parola stessa televisione che significa ”vedere lontano”. Si può "viaggiare" il mondo stando seduti su una poltrona. Ma, se gli argomenti vengono trattati con leggerezza e volgarità,  il messaggio è fortemente negativo e può rappresentare un pericolo per l’educazione dei giovani che devono capire e interpretare la realtà. Per esempio, se un telegiornale propone un’intervista di due minuti a un calciatore e invece dà in pochi secondi la notizia dell’inquinamento di un fiume, chi segue il notiziario pensa che il calcio sia più importante della tutela dell’ambiente. Vedendo certi programmi televisivi, si può pensare che sia giusto urlare o insultare il proprio interlocutore. La televisione entra senza bussare in ogni casa e invade la nostra vita. A seconda di come la usi, ti può arricchire o abbruttire. Non sarebbe proprio una cattiva idea se nelle scuole ci fosse educazione alla TV!   Buon Blog a tutti Prof. Valerio Giacalone Leggi ora questo dialogo tra mamma e figlio. Mamma: Amore, devi fare prima i compiti e dopo andare a letto. E non devi guardare certi programmi alla TV! Matteo: Ma, mamma, stanno litigando, urlano, tra un po’ alzano le mani... Mamma : Matteo, questo non è bello da vedere. Ricorda chi urla non ha mai ragione. Le idee giuste non hanno bisogno di urla. Matteo: Ma, è cosi interessante, voglio vedere chi vince. Mamma: Quando si litiga, nessuno vince. Matteo: Dai, mamma, è interessante. Mamma: No, questo non è interessante. Interessante è leggere, viaggiare, conoscere. Interessanti sono tante cose ma non vedere persone che si insultano e non si rispettano . Un vecchio proverbio dice che “i grandi uomini parlano di idee, i medi di avvenimenti, i piccoli di persone”. Matteo: Mamma, mi stai facendo venire sonno! Mamma : Amore. sono già le sette di sera. Prima fai i compiti, poi mangiamo e poi un po’ di televisione, se fai il bravo. Ma la guardiamo assieme, così scegliamo i programmi più adatti. Matteo: Ma, mamma, non voglio vedere programmi noiosi! Mamma: Bisogna educarsi al bello e al giusto. Matteo: Cioè? Mamma: Questo litigio e queste urla cosa danno a chi ascolta? Matteo: E cosa devono dare? Fanno ridere! Mamma: Ma cosa rimane? Invece le idee e le descrizioni danno emozioni, fanno pensare: danno informazioni utili, non negative. Capisci la differenza? Matteo: Invece, guarda come urlano questi, tra un po’ si azzuffano… Mamma: E così potresti pensare che è giusto comportarsi in questo modo vergognoso anche in classe con i tuoi amici, perché lo vedi sempre fare in TV. Le emittenti televisive, che utilizzano l'etere pubblico per arricchirsi, dovrebbero avere la responsabilità dei messaggi negativi che mandano con certi programmi... Matteo: Ma allora, secondo te, le persone violente imparano a comportarsi male anche guardando la televisione? Alcuni miei compagni di classe urlano e dicono parolacce perché lo vedono fare tutti i giorni alla TV? Mamma: Sì, proprio così. Se vedi sempre violenza e litigi, alla fine diventerai violento. Penserai che la violenza sia sempre giusta. Invece devi imparare a riflettere e a riconoscere la differenza tra giusto e sbagliato, tra bene e male. Matteo: Ma allora perché fanno vedere tanta violenza in TV? Mamma: Bella domanda… quando finisci di fare i compiti andiamo a fare una passeggiata e te lo dico! Matteo: Ma c’è anche la partita di calcio oggi in televisione! (La mamma sorride e lo accarezza) Attività da svolgere in classe.   Rispondi alle seguenti domande. 1- Quante ore di televisione guardi ogni giorno? 2- Che programmi guardi? 3- Guardi la televisione da solo o con qualcuno? 4- Cosa cambieresti nella televisione italiana? 5- Come è la televisone del tuo paese? 6- Indica otto aggettivi adatti a definire la TV di oggi. 7- Potresti vivere senza la televisone? 8- Secondo te la TV crea dipendenza? 9- Come vorresti la televisone del futuro? 10- Secondo te, la mamma di Matteo ha ragione?   [post_title] => La televisone, amica o nemica? 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In Italia nel mese di settembre si inizia ad andare a scuola. Dopo le vacanze estive, professori e alunni si rincontrano per trascorrere assieme un altro anno scolastico.
Auguro a tutti un buon anno scolastico: ad alunni e professori, ai bravi e meno bravi, agli studenti italiani e agli studenti stranieri.
Con tempo pieno o ridotto, di qualsiasi grado essa sia, la scuola deve essere un tempio di cultura e una officina di menti e sensibilità.
Buon lavoro e buon Blog
Prof. Valerio
Giacalone

