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Viaggiare, oltre che bello, è fondamentale per la cultura di ogni individuo. Un proverbio recita così: La vita è come un libro: se non viaggi, leggi solo la prima pagina. Ci sono diversi modi di viaggiare: anche leggere un libro è una sorta di viaggio.

Ora, leggerai un dialogo in una agenzia di viaggi tra un cliente e un’impiegata.
Buon lavoro e buon viaggio
Prof. Valerio Giacalone

Impiegata: Buongiorno.
Cliente: Buongiorno.
Impiegata: Si accomodi pure. Come posso aiutarla?
Cliente: Dovrei partire in viaggio di nozze
Impiegata: Dunque siete in  due …
Cliente: Beh, si spera che saremo in due anche alla fine del viaggio di nozze! ( ridono)
Impiegata: Avete un'idea ben precisa? O vi posso consigliare qualcosa?
Cliente: Sì, avremmo qualche idea… soprattutto su dove non andare.
Impiegata: Mi dica pure.
Cliente: Non vorremmo un posto troppo turistico, cioè troppo affollato. Vogliamo un viaggio  romantico, ma allo stesso tempo culturale. Vogliamo vedere posti meravigliosi e condividerli con la persona amata. Non so se mi capisce...
Impiegata: Certo che sì. Mi sta facendo venire voglia di partire con lei! (ridono)
Cliente: Voglio fare una sorpresa alla mia futura moglie. Le farò recapitare il biglietto con una rosa.
Impiegata: Lei è proprio romantico! Guardi: escluderei le capitali europee e del Nord America. Quanti giorni avete a disposizione?
Cliente: Tre settimane
Impiegata: Perfetto. Allora, partenza da Roma per l’Australia. Pernottate a Sidney per 5 notti in un albergo  a 4 stelle. Ora è molto conveniente: un euro vale quasi due dollari australiani.
Cliente:  Ah, bene, non lo sapevo.


Impiegata : Poi, dopo un po’ di compere ed escursioni nell'interno australiano, con una nave da crociera di lusso si parte verso la Nuova Zelanda.
Cliente: Mi piace!
Impiegata:  Dormirete ad Auckland per due notti. Quindi iniziarete delle escursioni nell'Isola del sud, la zona con la natura più affascinante della Nuova Zelanda.
Cliente: Fantastico. E il rientro?
Impiegata: Per il rientro ho pensato via Singapore.
Cliente: Sì, mi piace molto l’idea.
Impiegata: Bene.
Cliente: Immagino sarà molto caro.
Impiegata: Non più di tanto: non è alta stagione. Mi dia un po' di tempo per organizzare tutto.
(Dopo un'attesa)
Impiegata : Allora, il viaggio per due persone dal 1 settembre al 21 settembre è compreso di tutto ciò che abbiamo detto. Come può leggere dal preventivo che ha di fronte, costa 8.450 euro.
Cliente:I diritti dell’agenzia sono compresi?
Impiegata:Sì, tutto compreso e domani stesso Le posso consegnare biglietti e prenotazioni!
Cliente: Ah… una domanda: a che ora parte l ‘aereo da Roma?
Impiegata: Ho cercato dei voli comodi, non troppo presto alla mattina. Il volo da Roma è alle 10:25.
Cliente : Perfetto, Le lascio un acconto ora? Vanno bene 2000 euro?
Impiegata: Sì,  benissimo.
Cliente: Allora a domani
Impiegata : A domani. Mi raccomando controlli la scadenza dei passaporti!
Cliente: Sì, certo. Grazie per la gentilezza. A domani.


Ora rispondi alle domande, quella corretta diventerà verde

 

 
  • 1. Cliente va in una agenzia ippica
    • v
    • f
  • 2. L’impiegata è la futura moglie del cliente
    • v
    • f
  • 3. Cliente sapeva già che viaggio fare
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  • 4. L’aereo parte da Roma.
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  • 5. Nel viaggio di nozze è inclusa anche una crociera.
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  • 6. La futura moglie è a conoscenza del viaggio.
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  • 7. Il viaggio costerà 8.450 euro.
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  • 8. Il viaggio dura 3 settimane.
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  • 9. Cliente paga tutto il viaggio subito in contanti.
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  • 10. Il cliente è molto contento di partire per New York.
    • v
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Oggi, care lettrici e cari lettori di Intercultura blog,  parleremo dell’uso della particella  “ci”.
Buona lettura e al prossimo articolo.
Prof. Valerio Giacalone

"Ci"  ha tre significati ben diversi

 A) "Ci" può essere utilizzato come avverbio di luogo.
- "Vorrei andare Roma." "Ci vorrei andare anch’io."

Con  il verbo essere la particella “ci” indica l’esistenza di una cosa o persona o più cose o più persone, come per esempio:  
- "Ci sono troppe macchine per strada!"
- "C’è Maria oggi in ufficio?"

Con il verbo volere la particella “ci” indica la necessità di una o più cose, per esempio
- "Ci vuole molta pazienza nella vita!"   
   
Al posto di “ci” come avverbio di luogo, sarebbe più corretto usare "vi", ma questo avviene ormai solo nella lingua scritta.


B) “Ci” può avere la funzione di pronome personale prima persona plurale ("noi", "a noi"), per esempio
- "Noi ci rasiamo"

Diventa "ce" in alcuni casi, per esempio:
- "Ce lo dite dopo"

Nelle frasi "ce lo dite dopo" e “noi ci laviamo le mani”,  "lo" e "le mani" sono il complemento oggetto, mentre “ci” e "ce" sono complemento di termine ("a noi").