Professoressa: Buongiorno ragazzi e ragazze, come state?
Classe: Bene, grazie.
Professoressa: Io sono la nuova insegnante di lettere, mi chiamo Maria Luisa Aste. Ho 43 anni  e vengo da Verona. Ora faccio l’appello, così conosco un po’ i vostri nomi! Siete 27 in classe … prima però vorrei sapere quanti ripetenti ci sono in questa classe? Chi è stato bocciato?
Ramon: Io, professoressa (alza la mano)
Professoressa: Come ti chiami?
Ramon: Mi chiamo Ramon Perez.
Professoressa: Da dove vieni, Ramon?
Ramon: Vengo dal Perù, professoressa.
Professoressa: Che bello! Da quanti anni sei in Italia?
Ramon: Da quattro.
Profesoressa: E come mai sei ripetente Ramon?
Ramon: Ho un po’ di problemi con la lingua italiana: è molto simile con lo spagnolo, ma questo non sempre aiuta … ho molte difficoltà con lo scrivere!
Professoressa: Secondo te potrai farcela quest’anno a essere promosso?
Ramon: Sì, se studio di più, ne sono sicuro, professoressa
Professoressa: Bravo Ramon, sono contenta che tu sei nella nostra classe!
C’e qualche altro ripetente? (Si sente una risata generale della classe)
Francesco: Io, professoressa … mi chiamo Francesco Losa.
Professoressa: Ciao, Francesco, tu hai capito perché sei stato bocciato?
Francesco: Eh, professoressa…  non mi piace studiare, non ne ho voglia! Voglio lavorare.
Professoressa: Secondo te, caro Francesco, lo studio non ti può aiutare a lavorare? Un diploma è solo carta straccia? Oppure con un diploma riesci a trovare un lavoro migliore, meglio  pagato? Un lavoro che magari ti piace di più?
Francesco: Professoressa, se si hanno le conoscenze giuste, diploma o non diploma fa poca differenza!
Professoressa: E come fai se non hai raccomandazioni, Francesco? Ricordatevi ragazzi uno raccoglie quello che semina! Dobbiamo abituarci al sacrificio e allo studio!
Laura: Professoressa, per me lo studio non è un sacrificio.
Professoressa: Brava, come ti chiami?
Laura: Mi chiamo Laura ... per me lo studio è un piacere … mi piace leggere … mi tiene compagnia!
Professoressa: Questa è una grande fortuna Laura, perché non si deve studiare per il professore o per il voto ma per la gioia di conoscere … più sappiamo meglio viviamo! Ricordate, ragazzi!
Laura: Per me un libro è come un amico.
Professoressa: E chi trova un amico trova un tesoro… Ora  faccio l’appello e poi vi do il test di entrata, così vediamo il vostro livello di conoscenza, il vostro livello di partenza e sappiamo da dove iniziare le lezioni.
 

Ora rispondi alle domande: quella giusta diventerà verde

 

Esercizio:


  • 1. Ramon Perez è colombiano
    • v
    • f
  • 2. Francesco vuole lavorare: non gli piace studiare 
    • v
    • f
  • 3. Ramon è in Italia da tre anni 
    • v
    • f
  • 4. La professoressa ha 43 anni 
    • v
    • f
  • 5. Ramon non ha problemi con la lingua italiana
    • v
    • f
  • 6. Laura odia studiare 
    • v
    • f
  • 7. La professoressa viene da Vicenza
    • v
    • f
  • 8. Dopo l’appello ci sarà il test di entrata 
    • v
    • f
  • 9. La classe è composta da 27 alunni  
    • v
    • f
  • 10. Il test di entrata non viene dato agli alunni ripetenti
    • v
    • f
[post_title] => Il primo giorno di scuola [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => il-primo-giorno-di-scuola [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 09:57:42 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 07:57:42 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=101 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 15 [filter] => raw ) [6] => WP_Post Object ( [ID] => 8182 [post_author] => 2 [post_date] => 2008-09-11 17:25:12 [post_date_gmt] => 2008-09-11 15:25:12 [post_content] =>

Ciao, come stai? Hai passato delle belle vacanze? Sei pronta/o ora  ad  affrontare un altro argomento interessante? Devi sapere che nella lingua italiana l’apostrofo è comune. Si usa per eliminare la vocale finale di una parola che precede un’altra parola che inizia per vocale. Tecnicamente questa operazione si chiama elisione. Per te che studi l’italiano l’apostrofo può presentare alcune difficoltà. Ora cercherò di darti una mano e fare in modo che non sia più un problema.  ... almeno ci provo!! 

Prof. Valerio Giacalone



Innanzitutto non devi usare l’apostrofo:

- con la preposizione da, per esempio: vengo da Avellino (non "d’Avellino")

- con la particella ci, per esempio: ci andrò (non c’andrò)
ma attenzione: quando ci è usato con il verbo essere e entrare (solo quando il verbo inizia con la vocale e) userai l'apostrofo
c’è, (non "ci è")
c’eravamo, (non "ci eravamo")

- con l’articolo indeterminativo maschile un e i suoi composti (nessun/ qualcun)
 per esempio: un albero, (non "un’albero")

- con l'aggettivo interrogativo qual, per esempio: qual è 

- con il pronome le, per esempio: le accadrà,  (non "l’accadrà"), cioè accadrà loro. 

- con il plurale le, per esempio: le ortiche,  (non "l’ortiche")  

- con il pronome li, per esempio:  li ascolta (non "l’ascolta"), cioè ascolta loro.

Invece l'apostrofo si usa obbligatoriamente:

- con l’articolo lo e le preposizioni  articolate che sono formate con lo (dello, allo, etc...). l’amico (non "lo amico")
dell’uomo (non "dello uomo") 

- inoltre con gli aggettivi bello e quello, per esempio: bell'amico, quell'uomo

-con l’articolo la e le preposizioni articolale formate con la 
(quella, nella, etc. )
l’uva (non "la uva")
sull’uguaglianza (non "sulla uguaglianza")

- con l’articolo indeterminativo una e suoi composti (nessuna, qualcuna, etc.)
un’entrata  (non "una entrata")
nessun’altra   (non "nessuna altra")

- con le forme verbali:
da’ -  dai  (2° pers.  sing.  Imperativo)    inf. dare
fa’  - fai  (2° pers.  sing.  Imperativo)  inf. fare
sta’ -  stai  (2° pers.  sing.  Imperativo) inf. stare
va’-  vai  (2° pers.  sing.  Imperativo) inf. andare

- Nelle forme abbreviate di  poco e modo:
Oggi mangio un po’
a mo’ di esempio

- In alcune espressioni con la preposizione da 
D’ora
in avanti
D’altronde
D’altra parte

- In alcune espressioni con la preposizione di
D’oro

D’epoca
D’accordo
D’argento

 - nelle espressioni  
Tutt’altro
Tutt’al più
Sott’occhio
Senz’altro
Nient’altro
Mezz’ora
Tutt’e due
A quattr’occhi

- L’apostrofo è facoltativo, cioè puoi decidere di usarlo meno, con gli aggettivi questa e quella
Questa amica - quest’amica
Quell’opera - quella opera

- E con le particelle  mi – ti-  ne-  si 
Mi ha detto - m’ha detto
Ce ne era - ce n’era
Ti afferro -  t’afferro
Si ammala - s’ammala

Con la preposizione di è facoltativo:
Un piatto di insalata  o un piatto d’insalata

 

Esercizio: indica VERO ("v") se la frase è corretta e FALSO ("f") se la frase non è corretta 
Scegli la risposta.