 

C) “Ci” può avere la funzione di pronome dimostrativo, cioè significa "di ciò, in ciò, su ciò, a ciò". Per esempio:
- "Ci penso io."

Oppure significa "con lui, a lui, da lui". Per esempio:
- "Non ci esco mai"

Con il verbo avere, “ci” viene spesso usato nella lingua parlata come rinforzo semantico e fonico di altri pronomi ("lo", "la", "li", "le", "ne"). In questo caso, “ci” diventa “ce”. Per esempio:
- "Hai il passaporto con te?" "Sì, ce l’ho"
- "Hai le valige?" "Sì, ce le ho"

Questo utilizzo del pronome dimostrativo viene definito pleonastico, perché ripetitivo e non necessario. Per esempio: 
- "Ma ci pensi a tuo figlio?"

Vengono usati con "ci" verbi come pensare, credere, riuscire, contare, essere, fare, passare.
 
Pensarci:  
- "Paolo, prepari tu da mangiare?" "Si, ci penso io."

Crederci
- "Secondo te, quel giornale dice la verità?" "Sì, ci credo sempre."

Riuscirci:  
- "Per te, è possibile vivere con pochi soldi?" "No, non ci riesco." 

Contarci:
- "Ricordati di venire a cena stasera: ci conto."

Esserci:
- "Va bene, ci sono" (significa "ho capito" oppure "sono pronto")

Fare:
- "Ci sei o ci fai?" (significa "sei stupido o fai la parte dello stupido")

Passarci:
- "Ce ne passa prima che il governo elimini tutti gli sprechi."
 
Esercizio sull'uso di "ci".
Rispondi alle domande: quella corretta diventerà  verde
.

  • 1. Hai portato con te il dizionario?
    • Sì, ce l’ho.
    • Sì, ci l’ho.
  • 2. Mi piace Napoli, vorrei ... ogni anno in vacanza.
    • andare
    • andarci
  • 3. Credi ai fantasmi ?
    • Sì, credo.
    • Sì, ci credo.
  • 4. Chi pensa ai bambini stamattina?
    • Ci penso io
    • Penso io
  • 5. ... molto tempo per imparare a stare al mondo
    • Ci vuole
    • Vuole
  • 6. Vieni a Venezia con me?
    • No, grazie, ci sono già stato.
    • No, grazie, sono già stato.
  • 7. C’è Luisa oggi in ufficio?
    • Sì, è.
    • Sì, c’è.
  • 8. ... vorrebbe un amico, anzi più di uno.
    • C'è
    • Ci
  • 9. Ho voglia di andare a sciare! Vieni con me?
    • No, non ci riesco
    • No, non c’è riesco
  • 10. Non … posso credere, hai detto di sì alla sua proposta!
    • ci
    • si
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Si sono da poco concluse le festività: Natale, Santo Stefano, Capodanno e infine l’Epifania.  Per chi ha festeggiato e per chi  non ha festeggiato, spieghiamo su Intercultura blog, qualche curiosità riguardante le festività appena trascorse, così popolari in Italia e in tante parti del mondo.

Per l’ultimo giorno dell’anno, il 31 di gennaio, c’è in Italia l’usanza di buttare dalla finestra vecchi oggetti che non servono più e di dare il benvenuto al nuovo anno con botti a volte  molto pericolosi. Inoltre c’è  l’usanza di mangiare un piatto di lenticchie come auspicio di  buona fortuna e ricchezza.

Il 25 di dicembre è Natale! Si è tutti più buoni. Le città sono addobbate e illuminate. Se sorridi a qualcuno, il tuo sorriso è contraccambiato. Se ti tagliano la strada in auto, non puoi inveire o essere aggressivo: è Natale! 
Anche se siamo in periodo di recessione, cioè di crisi economica, il Natale pretende sempre la giusta dose di consumo. È la festività che ha il potere di riunire famiglie che durante tutto l’anno, magari, si salutano appena. A Natale, anche i poveri e gli emarginati ricevono la loro fetta di solidarietà e di amore.
Il Natale è la festività cristiana che celebra la nascita di Gesù. La data reale della nascita di Gesù rimane incerta. Si celebra il 25 dicembre  perché, nello stesso periodo nell’antica Roma, si festeggiavano i saturnali in onore di Saturno, dio dell’agricoltura. Durante i saturnali, gli antichi romani si scambiavano regali e consumavano ricchi pasti. Ecco perché oggi vi è l’usanza di scambiarsi doni durante la notte di Natale. Inoltre, per i più religiosi e devoti, vi è la tradizione di seguire a mezzanotte la messa direttamente in chiesa. Molti credenti dedicano parte della festività al volontariato, per sottolineare  l’amore e l’altruismo che caratterizza questo periodo.

Per Natale c’è l’usanza di consumare ricchi pasti. Lo zampone e i tipici dolci natalizi, come il panettone e il pandoro, sono presenti in ogni casa  e a seconda delle regioni dove vai, puoi trovare delle specialità culinarie tipiche.
Il termine italiano Natale deriva dal latino “natalis”, che significa "relativo alla nascita". In antichità, il termine “natalis” veniva utilizzato anche per altre festività, come la fondazione di Roma il 21 aprile e la nascita del Sole il 25 dicembre. Sant’Agostino chiese ai cristiani di celebrare in quel giorno non il Sole, come facevano i pagani, bensì colui che lo aveva creato.