Quella corretta diventerà verde.

 

 

 

 

 

  • 1. Sono d’accordo con te: anche gli animali vanno rispettati .
    • v
    • f
  • 2. Senz’altro ti do ragione: la natura va rispettata.
    • v
    • f
  • 3. Daltronde sei tu ad aver iniziato: non si dicono le parolacce.
    • v
    • f
  • 4. Tutti e due dovete studiare di più.
    • v
    • f
  • 5. D’ora in poi niente più carne.
    • v
    • f
  • 6. Ti ha regalato un anello doro?
    • v
    • f
  • 7. In questi tempi c’è bisogno di molto amore!
    • v
    • f
  • 8. Questo ti valga a mo’ di esempio!
    • v
    • f
  • 9. Non ho niente altro da dirti!
    • v
    • f
  • 10. Chi trova un' amico trova un tesoro!
    • v
    • f

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Ciao.

Gli articoli del blog torneranno a settembre 2008 dopo la pausa estiva! Ma se avete delle domande o volete raccontarmi qualche vostra esperienza non preoccupatevi: io continuerò a rispondere ai vostri commenti!

Ora, vi racconto come spedire una raccomandata alle poste! Innanzitutto mi raccomando di fare la fila...   

A presto buon Intercultura Blog

Prof. Valerio Giacalone

 

Signora: Buongiorno 
Impiegata: Buongiorno
Signora: Mi scusi, per una raccomandata in quale sportello devo andare?
Impiegata: In questo o nel  numero 2 qui a fianco.
Signora: Grazie.
Impiegata: Si ricordi di prendere il numero.


Signora: Si, grazie … ah, dimenticavo potrei avere una raccomandata?
Impiegata: Con o senza ricevuta di ritorno?
Signora: Senza, grazie.
Impiegata: Ecco qua. 
Signora: Grazie mille.

(Allo sportello, dopo dieci minuti, la signora si avvicina con il numero in mano) 

Impiegata: Buongiorno, ha il numero 23?
Signora: Si, certo… eccolo.
Impiegata: Dica pure.
Signora: Vorrei spedire questa raccomandata ma ho un problema: non sono italiana e non ho capito tutto.
Impiegata: Non si preoccupi, la posso aiutare io. Ha compilato la raccomandata in tutte le sue parti?
Signora: Non proprio …  Non so cosa significa "destinatario".
Impiegata: Il destinatario è la persona a cui deve spedire la raccomandata, cioè la persona che riceve la raccomandata!
Signora: Ah, capisco. "Mittente" cosa significa?
Impiegata:  È la persona che spedisce la raccomandata. Se Lei spedisce la raccomandata adesso, Lei è il mittente.
Signora: Bene, ora capisco e cosa significa CAP?
Impiegata: È il Codice di Avviamento Postale, cioè i cinque numeri che servono a  identificare l’area geografica del destinatario. Indicare correttamente il CAP consente di consegnare prima la posta!
Signora: Capisco, grazie. E la parola  PROV cosa significa?
Impiegata: È l’abbreviazione di "provincia", cioè una delle aree in cui sono divise le regioni italiane.
Signora: Devo compilare altro?
Impiegata: No, Lei non deve fare altro! Se vuole la ricevuta deve compilare anche il  foglietto della ricevuta,  che rimarrà a Lei. Così nel caso di smarrimento, cioè nel caso la raccomandata venga persa, ha la ricevuta della raccomandata, cioè la prova che ha spedito la raccomandata. 
Signora: Ah, capisco. Ma mi fido delle poste italiane.
Impiegata: Grazie, signora, sono contenta che qualcuno si fidi di noi.
Signora: Dopo quanto arriva la raccomandata?
Impiegata: Dipende, Signora, normalmente un paio di giorni, cioè due o tre giorni.
Signore: Scusate, ma c’è anche altra gente che sta aspettando.
Impiegata: Mi scusi, ma la signora è straniera e ha bisogno di aiuto.
Signore: Mi scusi, non lo sapevo.
Impiegata: Grazie per la pazienza.
Signora: Bene, quanto costa spedire la raccomandata?
Impiegata: 3 euro e 70 centesimi.
Signora: Ecco 5 euri.
Impiegata: Signora, "euro" in italiano al plurale rimane "euro". Anche perché sono così pochi...
Signora: Bene! Grazie.
Impiegata: Ecco il resto e buona giornata.
Signora: Grazie, buona giornata anche a Lei.