Il Natale moderno è caratterizzato da Babbo Natale, il simpatico e generoso vecchietto con la barba bianca e il vestito rosso.

Babbo Natale forse discende da una figura storica, San Nicola, vescovo nel IV secolo e patrono della città di Bari. Dopo la morte di Nicola si diffusero numerosissime leggende, che lo vedevano protagonista di atti di generosità e di bontà. Si racconta che regalava cibo alle famiglie povere portandolo, in maniera anonima, attraverso i camini o le loro finestre. Nella fantasia popolare, San Nicola divenne "portatore di doni", compito eseguito con un asinello nella notte del 6 dicembre o nella notte di Natale. Il nome olandese del santo “Sinter Klass”, si è poi diffuso nei paesi anglofoni come “Santa Claus”.

Durante il periodo natalizio c’è inoltre l’usanza di fare il presepe. Esso ha origine nel 1223 quando San Francesco d’Assisi, uno tra i santi più amati del cristianesimo, fece rappresentare la nascita di Gesù da personaggi viventi. Da qui la tradizione, tuttora vigente, di rappresentare la nascita con delle statuette . Troviamo San Giuseppe, Maria, i pastori, la stalla e ogni piccolo dettaglio che possa rappresentare con amore e a volte con originalità la nascita del Bambino Gesù.

Un altro simbolo del Natale è l’albero. Esso è un tema tradizionalmente pagano. La città di Riga si proclama sede del primo albero di Natale della storia. Qui si trova una targa scritta in otto lingue, secondo cui il "primo albero di capodanno" fu addobbato nella città nel 1510. Ma la data e il luogo della nascita dell’albero di Natale rimangono comunque incerte. Vi possono essere solo delle supposizioni. Nel medioevo, in Germania, per esempio, durante il Natale vi era un gioco (Il gioco di Adamo ed Eva): si cercava di creare il paradiso con alberi da frutta. Gli alberi da frutta vennero sostituiti poi dai sempreverdi abeti
Qualunque sia la vera origine dell’albero di Natale, ricorda di dargli la giusta luce e acqua. Dopo il Natale cerca di creare le naturali condizione per la sua sopravivenza. Abbiamo bisogno di loro. Non sappiamo molto del suo passato come albero di Natale, diamogli almeno un futuro sicuro!  
 
Subito dopo Natale vi è, il 26 di Dicembre, la festività di Santo Stefano. Il primo dei discepoli di Gesù a morire martire, ucciso. Per questo motivo è una festività così prossima al nascita Di Gesù.     
Il Natale, anche se non è la festività più importante del cristianesimo, è certamente la più popolare e la più sentita, poiché è la festa dove la famiglia si riunisce e vengono scambiati i regali. La principale festa cristiana è invece la Pasqua.
Il Natale ha dato origine a centinaia di poesie, racconti, canti popolari, filastrocche, ninne nanne, film.
Per i suoi discepoli e per tutti i cristiani, Gesù sarebbe nato per redimere, cioè salvare il  mondo dal peccato.

Per ultima, abbiamo l’Epifania, che chiude le festività natalizie con il modo di dire: “l’Epifania, tutte le feste porta via”. La parola “Epifania” di origine greca significa “manifestazione”, e rappresenta la prima comparsa di Gesù di fronte ai Re magi. La figura che caratterizza l’Epifania è la Befana. Essa è rappresentata da una vecchietta di brutto aspetto, vestita di stracci che porta doni volando su una scopa la notte tra il 5 e il 6 gennaio. La sua origine è rurale e si perde nella notte dei tempi.
 
Ovunque tu sia, ovunque tu viva, in qualunque cosa tu possa credere,  viva le festività. Qualunque esse siano, perché sono o sembrano giorni pieni di serenità, pace e amore. Speriamo, che questo periodo sia un periodo che possa contagiare gli altri giorni dell’anno … non sarebbe male, vero

Un abbraccio interculturale
Prof. Valerio Giacalone



Rispondi ora a queste domande:
 
1) Cosa è per te il Natale?
2) Cosa hai pensato la prima volta che sei stato in un paese dove si celebrava il Natale?
3) Racconta il tuo Natale più bello?
4) Come recita una canzone “O è Natale tutti i giorni o non è Natale mai”: tu cosa ne pensi?
5) Come hai festeggiato l’ultimo dell’anno?
6) Quali alimenti caratterizzano nel tuo paese il Natale e l’ultimo giorno dell’anno?


 

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Gli animali sono importanti anche per la lingua. Molti animali emettono un verso che li caratterizza. Alcuni hanno un verbo particolare che distingue i loro suoni. Ecco su Intercultura blog una lista dei verbi associati ad alcuni tra gli animali più comuni
. Buon lavoro e al prossimo articolo!
Prof. Valerio Giacalone

Il cane abbaia (infinito abbaiare)
Il maiale grugnisce (inf. grugnire)
Il lupo ulula (inf. ululare)
Il leone ruggisce (inf. ruggire)
Il gatto miagola (inf. miagolare)
L’elefante barrisce (inf. barrire)
La cicala frinisce (inf. frinire)               
Il cavallo nitrisce (inf. nitrire)
La capra e la pecora belano (inf. belare)
La colomba tuba (inf. tubare)
Il corvo gracchia (inf. gracchiare)
Il bue muggisce (inf. muggire)
L’asino raglia (inf. ragliare)
L’uccello cinguetta (inf. cinguettare)
La rana gracida (inf. gracidare)
Il serpente sibila (inf. sibilare)
La mosca ronza (inf. ronzare)
La rondine garrisce (inf. garrire)
Il pulcino pigola (inf. pigolare)
Il pavone paupula (inf. paupulare)
Il gallo chicchiria (inf. chicchiriare)
L’anatra anatra  (inf.  anatrare

Nella tua lingua madre, esistono dei verbi specifici per esprimere questi versi?
Come hai notato sono verbi che possono richiamare il suono reale dell‘animale. In italiano, questi verbi vengono chiamati onomatopeici.
   
Inoltre gli animali vengono usati nel linguaggio comune in alcuni modi di dire.

Eccone alcuni tra i più comuni:
   
Essere un'aquila: essere molto intelligente, un genio
Essere un asino: essere ignorante
Essere una vipera
: essere una persona perfida
Essere un orso: essere scontroso, solitario
Essere una gallina o un'oca: essere una persona stupida e superficiale
Fare il galletto, il tacchino: comportarsi in modo troppo galante con le donne
Essere una volpe: essere furbo
Essere solo come un cane: essere abbandonato da tutti
Mangiare da cani: mangiare malissimo
Fare lo struzzo: far finta di niente, ignorare
Essere uccel di bosco:  essere irreperibile, cioè difficile da trovare
Avere un pugno di mosche in mano: non raggiungere alcun risultato
Essere un pesce fuor d’acqua: essere inadatto, a disagio
Trattare qualcuno a pesci in faccia
: trattare qualcuno molto male
Avere la faccia da pesce lesso: essere inespressivo
Non sapere che pesci prendere: essere indeciso
Essere quattro gatti: essere in pochi
Gatto delle nevi: veicolo munito di larghi cingoli per rendere praticabili le piste da sci
Quando non c'è il gatto i topi ballano: in assenza di controlli tutti ne approfittano per fare i loro comodi
Cani e porci: chiunque, qualunque tipo di persona
Maiale: mezzo d'assalto impiegato dalla marina militare italiana nel secondo conflitto mondiale
Essere un maiale, un porco: essere una persona sporca o moralmente riprovevole
Cavallo di Troia: cavallo di legno con cui i Greci penetrarono nella città: in senso figurato significa "tranello", "inganno"
Cavallo di battaglia: quello che gli antichi condottieri riservavano al combattimento; in senso figurato significa "scena in cui un attore mostra le sue migliori qualità"
Dose da cavallo: dose molto abbondante ("febbre da cavallo" significa "febbre molto alta")
A caval donato non si guarda in bocca: un regalo va accettato di buon grado così com'è
Vederci come una talpa: avere scarsissima vista
Dormire come un ghiro: dormire profond amente e a lungo.
Fare come i gamberi: camminare all'indietro; in senso figurato significa "non fare alcun progresso, regredire"
Essere un toro: avere una struttura fisica potente
Tagliare la testa al toro: prendere una decisione netta
Prendere il toro per le corna: affrontare senza esitazione un ostacolo
Fare le corna: compiere un'infedeltà in amore

 

Indica se le seguenti frasi sono corrette (v) o scorrette (f)

Scegli ora la risposta. Quella corretta diventerà verde.
  • 1. Il corvo ulula durante il giorno e disturba tutto il vicinato
    • v
    • f
  • 2. Fare lo struzzo significa diventare altruista
    • v
    • f
  • 3. E’ veramente romantico quando gli uccelli cinguettano
    • v
    • f
  • 4. Il serpente sibila anche quando dorme?
    • v
    • f
  • 5. Il cavallo quando è arrabbiato bela!
    • v
    • f
  • 6. Essere una vipera significa essere una persona molto disponibile
    • v
    • f
  • 7. Essere uccel di bosco significa essere difficile da trovare
    • v
    • f
  • 8. Se dico che Luca è un orso intendo dire che è molto simpatico e accogliente
    • v
    • f
  • 9. Essere un'aquila in matematica significa essere molto bravi in matematica
    • v
    • f
  • 10. Il leone nella foresta ruggisce, nella gabbia desidera di ruggire
    • v
    • f
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Cari colleghe e colleghi, il dettato rappresenta un’attività didattica molto utile e una verifica sia per noi docenti che per i discenti. In maniera diretta gli alunni possono comprendere se sono in grado di trasformare un fonema, cioè un suono, in grafema, cioè nella parola scritta.

Con il dettato, il docente  può capire dove c’è bisogno di un rinforzo o dove si nascondono problemi di scrittura tipici della lingua italiana, come per esempio: le doppie, le parole con la “h”, gli accenti e gli apostrofi.
Se il dettato è inteso come pura esercitazione, si potrebbe optare per una correzione collettiva in classe. I ragazzi possono, dopo il dettato, ricevere una fotocopia del testo o vederlo proiettato con una lavagna luminosa. Gli alunni possono poi auto-correggere il proprio dettato o correggere quello di un compagno, in modo da essere responsabilizzati. In questa maniera i discenti affrontano, in una situazione rilassante, il problema spinoso della correzione e hanno la possibilità di memorizzare serenamente gli errori, senza "l'incubo" del voto. In tal modo gli alunni possono entrare in una sana competizione con i compagni, senza paura di sbagliare. La paura è un grande inibitore comunicativo, una grande nemica di ogni tipo di apprendimento.