 

 

Ora fai clic qui per scaricare il testo di una raccomandata: compilala in tutte le sue parti.

Buon lavoro.

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Cara collega, caro collega, in Italia, si avvicina la fine dell’anno scolastico. Momento delicato: la stanchezza si fa un po’ sentire e dobbiamo decidere il futuro scolastico dei nostri alunni. Oggi affronterò un argomento di fondamentale importanza per la didattica: la valutazione.
Innanzitutto, c’è da precisare, che la valutazione non è da confondere con la verifica. Essa ne è solo una parte e riguarda la raccolta dei dati e il punteggio.
La valutazione è un insieme di operazioni piuttosto complesse che vanno dal ricavare informazioni sull’apprendimento e sulla acquisizione dell’allievo, al definire dei parametri  oggettivi per i test e alla finale elaborazione di un giudizio globale o specifico.  
La valutazione è un vero e proprio feedback dell’agire del docente ed è al contempo un elemento che, se mal gestito, può facilmente demotivare e creare ingiustizie all’interno del gruppo classe.


Le verifiche, sia orali che scritte, dovrebbero essere frequenti e non necessariamente annunciate. In tal modo si può tenere vivo e costante l'interesse verso la materia. Bisogna ricordare che l'apprendimento (LS, L2) non può mai avvenire se gli alunni studiano esclusivamente per il giorno della verifica. Lo studio per motivazioni estrinseche non diventerà mai acquisizione, ma solo apprendimento effimero e momentaneo. La costanza è la parola chiave che deve caratterizzare ogni attività di studio, soprattutto per quanto riguarda l'apprendimento delle lingue.
La verifica sarà impostata su due momenti: uno formativo e uno sommativo.
La verifica formativa è finalizzata non tanto all'accertamento di quello che l'alunno sa ma piuttosto alla valutazione dei progressi durante il lavoro svolto con l’alunno. La verifica sommativa fa  emergere chi ha raggiunto l'obiettivo complessivo e chi ha bisogno invece di ulteriori interventi di recupero.
Durante la presentazione di ogni modulo didattico consiglio di articolare numerosi esercizi finalizzati al controllo del raggiungimento degli obiettivi. Esercizi alla lavagna, compiti a casa e interventi orali degli alunni ci offrono elementi per una valutazione il più possibile obiettiva. L’insegnante deve essere puntuale, preparato e motivato, ma deve essere anche in grado di valutare secondo dei criteri oggettivi.

 

L’effetto “Alone” e “Pigmalione”, se presenti, influiscono negativamente nella valutazione dei discenti e nel rapporto docente-alunno.
L'effetto "Alone" descrive un fenomeno psicologico per cui la simpatia o l'antipatia dell'insegnante per l'allievo si riflettono in una maggiore o minore profitto. L'effetto "Pigmalione" descrive il fenomeno per cui ogni docente si crea una sua immagine dell'allievo, per cui è lento nell'accorgersi dei suoi cambiamenti.

Per un alunno è veramente demotivante essere valutato per la simpatia o antipatia che si suscita all’insegnante.

 

 
Anche durante le verifiche, utilizzate materiale che risalti aspetti della cultura e civiltà italiana. La lingua è sempre da considerare come espressione culturale di un popolo e non solo come puro elemento comunicativo.
Altro elemento fondamentale della valutazione consiste nel fatto che gli alunni dovrebbero sempre essere a conoscenza dei voti da loro ottenuti. Questi possono essere utilizzati per dirigere il loro studio o per colmare alcune eventuali lacune: la valutazione deve essere un ponte tra alunno e docente.