Proponete ora una prova di un dettato, con un testo di un livello adatto alla vostra classe.
Il dettato si dovrebbe leggere tre volte. La prima lettura deve essere senza pause come preparazione, una sorta di “warm up”, di riscaldamento. La seconda è la vera e propria dettatura: dovrete dettare il testo a piccoli gruppi di parole, dando però un senso a ciò che leggete. Dovete rendere la dettatura comprensibile, ma nello stesso tempo non troppo facile. Nella terza e ultima lettura, più spedita della precedente, i ragazzi hanno la possibilità di scrivere le eventuali parole mancanti, che non hanno magari compreso durante la dettatura vera e propria.

Delle quattro abilità linguistiche (saper leggere, saper scrivere, saper capire e saper parlare), con il dettato si esercitano contemporaneamente la scrittura e la comprensione. Un ottima opportunità per noi, per le nostre alunne e per i nostri alunni.
Buon lavoro e buon dettato        
Prof. Valerio Giacalone

 

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Benvenuto su Intercultura blog! Oggi parleremo del gerundio presente.

Buon Lavoro
Prof. Valerio Giacalone

Il gerundio si può utilizzare in diversi contesti.



- Con  valore temporale,  per esempio:
 Andando al bar, incontro sempre Maria (mentre vado al bar...)

- Con valore causale, per esempio:
Mangiando al ristorante, ingrasso molto (poiché mangio al ristorante...)

- Con valore modale, per esempio:
Spingendo, sono riuscito a chiudere la porta (con lo spingere...)

Il gerundio presente esprime un’azione che si svolge contemporaneamente a quella del verbo principale.

Ecco la coniugazione del gerundio presente di verbi regolari:

prenotare-  prenotando
ricevere-   ricevendo
sentire-    sentendo

Il gerundio dei verbi i ausiliari:
 
essere- essendo 
avere- avendo

Molto importante e molto utilizzata in italiano è la forma perifrastica stare + gerundio. Si utilizza per esprimere un'azione che si svolge nel momento in cui si parla: "adesso sto uscendo di casa". Questa forma verbale italiana è equivalente in inglese alla “ing-form” preceduta dal verbo essere, per esempio “I’m drinking” (in italiano ”sto bevendo”).

Ora svolgi l’esercizio. Indica con "vero" (V) le frasi dove vi è un gerundio.

 

 

La risposta corretta diventerà verde
  • 1. Studiando così tanto, non puoi non passare l’esame
    • v
    • f
  • 2. I bambini mangiano la merenda 
    • v
    • f
  • 3. Il mio migliore amico è Armando.
    • v
    • f
  • 4. Sto andando all’università a dare il mio primo esame!
    • v
    • f
  • 5. Guidando ubriaco, è come se non rispettassi la tua vita e quella degli altri.
    • v
    • f
  • 6. Decidendo di vivere da solo, devo accettare i momenti di solitudine.
    • v
    • f
  • 7. Andando tutti gli anni all'estero, ho imparato a conoscere il diverso e ad apprezzarlo.
    • v
    • f
  • 8. Avendo poco tempo, ho deciso di non lavorare più.
    • v
    • f
  • 9. Sto per fare la cosa più importante della mia vita
    • v
    • f
  • 10. Essere disoccupato è una grande tragedia!
    • v
    • f
[post_title] => Il gerundio presente [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => il-gerundio-presente [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 09:57:41 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 07:57:41 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=120 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 90 [filter] => raw ) [6] => WP_Post Object ( [ID] => 119 [post_author] => 3 [post_date] => 2008-12-17 14:07:45 [post_date_gmt] => 2008-12-17 13:07:45 [post_content] => Ciao! Oggi parleremo del condizionale, un modo verbale molto usato. A volte, per chi studia la lingua italiana il condizionale potrebbe essere un problema. Si  possono presentare delle insicurezze su quando usarlo e sulla coniugazione.  Su Intercultura Blog cercheremo di darti un piccolo aiuto. Potrai essere così più sicuro! Buon lavoro Prof. Giacalone    Il modo condizionale, si  può usare per: A) fare richieste, dare consigli e esprimere richieste in modo gentile, per esempio: - Dovresti andare subito dal dottore - Mi prenderesti il telefonino sul tavolo ? - Vorrei parlare con l’avvocato B) fare delle supposizioni, per esempio: - Al lunedì la dottoressa dovrebbe essere disponibile - Potrebbe essere una cosa da niente: non preoccuparti C) esprimere un'azione considerata possibile, per esempio: - Andrei volentieri ad abitare in Spagna! - Vivrei  volentieri senza lo stress: ci guadagnerei in salute D) esprimere incertezza, cioè qualcosa di non sicuro, per esempio: - "Chi vincerà le elezioni?" "Non saprei!" - "Secondo te Luca è innamorato?" "Direi di si, non l’ho mai visto così!" Ecco ora la coniugazione dei verbi regolari del condizionale al tempo presente chiamare                         prendere                 finire Io chiamerei                     prenderei                    finirei tu chiameresti                   prenderesti                 finiresti Lui/lei  chiamerebbe          prenderebbe               finirebbe Noi chiameremmo            prenderemmo             finiremmo Voi chiamereste               prendereste                finireste Loro chiamerebbero         prenderebbero            finirebbero Come al solito i verbi più “usati” sono irregolari. Ne indichiamo qui solo alcuni:  
avere           essere          fare               venire          avrei             sarei               farei               verrei          avresti          saresti            faresti              verresti     avrebbe        sarebbe          farebbe           verrebbe  avremmo      saremmo        faremmo        verremmo avreste         sareste           fareste            verreste     avrebbero    sarebbero        farebbero        verrebbero  
  Ora svolgi l’esercizio e scegli  solo la  frase dove vi è la forma corretta del condizionale. La risposta corretta  diventerà verde.
  • 1. Al posto tuo mangerei più verdure
    • v
    • f
  • 2. Mi abbracceresti prima di uscire di casa?
    • v
    • f
  • 3. Me ne andrò al più presto da questa città!
    • v
    • f
  • 4. Ti direbbi tutto quello che penso!
    • v
    • f
  • 5. Farebe bene a parlare bene delle persone che gli vogliono bene
    • v
    • f
  • 6. Tutti vorrebbero diventare milionari!
    • v
    • f
  • 7. Crederesti veramente più a lui che a me ?
    • v
    • f
  • 8. Veremo volentieri al ristorante ma non abbiamo soldi
    • v
    • f
  • 9. Cosa faresti con un milione di euro?
    • v
    • f
  • 10. Avrresti del tempo da dedicarmi almeno oggi?
    • v
    • f
  [post_title] => Il condizionale [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => il-condizionale [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 09:57:41 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 07:57:41 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=119 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 56 [filter] => raw ) [7] => WP_Post Object ( [ID] => 115 [post_author] => 3 [post_date] => 2008-12-05 11:17:59 [post_date_gmt] => 2008-12-05 10:17:59 [post_content] =>