Quando valutiamo, dovremmo essere in grado di riconoscere la differenza tra errore e sbaglio. Il primo deriva da incomprensione o lacuna profonda e solitamente necessita dell’intervento dell'insegnante. Lo sbaglio, invece, deriva da una distrazione: solitamente lo stesso studente, messo di fronte alla stessa domanda e lasciato riflettere, si accorge spontaneamente del “malfatto”.


La valutazione del discente straniero, in classe di italiani, deve essere espressa con attenzione. Soprattutto per quanto riguarda il primo anno di adattamento. Bisognerebbe conoscere la storia scolastica e anche “personale” dell’alunno. La sua valutazione dovrebbe tener conto della sua situazione e dei suoi sforzi di adattamento, non solo linguistici ma anche socio-culturali. Dovremmo essere in grado di percepire  la motivazione, l’impegno, le potenzialità di apprendimento e anche la previsione del futuro sviluppo scolastico dell'alunno. Gli sforzi di un nuovo studente straniero sono rivolti non esclusivamente ad andare bene a scuola, ma anche ad essere accettato all’interno del gruppo classe. In altre parole il discente utilizza “energia”  non solo per essere promosso dai professori ma anche dai suoi compagni.

Le Linee guida per l'accoglienza e l'integrazione degli studenti stranieri, pubblicate dal Ministero dell'istruzione nel 2006, affermano a riguardo della valutazione:

"Per il consiglio di classe che deve valutare alunni stranieri inseriti nel corso dell’anno scolastico – per i quali i piani individualizzati prevedono interventi di educazione linguistica e di messa a punto curricolare - diventa fondamentale conoscere, per quanto possibile, la storia scolastica precedente, gli esiti raggiunti, le caratteristiche delle scuole frequentate, le abilità e le competenze essenziali acquisite. In questo contesto, che privilegia la valutazione formativa rispetto a quella “certificativa” si prendono in considerazione ilpercorso dell’alunno, i passi realizzati, gli obiettivi possibili, la motivazione e l’impegno e, soprattutto, le potenzialità di apprendimento dimostrate."

Ricorda: valutando i tuoi alunni valuterai, in parte, anche il tuo operato come insegnante! Sii clemente 

Buon lavoro e buona valutazione
Prof. Valerio Giacalone
 
[post_title] => La valutazione [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => la-valutazione [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 09:57:42 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 07:57:42 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=74 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 4 [filter] => raw ) [9] => WP_Post Object ( [ID] => 8179 [post_author] => 2 [post_date] => 2008-05-29 17:26:50 [post_date_gmt] => 2008-05-29 15:26:50 [post_content] =>

Salve, bentornati su Intrecultura blog
Oggi, ti propongo un altro esercizio per migliorare le tue conoscenze della lingua italiana!
Questa volta, ho scelto delle frasi semplici.

Prima devi leggerle, capirle e in fine devi scegliere la risposta corretta.
Attento, perché ci sono diversi distrattori, cioè errori intenzionali nelle frasi. Con questo esercizio puoi capire se hai bisogno di ripassare e migliorare il tuo italiano, usando libro di testo Noi. Con questo esercizio ripassi (cioè rivedi) alcune preposizioni, alcuni verbi e alcune concordanze.
Buon click e a presto 
Prof. Valerio Giacalone  

 

 

 Esercizio di grammatica

Ora fai clic sulla frase senza errori!

 

 

La frase corretta diventerà di colore verde.