Caro amico/a  di  intercultura Blog oggi affronterò un argomento molto interessante e utile: Il codice fiscale, abbreviato C F.
Il codice fiscale è un insieme di caratteri, che comprende lettere e numeri. Ogni cittadino italiano ha un diverso codice fiscale, unico e irripetibile. Esso serve come strumento di riconoscimento presso le amministrazioni pubbliche, cioè quegli uffici che curano gli interessi dello stato e degli stessi cittadini.

Il codice fiscale non ha scadenza ed è normalmente scritto su una piccola tessera plastificata, che puoi conservare tranquillamente dentro il portafoglio. Il CF contiene sedici caratteri, nove sono lettere e sette sono numeri, ecco in dettaglio come viene suddiviso, organizzato:

Il cognome (3 lettere)

Il nome (3 lettere)

L’anno di nascita (2 numeri)

Mese di nascita (1 lettera)

Giorno di nascita e sesso (2 numeri)

Luogo  di nascita (una lettera e 3 numeri)

Lettera di controllo (una lettera)

 


Per ricevere la tessera devi andare all’ufficio dell’Agenzia delle Entrate, un ufficio statale, della città dove abiti e fare una domanda. Se sei un cittadino della comunità europea basta presentare un documento di identità. Se sei un cittadino di un paese extracomunitario, devi presentare il passaporto o il permesso di soggiorno.



Scarica ora il modulo per fare la richiesta del codice fiscale e compilalo in tutte le sue parti.

 

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Sempre di più il computer fa parte della nostra vita.  Ha cambiato il nostro modo di comunicare. Si scrivono sempre meno lettere e sempre più e-mail, cioè messaggi di posta elettronica.  Più veloce e soprattutto a costo zero, la posta elettronica rappresenta uno dei principali modi di comunicare del nuovo millennio. Leggi ora il messaggio e- mail e rispondi poi alle domande
Buona lettura

Prof. Giacalone

Ciao Muharad, come stai?
Ti scrivo per raccontarti il mio viaggio in Italia e la mia nuova esperienza in questo bellissimo paese.
Sono qui a Siena da due mesi, il lavoro è molto interessante ma stancante. Oltre a lavorare frequento un corso di lingua italiana. Il corso è molto bello e utile. La nostra insegnante è molto brava,  riesce sempre a farci sorridere e rende così le lezioni piacevoli oltre che utili. Il mio italiano migliora ogni giorno. Ho capito che devo studiare anche a casa e che devo essere costante. Studiare una lingua è un po’ come praticare uno sport: non puoi migliorare se non ti alleni!     
Abito con 2 ragazzi, uno senegalese e l’altro siciliano. Sono molto simpatici ma non ci vediamo quasi mai perché abbiamo turni di lavoro diversi. Ma quando siamo assieme è una festa!  Antonio, il ragazzo siciliano, ci corregge e ci insegna un po’ di italiano. A volte anche qualche parola del dialetto siciliano.
Una settimana fa ho conosciuto una ragazza italiana, Caterina, è molto simpatica e sorridente.
Credo di essere innamorato: non ci ho messo molto tempo. Ma ho paura perché non la conosco cosi bene, eppure quando sono con lei

sono felice! Sarà che mi sento un po' solo e ho bisogno di sognare?
Sai, lei non è solo molto bella ma anche tanto simpatica e gentile. È sempre disponibile e pronta a darti una mano. Mi ha fatto conoscere la sua famiglia e mi invita spesso ad uscire con lei e i suoi amici. Per me è un’ottima occasione per conoscere meglio gli italiani! Sai, qui ogni tanto ci sono dei fenomeni di razzismo. Ma forse sarebbe meglio chiamarlo paura del diverso, dello straniero. In italiano, la parola xenofobia indica questo atteggiamento. In questo periodo di grande crisi, si ha paura che noi stranieri rubiamo il lavoro e le case agli italiani. 
Ma non è così, perché noi facciamo lavori che molti non vogliono fare. La povertà fa guardare gli altri con diffidenza, con paura. Se poi, caro Muharad, aggiungi un pizzico di ignoranza, ecco che nasce il razzismo. Ma non è solo un problema italiano, ma di tutta l’Europa, anzi direi di tutto il mondo. Scusa se ti ho annoiato ma avevo voglia d parlare e scrivere in lingua italiana … e gli amici servono anche a questo! Mi raccomando non usare il vocabolario se non capisci ma vai a intuizione o chiedi a qualche italiano in Germania!    

Ora ti devo lasciare, raccontami di te e della tua famiglia e della tua esperienza in Germania, come ti trovi?
Un caro saluto e a presto

Said … innamorato

 


Esercizio di verifica della comprensione 

Scegli la risposta. Quella corretta diventerà verde.
  • 1. Said scrive una e-mail alla madre
    • v
    • f
  • 2. Said abita a Siena
    • v
    • f
  • 3. Il ragazzo siciliano si chiama Marcello
    • v
    • f
  • 4. Caterina è molto gentile con Said
    • v
    • f
  • 5. Said sa che bisogna essere costanti con lo studio delle lingue
    • v
    • f
  • 6. L'insegnante di lingua italiana è molto noiosa
    • v
    • f
  • 7. Il razzismo per Said non è un problema solo italiano
    • v
    • f
  • 8. Antonio insegna un po' di dialetto toscano
    • v
    • f
  • 9. Said vive con 2 ragazzi senegalesi e un italiano
    • v
    • f
  • 10. Muharad si trova in Germania
    • v
    • f
[post_title] => Una mail a un amico [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => una-mail-a-un-amico [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 09:57:41 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 07:57:41 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=114 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 10 [filter] => raw ) [9] => WP_Post Object ( [ID] => 113 [post_author] => 3 [post_date] => 2008-11-20 12:25:50 [post_date_gmt] => 2008-11-20 11:25:50 [post_content] =>

L’Italia è famosa in tutto il mondo per la sua cucina, per il suo mangiare. Puoi trovare ristoranti italiani in ogni parte del pianeta.

Oggi ti parlerò della pizza. Un piatto diventato famoso in tutto il mondo, dal Giappone agli Stati uniti d’America. Sì, ma quale pizza dirai tu? Ci sono tanti tipi di pizza, ma la "mamma di tutte le pizze" è la famosa pizza margherita. Ora conoscerai qualche curiosità su questo piatto cosi famoso e gustoso.

La pizza è simile al pane e alla focaccia, che sono cibi consumati dall'uomo fin dall'antichità. Il termine pizza ha un'origine incerta. Secondo alcuni, deriva da "pinsa", participio passato del verbo latino "pinsere", che significa pestare, schiacciare, macinare. Molte civiltà antiche che si affacciavano sul Mar Mediterraneo, come Egiziani, Greci e Romani, mangiavano delle focacce schiacciate fatte con chicchi di orzo pestati, acqua e condimenti vari. Possiamo considerare queste focacce gli antenati della nostra pizza.
Numerose sono le testimonianze di scrittori greci riguardanti una focaccia, da loro chiamata "maza". Nella Roma antica, invece si mangiavano la "placenta" e l’"offa" , preparata con acqua e orzo.

Nel Medioevo, in Italia erano mangiate focacce simili a quelle antiche, che avevano diverse varianti locali e diversi nomi. Queste focacce erano molte apprezzate sia dagli aristocratici che dal popolo.

 

Gli ingredienti fondamentali della pizza sono il pomodoro e la mozzarella, il tipico formaggio fresco. Questi ingredienti sono stati prodotti in Italia solo dopo due fasi storiche. I bufali sono stati reintrodotti nell'Italia del sud dai Longobardi, una popolazione germanica che ha governato l'Italia per due secoli dopo la caduta dell'Impero romano. Questi animali si sono diffusi in Lazio e in Campania e dalle bufale si ricava il latte per la produzione di mozzarella, detta proprio "di bufala".
Dopo la scoperta dell'America, sono state da lì importate nuove piante, tra cui i pomodori, già apprezzati dagli Atzechi. I pomodori si sono ambientati benissimo nel clima mite dell'Italia meridionale, dove hanno acquistato il colore rosso vivo: prima in America erano gialli. 
Così, alla fine del 1500, a Napoli sono disponibili i due ingredienti per condire la focaccia e creare la pizza. Nel 1700, la pizza viene preparata in forni a legna per essere quindi venduta per le strade e per i vicoli della città. Si afferma l'abitudine di mangiare la pizza non solo a casa o per le strade, ma anche presso i forni: nasce così la pizzeria, cioè il ristorante dove si mangia la pizza. La pizzeria tipica ha il forno a legna, il bancone di marmo dove viene confezionata la pizza, lo scaffale dove sono mostrati gli ingredienti, i tavoli dove i clienti la possono consumare.