   

  • 1.
    • Oggi, prendo il treno da Napoli
    • Oggi, prendo il treno con Napoli
    • Oggi, prendo il treno tra napoli
  • 2.
    • Maria è molto bella
    • Maria è molta bella
    • Maria è molto bello
  • 3.
    • Ieri sono andato a Roma
    • Ieri vado a Roma
    • Ieri andrò a Roma
  • 5.
    • Gli spaghetti sono molto gustosi
    • Gli spaghetti sono poco simpatici
    • Gli spaghetti sono molto bene
  • 6.
    • Secondo me, tu sei più bella di Carla
    • Secondo me, tu sei piu bella di te
    • Secondo me, tu sei più bella che lei
  • 7.
    • Alessandro telefona molte bugie
    • Alessandro chiama molte bugie
    • Alessandro dice molte bugie
  • 8.
    • Perché non dici Carlo di parlare piano?
    • Perché non dici a Carlo di parlare piano?
    • Perché non dici su Carlo di parlare piano?
  • 9.
    • Il pane è buono ma costa cara
    • Il pane è duro ma costa bene
    • Il pane è gustoso ma costa caro
  • 10.
    • L'Italia è un paese molto accogliente
    • L'Italia è un paese molta accogliente
    • L'italia è una paese molto accogliente
[post_title] => Esercizio di grammatica [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => esercizio-di-grammatica [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 09:57:42 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 07:57:42 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=62 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 29 [filter] => raw ) ) [post_count] => 10 [current_post] => -1 [in_the_loop] => [post] => WP_Post Object ( [ID] => 112 [post_author] => 3 [post_date] => 2008-11-11 14:14:04 [post_date_gmt] => 2008-11-11 13:14:04 [post_content] => Carissimo/a, come stai? Oggi affronterò un argomento di grammatica alquanto spinoso: il congiuntivo. Il congiuntivo è un modo verbale usato soprattutto in frasi dipendenti, per esprimere possibilità, desiderio, timore, dubbio e opinione soggettiva. Molti italiani conoscono poco il congiuntivo e tendono a sostituirlo con il modo indicativo. Come se, utilizzando l’indicativo presente, il loro parere fosse più vero, anche se grammaticalmente non corretto.   Ecco le forme del congiuntivo dei verbi regolari. Quando le prime tre persone singolari  coincidono, è utile esprimere anche il pronome personale. -are                          - ere                         - ire provare                      prendere                sentire che io      provi                 prenda                     senta che tu      provi                 prenda                     senta che lui/lei provi                 prenda                    senta che noi     proviamo          prendiamo            sentiamo che voi     proviate            prendiate                 sentiate che loro    provino             prendano                 sentano     Il congiuntivo si usa nelle frasi subordinate, dipendenti da verbi che esprimono: - opinione, per esempio "credere", "pensare", "immaginare":  Penso che tu sia molto intelligente - speranza,  per esempio "sperare", "aspettarsi": Mi aspetto che voi veniate a cena da me stasera -desiderio, per esempio "volere", "preferire": Preferisco che vada tu, io sono molto stanco - dubbio, per esempio "dubitare" Dubito che lui possa essere puntuale - emozione, per esempio "aver paura", "essere contento" Ho paura che la benzina costi sempre di più Il congiuntivo si usa, poi, con alcune locuzioni o verbi impersonali: È meglio che È meglio che tu vada È facile che È facile che lui vinca se gioca così È difficile che È difficile che lui mi dia dei soldi se vince È necessario che È necessario che tutti siano più generosi È inutile che È inutile che tu suoni, qui non c’è nessuno È possibile che È possibile che tu vinca la gara È impossibile che È impossibile che tu perda se gareggi da solo Non è giusto/ non è sicuro / non è detto che Non è sicuro che lui venga direttamente qui Può darsi che  Può darsi che lui prenda l’aereo delle nove Sembra che Sembra che lei sia veramente felice con lui Si dice che Si dice che loro abbiano il desiderio di vivere a Milano Peccato che Peccato che tu debba andare via proprio ora Si usa il congiuntivo in proposizioni subordinate finali, concessive e condizionali, introdotte da congiunzioni come: Benché / sebbene / nonostante che Benché io sia stanca, vengo lo stesso A meno che A meno che tu vada a lavorare domani mattina, non hai fatto niente in questi giorni A patto che / purché Vengo, a patto che voi mi compriate il biglietto Senza che Sono usciti senza che abbiano chiesto il permesso Prima che Prima che tu dica qualcosa , faccio entrare Maria  

Verifica se sai usare il congiuntivo. Indica se le seguenti false sono corrette (v, vero) o sbagliate (f, falso). la risposta corretta diventerà verde.

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