In quel periodo, diventano famose le grandi famiglie di pizzaioli napoletani. Nel 1780, viene fondata da Pietro Colicchio la pizzeria "Pietro... e basta così", la cui tradizione è continuata oggi dall'"Antica Pizzeria Brandi”. Nel 1889, il miglior pizzaiolo di quell'epoca, Raffaele Esposito, marito della figlia di Enrico Brandi, ha fatto assaggiare la pizza al re d'Italia Umberto I e sua moglie Margherita. Raffaele Esposito realizzò per loro tre pizze: la pizza alla "mastunicola" (strutto, formaggio, basilico), la pizza alla marinara (pomodoro, aglio, olio, origano) e la pizza pomodoro e mozzarella (pomodoro, mozzarella, olio, basilico). L'ultima era stata realizzata proprio in onore della regina: i colori verde, bianco e rosso richiamavano intenzionalmente il tricolore italiano. La sovrana apprezzò così tanto la pizza che volle elogiare l’autore di queste bontà per iscritto. Ancora oggi la lettera di ringraziamento della regina è visibile nell’“Antica Pizzeria Brandi” a Napoli.
Per questo, il pizzaiolo decise di dare il nome della regina alla sua nuova pizza.  Da allora, la pizza con  pomodoro, mozzarella e basilico, si chiama “pizza margherita”. 

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Viaggiare, oltre che bello, è fondamentale per la cultura di ogni individuo. Un proverbio recita così: La vita è come un libro: se non viaggi, leggi solo la prima pagina. Ci sono diversi modi di viaggiare: anche leggere un libro è una sorta di viaggio.

Ora, leggerai un dialogo in una agenzia di viaggi tra un cliente e un’impiegata.
Buon lavoro e buon viaggio
Prof. Valerio Giacalone

Impiegata: Buongiorno.
Cliente: Buongiorno.
Impiegata: Si accomodi pure. Come posso aiutarla?
Cliente: Dovrei partire in viaggio di nozze
Impiegata: Dunque siete in  due …
Cliente: Beh, si spera che saremo in due anche alla fine del viaggio di nozze! ( ridono)
Impiegata: Avete un'idea ben precisa? O vi posso consigliare qualcosa?
Cliente: Sì, avremmo qualche idea… soprattutto su dove non andare.
Impiegata: Mi dica pure.
Cliente: Non vorremmo un posto troppo turistico, cioè troppo affollato. Vogliamo un viaggio  romantico, ma allo stesso tempo culturale. Vogliamo vedere posti meravigliosi e condividerli con la persona amata. Non so se mi capisce...
Impiegata: Certo che sì. Mi sta facendo venire voglia di partire con lei! (ridono)
Cliente: Voglio fare una sorpresa alla mia futura moglie. Le farò recapitare il biglietto con una rosa.
Impiegata: Lei è proprio romantico! Guardi: escluderei le capitali europee e del Nord America. Quanti giorni avete a disposizione?
Cliente: Tre settimane
Impiegata: Perfetto. Allora, partenza da Roma per l’Australia. Pernottate a Sidney per 5 notti in un albergo  a 4 stelle. Ora è molto conveniente: un euro vale quasi due dollari australiani.
Cliente:  Ah, bene, non lo sapevo.


Impiegata : Poi, dopo un po’ di compere ed escursioni nell'interno australiano, con una nave da crociera di lusso si parte verso la Nuova Zelanda.
Cliente: Mi piace!
Impiegata:  Dormirete ad Auckland per due notti. Quindi iniziarete delle escursioni nell'Isola del sud, la zona con la natura più affascinante della Nuova Zelanda.
Cliente: Fantastico. E il rientro?
Impiegata: Per il rientro ho pensato via Singapore.
Cliente: Sì, mi piace molto l’idea.
Impiegata: Bene.
Cliente: Immagino sarà molto caro.
Impiegata: Non più di tanto: non è alta stagione. Mi dia un po' di tempo per organizzare tutto.
(Dopo un'attesa)
Impiegata : Allora, il viaggio per due persone dal 1 settembre al 21 settembre è compreso di tutto ciò che abbiamo detto. Come può leggere dal preventivo che ha di fronte, costa 8.450 euro.
Cliente:I diritti dell’agenzia sono compresi?
Impiegata:Sì, tutto compreso e domani stesso Le posso consegnare biglietti e prenotazioni!
Cliente: Ah… una domanda: a che ora parte l ‘aereo da Roma?
Impiegata: Ho cercato dei voli comodi, non troppo presto alla mattina. Il volo da Roma è alle 10:25.
Cliente : Perfetto, Le lascio un acconto ora? Vanno bene 2000 euro?
Impiegata: Sì,  benissimo.
Cliente: Allora a domani
Impiegata : A domani. Mi raccomando controlli la scadenza dei passaporti!
Cliente: Sì, certo. Grazie per la gentilezza. A domani.


Ora rispondi alle domande, quella corretta diventerà verde

 

 
  • 1. Cliente va in una agenzia ippica
    • v
    • f
  • 2. L’impiegata è la futura moglie del cliente
    • v
    • f
  • 3. Cliente sapeva già che viaggio fare
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  • 4. L’aereo parte da Roma.
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  • 5. Nel viaggio di nozze è inclusa anche una crociera.
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  • 6. La futura moglie è a conoscenza del viaggio.
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  • 7. Il viaggio costerà 8.450 euro.
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  • 8. Il viaggio dura 3 settimane.
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  • 9. Cliente paga tutto il viaggio subito in contanti.
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  • 10. Il cliente è molto contento di partire per New York.
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